Tra gli argomenti discussi: Africa, Democrazia, Economia, Esteri, Guerra, Inflazione, Putin, Rassegna Stampa, Russia, Sviluppo, Territorio, Tunisia, Ucraina, Unione Europea.
La registrazione audio di questa puntata ha una durata di 20 minuti.
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Convegno
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Quel giorno gli scrutatori di radio radicale sabato diciannove febbraio questo è l'appuntamento con la rassegna dalla stampa internazionale a cura di David Carretta tra i temi di cui ci occuperemo quest'oggi partiremo
Dell'Ucraina a un'altra giornata di forti tensioni in ieri con bombardamenti da parte dei separatisti sostenuti dalla Russia la Donbass verso il territorio controllato dall'esercito ucraino all'esplosione del l'Autodesk capo della polizia Didone che
Appare come un altro tentativo di
Trovare un un pretesto soprattutto l'annuncio della dell'evacuazione della popolazione di questi territori verso la Russia e poi naturalmente le esercitazioni militari nucleari supervisionate dallo stesso
Vladimir Puntin
E noi ci concentreremo su un editoriale quello uscito sull'Economist in questa settimana
Il pasticcio di Putin un che invada l'Ucraina o faccia marcia indietro Putin a gravemente danneggiato la Russia secondo il settimanale
Britannico leggeremo poi un altro editoriale da El Mundo di ieri un incendio nel Donbass come pretesto per l'invasione di Putin
Il quotidiano spagnolo
Spiega come queste operazioni che si vedono
Questi giorni nella nella regione
Orientale dell'Ucraina potrebbero servire come come scusa alla padrone del Cremlino per intervenire militarmente e poi torneremo ad occuparci di Tunisia c'è stato un vertice tra l'Unione europea e l'Africa negli ultimi due giorni a a Brussel
L'occasione per El Pais
Di parlare della Tunisia e della sua involuzione autoritaria
La democrazia in rovina il titolo di un editoriale di ieri molto duro nei confronti del Presidente della Repubblica Qays Sayed che dopo aver sospeso il Parlamento ora se la prende anche con la magistratura
Indipendente e si prepara una riforma costituzionale che metterebbe la Tunisia al pari dei suoi vicini in termini di Governance infine torneremo ad occuparci anche di inflazione e di quelle che fanno affrontare invece in un editoriale di ieri definisce le scelte difficili che hanno di fronte le banche centrali
Perché il il vero problema è il trend of tra inflazione crescita che al cuore delle prossime scelte di politica monetaria
Cominciamo però dalla Russia dall'Ucraina e dall'editoriale di questa settimana il principale dell'Economist il pasticcio di Putin che invada l'ucraino tracciamento marcia indietro il presidente
Russo ha gravemente danneggiato un suo paese perché scrive questo l'economista andiamo a leggere le notizie questa settimana a un certo punto sembravano incoraggianti in un'apparizione televisiva messa in scena dal Cremlino al quattordici febbraio Vladimir Putin ha risposto
Con un terzo bene alla proposta del suo ministro degli esteri di continuare sulla strada della diplomazia
Malgrado gli avvertimenti dell'Occidente di un'invasione imminente dell'Ucraina il giorno dopo il ministero della difesa russo affermato che alcune delle circa centottanta mila truppe che ha dispiegato ai confini con l'Ucraina
Sarebbero rientrate nelle caserme dopo aver completato le loro esercitazioni militari perché
Come la Russia ha sempre sostenuto erano lì solo per questo
I responsabili politici mercati per un paio di giorni hanno tirato un piccolo sospiro di sollievo ma purtroppo l'Intelligence ha subito dimostrato che malgrado alcune unità russe siano mosse gran parte delle altre si stavano invece preparando a combattere
Con un candore che ha spiazzato Putin diversi responsabili occidentali lo hanno accusato di mentire
E hanno raddoppiato gli avvertimenti su un'incombente invasione russa anche se le truppe si ritirassero
