Incontro a partire dai volumi "Italia e Balcani. Storia di una prossimità" di Alberto Basciani e Egidio Ivetic (Il Mulino, 2021) e "La face cachée de l'empire. L'Italie et les Balkans, 1861-1915" di Fabrice Jesné (École française de Rome, 2021)

Allora
Buonasera a tutti attendono un attimo che accendiamo qualche luce
Allora buona sera benvenuti vi porto il saluto della Biblioteca di storia moderna e contemporanea voi che siete qui e a chi ci segue indiretta in collegamento
Facebook questo incontro che ci fa molto piacere di ospitare in biblioteca perché ha un incontro sul tema in di grande interesse Italia e Balcani che discuterà proprio dell'uscita di due libri nel due mila ventuno dedicati a queste tematiche seppure naturalmente con diversi
Italia interessi che poi vi dirò e e questo ci fa molto piacere anche voglio dirvi che l'ultimo incontro di questa stagione
Abbiamo comunque sempre continuato nelle nostre attività pur nel periodo del covo Vidin un perì in un certo periodo ne facevamo solo on line a questi incontri fa abbiamo ripreso in presenza e quindi insomma la Biblioteca ha continuato a essere un pongo con punto di riferimento e di discussione
Per quanto riguarda gli studi storici oltre che essere appunto un luogo che conserva le fonti e che le rende disponibili nelle proprie
Sale studio allora vi dicevo che presentiamo questa sera due libri quindi questo incontro dedicato a discutere di questi due libri usciti entrambi nel due mila ventuno quindi uno è si intitola Italia Balcani storia di una prossimità di Alberto Basciani e Egidio i vecchi c'è spero di Prüm Hive Ticciati
E uscito per il Mulino nel due mila ventuno e l'altro invece il libro di Fabris Resnais
La Fast cachet delle metà delle impigliata l'Italia e le Balcani mille ottocentosessantuno mille novecento quindici che è un volume pubblicato dalle col Frances di Roma
E gli autori sono qui presenti Basciani e Angels nei sicuramente dopo interverranno ma saluto intanto i relatori che sono qui al tavolo
Sono Mary boss Selke assegnista di ricerca presso la Scuola Superiore meridionale di Napoli ma ha lavorato anche lei con le col Franzese insieme abbiamo anche conoscere se ne organizzato quando c'è se ne era responsabile degli studi moderni nelle col Frances abbiamo organizzato insieme
E molti attività tra cui un'interessante programma di seminari internazionali no ai rom semi nasca è stata un'esperienza di grande interesse che poi abbiamo dovuto interrompere e speriamo di nel riprendere prossimamente
E Emanuela Costantini che ricercatrice di Storia contemporanea all'Università di Perugia alla quale tra breve lascerò la parola perché lei introdurrà il tema e e e modererà l'incontro
Scusate ho perso un colpo
E Luca Riccardi che insegna Storia delle relazioni internazionali all'università di Cassino e del Lazio meridionale quindi io lascio la parola a Emanuela Costantini auguro buon lavoro e sono certa che sarà un l'incontro di grande interesse GRA
Grazie
Prima di cominciare vorrei ringraziare gli organizzatori di darmi la possibilità di discutere questo sia due volumi che appunto vertano su lo stesso tema che in parte condividono lo stesso titolo e io volevo cominciare proprio su la cosa sulla quale hai appena finito
Che e il fatto che anche se sono due volumi sullo stesso tema sono dei volumi che in qualche modo sono diversi e anche quasi opposti nella misura in cui abbiamo lo dal punto di vista del formato una mondo grafia un volume che enorme di quasi seicento pagine
E dall'altro lato un saggio molto breve estremamente denso il che si vede anche dal punto di vista della periodizzazione perché il volume di Fabrizio S. tratta di un periodo circoscritto più che fa dall'Unità
Quando in Italia comincia a costituirsi una politica estera fino alla Grande Guerra quindi tratta di una buona parte del verrà dell'Italia liberale mentre il l'altro volume a una periodizzazione estremamente annuncia dato che il volume comincia nel Medioevo e va fino ad oggi il tutto radunato e in cinque capitoli e se guardiamo questo sviluppo cronologico raccolto in quattro capitoli Minna tre capitoli
Tratta anche se c'è questa periodizzazione molto ampia dedica una parte importante alla politica balcanica dell'Italia in quanto stato
Per questo occupa tre capitoli
Un altro punto di opposizione e che abbiamo da un lato due autori che hanno scritto un libro che costituisce quasi due liberi dentro con lo stesso saggio già così preda in quota abbiamo una differenza di stile di impostazioni e anche in qualche in che misura di questioni storiografiche è una aspetto che vorrei discutere
Mentre dalla Torah dall'altro lato abbiamo un autore unico
E anche se guardiamo alla natura dell'opera da un lato c'è una sintesi di vedute estremamente ampia che cerca di ricollocare la storia dei rapporti Italo balcanici nella storia più generale dell'Europa e che è basata su una storiografia ora di biografia estremamente ricca organizzata bene in modo schematico in modo molto utile alla fine del volume quindi è veramente un lavoro che a strapiombo
Mentre dall'altro lato c'è una ricerca che tratta da una tesi di dottorato cari anni e anni di ricerca
Sulle fonti estremamente numerose
Rizzo e diverse fonti d'archivio e fonti pubblicate
E che è stata rielaborata per diversi anni allora e un lavoro che io avevo avuto la possibilità e la fortuna di leggere già nella sua prima versione di tesi di dottorato dato che Fabris io abbiamo lo stesso maestro perché siamo entrambi agli occhi di CIPE qui quindi ho potuto vedere anche l'evoluzione storiografica e problematica tra la prima versione di questo lavoro e quello che leggiamo oggi
Sotto la forma di una riflessione su la storia imperiali un aspetto su qui tornerò quindi abbiamo due progetti che sono in vere dove oggetti anche che sono abbastanza diversi ed è molto stimolante e farne una lettura
Se contemporanea e incrociata anche perché in realtà in
Se no a questi rapporti italo balcanici c'è un angolo di approccio che comune ovvero i libri trattano della politica estera dell'Italia nei confronti dei Balcani
Per dirlo in un altro modo vera politica balcanica dell'Italia quindi abbiamo un approccio che e di relazioni internazionali anche se questo viene inteso in senso lato avrò l'occasione anche di di tornare su questo aspetto
E la cosa che possiamo dire come poi lettura d'insieme di questi due volumi e che questa politica sì caratterizzata e la sua discuta in vita dalla sua discontinuità e dalla sua frammentazioni
Sia nel contesto italiano medievali e moderno in qui Venezia come ha dimostrato bene Egidio invece gli i feticci al scusate la pronuncia
Quindi Venezia ha un ruolo di primo piano dato la sua prossimità
Con la regione balcanica e una discontinuità che troviamo anche nel contesto unitario dei secoli diciannove stimolo che ventesimo in particolare nell'Italia liberale che si deve inventare del tutto una politica estera in quanto lo il nuovo è stato aspira ad essere una grande potenza europea e mi detti era mia
Quindi e quello che esce molto chiaramente dalla lettura dei due libri e entrambi i libri
Dedicano un'attenzione molto importante ai progetti non realizzati a le occasioni perse e anche alle discordanze tra progetti estremamente ambiziosi e realizzazioni tutto sommato che possono essere abbastanza limitati
Questa discontinuità riguarda anche
La conoscenza che sia in Italia dei Balcani ed è aspettò che vorrei affrontare nella mia discussioni conoscenza sia nel settore dirigi ante dirigente che nell'opinione pubblica
Grazie a
La lettura di questi due lavori possiamo identificare dei momenti Ciardi
Ne era a conoscenza di dei Balcani in Italia come per esempio l'indomani della crisi zio d'Oriente degli anni settanta quindi con il ruolo importante degli anni ottanta o l'età giolittiana dopo la disfatta di Adua che segna un momento di per lui direzione della politica estera italiana verso
L'aria balcanica
L'altro aspetto che risale bene da da queste opere e che c'è una dimensione un'idea Rizzi anale dei rapporti Italy Italo balcanici certo ci sono dei cambi in entrambi degli scambi in entrambi i sensi in particolare economici e culturali però la politica di espansione
Va solo in un senso che e dall'Italia verso e i Balcani e tornerò anche di su questo punto
Allora letti insieme questi due volumi danno una divisione d'insieme e una su lo studio approfondito di questa politica balcanica dell'Italia
Allo stesso tempo per l'Italia unita come detto ma anche sulla lunga durata e da questo punto di vista rappresentano un contributo molto importante su la storiografia dei rapporti tra Italia i Balcani sia in Italia che in Francia allora in Italia esiste una bibliografia estremamente ricca su i rapporti tra Italia e balcaniche vediamo bene in entrambe le opere e che risale già al ma a metà del Novecento e per certi riguardi all'epoca stessa dell'Ottocento
Ed è stata una storiografia che si concentrava su alcuni grandi figure alcuni momenti diplomatici importanti guerre trattati crisi alcuni anche istituzioni e poi ci sono stati vedi degli studi più di di natura economica penso anche in studi sul confine orientale però dal lato italiano mancava una sintesi e il volume curato da Alberto Basciani e Egidio identici fornisce questa visione d'insieme che restituisce allo stesso tempo la lunga durata di questi rapporti e la loro complessità e per quanto riguarda il lato francese il lavoro di Fabrizio escono insieme con il mare una lacuna
Nella storia italiana che ha una tradizione molto importante in Italia in un contesto di crescente e anche del rinnovato interesse per i rapporti tra l'Italia e il Mediterraneo orientale che aveva già avuto un momento importante con la pubblicazioni del dell'opera magistrali di dare Daniel conosce negli anni novanta di qui il lavoro di Fabris riprende alcuni spunti però il lavoro di Fabris credo anche un contributo all'altro storiografia italiana in quanto Fabris è molto inserito nelle nei dibattiti storiografici italiani
E lo vediamo bene anche nel l'le opere con qui dialoga in quest'opera allora io oggi propongo di discutere più specificatamente il periodo liberale il che corrisponde al libro di Fabris e al capitolo tre del dell'altro volume anche la fine del secondo capitolo e l'inizio del quarto capitolo mi limito a questo periodo perché quello che conosco meglio dato nelle mie proprie ricerche che hanno riguardato per la mia la tesi di dottorato la questione della conoscenza
E la costruzione dei saperi sul mondo turco ottomano nell'Italia liberale dall'Unità fino alla guerra Italo ottomana e poi come hai detto anche lavorato sulla questione della presenza italiana nell'impero ottomano
Quindi tratterò c.d. questo periodo sviluppando in particolare tre punti il primo riguarda la questione della conoscenza e del sapere
Il secondo riguarda la dimensione imperiale
Destro di che vengono proposti ed il terzo punto e riguarda delle questioni sostantivo più metodologico vorrei soffermarmi in particolare sulla questione del compara cinismo
Allora come decimo il mio primo appunto riguarda la conoscenza cioè la conoscenza
E il sapere sui Balcani che viene prodotto che esiste in Italia sulla lunga durata e quindi in particolare nell'Italia dal liberale
Ed è una domanda molto importante per pensare questa questione della prossimità che e molto che ovviamente al centro e del volume curato dai due autori spero che anche molto importante nel libro di far west
E o il sentimento
Alla lettura incrociata da questi due volumi che in realtà abbiamo piuttosto a che fare con una storia di scarsa conoscenza il termine esatto che vorrei usare qua e il termine di connesso
Che non esiste che di cui non conosco almeno l'equivalente in italiano quindi quasi sarebbe secondo scienza in qualche modo quindi per questo uso
L'adozione di scarsa conoscenza quindi una scarna una scarsa conoscenza
Che esiste nonostante la prossimità delle due realtà o piuttosto abbiamo a che fare a una specie di oblio
Cronico è ricorrente di una una ignoranza
Ricorrente e quindi una necessità ripetuta di studiare e di chiacchiere questa realtà ditta PM le dimensione e le complessità
Allora per esempio
Vediamo prima dell'unità alla fine il capitolo secondo scritto da Egidio il vertice che quindi che conclude il periodo moderno come il tramonto di Venezia in quanto entità politica si accompagna anche a una perdita di familiarità con delle eccezioni nel tempo i gli anni Quaranta nello spazio quindi la la zona che va da Venezia fino alla Dalmazia
E con alcune figure come per esempio Niccolò Tommaseo
Però come lo scrive l'autore che cosa lo cito che cosa fossero veramente i Balcani oramai sfuggiva alle élite intellettuali quindi possiamo dire in qualche modo che l'Italia unità non eredità un corpus di conoscenze
Degli individui preparati in materia e una familiarità quindi da questo punto di vista tutto e da costruire ed è precisamente uno una delle cose che sfuggirà il libro di Fabrizio S.
