Cerimonia in occasione dei 100 anni dalla nascita di Enrico Berlinguer

Viene bentrovati a a tutti così intanto che arrivano anche i colleghi che hanno appena votato un'informazione di servizio siamo in diretta anche su Radio immaginare quindi buona serata anche chi ci sta ascoltando via via radio ecco io sostituisco Debora Serracchiani che non può essere presente per un motivo indipendente dalla sua volontà e che e che si scusa
Ecco mi fa molto piacere prendere parte insieme la fondazione guidata da Gianni a questa riflessione su Enrico Berlinguer nel centenario della sua nascita
E penso possa offrire a tutti noi non solo un'occasione per ricordare un indiscusso protagonista
Della storia del nostro Paese una personalità lo abbiamo riscontrato anche stamane inaugura rispettata e stimata ben oltre i confini del suo campo politico
Ma è anche un'opportunità per mettere a fuoco alcuni passaggi alcune scelte alcune visioni che ne hanno contraddistinto i dodici anni di segreteria a Botteghe Oscure e che possono parlarci anche ora
Noi oggi non celebriamo una delle figure che compongono il nostro Pantheon ma ha fatto bene a sottolinearlo stamani dico celebriamo un grande italiano la sua esperienza appartiene alla storia collettiva il migliore del nostro Paese
E qui vi racconto anche una cosa personale io che mi chiamo Berlinghieri che non c'entra niente con Berlinguer e che faccio parte del consiglio d'Europa
Spesso mi capita quando sono all'estero di essere trattata con simpatia delle persone che incontro proprio perché il mio cognome ricorda in qualche modo il cognome di Enrico Berlinguer
Ecco quando penso a Enrico Berlinguer mi viene sempre immediatamente a mente l'articolo cinquantaquattro della Costituzione quello lo sapete bene dove si dice che è nostro compito servire la Repubblica con disciplina e onore
Disciplina e onore come un tutt'uno Berlinguer e l'essere al servizio del Paese con disciplina e onore
Non è o almeno non l'UE esclusivamente a un rimando alla sua natura al suo temperamento e a quell'austerità e rigore che lamentava ieri in una bella intervista Luciana Castellina caratterizza la star ditta
Non è lo stile sobrio che ne ha costantemente caratterizzato la vita personale e politica io credo e sento che attiene ad un tratto politico alla matrice della sua traiettoria politica
E a servire la Repubblica con disciplina e onore agire perché la nostra democrazia si completasse arrivando a quell'alternanza che condizioni interne ed internazionali rendevano in quegli anni difficili e drammatici impraticabile
Avere a cuore la democrazia a spingere per il suo completamento era il modo per creare le condizioni di una società più giusta più capace di progredire ad aggredendo le diseguaglianze gli squilibri
Occuparsi del benessere collettivo e quindi si fondevano il rispetto per la cosa pubblica e l'ispirazione alla giustizia la missione della sinistra
Ho letto in questi giorni alcune riflessioni che anche in buona fede mettevano in guardia dal santino Berlinguer
Cioè dal cedere ad un racconto diciamo gratificante di un leader politico che come tutti ha compiuto anche scelte rivelatesi sbagliate commesso errori
Ecco in realtà io credo si debba non si debba fare l'errore opposto
E non lo si deve fare perché e di questo sono convinta noi soprattutto noi Democratici dobbiamo difendere il ruolo ed il peso della politica nella determinazione e nell'organizzazione della società
Senza la politica senza quindi il pensiero la fatica di capire ciò che accade e lo sforzo di indirizzare verso un orizzonte di giustizia e di progresso
Che sia per tutti e non per pochi prevalgono altre logiche a prevalgono altri interessi e altri portieri
Si radicano disparità sociali generazionali territoriali ed economiche
Sincro stanno recinti ai diritti e alle libertà alle aspirazioni
E la politica che fa la differenza la fa sempre tanto più se vissuta con disciplina e onore
Avere dei maestri come Enrico Berlinguer si ispira ci aiuta
E ci fa sentire che non siamo su voli che siamo dentro a una storia un tracciato che viene prima Dinoi e che noi abbiamo il dovere di testimoniare di rendere viva con le nostre scelte e con il nostro agire Grazia
Abbiamo adesso in video collegamento un contributo di bianca abbia
Buongiorno a tutti in queste ore mi viene in mente una frase della Muhammad le cui sono state lanciate da papà voi siamo siamo sia lungo anche questo si ritiene legato al mondo di oggi
Passa essere sconosciuto interpretata trasformando messo al servizio dell'uomo il suo benessere della sua principale
La lotta per questo obiettivo una prova riempire ignari già qui in questa quasi quarant'anni di distanza nella forma opposto resistenza curano Uilcom panca secondo gommone grande impianti lo accompagnò intorno consumeranno che in che invitanti il cui valore allora e ancora oggi pensano gratuita sia tale interamente dedicata che cantanti Del Bene comune lì questa stanza in casa Cynthia chiamava che
Parlare
Un Paese povero partito comunista che ha guidato per dodici anni cresciuto nel senso che lo sviluppo della società e da nessuno
Libertà democratiche questo questo sport permesso al mio padre gli esteri i leader una grave unità Antonio uomini convinti
No mangiando comune di trasformazione sociale politica e civile capaci radiati anche vinto drammatico storia della repubblica di mettere che interessa anche l'Italia al di sinistra di anche di quelli che Robert
Gianni baracche grazie grazie grazie Marina grazie grazie medico grazie a tutti voi per questa occasione di una giornata che è già stata carica
Ricco relazioni
Non sono io esclusa giù
Che questa mattina la cerimonia a Sassari alla presenza del presidente Mattarella e della famiglia dei figli delle tre figlie del figlio Marco di Enrico Berlinguer
Una cerimonia molto intensa
Si sono dette molte cose in queste ore in questi giorni
Qualche anno dopo
Qualche anno dopo la la la scomparsa di Enrico Berlinguer
Mario Tronti ha scritto una frase che a me è sembrata sempre molto efficace sono io che faccio del trambusto
Forse
No no cellulare spento almeno e modalità aereo
Posso togliere il microfono forse non so
Meglio
Allora dicevo qualche anno dopo la scomparsa di Enrico Berlinguer fu Mario Tronti a ascrive a una frase che a me è sempre sembrata molto indicativa è bella
Maglio scriveva a proposito del segretario del PC si conoscono bene sono gli uomini che non sono niente di diverso da quello che appaiono
Per chi possiede un di più di vita interiore la comprensione e lenta lunga e soprattutto postuma
Io penso che questa definizione di Mario Tronti dia anche ragione dell'intensità
Dell'emozione che ha accompagnato a trentotto anni dalla sua scomparsa e a cento anni dalla sua nascita il il ricordo dell'uomo e il ricordo del politico
E posso sbagliare naturalmente ma io non credo che si tratti di un sentimento di Nostalgia per quel tempo storico
Io personalmente ho un'età tale da dire che in parte l'ho vissuto quel tempo storico nello scorcio finale di quella stagione e non sento non nutro alcuna Nostalgia per quella stagione se non per alcuni aspetti di quel momento
Credo che si tratti di alto per chi Enrico Berlinguer ha conosciuto personalmente
E ci sono alcune presenze in questa sala ed i nostri gruppi parlamentari vedo Luigi Barbara Piero
Perkin ha avuto quella opportunità il Rispetto verso la biografia la storia lo stile di quell'uomo
Per gli altri che non lo hanno conosciuto perché sono venuti dopo c'è un sentimento se volete di curiosità
Verso una figura così anomala e così unica
Enrico stamane ho sentito quella la la registrazione del tuo bellissimo intervento nell'aula lo ricordava anche Marina tu a un certo punto dieci rendiamo omaggio oggi ad un grande italiano e credo che sia un'espressione correttissima giusta ma non sempre è stato così io ricordo che mi colpì moltissimo all'indomani della morte
Il titolo dell'editoriale di Repubblica un quotidiano che aveva anche polemizzato con Berlinguer ma che certamente nel suo fondatore direttore di alloggiano Scalfari nutriva un'immensa stima umana nei confronti della persona
E per tributare il massimo dell'onore del riconoscimento la scomparsa del capo dei comunisti
Repubblica titola il suo editoriale straniero in patria
E e non è un caso però è un modo di interpretare la grandezza della persona e di renderli omaggio
Non titolavano è scomparso un grande italiano ma straniero in patria che rifletteva in qualche modo un po'un limite nostro no limite antico profondo nella storia di questo Paese
La critica all'italianità all'essere italiani in una certa concezione percezione come un tratto profondo per qualcuno virtuoso persino un anti italianità virtuosa per tanti alle paghe Prezzolini idea dietro dietro questo c'è l'idea di un Paese irredimibile
