Presentazione della mostra «1849-1871. Ebrei di Roma tra segregazione ed emancipazione»

Bene pervenute a questa presentazione
Questa mostra
Il risultato di una ricerca accurata che ci vuole fare
Riportare
A un periodo molto interessante nella storia d'Italia
In particolare la Storia degli ebrei italiani ancora più in particolare nella storia degli ebrei romani in quel periodo
E il mille ottocentoquarantotto fu l'anno delle rivoluzioni
Quale tutta l'Europa
Entrò in fermento questo fermento ovviamente riguardo anche Roma il Papa dovette fuggire
Dopo che aveva dato qualche segno di apertura rispetto alle nove idee
Quando riuscì a tornare la situazione per gli ebrei i romani
Rimase non come prima ma insomma ben lontana dalla libertà desiderata
Nell'Ottocento il secolo nel quale in tante nazioni europee non in tutte
Si aprono i cancelli dei ghetti
Gli ebrei acquistano
Pari dignità e diritti rispetto agli altri cittadini questo processo era cominciato con le guerre napoleoniche
La restaurazione l'aveva completamente e messo a tacere represso ma gli ebrei e non rinunciavano all'idea di voterete essere cittadini come gli altri
Quindi lei idee
Rivoluzionaria che si agitavano per l'Europa erano loro diciamo fermento ideale nel quale si identificavano
Questo spiega per quale motivo
Di ebrei viventi in Italia abbracciarono con entusiasmo la causa nazionale perché Risorgimento vedevano la chiave per ottenere la parità di diritti
Questo fu possibile al nord ma qua a Roma
Bisogna aspettare la caduta del
Del dominio papale l'arrivo dell'esercito italiano Savoia nel mille ottocentosettanta
Quindi abbiamo una parentesi di tempo nella quella che va dal quarantotto al settanta
Che sostanzialmente l'oggetto di questa mostra nella quale si descrive questi anni i turbolenti eguali gli ebrei romani aspettano la liberazione e mordono il freno in cui i rapporti con il
Con
Il dominio papale si fanno sempre
Più tesi
Si moltiplicano i casi problematici e se ne parlerà in questa mostra il caso il caso Mortara in cui un bambino ebreo venne sottratto alla famiglia poi avviato anche alla
Carriera ecclesiastica che svolse pure con un certo entusiasmo
E la cosa scatenò
O e venne anche usata come strumento vere dimostrare l'arretratezza la rigidità del pensiero della chiesa cattolica si narra in forma molto aneddotica però il concetto lo riassume che
Quando Pio Nono morente ricevette la visita di questo suo pupillo il bambino Mortara cresciuto era diventato sacerdote quindi tra i due c'era un certo rapporto di di affetto
Il più il nono morente
Disse per salvare la tua anima ho perso il regno e che non so se è vera questa frase però riassume tutto la tensione dei quegli anni le chiese pensava ancora di salvare le anime degli ebrei mentre il mondo stava cambiando
E quindi le strade erano completamente divaricate qua ci sta raccontata la storia delle delle della libertà data delle lotte per la liberazione le le varie guerre nelle quali tanti ebrei parteciparono non soltanto parteciparono attivamente ma anche le ritrasse ero perché abbiamo qua documentata l'attività di artisti ebrei improvvise mentre si scopre che esistono artisti ebrei perché di ebrei non avevano potuto praticare molto
Le arti
Dalla pittura la scultura per motivi sia tradizionali che per motivi diciamo ambientali e improvvisamente dell'Ottocento escono anche queste queste importanti produzioni che destano ancora stupore
Per la loro eccezionale qualità ecco tutto questo è documentato in questa in questa in questa rassegna in cui con estrema cura sono stati cercati quadri dell'epoca
Documenti del nostro archivio messi insieme che ricreano questa strana atmosfera questi anni così di fermento inattesa di una libertà che poi sarebbe durata molto poco
Nella introduzione nella letterina di introduzione avevo fatto al questo catalogo l'ho chiamato tempo degli amori
