Corrispondenza di Augusto Sainati dal 75º Festival del Cinema di Cannes

Al termine della settantacinquesimo edizione a canna ci si chiede dove sta andando il cinema
Roberto Rossellini presidente di giuria in una memorabile edizione degli anni settanta aveva già fatto un convegno con i colleghi in una sorta di psicanalisi collettiva sul proprio lavoro
Quest'anno l'esperienza si è ripetuta in un incontro disteso su due giorni che ha riunito cineasti di tutto il mondo intorno al tema il cinema e ora è chiaro che stiamo rapidamente vivendo anche a causa della pandemia un cambio di paradigma istruttore di pubblico di modi di vedere i film
E allora è urgente interrogarsi perché la percezione di molti se non di tutti
E che si debba inventare un nuovo linguaggio nuove forme narrative nuovi contenuti che sapeva trarre le generazioni più giovani alle quali tolti i grandi festival del cinema fruito in modo tradizionale non basta più
Il delegato generale di canne Thierry Frémaux ha aperto gli incontri chiedendosi se proprio ora che tutto il cinema e la comunicazione audiovisiva è dominante non si debba registrare paradossalmente la sconfitta del cinema
Costa Cabras non è pessimista l'uomo avrà sempre bisogno di qualcuno che racconti una storia piccola o grande che sia e per Mathieu Kassovitz autore nel novantacinque del fortunato l'odio c'è comunque bisogno di Poesia quella poesia che solo l'immagine del cinema sanno dare
Molti vedono il problema della velocità della comunicazione a cui ci ha abituati internet il cinema dice Guillermo del Toro ci permette di digerire le immagini la Rete offre troppa informazione per permettere di metabolizzare ma per Paolo Sorrentino in tv è difficile ricordarsi delle immagini perché l'immagine a un potere e le immagini solide quelli che il cinema ci fa ricordare per sempre passata la televisione non restano impresse nella memoria
Il cambiamento in corso influisce su molti aspetti uno è quello delle sale hanno ancora un futuro un ruolo oppure un'epoca si è chiusa
Un altro problema forse collegato a questo è quello dell'educazione bisogna dare una formazione specifica sulle immagini fin dall'infanzia lo dicono all'unisono Michelle Hazanavicius Costa Cabras e del Toro
Occorre disporre i ragazzi e le immagini perché sappiano poi farne un uso consapevole
Per tutti però il cinema resta e resterà perché non si limita a dare informazioni ma offre un punto di vista sul mondo
Il cinema risponde a un'unica domanda dice il regista israeliano datarla piccole e si può riassumere in un'unica storia che cos'è la vita
L'ultima volta che il cinema si è posto questa questione esistenziale lo ha fatto con la Nouvelle Vague
Sarebbe forse il momento di ritornare a quell'antica e sempre attuale domanda di fondo perché non siamo alla fine del cinema ma soltanto alla sua trasformazione
Dachan per radio radicale Augusto Sainati