Che
Rintraccia da un lato la costituzione di una Expert chissà su l'area balcanica che si accompagna anche all'apparizione di figure gli esperti di questa area che Fabi si chiama i Balcani Steve
E e per esempio la figura paradigmatica da questo punto di vista che e anche molto presente nell'altra opera e ha Antonio Baldaccini Ambar cani sta per eccellenza e questa costituzione di Expert system
Sì accompagna anche alla costituzione di saperi e di conoscenze sulla zona
Questa
Costituzioni di saperi enologi scio etnografici
Geografici linguistici e l'oggetto del quinto tacchi giuro
Che le considera anche sotto l'angolo all'angolo del soft power e dell'ideologia
Ma lo troviamo anche altrove per esempio nelle riflessioni sviluppate sui primi tentativi di fare di cartografiche di cartografate di fare un Mattingly Balcani all'indomani della crisi
D'Oriente degli anni settanta e del Congresso di Berlino o anche nelle delle pagine che sono sviluppate sull'archeologia
Nel capitolo sei e che sono collegate alla questione delle missioni militare o diplomatiche in particolare a Creta e quindi il libro rintracciati sia la Costituzione di un corpus di conoscenza che la creazione o la riorganizzazione di istituzioni di studio quanto la creazioni di cattedre delle riviste delle pubblicazioni
E così via e la cosa interessante e che sono dei saperi che non sono tutti prodotti da quello che potremo chiamare studiosi professionisti in quanto siamo in un periodo ancora nel corso dell'Ottocento di professionalizzazione del sapere e e e delle scienze anche delle scienze su quello l'Oriente quindici è tutta un'altra serie di attori
E definite entra la questione dell'Expert system
Questa riflessioni sull'export cinese nelle relazioni internazionali si inserisce si colloca in un quadro molto più ampio e qua penso per quanto riguarda la storiografia francese al libro curato da Fabbri se stesso con la mia Gian siccome sa che andò nel due mila diciotto studi esperti nella diplomazia attorno alla questione delle competenze o più recentemente due anni fa nel due mila venti
Il libro curato da Filippo Comerio dove è nato e sono tardano dai che riguarda più specificatamente al periodo e al contesto dei mandati e che lavora anche a partire da un contesto molto più qua allentato
Dell'expertise
Quello che vediamo qua in lo studio più preciso di chi sono queste figure di esperti nel libro di femministe che sono innanzitutto dei uomini di terra di campo noi dei studiosi formati a monte
E per questo questa riflessione non è concentrata nel capitolo quinto su la formazione di saperi quasi disciplinari ma riguarda tutto il volume
E vediamo che questi esperti hanno dei profili molto diversi quindi troviamo dei giornalisti degli attivisti dei militari che giocano veramente un volo molto importante dei viaggiatori
Anche degli studiosi sapendo che tutte queste categorie e queste professioni e queste professioni si possono sovrappone re e soprattutto un ruolo molto importante dei consoli
Allora qua ricordo anche l'importanza dei lavori dedicati da Fabris ai consoli a consolati in particolare la rete consolare italiana nel Mediterraneo la cosa che vediamo e che i consoli giocano un ruolo di primo piano per esempio persone come Enrico De Gubernatis
Data precisamente la loro presenza sul campo la con la conoscenza delle realtà locali e anche la costituzioni di network che vanno al di là delle semplice relazioni diplomatiche
E vediamo anche che altre figure della rete diplomatico consolare giocano ruoli importanti penso qua a la figura dei da domani cioè degli interpreti che avevo portato ma ho avuto l'occasione di studiare in un altro contesto
Che sono delle figure che vengono reclutati localmente precisamente per la loro conoscenza del campo e che sono implicati
Ben al di là dei lavori di interpretariato e traduzione penso per esempio al ruolo dei di uno dei tre mani nella commissioni di di una con una commissione di disegno delle frontiere
Dopo la crisi d'Oriente degli anni settanta
Quindi la cosa qui assistiamo e ha la costituzione di conoscenze e di competenze però le iniziative istituzionali per esempio penso qua all'Istituto orientale orientale di Napoli e vengono effettuate e come dire attuate in ordine e disperso e e la conclusione comune che possiamo trarre de la lettura dei due libri appunto che se l'esistenza e l'aumento di figure di esperti vero abbiamo a che fare con una conoscenza dei Balcani che abbastanza limitata
Una conoscenza limitata nell'opinione pubblica anche se e ristretta all'epoca tranne per momenti mediatici che sono momenti di crisi e di guerre che vengono studiati in dettaglio in entrambe le opere
Ma soprattutto l'impressione che ho avuto leggendo i libri e che questo sapere ha avuto un'influenza abbastanza limitata sulla sfera di di di decisione e su l'azione politica dell'Italia nei Balcani allora qua mi riferisco a una cosa che scrive
Appunto
Alberto Bassani nel terzo capitolo quando dice che cito mancavano i nostri esperti di una capacità di osservazione a puro scopo documentario scientifico esteso il groviglio balcanico era ricondotto hanno sorta di cortina fumogena di disinformazione levata dalle potenze concorrenti dell'Italia
Con il risultato di una comprendere l'essenza delle grandi trasformazioni in atto nella Regione
Allora
Fatto questo questa osservazione una domanda che vorrei rivolgere ai gli autori di entrambi i libri e di sapere perché se
Così poca influenza su l'azione politica
Quindi perché questo impatto limitato sulle scelte politiche dell'Italia
E io vorrei sapere anche se stimano che questa sia la causa dal carattere un po'erratico della politica balcanica dell'Italia eventualmente anche dei suoi successi limitati poi vorrei chiedere anche perché c'è questa conoscenza limitata o piuttosto non durevole non strutturata perché c'è sempre da ricominciare a conoscere e a capire i Balcani
Ma
No fiacca
La sera del la domanda è aperta ai lettori diciamo e queste domande in realtà più profondamente interrogano la natura stessa della prossimità che viene studiata nei due libri
Cioè abbiamo a che fare con una prossimità senza conoscenza
Abbiamo una vicinanza senza familiarità perché dopotutto si può benissimo non conoscere i propri vicini quindi il mio invito qua e ha qualificare la natura della prossimità Italo balcanica al di là della semplice mite dov'era semplice prossimità
Spaziale geografica chilometrica quindi cose questa prossimità
Il secondo punto che vorrei trattare in questa questione della conoscenza e quello del dell'orientalista no
Un come la natura del sapere prodotto sui Balcani nell'Italia liberale cioè questo sapere e popolo possiamo chiamare un sapere orientalista
Il quinto capitolo di Fabrizio nel sui saperi e quando e dicevo linguistici inquadra questa produzione misteri nella riflessione sull'orientali smog condotta dal da Said nel suo famoso palchetto e pone anche la questione della la sua applicazione dell'applicazione del concetto e delle tesi di Said al contesto balcanico che è stato fatto in particolare nel lavoro
Fondatore fondativo nel lavoro fondamentali di Todorov
E in effetti le istituzioni che vengono studiate in questo capitolo e dove si sviluppano i saperi su Balcani per le lingue ma non solo anche per la geografia per esempio solo delle istituzioni orienta liste e penso qua in particolare all'Istituto Orientale di Napoli che gioca un ruolo fondamentale non solo a livello regionale ma anche a livello nazionali
E questi istituto inizialmente pensato per sviluppare conoscenze su l'Estremo Oriente quindi era un'istituzione che si chiamava il collegio dei cinesi nel contesto dell'unità a partire degli anni Settanta soprattutto anni ottanta novanta si Ring direziona sul DC in Oriente
Tra qui i Balcani
E tra l'altro un altro aspetto di questa domanda e che i Balcani sono fanno parte dell'Impero ottomano
Quindi per l'Impero ottomano è uno spazio per qui la categoria di orientali ISMU e rilevanti perché abbiamo letizia dal punto di vista linguistico abbiamo il tour con l'arabo e il persiano però per i Balcani è una realtà più complessa quindi come possiamo qualificare questo sapere
In altri termini vorrei sapere se i vostri lavori
Guardando alle figure di esperti e ricollocando questa questi del sapere nella politica estera
Confermano o il firmano o rileggo dopo le tesi di Todorov va che ignorava sostanzialmente il caso italiano quindi un po'più di venti venticinque anni dopo cosa possiamo dire
Da quello di quello che dice Pato duro va e là sotto domanda qua e anche la rilevanza della categoria D. Oriente applicata ai Balcani nel contesto italiano
è questo mi porta al mio secondo punto che riguarda la dimensione imperiale dei due studi e dei rapporti Italo balcanici
Da questo punto di vista i due libri adottando dei quadri interpreta civiche sono abbastanza diversi
In quanto il libro di Bersani e i feticci e incentrato sulla questione della regione e più precisamente della regione storica che una che Doria educata in introduzione e oggetto del primo capitolo con il postulato che l'Italia e i Balcani sono due regioni storiche d'Europa e che le i loro rapporti lato prossimità va studiata invece la il quadro interpretativo del libro dicesse e e l'impero
La tesi del libro in effetti che i Balcani devono essere ricollocazione nella politica imperiale italiana cioè penso pensati insieme all'impero coloniale off Kyo coloniale formale
E anche a tutto l'impero informali quindi in termini di Sonia mettere pensare insieme i Balcani e l'Africa e aggiungerei anche le popolazioni italiani emigrati all'estero cioè le colonie nel senso di colonie G popolamento
