Presentazione dei libri di Adriano Fabris "Etica per le tecnologie dell’informazione e della comunicazione" (Carocci) ed "Etica delle nuove tecnologie" (Morcelliana)

Radio radicale torniamo o in questi spazi di approfondimento che stiamo curando insieme a Carlo crociato che innanzitutto salutiamo bentornato a Radio Radicale Carlo ciao Michele Boban bentrovati ai ai radioascoltatori
Caro prosatore dottore di ricerca in Filosofia con lui appunto siamo conducendo una serie di approfondimenti Cordelli illustri ospiti oggi ne abbiamo uno e lascio a Carlo il microfono per presentare
Oggi siamo in collegamento con Adriano Fabris che insegnava filosofia morale che etica della comunicazione all'Università di Pisa
Ha pubblicato numerosi saggi il più recente fra i quali è etica per le tecnologie dell'informazione e della comunicazione pubblicato da Carocci
E inoltre è stato appena ripubblicato un suo volume del due mila dodici al quale faremo ampio riferimento che si intitola etica delle nuove tecnologie è edito da Morcelliana ben trovato professore
Grazie di questo invito saluto a tutti coloro che ci ascoltano
Con lei che una autorità in materia di dica delle tecnologia della comunicazione oggi vorrei fare un esercizio particolare
Che un esercito tutto volto al chiarimento di termini espressioni che utilizziamo praticamente ogni giorno e e vorrei in primo luogo che lei ci chiarisse due parole molto frequenti o soprattutto oggi che vengono utilizzate come sinonimi anche se in realtà non lo sono
Che cosa sono la tecnologia e la tecnica di che cosa parliamo quando parliamo di tecnica e di che cosa parliamo quando ci riferiamo alla tecnologia
Bellissima domanda faccio prima velocissimamente una premessa effettivamente parliamo male che cosa vuol dire vuol dire che la realtà che noi sperimentiamo corre più veloce
Del nostro pensiero delle parole che usiamo per esprimerla e allora che cosa capita capita che usiamo parole vecchie con una significative chi che si riferiscono a fenomeni che sono passati per dire cose assolutamente nuove cose che caratterizzano la nostra esperienza quotidiana e così rischiamo di fare degli errori vestiamo di compiere dei fraintendimenti
Questo vale anzitutto per le grandi categorie di tecnica e di tecnologia a cui lei si riferiva
Tecnica che cose un Memme che traduce in italiano la parola tex-mex nella parola greca perfettamente e che vuol dire un modo specifico di rapportarsi al mondo alla realtà che è quello del tecnico stessa cioè dell'artigiano ecco perché teche me stesso la teca né greca viene prodotta con Arpe cioè con la capacità di fare delle cose ben fatte
La capacità di produrre una serie di Arpe fatti
Attraverso una specifica abilità a una specifica competenza che quell'appunto del tecnico
Aristotele nel primo libro dalla metafisica nel primo capitolo parla proprio di questa forma di tecnica come di una uno scienza una modalità di conoscenza
Una modalità di conoscenza che è anche una conoscenza anzitutto una conoscenza pratica qual è il punto vero di questa idea di tecnica che noi ereditiamo del mondo dal mondo greco e che utilizziamo eh applichiamo anche alla realtà in cui viviamo
L'elemento chiave che la tecnica è qualche cosa che caratterizza che prolunga la capacità che è propria dell'essere umano che caratterizza quindi l'essere umano come un ampliamento delle sue potenzialità delle sue potenziale delle sue possibilità del suo stesso potere
Pensiamo al due mila e uno di usare lo spazio affinché tutti abbiamo visto all'inizio della premessa
Si vede nella parte introduttiva una sedici milioni che vogliono che stanno vicino all'acqua che vogliono abbeverarsi e uno scimmione che non fa parte del branco che vorrebbe ad abbeverarsi anche lui ma che non viene riconosciuto dal branco
E allora che cosa succede che viene respinto ma improvvisamente grazie alla sua capacità già umana di essere un entità tecnica