Di un Paese con delle storture con delle patologie con dei vizi per cui quando sulla scena si affacciò la personalità che non ha quei vizi non a quelle strutture
E allora diventa paradossalmente un antitaliano non si contrappone alla tendenza di un'italianità e che che Scimone
E però questa questa dimensione il sentirsi non lesse il sentirsi uno straniero in patria
Non era l'impronta di Enrico Berlinguer e questa mattina bianca nel suo breve bellissimo saluta la cerimonia di Sassari ha ricordato un passaggio un episodio sono sull'aereo presidenziale le Presidente Pertini
Che da Venezia a decolla immenso un temporale torna a Roma con la salma del segretario del PC sulle io perché voluto tutti i familiari
E e la moglie di Berlinguer vede quando arrivano a Roma che sulla bara
Del marito c'è soltanto la bandiera del partito comunista e chiede che subito venga affitta fare messa vicino alla bandiera del Partito comunista il tricolore perché dice rivolto ai figli così ha detto bianca ricordatevi sempre che vostro padre
è stato un grande dirigente politico ma sempre amato moltissimo il nostro paese
E per l'Italia per il Paese che lo ha consacrato come un punto di riferimento in qualche modo insostituibile
E per l'Italia Enrico Berlinguer ha coltivato una sola strategia nel corso della sua parabola politica della sua leadership dodici anni settanta due ottantaquattro non ha avuto due tre quattro linee diverse avuta una
Una sola strategia che ha declinato in modo diverso nei due momenti fondamentali della prima metà degli anni settanta e poi dei primi anni ottanta
E e la strategia di Berlinguer è stata approssimare il più possibile Comunisti Italiani all'esercizio di una responsabilità del governo nazionale del Paese
E non c'è dubbio che dopo la rottura del quarantasette lui è stato il leader comunista che più ha perseguito quel traguardo e più si è avvicinato a quel traguardo non l'ha mai oltrepassato per una serie di ragioni anche legate al contesto storico di quegli anni
Ma lo ha perseguito quell'obiettivo quel traguardo senza mai venire meno all'identità di quella forza
Sapendo quale Vallone quell'identità avesse nella sua grandezza e nella sua tragedia
Nei suoi traguardi e dei suoi limiti nelle sue capacità intuitive dei suoi errori a volte tragici quale valore però quell'identità conservasse per i militanti di quel partito
Achille Occhetto
Ha raccontato un episodio molto significativo per certi versi dominante Achille era segretario regionale del Partito comunista in Sicilia e come si usava quel tempo quando il segretario generale del PC scendeva in una regione per un comizio
La parte nazionale o mondiale diciamo veniva scritta da chi doveva scriverla e in particolare del segretario poi il segretario che scendeva il giorno prima andava nella stanza d'albergo
E si sedeva al tavolino con il segretario regionale del partito locale che scriveva insieme con lui la parte del comizio dedicata alla specifica Riccione
Perché avete come oggi no e dunque il segretario regionale era Achille Occhetto e Berlinguer dettava la parte sulla Sicilia
E ad un certo punto
Allora conta Achille ben due si rivolge allo che che dice Occhetto siamo molti anni prima della svolta potete immaginare insomma Occhetto ma che cosa di restituzione cambiassimo nove
E Occhetto asilo dice rimase
Basito da questa domanda e e Berlinguer giunse più o meno queste parole
Dice in fondo sai e Lenin ha cambiato il nome il partito in dissenso da causati ma erano differenze molto minori rispetto a quelle che ci separa Nocita presti F
E ed è una motivazione non non certamente banale Occhetto si si volse verso Berlino fra i quali a quel punto accenna un sorriso
Fosse per dire che lo prendevo un po'in giro e naturalmente quella scelta non la fece perché per tante ragioni ma soprattutto perché io penso posso sbagliare quel traguardo il traguardo del governo l'esercizio del potere non poteva per un uomo come Berlinguer comportare lo smarrirsi di una identità che era era per lui l'essere comunisti italiani dove l'aggettivo voi lo sapete meglio di me non era un dettaglio ma era la sostanza
E per lingue è sempre stato in tutte le stagioni della sua vita
Politica e personale un comunista italiano restato sino alla fine quando la strada del governo e siamo a ridosso degli anni Ottanta la strada del governo gli è preclusa e preclusa definitivamente a quel partito perché c'è stato il preambolo democristiano perché Bettino Craxi ha fatto la sua scelta strategica di alleanza
Di costruzione del pentapartito arriveranno gli anni Ottanta e lì dopo la svolta di Salerno quando dal compromesso dalla solidarietà nazionale si passa ad Alternativa democratica li vive
Rivive che cosa li vive dividere anche il dramma e la sfida umana del leader del Partito comunista perché vedete
Tu puoi avere una strategia e non avere un popolo alle tue spalle che sceglie di seguirti su quella linea
Ma era allo e però può capitare che tu abbia un popolo alle tue spalle ma che tu sia orfano di una strategia
E in quel momento il Partito Comunista Italiano era orfano della strategia fondamentale di poter accedere all'esercizio di una responsabilità nel governo del Paese e che cosa succede allora e chiudo succede che precisamente in quel contesto dopo il mille novecentottanta la mia generazione una parte della mia generazione scopre
E si innamora profondamente generico ben cinque e perché ci innamoriamo di Enrico Berlinguer
La perché siamo orfani della speranza di accedere al governo ma perché la reazione che il capo dei comunisti ha di fronte al dramma politico in cui entra in quel momento quel partito la reazione è quella di
Scegliere di apparire
Con categorie profondamente innovative la cultura politica di quella forza la tradizione di quella forza a nuovi approdi
Ed è il Berlinguer il segretario che dialoga
Con fatica a volte con i nuovi movimenti emergenti che si batte contro l'installazione dei missili a Comiso e contro gli SS venti di marca sovietica Pio la Torre e qui c'è Peppe Provenzano che l'attore pagherà con la vita
Quella sua battaglia
E il Berlinguer che guarda con attenzione al sorgere di un ambientalismo consapevoli dove attivo c'erano belle Ucraina per altre ancora di là da venire sarà mille novecentottantasei Berlinguer non lo vedrà
Il Berlinguer perché
Interroga il pensiero femminista e pensiero delle donne la cultura delle donne e l'incalzare delle tematiche sui diritti civili e della persona e il Berlinguer che sceglie di fronte al blocco
Della prospettiva strategica e politica dell'accesso al governo di non disperdere quel patrimonio enorme un italiano su tre votava ancora comunista
E
Sceglie di dire a quel patrimonio aveva in particolare la generazione più giovane immaginato il futuro pensate il futuro viene al congresso dei giovani comunisti nell'ottantatré a Milano
E dice vi propongo un congresso sulla futura Lucia chiamiamo licenziati gli economisti gli storici filosofi dispetti di religione pensiamo al mondo per come sarà e quella è anche la conseguenza del suo atto più coraggioso la rottura del campo comunista
Con l'assunzione della democrazia come valore universale la conseguenza di tutto questo qual era era un nuovo ordine l'idea il pensiero la possibilità di un nuovo ordine
Esattamente come adesso ma si accetti quella sfida la sola strada che ti è concessa che che data
E nel campo nel combinarsi strettissimo intimo inestricabile di pensiero di un pensiero e dell'azione ma insieme pensiero e azione perché solamente il primo
Senza la seconda testimonianza
Ma solamente l'agire
La cultura dell'agire senza visione
E senza respiro è un concretissimo orfano di idealità ecco questo io penso sia la sua verità io ce la siamo davanti a quello stesso problema pensare l'Europa è un ordine per il dopo per il dopo questa tragedia che in atto
La la la Fondazione meno aggiungo solo questo la fondazione che stiamo costruendo con Enrico sta provando a farlo
Nell'idea che le domande
Servono per pensare e le risposte servono per agire ma se la politica e la sinistra non si pongono le domande giuste a volte c'è il pericolo di imboccare delle risposte su un sentiero sbagliato
E e noi continueremo a fare questo ci proveremo con con voi deputati senatori che avete già dato un contributo prezioso decisivo e senza di voi questo lavoro se non è semplicemente non è che non si fa non ha non ha senso bene tutto qui tutto qui ma che cosa è stata la fine quest'uomo
Nella sua ultima intervista televisiva lunghissima Giovanni Minoli a Mixer un faccia a faccia io ieri mattina lo ha ricordato in una breve intervista radiofonica qui l'intervista e metà mattina con mia sorpresa mi ha telefonato Giovanni Minoli per raccontare i retroscena di quell'intervista Berlinguer era molto preoccupato delle domande
Sulla sua vita privata personale su cui era parco parco di risposte
