Conversazione con Alessandro Colombo, autore del libro "Il governo mondiale dell'emergenza" (Cortina Editore)

Ove non si registrerà la conferenza
Radio radicale un saluto da Giuseppe Di Leo ormai sono alcuni anni forse vent'anni più almeno diciamo dall'attentato alle Torri Gemelle
Mo'qui in cui le relazioni internazionali durante i quali le relazioni internazionali si connotano per la categoria delle merci sa come emergenza
Che segue l'uno all'altra che sembra rendere ormai normale i eccedenze di Vanity di Carate diverso
Ma e ingiusto parlare ormai il sistema emergenziale comune sistema normale ne parliamo con l'otto ore illuminate libroni comuni faccio copertina perché abbiamo una su un giuridico di questa nostra conversazione il libro si intitola il Governo mondiale dall'emergenza con sottotitolo
Dall'apoteosi della sicurezza all'epidemia dell'insicurezza pubblicato la casa editrice otto intelligente
Raffaello Cortina Editore l'autore Alessandro Colombo il nostro gradito ospite a Radio radicale benvenuto professore
Poi Congedo grazie invito
Allora lei insegna docente di relazioni internazionali alla università sessant'anni di Milano chi sono stati i maestri delle relazioni internazionali in Italia novecento
Ma la disciplina relazioni internazionali in Italia una disciplina tardiva una disciplina che nata da un lato da una costola
La storia e dall'altro lato da una storia del trauma costoro il diritto internazionale i docenti originari quindi potremmo via dei maestri sono stati Carlo Maria Santoro che è stato tra l'altro il mio maestro a Mila no prima Bologna e poi Luigi Bonanate
Papisca Padova un piccolissimo gruppo è nota perché le relazioni internazionali in Italia sono sempre state studiate in modo molto marginale anche questi raid abbastanza indicativo
Ma esso è stato Ennio Di Nolfo ampie
E mi rivolgo era uno storico e quindi uno storico delle relazioni internazionali che inevitabilmente entrato in dialogo con la storia degli articoli e delle relazioni internazionali perché le relazioni internazionali come disciplina appartengono
Diciamo all'area della politologi quindi sono Polito avversò allora sì che si occupa dello stesso cento sì peraltro una sorella sarei
Sono piuttosto contrario queste divisioni fosse accademiche aeronautici abbiamo si può essere nazionalisti
Le relazioni internazionali senza avere dimestichezza con il diritto internazionale si può essere uno e l'altro senza avere dimestichezza con la storia sul nazionale
Cioè un poco nella storia delle relazioni tra Stato e Chiesa suo Carlo Jemolo era storico della relazione è stato in chiesa era una
Per era storico vive del diritto Dossola ecco era storico ma anche docente di diritto canonico sita pontificia tempo a alla Sapienza insegnava Diritto ecclesiastico per fare
Condivido condivido perfettamente purtroppo questa è una patologia di tutti i sistemi universitari comprese quelle italiano cioè l'emergere di separazione disciplinare sempre più impenetrabili io personalmente mi occupo di relazioni internazionali appartenendo diciamo dal punto di vista formale burocratico la scienza politica
Ma come credo che emerga anche da tutto quello che scrivo
Io mi confronto continuamente con la storia mi confronto continuamente con la filosofia politica e per di più di formazione dato che la mia prima laureanda in giurisprudenza non posso emanare anche quindi leggo il diritto la storia e la teoria delle aziende nazionali la filosofia politica credo che devono essere considerate continuamente per contenere uno sguardo minimamente accordato sulla realtà internazionale attuale che per di più in realtà internazionale che richiede un confronto continuo con la storia
Allora venendo al suo libero lei in questo libro lo suddivise su quattro di quanto potessi quattro fuochi richiamarci
Vogliamo ed euro consequenziale all'altro
Vogliamo rimandare poi pedine però la cornice deliberò ai nostri ascoltatori coi semmai scendiamo un qualche dettaglio quali sono questi quattro fuochi come essi condono
Ma allora il primo poco è un fuoco che potremmo dire di carattere storico descrittivo
è l'aspetto più superficiale ma è un aspetto eclatante di quello che avvenuto negli ultimi trent'anni noi siamo passati da una fase mi euforia
Seguita alla fine del Novecento cioè la fine del sistema bipolare al collasso l'Unione Sovietica era quella fase che e approvato un po'la sua sintesi retorica
L'argomento della fine della storia ma per finire la storia passi intendevano cose che non ampiamente condivise sia in Europa che negli Stati Uniti sia a destra che a sinistra cioè rinvia per esempio che la democrazia liberale non avrebbe più avuto alternative