Questa crisi non è comunque finita e qualunque cosa accada guerra o non guerra Putin ha già provocato enormi danni al suo Paese con quello che ha organizzato molti osservatori occidentali probabilmente contesterebbe ero questo giudizio scrive l'Economist dicono che senza sparare un colpo Putin si è posto al centro dell'attenzione globale dimostrando ancora una volta che la Russia conta nel mondo
Ha destabilizzato l'Ucraina ha impressionato tutti
Che il futuro ucraino
è un affare di Putin Putin potrebbe ancora ottenere concessioni della NATO per evitare la guerra in patria ha mostrato la sua statura internazionale distraendo l'opinione pubblica dalle difficoltà economiche
E dalla repressione di figure dell'opposizione come Alexej Navalny che questa settimana è stato nuovamente il trascinato davanti a un giudice
Il fatto è però sito linea l'Economist perché questi guadagni sono solo tattici anche se Putin dovesse ottenerli dal punto di vista strategico e di lungo periodo Putin ha perso ter Reno
Per prima cosa scrive l'Economist anche se tutti gli occhi sono puntati su di lui Putin è riuscito a rivitalizzare i suoi oppositori
Guidato da John by the Net che aveva definito Putin un assassino che di sicuro tiene conto dei suoi tentativi per non farla leggere
L'Occidente ha concordato un pacchetto di potenziali sanzioni molto più duro rispetto quello introdotto nel due mila e quattordici quando la Russia si era messa la Crimea
La NATO che era stata liquidata nel due mila e diciannove del presidente francese mano al Macro come in stato di morte cerebrale ha trovato nuova linfa vitale proteggere il suo fianco orientale vicino alla Russia
Dopo aver sempre preferito tenere le distanze dall'Alleanza atlantica Svezia Finlandia potrebbero entrare nella NATO
La Germania che aveva incautamente sostenuto gas nostre in due accettato di fare i conti con le sue responsabilità sul gas russo
E ha detto che un'invasione distruggerebbe il gasdotto se Putin pensava di dividere gli occidentali molli con le sue minacce beh Sierra illuso
L'Ucraina prosegue l'economista ha davvero sofferto ma la crisi
Ha anche rafforzato la sensazione senso popolare tra gli ucraini che il loro destino e in Occidente
E vero Putin ottenuto rassicurazioni sul fatto che l'Ucraina hanno sta per entrare nella NATO ma sono rassicurazioni a buon mercato
Perché l'adesione dell'Ucraina è sempre stata una prospettiva molto remota ciò che conta di più oggi è che dopo essere stata trascurata per anni l'Ucraina sta godendo di nuovo di sostegno diplomatico e militare senza precedenti dell'Occidente
Questi legami forgiati durante la crisi non si dissolverà hanno improvvisamente se le forze russe si ritireranno ancora una volta il risultato l'opposto di ciò che voleva Putin
è anche vero che Putin ha messo all'ordine del giorno la sicurezza dell'Europa comprese discussioni sui missili e le esercitazioni militari
Ma questi colloqui sarebbero nell'interesse di tutti perché riducono il pericolo di conflitti insomma meglio così
Il rischio di perdite più etiche intrigante
Per Putin però è in patria secondo l'economista la Russia ha tentato di costruire un'economia fortezza aumentato le sue riserve ridotto la quota in dollari lei le le aziende sono meno dipendenti dal capitale estero
Putin anche stretto relazioni con la Cina nella speranza di trovare un acquirente alternativo per lì idrocarburi che ora sono ancora la principale fonte di valuta estera
Sebbene queste azioni abbiano ridotto il potenziale danno di delle sanzioni occidentali non lo hanno eliminato l'Unione Europea assorbe ancora il ventisette per cento di tutte le esportazioni russe
Il gasdotto Power of Siberia che corre verso la Cina una volta completato nel due mila e venticinque trasporterà solo un quinto di quello che ora va in Europa nel caso di grave conflitto
Le sanzioni sulle grandi banche russe bloccheranno il sistema finanziario le restrizioni alle importazioni stile cinese Huawei
Causerebbe enormi difficoltà alle aziende tecnologiche rosse certo Putin può cercare di sopravvivere
A questo isolamento economico oppure volgersi ulteriormente verso la Cina