Ma alla fine aveva accettato e Minoli con garbo gli aveva posto anche quelle domande lì se n'è andato al cinema e lui dice che sì c'era andato con i figli più piccoli aveva visto i tipi Spielberg una bella storia lo aveva emozionato
E poi c'è la domanda famosa che cosa le dispiace che si dica di lei e luci penso un istante poi si piegano un sorriso sorrideva di frequente dice che sarei un uomo triste perché non è vero e poi chiede secondo lei onorevole Berlinguer chi è il più grande giornalista italiano
E per i pesci pensa un po'di più qualche secondo in più
E poi risponde Luigi Pintor che per chi conosceva la sera di quel partito Behrami con la risposta
Banale e qualche anno dopo la sua morte intervistavano Pintori gli dissero ma lei era orgoglioso che Berlinguer disse che lei era il più grande giornalista italiano
E Pinto rispose ma cosa vuole che mi interessi che se il pedone e ciclista italiano io volevo fare il segretario del PC e questa è la la dimensione in cui quel mondo e poi alla fine la domanda quasi profetica di Giovanni Minoli è che cosa vorrebbe che si dicesse di lei che sono rimasto fedele agli ideali della mia gioventù che erano quelli del comunismo italiano e di una battaglia che ha condotto con quella con quella capacità che cosa è stato tutto questo Mario Melloni nasce democristiano si converte al Partito Comunista grandissimo corsivista satirico sulla prima pagina de L'Unità
Lo concedo così è stato un uomo politico punto vi pare una banalità grazie
Regia nelle
E adesso possiamo rimandare il video di biancastri per sentirlo bene perché non non l'abbiamo sentito bene
In queste ore
Una frase quella e più alto per quelle che sono state pronunciate da papà voi siamo convinti che il mondo anche questo terribile intricata uno di oggi
Fassa essere sconosciuto interpretato trasformato messo al servizio dell'uomo verso il benessere della sua comicità Allotta per questo obiettivo è una prova che può riempire invidia al dottor una e se a quasi quarant'anni di distanza nella forma sto Paese estenderà pure a lui con tanta commozione affetto e grande rimpianto appunto quello che lo accompagnò intorno ai suoi funerali perché in tanti in cui vanno allora e ancora oggi pensano la sua vita sia stata interamente dedicata ricerca ebbene comune di questa sarà Italia come la chiamavano e allora paese doverosa Partito Comunista candidato provinciali Sciuto in senso allo sviluppo della società e del suo pertanto il mo'Crati che questo permessa mio padre gli esteri inviterei la tranquillità donne e di uomini uniti
Da un Progetto Comune di trasformazione sociale litiga incivile e capaci ancora avviato Boniver la macchina storia
Della repubblica di mettere i Ligresti d'Italia a dismisura
Anche di quelli del proprio perché
Intanto voglio molto ringraziare Bianca Berlinguer per questo contributo c'hai fatto un grande regalo due sono particolarmente grato che abbia voluto farlo che abbia avuto registrare questo video questo breve video ma così intenso e con delle parole così belle voglio ringraziare il gruppo ovviamente
E voglio molto ringraziare Gianni per le cose che ha detto che sono veramente di profondità di intensità credo che le ci rifletteremo a lungo io per parte mia voglio concludere questa nostra giornata che è cominciata questa mattina in Aula alla Camera
E che proseguita poi con la l'occhio e l'orecchio a quello che HP Deva a Sassari con le celebrazioni alla presenza del Capo dello Stato
E con questa nostra riflessione tutta nostra
In casa nostra quando dico casa nostra dico
Guardo gli amici Fornaro è e altri dico in casa nostra siamo veramente qui tutti in casa nostra
E nella sala che porta il nome di Berlinguer quindi a maggior ragione con lei il senso di questa continuità Esine permettete voglio fare
Tre brevi riflessioni
Che sono tre riflessioni che hanno a che vedere proprio con il nostro essere partito democratico e il tipo di riflessione che questa giornata mi spinge a fare in quanto segretario
Di questa comunità
La prima è legata il temi di questi giorni si sta molto discutendo di nuova architettura europea si sta molto discutendo del futuro della il diritto di tetto l'allargamento un'Europa più efficace e più forte
è un momento incredibilmente
Creativo costituente forse potenzialmente a livello europeo se ne parla tanto
A me colpisce molto una cosa e colpisce il fatto che quando ho ripensato in questi giorni ho cercato di riprendere un po'di materiale del passato del nostro passato su questo percorso potenzialmente costituente europeo alla fine
Mi è andata naturalmente l'attenzione a quel famoso a documento Spinelli della febbraio della mille centottantaquattro
Che conoscete bene
Quel documento spine del sebbene novecentottantaquattro era un documento che era stato redatto e lanciato ed era diventato poi un atto votato dal Parlamento europeo nella sua maggioranza da parte di un eletto del gruppo del Partito comunista Italia
Perché Altero Spinelli nemmeno centosettantanove con una scelta appunto ti Enrico Berlinguer era diventato eletto era passato dalla parlamento nazionale al Parlamento europeo ed era riuscito lì fondando il club del coccodrillo e tutte le altre
Iniziative che aveva messo in campo e guardate che per quel tempo che un eletto nel Parlamento europeo di un partito che si chiamava Partito Comunista riuscisse
A convincere l'intero Parlamento europeo a votare un testo che è di una modernità leggerlo ancora oggi anzi esattamente quello che avremmo dovuto fare che purtroppo motivi
Non è stato possibile fare nei decenni e che in fondo dovremo andare a recuperare dai il senso della visione che c'era dietro quelle scelte di quello sguardo lungo molto europeo
Che stava dietro le scelte di Berlinguer
E questo mi porta alla seconda riflessione riflessione alla quale tengo molto che su molto riflettuto in questi giorni pensando alla giornata di oggi giornata di oggi non è bella importante
Avrei voluto essere anch'io a Sassari purtroppo bisognava essere qui oggi a Roma in aula
Sassari che permette molti di voi non lo sanno ma la città che conta molto la mia vita perché la mia mamma di Sassari perché liceo Azuni un liceo che nella mia diciamo storia familiare un liceo importante perché ho sempre vissuto Sassari con una dimensione di anche di legame molto forte perché Sassari vuol dire vuol dire Berlinguer vuol dire ovviamente Cossiga vuol dire segni Sassari è una veramente una capitale diciamo della politica italiana è stata una capitale della politica italiana con una fortissimo legame tutte queste vicende e e la riflessione che voglio fare queste mi ha mi addentro in un terreno che poi Gianni mi dirà
In una riflessione forzata oppure no ma ma io penso non penso che sia flessione che insomma arrischiata ma profonda e cioè che alla fine non soltanto come giustamente oggi ho sentito Piero che che faceva un riferimento durante il dibattito che c'è stato in aula non soltanto Enrico Berlinguer è stato il capo del più grande partito comunista europeo
E occidentale ma è stato il capo di quell'unico partito comunista
Che ha lasciato una traccia
Che vive oggi nella vita di tutti i giorni
Nella politica di tutti i giorni
E quindi ho voluto riflettere su questo tema perché non è un tema secondario
Per il comunismo c'è stato dappertutto in Europa
Ma c'è stato un unico paese dove quella traccia
Ha avuto dei seguiti e non è crollato tutto sotto le macerie del muro di Berlino e per quanto riguarda l'Italia anche sotto le macerie della Prima Repubblica
Ma c'è stato qualcosa che è successo che ci porta fin qui oggi essere qui in una sala che sia ma sarà Berlinguer con un partito politico che orgoglioso di avere una parte delle sue radici importante lì
E alla fine
La riflessione è un po'in quel ragionamento sugli aggettivi che faceva Gianni prima e cioè in quel concetto di diversità di originalità che accompagnato una storia complessa difficile del Partito Comunista Italiano
Ma di cui Berlinguer è stato chiaramente il principale poi artefice cioè l'idea di una storia tutta italiana
Tutta italiana quindi con una profonda specificità italiana nazionale e che da questa specificità è riuscita a trarre una linfa
E una capacità di spingere l'originalità del pensiero a tal punto che questo ha consentito di travalicare poi la storia che invece ha travolto tutto il resto della storia comunista mondiale e europea
E oggi noi siamo qui anche per quel motivo in fondo questo tema della fatto che quella storia ha dato dei semi che hanno dato dei frutti e quei frutti sono ancora qui e sono parte della nostra lavoro collettivo e in fondo se posso permettermi
Lo lo faccio molto facilmente perché come noto io vengo da un'altra storia
