Passaggio a Sud Est - supplemento del giovedì

Buongiorno da radio radicale buongiorno da Roberto Spagnoli bentrovati all'ascolto del supplemento settimanale di passaggio su testa supplemento di giovedì quattordici aprile del due mila ventidue
La crisi scatenata dall'invasione russa dell'Ucraina ha ricordato all'Unione Europea l'importanza strategica dei Balcani occidentali e dunque nuove iniziative per mantenere la Regione ancorata all'Unione Europea
E alle prospettive appunto di adesione per contrastare l'influenza di Mosca verranno prese entro giugno
è quanto di questo scrive
Thomas Migliarina in un articolo apparso ieri sul sito internet di Osservatorio Balcani Caucaso balcanica o cosa appunto orga Balcani l'improvvisa urgenza di Brussel
Migliarina prende le mosse dalla riunione dei ministri degli Esteri dell'undici aprile a Lussemburgo
Dove la discussione sui Balcani scrive ovviamente a porte chiuse è stata lunga nonostante quasi tutti fossero d'accordo su tutto e ribadisse o insistentemente lo stesso preoccupato messaggio
L'azione di Mosca per destabilizzare la regione indebolire l'Europa è motivo di forte preoccupazione e va contrastata con forza senza indugi
E il modo migliore per farlo è mostrare che il processo di allargamento non è morto è una bella differenza rispetto ai tentennamenti del vertice di Bled appena sei mesi fa quando si riaffermava la prospettiva europea dei Balcani ma senza alcun impegno concreto nemmeno di calendario
Ora a Brussel torna finalmente a fissare qualche scadenza avviare entro la fine del semestre francese il trenta giugno le trattative di adesione per Albania e nord Macedonia ferme al palo da ormai oltre due anni ironia della sorte è stata proprio la Francia di macro
Negli ultimi due anni a rimettere in discussione i più di chiunque altro la filosofia stessa dell'allargamento ma per invertire la rotta rimane poco tempo
Il nuovo governo bulgaro di Chieri il pet-coke in carica dal dicembre scorso adottato un atteggiamento diverso nei confronti di Skopje pur con la debolezza allegata alla presente la presenza nella coalizione dell'alleato socialista
L'altro l'Alto rappresentante per la politica estera europea Borrello tornerà presto a soffiare Skopje per assicurarsi che il dialogo bilaterale non si Foer mie sia foriero di rapidi progressi ma le buone notizie per la Regione prosegue
Thomas Migliarina
Non si fermano qui persino la Bosnia Erzegovina il Kosovo potrebbero beneficiare della nuova atmosfera ai bosniaco Dzeko mesi verrà detto che le elezioni generali del due ottobre devono tenersi come previsto
Devono essere corrette inclusive senza boicottaggi e i risultati dovranno essere accettati e implementati da tutti
Le ambizioni secessioniste della Repubblica serba ska di Milano ad oggi che apertamente spalleggiato dalla Russia non devono potersi realizzare quanto al Kosovo potrebbe presto beneficiare della cognata liberalizzazione dei visti
Sul fronte finanziario il pagamento dei fondi di preadesione potrebbe essere accelerato soldi preziosi
Per una regione che sta già pagando al pari dell'Unione europea ma con meno possibilità di ammortizzarli i contraccolpi economico sociali della guerra delle sanzioni e delle contro sanzioni
Resta la questione problematica della Serbia
Unico Paese della regione a non essersi allineato con le posizioni dell'Unione Europea unico dove il discorso pubblico alimentato dai media è largamente favorevole al Cremlino che dispone di anche reti di influenza e qui Migliarina appunto arriva
Al al punto appunto la questione problematica
Bruxelles e molti stati membri Germania in testa ritengono che Belgrado non posso più restare seduta su due sedie specialmente ora che le sanzioni che le elezioni presidenziali sono passate se vuoi diventare membro dell'Unione come vuole la Serbia e centrale che in momenti come questi che unisca la politica estera europea e alle sanzioni che ne fanno parte ha dichiarato davanti ai media la ministra degli asset ed esca Annalena berbero HP
Solo l'Ungheria di Orban altra tutti ventisette ha invitato a mostrare un po'di comprensione ha offerto dai di fare da mediatore
Di tutto questo i ministri degli Esteri ventisette discuteranno con i loro sei omologhi della Regione forse già al prossimo Consiglio europeo di maggio