L'idea che gli Stati Uniti né sovietica non avrebbero più avuto competitori
L'idea che la globalizzazione avrebbe significato una sorta di grande motore di opportunità per tutti l'idea che la guerra stessa fosse diventato un anacronismo fosse rimasta semplicemente una specie di fenomeno residuale per soggetti in qualche misura o marginali o arretrati ecco nell'arco di trent'anni questo clima culturale è stato più che smentito completamente rovesciato noi oggi viviamo in un contesto che
Non mette più l'accento sulla sicurezza a nome del placido sulla fine non mette più l'accento sull'irreversibilità
Ma la nostra cultura politica e la nostra rappresentazione del mondo sono tutte terminate dall'incertezza sono tutte terminate dà un senso quasi opprimente l'insicurezza quasi di assedio quindi aveva avuto un per proprio velocemente questo è il primo aspetto
Il secondo punto secondo fonti tematico come lo ha riassunto lei e come per la verità scrivono chiaramente in funzione
Bell'idea che tra queste due cose cioè tra l'esasperazione del senso della sicurezza di trent'anni fa e l'esasperazione del senso dell'insicurezza di oggi è l'elemento comune
Il nostro criterio di sicurezza cioè noi abbiamo cambiato negli ultimi decenni la nostra idea di che cosa significhi essere sicuri ne abbiamo fatto un EP estremamente esigente probabilmente irrealistica
Noi abbiamo ritenuto che la sicurezza comportarsi ma certe una serie di cose che nella storia non si danno mai
E quindi viviamo in un contesto storico nel quale riemergono degli elementi che per la verità nella storia ci sono sempre stati per esempio la competizione la competizione fa parte fortemente dell'universo politico
Io vi dico oggi vediamo il riemergere della competizione anche una sorta di apocalissi quindi c'è probabilmente anche un problema di percezioni di percezioni sbagliate a questo
Ma secondo punto si collega il terzo fuoco ed è il fatto che questo senso crescente dell'insicurezza si accompagna ad una a sia securitaria come ovvio che sia che produce Murgia diffusione di
No sorveglianze
Di logiche preventive logiche perdenti legato all'altro investono un po'tutti gli aspetti della nostra vita non soltanto per la verità gli aspetti di carattere politico
Ma che sul terreno politico si sono concreta lì per esempio negli ultimi venti o trent'anni
In quella grande architettura preventiva che è stata la cosiddetta guerra globale al terrore con tutto quello che ha comportato sia in termini politico-militari sia perché no anche in termini giuridici in termini di linguaggio
Ed è come ultimo punto serio Roveraro era una realtà
Naturalmente era una realtà c'è sempre un rapporto molto scivoloso tra l'oggettivo e soggettivo non era sicuramente una realtà così con una realtà alla guerra attuale in Ucraina
Era nera e dalla minaccia terroristica quella minaccia terroristica beh una memorabile il professore che minaccia aperta agli attentati Londra un attesissimo società cerco cioè
Ma quegli attentati hanno hanno hanno avuto una risposta sia di carattere
Interpretativo sia conseguentemente di carattere politico probabilmente un po'forzata anzi senza il probabilmente cioè lei lo sa
Ritengo che la globale la guerra globale al terrore e questo per la verità per riconoscimento stesso degli Stati Uniti che hanno varato questa questa questa grande narrativa gli Stati Uniti a partire dal due mila e dieci quindi a partire fondamentalmente dalla missione Barack Obama
Hanno dovuto riconoscere che quella lettura del contesto internazionale tutta la luce della guerra globale al terrore era una lettura forzata e per di più politicamente poco produttiva
C'era una serie di forzature in quella logica le forzature erano tanto per cominciare
Nella settimo globale
E la guerra globale al terrore
Era lunga logica che pretendeva di trovare nel contesto internazionale attuale più coerenza di quando il contesto internazionale attuale mi posso offrire cioè ci diceva fondamentalmente che tutte le aree regionali
Che tutto il contesto internazionale fosse dominato dallo stesso conflitto
L'impiegata quel conflitto finiva per nascondere una serie di conflitti diversi tra di loro CE avrebbero potuto essere trattati con molta più intelligenza si fossero stati trattati nella loro diversità non abbiamo esagerato per esempio
Per quanto la unicità dell'e Nicola
Eppure Renza del nemico verbalmente il momento capitale di questa forzatura è stata la guerra contro l'Iraq nel due mila e tre quando si arrivò a a dire anche a dire io una sede importante come quella delle Nazioni Unite