Quei segni dando dei frutti che ancora oggi hanno degli affetti perché svolgono un ruolo anche nei confronti di coloro che vengono da un'altra storia ma che sono disposti al confronto all'osmosi a una a un farsi influenzare commi fonda ch'io mi sento di fatto influenzato profondamente da quell'idea da quei valori
Da quella voglia di interpretare la politica in quel modo che oggi fondo ci torna
All'attenzione con grande interesse quel tema della sobrietà quel tema del spettro quel tema
Del rispetto per tutte le parti politiche
Mentre Gianni parlava e si faceva riferimento a quella intervista di Minoli io ne è venuto un flash di immaginare cosa sarebbe stato Enrico Berlinguer ai tempi dei social
E non non riesco nemmeno a immaginare il l'impatto nel rapporto così intrusivo fondo dei social
Che che che distrugge qualunque capacità di avere vita privata e di avere un rapporto di questo genere però ecco mi premeva insistere su questo punto
è importante
Che si sia noi in fondo anche orgogliosi di questa continuità ed il fatto che questa continuità se c'è stata ha voluto dire che questo è uno dei successi di quello che è stata quella storia quell'originalità quella diversità so che la parola diversità è una parola che ha fatto molto discutere nel mondo
Del comunismo italiano però una parola che oggi mi sento di riprendere perché oggi quella parola
Probabilmente ha consentito di arrivare fin qui perché ha reso tutto quel talmente specifico originale e con una forza propria
Che ci consente oggi di essere qui e la terza riflessione questa proprio la faccio da segretario del partito
è l'eredità politica e anche il dieci quali sono le nostre eredità politiche
Che alle volte questo un tema che noi in tutte le nostre varie fasi della vita di questi quindici anni dal due mila e sette quasi quindici anni insomma due mila e sette che festeggeremo i quindici anni a ottobre il quattordici ottobre di quest'anno
Però il tema della nostra eredità di chi siamo lo cerchiamo sempre di sviluppare alle volte attraverso immagini altre corse attraverso nomi citazioni i più gettonati sono chiaramente Moro e Berlinguer
E sono gettonati per le storie perché cosa hanno rappresentato nella nostra vita politica
Ma io mi sento di e qui veramente di insistere su un punto che oggi per la brevità del tempo però disposizione o semplicemente accennato come titolo
Ma quale credo profondamente e me lo dico in finale perché prima di concludere questo breve momento che del quale vi ringrazio tutti della presenza credo che sia molto importante che non lo sviluppiamo questo punto di più di quanto l'abbiamo sviluppato fino a oggi e cioè il fatto che noi il partito democratico nasce
Non contro
E in antitesi a quella Prima Repubblica
Ma il Partito democratico nasce come sublimazione del meglio
Di quella Repubblica la Repubblica della Costituzione della Repubblica del miracolo economico la Repubblica che ha battuto il terrorismo
Con le modalità con cui lo abbiamo battuto con la Repubblica di cui dobbiamo essere molto più orgoglioso di quanto invece normalmente siamo e tutto questo ci obbliga a una riflessione sulla nostra eredità
Su chi siamo e da dove veniamo
E che alla fine mi porta a dire che io nella storia
Politica non soltanto italiana ma anche europea anche mondiale io di casi come il nostro io non ne conosco mica tanti
Di casi nei quali si è riusciti a fare un amalgama
Questo famosa amalgama mi ricordo tanti dibattiti sulla parola amalgama quel famoso amalgama che è riuscito
Perché è un una una una questione sulla quale noi oggi possiamo dire di aver vinto la nostra scommessa
Se siamo qui con la responsabilità sulle spalle e dare un futuro a questo Paese in una fase nella quale oggi comunque gli italiani guardano a noi c'è una parte importante degli italiani guarda noi cioè un partito che ha dietro le spalle quell'esperienza ed è riuscito a prenderne il meglio a metterle insieme
E ovviamente Anne non rimanere fermo semplicemente come e tante volte è capitato da alcuni partiti a rimanere fermi un po'come dire al al museo
Al partito che mantiene in vita un vessillo un nome
Una storia ma che non fa politica poi l'attualità e non siamo riusciti a fare qualcosa io trovo straordinari quando dico noi chi è venuto prima di me non è che dico io noi tutti insieme
Siamo riusciti a fare qualcosa che attraverso l'esperienza straordinaria dell'Ulivo
è riuscito a farci conoscere a vicenda tutti insieme a prendere queste esperienze e a renderle qualcosa di fondamentale nella vita concreta del nostro agire politico in una logica non museale
Ma nella logica veramente del seme dei frutti e del ciclo della vita per cui oggi tanti valori e tante
Caratteristiche per le quali si celebra la figura di Berlinguer ci torno no oggi caratteristiche interessanti portanti sulle quali riflettere e sulle quali fare azione politica
Così come la stessa cosa Beppe Barra quando rifletteremo ragioneremo su altre personalità e su altre storie
Però permettetemi di dire che questo ragionamento ammetto ornato più forte e anche più semplice farlo oggi proprio per la mia storia la mia provenienza e invece per quello che oggi con un appuntamento importante come il centenario della nascita di una personalità così
Eminente nella storia italiana
Con quel ragionamento al quale che è stata la prima cosa che mi è venuto di getto ieri quando ho cominciato a scrivere cosa ha detto stamattina
Rendiamo omaggio a un grande italiano perché alla fine è così perché alla fine Berlinguer è diventato veramente nell'immaginario collettivo un grande italiano e questo è stato secondo me una cosa molto importante anche poco rispetto alla sua storia quello che lui ha rappresentato e l'immagine che ci ha raccontato Gianni con la bandiera tricolore
Sul viaggio di ritorno da da Venezia è credo belle intensa forte e assolutamente vera perché quella è stata la caratteristica principale quindi terminò semplicemente dicendo che mi piacerebbe che questa giornata questa riflessione appunto fosse qualcosa di più delle cose che ne facciamo tante mio Dinoi
Celebrazioni e anniversari discorsi non col di commemorazione no io vorrei che ci rimanesse di questa giornata qualcosa in più sul fatto che non siamo un organismo vivente
Un partito politico è un organismo vivente e lire sulla base di questa nostra capacità di rendere ancora più vivi e forti
Questi valori che la storia dalla quale veniamo e sapendo che questa è una grande responsabilità che abbiamo ancora maggiore quindi questo vuol dire che anche i nostri comportamenti devono essere all'altezza che di tutto questo
Non possono essere comportamenti che siano totalmente staccati sguaiati o non in sintonia con questa storia con questa responsabilità ho voluto aggiungerà le bellissime parole di Gianni alla bella testimonianza
Di bianca ho voluto aggiungere queste riflessioni perché mi è sembrato importante che questa giornata nel nostro lavoro collettivo
Potesse darci questa piccolo spazio di riflessione in più su chi siamo e anche darci il senso della responsabilità del ruolo storico che noi abbiamo in questo tempo
Perché quando io penso ai grandi personaggi della nostra storia politica
E viene naturale
Immediatamente il senso della nostra inadeguatezza
E lì la prima diciamo reazione coniughino via rispetto ai personaggi che poi la storia ci riporta nella modalità in cui la storia li racconta sempre l'immediata inadeguatezza
E però è anche vero che quando penso a Berlinguer fece quelle scelte fece quei passaggi si sentì abilmente anche lui in quella condizione di difficoltà ma le ha fatte quelle scelte
E quelle scelte poi avendole fatte hanno portato dei risultati ed è oggi quella la nostra responsabilità sapere che nella nostra inadeguatezza però abbiamo una responsabilità storica e l'avremo nei prossimi mesi perché i prossimi mesi guardate che noi saremo chiamati a fare delle scelte strategiche difficili
Tanto difficili come quelle che furono fatte negli anni di Berlinguer
E da quelle scelte che faremo dipenderà il futuro del nostro paese perché se noi le facciamo in un modo o nell'altro modo
Non ci sarà qualcuno che si potrà sostituire andranno unico non le sbagliamo andranno poi le conseguenze in una certa direzione quindi credo in questo senso anche della nostra
Capacità della nostra aspirazione a non essere inadeguati nostra aspirazione è essere invece in grado con responsabilità di giungere a questi punti a questi livelli come il dibattito di stamattina
Ci ha portato a vedere questo Parlamento che ha discusso nella modalità in cui è discusso dell'unico che ha anche lui preso la parola questa mattina gli altri interventi che ci sono stati tutte le riflessioni che ognuno di noi farà faremo in giro per l'Italia in questo hanno centenario della nascita in cui ci sarà un tante iniziative che io vorrei che le sviluppa sì ma anche un questa capacità di far fare a tutti noi collettivamente un passo in avanti grazie