C'è il tempo dell'amore ma Polo pure finisce la cosa effettivamente durò poco però fu una bella stagione di passione li ringrazio
Sì grazie Grancini Lara dal la farà Lalla presidente Roth bretella grazie
Grazie al nostro direttore larga Mela secchi grazie a tutti voi è veramente con commozione e gratitudine molto orgoglio che inauguriamo oggi questa mostra
Che nasce da una visione una visione politica una visione culturale una visione storica soprattutto un impegno che la Comunità ebraica di Roma sta svolgendo in questi anni non soltanto in ambito cittadino ma nazionale per la riscoperto quanto meno la il ripristino di una narrazione storica valoriale di scioccare presentato l'ebraismo Riva romano
E nazionale nel
Nel percorso di costituzione di questa nostra Italia molto spesso e troppo spesso la storia e la vita degli ebrei
Italiani e romani in particolare è stata narrata per altre vicende tristemente note del nostro passato più recente cancellando dimenticando tutto quello che era occorso precedentemente soprattutto tanto gli ebrei
I gli italiani e romani in particolare avessero connotate caratterizzato proprio le fondamenta del nostro Paese
Da questo era nato un ragionamento condiviso con la presidente della Fondazione del Museo Ebraico di Roma che ringrazio per l'impegno e per la cura con la quale ha affrontato questa collaborazione grazie a pressioni essa quindi Alessandra di Castro e con i curatori di questa mostra Francesco Leone e Giorgia Calò che hanno saputo bene interpretare la missione
Valoriale culturale che quell'impegno voleva realizzare perché gli ebrei e gli Ebrei a Roma come ha detto giustamente rabbino capo benché segregati reclusi in un ghetto
Per più di trecento anni proprio sulla scia della fine di quel periodo non soltanto si sobbarcano di un impegno forte e Matteo rivale combattono scendono in campo
Propongono Iccrea aderiscono movimenti politici fanno proprie i ragionamenti di Mazzini si ritiri sì
In individuano e persona Lizzano quella indicazione dello stato sabaudo che riconosceva finalmente agli ebrei una dignità o quanto meno il ruolo un ruolo nella neonata Italia ma soprattutto comprendano appieno che non ci può essere Italia senza Roma e fanno di questo non solo un monito ma anche una missione e chi meglio degli ebrei romani che vivevano questa città da più di ventidue secoli poteva ben interpretare quel ruolo un ruolo che ahimè porteranno avanti anche durante la prima guerra mondiale manterrà immediatamente tradito cinquant'anni dopo dalle note leggi razziste come la ben definite il nostro presidente Draghi recentemente ora qui ancora veramente tanti
Ringraziamenti e tante riflessioni sarebbero da aggiungere ma non posso mancare di ringraziare anche la Sovraintendenza capitolina
Perché questo progetto che avete oggi l'inaugurazione nasce da una collaborazione che abbiamo ben consolidata in questi anni con altre e realtà museali di cui vi diranno presto i nostri curatori professor leone in particolar modo ma anche da un presidio in questa città sulla contributo artistico culturale con la Sovraintendenza capitolina un'ultima nota personale che aggiungono nella mostra non soltanto vedrete le opere
E la narrazione intercalare con la possibile all'arte l'altra che viene giustamente citata in alcuni passi ma ascolterete le melodie la musica
E vedrete attraverso anche una quindi d'indignazione con strumenti tecnici
Nuovi di di divulgazione una modalità immersi Watteau tale che è il senso anche di entrare in quelle pagine di storia e sentirsi era in qualche modo ancora protagonisti quindi grazie grazie veramente di qua
Benissimo grazie grazie mille russi questo senza di di straniamento di essere in questo museo ma di essere anche altrove all'interno della mostra particolare