Che Al Qaeda e Saddam Hussein fossero associati tra di loro mentre evidentemente non era così Al Qaeda Saddam Hussein erano due nemici se vogliamo definirle così ma due nemici totalmente diversi tra di loro per nulla su certi in conflitto
E quindi
Questa lettura estremamente coerente della realtà come spesso capita con letture troppo coerenti
Ha portato a una serie di forzature anche di carattere politico e l'altro elemento che non poteva reggere quello sul quale tra l'altro l'Amministrazione di Barack Obama in un nel primo grande documento di quell'amministrazione
Mise l'accento e il fatto che la nozione stessa di terrore fosse una mozione una nazione per molti versi immaginaria
Perché non esiste un soggetto terzo come dice esplicitamente la National Security Strategy americano nel due mila dieci non si può vincere una guerra contro un nemico immaginario
Quindi si sarebbero professore scusi no interloquiscono che è una conversazione creano viabilità in Nigeria gli permette lecito Obama che a mio modo di vedere
Insomma quello che ha capito o meno secondo me fenomeno
Tanto è vero che ho fatto anche il il trattato con l'Iran sul nucleare oggi viviamo dirà che cos'è
Mi problema nel terrore attiene non tanto soggettive stanchi pelle di alcuni personaggi attiene ad una ideologia ed è il tema il limite degli analisti americani proprio in un anno iniziano l'archeologia fondamentalista islamica
Attiene alla vicina alla lotta quella sì guerra cogliersi inglobare dichiarata ancorché sia una
Scissione tra i vicini i sunniti altre famiglie islamiche ma un punto comune denominatore contro Piscitelli occidente quindi il punto di importare su questo è una ricaduta o è una guerra una guerra ideologica
Di giorno in giorno indica però teocratica contro uccidendo i miscredenti perché moderno secolarizzato
E questo porto perseguendo considerare anche indirettamente e alcune guerre sul piano per esempio dello sviluppo demografico via ne niente niente islamiche all'interno Occidente
Sindaco di Londra un Islam o anche se non in un grappolo Cisano con la forzatura discusse intorno con una forzatura del monsonico ragguardevole consisteva proprio in questo
Che la nozione di terrore non teneva conto della differenza non soltanto tra gli sciiti e sunniti ma neppure tra radicali islamici regimi la sua addirittura dei allora la guerra globale al terrore è stata impiegata per fare la guerra a Saddam Hussein quello sulla Mohsen era un personaggio nella melodioso ma non era certo associabile al fondamentalismo islamico cambia combattuti moglie Lucca Zerbino e dice degli esteri che erano pesa quindi la forzatura stava in queste cose la forzatura stava nel fatto che la nozione di terrore era fatta per mettere sotto la stessa etichetta una serie di soggetti che in realtà tra di loro
Non avevano alcuna relazione e spessore come anzi relazioni competitive pensiamo alla Siria di Assad ancora una volta Assago non è uomo particolarmente simpatico
Poi c'è il lavoro come fondamentalismo islamico nel suo però chi combatteva le dissi sono stato islamico che combatteva sarebbero un pericolo come tanto è vero che olandese
Il presto questo voce ma intendo che Ubu mettere mettere e due soggetti che si combattono tra di loro sotto la stessa etichetta come se possono lo stesso soggetto
Venne o neppure dal punto di vista politico non è esatto produttiva esatto non è saggio questo intendevo per forzatura di quella lettura solco
No all'ultimo fuoco perché rimasto uno è quello della cura
Quello della guerra perché sono convinto questo vada sempre per la verità sono convinto che la guerra sia una specie di cartina di tornasole
La guerra non è un'eccezione come la nostra cultura politico giuridica cinici suggerirebbe di considerarla la guerra è un po'il riflesso dalla convenzione davanti alla quale appartiene
E quindi quando noi vogliamo guardare i mutamenti profondi sia di carattere politico sia di carattere giuridico sia per
Noi di carattere culturale di un contesto internazionale la guerra è un angolo di visuale molto rilevanti e non a tutte quelle cose di cui ho parlato nel libro delle prime tre parti allorquando una sorta di grande traduzione finale
Nella nuova natura della guerra ma qui ha proseguito la parentesi una nuova natura della guerra che fortemente sfida per ottanta ciò che sta avvenendo in Ucraina
Che lavora in Ucraina ci riporta a un tipo di guerra
Che è una guerra di impianto molto più tradizionale di quelle alle quali abbiamo assistito negli ultimi trent'anni in questo che