Cominciamo
Viene
Bentrovati a a tutti così intanto che arrivano anche i colleghi che hanno appena votato
Un'informazione di servizio siamo in diretta anche su Radio immagina quindi buona serata anche chi ci sta ascoltando via via radio
Ecco io sostituisco Debora Serracchiani che non può essere presente per un motivo indipendente dalla sua volontà e che e che si scusa
Ecco mi fa molto piacere prendere parte insieme la fondazione guidata da Gianni a questa riflessione su Enrico Berlinguer nel centenario della sua nascita
E penso possa offrire a tutti noi e non solo un'occasione per ricordare un indiscusso protagonista
Della storia del nostro Paese una personalità lo abbiamo riscontrato anche stamane inaugura rispettata e stimata ben oltre i confini del suo campo politico
Ma è anche un'opportunità per mettere a fuoco alcuni passaggi alcune scelte alcune visioni che ne hanno contraddistinto i dodici anni di segreteria Botteghe Oscure e che possono parlarci anche ora
Noi oggi non celebriamo una delle figure che compongono il nostro Pantheon ma ha fatto bene a sottolinearlo stamani dico celebriamo un grande italiano la sua esperienza appartiene alla storia collettiva il migliore del nostro Paese
E qui vi racconto anche una cosa personale io che mi chiamo Berlinghieri che non c'entra niente con Berlinguer e che faccio parte del consiglio d'Europa
Spesso mi capita quando sono all'estero di essere trattata con simpatia delle persone che incontro proprio perché il mio cognome ricorda in qualche modo il cognome di Enrico Berlinguer
Ecco quando penso a Enrico Berlinguer mi viene sempre immediatamente a mente l'articolo cinquantaquattro della Costituzione quello lo sapete bene dove si dice che è nostro compito servire la Repubblica con disciplina e onore
Disciplina e onore come un tutt'uno Berlinguer e l'essere al servizio del Paese con disciplina e onore
Non è o almeno non l'UE esclusivamente a un rimando alla sua natura al suo temperamento e a quell'austerità e rigore che lamentava ieri in una bella intervista Luciana Castellina caratterizza la star ditta
Non è lo stile sobrio che ne ha costantemente caratterizzato la vita personale e politica io credo e sento che attiene ad un tratto politico alla matrice della sua traiettoria politica
E a servire la Repubblica con disciplina e onore agire perché la nostra democrazia si completasse arrivando a quell'alternanza che condizioni interne ed internazionali rendevano in quegli anni difficili e drammatici impraticabile
Avere a cuore la democrazia a spingere per il suo completamento era il modo per creare le condizioni di una società più giusta più capace di progredire ad aggredendo le visivo agli anziani gli squilibri
Occuparsi del benessere collettivo e quindi si fondevano il rispetto per la cosa pubblica e l'ispirazione alla giustizia la missione della sinistra
Ho letto in questi giorni alcune riflessioni che anche in buona fede mettevano in guardia dal santino Berlinguer
Cioè dal cedere ad un racconto diciamo gratificante di un leader politico che come tutti ha compiuto anche scelte rivelatesi sbagliate commesso errori
Ecco in realtà io credo si debba non si debba fare l'errore opposto
E non lo si deve fare perché e di questo sono convinta noi soprattutto noi Democratici dobbiamo difendere il ruolo ed il peso della politica nella determinazione e nell'organizzazione della società
Senza la politica senza quindi il pensiero la fatica di capire ciò che accade e lo sforzo di indirizzare verso un orizzonte di giustizia e di progresso
Che sia per tutti e non per pochi prevalgono altre logiche a tre valgono altri interessi e altri portieri
Si radicano disparità sociali generazionali territoriali ed economiche
Sincro stanno recinti ai diritti e alle libertà alle aspirazioni
E la politica che fa la differenza la fa sempre tanto più se vissuta con disciplina e onore
Avere dei maestri come Enrico Berlinguer si ispira ci aiuta
E ci fa sentire che non siamo su voli che siamo dentro a una storia un tracciato che viene prima Dinoi e che noi abbiamo il dovere di testimoniare di rendere viva con le nostre scelte e con il nostro agire Grazia
Abbiamo adesso in videocollegamento un contributo di bianca abbia
Buongiorno a tutti in queste ore mi viene in mente una frase della One World le cui siano state al trattata papà voi siamo siamo di fondo anche questo sui rilievi legate al mondo di oggi
Passa essere sconosciuto interpretata trasformando messo a rischio la visione dell'uomo e il suo benessere della sua felicità la lotta per questo obiettivo è una prova riempire Vivian Chang qui in questa quasi quarant'anni di distanza nella forma o esistenza curano Uilcom panca una nozione comune grande impianti l'accompagnò il giorno dei suoi funerali tutti indicano il cui valore allora e ancora oggi pensano gratuita si terrà veramente limitata circa cantante dai sì comune lì questa stanza in casa Cynthia chiamava che
Parlare paese doverosa partito comunista che ha guidato per dodici anni cresciuto in senso nello sviluppo della società e nessuno libertà democratiche questo esposto al permesso aggravate negli Esteri i leader la gratuità Antonio uomini convinti
No mangiando comune di trasformazione sociale politica e civile capaci radiati anche vinto drammatico storia della repubblica di mettere l'interesse e l'Italia al di sinistra di anche riferite Robert
Gianni Barak grazie grazie grazie Marina grazie grazie ma dico grazie a tutti voi per questa occasione una giornata che è già stata carica
Ecco relazioni
Non sono io che scrive
Questa mattina la cerimonia a Sassari alla presenza del presidente Mattarella e della famiglia dei figli delle tre figlie del figlio Marco di Enrico Berlinguer
Una cerimonia molto intensa
Si sono dette molte cose in queste ore in questi giorni
Qualche anno dopo
Qualche anno dopo la la la scomparsa di Enrico Berlinguer
Mario Tronti ha scritto una frase che a me è sembrata sempre molto il carcere sono io che faccio del trambusto
Forse
No no cellulare spento almeno e modalità aereo
Posso togliere il microfono forse non so
Meglio
Allora dicevo qualche anno dopo la scomparsa di Enrico Berlinguer fu Mario Tronti a ascrive a una frase che a me è sempre sembrata molto indicativa e bella
Maglio scriveva a proposito del segretario del PC si conoscono bene sono gli uomini che non sono niente di diverso da quello che appaiono
Per chi possiede un di più di vita interiore la comprensione e lenta lunga e soprattutto postuma
Io penso che questa definizione di Mario Tronti dia anche ragione
Dell'intensità dell'emozione che ha accompagnato a trentotto anni dalla sua scomparsa e a cento anni dalla sua nascita il il ricordo dell'uomo e il ricordo del politico
E posso sbagliare naturalmente ma io non credo che si tratti di un sentimento di Nostalgia per quel tempo storico
Io personalmente ho un'età tale da dire che in parte l'ho vissuto quel tempo storico almeno lo scorcio finale di quella stagione e non lo sento non nutro alcuna Nostalgia per quella stagione se non per alcuni aspetti di quel momento
Credo che si tratti di altro per chi Enrico Berlinguer ha conosciuto personalmente
E ci sono alcune presenze in questa sala ed i nostri gruppi parlamentari vedo Luigi Barbara Piero per chi ha avuto quella opportunità il rispetto verso la biografia la storia lo stile di quell'uomo
Per gli altri che non lo hanno conosciuto perché sono venuti dopo c'è un sentimento se volete di curiosità
Verso una figura così anomala e così unica
Ed Enrico sta male ho sentito quella la la registrazione del tuo bellissimo intervento nell'aula lo ricordava anche Marina tu a un certo punto dieci rendiamo omaggio oggi ad un grande italiano e credo che sia un'espressione correttissima giusta ma non sempre è stato così io ricordo che mi colpì moltissimo all'indomani della morte
Il titolo dell'editoriale di Repubblica un quotidiano che aveva anche polemizzato con Berlinguer ma che certamente nel suo fondatore direttore di alloggi uno Scalfari nutriva un'immensa stima umana nei confronti della persona
E per tributare il massimo dell'onore del riconoscimento la scomparsa del capo dei comunisti
Repubblica titola il suo editoriale straniero in patria
E non è un caso però è un modo di interpretare la grandezza della persona e di renderli omaggio
Non titolavano è scomparso un grande italiano ma straniero in patria che rifletteva in qualche modo un po'un limite nostro no limite antico profondo nella storia di questo Paese
La critica all'italianità all'essere italiani in una certa concezione percezione come un tratto profondo per qualcuno virtuoso persino un anti italianità virtuosa per tante ali opache Prezzolini
L'idea dietro dietro questo c'è l'idea di un Paese irredimibile