Caccia Alessandra Di Castro aprendo cedo la parola
Ecco io l'ammonisco a ringraziamenti alla soprintendente capitolina Maria Vittoria Marini clienti Panarelli che come sapete allestito una mostra molto importante
Su Roma Capitale dal mille ottocentosettanta in poi abbiamo deciso di affrontare invece gli anni dal mille ottocentoquarantanove al mille ottocentosettanta
Con questa mostra che è nata durante un periodo molto difficile un periodo di chiusure vi ricordo che appunto il periodo di programmazione ha coinciso con con la pandemia
Ecco una parola per raccontare cosa succede e cosa è successo nei musei in quel periodo immaginate riorganizzare un progetto espositivo con un museo chiuso con uno staff comunque che deve continuare a lavorare senza lei nell'ingresso dei visitatori
Quindi un ringraziamento non solo ai curatori che hanno creduto in questo progetto al quale abbiamo lavorato per due anni ma veramente a tutto lo staff del Museo Ebraico di Roma
Che non ha mai smesso di lavorare anche a museo chiuso in quei momenti difficili
Francesco Leone a e Giorgia Calò
Hanno costruito un progetto così pieno di inediti pieno di dipinti di attore mai esposti prima Walter Mosca Oscar scovate nei depositi dei musei italiani
Musei italiani tra i quali vorrei anche ringraziare i musei del Risorgimento segnatamente quello di Milano e di Roma che hanno dato un grandissimo contributo a questa mostra
E Francesco ha trattato una parte molto interessante cioè il significato
Paradigmatico no di questo popolo ebraico che aveva perso la patria sì bella e perduta che diventa un po'a un simbolo in età di di di Risorgimento di un di un un simbolo di un popolo che appunto sognava vagheggiava una pace che non c'era più
E e Georgia si è concentrata sul ruolo di questi pittori ebrei soldato quindi diciamo un popolo
Che non più soltanto rimpiange una terra perduta ma che essi armarsi si decide di di partecipare alle vicende di guerra vicende belliche di cui c'è una documentazione fantastica
Così una cronaca di questi momenti penso al Vascello penso alla difesa
Di Roma al Gianicolo di cui gli ebrei romani sono diciamo sono danno incontra alla quale danno un contributo importante
Io a questo punto vi ringrazio per essere venuti e lascio la parola i Dupuis ai due curatori Francesco leone Giorgia Calò che ci racconteranno cosa hanno scoperto
E Francesca Gatto allora grazie andrà a tutti per essere qui con noi intervenuti
Lasciatemi ringraziare
Rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni che dall'alto delle sue conoscenze ci ha guidati
Questo anno e mezzo di lavori la presidente futura Gallo che ha creduto sin dagli inizi in questo progetto Complesso anche per i tempi in cui veniva ad inquadrarsi la presidente
La Fondazione del Museo Ebraico di Roma Alessandra Di Castro anche lei molto vicino a noi in questo anno e mezzo di lavori
Voglio ringraziare la mia compagna di viaggio naturalmente Giorgia Calò con cui abbiamo lavorato all'unisono in perfetta sintonia lasciatemi ringraziare anche la direttrice del museo dottoressa Olga Melasecche che c'è stata molto molto vicino
Durante questo lungo viaggio
L'ufficio stampa che ha guidato appunto quello che oggi stiamo presentando è un ringraziamento particolare dottori la dottoressa di attuasse al dottore
Davide Spagnoletto che essi sono molto molto prodigati appunto nel lavoro di questa mostra in quanto curatore anche se lo farò brevemente mi corre l'obbligo l'onore e l'onere di raccontarvi un pochino che cosa andremo a vedere adesso in questa mostra dunque Roma è una città molto particolare lo sappiamo tutti anche lei grazie a Napoleone e la Repubblica romana aveva respirato aria di emancipazione di libertà