Che cosa fa
Prende uno ciò una tibia un femore che buttato lì da parte
Vede che può utilizzarlo attraverso questa sua capacità prospettica come qualcosa di diverso di un osso nell'osso vede un'arma
La Serra grazie alla capacità di avere una mano col pollice opposto si lancia sul dieci milioni di ma batte in testa lì gli rompe la testa a uno di questi che gli si para davanti grazie a questa arma e riesce ad ottenere appunto l'accesso all'acqua
Cosa vuol dire ASCO pertanto il carattere tecnico l'uso strumentale tecnico dicono ciò l'osso per lui non è più uno ciò è un'arma questo è ciò che ci dà la tecnica un potenziamento una capacità che sotto il controllo dell'essere umano della a azione che dell'essere umano e propria
Tecnologia e qualche cosa di diverso soprattutto per quanto riguarda
Le tecnologie con cui oggi quotidianamente abbiamo a che fare c'è un'accelerazione c'è un cambio di paradigma si la parola è vecchia la parole antica tecnologia era l'artificio l'artefatto il marchingegno
Che in ambito greco poteva essere messo in opera Ulisse uno che trova appunto un marchingegno tecnologico nel cavallo di Troia e quello una tecnologia quindi e anche c'è anche una fregatura sotto quando in Grecia in in greco si parla di tecnologia
Oggi però è così forse c'è anche un po'una fregatura ma oggi le tecnologie che cosa sono ci sono qualche cosa che ha una capacità ulteriore rispetto a quella della tecnica non c'è soltanto cioè la capacità di aumentare il potere le potenzialità dell'essere umano ma c'è anche ed è questo il problema la possibilità di fuori uscire dal controllo dell'essere umano
Perché perché le tecnologie hanno una autonomia che le tecniche non hanno questa è la differenza direi sostanziale ontologica tra tecnica e tecnologia
Eccomi qui la seconda parola parte proprio da questa rilevazione che faceva ed era parola etica in particolare etica delle tecnologie ha nominato più volte la parola strumento l'aggettivo strumentale solitamente si dice che gli strumenti hanno un valore neutro è il bene il male dipendano dipendono da come li si usa e questo renderebbe scienza e tecnologia
Neutrini rispetto a valori etici del bene e del male e in effetti la scienza e la tecnologia Annoni solo diktat di auto potenziare si anzi in questo auto potenziamento gli strumenti scientifici e tecnologici
Si impongono essi stessi come capaci di regolare le nostre vite piuttosto che di essere regolati
Quindi la nostra la la la la nostra seconda parola è l'etica e come può intervenire su questa materia quali appigli può avvenire
è una bellissima domanda perché anche questa parola antica anch'essa di origine greca etica viene trasformata proprio nella realtà in cui viviamo là dove abituarci a queste trasformazioni e davvero imparare a parlare a parlare in maniera adeguata perché cosa succede l'etica e effettivamente è una parola che riguarda i criteri e i principi
Ed i principi condivisi gli usi i costumi che sono propri dell'essere umano singolo o in comunità il suo carattere oppure la comunità di cui fa parte ai criteri e principi che noi individuiamo magari anche contro gli usi e costumi stabiliti e per cui magari ci impegniamo a a cambiare questi usi costumi e facciamo una rivoluzione
E via dicendo l'etica riguarda esattamente tutto questo però sempre con riferimento all'agire dell'essere umano
Ora questa è la novità
Agenti non sono più soltanto gli esseri umani
Agenti e possono anche essere i dispositivi tecnologici quelli di cui appunto perché tecnologici abbiamo detto poco fa che hanno un qualche grado di autonomia
Un'autonomia relativa adesso lo vedremo ma un un qualche grado di autonomia per cui possono fuori uscire dal controllo dell'essere umano facciamo subito un esempio pensiamo ad un drone
