Presentazione del libro "Io volevo ucciderla. Per una criminologia dell'incontro" di Adolfo Ceretti e Lorenzo Natali

Iniziale
Bene sì ci siamo scusate il piccolo ritardo tra l'altro dobbiamo essere puntuali invece nella chiudere perché BookCity e così ricchissima e piena di incontri e quindi allora dorso Ceretti ci teneva persone ficcare la sedia vuota che quella del coautore Lorenzo Natali che non non può essere qui e quindi però lasciamo la la sua sedia così insomma rappresenta il il coautore di quest'opera
Talora diamoci un un metodo intanto io sono con due professori Adolfo Ceretti la professoressa Marta Cartabia ma per così praticità io chiamerei nome e cognome no per entrambi e quindi non ci non saremo almeno accademici possibile e secondo me lo saremo anche insomma io lo sono rispetto a quest'opera perché qui parliamo di un mondo che secondo me si si divide un po'in due quella dei fruitori di questa opera dei lettori perché ci sono le persone che hanno somma come dire
Che fanno parte del mondo o hanno gli strumenti per parlare e per leggere criminologia ottenni giuridici ecco io non ne faccio parte
E quindi ecco la parte che più come dire coinvolge me e quella letteraria perché ce n'è molta
In questo libro
Ma insomma facciamo una chiacchierata e naturalmente le le le le più ma le mie curiosità sono soprattutto quelle che hanno a che fare con l'opera ma ecco dico solo una cosa perché poi lascio la parola Marta Cartabia
Un'altra devo prendere gli occhiali
L'appoggio sul resto poi
Partirei partirei da qui tartare
Così pong segno che da una cosa che avete scritto
No no neanche detto titolo dell'opera io volevo ucciderla per una criminologia dell'incontro gli autori sono Adolfo Ceretti e Lorenzo Natali e l'editore Raffaello Cortina
Partirei da queste righe
Per avvicinarci alla forza tragica di questa narrazione che incontro dopo incontro cha pervasi
Le uniche parole che possono rievocare la nostra esperienza di ascolto parlano cerette Natali sono state scritte da Emil Cioran nel suo libro intitolato un apolide metafisico conversazioni
Le parole sono queste
Mi interessano
Tutti quelli che sono avviati alla catastrofe come pure quelle che sono riuscite a collocarsi oltre la catastrofe la mia più grande ammirazione Vacchi si è trovato sull'orlo del precipizio ecco queste righe
In qualche modo di quanti insomma qualcosa di me perché sono qui io mi era rappresentano il mio sguardo su quest'opera e e il motivo per cui
Insomma anch'io da tanti anni fa frequento le carceri e soprattutto San Vittore e
E ha un interesse per per il mondo non tanto per il mondo del del delitto del crimine quanto quello del carcere sono cose diverse
Però ecco leggerei le domande che sono credo quelle a cui
Risponde oggi ore attorno alle quali lavoreremo oggi che voi spesso dei fatte perché uno può anche non sapere cos'è la criminologia non tutti le persone che sono qui stamattina sono sono addette ai lavori anzi per fortuna
Perché dunque far parlare il criminale e dare voce alla sua parola inaudita
Qual è il discorso atteso e poi ascoltato se non intendiamo circoscriverlo ad una prova del vero e del falso che cosa si intende conoscere
Poi il reo attraverso la sua parola dire Luís stesso la verità del suo gesto più concretamente fino a che punto le circostanze nelle quali l'autore l'autrice del crimine si è trovato hanno influenzato
La sua ragione la sua coscienza e quindi la responsabilità delle sue azioni in che misura l'autore l'autrice del fatto abitava il limite incerto e talvolta ambiguo tra ragione e follia omicida tra lucidità
E delirio come esplorare un territorio inaugurato da un gesto criminale che potrebbe essere letto come un'eclisse del pensiero e della ragione ecco credo che siano
Queste le domande che tutti si fanno di fronte a a un'opera come questa
Come forse sapete si tratta di una lunga intervista undici incontri vero undici incontri con Stefania Alberani
Albertani che ha insomma commesso reato forse particolarmente efferato insomma ucciso la sorella con una modalità sono piuttosto feroce ecco le domande che che mi sono fatta io rispetto a questo
A quest'opera che ha una densità Repetto per quello che interessa a me letteraria fortissima perché il lavoro che loro hanno fatto nella restituire le le parole di Stefania Albertani
è stato proprio di di preservare il più possibile l'autenticità del delle sue parole questi incontri e quello che è successo in questi incontri un percorso tra l'altro particolare perché è iniziato prima del Corvetto è continuato
Durante quindi i primi incontri sono stati in presenza gli altri no
Insomma è un'opera che
Che che provoca tantissime domande
Perché vi ho appena letto le darei la parola Marta Cartabia ora
Grazie
Io chiedo innanzitutto se l'audio ci consente di ascoltare perché avevo qualche difficoltà da cui si sente bene appena non tanto