Dove i Balcani occidentali saranno un punto importante dell'agenda oppure in quella di giugno
L'idea di una riunione allargata messa sul tavolo da Borrelli ha trovato ampi consensi infine a giocare a favore dei Balcani occidentali
Sono sono sono anche le candidature formalmente presentati da Ucraina Moldavia Georgia per quanto lunga e aleatoria
Sia la loro strada verso una membership piena vale soprattutto per Tbilisi Chişinău cioè per la la Georgia e la Moldavia dove si respira aria di terrore per l'eventualità di esseri prossimi nelle mire geopolitiche del Cremlino
Proprio lunedì undici le due capitali hanno ricevuto a Bruxelles il questionario di adesione primo passo formale in risposta alla loro domanda di entrare nel club
L'Ucraina lo aveva già ricevuto e mi ha consegnato la prima parte debitamente compilata direttamente a Ursula von der Lian quando la presidente della Commissione ha visitato chiede venerdì otto aprile l'Unione europea ha interesse a rassicurare nei limiti delle sue possibilità queste repubbliche a tenerle legate a sé ma non può passare sopra a chi è in coda danni davanti al cancello di ingresso come i Paesi dei Balcani
La Turchia
Precisa Migliarina è un discorso a parte
Farlo passare sopra punto a chi è in coda davanti al cancello d'ingresso danni farlo sarebbe un vero affronto e dunque occorre che anche con Tirana Skopje Sarajevo e Pristina qualcosa si muova il tempo di agire è ora il tempo di agire ora dunque nei Balcani occidentali fa bene
Mille Migliarina a
Citare la Moldavia e Georgia che come coi timori che potrebbero essere i prossimi obiettivi perché noi
Pensiamo appunto alla Polonia e alla Romania avare repubbliche baltiche che sono proprio i paesi di confine con con la la Russia o con l'Ucraina appunto nel caso venga dalle impartiva della Polonia
Corre ucraina ha aggredita però sia la Polonia che la Romania che le repubbliche baltiche
Che a me ovviamente si possono si sentono sono hanno ammonivano molti timori anche perché il corridoio di suo valichi dalla Lituania all'enclave russa di Kaliningrad in Polonia affacciato sul Baltico potrebbe tagliarli fuori
La Russia potrebbe occupare appunto il corridoio in poche ore
Ma noi parliamo comunque
Quindi i paesi che fanno parte della dell'Unione europea e della NATO Moldavia e Georgia no
E sono anche piccoli sia economicamente che politicamente
E dunque meno importanti dell'Ucraina e e dunque bisogna guardare con molta attenzione insomma non dimenticarsi che si sono anche questi Paesi e l'Unione europea fa bene insomma a muoversi per cercare di legarsi a asse
I baltici parliamo di baltici perché una delle questioni di cui si è parlato in questo periodo
E sui sono le ragioni sono anzi abbiamo cercato tutti di darci una spiegazione per capire l'aggressione
Scatenata dalla poi in maniera così feroce da dalla Russia di Putin contro l'Ucraina e si è parlato e qualcuno lo porta anche per attribuire le colpe dell'aggressione a dell'allargamento a Est del della NATO bene c'è anche chi pensa invece io
Per il poco che contorni mi mi mi metto tra questi che la vera questione sia la la scelta di un sistema di democrazia occidentale il vertice diciamo meglio di democrazia liberale di Stato di diritto e dunque l'adesione all'Unione avevano europea l'espansione della democrazia il vero pericolo per Putin lo dicono
Diversi e osservatori e lo dice anche Andrea Griffa ante uno storico e ricercatore presso l'Istituto lituano di storia che ha sede a Vilnius dove abita da oltre dieci anni e pesante
è stato intervistato da Marina Macrì era l'intervista alla trovate su ispirano al punto net per buona parte del Novecento l'Ucraina è una delle tante nazioni che fa parte dell'Unione Sovietica a partire dall'implosione dell'Unione Sovietica
E dei primi anni Duemila nel Paese però inizia cresce un movimento che l'avete staccarsi sempre più dalla Russia avviare un processo di europeizzazione
Queste idee porteranno alle rivoluzioni dei primi anni due mila la cosiddetta rivoluzione arancione del due mila e quattro fino a quella del due mila quattordici che porta la cacciata di vittoria
Yanukovich l'ex presidente ucraino all'ex Presidente nel filorusso filo Putignano aggiungo io