Ha costituito tra le altre cose uno spaesamento non soltanto ovviamente di carattere umanitario come il che è ovvio ma anche di carattere teorico io mi occupo di una disciplina che è andata avanti per decenni a parlare di trasformazione della guerra Fortune comincia a concorso sulla consumazione della guerra
Per la guerra Ucraina con la trasformazione della guerra o con la retorica delle nuove guerre degli ultimi decenni ha poco a che fare
Qual è la peculiarità la carattere diciamo tradizionale della guerra in cui lei
Ma tanto per cominciare la querela Ucraina e a differenza di tutte le guerre degli ultimi in quasi tutte le guerre degli ultimi trent'anni una guerra tra soggetti che combattono sul piano militare su una sorta di piede di parità
Nessuno due grandi potenze sono due medie potenze adesso non so non so esattamente come definire a questo punto però si tratta tanto per cominciare i due grandi attori statuali
Mentre molte delle guerre degli ultimi anni sono state combattute tra un atto che è stato abbandonato il nostro attuale oppure trovato questa attuale forte un attore statuale debole piene ma che fare con i due soggetti che
Combatté nella guerra da questo punto di vista di impianto tradizionale e altro elemento molto importante che è disposta a questa guerra tutte corre gli ultimi trent'anni è una guerra che si combatte tra due soggetti che mettono in gioco una posta in gioco fondamenta
Ovviamente l'Ucraina è in gioco la propria integrità territoriale ed è la cosa più importante di tutti termostato
E la federazione russa ai in gioco il mantenimento del proprio status di grande potenza che è un altro elemento centrale nella grammatica e nella politica internazionale Pio la guerra nella quale tutte e due le parti sono in grado di infliggere perdite significative all'altra
Tutte e due le parti accettano questa eventualità con una parte ineliminabile della guerra e tutte e due le parti contro purtroppo per lui nel Pechino Anita ripopolamenti di questa logica
Danno l'impressione di non mettere neppure incontro una sistematici e di voler andare fino in fondo questo e in quello che tra le altre ragioni
E dà l'impressione di assistere ad una guerra che avrà un'uscita molto complicata a meno che della cultura delle due parti non si è schiantato
Professore fondò voi mondo oggi accademico ancor più crinoline Monducci realistico comunque nell'intreccio dell'uno e dell'altro
Abbiamo avuto negli ultimi trent'anni dalla il muro di Berlino tentati insomma trenta quarant'anni è caduto il Muro di Berlino caduta non sovietica intento gemelli
Due libri che insomma esprimevano due concezioni antitetiche privo di Francis Fukuyama finale so
Nove cioè c'è il consenso l'espressione esplicitare in maniera più forse acquistano su un libro di droga messa a la vittoria dell'Occidente pubblicato da Lindau inganni
E invece la seconda mi stressa e in senso giornalistico da Oriana Fallaci ma senso politologico da Sama Angleton non lo scontro delle delle civiltà
Ne siamo stati
Voi e una parte del giornalismo io mettiamo fuori che in realtà creduto molto di più Oriana Fallaci quinto molto di più soprattutto se ha mentito stretto Francis Fukuyama anche altrove messa
Nonché in due quest'ultimi avessero completamente umane a mio modo di vedere i fatti dimostrano che hanno raggiunto il gusto piuttosto soprattutto sangue esito ecco le dico oggi dice c'è idea la guerra in Ucraina che invece alcuni che ci sono editoriale esempio intanto Stefano Cingolani sul foglio di via
Dell'otto gennaio protagonisti retroscena del nuovo miracolo americano dispiace per i profili della sincera anche con lei Conso
Ma i consumi in America vengono l'opposizione alle stelle gli investimenti nelle rinnovabili stanno aprendo praterie sviluppo altroché emergenza e oggi
Sul foglio non so se l'ho visto questo contributo il suo collega Robert Kagan
Insomma nel momento della insiste lire garganica
Dice la guerra in un carrellino ammesso
Ha messo in luce divario tra il modo in cui gli americani pensando che parla al mondo il loro interessi nazionali il modo in cui si comportano poi effettivamente nei momenti di crisi non è la prima volta che la percezione di gli interessi degli americani soprattutto nelle fasi di emergenziali cambiare risposta in risposta eventi come risponde a questa missione diciamo così ottimisti Inca
Sull'asfalto non diventi
O almeno a me non piace fare predizioni anche perché credo che se c'è una cosa che licenza di sociali economisti politologi dovrebbero aver imparato negli ultimi trent'anni e che la loro capacità di fare previsioni e pari a zero