E pure questo condannerebbe la Russia ad essere il partner Junior di un regime che non guarda in faccia a nessuno e che considera la Russia come una spalla diplomatica una fonte arretrata di merci a buon mercato quello cinese sarebbe un giogo sotto il quale Putin verrebbe sgretolato
Questa alleanza
Di autocrati avrebbe anche un costo psicologico all'interno de la Russia dimostrerebbe la dipendenza di Putin dai si Rosicky cioè i capi degli apparati di sicurezza
Che vedono nella democrazia ucraine nell'intensificarsi delega amico l'Occidente una minaccia la propria capacità di controllare saccheggiare la Russia sarebbe insomma un altro segnale per i capitalisti liberali tecnocrati che sono l'altro pilastro dello Stato russo
Di sconfitta i più brillanti se ne andrebbero gli altri si arrende avrebbero la stagnazione risentimento potrebbero alimentare l'opposizione che probabilmente verrebbe repressa con ha cresciuta brutalità
E se invece Putin pur tenendo presente tutto questo dovesse invadere l'Ucraina
Questo secondo l'Economist potrebbe ancora essere il terribile esito della crisi perché ciascuna delle due parti cerca di superare l'altra
Proprio questa settimana la Duma di Stato russa ha esortato Putin a riconoscere le auto dichiarate repubbliche del Donbass che rivendicano grandi porzioni del territorio ucraino
Anche se non lo controllano attualmente tutto ciò aggiunge un altro fattore scatenante che Putin può usare in quel sia sì momento oltre a devo stare l'Ucraina la guerra però arrecherebbe alla Russia un danno molto maggiore della minaccia di una guerra
L'Occidente sarebbe ancora più unito e determinato nel voltare le spalle al gas russo l'Ucraina diventerebbe una piaga che sanguina per la Russia in termini di denaro e uomini
E Putin diventerebbe un paria internazionale la stessa Russia riuscirebbe rovinata nel breve periodo dalle sanzioni e poi a causa dell'autarchia e delle repressioni
Insomma la conclusione dell'Economist questa Putin si è messo in un angolo potrebbe attaccare oppure potrebbe ritirarsi ora per attaccare più tardi
Ma il punto è che reagendo rispondendo in modo determinato alla minaccia che Putin rappresenta l'Occidente
A migliori possibilità di scoraggiare questa Scelta fatale così il settimanale britannico nel suo principale editoriale
Un altro editoriale che vale la pena recuperare
Anche perché ci aiuta a contestualizzare quanto sta accadendo nel Donbass
E quello di ieri del mondo un incendio nel Dome bassa come pretesto per l'invasione di Putin la la situazione in Ucraina e di massima attenzione dopo gli episodi inquietanti degli ultimi giorni
Da un lato la NATO ha potuto verificare che la Russia continua ad accumulare truppe al confine
Mobilitando altri sette mila soldati il totale
A centottanta mila circa
Il che smentisce l'annuncio del Cremlino di un ritiro parziale come gesto di dei scale edition soprattutto giovedì è stata una giornata in cui è scattato l'allarme per la ripresa dei bombardamenti nel don Bassi la regione dell'Ucraina orientale in cui sono inseriti Donetsk e lunga anziché i due territori filo russi dominati dai separatisti secondo il governo di Kiev gli attacchi di missili granati dei ribelli giovedì hanno colpito un asilo in una città vicina Logan Scarface ferendo due insegnanti la ripresa delle ostilità sembra rientra nel Donbass sembra rientrare
Nella strategia di Putin di trovare il pretesto per andare avanti con la sua minaccia di intervenire militarmente
Il che scatenerebbe conseguenza del tutto imprevedibili sottolinea il mondo il ministero degli esteri britannico accusato direttamente il Cremlino di fabbricare pretesti per un'invasione
Il capo della diplomazia europea Giuseppe Borrelli ha sottolineato la gravità della violazione del cessate il fuoco in questa regione che e in guerra da più di sette anni con la morte di oltre quattordici mila persone
L'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa ha dichiarato di aver registrato molteplici attacchi giovedì sottolineando la gravità della situazione
Le conclusioni del mondo la comunità internazionale teme che Putin riconosca l'indipendenza di donne e lunga come passo preliminare