Senso che perdura ancora nell'Ottocento è una proposta che trovo estremamente convincente in effetti gli attori sono in parte gli stessi le logiche sono completamente collegati e la presa di decisioni il pianeta
Lo stesso lo stesso posto e devo dire che ho osservato in gran parte la stessa cosa per quanto riguarda gli studi turchi e gli studi sull'Impero ottomano
In particolare nella sua dimensione anatolica
Do solo un esempio la persona che viene incaricata dalla società geografica italiana negli anni mille nel nel primo decennio del secolo
Quindi quindi incaricata uno uno studio geografico o piuttosto geografico come lasciare dell'Anatolia e un luogotenente della Marina Lamberto Vannutelli che prima ha lavorato nel Corno d'Oro quindi nel Corno d'Africa
E che ha partecipato ad altre missioni in ambito coloniale quindi qua vediamo veramente che la competenza che viene ricercata e veramente una una competenza di natura di di Expert per le relazioni internazionali
Un altro esempio di quel suo e che il turco luogo la principale figura di Del Turco dunque di professore di turco all'Istituto orientali Dida Poli Luigi Bonelli viene seri citato dal Ministero degli Affari Esteri
Durante la guerra Italo ottomana
Per formale degli interpreti
Che devono essere operativi non solo nel contesto della guerra ma poi dell'amministrazione che si costruì costituisce nella nuova colonia e anche per analizzare i documenti del archivio ottomano di Tripoli
Quindi qua c'è veramente un collegamento tra le diverse parti del dell'impero
Ciò detto quindi abbiamo da un lato un lavoro piuttosto sulle regioni storiche dall'altro lato un lavoro piuttosto su la politica imperiale di italiana però ma la dimensione imperiale e molto pesante in entrambi i libri
Intanto sono due in realtà due studi sull'imperialismo italiano quindi questo è un altro aspetto molto importante nel nel volume diversi anni identici e soprattutto la politica estera italiane nei confronti dei Balcani
Viene collocata nel quadro più ampio
Più ampio dei rapporti tra imperi
E in particolare il ruolo dell'impero asburgico e analizzato particolarmente bene
Nei due libri nella misura in cui l'impero austro-ungarico e un attore assolutamente maggiore della penisola balcanica dal punto di vista politico ma economico culturale ma anche territoriale e qua e tutta la questione che riguarda
La Bosnia Erzegovina
Però in entrambi istruttivo anche se questa dimensioni imperialista indagare è molto importante si è un attore che e è relativa mente meno presente e qua penso a l'Impero ottomano
Che e meno presente in quanto entità statale cioè attore politico Stato che una forza in presenza nella tettoniche degli imperi che troviamo nella era balcanica
Attore Nino presente anche se guardiamo alla pluralità di attori implicati a titolo diverso nelle vicende Italo balcaniche quindi funzionari del potere centrale funzionari locali politici intellettuali e come discepolo dal punto di vista del quadro politico culturale i Balcani sono stati ottomani per secoli e in gran parte lo sono ancora nel corso dell'Ottocento quindi l'Impero ottomano appare più come uno sfondo attraverso l'analisi della crisi d'Oriente ma rimane un po'implicito
Lo vediamo anche con un un ricorso minore a la storiografia ottomani sta qua penso principalmente alla storica fiato mani sta francese che conosco meglio però è una dimensione che possiamo notare e questo conduce anche a non trattare alcuni elementi molto importanti come la rivoluzione dei giovani turchi
Che e un evento balcanico nel senso che ha il suo focolare nei Balcani quindi vorremmo chiedervi qual è per esempio quale il posto che dedicate a questo evento e più generale quale il ruolo e il posto dell'Impero ottomano nella storia che raccontate e che rintracciate nei vostri due volumi questa dimensione collegata ad un'altra dimensione che è la dimensione confessionale molto importante nei Balcani che anche lì prese e presente sì però non è presente no è molto presente
Quindi qual è il peso secondo voi che hanno i rapporti Inter confessionali
Per i vostri attori e un'altra domanda sarebbe come viene visto l'Islam balcanico nel lungo trecento in Italia se c'è una sguardo particolare
O se
Lo studio attento alla specificità di questo Islam è una cosa che risale a periodo ulteriore cioè agli anni del fascismo
La la mia ultima domanda e concluderlo su questo riguarda il ruolo giocato dagli attori balcanici stessi cioè dirigenti uomini politici attivisti intellettuali artisti giornalisti
In queste relazioni e il loro punto di vista su queste relazioni Italo balcaniche
Nella misura in cui sono degli attori che sono relativamente assenzio non molto presenti nelle vostre storie rispettive quindi entrambi
I libri guardano a quello che succede sul campo con uno studio dettagliato e guardano anche alle forme di presenza balcanica in Italia
Ma gli autori balcanici non sono
Molto presenti
La storia che viene raccontata nei due volumi lo dicevo e in una storia unioni direzionale che va principalmente dall'Italia verso i Balcani il che corrisponde a un effettivo rapporto di forza e alla natura stessa di queste relazioni
Politiche ed economiche
Ma perché con me
Dicono Bersani venticinque introduzione nella lunga durata cito l'interesse delle iniziative di ordine politico sono partiti dal contesto italiano verso quello balcanico quindi lo dicevo nella mia introduzione l'espansionismo
E solo in una direzioni
Per dirlo in altri termini dal punto di vista metodologico le vostre non solo delle Histoire quasi cioè non solo delle storie comparate o comparatistico
Quindi la prossimità non viene concepita in prospettiva comparatista allora voglio precisare che questo da parte mia non è una critica
Intanto non penso che tutte le storie debbano essere quasi o connesse o ente in grado comparatistico
E trovò anche che il lavoro di ricostituzione della politica italiana italiana nei confronti dei Balcani
Nella sua diversità nella sua complessità nella sua frammentarietà
E lo studio di tutto il complesso di attori che sono impegnati in questa storia
Un lavoro notevole e quindi è un contro qui un contributo storiografico estremamente interessante non solo per la storia europea
Come ambisce di fare il volume di Bassani e il deficit ma anche perché non finiamo mai di decentrare e ripensare la storia dell'Italia impera imperiale che
Lo scopo
Dal qui tende l'Italia unita e questo per quanto riguarda il il libro di gestire quindi conclude Rossi su un'ultima serie di domande e cioè di sapere se e possibile di fare una storia comparatista di questa prossimità cioè un Histoire quasi dei rapporti italo Bart balcanici
E eventualmente quali piste interpretative questua metodologia lascia intravedere cioè quale storia
Verrebbe scritta sette in astenessi mo'conto
Dal punto di vista degli attori balcanici tanto quanto del punto di vista degli attori
Italiani e a partire da lì quali sarebbero le fonti per scrivere una tale storia non conosco niente a questa cosa quindi forse è una cosa completamente impossibile però
Mi direte voi grazie dell'attenzione
Intanto istantanea torta ad Hammamet interamente
Incrementare
Infatti
Ecco il
Una una analisi comparativa perché la pluralità di attori come d'altra parte lei stessa ha detto rende estremamente complicato no a fare un un incrocio di prospettive però magari
Invece il collega qualcosa di diverso visto che Marissa è concentrata sul periodo e liberale invece abbiamo il prossimo relatori che è un esperto del perire dove tra le due guerre e soprattutto del Periodo post Seconda guerra mondiale quindi immagino che e si concentrerà di più su quello oppure vediamo in che cosa essi dice lasciavano alla pressa Riccardi che non ha bisogno di Prodi di presentazioni ma in ogni caso è uno dei massimi esperti di politica estera italiana quindi estremamente titolato a intervenire in questo gli diamo la parola Presidente tutte le leggo la
Dunque io innanzitutto ringrazio la biblioteca ringrazio Alberto Egidio Fabris che mi hanno dato l'opportunità contro di leggere questi due bei libri questa è la prima cosa che va detta sono due bellissimi libri che si regola veramente bene
E questo secondo me non è una cosa scontata
Perché sono due liberi
Che pur trattando di periodi parzialmente coincidenti
In realtà si presentano come una risposta esigenze storiografica assolutamente opposta cioè il libro di Egidio di Alberto scusate io li chiamo così perché vigilia di Alberto risponde ad un'esigenza di sintesi non a caso io lo lo ha adottato questo libro università perché ha un libro una felicissima sintesi cioè
Il libro di Fabris di Fabris invece
Risponde a un approfondimento
Direi in alcuni casi siamo proprio alla speleologia del azioni internazionali che secondo me è molto interessante perché in realtà sono opposte ma sono complementari
E quando io dico che sono due bei libri personalmente i beni da cui è possibile facilmente estrarre per loro intuizioni storiografica cioè non sono liberi
Di che anno una cortina fumogena ci sono due fasi secondo me molto importante
Una per capire che cosa questi libri pensano della politica estera italiana
Alberto a pagina settantatré parla di un Paese
Nel nato nel testo mi riferisco al periodo in cui ci si incrocia cioè il periodo evitare il liberale un paese di forti appetiti ma dalle forze limitate
Ma questa è l'Italia
Alitalia
Fabris che non è da meno
Dice la posta in gioco era pari a della sua potenza c'è la potenzialità
Che alla grande chiave da scalata imperialistica italiani
Cioè
Io ho goduto nel leggere le pagine di di Fabris anche perché Fabris come molti storici francesi ai gusto del dettaglio ma del dettaglio ovvero interessante e il suo libro