Tutto questo dice
Andrebbe il fante esprime la volontà di riforma del Popolo Ucraino che non significa semplicemente un avvicinamento alla NATO all'Europa
Esprime il rifiuto di un determinato modo di gestire la cosa pubblica in favore di un modello aperto all'economia di mercato più refrattari alla presenza di Monopoli oligarchici l'attuale presidente Zaleski
Prosegue
Marina Macrì
è stato eletto nel due mila diciannove con una maggioranza schiacciante settantatré per cento dei voti vale la pena sottolineare scrive dice Griffa ante che i voti a suo favore sono distribuiti in maniera uniforme nelle varie parti del Paese anche in quelle russofone questo scrive soste ancora Cristante
Fa emergere un fattore per me fondamentale ossia che la differenza linguistica non necessariamente implica una diversa concezione dello Stato una diversa identificazione e allora la questione è che Putin teme l'espansione della democrazia
Secondo Griffa ante sono queste le motivazioni di Putin nella guerra in Ucraina non la sicurezza della federazione russa l'allargamento della NATO e l'espansione della democrazia dice nei paesi vicini il reale pericolo
Per un potere autocratico come quello di Putin avere un'Ucraina democratica aperta ai valori liberali rappresenta una bomba ad orologeria posta sotto la sede di Putin
Ecco se
Perché ho letto questa cosa si parla dei baltici ma spostate questo discorso nei Balcani e per quanto mi riguarda il discorso analogo la Russia è presente la Russia di Putin è presente
Nei Balcani lo è in particolar modo in Serbia ma non solo lo è anche in Bosnia nella Repubblica Sergio Gallo è nel Montenegro dove gode di appoggi di proprio di un di una parte anche del dell'apparato sono anche di chiaramente filo Putignano e e il problema non è che questi Paesi entrino o meno nella NATO nel nella NATO
Il Montenegro ne fa parte per esempio
è il che scelgano l'Unione Europea che scelgano appunto lo Stato di diritto la democrazia liberale come intendiamo noi e per questo dunque bisogna tenere conto
Dei dei Balcani e del secondo Fronte che sul piano politico di fatto questo lo vado dicendo da qualche puntata è basato su destra Putin ha già ha già aperto sperando che non si traduca invece in un fronte milita in una confronto militare
D'il confronto militare c'è stato la guerra per meglio dire c'è stata trent'anni fa e proprio trent'anni fa in questi in questi giorni iniziava la guerra era iniziata la guerra in Bosnia Erzegovina iniziato l'assedio di Sarajevo
E a distanza di tre decenni dallo scoppio di quella guerra la società bosniaco Dzeko Vese
è ancora ben lontana riuscire a superare le divisioni e le retoriche guerrafondaio
E insomma è l'ombra lunga della guerra
Questo è l'articolo di di Ryu che c'è Mui che ci ha visti pubblicato l'otto aprile su balcanica o coso punto orbe il sito di Osservatorio Balcani nel Caucaso
In Bosnia Erzegovina all'inizio di aprile viene ricordato come il periodo in cui inizia l'assedio di Sarajevo e con esso una guerra protratta sì dalla primavera del novantadue fino alla fine del novantacinque
Nell'anno in cui ricorrano i trent'anni dall'inizio del conflitto le tensioni e timori di una nuova guerra sembrano più profondi che mai
La perdita di vite umane il degrado sociale morale un basso tenore di vita sono solo alcune delle conseguenze del conflitto conclusosi ventisei anni fa che continuano a sconvolgere non solo l'esistenza dei cittadini Bosina Querzé contesi che ricordano bene la guerra ma anche quella delle generazioni nate dopo il conflitto
I sopravvissuti portano dentro di sé ferite profonde e spesso hanno un'idea della guerra in gran parte basata sull'esperienza personale allo stesso tempo il costante dilagare del revisionismo storico
E la tendenza a negare apertamente i crimini di guerra comprovati rendono difficile per i cittadini bosniaco Dzeko pesi compiere un'importante sì importanti passi in avanti
Verso la riconciliazione e la costruzione di un futuro più luminoso
L'articolo di di nel dire aiuti c'è Mui che ci è molto lungo navale ma nelle strategie delle parti
Che certe un appunto le questioni che tocca a una di questa appunto è la negazione dei crimini il mancato impegno nell'accertare i fatti in modo da poter costruire una memoria collettiva di quanto accaduto durante quel periodo buio