Devo tenerlo più vicino così va meglio grazie fatemi dei segnali perché altrimenti parliamo inutilmente
Innanzitutto grazie a tutti di essere lui mi sorprendo sempre quando la domenica mattina c'è una partecipazione così intensa di fronte
A una proposta di riflessione di presentazione di un libro
Che certamente è impegnativa
Cos'è questo libro è uno delle straordinarie opere che coinvolgono e che vedono come protagonista D'Amico Adolfo Ceretti non è il primo che offre alla nostra attenzione
Un genere letterario assolutamente innovativo come fu innovativo e si e per me personalmente uno spartiacque il libro dell'incontro questo è un altro spartiacque
Un testo che è un tesoro ricco di e riflessioni e di prospettive
Possibili su fatti gravi su fatti difficili
Molto difficili
E ieri esatto che assentiva
Perché come è stato detto nell'introduzione il cuore di questo di questo volume
è la trascrizione letterale di undici incontri avvenuti nel carcere di San Vittore in modalità in presenza fino a quando è stato possibile poi
Da remoto perché la la pandemia è entrata con me
Di nuovo un elemento che lo vedremo tra un attimo che segna un prima e un dopo anche nel percorso
Di Stefania Albertani che raccoglie le conversazioni tra Adolfo Ceretti Lorenzo Natali
In veste di criminologi in questo caso va be'qualche veste loro nella loro perverse professionale comunque
E Stefania Albertani che è una donna detenuta da tanti anni nel carcere di San Vittore per aver commesso un omicidio molto grave con modalità molto sedere ha ucciso la sorella
è un fatto noto che viene ripetutamente parlo in questi in modo così aperto perché il libro eh estremamente aperto su questo punto
E su tutto uccide la sorella dà fuoco al suo corpo e da lì diciamo così parte
Tutta una riflessione che viene
Contenuta è offerta al lettore in questo libero
A mio parere e qui davvero entro subito nel quello che ha detto a me
Ben sapendo la parzialità di quello che ti sto dicendo e questo è un libro in cui attraverso questa trascrizione di questi undici dialoghi
Si racconta come si può arrivare a una Egitto violento
Di questa efferatezza
Tra l'altro una donna
Ed è una cosa che da ministro della Giustizia notavo sempre che il numero dei reati commessi dalle donne tendenzialmente molto molto più basso il numero delle donne detenute molto più basso dire rispetto a quello degli uomini
Ma oltre a raccontare come si può arrivare ad una Gitto violento
Questo libro racconta come si può arrivare a un cambiamento drammatico dissente
L'uso espressioni che sono ricorrenti in questo testo o meglio
Questa è la prima chiave interpretativa che vi offro
Raccontando questo libro racconta come quella stessa dinamica che può portare a un a un Egitto violento all'abisso veramente all'abisso per una persona
Si è detta pronunciata compresa può a sua volta innescare un processo di rinascita e di risalita dall'abisso
C'è l'uno e l'altro in questo testo si comprende come si può arrivare a quel punto
E come da lì può iniziare qualcosa di straordinariamente nuovo
Quindi ai miei occhi la storia di Stefania Albertani
è innanzitutto un motivo di speranza
Perché è una luce è una storia paradigmatica di ciò che può e deve essere il carcere o il potere punitivo il diritto penale cioè è è veramente la testimonianza che quello
Che c'è scritto nel nostro testo costituzionale l'articolo ventisette che la la la pena non deve mai essere un trattamento contrario al senso di umanità e deve tendere a un oltre alla rieducazione del condannato
è possibile non è un principio per anime candide o degli illusi ma è veramente possibile la storia di Stefania Albertani
è la storia di una rinascita possibile di un nuovo se che rinasce una trasformazione una trasformazione radicale un cambiamento visto dall'esterno lei probabilmente
Mi avventuro a dire cosa potrebbe dire lei avendo assorbito tanto delle sue parole più che una trasformazione un cambiamento direbbe
Un ritorno al suo vero io un ritrovare il suo vero se stesso e ritrovare ciò che lei dentro disse
Aveva sempre considerato di poter essere
è la storia di un cambiamento possibile grazie a Dio non è l'unico non non è così semplice arrivare alle
A queste trasformazioni e questi cambiamenti così reali ma non è l'unico ci sono ho incontrato tante realtà in cui si vedono queste rinascite dai ragazzi di don Burgio hyo Ross
Cosimo Rega che ci ha lasciati a tante persone incontrate da Giovanni ventitreesimo ci sono queste realtà
Ma questo libero
Oltre a consegnarci questa testimonianza
Che quel cambiamento è possibile
A mio parere è prezioso perché ci dice come
è possibile arrivare a questa trasformazione
In qualche modo
Ci offre un metodo attenzione non una ricetta
Mettendo in fila alcuni ingredienti viene una c'è un certo esito non è così perché con le cose dell'Humanae vitae dell'animo umano il finale è sempre aperto io rubo sempre espressioni che sono nel libro