Ad uso militare allora il presidente della Turchia tagli per dogana a un cognato che ha studiato alle mai tirerà un master lembetti proprio in costruzione di Veroni tornato in Turchia ha progettato e costruito dei terroni abbasso opposto che hanno che hanno cominciato a essere venduti ad essere utilizzati in maniera molto efficace in vari scenari di guerra
Siria Libia eccetera e hanno cominciato un po'di conseguenza anche essere commercializzati e venduti perché costano molto di meno dei droni americani
Allora qual è la caratteristica di questi terroni mo'uno di questi specificamente il Targum ardue un drone che è in grado di essere lanciato una volta lanciato fuoriesce dal controllo dell'essere umano non è più quel drone radiocomandato telecomandato
Che che che che possiamo anche acquistarsi comprarci che possiamo utilizzare per fare delle foto dall'alto o delle riprese dalla alto un drone che una volta lanciato e in grado nella sua autonomia di o i chilometri raggiungere il suo obiettivo riconoscerlo come un obiettivo sensibile un obiettivo militare e di esplodere appunto contro questo obiettivo se io lo lancio e poi mi rendo conto che invece dei la convoglio nemico ci sono dei bambini sono scuolabus io non sono più in grado di fare nulla
Qui c'è un margine di azione che fuoriesce dal controllo dell'essere umano
Certo tutto legato ad una scelta iniziale dell'essere umano ma il Verona una volta lanciato potremmo dire agisce con un certo grado di autonomia riconosce il proprio obiettivo ed esplode sopra questo obiettivo anche l'etica dunque pone delle domande ulteriori sulle quali noi dobbiamo riflettere perché ripeto l'azione i cui principi e criteri di etica deve definire non è più un'azione esclusivamente umana
In questo scenario è centrale il ripensamento di un'altra categoria etica capitale quella della responsabilità chi è responsabile in uno scenario
Intere e transnazionali in cui gli ordinamenti dei statuali fumano
Chi è responsabile in uno scenario in cui l'algoritmo agisce sempre più autonomamente
E le tecnologie guidato dall'intelligenza artificiale sembrano sempre più in grado di prendere decisioni indipendenti dalla volontà di chi le ha progettate MSI all'opera
Quindi questa è un'altra parola che dobbiamo ripensare e che le chiedo di ridefinizioni responsabilità
Un è una parola anche essa chiave anzitutto nella storia del pensiero nella storia dell'etica ha due significati si parla conforme mente all'uso linguistico
Del verbo rispondere si parla di rispondere di delle conseguenze di una certa azione e di rispondere a ai criteri e principi ai quali mi riferisco quando agisco in una certa maniera
Ed entrambe queste accezioni sono presenti nei nuovi scenari tecnologici che stiamo prendendo in esame
Chi è responsabile del fatto che il drone militare a cui facevo riferimento prima esplode sullo scuolabus di bambini innocenti piuttosto che sul convoglio militare verso il quale era stato lanciato si parla di responsabilità a più marmi meno intenso responsabile perché in affetti non c'è una responsabilità unica c'è una responsabilità che deve essere sedimentata e che deve essere riportata a ciascun soggetto che interviene in questo processo di azione ad esempio c'è la responsabilità del dell'inventore e del progetto attore di questo dispositivo tecnologico cioè la disse nella responsabilità del suo programmatore cioè la responsabilità di chi effettivamente ha fatto l'analisi del territorio dello scenario e ha ritenuto di doverlo lanciare c'è la responsabilità che rimane poi anche all'interno di questa autonomia è dovuta al costruttore al programmatore al manutentore di questo dispositivo la responsabilità però dell'attuazione di questo che è legata al programma di questo specifico dispositivo quindi un sono diversi livelli che devono essere tenuti tutti quanti
