Intervista a Roberto Rampi sulla questione dell'invio delle armi all'Ucraina e sull'elezione di Stefania Graxi a Presidente della Commissione Esteri del Senato

Radio radicale abbiamo ora qui con noi Roberto Rampi senatore del Partito democratico iscritto al partito radicale transnazionale e senatore Rampini innanzitutto l'invio delle armi a Kiev e se ne sta parlando proprio in questi minuti
E qui al Senato per la informativa del Presidente del Consiglio Draghi qual è la sua opinione
Ma io credo che noi dobbiamo avere la la franchezza sincerità di dirci a volte anche delle cose che non sono piacevoli io credo che dall'inizio di questo conflitto
Popolo Ucraino il governo ucraino si è trovato di fronte a due possibilità c'era la possibilità di chiedesse alla comunità internazionale di supporto per individuare una faccenda era affidato perdendo sicuramente pezzi territorio ma tutelando la propria sovranità e probabilmente anche riducendo il numero delle vittime
Ha scelto il Governo e la maggioranza per quel che sappiamo del popolo Ucraino anche se abbiamo qualche difficoltà ad ascoltare anche voci diverse e questo forse è un problema e di compiere un'azione differenti rigidi forte resistenza anche arma
Io credo che in un contesto del genere una comunità internazionale non può che supportare un Paese che chiedeva aiuto di fronte un'aggressione
Però non va confusa questa idea con una promozione della guerra in corso che nessuno di noi deve appassionarsi all'idea di inviare armi ghiacciati
Creare escalation di far crescere il conflitto
Quindi appoggiare la resistenza del dell'Ucraina da un lato e dall'altro lato cercare spazi negoziato questa performance assolutamente sì io credo che bisogna rilanciare con forza spazi negoziato
Chi è rapporto col governo credo debba servire anche a questo cioè la lealtà che si è avuta nei loro confronti
Debba essere una realtà che però dice a un certo punto troviamo profilo d'intesa in questo senso anche il recupero del rapporto con la Russia che ovviamente tutti noi vorremmo diverso però nel mondo
I paesi che sono in condizioni come come la Russia sono tanti qui i processi di
Democratizzazione i processi di uscita dalle dittature non solo dei processi che avvengono un giorno con l'altro bisogna stare molto attenti a come gestire questa linea di confine quale ruolo per l'Unione europea rapisce una domanda di adesione del Di Pietro
E allora intanto quella domanda è giusta interessante ha una lunga storia io continuo a pensare può sembrare un po'utopico oggi
Che l'ingresso di quel pacchetto di Paesi dovrebbe essere ingresso complessivo cioè avrebbe senso che entrassero Russia Bielorussia Ucraina nell'Unione europea perché allora a questo punto sarebbe un altro processo mi sembra anche interessante la proposta che ad esempio viene dal mio segretario nazionale del ricco letta quando dice
Lavoriamo anche una confederazione di Stati cioè creiamo due nuclei un nucleo dell'Unione europea che ha già pronte le condizioni
De L'Unità economiche che magari fa anche un salto di qualità nell'unica politica perché va detto che oggi questo è un tema e però creiamo un terreno di cooperazione allargata con altri Stati
Questo potrebbe riguardare da subito l'Ucraina potrebbe riguardare da subito secondo me anche la Turchia per essere molto chiari
E in fondo questo è il contesta il perimetro oggi del Consiglio d'Europa che forse potrebbe essere rilanciato come soggetto diciamo un po'più strutturato rispetto a quello che oggi foce il tema del ricostruzione
E questo è fondamentale e dentro questi ma secondo me passa questa questa questione che stavo cercando di dire che sforna forse anche il ruolo più interessanti dell'Unione Europea cioè
Diciamoci questo qual è stato l'errore del passato che non dobbiamo ripetere in futuro noi non abbiamo non ci siamo impegnati nella gestione di quel confine cioè quel confine che nasce nel novantuno c'è un confine difficile perché tira una riga tra tra popoli che non avevano mai avuto questa riga così netta
E andava gestito proprio da un soggetto come l'Unione Europea con forme innovative penso all'autonomia ad esempio del nostro Alto Adige che ha esattamente questo caratteristico ora nella ricostruzione e noi questo processo lo dobbiamo lanciare perché altrimenti si può anche arrivare a un a una pace ispirò anche in tempi molto brevi ma sarà una pace armata la pace
Pericoloso la pace fatta di conflitto quindi noi europei in questo deve fare un salto di qualità nella propria azione politica anche lei professore politico dell'individuazione davvero di una politica estera e di una politica di difesa comune ma fammi dire
Una politica di difesa comune che deve essere diversa da quella tradizionale
L'altra sera in una iniziativa pubblica ho provato a spiegare ad alcune persone questo cioè noi oggi abbiamo un modello di difesa che ancora quello degli Stati nazionali siamo
Mentalmente organizzati come se fossimo paesi che muovono grandi eserciti in guerra come nasconda guerra mondiale non può essere così
Una difesa europea una difesa che fa innanzitutto peacekeeping chi si va all'Inter porre tra forze in campo e ovviamente questo bisogna diressero vuol dire anche rischiare la vita dei soldati lo sanno quando tutti
Agisce in un terreno di guerra per provare a dividere
Chi confligge com'è capitato nella missione in Libano come capitato insomma Cruz com'quando gli i caschi blu dell'ONU effettivamente svolgevano alcuni queste funzioni oggi è chiaro che non svolgono più e forse questo è proprio ruolo che potrebbe avere una difesa europea che scadrebbe essere lo dico così un esercito degli ricchi umani
Riprenderemo questo discorso con lei un altro tema strettamente politico Leo punte perché se iscritto al partito radicale
Un altro tema della dibattito politico il voto di ieri in commissione esteri alla serata ma resiste sta maggioranza nato
Allora io credo che la maggioranza esista nella sua complessità che sappiamo essere una maggioranza che sul molte questioni alghe diverse questo è un governo di emergenza che nato per gestire soprattutto la crisi economica Pandini che posto Andemicael si è trovato anche a gestire la crisi economica
Forse persino peggiore generata dalla guerra e dalla crisi energetica connessa con questa guerra
Quindi un governo dell'economia e dell'economia divergenza su questo punto possiamo collaborare su altri punti non possiamo collaborare però lo dico con franchezza la vicenda
La commissione Esteri però la natura diverso lì non c'è una questione binario politica
C'è una questione di posti c'è una questione anche di rapporti con le persone
Forse si potevano individuare delle figure che fossero più condivise da tutti i più condivisibili da tutti io credo sia stato comunque un errore quello dei chi governando oggi con noi anche dentro il centrodestra
Viene meno a una lealtà diciamo di maggioranza perché il presidente la commissione proprio per regola del del Senato è espressione della maggioranza di governo e quindi lo si discute insieme
Però forse anche dall'altra parte
L'individuazione di figure un po'più condivise insomma la dico così dentro questa maggioranza poteva esserci qualcuno
Che poteva probabilmente prendere i voti di tutti o di quasi tutti forse era meglio individuarlo diversa con Roberto Rampi senatore del PD nonché iscritto al partito radicale con l'ascolto da radio radicale