Però indica una strada possibile un percorso un metodo che può e deve essere offerto a tutti perché se è possibile in un caso così grande
Deve essere possibile per tutti almeno tenta attivamente
In questi minuti io voi
Ai evidenziare alcuni elementi di questo percorso che mi hanno colpito e lo dico con una selezione assolutamente soggettiva
Che coinvolge la mia sensibilità alla mia formazione di professore universitario di diritto costituzionale di l'ex giudice costituzionale di ministro ciò insomma tutto il mio bagaglio mi ha portato a cogliere alcuni aspetti che vorrei
E proporre a voi come possibili chiavi di lettura
E ce ne sono sicuramente molti altri
Innanzitutto vorrei dire che la storia di Stefania è una storia che non inizia con gli undici incontri
Con Adolfo e Lorenzo Natali è una storia che ha alle spalle numerosi anni di carcere da da quando era stato
Compiuto quel fatto quel delitto
In cui sono accadute tante cose che emergono nel libro Io non sono andata a ricostruire tutta la sua storia ma gli ho Accolti leggendo il libro e questi fatti hanno un peso
Innanzitutto c'è tutto una vicenda diciamo così di cura psicoterapeutica ma anche psichiatrica perché c'è Castiglione delle Stiviere ci sono il dottor CGA il dove la dottoressa H che emergono nei racconti
Perché c'è anche nella nella sentenza che la riguarda è stato riconosciuto un vizio parziale di mente al momento del fatto anche se lei più volte sottolinea
Che una delle cose che più la disturba è essere considerata una sentenza vivente o una perizia psichiatrica di dente cioè rifiuta ogni riduzionismo
Ogni riduzione di quello che lei ha compiuto al fatto di essere una persona malata tuttavia questo è un punto importante del libro su cui tornerò più volte
Il libro che enuncia anche nella sua parte introduttiva diciamo così un una una una teoria criminologica
Rifiuta due riduzioni ismi e cioè che tutti i fatti criminali possano essere ridotti o autunnale vizio mentale
Oppure agli antecedenti diciamo di contesto al agli elementi di contesto questi due fatti
Hanno un peso nel anche nella storia di Stefania Albertani hanno un peso enorme ma non porta non sono mai un una causa che di per sé giustificavo spiega tutto la tutto non sono mai giustificazioni stia zolfo Ceretti Lorenzo Natali più volte ribadiscono non c'è giustificazione a quello che è stato compiuto c'è una piena responsabilità e questo è un punto molto importante
Tuttavia perché ho sottolineato quel percorso quella su l'assistenza che Stefania ha avuto il le presenze di varie persone che hanno si sono fatte carico si sono fatte carico della necessaria cura
Dei suoi problemi psicologici e di altra natura
Perché questo è un bisogno straordinariamente potente nelle nostre istituzioni carcerarie oggi io quello che ho potuto vedere una delle emergenze di sempre ma esplose con la pandemia è un enorme bisogno di assistenza psicologica e psichiatrica dentro le nostre carceri
Non vado oltre ma certi necessità di mettere seriamente in mano a questo tipo di assistenza perché non esca poi vi dico solo una cosa c'è stato e non so se è finita una mostra straordinaria
Di ottocento fotografie che sono state esposte qui a Milano al Padiglione di arte contemporanea che ritraggono attraverso l'obiettivo
Dato in mano a detenuti ma anche ad agenti della polizia penitenziaria o altro personale che lavora dentro il carcere
La realtà del carcere prese in vari momenti una di queste fotografie
Ritrae una cesta piena strabordante di vasetti di Xanax allora non può essere solo questo l'assistenza che si dà alle persone detenute
Che soffrono di vari problemi occorre seriamente che l'assist la la la la cura arrivi oltre le mura e arrivi con una grande priorità perché lì il problema è drammatico per tutti
C'è stato questo
C'è una un ruolo importantissimo nella storia di Stefania Albertani dello spaccio nel senso del suo lavoro al lo spaccio non dello spaccio otto è una parola ambigua del del lavoro che lei a alla possibilità di svolgere allo spaccio del carcere fine Caffé preparare panini questa possibilità del lavoro è un fattore decisivo nel percorso di sprechi di Stefania sia perché è un'occasione in cui lei recupera valore ai suoi occhi è brava
Fa bene il caffè è bravissima e velocissima nel preparare i panini è apprezzata per questo dai suoi compagni dagli agenti dalle persone che possono beneficiare del suo servizio e quindi per lei è un momento di tale questo di poter lavorare lo spaccio
Ma c'è anche un punto
Pagina trecentoquarantadue dove
Lei si vede trasformata proprio guardandosi in azione nel modo in cui lavora a un certo punto scopre che dopo aver recuperato ai suoi stessi occhi
Una dignità perché è e cercata per come svolge questo servizio lei si accorge di essere in grado di dire adesso il caffè posso lasciarlo fare agli altri
Posso anche non mettermi continuamente alla prova a vedere se davvero sono così
E apprezzata agli occhi degli altri non c'è più bisogno di questo