Che io ho letto con grandissimo interesse si colloca a Storo graficamente a metà strada tra il libro di grandi sul Mediterraneo che tu citavi adesso il libro di Monza Ali sulla Dalmazia cioè come metodologia questo tentativo di tenere insieme l'aspetto
Minuto
E l'aspetto generale della politica secondo me è un esempio di grande maturità storiografica
è molto interessante vedere che Fabrizio esordisce dicendo che sono passati cinque giorni dall'atto ufficiale della Fondazione del Regno d'Italia
Che già il console sardo a Salonicco che mi sembra si chiamasse Fernanda su qualcosa del genere
Proprio come tutti vecchissimi non leggo più quello che scrivo Fernandes segnala l'importanza dello stabilimento di un rappresentante esperto e imparziale
Che possa informare sugli avvenimenti albanesi da Scutari allora già
A cinque giorni dalla nascita
C'è il problema pani
E qui c'è secondo me una particolarità italiana
Che il tema balcanico è profondamente legato al tema dei reati
E che per l'Italia rappresentano quasi un plesso unitario paritaria liberale intendo rappresentano quasi impresso unitaria
Siamo ancora eredi dell'età cavouriana
Cavour a un metodo politico
E quello della prudenza ed il saper cogliere le occasioni e questo influenza moltissimo
La politica estera italiana
Io su questo volevo un attimo mi questo libro che faceva fare questi libri facciamo fare alcune riflessioni
Noi non possiamo guardare
All'Italia
Mille ottocentosessantuno mila novecentoquattordici come una Potenza compiuta
L'Italia è una potenza in divenire è una potenza che si sta costruendo
Negli anni si estendeva prima età negli anni Sessanta il processo unitario italiano conosce delle contraddizioni gigantesca cioè voglio soltanto Farnese
Cioè l'Italia tra il mille ottocentosessanta del mille ottocentosessantacinque il primo impegno bellico dell'Italia non è la terza guerra di indipendenza
Ma è la guerra associare la guerra civile sociale nel Mezzogiorno dove vengono mandati trenta mila trenta mila soldati
Per persuadere con la forza italiani a stare in Italia
Quando
Al di fuori dell'Italia soltanto oltre il Veneto
Nel mille ottocentosessantuno gli italiani dell'Istria rifiutano di prendere parte alla dieta Imperia alla dieta diciamo di Parenzo la cosiddetta dieta del nessuno
Perché gli italiani si rifanno si rifiutò di legittimare
Il potere imperiale sulla minoranza italiana quindi abbiamo italiani che stanno dentro che non ci vogliono stare e italiani che stanno fuori che vogliono entrare
Quindi si vede che ancora una potenza informazione una potenza giovane
Con tutte le contraddizioni
Della gioventù
E qui si pone entrambi anzi tutti e tre gli autori si pongono questi il problema dei mezzi per fare una vera politica ma questo è il problema di Saint
C'è è il problema de è il problema
Del mille ottocentonovantasei del colonialismo diciamo della conquista dell'Etiopia e il problema del mille novecentoundici della Libia ma il problema del quattordici ma anche il problema del trentanove del Quattrocento ma dei mezzi
Della potenza italiana
E qui secondo me
Fabris dice una cosa abbastanza interessante
Cioè
Questo atteggiamento riflessivo dell'Italia che mi ha molto colpito un'intuizione
Che in fondo è un'intuizione che è una delle grandi eredità di paura
Cioè riflettere sulla situazione politica
Utilizzare i mezzi che si hanno in massimizzare gli sforzi
Ed è una riflessione ed è un atteggiamento riflessivo che l'Italia perde con il fascismo
Quando comincia a disegnare scenari anche nei Balcani assolutamente smisurate rispetto alle sue capacità di votare
Ma il fatto interessante e qui tra le righe del del libro di Alberto si trova questo segnale
Di Alberto Di Giglio o nelle pagine che ha scritto Alberto in questo libro
Che questo poi è un atteggiamento riflessivo che la lo choc della seconda guerra mondiale fare recuperare alla politica estera repubblicana
Il grande maestro della riflessione cioè della esatta commisurazione degli sforzi con le capacità e Alcide De Gasperi
Che imposta una politica estera italiana commisurando ora ai suoi sforzi
Non a caso ma questo è un giudizio del tutto personale io ritengo che Cavour e De Gasperi siano i più grandi politici italiani del Novecento mi sembra che il ventunesimo secolo ancora non c'era riservato qualcuno che possa gareggiare
Quindi ha ragione
Fabris quando dice
Che l'Italia è una è una cioè che nella politica scusate nella politica balcanica in Italia
Si riscontra un po'questo doppio volto
Il fatto di non di essere una potenza in divenire che però vuole essere rispettata una potenza che fino a poco tempo prima è stata seduta al tavolo dei bambini
Come è avvenuto nel mille ottocentocinquantasei alla conferenza della pace di Parigi
E che invece vuole sedere al tavolo dei Grandi
E che vuole essere rispettata ma è anche una nazionalità e anche l'espressione di una lotta di nazionalità
E che in fondo si prepara sempre a una lotta conto la Ostuni via via
Chi è il vero
Si parlava giustamente tu prima parlavi di continuità e discontinuità se c'è una continuità nella politica estera
Liberale è la continuità del problema del frontiera orientale cioè del problema Verena della nazionalità italiana
Che si immerge ed emerge nei sessant'anni cinquant'anni dell'Italia liberale ma che è sempre presente
Ecco
E diciamo
L'Italia
Una potenza adolescente negli anni settanta
Il raggio alcuni ragionamenti che fa Fabris e che tu riprendendo i
Mi hanno colpito cioè il fatto che non ci fossero esperti di cose balcaniche io vi dico francamente che nel nei ministeri italiani non c'erano esperti di niente
No dei dei Balcani
Cioè nove non debitamente immaginare come se non lo so incontrare un ragazzo di ventitré anni come l'ho Nance
Che parlava correntemente raramente annuncia stalloni chi parla italiano no che parlavi questo questo è un punto molto importante che mi gli faccio un esempio per spiegare l'arretratezza del sistema Italia
Quando viene convocato il Concilio Vaticano primo
Cioè stiamo parlando del Papa e stiamo parlando di un'occasione che per la politica agraria fondamentale
Visconti Venosta cerca all'interno del ministero qualcuno che sapesse di diritto ecclesiastico di storia della Chiesa e non trova nessuno
In Italia
Non trova nessuno si deve rivolgere a imbrocca razzo
Chi di cui Tambo ora scritto una strepitosa Biografia e a un atto polacco dico adesso mi ricordo quel no cioè
Cioè a due non italiani egli potessero seguire il concilio Vaticano secondo e tra lunedì in politica le decisioni che si prendeva già voglio dire si vede
In fondo questo questa questo stato informazione e lo Stato informazione va a sbattere contro la crisi balcanica del Satam del settantacinque settantotto tu infatti pare di giustamente Fabris
Di impotenza strategica
E addirittura i grandi amici dell'Inghilterra
Non si fidano delle dita
E lì che fanno lo scherzo della Tunisia
Che dire che era il primo oggetto delle speranze imperiali italiane
Lì c'è anche una un'altra grande difficoltà per quanto riguarda la storia della politica estera italiana e che la rottura con la Francia del mille ottocentosettanta cioè francese l'Italia e alla mamma ci annoiamo una dinastia che partita di una dinastia italiana che parlava francese
I politici piemontesi che sono i politici italiani tra di loro parlavano francesi Cavour parlava e pensava in francese
La rottura con la Francia viene sostituita da una serie di frasi di slogan l'Italia farà darsi indipendenti sempre isolati mai succhiato
Sono chiacchiere propagandistiche da vendere all'elettorato
L'Italia non può fare da sé e la quale congresso di Berlino lo dimostra l'Italia non può fare si perché perché non ne ha la stazza non ne ha la taglia diresti tu
Non è andata
Già la figura di Cairoli è simbolica Torre Pali molto lapidei Karoli e simbolica
Già labile Cairoli è un errore
Carioni è una specie di superstite dei fratelli Cervi del Risorgimento
Che in ogni detto i forma di governo più a sinistra che l'Italia abbia mai avuto fino a quel momento forse il più a sinistra che avrà per ancora molto tempo
Non si riesce a combinare niente
Cioè
Tutta questa tradizione
E c'era in realtà si scontrano contro la durezza della vita internazionale e in fondo anche lo stesso Greenspan
Il quale parte garibaldino parte cospiratore primo presidente del Consiglio italiano essere processato per bigamia
Cioè voglio dire personalità anche irruente eccetera eccetera
Alla fine è vero nei Balcani rovescia questo suo antico sentimento lo dice Alberto lo spiega molto bene relativamente alla Bulgaria eccetera eccetera
Però alla fine si allinea
Si allinea con l'andamento borghese della Triplice Alleanza
Che è un contenitore
Cuori contenitore nel senso di contenimento
Perché Bismarck cui estro vuole dall'Italia uguale normalizzare l'Italia al
I integrarla nel disegno di potenza tedesco e impedire che Italia diventasse un fattore di destabilizzazione
Ma mi sbrigo diciamo
Mi sembra abbastanza chiaro perlomeno leggendo il libro di Alberto
Di vedere che l'Albania rimane sempre al cento del disegno espansivo italiani
Certo
Vediamo alcune cose molto interessanti che io ho riscoperto leggendo il libro di Fabris
Che nel quale ho ritrovato anche alcuni elementi della politica estera italiana
Repubblicana degli anni Ottanta degli anni Novanta dello scorso secco c'è la capacità italiana di esercitare una politica internazionale su scenari importanti dentro iniziative multilaterali cioè il multilateralismo come un elemento importante
Abbiamo detto
La crisi di Creta tu parli Fabris imperialismo umanitario attratti diciamocelo per dire
La la crisi di Creta e è interessante quel racconto che tu fai della crisi greca perché a un certo punto sembra di di leggere le cronache delle operazioni italiani del secolo successivo il Libano la Somalia Afghanistan il Kosovo
O la Bosnia eccetera eccetera