Anche lei aveva avuto una stagione di piccole ma significative riforme dovute a due personaggi di altissimo livello Palladio settimo Chiaramonti del suo segretario di Stato Ercole Consalvi
Che appunto avevano in qualche modo recepito i cambiamenti attuati dalla lunga ventata napoleonica
Passati appunto questi due signori ad un'altra vita siamo tre mila ottocentoventidue ventitré Roma cadde in uno stato di oscurantismo di arretratezza dovuto appunto al Papa Leone dodicesimo della Genga
Lasciatemi
Leggervi due piccolissimi passi che ci portano dentro la Roma di quegli anni
Cioè un certo momento un signore che si chiama Pietro Giordani che molti di voi ricorderanno per averlo visto al cinema a fianco di Giacomo leopardi di cui era molto amico che nel mille ottocentoventisei scrive ad una sua amica
Parlando dalla situazione attuale di Roma badate bene che il Papa aveva fatto ardere tutte le incisioni di quelle opere d'arte importantissime che però erano ritenute lesive del pubblico decoro aveva fatto ricoprire i geni dei monumenti funebri di Canova in San Pietro nel mille ottocentoventiquattro e questo Giordani scrivendo a questa mica Bologna dice così
Non vi turbante se vi fu raccontato di un fa uno rivestito di satrapo Giordania altrove si riceve questo satrapo rivestito questo fanno rivestito di satrapo era questo fra Ludovico Micara da Frascati
Un cappuccino predicatore che quando diventa cardinale vuole chiede al Papa di poter avere l'abito marrone e non rosso e continua così
Il quale otto anni sono camminava per l'Italia scalzo declamando libertà e generosi costume e oggi mutati i panni e parole bestemmia in Roma
Dal cocchio delle arti solito Moon tagliare usa questo verbo che ha usato per raccontare il dolore della o Conte in Vaticano per dirci appunto l'accanimento di questo Mondiale
Che egli vorrebbe tutte arde relative alle modelle tutte distruggere le pitture e le statue che invitano a Roma il concorso degli stranieri nervi spaventi Hiroshi mi stimo tiranno
Che mescolando ridicoli Simest fortezze ed esecrabili crudeltà
Persegue l'inno doppie di una Madonna stampato in carta più avanti paragone quel paragona questo leone dodicesimo al Papa Paolo quarto che ha restituito il ghetto di Roma nel mille cinquecentocinquantacinque
Siamo in un contesto quindi molto mutato rispetto alle ventate di libertà napoleoniche
Massimo D'Azeglio un personaggio fondamentale tre Ribera italiani che ha concorso alla formazione dell'Italia in accordo con un personaggio eminente di questa comunità Samuele Alatri poi diventato senatore del Regno consigliere comunale di Roma Capitale
Scrive nel quarantotto un libricino fondamentale sulla appunto emancipazione degli israeliti e grazie a questo connubio con Alatri a un certo momento racconta così del ghetto
Le strade strette quindi parla dei luoghi dove siamo noi oggi
Immonde la mancanza d'aria il sudiciume che è conseguenza inevitabile la cooperazione forzato di troppo popolazione quasi tutta miserabile rende quel soggiorno tristo puzzolente e malsano
Famiglia di quei disgraziati vivono e più d'una per locale ammucchiate senza distinzione di sessi di età di condizioni di salute a ogni piano nelle soffitte persino le buche sotterranee
Questa non è la descrizione del ghetto né d'un millesimo delle dolorose condizioni che nel silenzio e nell'abbandono d'una miseria ignorata si verificano fra le mura di Roma voi capite bene dunque che la situazione diventava
Piuttosto complessa perché da un lato come ricordava la Presidente in altre parti d'Italia lo Statuto Albertino appunto al quarantotto proclamava la libertà
L'emancipazione civile degli ebrei a Roma viceversa le cose andavano peggio perché all'inizio più sesto nominato più nominato papa nel quarantasei aveva dato aperture timida e come ricordava il rabbino capo disegni verso un'idea di democrazia