Questa trasformazione un momento importantissimo nella storia di Stefania questo
Riconoscimento del proprio valore agli occhi altrui che a un certo punto non è non ha più bisogno di continue conferme uno come lo scopre
Non lo scopre soltanto riflettendo su se stesso ma scoprendo sì in un'azione diversa lascia spazio a un'altra collega e dice no no no non serve che il caffè te lo faccia io e lei lo fa altrettanto bene un momento importantissimo
L'assistenza psicoterapeutica il lavoro
Un direttore illuminato perché è un direttore direttore di San Vittore che consente ad Adolfo Ceretti e Lorenzo Natali
Di intraprendere un percorso credo innovativo di questi viali dove c'era un è una metodologia nuova qualcosa che forse del battello dirai tu insomma da al come era emerso almeno dal libro mi sembrava una delle nuove sperimentazioni che hanno svolto il loro
Quarto ci sono educatori medici agenti della polizia che sono persone importantissime nel percorso di Stefania
Il Greenwich così si dice questo appuntato che quello che lavora con lei che la lassiste dura soprattutto nel periodo in cui lavora nei momenti in cui lavora lo spaccio è una persona che in modo molto dirette molto semplice
Vengono ritratti due due episodi che sono decisivi per il suo cammino a un certo punto questo agente le chiederei dice
Oh ma Stefania ma è vero tutto quello che dicono studi tema è proprio vero che tu hai fatto quelle cose
E lei è lì per lì si arrabbia queste pagine duecentodiciotto e dice
Ma tutti si fatto infatti i miei sei andato a guardare chi sono io cioè cosa ci interessa
E subito dopo de dice sì sì comunque sono sono così e lui le risponde aspettate che riprendono le parole su due
Scusate mi è però non vogliono non voglio togliere l'immediatezza di questo dialogo lei dice sì sì è vero ho fatto tutto tutto quello che è stato scritto allora lui mi ha guardato
E mi ha regalato un sorriso aggiungendo maschi cavolo ti è saltato nel cervello io ti conosco come sei adesso e mi pare impossibile
Poi c'è un altro momento un altro passaggio A pagina trecentoquarantatré
In cui di nuovo c'è un dialogo tra lei e il Grinch un agente della polizia penitenziaria questo questa persona che evidentemente è presente sempre nel suo percorso
E a un certo punto ha lei dice a un certo momento mi è stato spontaneo chiedergli io so bene che lei conosce la mia storia
Però c'è una cosa che non sa ancora lei dice alla gente
E questo è il punto di svolta del libero
Io in quel momento
Quando ho ucciso avvengono la volontà di farlo
Io volevo farlo
Lui la guarda alza lo sguardo e commenta
Guarda che io l'avevo capito ancora prima che lo capissi tu
Perché si vedeva che c'era qualcosa che non tirarli fuori quando altri dati dello spaccio arrabbiata dicendo che avevi gli attacchi di bulimia c'era qualcosa che potevi buttare fuori si vedeva lontano un chilometro
Ma quanti anni ci hai messo ci voleva tanto a dirlo
Tutto questo per dire
Che ci sono tanti fattori tanti ingredienti tante presenze ce n'è un altro un'altra gente che quello che di deve portare la notizia di quando è morto il padre che non ha il coraggio di abbracciarla ma che di lancia uno sguardo che come se fosse un abbraccio
Che sono tutti elementi che ho imparato a conoscere nel loro valore
Frequentando e vedendo le varie variegate realtà carcerarie della nostra Repubblica italiana ci sono persone che possono fare la differenza
Ci sono strumenti che possono fare la differenza nulla è automatico non è che un lavoro ti garantisce questo trasformazione così radicale come quella che ha distrutto Stefania Albertani ma tutto è necessario
Tutto è necessario ma tutto questo non sarebbe bastato nella storia di Stefania
E qui arriviamo Aldo specifico
Di quello che hanno fatto Adolfo e Lorenzo Natali con lei
Qui mi sono resa conto davvero
Di quanto decisivo è che tutto questo tutto quell'apparato neppure l'ambiente adeguato le visite la Stefania si è laureata ha studiato nel frattempo
Cioè tante occasioni che il il carcere l'amministrazione penitenziaria atti devono offrire
Tutto questo è necessario ma tutto questo non basta se non c'è quello che Adolfo Lorenzo mi hanno permesso di fare c'è un lavoro riflessivo su disse credo che anche queste siano parole loro lo dicono in questi termini a pagina ottanta un lavoro riflessivo di edificazione di una auto narrazione disse
Una presa di coscienza disse in questi undici dialogo
Cosa hanno fatto in questi undici diario di niente magie
Niente di straordinario insomma è straordinario firma leggendo le loro interlocuzioni
è un
Quello che loro dicono aver creato uno spazio mi viene in inglese non già ha già in mente al dove non c'è un norme che non è uno spazio giudicante perché quello è compito di altri spazi è compito necessario della giustizia degli aule di tribunali in uno spazio dove raccontarsi dove diversi
Dove