Non non così lontano ha contribuito al costante deterioramento della situazione in Bosnia Erzegovina tanto che oggi la situazione nel Paese peggiore rispetto ai primi decenni del dopoguerra quando c'era ancora qualche speranza di un futuro migliore
E più avanti
Riviera Yuki Cimoli che c'è scrive della strategia politica della leadership al potere nella Repubblica serba ska qui dato da Milano a Dodig basata sulle minacce separatiste e sulle azioni finalizzate a minare la statua attualità della Bosnia Erzegovina
Negando la legittimità delle istituzioni centrali e violando i principi che garantiscono la sovranità e l'integrità territoriale della Bosnia ostacolando così ogni tentativo di placare le crescenti tensioni all'interno della società
La tendenza a negare apertamente i crimini di guerra e a esaltare chi li ha commessi contribuisce all'aggravarsi della situazione
E rischia di mettere a repentaglio la pace raggiunta con gli accordi di Dayton del mille novecentonovantacinque e qua si va a toccare
La una questione importante quella del dei conti con il proprio passato
E dei delle interpretazioni discordanti del passato la tendenza glorificare le vittime appartenenti al proprio popolo e sminuire quelle degli altri gruppi etnici è presente in vacanze Comina
Sin dalla fine della guerra e non si è attenuata nemmeno dopo che è stato accertato il numero effettivo delle vittime ad alimentare le narrazioni discordanti sulla guerra
Sono soprattutto i politici che utilizzano tali discorsi con uno strumento adatto per portare avanti la propria agenda populista
Un vero confronto con quanto accaduto durante la guerra degli anni novanta non è mai stato tra le priorità dei politici bosniaco Dzeko pesi compresi quelli che nei primi anni del dopoguerra non hanno fatto altro che parlare di pace e futuro
La mancanza di un'adeguata conoscenza di quanto accaduto durante la guerra
L'incapacità di comprendere il passato e la confusione che regna tra le giovani generazioni
Sono strettamente legate ad un sistematico rifiuto di fare i conti con il passato
E di costruire un discorso sulla guerra basato sui fatti anziché sulle impressioni soggettive delle persone appartenenti alle diverse parti coinvolte nel conflitto e dei loro rappresentanti politici
Le giovani generazioni che non hanno mai ricevuto un'istruzione adeguata che permetta loro di comprendere un periodo storico che non ricordano ma che continua a incidere sulle loro vite
Tendono a percepire la guerra degli anni novanta partendo dalle loro dall'esperienza dei loro familiari e dai contenuti diffusi sui social dove non è facile identificare fonti credibili ne distingue tra informazioni vere fase che comprò che compongono il puzzle
Del passato
Oggi così conclude
Più avanti nel vivaio che ci Mujkic
Oggi a distanza di tredici anni dallo scoppio della guerra la realtà della Bosnia Erzegovina
Stando alle testimonianze di chi ha vissuto quella guerra
Sembra molto simile a quella del mille novecentonovantadue il conflitto in Ucraina ha risvegliato i ricordi delle guerre jugoslave suscitando preoccupazione nell'intera regione il timore di una nuova guerra di certo non è circoscritto la portanza Godina
Ma in questo Paese forse più che in qualsiasi altro posto nel mondo il solo pensare la possibilità di un nuovo conflitto fa rabbrividire
Mentre l'Unione europea e la NATO continuano a promettere che sosterranno la Bosnia Erzegovina le vittime e sopravvissuti alla guerra degli anni novanta si chiedono se tale sostegno arriverà in tempo e se riuscirà a fermare un'eventuale escalation di violenza
Così Elvira Yuki c'è Mui Keats l'ombra lunga della guerra sulla Bosnia Erzegovina articolo pubblicato l'otto aprile su sito internet di Osservatorio Balcani Caucaso e
L'ombra l'ombra una una delle armi che sono state usate in nella guerra vostra
E non solo nelle quali cosa negli anni novanta e che proiettano anche prego continuano le conseguenze perché il continua proiettarsi sommare l'ombra lunga attentare alla guerra è quella dello stupro in questi giorni si parla degli stupri avvenuti nei territori occupati dalle dalle