Quindi l'unica cosa che possiamo fare fare un'analisi che sia il più distaccata il più meditava possibile
Su quello che è avvenuto negli ultimi trent'anni perché quello che è avvenuto negli ultimi trent'anni lo conosciamo quello che avverrà nei prossimi trenta no
Vengono tenute negli ultimi trent'anni è indubbiamente una forte perdita di capacità egemonica da parte degli Stati Uniti attenzione io non sto parlando di declino in termini di potere
Quindi quello che dico non è smentito da quello che ho letto appena letto dell'articolo Cingolani non ci sono alcuni fondamentali non soltanto di carattere economico ma di carattere politico di carattere militare
Che fanno glielo dico da anni in modo incontrovertibile gli Stati Uniti ancora di gran lunga la maggiore potenza sistemi proporzionali
Ma è cambiato qualche cosa è cambiato qualcosa di fondamentale
Fino a vent'anni fa gli Stati Uniti traducevano questa capacità questo strapotere
In disponibilità a impiegarlo per guidare la comunità internazionale questo è il significato etimologico della parola egemoni un Paese egemone non è il Paesi più forti
Il Paese egemone è il paese che essendo il più forte decide di guidare via
Con questa capacità e questa disponibilità degli Stati Uniti a guidare gli altri è drammaticamente diminuita negli ultimi quindici e trenta
E questo ha aperto non soltanto lo spazio per eventuali sfidanti nulla perché lo spazio anche per la ricerca di alternative per la ricerca di alternative anche da parte di alleati storici negli Stati Uniti basta pensare a quello che sta avvenendo in Medioriente
In Medioriente c'è una corsa in ordine sparso a cercare alternative cerca un'alternativa a quella che veniva considerato ancora fino a pochi anni fa una specie di assicurazione sulla vita per tutti cioè la presenza oggi e per sempre negli Stati Uniti dalla Regione
Allora questo è cambiato
Così come mio sarei molto cauto sia nel parlare della catastrofe negli Stati Uniti ma sia nel parlare come fanno molti Autori liberale della straordinaria resilienza e dunque siamo ancora nella nella fantasia della fine della storia ci sono molti studiosi molti commentatori molti alimenti eolici federazione internazionale che non concepiscono le impone la possibilità che la realtà così come oggi possa venire meno
Cioè l'idea che ci possa essere un mutamento radicale che è stata per esempio una delle idee fondanti del pensiero sociale del Novecento è stata tolta dette spazzata via dalla riflessione per lei viviamo ancora dentro l'incanto della fine della storia ma l'incanto della più la storia unica
Tutto nella storia ha un inizio e tutto una stella finisce quindi ci sarà anche che piaccia o no
Ormai i sacerdoti della resilienza il momento in cui il nostro ordine internazionale e i custodi del nostro ordine internazionale finiranno come sono finiti in tutti gli ordini internazionali tutti i custodi degli ordini dall'azione della storia senza sondaggio
Perché c'è stato questo prima quindici vent'anni forse anche un po'credo che una parte di della ragione è quella che lei ha accennato proprio un facendo cenno a quelle due grandi prognosi che è emersa negli anni novanta cioè la prognosi certi da usare un po'in modo caricaturale di Fukuyama è quella di funding
Perché io credo che l'approdo di Fukui amerà profili organizzano avessero entrambe imponga la giù
Fukuyama quando scrive nel mille novecentottantanove perché l'articolo l'articolo originario sulla che la storia esce proprio in quell'anno fatidico
Quando Fukuyama dice navighiamo nel trionfo della democrazia liberale ma dice una cosa che dal punto di vista storico realistico all'epoca inconfutabile
E quando Fukuyama dice che il Novecento tra le altre cose è stata il secolo nel quale la democrazia liberale ha sconfitto tutti i propri nemici ben Fukuyama dice una cosa novecento c'è stato davvero
E se non è Huntington introduce un elemento non lo introduce soltanto lui naturalmente ma lo rimette in circolazione se vogliamo se vogliamo metterla così
Perché costituiva a mio avviso dall'inizio un vulnus nel nuovo ordine mondiale liberale che nasce dopo la fine del Novecento e cioè attendono ricorda che il Novecento è stato anche un altra cosa
Cioè che il Novecento non è stato soltanto il secolo della vittoria democrazia liberale sui capi unici ma è stato anche il secolo della fine della centralità dell'Europa
E del riflusso dell'impatto occidentale sul resto del mondo