Di un Paese con delle storture con delle patologie con dei vizi per cui quando sulla scena si affaccia la personalità che non ha quei vizi non a quelle storture
E allora diventa paradossalmente un antitaliano non si contrappone alla tendenza di un'italianità
Che che Scimone
E però questa questa dimensione il sentirsi non lesse il sentirsi uno straniero in patria non era l'impronta di Enrico Berlinguer e questa mattina bianca nel suo breve bellissimo saluta la cerimonia di Sassari
Ha ricordato un passaggio un episodio sono sull'aereo presidenziale le Presidente Pertini
Che da Venezia a decolla in mezzo un temporale torna a Roma con la salma del segretario del PC sulle io perché voluto tutti i familiari e e la moglie di Berlinguer vede quando arrivano a Roma che sulla bara
Del marito c'è soltanto la bandiera del partito comunista e chiede che subito venga affida a fare messa vicino alla bandiera del Partito comunista il tricolore perché dice rivolto ai figli così ha detto bianca ricordatevi sempre che vostro padre
è stato un grande dirigente politico ma sempre amato moltissimo il nostro paese
E per l'Italia per il Paese che lo ha consacrato come un punto di riferimento in qualche modo insostituibile
E per l'Italia Enrico Berlinguer ha coltivato una sola strategia nel corso della sua parabola politica della sua leadership dodici anni settanta due ottantaquattro non ha avuto due tre e quattro linee diverse avuta una una sola strategia che ha declinato in modo diverso nei due momenti fondamentali della prima metà degli anni settanta e poi dei primi anni ottanta
E la strategia di Berlinguer resta alta approssimare il più possibile Comunisti Italiani all'esercizio di una responsabilità del governo nazionale del Paese
E non c'è dubbio che dopo la rottura del quarantasette lui è stato il leader comunista che più ha perseguito quel traguardo e più si è avvicinato a quel traguardo non l'ha mai oltrepassato per una serie di ragioni anche legate al contesto storico di quegli anni
Ma lo ha perseguito quell'obiettivo quel traguardo senza mai venire meno all'identità di quella forza
Sapendo quale Vallone quell'identità avesse nella sua grandezza e nella sua tragedia
Nei suoi traguardi e dei suoi limiti nelle sue capacità intuitive ed i suoi errori a volte tragici quale valore però quell'identità conservasse per i militanti di quel partito
Achille Occhetto
Ha raccontato un episodio molto significativo per certi versi dominante Achille era segretario regionale del Partito comunista in Sicilia e come si usava a quel tempo quando il segretario generale del PC scendeva in una regione per un comizio
La parte nazionale o mondiale diciamo veniva screditare chi doveva scrivere la e in particolare del segretario poi il segretario che scendeva il giorno prima andava nella stanza d'albergo
E si sedeva al tavolino con il segretario regionale del partito locale che scriveva insieme con lui la parte del comizio dedicata alla specifica Regione perché avete come oggi no
E dunque il segretario regionale Achille Occhetto e Berlinguer dettava la parte sulla Sicilia
E ad un certo punto
Allora Conte Achille ben due si rivolge ad Occhetto dice Occhetto siamo molti anni prima della svolta potete immaginare insomma Occhetto ma che cosa di restituzione cambiassimo no
E Occhetto asilo dice rimase
Basito da questa domanda
E e Berlinguer giunse più o meno queste parole dice in fondo sai Lenin
Ha cambiato il nome il partito in dissenso Dachau maschi ma erano differenze molto minori rispetto a quelle che ci separa Nocita Prestia fra e ed è una motivazione non non certamente banale Occhetto si si volse verso Berlinguer il quale a quel punto c'è il non sorriso
Forse per dire che lo prendevo un po'in giro e naturalmente quella scelta non la fece perché per tante ragioni ma soprattutto perché io penso posso sbagliare quel traguardo il traguardo del governo l'esercizio del potere non poteva per un uomo come Berlinguer comportare lo smarrirsi di una identità che era
Era lui l'essere comunisti italiani di dove l'aggettivo voi lo sapete meglio di me non era un dettaglio ma era la sostanza
E per lingue essendo prestato in tutte le stagioni della sua vita
Politica e personale un comunista italiano le stato sino alla fine quando la strada del governo e siamo a ridosso degli anni Ottanta la strada del governo gli è preclusa e preclusa definitivamente a quel partito perché c'è stato il preambolo democristiano perché Bettino Craxi ha fatto la sua scelta strategica di alleanza
Di costruzione del pentapartito arriveranno gli anni Ottanta e lì dopo la svolta di Salerno quando dal compromesso dalla solidarietà nazionale si passa ad Alternativa democratica li vive
Livide che cosa li vive li vive anche il dramma e la sfida umana del leader del Partito comunista perché vedete
Tu puoi avere una strategia e non avere un popolo alle tue spalle che sceglie di seguirti su quella linea
Ma era allo è però può capitare
Che tu abbia un popolo alle tue spalle ma che tu sia orfano di una strategia
E in quel momento il Partito Comunista Italiano era orfano della strategia fondamentale di poter accedere all'esercizio di una responsabilità nel governo del Paese e che cosa succede allora e chiudo succede che precisamente in quel contesto dopo il mille novecentottanta la mia generazione una parte della mia generazione scopre
E si innamora profondamente generico Berlinguer
E perché ci innamoriamo di Enrico Berlinguer
Non perché siamo orfani della speranza di accedere al governo ma perché la reazione che il capo dei comunisti ha di fronte al dramma politico in cui entra in in quel momento quel partito la reazione è quella di
Scegliere di apparire
Con categorie profondamente innovative la cultura politica di quella forza la tradizione di quella forza a nuovi approdi
Ed è il Berlinguer il segretario che dialoga
Con fatica a volte con i nuovi movimenti emergenti che si batte contro l'installazione dei missili a Comiso e contro gli SS venti di marca sovietica Pio la Torre qui c'è Peppe Provenzano che l'attore pagherà con la vita
Quella sua battaglia e il Berlinguer che guarda con attenzione al sorgere di un ambientalismo consapevoli dove attivo c'erano belle Ucraina per altre ancora di là da venire sarà mille novecentottantasei Berlinguer non lo vedrà
Il Berlinguer perché
Interroga il pensiero femminista il pensiero delle donne la cultura delle donne e l'incalzare delle tematiche sui diritti civili e della persona e il Berlinguer che sceglie di fronte al blocco
Della prospettiva strategica e politica dell'accesso al governo di non disperdere quel patrimonio enorme un italiano su tre votava ancora comunista
E sceglie di dire a quel patrimonio aveva in particolare la generazione più giovane
Immaginato il futuro pensate il futuro viene al congresso dei giovani comunisti nell'ottantatré a Milano e dice vi propongo un congresso sulla futura Lucia chiamiamo licenziati gli economisti storici filosofi dispetti di religione pensiamo al mondo per come sarà e quella è anche la conseguenza del suo atto più coraggioso la rottura del campo comunista
Con l'assunzione della democrazia come valore universale la conseguenza di tutto questo qual era era un nuovo ordine l'idea il pensiero la possibilità di un nuovo ordine
Esattamente come adesso ma se accetti quella sfida la sola strada che ti è concessa che che data
E nel campus nel combinarsi strettissimo intimo inestricabile di pensiero di un pensiero e dell'azione
Ma insieme pensiero e azione perché solamente il primo senza la seconda testimonianza
Ma solamente l'agire
La cultura dell'agire senza visione
E senza respiro è un concretissimo orfano di idealità ecco questo io penso sia le sue verità io ce la siamo davanti a quello stesso problema pensare l'Europa è un ordine per il dopo per il dopo questa tragedia che in atto
La la la Fondazione meno aggiungo solo questo la fondazione che stiamo costruendo con Enrico sta provando a farlo
Nell'idea che le domande
Servono per pensare e le risposte servono per agire ma se la politica e la sinistra non si pongono le domande giuste a volte c'è il pericolo di imboccare delle risposte su un sentiero sbagliato
E noi continueremo a fare questo ci proveremo con con voi deputati senatori che avete già dato un contributo prezioso decisivo e senza di voi questo lavoro se non è semplicemente non è che non si fa non ha non ha senso bene tutto qui tutto qui ma che cosa è stato alla fine quest'uomo nella sua ultima intervista televisiva lunghissima Giovanni Minoli a Mixer un faccia a faccia io ieri mattina lo ha ricordato in una breve intervista radiofonica quell'intervista e metà mattina con mia sorpresa mi ha telefonato Giovanni Minoli per raccontare i retroscena di quell'intervista Berlinguer ha molto preoccupato delle domande
Sulla sua vita privata personale su cui al parco parco di risposte