E in conto non è che il progetto attore dice io non ho responsabilità se poi si uccidono dei bambini perché tanto io la vedevo progettato per altri scopi questo drone ad esempio ai sembrerebbe analizza Amberg nella Seconda guerra modo con la seconda guerra mondiale ha detto ma non dai fisici non abbiamo responsabilità per la bomba atomica perché noi facciamo soltanto i fisici col fischio
Siete responsabili anche voi ad un livello specifico preciso di questi posti non c'è la semplice verso la pistola fumante dal caso rispetto alla quale risalire al dito sul grilletto
Un altro anzi abbiamo parlato di un'etica intrinseca alla tecnologia la tecnologia come portatrice di valori propri l'auto potenziamento ma anche una propria capacità di normare le nostre vite i nostro tempo il nostro lavoro
E uno di questi valori intrinseco ci intrinseci alla alla scienza e tecnologia almeno da balcone dalla sua secolarizzazione del libero del della Genesi
è l'idea che la natura sia un grande serbatoio
Di risorse da cui attingere e da sfruttare anche se nel Genesi si parlava anche di custodire oltre che di sfruttamento quindi ambiente è la parola che ora vorrei che lei definisce perché con le nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione l'ambiente non è più solo l'habitat naturale sopra questo sì è intessuta una trama di un ambiente ben diverso in cui gli elementi che determinano la sopravvivenza sono proprio le regole della prevedibilità della conferma della riproducibilità
Che cos'è l'ambiente in prossimità delle tecnologia della tecnologia contemporanea
L'ambiente
Un'altra parola che viene radicalmente arrischi amanti Zac cioè che acquista un nuovo significato e che si allarga per quanto riguarda il suo significato perché oggi naturalmente parliamo di ambiente anzitutto in una dimensione ecologica
Vale a dire come è l'ambiente dell'ecosistema in cui ci muoviamo come esseri viventi e tenendo conto delle altre categorie di esseri viventi che di solito non rispettiamo purtroppo le conseguenze l'abbiamo sotto gli occhi però ecco normalmente il nostro ambiente non è l'ambiente fisico non è l'ambiente come si dice of Lion
Molto spesso noi viviamo in ambienti on line
Ed è questa un'altra novità del nostro tempo vale a dire le tecnologie e gli apparati i dispositivi soprattutto gli apparati dispositivi di comunicazione
Diventano delle
Chiavi d'accesso delle porte d'accesso dei chi Masters potremmo dire Non aprite quella porta ecco che ci fanno aprire una determinata Portacci immettono
In un un ambiente che è l'ambiente digitale
In questo ambiente noi viviamo
Ma abbiamo emozioni veniamo coinvolti passiamo buona parte della nostra vita grazie a quel chi master a quella chiave d'accesso portatile che è il nostro smartphone anzitutto e soprattutto e questi ambienti digitali
Si sovrappongono in molti casi interferiscono in qualche caso convivono con l'ambiente of line in cui siamo sì sicuramente con il nostro corpo e con la nostra carne questo comporta tutta una serie di grossi problemi anch'essi etici quale relazione dobbiamo mettere o possiamo mettere Petralia l'ambiente of line e gli ambienti on line in cui viviamo
Pensate ad esempio sono a centotrenta all'ora in autostrada non Oliva voce non volle quoziente mi squilla il mio smartphone la prima tentazione quella di prenderlo di distrarmi
Dalla guida di prenderlo di rispondere perché il coinvolgimento dell'ontano spesso il più grande della problema di gestire ciò che ho più vicino cioè la macchina che rischia di tamponare ecco il problema è quindi quello etico il problema etico e quello di temere assieme nella giusta misura on line e offline appunto perché rischiano di collassare costantemente l'una sull'altra
Questo ambiente viene spesse volte definito virtuale si tratta di una parola che appunto viene spesso usata come sinonimo di irreale
E però come nell'esempio che lei ha appena portato caratterizza la nostra più concreta realtà e intera nella nostra più concreta realtà