E allora dando una diversa rappresentazione novecento anche intorno fa anche una diversa prognosi del ventunesimo sui e dice evito di citare letteralmente tra l'altro un passo di anche in condite esotico
E dice noi siamo alla fine dell'Attanasio occidentale della storia del mondo e non significa naturalmente che l'Occidente sia destinato alla marginalità
Quello che anche in zone primari anche in zona molti altri avevano sottolineato era il fatto che la fase della centralità dell'Occidente
Entrasse in discussione in questo è un elemento che pesa io credo che abbia pesato anche sulla fragilità del progetto il nuovo ordine mondiale perché quel progetto era un progetto che il presupponeva una centralità che in realtà era in crisi
E questa crisi sollevano soltanto sfide di carattere politico di carattere economico ma solleva anche una grande questione di legittimità e un'altra cosa della quale sono convinto da diversi anni io credo che il ventunesimo secolo sarà attraversato inquinato da continui scontri di legittimità
Questa è una ragione e poi ci sono anche delle ragioni molto più molto più banali se vogliamo il nuovo ordine mondiale
è stato anche vittima del proprio successo come spesso capita nella storia è stato sì vittima quasi una sorta di nemesi storica
Da un certo momento in poi probabilmente dei Paesi leader a cominciare dal paese leader cioè dagli Stati Uniti hanno perso senso nei limiti e io credo che da un certo momento in poi siano state fatte delle cose che presupponevano una sorta di deserto
C'è progressivamente si ripopolato ecco l'idea per esempio è uno dei paradossi io credo degli ultimi negli ultimi trent'anni
In modo liberale a assunti di propri nemici nel corso del Novecento intanto in quanto si è contrapposto nuova dei grandi progetti fallimentare di ingegneria sociale
Paradosso ha voluto che una volta vittorioso il mondo liberale abbia coniato un ulteriore grande e oggetto di ingegneria sociale che era io credo destinato al fallimento così come quella di precedenti
è ma c'è anche una risposta tele indirettamente da attraverso un una frase di Michel Foucault sulla nascita dieci canizie capitolo due
Un esergo nascita Bellandi un politico con Kuffour dice non c'è il liberalismo senza cultura dei qui o no è la contraddizione che noi guidiamo una libertà
Nella sicurezza
Sì io credo che la convenzione non sia tanto nel fatto di volere la libertà e la sicurezza perché la sicurezza è una condizione è una delle condizioni di libertà e il fatto è che dobbiamo troppa sicurezza
Quando si vuole troppa sicurezza la sicurezza non sentivamo la si ottiene Maharishi si finisce per considerare come dicevo prima anche delle cose che probabilmente nella storia sono inestirpabile
Come se fossero dei dentro i limiti della nostra condizione faccio riferimento alla cosa più banale di tutte
Se noi guardiamo la riflessione classica quella polemica internazionale ma intendo la ripresa del seicento e del settecento e dell'ottocento ma ancora di tutto il Novecento compresa l'epoca della guerra fredda
Ma la politica internazionale è sempre stata concepita come un gioco competitivo
Lei si è sempre dato per scontato che ciascuna grande potenza dovesse confrontarsi con qualche altra grande potenza
E che l'ordine internazionale dipendesse dal modo in cui questa competizione veniva gestiti e da vent'anni a questa parte noi abbiamo vissuto la competizione come se fosse di per sé la fino ad allora
Quindi ogni volta che comparso qualche soggetto diverso da noi che mettersi in discussione qualcuna delle cose che noi volevamo legittimamente volevamo noi abbiamo dato la sensazione di non riuscire neppure a concepire
Un'alternativa tra il fatto di non avere i competitori oltre il fatto di combattere contro questi competitori io credo che da questo punto di vista ci sia stato probabilmente una forma di
Muzzi impoverimento culturale anche dal punto di vista politico
E sulla pandemia comoda diciannove commenta in cui sussurri sconosciuto il tema dell'eccessiva sicurezza
Villani Bertani o come il colore il marocchino io sono stato molto molto
Prudente sul tema della pandemia anche perché io non mi occupo di questo
Quindi io
Sul tema della pandemia l'unica cosa che mi sono sentito di affermare ma senza entrare naturalmente del merito
E della gestione dei singoli Paesi mentre sarebbe il caso di dire qualche cosa della gestione internazionale del tema della pandemia magari l'acquirente
Ecco quello che è stato più preoccupante che la pandemia andato una potremmo dire un silicato obiettivo proprio realistico è un'emozione quella di conta oggi che era stata indicata anche prima della pandemia che continua a essere impiegata mi chiedo