Dicevo visione dell'Albania che fa che irrompe
Nella politica estera italiana soprattutto diciamo
Con quest'idea prudente di San Giuliano del condominio austro italiano c'è
Dalla fine dell'Ottocento si comincia a pensare
Che una indipendenza albanese può essere utile al disegno Italia
E in fondo
Come viene realizzata ci vogliono molti anni per realizzare qualche cosa in merito all'Albania però il disegno è sempre lo stesso se li diamo il proclama del generale fra ero nel mio centodiciassette sull'indipendenza albanese
è una specie di tendi tentativo di creare un Egitto italiano
Cioè una realtà nazionale che fosse diciamo lite in from behind dall'Italia
Che fosse guidata dall'Italia
E però in fondo l'Italia rimane sempre travolta dalle situazioni internazionali
E qui dimostra il problema della taglia cioè il problema del dei pochi mezzi direbbe Alberto
E come questa una ricaduta nella politica interna
La crisi del mille novecentootto
Che è una sconfitta per l'Italia
Beh è praticamente
La fine politica di Tittoni quasi o quanto meno diciamo il ritiro di Tittoni
E poi anche anche le critiche
Che vengono rivolte in Parlamento
E questo serve perché lì si sta cercando di coagulare un partito liberale conservatore di destra intorno alla figura di Sonnino che è una figura incapace di esercitare una leadership
Incapaci
Queste critiche Giolitti risponde a Giolitti cioè non vi so piaciuto prendetevi il potere se siete capaci prendetelo
E che succede un paio di governi che dopodiché ritorna ritorna Luzzatti che sarebbe Giolitti sotto mentite spoglie basta leggere le lettere che Luzzatto iscrive Giolitti cioè lettere
Che sono ascrivibili al culto da personalità diciamo e qui chiaramente faceva quello cioè lui faceva il mestiere di Giolitti
In cui si inserisce questa figura di San Giuliano se come San Giuliano è una figura molto importante
Poi questo Alberto spiega molto bene perché San Giuliano è un realista c'è uno che si rende conto che l'Italia è quello che
E quindi diciamo
Bisogna diciamo evitare di di rimanere compromessi più di tanto
Però questo realismo lentamente si rompe
Cioè
In fondo la prima guerra mondiale per evitare una grandissima occasione
Cioè il patto di Londra e il tentativo di sfruttare quest'occasione
E di salire di grado
Però guardate che lire moderno il modello imperiali italiano non è l'impero asburgico il modello imperiale italiano comincia a diventare la Gran Bretagna
Cioè l'Italia comincia ad apprezzare questo modello che poi diventerà secondo me il vero modello per Mussolini cioè quello di diventare una grande potenza ultra continentale oceanica eccetera eccetera però e la prima nel patto di Rondi questo litigo Santoro nostro Mico Luciano Panzani perché lei mi dice che non è vero ma io sostengo che nel parte l'onda c'è la prima Italia mondiale
Il primo molto d'Italia mondiale d'Italia oltre U uno unità europea e qui c'entra l'Albania perché non è concepibile unitaria
Grande potenza senza la sicurezza dell'Adriatico e l'Albania è una componente essenziale
Di questa
Di questa sicurezza
E qui secondo me si pone il problema un po'anche del del disegno ciò del rapporto con prima parlavate dell'Europa orientale del rapporto diciamo della mobilità del concetto di Europa orientale
Io la prima cosa che che intravedo
I complicati rapporti con le popolazioni Slade al momento di disegnare i confini dell'Europa orientale
E questo concetto di italianità
Che Monzani nel suo volume sulla Dalmazia ci ha spiegato ha messo in discussione in maniera molto profonda diciamo no
Ma cosa che mi ha colpito che colpisce veramente è che l'integralismo sogni mi hanno diciamo tra il Patto di Londra come
Scrive Salvemini chiariva incatenato
L'Italia alle pietre dalla Dalmazia
In realtà viene risolto questo difficile di pesce questione viene Isotta gli anti sogni Miani dai nemici giurati di Sonnino cioè da Giolitti Sforza il quale Giolitti si rende anche conto
Della
Impraticabilità di un'azione espansiva nei Balcani cioè nei Balcani intera che interessano direttamente dal cioè l'Albania
E lì noi vediamo una di una disgiunzione
Tra interessi strategici e interessi imperiali
L'Albania l'Italia non la può ottenere per un semplice motivo che gli albanesi non lo voglio
Punto
Punto però si può salvare il concetto strategico e quelle l'isolotto di Saseno
Che poi io l'ho visto parti sotto non è Alonso abbastanza rozza
Se tutti posizioni nella colosso modo riesce a controllare il canale di Otranto e questo siccome è un aspetto molto importante
Per arrivare a una conclusione
Le esperienze
Io su questo diciamo non condivido tante volte tante cose sono state scritte
Cioè io penso che durante il fascismo
Il rapporto con i Balcani
Io ho letto questo libro bellissimo di Alberto non lo faccio fare i complimenti perché il libro sulla modernità diciamo tra diciamo sulla storia
Dei dei paesi balcanici alle guerre un libro che tutti dovrebbero leggere per capire qualche cosa di quei Paesi in lingua italiana poi magari sono altri
Eh ho capito anche una cosa che Alberto spiega benissimo che rapporto tra Balcani e Germania
Che poi è l'eredità del passato diciamo o no
E l'Italia sta lì un po'
Come seconda scelta silice questo tentativo di mettere insieme Romania Ungheria Bulgaria a me mi Simona diplomazia in mano alle aspirazioni delle classi dirigenti di quei Paesi non mi sembra che sia poi risolutiva
Direi che quasi molto non c'è paragone della politica e fa l'Italia nei confronti dell'house che adesso non c'entra un altro settore e molto più incisiva ovvero anche quella nei confronti dell'Albania
Poi lì c'è una domanda che poi quest'insulto così s'de è un imperialismo straccione di quello italiano
Ma io su gli straccioni stare sempre molto attento perché a Val mia non le hanno suonate densa momenti starei molto attento agli straccioni però quindi a dare certe definizioni però riprenda italiano è della taglia italiana
E l'Italia fa quello che può
Alberto che oggi il super citato ha scritto un bellissimo libro che ancora ne so pubblica ma però pubblicato su come
L'impero italiano il concetto e l'organizzazione imperiali italiane viene tradotta nell'Albania italiana propriamente trentanove quarantatré
E lì si vedono limiti e vantarci
Calcolando che l'Albania non era all'India
Albania quindi è l'Albania quindi con la sua ristrettezze diciamo però
Voglio dire queste queste imperialismo
Si vede che fatica
Poi anche e anche un po'perché gli italiani sono dei giocolieri ma se io ripenso agli accordi
Ciano Stoiadinovic
Cioè penso che un gioco di prestigio che uno fa
Hill udendo diciamo jugoslavi di potere a essere un punto di riferimento in Europa c'era ma
Adesso non sono un conoscitore ma insomma comunque ecco
Nel per arrivare al all'Italia del dopoguerra
C'è un'eredità
Per esempio l'Italia c'entra moltissimo secondo me nel dissenso che si apre tra Tito l'Unione Sovietica
Cioè il fatto che l'Unione Sovietica non ha fatto gli interessi della Jugoslavia al tavolo dalla pace
Non gli ha procurato Trieste che era quello che si voleva
E allora Tito si chiede
Ma se voi non mi avete dato Trieste io perché devo stare in questa caserma
Qual è la ragione tecnica col più politica perché io devo stare dentro la caserma diciamo della dell'Unione Sovietica ma però insomma diciamo adesso dovrebbero tante altre cose da dire ma non vi voglio annoiare
Grazie
Grazie Luca persone a questa ricca
Presentazione Derain forse le prima la parola la gli autori prima richiedere degli interventi
A chi ci ascolta pensasse indiani specie d'accordo allora farei parlare prima voi o preferite che raccogliamo
Risponde che magari intanto annesse le citazioni vedo buono se quelli che
Raccogliamo anche interventi
Prezzi venite entrando in ordine come abbiamo fatto
Giustamente all'era prima Bersani
Una
Tante
Innanzitutto
Se accesa
Innanzitutto quasi da tutti
Buonasera a tutti da dire insomma molto contento e di questa di questa presentazione in ma prima ancora voglio ringraziare la biblioteca per l'organizzazione e i relatori per anche a nome del dell'altro pudore Egidio identici di oggi non poteva raggiungerci impegnato in altre questioni
A Venezia
Beh
Marini ha messo su una quantità incredibile di domande e di questioni io non non sapevo d'averne suscitate Dante gli fa fa piacere perché scrive questo libro per me è stata una sfida nel senso che
Avevamo
Veramente un numero limitato di pagine per
Una storia estremamente densa i impazzito rimasto incagliato tanti mesi costo di mesi di tante letture
Di tante riflessioni di tante riscritture
Di tante letture incrociavate soprattutto i tanti confronti devo dire che questo libro io non c'è stato neppure spazio per ringraziare vera insomma è un libro che se giovato del proprio veramente del confronto con contanti
Amici e colleghi alcuni sono anche dentro questa stanza
Provo a rispondere qua e là alla mia maniera andando un po'in disordine e poi caso mai dopo Fabris posso dire qualcos'altro
Ma la prima cosa io se dovessi Dari un titolo sfiziosi ma un titolo più scherzoso chiamerei Italia e Balcani storia di una rincorsa a
Perché ecco è un po'così cioè noi e l'Italia quando nasce il mio ottocentosessantuno
Se uno va a leggersi La Stampa internazionale ebbe non è che fosse se non davano per scontato che questo regno
Sarebbe sopravvissuto no la somma di tante di un di un unico Stato moderno
E che unisce tante debolezze
Insomma pensiamo Regno delle due Sicilie pensiamo dallo stato pontificio eccetera
Quindi non è per niente scontato ha dei problemi giganteschi che lo aspettano al varco appunto prima Luca ha fatto riferimento alla guerra nel Meridione
La questione romana la questione veneta l'amalgama io questo problema l'ho ritrovato studiando il cassetto dei Paesi balcanici dopo dopo il il