Alla loro annessione alla Russia proprio come aveva fatto nel due mila e quattordici con la Crimea all'epoca in assoluta impunità è una minaccia che sta diventando sempre più credibile che rientrerebbe nei piani neo imperialisti dell'autocrate russo
Che fino ad ora si è limitato a disprezzare la diplomazia e che non smette di giocare con il fattore tempo
In una strategia calcolata per stancare l'avversario a cominciare da chi
Dall'opinione pubblica occidentale che sembra non prendere abbastanza sul serio i rischi che corriamo per la pace e la sicurezza in particolare quella degli europei così
Tra l'altro mondo
Ho abbiamo quasi esaurito il tempo allora sull'inflazione
Vi segnaliamo l'editoriale di riduzione soltanto se il dibattito è ampio continuerà anche nei prossimi
Nelle prossime settimane ovviamente la Russia soprattutto per l'inflazione in Europa i prezzi dell'energia
Importante il Financial Times aveva questo editoriale ieri le banche centrali di fronte una serie di scelte difficili qualsiasi trade-off tra inflazione crescita al cuore del scelte di politica monetaria
Invece vogliamo dedicare un po'più di tempo alla Tunisia
Al di là del del vertice tra Unione Europea e Unione Africana anche sì tenuto giovedì e ieri a Brussel concentriamoci su questo Paese tra l'altro c'era anche il il suo presidente Calisse saliente El Pais ieri aveva un editoriale in Tunisia la democrazia in rovina
La Costituzione ha cessato di essere pienamente in vigore nel luglio due mila ventuno quando il Presidente della Repubblica tunisina Kyle Sayed
Ha destituito il primo ministro ha sospeso l'attività del Parlamento sulla base di una discutibile interpretazione delle misure eccezionali e e ma temporanee previste dal testo costituzionale arrivato al potere grazie un plebiscito presidenziale questo giurista conservatore e populista ha concentrato nelle sue mani tutto il potere cancellato definitivamente il potere legislativo e ora anche decretato la chiusura del Consiglio superiore della magistratura Sayyid
Se Kai Sayed ha eletto il suo potere sempre più totalizzante utilizzando come alibi la reazione alla pandemia la disastrosa situazione economica la corruzione la frammentazione politica
La sua però è una dimostrazione esemplare della deriva autoritaria e personalista del populismo scrive el Parisse oggi la Tunisia non è molto diversa dai paesi che la circondano che sono governati in modo autoritario
Molto poco nella natura della crescente repressione contro l'opposizione che già iniziata anche se non giunto i livelli tipo Egitto arrabbia saudita insomma l'eccezione tunisina che ancora incoraggiava coloro che sostenevano la natura temporanea delle decisioni di serie B ha cessato di esistere
L'ultimo passo che resta da fare
Per formalizzare il regime autoritario e la trasposizione giuridica nella nuova Costituzione che Sayed intende sottoporre a plebiscito il prossimo venticinque luglio
A scriverla non sono ampiamente cittadini eletti nelle elezioni democratiche ma giuristi nominati dal presidente con questo quadro costituzionale fatto su misura il dittatore poi convocherà elezioni generali alle quali parteciperà a un partito organizzato da lui
In quel momento la Tunisia avrà tutte le caratteristiche dei regimi autoritari CRI che proliferano nel mondo arabo conclusione
Di di del Po di El Pais Sayed non solo distrutto la Costituzione più avanzata di questa regione africana ma anche liquidato la speranza della democrazia pluralista e aperta
Emersa dalla rivolta dei gelsomini che rovesciò Benali nel due mila e dieci
Non sorprende che la deriva di sei ed venga accolta da congratulazioni delle monarchie petrolifere un discreto compiacimento della Cina
La simpatia di tutti i regimi che sperano nel speravano nel fallimento della democrazia tunisina
Per dimostrare la superiorità delle politiche della mano di ferro e della concentrazione del potere sulle democrazie liberali
Così El Pais con cui chiudiamo da David Carretta una buona giornata con Radio Radicale
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