Si elaborano delle parole si dà usano delle parole che possono dare un nome alle cose ai sentimenti che ai tessuti
Io devo dire la verità sono impressionata
Dalla potenza
Che la parola può avere sulla riconfigurazione della persona su quel fare emergere il vero io di Stefania così sepolto sotto strati ficca azioni
Che hanno richiesto veramente un lavoro di scavo profondissimo
Che cosa si sono detti che cosa sono arrivati a dirsi in questi undici viadotti
Io mi ero segnato alcune parole tutti questi foglietti sono parole che vengono dalle parti dalle pagine che del libero innanzitutto lei
In tutto una lunghissima prima parte parlare
Ma del suo vissuto prima di quel fatto che gran parte a che fare con il suo contesto familiare che non è un contesto familiare
Diciamo così non è quello dell'immaginare ambienti da criminalità organizzata o cose di questo genere
è un contesto familiare dove c'è un rapporto molto molto pesante con il padre ma soprattutto con il fratello un rapporto di dominio che lei subisce
E verso il quali lei parole sue liberamente si obbligava liberamente si obbligava a fare quanto loro desideravano da lei
Cioè non è un contesto di violenza nel senso in cui lei veniva
Maltrattata picchiata aggredita fisicamente o di o il fratello fa delle cose
Un po'tutti tormentati e quando la mette da bambina sullo stendibiancheria fuori dal balcone avete in mente le file per stendere la biancheria il fratello la metteva appoggiata di
Tre piani dissolte l'ha lasciata lì a vedere un po'come reagiva quindi cosa è un po'pesanti c'erano però non è che ci fosse proprio sì è la la la tortura dei fratelli verso oppure le scene che possono accadere ma soprattutto questo lei questo suo adeguarsi continuamente dalla scelta degli studi che fa occuparsi dell'azienda familiare e poi viene fuori questo suo senso di perenne inadeguatezza
Che che si porta dietro fino a pochi mesi prima della di queste conversazioni quando fa l'esame di procedura civile prende solo ventidue bravissima negli studi e questo ventidue le riapre questo senso di inadeguatezza totale la parola fallimento che detonatore di tutto il fatto perché lei arriva a uccidere la sorella quando c'è stato un errore grosso da parte sua che porta al fallimento dell'azienda ma che la parola fallimento trascina con sé è un fallimento più ampio
Invisibilità questo essere invisibile agli occhi dei familiari innanzitutto agli occhi della madre che nulla tocca mai non c'è mai una carezza manca totalmente quella dimensione affettiva
Quella invisibilità che le impedisce anche di guardarsi Allo specchio lei scappa da tutti gli specchi perché non vuole non vuole non regge la lo sguardo sul disse della sua immagine
L'invidia per la sorella la rabbia e la paura una paura e norme che emerge da tutti i pori insomma
Emerge in questi dialoghi questa ricostruzione di questo affresco di vita sua
Prima di quel fatto che a me verrebbe da dire in cui il tratto dominante sono proprio questi rapporti di dominio subiti di subordinazione accettata
Dove lei a un certo punto dice
Io mi rendevo conto che il voler bene perché lei è legatissima a questo fratello al padre tutta la l'ambiente familiare
Il volere bene significa ricevere il banale
Se son parole sue cioè è impressionante la precisione con cui veri arriva a dire questo
Questa è la prima cosa che che che che si dice chiesti perché questi dialogo le permettono di diversi in questo ambiente appunto che non giudica ma neppure giustifica perché più volte ci sono interventi soprattutto di Adolfo che sottolinea che sono spazi non giudicanti ma che nemmeno fanno sconti più volte viene detto questo non toglie niente alla responsabilità di quanto è stato commesso
Però
Oltre a dire il proprio fallimento il proprio Parlamento interiore le persone che contano le comunità fantasma tutto questo
Questo spazio le permette innanzitutto e sembra un'ovvietà nome obiettano né
Di dire il fatto accaduto perché questa cosa mi ha colpito tantissimo dopo che lei ha commesso quello che ha commesso agito quel delitto
Carla la tenne verrà il buio come se quei giorni non esistessero quel fatto non esistesse e devo dire che mi era capitato in una visita in carcere di avere un dialogo propria sempre a San Vittore con una persona che era appena stata arrestata per un altro fatto gravissimo
Avevo ucciso il figlio piccolissimo e avevo visto nei suoi occhi lo stesso buco nero che Stefania racconta disse questo vedeva alla televisione che si narrava il fatto di cronaca in cui lui era protagonista e diceva ma io non c'ero non sono io ma perché dicono che io ho fatto queste cose
Questa impressionante cioè un delitto così grave viene
Rimosso totalmente al punto che riemerge il fatto in sé
Prima ancora della propria responsabilità ma il la le le le le l'accadimento storico solo dopo a e anni di lavoro e lei racconta e che questo avviene e grazie al lavoro che lei aveva fatto con un altro medico il dottor lacci che l'aveva tra l'altro portata proprio sulla tomba devono essere deve finire