Il diciotto e diciannove
Cioè ti ritrovi a dovere amalgamare si sta diversi codici diversi sistemi scolastici laddove esistevano i sistemi scolastici sistemi giudiziari insomma veramente un un problema gigantesco no che poi appunto uno
C'ho riflettuto sono successi problemi che affrontato la Polonia la Romania
Per dire due casi più emblematici dopo il il diciannove non la Rete
Ferroviaria polacca sembrava Hillary si segnala un pazzo perché praticamente le linee principali andavano verso o verso Berlino verso Mosca e non contro il gelo tra di loro quindi ecco l'Italia
Il problema delle di ferroviari non ce l'aveva perché l'unico almeno del nel centro sud ma tutto il resto perché non esistevano tutto il resto non ce l'aveva quindi allora qual è il problema eppure sopravvive e già nel settantacinque viene invitato alla conferenza del settantotto scusate alla conferenza di di Berlino e quello che è un successo invece si tramuta in una i in un
In una sconfitta no ma son italiani con le polemiche interne sulla legge mi impone i giornali poi non l'ho più di riportare ovviamente ma sono polemiche feroci
Perché non si è ottenuto nulla perché non
Non e esserci era già un successo
E invece appunto la polemica e le e e allora qual è il problema il problema e che non ci si riesce a concentrare il tempo sufficiente o indire ora i Balcani era una parte
E fu chiaramente la parte più povera d'Europa la parte meno
Sviluppata ma è una parte era una una Regione storica estremamente complessa
E dove e non è non può improvvisare
E e quindi però improvvisamente dopo il settantacinque dopo il settantotto dopo un po'e il la la la l'interesse scema quindi nasce c'è l'interesse per l'Africa quindi bisogna creare le coloni in Africa e quindi nuove energie tolte dalla parte anche perché stiamo parlando di un paese poco
Soprattutto da da Dado insomma con con con poche eccezioni l'Italia è un Paese povero con poche energie
Con una parte del sud che chi non aveva niente da invidiare che a tanti a tanti i vilayet t'
Ottomani quindi è è questa continua dispersione di Energia che e che impedisce anche la la la la creazione di un di un aumenti
Di una di Napoli quindi e e allora sì c'è la cattedra e però poi improvvisamente e restavo o tant'è vero che quando viene creata la Società geografica Italiana l'obiettivo re imbarcati bottiglie l'obiettiva in Africa
Però Balcani restano lì anzi ma mano che l'Impero ottomano arretra e nascono queste nuove realtà e sugli ottomani ira anche ad alla differenza di quello che diceva Bismarck oboi non so se veramente l'abbia detta qui l'abbia pronunciata questa frase che non valevano le offre un Gratteri Pomerania ma in realtà se poi vai a vedere le cose
Come stanno davvero altro ricreativo per anni c'erano degli investimenti giganteschi la Germania nei Balcani
Certo legge fatti di banche
Fatti di fiere commerciali fatti di insomma le ferrovie e quant'altro
E quindi allora ecco è questo il problema strutturale cioè questa e quindi quella è questa maledizione no di questa eredità imperiale che di cui ci si sente investiti e che quindi lo porta continuamente a a dove Motta alzare la testa come una specie d'istruzione a guardare in tutte le direzioni cerca di andare in tutte le direzioni ma questo chi e che è un esercizio che già e impegnava
In maniera strenua Paesi molto più potenti dell'Italia penso appunto di nuovo alla stessa Germania quindi figuriamoci un Paese che a aveva al suo interno una serie di debolezze
è enormi e la mancanza e prima giustamente Luca appunto io questi mesi quel gol sosta rimessi in cui mi sono riletto o o meglio quando ho letto la sintesi e poi finalmente oppure Germi tutta la la biografia completa di
Cavour di
Di di Romeo cioè e il problema anche questo cioè la mancanza improvvisamente a a pochi mesi che dall'Unità Dina mancare un gigante del genere ma con chi lo sostituisci
Che morì di malaria appunto che la dice lunga nove che che quindi more morì di malaria e allora
E e è questa secondo me la somma è questa l'alta sta qui la la proprio la la cifra della di questo imperialismo italiano che appunto non è un imperialismo straccione è un imperialismo di un Paese che non si accontenta di esistere
Si sente investito per una serie di del resto il è anche giusto sì per certi versi no perché quella era lo spirito del tempo quindi si sente investito di questa missione
Sta in mezzo al Mediterraneo e in un'Africa che viene praticamente pezzo a pezzo presa dagli altri grandi potenze un dall'altra parte c'è un impero ottomano che arretra e dove
A accanto a a nuove realtà politiche però ci c'è la presenza forte di di di di grandi imperi impero russo l'impero austro-ungarico
Impero di Visco che e meno presente ma cioè e meno visibile ma è molto presente
E gli inglesi che comunque non stavo ci teniamo sempre rotti eccetera eccetera però non alla forza per poterci SI.CO.T. concentrare per un determinato numero di anni e e che che che e e e per una ecco emblematica la la la la la parabola una cosa che io ho studiato qualche anno fa della della dell'impresa di Antivari no
Che nasce e sotto degli hospice interessanti
Però voi così resta resta appesa a a questa a questa innegabile stopper d'ingegneria straordinaria che viene fatta a nord della ferrovia di Antivari quindi che ha dal dal dal dal dal porto poi arrivava al lago di Scutari che è un'opera d'ingegneria pazzesca e però poi e restanti Salice e poi vengono presi Ferronetti per farla funzionare non ci sta mancano più investimenti perché nel frattempo che ne so il gruppo son stati attratti da qualcos'altro e quindi Vuk
Vogliono il sussidio statale insomma i classici problemi anche dell'imperialismo italiano che e che poi insomma esso uno studio in parte superato ma solo in parte superato però insomma già Webster aveva
Aveva messo in in evidenza
Quindi quando tu dici dato trova che snobba un po'allora
Fermo restando il fatto che il libro di Maria Todorov a
è un libro importante libro molto importante allora anche qua
Io penso che sia un libro che sconti forse non so anche la mani
Un po'di come posso dire
Nuovi a volte siamo un po'troppo ci procediamo un po'troppo quindi d'altra parte c'è questo lei ovviamente
è bulgara di nascita anzi dell'élite
Comunista sia intellettuale che politica della Bulgheria sto però insomma di come formazione intellettuale e anglosassone però loro volte va fu un po'più superficiali insomma già magari di
Hanno questa insomma l'abbiamo vi non è un caso isolato di una certa come posso di una certa sufficienza non nell'accostarsi alla alla Poli e dell'anno il fatto che sia un po'pasticcione il fatto che sia un po'a volte
Così non coerente non significa che poi non sia una politica importante che ha delle conseguenze importanti B trova il dovrebbe conosce meglio di me i giornali bulgari
Che cui pagine e pagine e pagine piene
Su Garibaldi su Cavour di quanto fossero importanti di quanta di quote di quanto l'Italia era da questo punto di vista importante
Davvero un qualcosa che che che che molto presente nella mente delle prime élite politiche balcaniche vola poi perché non ardite dedicato poco spazio questo francamente non possono vede io penso che Katy as e insomma in realtà forse per le non lo so forse era più facile leggevo tanto i giornali inglese i naturalmente i grandi viaggiatori erano quelli inglesi no quelli che poi facevano delle sue più grandi viaggiatori dei Balcani è un inglese pare che leghi fermo non è un italiano e quindi è giusto che però insomma giusto fino a un certo punto perché poi a volte insomma scrivono anche pezzi di storia d'Italia non conoscendo
Neppure la lingua italiana insomma penso a
Anche un book a uno storico molto bravo come Fischer che che ha scritto Albegna Tom Wolfe insomma senza conoscere
L'italiano di documenti italiani quindi è un libro che ha dei pregi ma anche un po'di di problemi strutturali
Del resto
Devo dire questo seguito da vedersi uno degli Bite su uno dei più belli uno delle prove più belle della storiografia
Italiana di ormai un po'datata però sulla che il libro di fidarsi o guida e Tolomeo sulla sulla Bulgaria di Battenberg insomma ci si rende conto che invece il noto un ruolo
L'Italia ce l'aveva forse avevano proprio per questa esperienza un po'comune di venire da un Paese che
Aveva
Come posso dire una sostrato di povertà un sostrato di di di di
Dico un po'di di di di complessità e cede a volte i i diplomatici confida agli anni hanno un'immagine invece piuttosto interessante dei Balcani non tutti ma alcuni
Ma alcuni ce l'hanno io non vorrei veramente prendere acqua sulle sull'ultima cosa ma è possibile una storia o visto alcuna sì
Boh e il problema è che è chiaro che da questo fino almeno a alla seconda guerra mondiale i flusso e più dal dall'Italia verso i Balcani che piuttosto che dei Balcani verso l'Italia
Però io penso che di sì è chiaro che naturalmente bisogna come si fa è chiaro che Chieti
E appunto
Entrambe e anche perché bisogna
Ecco appunto mettere sul campo tante serigrafie quella serba quella va be'quella bulgara quella romena quella turca ovviamente
Eccetera eccetera quindi si e e tutto un un filone forse da scoprire e il e ma io da non è non è possibile farlo con le sole forze penso che neppure Egidio che pure conosceva bene lui si ferma come visto anche nel libro si ferma
Al all'inizio il mio ottocento quello che conosci quasi tutte le lingue balcaniche
Insomma penso che avrebbe qualche problema anche perché insomma rispetto a
A trent'anni fa a quaranta anni fa quando in Romania in Bulgaria si pubblicavano poche centinaia di libri l'anno oggi il panorama e molto differenti estivi sono aperti quindi
Credo che si si dovrebbe fare un inizio però veramente avrebbe bisogno di un qualcuno di questi grossi progetti