Ma alla fine aveva accettato e Minoli con garbo gli aveva posto anche quelle domande lì se n'è andato al cinema e lui dice che sì c'era andato con i figli più piccoli aveva visto i tipi Spielberg una bella storia lo aveva emozionato
E poi c'è la domanda famosa che cosa le dispiace che si dica di lei e luci penso un istante poi si piegano un sorriso non so dire fra di frequente dice che sarei un uomo triste perché non è vero e poi chiede secondo lei onorevole Berlinguer chi è il più grande giornalista italiano
E per il bel ci pensa un po'di più qualche secondo in più
E poi risponde Luigi Pintor che per chi conosceva la sera di quel partito vero amico una risposta banale e qualche anno dopo la sua morte intervistavano Pintor gli dissero
Ma lei era orgoglioso che Berlinguer disse che lei era il più grande giornalista italiano
E Pinto rispose ma cosa vuole che mi interessi distrettuale turista italiano io volevo fare il segretario del PC e questa è la la dimensione in cui quel mondo e poi alla fine la domanda quasi profetica di Giovanni Minoli è che cosa vorrebbe che si dicesse di lei
Che sono rimasto fedele agli ideali della mia gioventù
Che erano quelli del comunismo italiano e di una battaglia che ha condotto con quella
Con quella capacità che cosa è stato tutto questo Mario Melloni nasce democristiano si converte al Partito Comunista grandissimo corsivista satirico sulla prima pagina de L'Unità
Lo concedo così è stato un uomo politico punto vi pare una banalità grazie
Bethanie
E adesso possiamo rimandare il video di biancastri per sentirlo bene perché non non l'abbiamo sentito bene
In queste ore
Una frase quella e più alto che sono state pronunciate da papà voi siamo convinti che il mondo anche questo terribili ricatta l'uomo di oggi possa essere sconosciuto interpretato trasformato messo al servizio dell'uomo verso il benessere della sua comicità Allotta per questo obiettivo provate può riempire innanzitutto una e se a quasi quarant'anni di distanza nella forma questo Paese sembra pure a lui con tanta commozione affetto Grande
Rimpianti appunto quello che lo accompagnò intorno con i suoi funerali perché in tanti in cui vanno allora e ancora oggi pensano la sua vita sia stata interamente dedicata ricerca ebbene venti quest'affare Italia come la chiamavano che paese povero anonimo partito comunista che è andato perduto di Shanghai Sciuto in senso sviluppo sostituendo il suo libertà democratiche questo permesso a mio padre di esteri inviterei la tranquillità donne e degli uomini e miti
Da un progetto comune di trasformazione sociale litiga incivile e capaci ancora avviato dopodiché armati
Storia
Della repubblica di mettere i Ligresti l'Italia a dismisura
Anche di quelli del proprio perché
Intanto voglio molto ringraziare Bianca Berlinguer questo contributo c'hai fatto un grande regalo sono particolarmente grato che abbia voluto farlo che abbia voluto registrare questo video questo breve video ma così intenso e con delle parole così belle voglio ringraziare il gruppo ovviamente
E voglio molto ringraziare Gianni per le cose che ha detto che sono veramente di profondità di intensità credo che l ci rifletteremo a lungo io per parte mia voglio concludere questa nostra giornata che è cominciata questa mattina in Aula alla Camera
E che proseguita poi con la l'occhio e l'orecchio a quello che HP Deva a Sassari con le celebrazioni alla presenza del Capo dello Stato
E con questa nostra riflessione tutta nostra
In casa nostra quando dico casa nostra dico
Ma guardo gli amici Fornaro è
E altri dico in casa nostra ecco insomma siamo veramente qui tutti in casa nostra
E nella sala che porta il nome di Berlinguer quindi a maggior ragione con lei il senso di questa continuità Esine permettete voglio fare
Tre brevi riflessioni
Che sono tre riflessioni che hanno a che vedere proprio con il nostro essere partito democratico e il tipo di
Riflessione che questa giornata mi spinge a fare in quanto segretario di questa comunità
La prima
è legata il temi di questi giorni si sta molto discutendo di nuova architettura europea si sta molto discutendo del futuro della il diritto di tetto l'allargamento un'Europa più efficace e più forte
è un momento incredibilmente
Creativo costituente forse potenzialmente a livello europeo se ne parla tanto
A me colpisce molto una cosa e colpisce il fatto che quando ripensato in questi giorni ho cercato di riprendere un po'di materiale del passato del nostro passato su questo percorso potenzialmente costituente europeo alla fine
Mi è andata naturalmente l'attenzione a quel famoso a documento Spinelli della febbraio del nera centottantaquattro
Che conoscete bene
Quel documento esprimere sebbene novecentottantaquattro era un documento che era stato redatto e lanciato
Ed era diventato poi un atto votato dal Parlamento europeo nella sua maggioranza da parte di un eletto del gruppo del Partito comunista italiano
Perché Altiero Spinelli nemmeno centosettantanove con una scelta appunto ti Enrico Berlinguer era diventato
Eletto era passato dalla parlamento nazionale al Parlamento europeo ed era riuscito lì fondando il club del coccodrillo e tutte le altre
Iniziative che aveva messo in campo e guardate che per quel tempo che un eletto nel Parlamento europeo di un partito che si chiamava Partito Comunista riuscisse
A convincere l'intero Parlamento europeo
A votare un testo che è di una modernità leggerlo ancora oggi anzi esattamente quello che avremmo dovuto fare che purtroppo per una serie utili
Non è stato possibile fare nei decenni e che in fondo dovremo andare a recuperare dai il senso della visione che c'era dietro quelle scelte di quello sguardo lungo molto europeo
Che stava dietro le scelte di Berlinguer
E questo mi porta alla seconda riflessione riflessione alla quale tengo molto che su molto riflettuto in questi giorni pensando alla giornata di oggi giornata di oggi sono le belle importante
Avrei voluto essere anch'io a Sassari purtroppo bisognava essere qui oggi a Roma in aula
Sassari che permette molti di voi non lo sanno ma una città che conta molto la mia vita perché la mia mamma di Sassari perché liceo Azuni è un liceo che nella mia diciamo storia familiare un liceo importante perché ho sempre vissuto Sassari con una dimensione di anche di legame molto forte perché Sassari vuol dire vuol dire Berlinguer vuol dire ovviamente Cossiga vuol dire segni
E Sassari è una veramente è una capitale diciamo della politica italiana è stata una capitale della politica italiana con una fortissimo legame tutte queste vicende e e la riflessione che voglio fare queste
Mi ha mi addentro in un terreno che poi Gianni mi dirà
Una riflessione forzata oppure no ma ma io penso penso che sia flessione che insomma arrischiata ma profonda e cioè che alla fine non soltanto come giustamente oggi ho sentito Piero che che faceva un riferimento durante il dibattito che c'è stato in aula non soltanto Enrico Berlinguer è stato il capo del più grande partito comunista europeo
E occidentale ma è stato il Catto di quell'unico partito comunista
Che ha lasciato una traccia
Che vive oggi nella vita di tutti i giorni
Nella politica di tutti i giorni
E quindi ho voluto riflettere su questo tema perché non è un tema secondario questo per il comunismo c'è stato dappertutto in Europa ma c'è stato un unico paese dove quella traccia
Ha avuto dei seguiti e non è crollato tutto sotto le macerie del muro di Berlino e per quanto riguarda l'Italia anche sotto le macerie della Prima Repubblica
Ma c'è stato qualcosa che è successo che ci porta fin qui oggi essere qui in una sala che si chiama sarà Berlinguer con un partito politico che orgogliosi di avere una parte delle sue radici importante lì
E alla fine
La riflessione è un po'in quel ragionamento sugli aggettivi che faceva Gianni prima e cioè in quel concetto di diversità di originalità che accompagnato una storia complessa difficile del Partito Comunista Italiano
Ma di cui Berlinguer è stato chiaramente il principale poi artefice cioè l'idea di una storia tutta italiana
Tutta italiana quindi con una profonda specificità italiana nazionale e che da questa specificità è riuscita a trarre una linfa e una capacità di spingere l'originalità del pensiero a tal punto che questa ha consentito di travalicare poi la storia che invece ha travolto tutto il resto della storia comunista mondiale e europea
E oggi noi siamo qui anche per quel motivo in fondo questo tema della fatto che quella storia ha dato dei semi che hanno dato dei frutti e quei frutti sono ancora qui e sono parte della nostra lavoro collettivo e in fondo se posso permettermi lo faccio molto facilmente perché come noto io vengo da un'altra storia