Ma da addirittura annunciando il dieci febbraio del quarantotto una data emblematica che può vedere in mostra
Si tratterà un dipinto bellissimo di Ippolito Caffi appunto ricorderete bene dite grandi io l'Italia no dunque c'era un'idea di cambiamento
Arrivata la Repubblica romana che voi vedete evocata in questa mostra
Con dei capolavori della pittura europea dell'Ottocento segnatamente alcuni dipinti di Domenico Induno di Gerolamo Induno di grande importanza uno che raffigura nel nella
Questa povera ragazzina trasteverina che muore a seguito di una cannonata in casa lasciata sulla dei genitori che erano lì a combattere
Sulle barricate quella barricata che vedete raffigurate nei dipinti di Giovanni Battista bassi nuovi in questo contesto in questo contesto appunto la guerra del Risorgimento la nostra storia giustamente ci dice che la resistenza della seconda guerra mondiale una resistenza di popolo si dimentica troppo spesso che dal quarantotto in poi
La storia del Risorgimento e dell'arrestato una storia di popolo
In questo popolo c'era anche c'erano anche le comunità ebraiche di Roma Editalia non va neanche dimenticato che questo libricino di d'Azeglio sull'emancipazione civile
Per israeliti è un testo fondamentale che si accompagna ad altri testi di questa natura di cui non si parla mai cioè ad esempio Venezia contemporaneamente Daniele Manin
Che aveva origine da parte di padre ebraiche Niccolò Tommaseo scrissero analogo Librino
Che non ebbe risonanza ed Azeglio di quello di D'Azeglio perché i due andarono incarcerati immediatamente dopo siamo nel gennaio del quarantotto
E quindi quel libricino fu pubblicato soltanto la fine del quarantotto sulla rivista su un corriere di Trieste quindi non ebbe la risonanza del testo di d'Azeglio dunque
L'emancipazione degli ebrei diventa uno strumento un grimaldello a che l'Italia
Ah mettendosi al Piemonte riesca a trovare un'unità che passa naturalmente per i diritti civili degli ebrei e poi come accennava la dottoressa Di Castro dal piano concreto si passa un piano ideale perché le menti più grandi del nostro Risorgimento Liberale Italiani hanno identificato
E l'antica storia del popolo d'Israele una storia fatta di vessazioni di cadute ma anche di grandi momenti di valore però i cui identitario
Identifica appunto in quella discende dall'antico popolo di Israele il valore ideale
La meta ideale a cui tendere
L'Italia così come l'antico popolo di Israele è caduta d'Italia divisa ma l'Italia che si sta facendo così come l'antico popolo di stare deve trovare la forza per rialzarsi no per tornare appunto
In piedi questo un tema forte che viene analizzato in questa mostra grazie ad una serie di opere d'arte figurative che sono una novità per un posto come questo in cui le mostre per natura storica di questo posto
Della comunità in cui si trova sono mostra dedicata documenti e testimonianze storiche in questo caso invece abbiamo moltissimi dipinti che ci raccontano di tutto questo di cosa è accaduto
A Roma nel ghetto in quegli anni vedere ed entrando in questo cannocchiale molto bello in fondo la testa di Ciceruacchio che fu tra coloro i quali
Contribuirono ad abbattere le porte del ghetto la notte del diciassette e diciotto mila del quarantotto la vigilia di Pesach quello stesso Ciceruacchio
Che dopo aver combattuto curiosamente durante la Repubblica Romana fuggendo da Roma verrà fucilato
Da un plotone d'esecuzione austriaco al sul Po dunque
Le storie che vi raccontiamo attraverso i dipinti ci portano da Roma verso l'Italia un personaggio straordinario come la giornalista repubblicana Margaret Fiedler amica di Mazzini
Ci racconta di questa Roma da cui dalle cui macerie gronda il sangue di chi ha combattuto Gerolamo Induno il pittore che vedrete raffigurato