Di di di di ricerca
Non solo interdisciplinari nata Antonio internazionali
Mi fermo qua poi
Sì lascio la parola Fabris
Voi forse dipende anche dalle sterilizzazioni nel senso che chiaramente quanta fare una serigrafia incrociata fino a che c'è l'Impero ottomano e nell'area balcanica in quante farla quando nasco i movimenti nazionali in quanto farla
E credo comunista o postcomunista quindi sembra
I temi insomma lascia tra la Fabris
Grazie grazie mi si sente sì
Sì
Se c'era adesso sì
Sì va bene grazie sia l'orario dalle un sentito ringraziamento sia alla biblioteca alle direttrice Luciani anche a Oriana Rizzuto per l'organizzazione
Anche a chi ci sia ci ha letto e ci ha detto davvero davvero bene grazie per le vostre letture molto accurate dei nostri dei nostri dei nostri libri
Allora per
Utilizzare alla meglio il poco tempo che che rimane non so quanti minuti siano o ancora a disposizione
Poche o che d'accordo
Cerco di di essere sintetico dunque mi ha fatto piacere Emanuela che che questo sotto sottolineato l'interesse di concentrarsi sul punto di vista italiano di cui si è detto che avanza abbastanza minoritario nella nella storiografia
Probabilmente a causa di l'egemonia dei modelli coloniali francesi inglese
Che schiacciano un po'nella Panorama storiografico altre esperienze come quella quella italiana forse anche come quella spagnola che forse andrebbe paragonata appunto con l'esperienza italiana comunque sia questo punto di vista italiano sui Balcani mi ha portato a definire dei Balcani particolari ovvero quelli degli italiani
Attraverso lo studio delle iniziative concrete degli italiani
Cioè ci sono molti discorsi sui Balcani incontro area geografica certamente da parte italiana però ci sono anche delle iniziative concrete che definiscono una versione molto particolare dei Balcani che Ski sono dei Balcani mediterranei centrati come ha detto Luca su l'Adriatico e specialmente sull'Albania
Che però
Costeggiano i Balcani fino a l'arco Egeo fino a diciamo Creta il dove Dodecaneso sono questi i Balcani degli italiani dal punto di vista delle iniziative concrete su cui sulle quali mi sono soprattutto concentrato
Ma lei hai parlato della discontinuità e della frammentazione della politica balcanica del dell'Italia e io ho ho scelto l'approccio Imperiale appunto per cercare di rendere più intelligibile queste iniziative discontinue e frammentate frammentati secondo me sì sì coloro che hanno queste iniziative dentro la cornice più ampia dell'impero
Africa
Mascagni
Sensini in Cina le colonie demografiche in Sudamerica eccetera cioè se abbiamo un approccio globale
Di queste diciamo di questi progetti riso soprattutto progetti fino alla vigilia della prima guerra mondiale
Allora forse possiamo capire un po'meglio appunto le circolazioni di uomini gli uomini hai parlato mai delle carriere di questi esperti
Possiamo capire meglio le le circolazioni anche di mezzi finanziari
Possiamo poi capire meglio ma le circolazioni di nuovo di come fare una politica imperiali o diciamo un almeno una politica di di di influenza
Tutte le rivali perché se prima di cominciare a a proposito dei satellite la risposta credo che la l'abbia due dà atto data Luca sono i mezzi il problema sono i mezzi che mancano e quindi non vorrei che siamo troppo severi con questa povera Italia che effettivamente ha fatto tanto con pochissimi mezzi
E
Lo ha spiegato molto chiaramente Luca le due condizioni
Del successo
Per l'Italia sono la congruenza tra mezzi gli obiettivi
Ha citato Cavour ha citato De Gasperi sono assolutamente d'accordo nella ricerca che sto conoscendo adesso sul consolati italiani nel secondo dopoguerra e chiarissimo come De Gasperi riesce a ridimensionare la politica globale italiana tenendo conto dei mezzi di cui dispone l'Italia possano possiamo anche citare lasciato lasciato tu San Giuliano ma anche possiamo pensare a Depretis
E mi è sembrato che chi forse aveva la migliore idea della congruenza tra mezzi gli obiettivi fossero quelli fra i politici italiani che conosce la non meno i Balcani
Depretis che se ne preoccupava pochissimo è stato lui a capire che bisognava appoggiare nell'interesse strategico dell'Italia noni dieci bensì gli albanesi
Mentre Crispi che anni fa più lui inclinazione per per i Balcani che forse conosceva meglio i Balcani armi a livello intellettuale
Ha faticato a sganciarsi dal figlio benissimo anche per ragioni di politica ai interna di cui parlo anche nel nel terzo capitolo del del libro
Dunque congruenza tra mezzi gli obiettivi direi che forse il fattore che
Inquina questa congruenza cioè che che che che
Che imbroglia l'equazione fa mezzi obiettivi e la questione nazionale che così importante per l'Italia
Per
Dal momento in cui
La nazionalità il problema del confine orientale entra nell'equazione
Per prendere decisioni in politica estera con l'impressione che gli cominciano gli errori
Di apprezzamento del la congruenza tra mezzi e obiettivi
Quando invece
Il fattore nazionale
E più lontano come per esempio a Creta dove è quasi inesistente allora l'Italia ha più successo perché punta al multilateralismo che l'altra condizione secondo me
Del dei successi italiani che sono ripeto esistiti
Poi
Forse tornerei a alla domanda di di timbrare il sussulto acqua sei
Io non so lo dico chiaramente non sono uno storico dei Balcani non ne ho le competenze linguistiche
Questo sarà questo saggio è un saggio di storia italiana io mi definisco come un uno specialista di storia italiana e la procedente Riale
L'ho trovato interessante anche perché inseriva nella cornice globali di cui ho parlato anche la stessa Italia
Ed è molto importante secondo me chiacchiere cosa sono gli effetti della politica resterà italiana sullo stesso scenario italiano
Sui dibattiti di politica in tutte interna
In Italia
Il fattore nazionale di nuovo importantissimo
Credo però che la comparazione sarebbe interessante per questo progetto di cui abbiamo parlato Alberto hai parlato che un progetto giudice collettiva sicuramente sarebbe questo la soluzione per poter affrontare le difficoltà di accesso anche anche di indole linguistico a alle fonti
Io in un articolo con ma ci restano c'avevo provato su Dante un un testo di un microscopico ovvero la politica consolare italiana e francese a Salonicco qui vedete un
Mi ha chiesto di molto rispetto rispetto era tutta la penisola balcanica e quello che abbiamo scoperto e che
Francesi italiani sic guardavano corrispettivo le corrispettive politiche locali e avevano una tendenza a sottovalutare l'efficacia della loro poca politica e ha esagerare il successo della controparte
Se le disse leggiamo sei figli rapporti culturali francesi loro sono terrificanti dal la Poli dall'efficienza della politica italiana
Sopra il simili degli italiani ci stanno mangiando
E che viceversa se sono gli italiani a dire attenzione i francesi gli austro-ungarici gli inglesi ci stanno mangiando
Quindi forse paragonando le fonti consolari non solo di Francia in Italia ma anche d'Inghilterra Austria Ungheria e delle potenze bar balcaniche e della dell'intero ottomano soprattutto forse avremmo uno a uno per poter affrontare tutto questo complesso complesso scenario
Però se devo aggiungere altre cose forse mi posso fermare qui per lasciare magari stazione ha domande
E che sì grazie allora lasciamo a spazzare da Mannini
E
Niente Pigna
Inutile dire che se uno stato messo all'angolo come è stata messa all'angolo l'Italia e continua ad esserlo
Per quanto riguarda il nostro tema
Io comincerei col dire
Per quanto riguarda i Balcani e l'Italia in particolare che è tutta colpa degli Asburgo
Lasciamo della fine di Venezia che ha impegnato per molti anni ma tra non so se i due autori
Conoscono l'invito imperiale austro-ungarico del novembre mille hanno visto ottocento sessantotto con il quale Francesco Giuseppe ordinava ai suoi funzionari militari
Eliminare l'influenza italiana
Nei delle regioni dell'intero
Che ancora
Erano popolate da italiani
Cioè procedendo con ogni mezzo dicevano Cecco Beppe
Alleanza
Chiamiamo l'eliminazione dell'influenza italiana
In chi Rollo per quanto riguardava l'Alto Adige
E il litorale che sarebbe la Venezia Giulia Trieste
La Dalmazia e Istria
Così fu fatto
Così fu fatto e per fare un solo esempio
In Alto Adige dal sessantotto al CIM alle l'ultimo punteggio Austroungarico del mille novecentodieci
La popolazione italiana di Bolzano che era stata dimezzata
Per quanto riguarda invece l'altra
Sponda chiamiamo quella che doveva essere serializzata
Cioè la
La
Ho detto la Venezia Giulia l'Istria la Dalmazia
Essa fu attuata
Sia dopo il sessantotto provocando un esodo di della popolazione italiana da liste di alzare al massimo soprattutto il taglio di trenta mila persone
Successivamente dopo la seconda la prima guerra mondiale
Per le angherie della al squillare del regime monarchico jugoslava nei confronti delle popolazioni italiane e di quelle zone che mo'ammirato ci fu un altro
Esodo di venti mila italiani verso l'Italia e verso la metà in parte
E la soluzione finale per queste regioni fu attuata da Tito nel decisa ad annullare riunione del Comitato antifascista per la liberazione dei popoli jugoslavi agli Heinze in una boscaglia nel novembre del quarantatré quando come confermato
Da chi lo aveva effettuato io i vari Janas gli altri perdonerete se io dimentico i nomi dei personaggi che cito perché una certa età
Così fu fatto così fu fatto ci fu il genocidio ci fu la pulizia etnica con circa venti mila
Italiani uccisi econdo illeso dopo avvocato dal terrore comunista Pettinò Chietino di trecentocinquanta mila
Italia che si recarono in Italia che anche in Australia e in in America