Forze russe in Ucraina e torna dunque lo spettro la memoria di quanto è accaduto nelle guerre jugoslave degli anni novanta
L'altro ieri Nicole Corritore di osservatorio da caricato Aso su Facebook scriveva ricordava come il Tribunale internazionale dell'Aja per l'ex Jugoslavia
Ha perseguito specificamente i reati di stupro e riduzione in schiavitù sessuale in quanto crimini contro l'umanità questo orientamento è stato confermato dalla giurisprudenza internazionale trovando riconoscimento anche all'interno dello Statuto di Roma
Della Corte penale internazionale non solo nel corso della guerra in Bosnia Erzegovina lo stupro è stato utilizzato come strumento specifico di terrore all'interno della delle campagne di pulizia etnica
La prima conferma si ebbe con il verdetto dei giudici dell'Aja il ventidue febbraio del due mila e uno per i fatti di Focea una delle cittadine così anche più segnate sulla mappa dell'orrore
E questo appunto come scrive Nicola Corritore giusto per ricordarlo a chi se ne sta dimenticando proprio mentre riporta la notizia dell'uso dello stupro nella guerra in corso in Ucraina
è un po'insomma
Cioè come come quelli che dicono che parlando da quell'Ucraina come la prima guerra in in in in Europa
Dopo la fine della
No tant'anni dopo la fine al Seconda guerra mondiale si dimenticano invece le guerre degli jugoslavi degli anni novanta e con quello che si portarono appunto lo stupro come arma di guerra e tra l'altro così schematica Corritore che e ve lo segnalo
Proprio alcuni anni fa il venticinque novembre due mila e tredici firma un articolo su balcanica cosa punto org farlo dedicato a Balcani donne e guerra
E de un articolo da rileggere perché appunto per non dimenticare insomma per quello che Successo
Successo
In quelle guerre e-mail dove migliaia di donne sono stati vittime e secondo le numerose associazioni di queste ultime
Il ricorso sistematico la violenza sessuale ha portato a ridefinire l'intero conflitto come una guerra che è stata ancor prima che contro gruppi etnici contro le donne
Una guerra che prosegue in tempo di pace nella maggioranza dei Paesi dei Balcani non esiste alcun riconoscimento giuridico delle vittime di stupri in guerra e quindi alcun sostegno sociale ed economico
E così scriveva Nicola Corritore venticinque novembre due mila e tredici la situazione così ancora ancora oggi ma lo è
Ed ecco la cosa è una cosa non un'altra altrettanto gravi per i figli di quegli stupri che non sono ricco sono i veri apolidi senza nessun diritto senza nessun riconoscimento
Poi ci sono state anche altre vittime delle guerre jugoslave che furono i giornalisti e gli abbiamo visti anche adesso i giornalisti in Ucraina obiettivi proprio uccisi sistemati cioè proprio come obiettivi
Il sangue dimenticato dei cronisti nei Balcani in fiamme a trent'anni dalla guerra in volta c'è un libro che ricorda i centocinquantacinque reporter uccisi nestina scritto Riccardo Michelucci venerdì primo aprile su Avvenire l'articolo trovate sovvenire punto it il primo giornalista che cade nel conflitto dell'ex Jugoslavia si chiamava e con Scotland era un reporter tedesco di quarantatré anni inviato del quotidiano
Sì dolcezza e Tonga fu colpito dei paramilitari serbi in Croazia il ventisei luglio del novantuno mentre cercava di raccontare la fuga dei civili di fronte ai primi sussulti dell'orrore balcanico
Finora e anche l'unico giornalista assassinato in quegli anni per il quale sia stata fatta giustizia condannando i responsabili
Le guerre nei Balcani sono state tra le più letali della storia per i giornalisti scrive Michelucci alcuni divennero un danno collaterale cadendo in attacchi indiscriminati contro Civitanova tra la mia mente
Tra virgolette oppure furono colpiti dai cecchini mentre raccontavano gli scontri in prima linea altri invece sono stati uccisi nelle strade della loro città fuori dalle loro case con i loro stessi uffici come e Chiara si vede se mai lo dice
Perché non lascio Osborne mica quando la città al confine con la Serbia fu costretta sotto l'assedio delle truppe regolari salvo bosniache
Sbaglio dice era un veterano scelse di restare al lavoro fino all'ultimo per inviare le proprie corrispondente a Oslo progenie il più importante quotidiano bosniaco