Ricordato dalla storia d'arte come il pittore delle baionette perché resistette eroicamente ad una serie incredibile appunto di colpi che però non lo uccisero vedrete evocato questo rapporto di Mazzini
Con appunto Verdi nel Nabucco vita pensiero il nostro vero inno nazionale l'inno mancato questo contesto viene evocato da una serie di opere d'arte appunto significative importanti
A cui si legano poi i pittori ebrei soldato che hanno fatto anche loro contribuito alla narrazione per immagini del Risorgimento italiano e mi preme però portar via la fine con questo rapporto bellissimo che leggo Mazzini il quale proprio riflettendo sulle Sacre Scritture
Il quale proprio riflettendo sul concetto di religione di padre antico popolo di Israele maturo questa sua visione ideale universale della religione Dio e popolo raccordo e qui in mostra tutto questo viene evocato da una vicenda bellissima da una lettera famosa per gli studiosi
Che Mazzini scrisse a un rabbino di Livorno e via Bergamo Zegna nel mille ottocentosettanta dunque in un anno fatale in cui capiamo
Davvero cosa la religione ebraica poteva insegnare questi nuovi italiani Mazzini esce dal particolarismo dall'individualismo della religione cristiana
Parla di una religione Braia come corale una religione di popolo è un certo momento scrive questo è l'ultima citazione che vi faccio spero bella perdonerete
Cosa poteva credere non credere in essa in quella religione che propugnava ma non la posa fondamento dell'edificio o se vuole innanzitutto creare la nazione il popolo eletto e forse il dogma dell'immortalità della vita altrove gli parve al terzo
Come fu infatti per il cristianesimo al concerto nazionale di patria egli volle per così dire incarnare lo spirito israelitico alla missione terrestre
E per certo di studiarlo chiudendoli innanzi di infinito senza Dio
Non intendo il mondo nella vita nella società nell'Italia né altro ma il concetto che abbiamo oggi dell'ente supremo della sua legge di vita sembra imperfetto
Deve esserlo la rivelazione e continua a dire d epoca in epoca
Nell'ultima pagina di questo libro si svelerà per noi se non quando compita la prossima alla propria missione dunque
Dal venti settembre del settanta quando il capitano di Saluzzo Giacomo Segre all'alba sferra la cannonata contro Porta Pia scrivendo alla moglie Bettina basta Prome nostra anche per gli ebrei di Roma inizia un'altra storia
Una storia fatta di emancipazione ma come ricordava il rabbino capo anche di grandi complessi dai problemi all'emancipazione
Abbandonata la segregazione si avvicina ora il concetto e l'assimilazione degli ebrei sono italiani ma devono mantenere il loro spirito identitario la mostra si chiude con un capolavoro la pittura italiana ed europea
Dell'Ottocento che un po'ci fa capire cosa abbiano fatto gli ebrei per questa nazione il pittore
è un ebreo seppur convertito al cattolicesimo si chiama Vittorio Matteo Corcos di Livorno
è il pittore del re e della regina e il pittore dei grandi successi è Parigi è il pittore identitario la nuova società italiana ritrae un personaggio che si chiama Emilio Treves
Che è stato anche lui l'Italia umbertina il primo grande editore attorno al quale l'Italia culturale si è stretta
Colui che ha inventato il lusso azione italiana colui che è stato l'editore di Pirandello della delle da di Gozzano di tutti di Carducci che vedete anche voi raffigurato in mostra di tutti i grandi poeti letterati intellettuali che hanno appunto identificato l'idea di questa Italia uscita dalle lotte di popolo grazie
Le altre Leone
S Giorgia Calò ci vuole dire qualcosa magari sui pittori soldati sono due parole velocemente tramite le credono nel far rivedere la mostra le opere che ha sintetizzato estremamente bene Francesco Leone
Prima di tutto però Borrelli è ringraziare mi mi unisco ai ringraziamenti di Francesco perché davvero è stata una mostra come giustamente è stato detto poco fa una mostra impegnativa se non altro alcunché per il periodo storico in cui è stata pensata e portata avanti