Lei nei suoi libri da una profondità decisiva a questa parola e quindi le chiedo che cosa sia il virtuale eccome operi
L'etica in una dimensione così ibrida al limite tra l'irreale
Ma al contempo già sul punto di realizzarsi e chiedere il nostro assenso
Infatti lo sacchi la prima il primo pensatore il primo filosofo che ha usato il termine virtuale
San Tommaso d'Aquino quindi abbiamo un santo che ha battezzato appunto la parola virtuali se l'aggettivo virtuali virtuale
In San Tommaso virtuali se Dio
O meglio e ciò che nella mente di Dio
Non semplicemente pensato non semplicemente escogitato ma in Dio c'è anche la potenza cioè il potere di poter rendere quello che semplicemente pensato già quello che quindi e qualche cosa che non è semplicemente immaginato ma anche una sua realtà
Proprio perché Dio lo può girare in vere così perché Dio è Dio perché indio quello che nella mente di Dio anche la capacità di essere reale bene adesso questo potere di Dio ce l'ha l'essere umano
Alla capacità attraverso un la sua progettazione tecnica di rendere già reale ciò che sembra semplicemente immaginato l'ha termine virtuale quindi oltrepassa abbatte la barriera tra ciò che reale e ciò che semplicemente possibile perché ciò che è semplicemente possibile al potere di realizzarsi
Questo è ciò che ci dice la parola virtuale esattamente nello stesso senso in cui San Tommaso d'Aquino lo utilizzava nel caso di ciò che era nella mente di Dio in mente Bay e allora quali sono i problemi etici riguarda questo ed è che non tutto quello che può essere diciamo possibile in realtà e anche realizzabile
Posso immaginare la distruzione della nostro mondo della nostra realtà con tutto quello che ne consegue possiamo avere anche la possibilità di realizzare la bomba atomica significa questo ma non per questo è bene che noi anni entriamo noi stessi e il nostro mondo la nostra realtà le nostre fonti di sopravvivenza ecco il fatto che ciò che è possibile anche realizzabile
Questo che può risultare fattibile da un punto di vista teorico e pratico non è detto che sia Buono dal punto di vista etico l'etica e in grado di stabilire che cosa è buona che cosa non lo è e di ideare le indicazioni per non fare
Quello che nonché è buono sta poi agli esseri umani scegliere di non farlo e speriamo che lo facciano
Effettivamente in molti casi
Ultimi cinque minuti e li voglio porre nel li voglio e li voglio sfruttare per parlare di un'ultima parola che è relazione lei ha recentemente pubblicato nella rivista antropologica
Un articolo sulla comunicazione ai tempi dei del Compeed per la loro tempestività per l'efficacia per la misurabilità le nuove tecnologie di informazione e comunicazione si sono dimostrate particolarmente adeguate
Sia nel dar conto delle evoluzioni della pandemia sia nel mantenere legati gli individui anche nella lontananza ci sono però dei limiti innegabili
E lei suggerisce di superarli con un ripensamento della resa la relazionalità quindi ripensiamo la parola relazione
Per l'ultima parola almeno della chiacchierata di oggi che dobbiamo arrise manti Zare qui dobbiamo dare nuovi significati perché di nuovo lo scenario è cambiato adesso le nostre relazioni sono in buona parte relazione immediate dalle tecnologie o meglio la relazione che si svolgono all'interno di ambienti digitali
E meno male perché se nell'epoca dell'onda un noi non riuscivamo a da vedere questa forma di relazione e dovevamo trasformarci tutti in Monaci e le nostre diciamo nostro equilibrio psicologico forse ne avrebbe avuto ulteriori danni danni ancora maggiori di quelli che ci sono strati
Perché dobbiamo pensare la relazione perché la relazione va usata bene noi siamo esseri relazionali siamo quello che siamo proprio perché ci troviamo in relazione con gli altri il nostro stesso linguaggio lo dice le parole figlio padre il nostro stesso nome che appartiene anche ad altri