Vorrei chiedere i due autori essi avevano conoscenza di questo editto imperiale
Di Francesco Giuseppe che ordinava all'ASL abilitazione dei territori italiani dell'Istria e della Dalmazia e germanizzazione di quello dell'Alto Adige
Come se essa
No solo solo se non vorrei sapere se siete a conoscenza
Allora mi sembra che
Ci sente
Mi sembra che Luciano Monzani né ne parli nella sua ricostituzione
Della della condizione degli eritrei vendite Mattia che che ho un usato altro referenze
Quello che vorrei aggiungere che Ciatti darei città ci sono abbastanza abbastanza notti dalla storiografia che anche se non condividerei alcune delle espressioni dalle da lei dare aiuto usate
Però vuole sottolineare che
L'Italia
A un in qualche modo un destino comune con i Balcani
Attraverso i compiti di nazioni nazionalità
E non è una seduta storia eccezionale in Europa molti popoli sono stati presi in queste rivalità che hanno portato a del Danese agenti a come l'espulsione anche di dei milioni di tedeschi dopo la seconda guerra mondiale
E se prendiamo anche la prospettiva Imperiale possiamo aggiungere chi si che ci sono stati dei sia dei movimenti di popolazione forzati in tutti gli interi per esempio nell'impero coloniale francese i francesi hanno spostato
In modo coatto
Centinaia di migliaia e migliaia di persone e un milioni di francesi di Francia ed è stato espulso dall'Algeria quindi la storia italiana strada storie Italo balcanica in materia
Non è affatto eccezionale purtroppo sono degli lenticchie si che si sono verificati
In gran parte del continente europeo e e al di là
Beh sì Eros corrispondere fascia appalto no io le Barbie esattamente l'editto dire che ha citato non saprei dire di che
Esattamente
Quello che posso dire e che forse rientrava
E in una normale in una dinamica abbastanza normale di un impero multietnico in cui i di volta in volta si cercava di compensare il peso di una o dell'altra o dell'altra etnia cioè è è stata forse una delle una delle strategie di di sopravvivenza di un impero così complesso com'era quello degli Asburgo prima e Austroungarico poi di tutti gli imperi no riguardo il fatto delle delle politiche anti italiane io la inviterei a leggere per esempio un libro catturato forse il più bel libro di Enzo Bettiza che certo non può essere marchiato di essere motore di sinistra che esilio in cui parla della sua giovinezza sparato cioè Spalato una città delle Regno dei serbi croati sloveni in cui una famiglia italiana godeva di diritti
Scolastici linguistici e economici inimmaginabili per per una qualsiasi altra famiglia slava che in quegli stessi anni vivesse nel Regno d'Italia
Tutti se lei va a vedere uno degli storici italiani
Italo slavi più importanti che fino a al settantacinque settantasei era costretto a firmarsi Pierazzini lira il vero nome era IRE l'ex perché era stata imposta la l'italianizzazione dei nomi quindi insomma è una questione complessa non non non non si può andare con la non non non si può andare col col con l'accetta nel senso che il e il le le le minoranze italiane in nel Regno dei serbi croati sloveni
Alcune volte si valevano di tutta la serie di protezioni anche internazionali perché quel Paese aveva dovuto fondere aveva dovuto firmare il trattato per la protezione delle minoranze
Che li impegnava a rispettare una serie di di standard poi due volte è chiaro venivano rispettati spessissimo rabbino rispettate però non c'è dubbio che non c'è paragone tra gli standard con cui venivano trattate le minoranze italiane appunto ripeto in Jugoslavia perché perché dirci meglio e quelle labili croate e soprattutto sullo venne che fossero in in Italia è una persona questioni sue complesse io Nelli nel libro insieme a all'altro dolore
Appunto insieme Egidio ieri c'abbiamo circa rifletterci abbiamo c'abbiamo già abbiamo abbiamo discusso tante volte è una linea retta e non non si può segnare non si può cioè non il quindi e questo un po'l l e il mio pensiero del del resto lei di dopo la guerra bisogna anche ventitré anche a pensare che che l'Italia era un Paese che formalmente non ha a aveva un trattato di amicizia che non era stato denunciato con il Regno di Jugoslavia assale alle spalle rinegoziare ma senza contare un altro fatto che per tutti gli anni Venti per tutti gli anni Trenta
L'Italia non fa altro che foraggiare i gruppi terroristici che destabilizzano interi settori del del della della Jugoslavia mi riferisco a ai macedoni della Vomero che erano finanziarie tra Inter e Roma gli ustascia
Di di di croati e eccetera quindi insomma
Quindi in cella la questione è complessa ecco bisogna sempre andarci coi piedi di piombo e cercare di naturalmente
Quello cultura là non c'entrano posso rispondere pellerossa rispondere questa avversione ad avere questa risposta
Mi riporta alla mente l'affermazione di un osservatore italiano terminata la conferenza di Roma
Venendo all'inizio del Novecento per le minoranze degli altri paesi
Il quale affermano lasciando alla conferenza italiani sono campioni nel difendere gli interessi altrui
Ora questa lettura che lei ha dato in particolare dell'Italia e quella che tende ad attribuire ogni colpa agli italiani sia sotto
Come
Ma
Mi mi pare lei ha detto che nella nel ma il trattamento delle minoranze serbe croate dei diretta
Insomma
Citavo
No certo io citavo dei fatti top commentati che in tal modo la visione contraria perché quando vedo la sua biografia impegnata affermare che Loi eravamo dei persecutori di delle minoranze slovene per esempio faccio un esempio che forse le conoscerà concrete
Detto il ritorno di Trieste in particolare
Bene è vero che è assolutamente il contrario perché già nel mille novecento otto trasse in parliamo sessantacinque
A Trieste disse le veline attaccare Amato il caffè dei portici
Al grido dice può può iniziare diagonale
Fuori a intagliati senza la idratante porrei per lei
E il programma politico della minoranza fase propositiva
Adesso stilato su entro i prossimi giornale di quella minoranza in cui riceveva attenuerei sulle vendite
Combatteremo con il referendum per mettere a tacere ogni voce esistenza italiane in questi territori
Niente questo tra loro non significa assolutamente niente io lo vedo in modo Gerson
E mi rifiuto riconosco comincia inviano le colpe se gli italiani l'hanno avuta
Ma non accetto dei crimini commessi da altri
Siano essi austroungarici siano essi tedeschi siano essi jugoslavi salvo vengono a temporale agli italiani
Per finire
Una cosa con cui posso concordare e quello che l'Italia ha fatto quello che poteva ma l'Italia dalla comitati taglia in poi
Non doveva essere una potenza che in Italia no domenica potrebbe estendersi in particolare sue sa parte balcanica
E
Questo risultanti dalla documentazione in cui sia Francia e Germania che Aussa stima che in Gran Bretagna
Non faremo Fiditalia diventasse una potenza anche sull'altra spoglia dei materiali
Grazia lascerei lo spazio d'altri interventi io penso che Alberto non volesse ridurre Elena in poi il paese di alcuni di alcuni eventi semplicemente
Rappresentare la complessità soprattutto
Delle dei diversi contesti ne ha citati alcuni ma lei ha citato all'esilio è vero ma è anche vero che contemporaneamente si muovano dodici milioni di tedeschi quindi
Magari aprire lo sguardo il chip per mette di vedere povero guardiamo Caritas chiede a noi io seriamente quando si parlerà chierichetto
Gli italiani non citano mai quelli che sono stati fatti all'Italia va bene chiedere qui perché per lasciare spazio ad altri interventi se ci sarà
Sì non ci sono perché non serve
Allora
Sì allora per chiedere
Allora lasciano una frana Luca cambia
No innanzitutto per ringraziare gli autori che ma l'ho fatto anche un grosso sforzo che secondo me merita un riconoscimento ulteriore ecco questa è la prima cosa da dire perché sono due libri secondo me molto importanti questi
Poi forse sempre sotto il profilo metodologico io mi colpiva
Entrambi i libri mi colpivano diciamo che però mi sembra un entrambi un'evoluzione il primo sicuramente un'importante evoluzione dalla storia diciamo a Stradella contemporanei istiga italiana
Dover influiscono tante tradizioni voglio dire di sia dalla storia relazioni internazionali ma che italiana sia dalla storia dell'Europa orientale insomma
Io ho trovato diciamo questi libri estremamente belli estremamente piacevoli
Appunto ripeto come diciamo anche prima con misure stazza diverse ecco naturalmente
Però la cosa importante a dire questi sono due libri che aggiungono conoscenza e questo secondo me non è poco
E
Aggiungono conoscenze ci hanno consentito di diciamo di viaggiare o quanto meno di conosce una serie di questioni che trovano nel primo libro una sistematizzazione ce ne debbo di Alberto e di Egidio una sistematizzazione
Adesso non dico definitiva perché non ci sta Magnanti definire una storiografia però una sistematizzazione su come importa e nel secondo invece addirittura la scoperta anche attraverso questo studio delle carte
Consolari che sono le carte molto diramate diciamo molto radicate e collegate con la geografia e diciamo come si dice adesso coraggioso geopolitica dei luoghi che secondo me apre un nuovo orizzonte nero negli studi sull'Italia sulla politica estera dell'Italia Ibra questo mi sento soltanto di aggiungere questo
Va bene ringrazio lire invertiamo i relatori
E a creare le loro matto ricche di spunti
Presentazioni e anche i due autori per essere
Stati presenti e alle risposte alle sollecitazioni presenti in Salaì collegati in vi ringrazio ancora una volta la biblioteca per l'ospitalità grazie grazie
Richiamare nette ma un po'
Megaschermo
Uno
No
Allora
Da fare
No
Nuova
L'avvocato
Aveva
Sì
Ma
Formula
Però
Consigliera Sara
No
Più
Di
La
A
Allora
Sì anzi
Ma tra
Ma di
Direzione
Bocciato il suocero allora