Critica e militanti

Buongiorno da critiche militanti oggi parliamo di un romanzo che compie esattamente cent'anni nel due mila ventuno rubare di Giuseppe Antonio Borgese importante critico e narratore
Siciliano nato nel mille ottocentottantadue a Polizzi generosa a Palermo e morto a Fiesole a Firenze
Nel mille novecentocinquantadue Borgese fu un grande giornalista un diplomatico è un docente universitario che trovandosi a inizio anni trenta negli Stati Uniti per una serie di conferenze decise di restare oltre oceano per non giurare fedeltà al fascismo Kjaer Ruben
Filippo Roubaix potremmo dire l'ultimo dei giovani romantici dell'Ottocento partiti dalla romanzesca provincia per andare nella capitale in questo caso ovviamente a Roma a fare
Fortune intellettuali a mietere successi politici è velleitario febbrile ipocondriaco è figlio di un padre che ancora la fissa di Napoleone un segretario comunale siciliano
E si trova subito a confrontarsi con la grande guerra la guerra scoppiata nel luglio del mille novecentoquattordici in cui poi rientra
L'anno dopo l'Italia impaziente di arruolarsi Roberto e lo è perché è sempre incerto sulla propria identità che non gli si fissa mai nella memoria come qualcosa di stabile in effetti il primo rapporto con le trincee è un rapporto di paura paura totale fisiologica senza scampo come quella descritta da Federico De Roberto nella novella omonima e una paura di cui quindi a una vergogna enorme e proprio attraverso questa vergogna si salda il suo rapporto con la futura moglie Eugenio
Quasi per farla tacere per renderla complice per rendere complice lei che se ne era che se n'era accorta che in questo romanzo romanzo ferroviario pieno di treni e coincidenze Roubaix si ritrova dopo la guerra a Milano in un dopoguerra di pescecani di speculatori
Avrebbe la possibilità di fare carriera ma questo Uomo senza qualità cioè con troppe qualità che non sa mettere a frutto Nesci gli invece di giocarsi il tutto per tutto di di di di imbarcarsi in un'avventura sentimentale tardo romantica quasi alla Fogazzaro che finirà in tragedia e porterà a un finale in cui Roubaix proprio nel centro della penisola a Bologna vicino alla stazione verrà travolto da una carica di cavalleria
In mezzo alla folla durante una manifestazione in cui si è trovato per caso in cui si fa fatica a distinguere ciò che è nero e ciò che ero corso
Perché volevate fare gli ostetrici dell'ineluttabile gli dice il suo amico Federico parlando della sua foga interventista nazionalista dopo la catastrofe
Della Grande Guerra ecco Roubaix è stato credo anche per Borgese
Il momento della resa dei conti della resa dei conti esistenziale soprattutto nelle prime cento pagine di grande tenuta narrativa su quella che era stata la giovinezza di una intera
Di una intera generazione di lì in poi
Quel Rubei che c'è in Borgese diventa un democratico liberal democratico Borgese negli anni Trenta proprio negli Stati Uniti scriverà
Un grande manifesto sul fascismo e contro il fascismo Golia che è anche una proposta di in fondo di repubblica universale di democrazia planetaria a un certo punto Filippo in una lettera proprio più o meno dopo cento pagine all'inizio del romanzo
Scrive una confessione una confessione che è la tipica confessione di quei piccoli borghesi quelli cioè di quei ceti intellettuali che fornirono masse di manovra al fascismo e che benissimo
Borgese descriverà nel Goliath nelle pagine più sociologicamente riuscite
Mettendo tra questi piccoli borghesi giustamente anche il capo del fascismo Mussolini scrive Filippo
Capisco che non ha forse basta avanti per le mie ambizioni eppure non posso soffocare le ambizioni la guerra non ci sarebbe se tutti uomini e popoli avessero saputo stare al loro posto io poi appartengo a quella in felicissima borghesia intellettuale provinciale
Storta dall'educazione del tutto o nulla viziato dal gusto delle ascensioni definitive donde si contemplano i panorami abbiamo le mani senza cali cui tendini Fiacchi non sappiamo stringere né una banca né una spada e sappiamo stringere solamente il vuoto
Robe l'ultimo degli eroi romantici dicevo dei giovani col mito di Napoleone in cerca di gloria nelle capitali ma anche il primo proletario uno dei primi proletari intellettuali uno dei primi laboratori culturali senza posto fisso del Novecento la sua autobiografia in questo senso somiglia ancora a noi
Giuseppe Antonio Borgese Ruben uscito esattamente cent'anni fa nel mille novecento ventuno a risentirci venerdì prossimo