Noi oggi rappresentiamo la minaccia sempre in termini di contava solo il contagio del code diciannove c'era
Quando avevamo parlato prima del contagio della crisi del debito abbiamo parlato di contagio terroristico oggi parliamo conta di contagio preferite gli USA parliamo di contatto dei comunismi allora questa nozione di contava giocherà nozione che evidentemente sì sia resa coerente con la nostra cultura politica queste nozioni contatore è una nazione tutt'altro che neutrale una nozione che si presta anche a un uso politico molto molto pericoloso credo una nozione ci rischia di portarci non necessariamente ci porta ma rischia di portarci verso una visione paranoica non era ancora c'è una realtà e diventa non più un luogo nel quale però che ci si incontrano si compete con altri soggetti ma della quale ci si può soltanto contare un elemento è un elemento che
Che produce io credo anche dal punto di vista antropologico una una una una deriva potenzialmente molto pericolosi
A mio condivido la tesi del suo libro è su quindi di solito paesello anche libri di cui non condivido le tesi credo anche il dibattito civile è importante che siano sostenute
Colonna argomenti epistemologicamente banali ieri Co poi nessuno lei non è infallibile per esempio oggi secondo me se lo siamo più d'accordo su quello che avverrà possibilità nell'agenzia telematica emergenza dell'immigrazione invece siamo meno d'accordo sull'interpretazione degli ultimi trenta perché conosciamo quello che è avvenuto formalmente prendiamo in maniera diversa mentre veniamo alla stessa maniera quello che aveva emergenza siccità emergenza avvicendare emergenza migratoria su questo diciamo un po'il copia però a proposito emergenze
Sono sopravvissuti una lacuna suo libro perché se non c'è in questi giorni abbiamo assistito a rese qui papa emerito
Joseph Ratzinger Benedetto decimo sex
Se c'è un intellettuale
Politico senso due al Pontefice
Che si è occupato del tema dell'emergenza incidente è stato anziché
Ratzinger intervento per esempio a questi misteri
Rilevò due mila e dieci rilevò stati gli unici rilevo che l'emergenza e quella vizi smarrire la capacità per la cultura europea c'era civiltà mi rapportare la sede alla ragione di Schindler di rendere un imminente addirittura e questo crea una o una crisi della città dell'Occidente
E impone oggi il Papa ha incontrato il corpo diplomatico criticato solo se ad esempio ha parlato perso guerra mondiale Pizzetti terza guerra mondiale globalizzati
Qual è la sua ecco qui mi sarei aspettato almeno il riferimento ripeto a Ratzinger secondo me sul tema dei villani identità dell'Occidente si rapporta con le emergenze che si susseguono mai tango all'altro secondo me è un induttore interessante da studiare
E poi il riferimento alla terza guerra mondiale per pezzettini globalizzati
Allora si parla naturalmente il Metheny allora sul primo
Cerco di governare la mia inclinazione catastrofista quindi io ho cercato di evitare accuratamente questo tema perché questo tema mi aveva fatto scivolare lungo un piano inclinato
Sono convinto anche io
Che tra le altre crisi
Mi stava vedendo una profonda crisi
Culturale
In Europa e non soltanto in Europa
Una crisi nei pressi di significati
Una crisi anche tra l'altro di significato della politica se vogliamo restare su questo su questo problema ma una crisi dei legami cioè dell'esistenza di Dio in qualche cosa che possa tenere insieme gli essere umani qualunque X qualunque qualunque dimensione noi diamo questa cosa
Quindi e esiste uno svuotamento che non credo tra l'altro che derivino da minacce esterne io credo che
Che questo svuotamento sino svuotamento che nasce da un profondo smarrimento culturale di cui tra l'altro noi abbiamo alle mode stimoli alza direi quotidiana
Del filiere educative
Cioè nel mondo della scuola nel mondo dell'università
Quindi questo è in realtà un problema clamorosamente sottovalutato sono perfettamente d'accordo con lei
Non mi stupisce quanto poco nel dibattito pubblico per esempio si ragioni in modo intelligente di questa di questo tema Compart riferimento poi al nuovo nel quale questo tipo a scaricarsi va ad alimentarsi cioè la scuola e l'università
Sul
Sull'altro aspetto invece sulla guerra civile a pezzettini sarei munto più cauto nel senso che non è la prima volta che viene usata questa espressione è un'espressione che dal punto di vista
Retorico
è molto forte