Finisco
L'altra cosa impressionante che la terza cosa che lei che lei dice arrivare a dire quella frase che all'inizio del libro cioè il titolo del libro questo arriva dopo un'interruzione dei dialoghi che c'è stata forzatamente a causa della pandemia tra metà febbraio
Tra fine febbraio e metà maggio quando si rivendono lei
Dice in faccia Lorenzo ad Adolfo il fatto è che io volevo ucciderla
Io volevo che questi volevo fare quello che ho fatto
Questo è il punto in cui rinasce
Questa trasformazione totale della sua personalità Michiel chiedo scusa di essere andata pervenute però
Di questo aspetto io vorrei sottolineare due cose
Che non c'è una possibilità di trasformazione usiamo linguaggio costituzionale di rieducazione di di trasformazione disse di ritrovarsi di di una questa seconda possibilità non può non partire dal riconoscimento dal dirsi la verità rispetto a se stessi questa metamorfosi che si vede nella personalità dell'Albertani parte darli
Va be'c'era un'altra cosa che avrei voluto dire ma ce lo teniamo eventualmente per il dialogo
E che questo desiderio questo riconoscere la propria responsabilità e accompagnato dal desiderio di riparare
Di far qualcosa lei immediatamente chiede di poter accedere a questi percorsi di giustizia riparativa che sono un'altra delle cose che Adolfo e e tutto il suo gruppo ha regalato alla nostra società perché già esistono poi li abbiamo potuti anche mettere in un testo di una riforma che in attesa di entrare in vigore ma il desiderio di riparare c'è questo passaggio dal senso di colpa
Che ti porta a cancellare a non dire a nascondere al teste se prima di tutto che agli altri l'accaduto a quello che loro chiamano
L'etica del danno che il desiderio di mettersi a disposizione per poter riparare
E uno si chiede su questo concludo
Ma di fronte a un fatto così
Cosa puoi toccare
Cosa c'è da riparare di riparare lei di fronte all'irreparabile
Questa domanda ed ho fatto una settimana fa
Ad Agnese Moro Adriana Faranda in un colloquio che avevamo avuto
Loro hanno vissuto questi percorsi di giustizia riparativa
E Agnese Moro alzato immediatamente la la falce mi ha guardato e mi fa come cosa c'è da riparare
C'è da riparare le vite umane
E questa potenza del dialogo questo porta con sé
Riparare veggente bastoni Stefania Albertani che ci viene consegnata in questo libro
E in questi termini una storia di straordinaria riparazione grazie
Allora è chiaro che questo incontro avrebbe dovuto durare due ore invece ne abbiamo una sola e abbiamo una realtà pochi minuti però io propongo che noi stiamo qui finché non ci buttano fuori non ci vengano a a cacciar via e non ne faremo resistenza anche perché vogliamo ascoltare l'autore però una cosa era un pensiero lo devo mettere lì
Sì ma Marta Cartabia fatto questa splendido questa splendida lettura così profonda così attenta così di preciso e sensibile di quest'opera io però una pensiero personale ma lo lo devo a mettere lì
E non è un prete un pensiero che viene da insomma una lunga frequentazione del carcere ed è un pensiero che condividono persona come come Gherardo Colombo come Luigi Pagano che è stato direttore di carcere per per quarant'anni ha poi lavorato al al DAP ecco non vorrei che qualche non addetto ai lavori o qualche lettore pensasse per quello che è stato detto pensiero personale che il carcere è utile
Ci sono il sessantanove per cento di persone recidive
Le persone che scontra loro pena in carcere il sessantanove per cento
E poi recidiva torna in carcere mentre se ci sono pene alternative agli arresti domiciliari o in detenzione in comunità oppure pene pecuniarie la recidività e del venti per cento questi sono gli ultimi dati che possono far devono far riflettere una cosa senz'altro vera e condivisibili da tutti noi ed è che
Sono due le possibilità di di dar senso a a a e e credere nella parola recuperò che sono le parole ascolto la relazione cioè c'è totalmente se una persona detenuta una persona cara commesso un reato alla fortuna con me di trovare in chi incontra in carcere che può essere un educatore uno psicologo un criminologo un direttore
Illuminato addirittura un agente di polizia penitenziaria
Sensibile che fa bene il suo lavoro ecco nella relazione c'è la possibilità poi della non voglio chiamarla redenzione ma insomma di dare un senso a quel percorso volevo appoggiare anche questo pensiero
Adolfo
Si sente buongiorno a tutti a tutti beh innanzitutto
A Marta non lasciamoci ah Cartabia a Daria Bignardi questa presentazione che mi commuove
Un grazie di cuore
Al mio editore Raffaello Cortina Caputo
Coraggio
Infinito nel pubblicare questo libro perché un libro che contiene trecento pagine di sbobinatura
Di un dialogo che avviene tra due criminologi e o una detenuta beh è una grande scommessa naturalmente editoriale non non tutti hanno il coraggio di farlo voglio ringraziare in modo particolare anche Laura Ambrosiano ti ha scritto una postfazione meravigliosa