I in quelle che furono le sue ultime settimane di vita si ritrovò a fare l'inviato di guerra dalla sua stessa redazione non aveva mai fatto fino al nove aprile novantadue quando fu barbaramente ucciso dei paramilitari serbi
Mentre si trovava ancora seduto alla sua scrivania
Pochi mesi dopo fu spenta anche la voce di Sinisa
Clava sedicenti il coraggioso giornalista trentunenne che dai microfoni di Radio Vukovar trasmetteva le lettere resoconti quotidiani della città martire croata offrendo un conforto una speranza di salvezza alla popolazione sotto assedio
Molti di quelli che avrebbero potuto fuggire decisero di rimanere per continuare a raccontare sostanza intendo il dovere di informare la popolazione al resto del mondo su ciò che stava accadendo
Combattere per la verità
Divenne per alcuni una forma di resistenza un atto dovuto nei confronti della propria gente ci dice Maria Ristich direttrice di del Virna il Balkan investigative reporter network di Sarajevo un'organizzazione di reporter indipendenti che da quasi due decenni promuove la libertà di espressione
La democrazia e diritti umani nell'area balcanica Virna era un un un sito indirizza un portale veramente fondamentale per chiunque
Segua le vicende balcaniche in occasione del trentennale dell'inizio della guerra in Bosnia il Bear ma ha realizzato un volume in inglese dal titolo last de spaziosa c'è ultime consegne
Che documenta unico particolari inediti le storie dei reporter uccisi nei conflitti balcanici
Furono almeno centocinquantacinque giornalisti fotografi e gli operatori dei media che perse la vita in quelle guerre tra il mille centonovantuno del due mila e uno spiega visti dice un numero enorme causato dal massiccio coinvolgimento di paramilitari
Spinti dall'odio nazionalista e motivati dal desiderio di sterminare mie percepite come nemiche
I giornalisti vengono molto spesso considerati bersagli al pari dei civili
E anche l'Italia ricorda questo punto Michelucci pagò un tributo di sangue altissimo in quegli anni ventinove maggio del novantatré un convoglio di aiuti della Caritas bresciana proveniente da Spalato stava percorrendo la strada di Gorni va a Kufa
Per portare aiuti umanitari
Agli abitati da cittadina bosniaca di Zavidovici quando si imbatte nei Berretti verdi una formazione paramilitare musulmana guidata dal feroce comandante paragambe
Il giornalista freelance
Guido Poletti fu ammazzato a sangue freddo insieme a due cooperanti italiani Sergio lana e Fabio Moreni
Pochi mesi dopo il ventotto gennaio del novantaquattro un colpo di mortaio uccideva Mostar Marco Luchetta Alessandro OTA e Dario D'Angelo inviati cita dalla RAI di Trieste per realizzare uno speciale sui bambini vittime della guerra
La granata che cancella le loro vite in un istante risparmia invece il piccolo l'atto con pratico ottomano vice che si salvò grazie a loro
Alcune strutture dei media furono prese di mira deliberatamente per cercare di controllare la narrazione del conflitto o perché erano considerati canali della propaganda nemica aggiunge ancora Maria visti dice
è il caso dell'attore della televisione di Sarajevo che venne come compiuta
Quasi subito venne colpita quasi subito dalle forze serbe nel maggio novantadue per interrompere le trasmissioni impedire che la verità sull'aggressione della Bosnia potesse raggiungere Resto del mondo
Ma anche del quartier generale della radio televisione serba a Belgrado
Che alcuni anni dopo fu oggetto di bombardamenti della NATO perché ritenuta organica all'apparato di potere di Milosevic
Il personale della stazione radio tv non riceva quale in tempo le sedici persone morirono sotto le bombe
Scrive Michelucci
Last dispacci del se nasce da un lavoro investigativo svolto sui singoli casi e ha il merito di sottrarre all'oblio alcune storie dimenticate di giornalisti presi di mira per vendetta politica come quella di Slavko Ciuro via
Il redattore serbo oppositore di Milosevic che l'undici aprile del novantanove
Fu ucciso a colpi d'arma da fuoco da due uomini a volto coperto davanti alla sua casa di Belgrado nel dicembre scorso la magistratura serba
Ha confermato che il crimine fu organizzato e portato a termine da agenti dello Stato il libro denuncia anche la sostanziale impunità per quelle morti che per durata per decenni dopo la fine delle guerre balcaniche