Sono segni appunto del nostro carattere relazionale solo che appunto queste relazioni adesso si sono moltiplicati come abbiamo detto non sono soltanto le relazioni fisiche
Ci sono anche e soprattutto le relazioni potenziate e rese possibili delle tecnologie e dagli ambienti tecnologici
Dobbiamo dunque imparare a svolgere le relazioni che ci sono possibili nella maniera giusta nella maniera buona qual è la maniera giusta qual è la maniera buona e quella che rispettosa degli altri quella cioè che ci permette di non interrompere le nostre relazioni con gli altri
Andiamo nel concreto insomma temi come la solidarietà la giustizia le pari opportunità lo spazio che offriamo agli altri vengono giustificati proprio come valori a partire da questo principio
Relazionale e dunque chi si comporta in un certo modo Attraverso proprio anche un utilizzo una gestione sbagliata delle relazioni lo vediamo nel epoca del Covi d'certe decisioni che noi facciamo sono a svantaggio sono portatrici di rischio per le altre persone quindi sono in grado di interrompere di fare il danno per noi per gli altri ecco queste persone non utilizzano in maniera quarta il loro principio relazionale non sono fedeli a quello che loro stessi sono esseri relazionali
Michele abbiamo un un paio di minuti
Grazie grazie Carlo no io gli eredi di utilizzo innanzitutto per ringraziare davvero può otto il professor Adriano Fabris sette Carlo che ci hai consentito di approfondire alcuni di questi temi l'ultima osservazione che potrei chiedere al professor Fabrizio è proprio legata a questo concetto di a abbiente questo concetto di relazione nel quale noi ad esempio come giornalisti come professionisti dell'informazione siamo tenuti ad agire e oggi forse ritornare di nuovo in auge un ragionamento serio su questo discorso della professionalità riconosciuta dell'informazione in un contesto dove appunto queste relazioni sono no non usiamo la parola inquinare ma appunto professore Adriano Fabris ci ha spiegato bene qual è il tema qual è la posta in gioco una posta in gioco
Altissima ecco come orientarsi in questo mondo per chi ad esempio non è un professionista dell'informazione e assistiamo appunto anche a strategie da una parte inconsapevoli dall'altra anche utilizzare anche diciamo spersonalizzare per disinformare ecco diciamo così
Beh il primo criterio il primo principio è che pre motivo della relazione e che noi non siamo tutto
Appunto perché siamo essere razionali siamo rapportati agli altri quindi abbiamo bisogno degli altri
Che cosa vuol dire abbiamo bisogno degli e Sperti ci aveva bisogno di chi ha quelle competenze che noi non abbiamo e allora che cosa comporta tutto questo comporta la critica al principio della disintermediazione
Che cosa significa significa che non possiamo fare tutto noi non possiamo essere noi i giornalisti comunicatori cuochi e tutto il resto semplicemente perché abbiamo l'accesso ad una qualche piattaforma che ci dà delle opportunità ma non ci dice come utilizzare bene quelle opportunità che ci offre ce lo dicono altri soggetti con cui siamo in relazione gli Esperti i giornalisti i giornalisti che ci orienta non è che ci offrono quella mediazione di cui noi abbiamo bisogno quindi fidiamoci di questi mediatori
Carlo che la parola per salutare il professor Fabrizio lo ringrazio molto della sua chiarezza e ringrazio sempre radio radicale l'accoglienza
Allora grazie Carlo Cossato Crusade grazie davvero molto ancora al professor Adriano Fabris chiudiamo anche per questa volta questo approfondimento diamo appuntamento agli ascoltatori anche gli utenti on line e perché queste questi approfondimenti li registriamo sempre anche grazie ai mezzi che di cui disponiamo quindi anche in audio-video e quindi ci diamo appuntamento alla settimana prossima anche in video