Quei segni danno dei frutti che ancora oggi hanno degli affetti perché svolgono un ruolo anche nei confronti di coloro che vengono da un'altra storia ma che sono disposti al confronto all'osmosi a una a un farsi influenzare commi fonda ch'io mi sento di fatto influenzato profondamente da quell'idea da quei valori
Da quella voglia di interpretare la politica in quel modo che oggi fondo ci torna
All'attenzione con grande interesse quel tema della sobrietà quel tema del spettro quel tema del rispetto per tutte le parti politiche
Mentre
Gianni parlava e si faceva riferimento a quella intervista di Minoli io ne è venuto un flash di immaginare cosa sarebbe stato Enrico Berlinguer ai tempi dei social
E non non riesco nemmeno a immaginare il lì l'impatto nel rapporto così intrusivo in fondo dei social che che che distrugge qualunque capacità di avere vita privata e di avere un rapporto di questo genere però ecco mi premeva insistere su questo punto
è importante
Che si sia noi in fondo anche orgogliosi di questa continuità
Ed il fatto che questa continuità se c'è stata ha voluto dire che questo è uno dei successi di quello che è stata quella storia quell'originalità quella diversità so che la parola diversità è una parola che ha fatto molto discutere nel mondo
Del comunismo italiano per una parola che oggi mi sento di riprendere perché oggi quella parola
Probabilmente ha consentito di arrivare fin qui perché ha reso tutto quel talmente specifico originale e con una forza propria che ci consente oggi di essere qui e la terza riflessione questa proprio la faccio da segretario del partito
è l'eredità politica e anche il dieci quali sono le nostre eredità politiche che alle volte questo un tema che noi in tutte le nostre varie fasi della vita di questi quindici anni dal due mila e sette quasi quindici anni insomma due mila sette che festeggeremo in quindici anni a ottobre il quattordici ottobre di quest'anno
Però il tema della nostra eredità di ci siamo lo cerchiamo sempre di sviluppare alle volte attraverso immagini altre corse attraverso nomi citazioni i più gettonati sono chiaramente Moro e Berlinguer
E sono gettonati
Per le storie perché cosa hanno rappresentato nella nostra vita politica
Ma io mi sento di e qui veramente di insistere su un punto che oggi per la brevità del tempo che avevo a disposizione o semplicemente accennato come titolo
Ma quale credo profondamente e me lo dico in finale perché prima di concludere questo breve momento che del quale vi ringrazio tutti della presenza credo che sia molto importante che non lo sviluppiamo questo punto di più di quanto l'abbiamo sviluppato fino a oggi e cioè il fatto che noi il partito democratico nasce non contro
E in antitesi a quella Prima Repubblica
Ma il Partito democratico nasce come sublimazione del meglio
Di quella Repubblica la Repubblica della Costituzione della Repubblica del miracolo economico la Repubblica che ha battuto il terrorismo
Con le modalità con cui lo abbiamo battuto con la Repubblica di cui dobbiamo essere molto più orgogliosi di quanto invece normalmente siamo e tutto questo ci obbliga a una riflessione sulla nostra eredità
Su chi siamo e da dove veniamo
Che che alla fine mi porta a dire che io nella storia
Politica non soltanto italiana ma anche europea anche mondiale io di casi come il nostro io non ne conosco mica tanti di casi nei quali si è riusciti a fare un amalgama
Questo famosa amalgama mi ricordo tanti dibattiti sulla parola amalgama quel famoso amalgama che è riuscito
Perché è un una una di una questione sulla quale noi oggi possiamo dire di aver vinto la nostra scommessa
Se siamo qui con la responsabilità sulle spalle e dare un futuro a questo Paese in una fase nella quale oggi
Comunque gli italiani guardano a noi c'è una parte importante degli italiani guarda noi cioè un partito che ha dietro le spalle quelle esperienze ed è riuscito a prenderne il meglio da metterle insieme
E ovviamente hanno rimanere fermo semplicemente come e tante volte è capitato da alcuni partiti a rimanere fermi un po'come dire al al museo
Al partito che mantiene in vita un vessillo un nome una storia ma che non fa politica poi l'attualità non siamo riusciti a fare qualcosa io trovo straordinari quando dico noi chi è venuto prima di me non è che dico io noi tutti insieme
Siamo riusciti a fare qualcosa che attraverso l'esperienza straordinaria dell'Ulivo
è riuscito a farci conoscere a vicenda tutti insieme a prendere queste esperienze e a renderle qualcosa di fondamentale nella vita concreta del nostro agire politico in una logica non museale
Ma nella logica veramente del seme dei frutti e del ciclo della vita per cui oggi tanti valori e tante
Caratteristiche per le quali si celebra la figura di Berlinguer ci tornano oggi caratteristiche interessanti e importanti sulle quali riflettere e sulle quali fare azione politica
Così come la stessa cosa Beppe Barra quando rifletteremo ragioneremo su altre personalità e su altre storie
Però permettetemi di dire che questo ragionamento ammetto ornato più forte e anche più semplice farlo oggi proprio per la mia storia mia provenienza e invece per quello che oggi con un appuntamento importante come centenario della nascita di una personalità così
Eminente nella storia italiana
Con quel ragionamento al quale che è stata la prima cosa che mi è venuto di getto ieri quando ho cominciato a scrivere cosa ha detto stamattina
Rendiamo omaggio a un grande italiano perché alla fine è così perché alla fine Berlinguer è diventato veramente nell'immaginario collettivo un grande italiano e questo è stato secondo me una cosa molto importante anche troppo rispetto alla sua storia quello che lui ha rappresentato e l'immagine che ci ha raccontato Gianni con la bandiera tricolore
Sul viaggio di ritorno da da Venezia è credo belle intensa forte e assolutamente vera perché quella è stata la caratteristica principale quindi terminò semplicemente dicendo che mi piacerebbe che questa giornata è questa riflessione appunto fosse qualcosa di più delle cose che ne facciamo tante Mino Dinoi
Celebrazioni e anniversari discorsi non col di commemorazione no io vorrei che ci rimanesse di questa giornata qualcosa in più cioè il fatto che noi siamo un organismo vivente
Un partito politico è un organismo vivente e lire sulla base di questa nostra capacità di rendere ancora più vivi e forti
Questi valori che la storia dalla quale veniamo e sapendo che questa è una grande responsabilità che abbiamo ancora maggiore quindi questo vuol dire che anche i nostri comportamenti devono essere all'altezza anche di tutto questo
Non possono essere comportamenti che siano totalmente staccati sguaiati o non in sintonia con questa storia con questa
Responsabilità ho voluto aggiungere alle bellissime parole di Gianni alla bella testimonianza
Di bianca ha voluto aggiungere queste riflessioni perché m'è sembrato importante che questa giornata nel nostro lavoro collettivo
Potesse darci questa piccolo spazio di riflessione in più su chi siamo e anche darci il senso della responsabilità del ruolo storico che noi abbiamo in questo tempo
Perché quando io penso ai grandi personaggi della nostra storia politica viene naturale immediatamente il senso della nostra inadeguatezza
E lì la prima diciamo reazione coniughino via rispetto ai personaggi che poi la storia ci riporta nella modalità in cui la storia li racconta sempre l'immediata inadeguatezza
E però è anche vero che quando
Penso a Berlinguer fece quelle scelte fece quei passaggi si sentiva veramente anche lui in quella condizione di difficoltà ma le ha fatte quelle scelte
E quelle scelte poi avendole fatte hanno portato dei risultati ed è oggi quella la nostra responsabilità sapere che nella nostra inadeguatezza però abbiamo
Una responsabilità storica e l'avremo nei prossimi mesi perché i prossimi mesi guardate che noi saremo chiamati a fare delle scelte strategiche difficili
Tanto difficili come quelle che furono fatte negli anni di Berlinguer
E da quelle scelte che faremo dipenderà il futuro del nostro paese perché se noi le facciamo in un modo o nell'altro modo non ci sarà qualcuno che si potrà sostituire andranno unico se non le sbagliamo
Andranno coi le conseguenze in una certa direzione quindi credo in questo senso anche della nostra
Capacità della nostra aspirazione a non essere inadeguati nostra aspirazione è essere invece in grado con responsabilità di giungere a questi punti a questi livelli come il dibattito di stamattina
C'ha portato a vedere questo Parlamento che ha discusso nella modalità in cui è discusso dell'unico che ha anche lui preso la parola questa mattina gli altri interventi che ci sono stati tutte le riflessioni che ognuno di noi farà faremo in giro per l'Italia in questo
Hanno centenario della nascita in cui ci saranno tante iniziative che io vorrei che le sviluppa siano anche un questa capacità di far fare a tutti noi collettivamente un passo in avanti grazie