Veramente un Epitome perfetta con dei pensieri sublimi
Quella sedia vuota è perché oggi Lorenzo Natali coautore del libro non può essere qui per un virus di stagione
E questo assedio vuote anche per Stefania Albertani darle un volto per darle per presenti chi Carla come io amo dire
Per dare una presenza concreta perché e di lei che parliamo e lei che ha dato la sua voce è lei che ha avuto il coraggio dimettersi
A in prima persona e di tornare nelle sue parole diciamo al pubblico perché in genere noi facciamo questa intervista che rimangono diciamo riservate
Traiamo soltanto alcuni passaggi che ci servono per implementare le nostre teorie
Ecco io vorrei a questo punto esplicitare al pubblico che Lorenzo io siamo due criminologiche studiano da anni che cercano di mettere
Appunto a questa teoria
Che spiega il comportamento violento nel due mila nove sempre con Raffaello Cortina abbiamo pubblicato cosmologia violente e questo ha idealmente tredici anni dopo la continuazione
Perché nessuno di noi ha mai smesso naturalmente di lavorare su questi aspetti
Che riguardano la comprensione del comportamento violento
Io non sto qui a farvi la genesi di quali sono diciamo i punti di riferimento teorici dei nostri lavori perché ci vorrebbe un corso universitario
L'Inter azionismo simbolico che nasce negli Stati Uniti negli anni Trenta del secolo scorso
L'Inter azionismo radicale
La criminologia narrativa la criminologia filosofica che sono correnti invece molto più recenti
C'è un forte influsso anche nel lavoro
Dell'amico Lingiardi io tu noi un piccolo capolavoro che noi richiamiamo spesso nel testo piccolo grande capolavoro
Che pur partendo da diciamo punti di vista e tradizioni culturali di Bears si incrocia tantissimo
Con i nostri percorsi che cosa facciamo sostanzialmente Lorenzo e io
Raccogliamo
Queste
Narrazioni perché la narrazione in criminologia ha una funzione particolare che cosa interessa a noi
Due
Alle due interessa comprendere
Come una persona può ex post
Ricostruire la sua narrazione mettendo all'interno come è stato detto magistralmente in questa trama narrativa
Che spesso ha
Una serie di Bucchi che sono dovuti al fatto che le censure
L'incapacità di auto riflette e questo il tema della riflessione è centrale nel nostro lavoro perché tutti noi siamo riflessivi auto inflessibili cioè con per siamo con stessi abbiamo una conversazione interrompere interiore un soliloquio
Che naturalmente è una parola che rimanda una tradizione culturale che fa tremare le vene ai polsi ma questo soliloquio è quello che ci dice ci siamo stati chi siamo e chi potremmo esserne
Naturalmente se questo se questa conversazione interiore viene messa
In
Comunicazioni in relazione con un altro significativo cioè
Due interlocutori che
Ti chiedono semplicemente raccontami la tua storia ma senza più essere giudicati
Quindi non in un contesto che ti giudica che vuole ovviamente ottenere da te anche come dire uno comportamento prestazionale perché se tu vuoi ottenere una misura alternativa alla pena detentiva naturalmente avrai un interesse a raccontati in un certo modo se vuoi
Risultare meno responsabile di un fatto
E invece qui succede esattamente il contrario
Stefania può attraverso questi incontri cominciare iniziare a di Rossi ecco questa sono io
Come scrive magistralmente Battilani in una delle sue ultime canzoni
Anch'io ho letto perché non posso sbagliare una citazione di bob
I am è meno contratti di shows agli amanti meno meni Muzzi I conte in molti Giroux
Noi otteniamo delle moltitudini noi siamo un Parlamento interiore non siamo da soli là dentro compensiamo con i nostri alti significativi e chi sono gli altri significativi di Stefania
Sono fondamentalmente suo fratello suo fratello diventa il padrone della vita e della morte
Di Stefania perché
E il suo interlocutore e quello nei confronti dei quali lei
Sostanzialmente prima di ogni
Prima di prendere ogni decisioni importante dialoga naturalmente traducendo i suoi messaggi e filtrando lì attraverso quella quello che il suo asset
Quindi attraverso le sue sensibilità attraverso le sue letture di quello che l'altro gli dice e dentro di sé Stefania una persona che si è costruita
In un modo estremamente particolari ed è su questo che noi andiamo diciamo alla bora cerchiamo di capire come Stefania ha potuto
Diciamo
E di ficcarsi
Attraverso tutta una serie di tappe che
Non lavorando sull'inconscio ma lavorando attraverso i significati Kelley quotidianamente da alle ha ha dato alle relazioni importanti e decisive della sua vita
A costruito la sua immagine e come questa sua immagine deve essere di fronte agli atti e se fondamentalmente di fronte a suo fratello e questo omicidio che avviene con delle modalità
Terribili perché inutile nasconderselo c'è tutta questa immagine del fuoco