In molti casi è mancato l'interesse politico a trovare e punire i responsabili sostiene rivisti ce in altri la negligenza che ha impedito di fare giustizia
Deriva dal fatto che le loro morti sollevano ancora interrogativi scomodi che riguardano i più alti livelli di potere in alcuni Paesi balcanici
Pochissimi omicidi di operatori prescrive più avanti Michelucci di operatori media sono stati adeguatamente indagati ad oggi è arrivato una sola condanna quella del comandante paramilitare serbo Dragan
Basilico vice ritenuto colpevole di crimini di guerra contro prigionieri di guerra civili tra cui un giornalista
Ma pur in assenza di giustizia last dia spazio se la dispacci sale libro appunto realizzato dal Balcani da sfigati per porte mi network non rappresenta un semplice atto di commemorazione
I proventi raccolti dalle vendite del volume serviranno infatti a finanziare un nuovo spazio museale dedicato ai giornalisti alla libertà d'informazione a Sarajevo
Contiamo di aprire entro la fine di quest'anno dice
Maria vistisi
Sarà diviso in tre sezioni distinte la prima incentrata sul ruolo dei media e della propaganda dei contesti bellici un'altra sui giornalisti uccisi in guerra l'ultima racconterà invece com'è cambiato il nostro lavoro in epoca contemporanea e le sfide etiche che ci troviamo di fronte
L'ho letto tutto questo articolo di Riccardo Michelucci perché parla di questo libro che ricorda punto il titola il sangue dimenticato dei cronisti nei Balcani in fiamme i morti e insomma anche perché questa cosa questa questa cosa ci tocca da vicino perché
Antonio Russo fu l'ultimo giornalista occidentale a lasciare Pristina ormai occupata dal dai dalle forze
Serbe
Durante la guerra del Kosovo e mi Antonio Russo era proprio ricercato andai serve per le sue corrispondenze per quello che lui raccontava attraverso radio radicale della realtà di quello che stava avvenendo in Kosovo e a Pristina
Antonio Russo riuscì come sapete a scappare mescolando sia una colonna di profughi ad arrivare incolumi in Macedonia non gli andò altrettanto bene invece quando andò a seguire la guerra in Cecenia
Dalla sua casa di Tbilisi fu rapito trovato poi assassinato e appunto non noi con un con il suo il suo il suo omicidio è rimasto impunito anche di questo insomma dovrebbe darci qualche spiegazione ci dovrebbero darci qualche spiegazione le autorità di di Mosca quelle che attraverso l'ambasciatore querela né i giornalisti italiani perché in Italia siamo ancora liberi fa il nostro mestiere
Come ha detto no all'ambasciatore russo
Spera nella fiducia nel ha fiducia nella nella giustizia nel nostro Paese che anche noi allora vogliamo avere fiducia
Nella giustizia la magistratura russa perché facciano luce sulla morte di Antonio Russo e anche sulla morte di Andrea Tamburi ucciso a Mosca ritrovato morto quando era lì alla al nell'uffici del del Partito Radicale
E anche sulla sua morte non sia mai non ha non si è mai saputo nulla insomma da Mosca sempre opposto un un muro di gomma insomma per contro l'accertamento della della verità
Siamo arrivati così al termine anche di questa puntata di questo supplemento settimanale di passaggio su destra superamento di giovedì quattordici aprile del due mila e ventidue abbiamo voluto dedicarmi ha avuto anche in questo sulle mento proporvi una rassegna di che ha a che fare con la guerra in Ucraina ma con le conseguenze che quella guerra sta avendo avrà nei Balcani alla luce anche di quanto avvenuto nei Balcani trent'anni fa
Vi ricordo come Santa che tutte le nostre puntate il tempo da diva saggia SUDEL supplementi settimanali
I nostri speciali sonori ascoltabili su radio radicale punto it della sezione rubriche cercando punto cliccando sul passato a sud-est è on line ci trovate anche la nostra pagina Facebook passaggio su destra radio radicale che insomma
Cerchiamo di tenere aggiornato il più possibile non sempre ci riusciamo insomma abbiate pazienza ma utilizzata insomma se ci volete segnalare
Cose o anche insomma facce per i vostri commenti vostri opinioni su quanto andiamo faccende andammo andiamo dicendo ci fermiamo qui grazie per averci seguito e un saluto da Roberto Spagnoli ha una buona giornata all'ascolto di radio radicale