E ringrazio davvero la Comunità ebraica di Roma la presidente rotture granello la presidente della Fondazione per il Museo Ebraico di Roma Alessandra Di Castro
Il Rabeh disegni che c'ha seguito moltissimo e che ha disturbato continuamente
E che soprattutto tutte quelle persone che hanno ruotato intorno alla realizzazione di questa mostra perché mostra di questo tipo sono fatte davvero di tante persone ognuna ha avuto un ruolo specifico
E mi sento quindi di ringraziare non è qui presente e praticamente vera questa sera il direttore del dipartimento dei beni ebraici di Roma quindi Claudio Procaccia quindi l'archivio storico della comunità ebraica di Roma
Da cui abbiamo preso numerosissimi documenti anche inediti
Permettendoci di ricostruire questa narrazione straordinaria
Mossi dalla volontà di far capire di fare emergere quanto poi la storia dell'Italia e degli italiani vada di pari passo anzi sia parte integrante della storia degli ebrei non solo di Roma d'Italia e viceversa
Quindi sono due narrazione che non devono essere interpretate mai in maniera binaria ma chiaramente confluiscono l'una nell'altro
E questo è lo lo lo abbiamo riso diventa attraverso questa carrellata di personaggi straordinari e da d'Azeglio su cui non mi dilungo perché ne ha parlato lungamente Francesco Leone a Mazzini e quindi il suo rapporto con Sara nata anche gli ha permesso di avere anche questa visione appunto più propriamente ebraica mosaica rifacendosi anche a ai Salmi addirittura il Salmo centotrentasette come diceva Francesco
Nel viene ripreso dallo stesso Nabucco dallo stesso Verdi Nabucco che presenterà la Scala di Milano e passiamo alla Latteri che ricordiamo c'è stato anche ha fatto parte della delegazione che presenta il plebiscito Arnett per far diventare Roma Capitale questa Firenze dunque
E davvero una una serie di racconti e di stare straordinari che terminano con gli ebrei e i pittori soldato e di cui si accennava poco fa ma che andiamo a vedere grazie mille grazie grazie alla dottoressa Calò
Io voglio aggiungere di di focalizzare bianche su due oggetti emblematici per questa mostra la sedia del profeta Elia il proprio il prodotto dell'emancipazione
Degli ebrei di Roma del mille ottocentosessanta con la visione di Zaccaria che è la visione della ricostruzione del tempio e quindi la visione di un rinnovamento di una libertà finalmente del del del del della nuova Italia
E la il contratto di matrimonio con i colori della bandiera italiana anche questo del mille ottocento intorno a mille ottocentosessanta quindi gli ebrei di Roma partecipavano con tutta l'anima con tutto il cuore a all'Unità d'Italia che che era la loro la libertà appunto della
Bene bene domani
Voglio ringraziare oltre tutti voi anche gli sponsor soprattutto senza i quali non sarebbe stato possibile reati realizzare questa mostra
Quindi il Acea Group
La data dati Berke Foundation di New York Ronald Lauder una fondazione filantropica internazionale che c'è sempre vicina ci aiuta ma preferisce rimanere anonima
Grazie allora abbiamo potuto appunto realizzare tutto ciò voglio ringraziare anche l'architetto Valentino Pozzolo
Oramai il nostro architetto di fiducia
Che con cui realizziamo fu appunto il nostre mostre e che anche anche in questo caso a veramente ci ha aiutato a disporre al massimo nel modo migliore possibile queste opere
Voglio ringraziare anche il la comunicazione l'ufficio comunicazione del museo Fabio Perugia Daniel Funaro rude Spizzichino
Veramente il ovviamente un tutto un lavoro di chi punta lavoro corale
Sono molto grata tutti a tutta le il lo staff del Museo Ebraico di Roma e quindi adesso vi invito senz'altri indugi a vedere la mostra