Ambrosiano racconta benissimo
Che cosa significhi lo raccontiamo anche noi il fuoco nella vita di Stefania quando a cinque o sei gli anni accendendo un fiammifero già si percepisce come una persona fallita
In ragione della dei giudizi che sua madre violentissimi aveva dato di lei su qualificandola dicendo che non avrebbe mai dovuto nascere
E decide di di darsi fuoco ma non riesce e spegni il fiammifero con questo gesto di onnipotenza
Nell'accendere nello spendere invece
Quando si ritrova di fronte il corpo di sua sorella
Che diventa un capro espiatorio inteso in senso proprio girare il piano
La vittima sacrificale che deve morire perché malvagia e deve morire ma morendo può riporterà la pace nella comunità cioè nella nella nel pensiero di Stefania che non è un pensiero delirante perché Stefania non è una persona psicotica non è neanche una persona dissociata
è se mai più sul l'atto misterico è una persona dove
Molti cioè
Molto portata la menzogna e scriviamo con Lorenzo delle pagine che ad importanti su che cosa significhi la menzogna perché nella mia visione la menzogna quando uno mente
Nella menzogna c'è
Proprio il fulcro
Il nocciolo duro della verità di ciascuno e noi andiamo a lavorare che su quelle menzogne e vediamo come quelle menzogne cerchino di preservare l'immagine più bella di Stefania ai suoi occhi
Senza mentire le arriverebbe addosso una verità che la travolgere bene e allora lei appunto per ritrovare questa bellezza dopo il fallimento della società
Trova una
Vittima sacrificale
E sembra di tornare indietro ai libri appunto diretti nel girare in cui le società sacrificale per riportare la pace dove vanno far convergere tutto il male su una vittima e questa vittima sacrificale viene guarda caso
Sacrificata attraverso o il fatto che lei le dà fuoco
Corpo della sorella di Stefania brucia e lei torna a casa si dimentica tutto o meglio Ticciati dimenticarsi tutto perché noi sappiamo che lei non ha mai dimenticato niente
Ma un lavoro che
Prima con il suo psicoterapeuta di Castiglione delle Stiviere che no un ospedale psichiatrico giudiziario che oggi non c'è più perché sono stati grazie a Dio chiusi
Anche se abbiamo da lavorare tanto sulle Renzi ma a parte questo poi con noi ricomincia questo lavoro
In cui lentamente i in una
Ambiente in una relazione
In cui si sente
Lui si sente perfettamente accolte a cioè il suo pensiero può trovare quello spazio che in altri contesti si a cinque minuti e chiudo arrivo oppresso
Stefania lei sapeva esatto ecco noi cerchiamo di metterla nella condizione non di dirle guarda che noi sappiamo
Ma
C'erano questi pensieri molto difficili che preme vanno
Alle soglie del simbolico per lei ed è lei doveva essere lei sola che doveva lentamente arrivare a dirsi queste cose
Quelle cose che noi già sapevamo noi l'aiutiamo
E attraverso queste parole lei prende lentamente consapevolezza
Prima
Di avere commesso quel delitto ma poi quello che è ancora più importante
Di averlo voluto commette che cioè che lei non solo non si era mai dimenticata del fatto macchine da sempre sapeva che aveva voluto commetterlo
Ecco
Questo passaggio come è stato detto magistralmente
Dalla professoressa Cartabia
Perché è importante dal nostro punto di vista perché
E quel passaggio che in un luogo come il carcere che tutti noi vogliamo nella migliore delle ipotesi vedere ridotto a un nocciolo piccolo con una prospettiva abolizionista che per ora io non credo sia ancora praticabile ma a tutt'oggi ci sono in carcere più di cinquanta mila persone io credo che ce ne dovrebbero stare
Concretamente sette otto mila sei mila
Tutti gli atti potrebbero essere trattati assolutamente con
Quelle misure qui c'è il professor Gatta che ha trattato tutta la parte sulle
Punizioni sostitutive nella riforma Cartabia ecco potrebbero essere trattati davvero in un altro modo ma questo è un altro discorso chi è lì dentro sicuramente Stefania è una persona che ha bisogno dunque ha avuto e ha bisogno ancora di un contenimento
Deve poter accedere alla propria storia e alla propria verità narrativa personale
E dire ecco questa sono io per poter passare da quell'etica della responsabilità a quell'etica del danno
Per poter uscire da quel soli sì sì Moro e proiettarsi in una vita dove la colpa non la paga Lizza più e dove può invece come Don
Iniziare a fare qualche cosa per sé e per gli altri che dia significato a a ciò che Annalen
Dice non si può né punire né perdonare che un gesto come il suo ma noi possiamo imparare gli uomini possiamo ripagare le vittime ecco
Stefania io credo che con tutto il cuore che sia su questa strada e che possano davvero camminare verso questa direzione quindi
Grazie a Stefania soprattutto grazie a tutti voi che siete stati qui grazie ancora Tarja a alla professoressa Cartabia
A a al laureando si hanno Anna Lorenzo Natali che è stato naturalmente
Una artefice
Imprescindibile di tutto questo lavoro grazie Raffaello penna