Critica e militanti

Buon giorno da critiche militanti sono morti nelle ultime due settimane due scrittori che hanno molto onorato la prosa nella poesia italiana contemporanea a novantanove anni Raffaele la Capria che gli ascoltatori di radio radicale conoscono molto bene
E a settantacinque Patrizia Cavalli partiamo dalla cavalli con la sua l'arte francese le sue impazienza i suoi poemetti pariniani sui epigrammi
La Cavalli ci ha dato una lirica che rimane sempre fedele a se stessa senza tuttavia mai essere noiosa una lirica bizzosa insieme intelligente razionalmente implacabile tenera di cuore
E una lirica che conosce le escursioni connaturate ogni onesto disarmato diremmo pensiero emotivo
Le domande ironiche accorate che animano i suoi motivetti Penny anni nella grazia come nelle sapienti sprezzatura i desideri e le Paure che corrono lungo i tanti epigrammi in cui la melodia leggere leggera si torce in improvvisi furori giambici
Girano sempre intorno agli stessi temi di fondo dall'esordio sotto l'ala di Elsa Morante di le mie poesie non cambieranno il mondo questo il titolo così guascone della prima cavalli fino agli ultimi libri Patrizia Cavalli amministrato suo stile con la sovrana pigrizia necessari a salvarlo da ogni cristallizzazione forse c'è riuscita anche grazie ha un attaccamento quasi animale alla giornata concreta con la giornata che nella sua Meteorologia così importante anche per la Calabria aggiornata coi suoi cambi di luce traditi in questo caso delle architetture urbane con le sue miniere commissioni da sbrigare
E con le improvvise apparizioni di una bellezza altro tema anche la Capri hanno destinata a riscattare ma insieme a moltiplicare le pene di unire sempre a disagio nei suoi panni descrivendo
Un desiderio quasi sempre in appagato di leggerezza ma con molta leggerezza descrivendolo la cavalli sa raggiungere equilibri notevoli tra l'imitazione diciamo così di un classico immaginario
E un tono pronto a sfiorare il pedestre per poi risollevarsi subito con grazia
è merito di un tono così volubile ma costantemente volubile se le constatazioni desolate le sfide guascone gli accenti beffardi e le furie etici murina giù donchisciottesco amente a vuoto le proprie armi
Escono ad amalgamarsi infine nella stessa diafana sostanza verbale
E tutto come in Sandro Penna si riassume quella in un unico verso che sembra quasi una lastra al capitello intatto di un antico tempio rovina citiamo ad esempio da un libro del due mila sei credibilità Tigra sorte morte e resurrezione mia ginnastica vi dice la cavalli
E passiamo alla Calabria la Capria autore come si sa di un romanzo importante ferito a morte del mille novecentosessantuno uno dei pochi romanzi italiani che abbiano saputo confrontarsi senza goffaggine in cui col modernismo degli anni Venti
E trenta quello del dell'urlo e il furore di Faulkner te l'Ulisse di Joyce
E di Virginia Woolf sulla scia di questi autori la Capria sbriciola il tempo continuo della narrazione in una serie di Epifani e cioè distanti luminosi rivelatori
O in sequenze placidamente allucinante ma il contesto è molto diverso la Capria infatti sfrutta i modelli anglosassoni
Per rappresentare un Sud napoletano mediterraneo che resiste inerte alla civilizzazione moderna ma che proprio per questo è attraversato da una felicità quasi mitica in ferito a morte spicca un tema che resterà centrale in tutta la produzione la catena quello appunto della bellezza concepita come un miraggio sempre presente è sempre inafferrabile qui il tema è ancora legato
Allo sviluppo di una trama mentre più tardi costituirà motivo di sottofondo insieme onnipresente quasi subliminale la metamorfosi si verifica negli anni settanta quando la Capria si allontana dal romanzo iniziando a diffidare delle poetiche moderniste condivise in gioventù e soprattutto dei modi sempre più artificiosi con cui i suoi colleghi si servono degli sperimentalismi novecenteschi ridotti
A un gergo da addetti ai lavori spesso intimidatorio astruso e vuoto
E la Capria maturo si convince del fatto che questi sperimentalismi facendo a pezzi la narrativa tradizionale sostituendola
Con una letteratura più o meno criptica abbiano finito per distruggere quel tanto di normale attitudine comunicativa che inscindibile da ogni autentica arte del racconto le conseguenze sono particolarmente gravi in Italia secondo lui è un Paese che le tecniche moderniste non le ha inventate ma soltanto applicate in modo tanto fanatico quanto passivo inibendo ulteriormente una produzione narrativa nazionale già artificiosa e scarsa danno il romanzo dice la Capria rimane comunque una merce d'importazione una forma sovrapposte maniere
Spesso improbabili a scritture che sviluppano al meglio le loro potenzialità semmai nella novella Breve nella memorialistica nell'operetta morale e nella satira
Queste costatazione inducono l'autore a concentrarsi via via su una prosa in grado di scivolare rapida tra il saggio L'autobiografia
E il racconto se la più tipica letteratura novecentesca mostra ogni passo la vertiginosa difficoltà delle sue tecniche formali sotto le quali si cela spesso più un esibizionismo intellettuali istigò che una reale necessità conoscitiva la Capria viceversa propone ora uno stile opposto uno stile da lui definito lo stile dell'anatra cioè di un animale citiamo che senza sforzo apparente
Fila via tranquillo impassibile sulla superficie mentre sott'acqua le zampe si agitano faticosamente ma non si vendono
Con questo stile semplice la Capria maturo
Insiste a circoscrivere la concretezza dei fenomeni percepibili individualmente sempre da lì parte sempre lì ritorna anche per capire le materie più astratte se la malattia della modernità è uno sterile estremismo politico verbale un concettualismo degradato di massa come lo chiama che aliena gli uomini dall'esperienza reale il nome di grandioso ideologia senza rapporto con la vita
L'antidoto migliore gli appare allora una saggezza impieghi ricca guidata da un vigile senso del limite così a poco a poco allontanandosi dall'inglese di Joyce e dei suoi spericolati flussi di coscienza la Capria si è avvicinato all'inglese
Di Giorgio e del suo misurato common sense
Dunque due scrittori la Calabria Patrizia Cavalli che inseguono o trovano la grazia una semplicità difficile una semplicità
Che le generazioni ultime impera scolastici Zarate spesso hanno snobbato confondendo la con qualcosa di troppo facile allo stesso modo in cui hanno confuso il modo brutale e naïf di esprimere un complicazione teorici Istica in testi che spesso sono appena legati di convegni sul linguaggio di non ottima fattura
Per una cosa invece difficile meritoria di ogni attenzione può darsi
Che non sempre Cavaliers la Capria abbiano raggiunto la grazia ma è capitato spesso e quando hanno cantato e scritto per così dire un gradino sotto un gradino sotto pena la Cavalli un gradino sotto Parise la Capria lo hanno fatto comunque con una dignità
Te li fa spiccare nella prosa nella poesia italiana
Contemporanee
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