Ma credo che non colga uno degli elementi centrali e di quello che costituisce l'altra una vera guerra mondiale una guerra mondiale una guerra non è mondiale perché si combatte contemporaneamente in tutte le parti del mondo
Una guerra mondiale quando
La posta in gioco di tutti questi conflitti e la stessa e la ragione per la quale abbiamo potuto parlare di prima di seconda guerra mondiale nella prima e la seconda guerra mondiale non si poteva vincere in Europa perdono il Pacifico viceversa
La posta in gioco era ovunque la stessa e l'esito era quindi ovunque lo stesso leggo una indagine
Chi è secca vecchie Bellosi non si compromette del regime di libertà è mio
In Occidente
Ecco io credo che però io credo che la verità che che la guerra in Ucraina
Parliamo soltanto di questo aspetto quindi non parliamo della catastrofe umanitaria non parliamo delle sposò Meola Pippi demanda il resto sarà in tutte le guerre in genere dai fenomeni o prendono delle stragi io
Cerco davvero ideologica l'unica cosa che però credo che questa guerra debba almeno per qualche anno poi naturalmente tra qualche anno con un salto nessun commento che la cosa migliore che cosa fare lo scienziato sociale si muove finisce così le suture gollista striminziti
No
Quello che in questa guerra dimostrate in modo incontrovertibile
Che la federazione russa per le proprie clamoroso e fragilità di carattere politico economico e di carattere militare perché non c'erano tutti un po'sbagliati pensando che questo Paese catastroficamente in crisi sul terreno politico ed economico avesse potuto mantenere un apparato militare efficiente invece scopriamo quello che dovrà fare la storia viene sempre cioè che l'apparato militare difficilmente non Soveria
Al disastro Garofalo il quale viene messa quindi la federazione russa in realtà ha dimostrato di non poter essere una minaccia seria per l'integrità europea io personalmente credo che negli Stati Uniti sta emergendo sempre di più questa preoccupazione
Io credo che in questo momento il timore principale per l'assicurazione per i prossimi anni possa venire
Vinta un sconfitta catastrofica della federazione russa cioè una sconfitta che metta o all'integrità della Federazione in discussione
Questo è uno degli aspetti convinto risultati paradossali di questa guerra che ci ha riportati indietro ai timori che avevamo all'inizio degli anni Novanta
E il timore che avevamo all'inizio degli anni Novanta era quello di dare un se non gioco forte ma troppo debole cioè la voce che potesse disgregarsi nuovamente e che dista legandosi possano oltretutto fare da motore di altre disgregazioni
Voi secondo anche ruolo di punti ed è stato positivo
Dopo gli esposti poco direi di no perché quello che stiamo vedendo in questi giorni la dimostrazione che virata questo lo sapevamo già tutti la Russia ha buttato via trent'anni cioè la Russia è uscita dall'unione dal regime sovietico da trent'anni in questi trenta anni non è stata in grado di produrre un sistema politico è un sistema economico minimamente decente un Paese che
Ha fatto io trasferita lo dicevano da anni affatto perché in questo dall'il potere è stato molto molto efficace è stato molto abile la politica essendo di risanamento dedicasse illusionista
Cioè la politica estera di un leader politico che ha fatto credere ai russi e qualche volta anche in Russia e che la federazione russa restavano grande potenza abbiamo scoperto lei dice anche complice l'Occidente e
Si ritira dalla Libia si ritira dalla Siria si ritira dall'altra sulle arrestarsi scriveva dall'Iraq
Ai nuovi acquisti Berman alla rosa si è votato a fare una politica estera che come come si dimostra in questi mesi
Non è non è allineata con le proprie risorse è una specie di bancarotta quella quella cui poi andrà contro gli ultimi dati del senso
E quindi credo che le nostre preoccupazioni realtà dovrebbero spostarsi il mio incubo in questo momento
Semmai diciamo di andare massacratore dell'Europa è una situazione di grande fragilità non ci troviamo di fronte a un alleato americano del quale non sappiamo se tra due anni
Avremo un presidente tanto tanto disposto investire risorse in Europa quando è stato in qualche misura più a parole laica ma non soltanto a parole Giovanna per regione Europa in un posto sfortunatissimo perché insomma sud abbiamo tutto il Medio Oriente e l'Africa settentrionale che sono sempre sul punto dell'esplosione abbiamo i Balcani
Che oggi stanno precipitando in una stazione di estremi stabilitasi a questo dove si può anche aggiungere il fallimento della federazione russa Bema ci troveremmo proprio nella tempesta perfetta
Sì nel ventunesimo secolo cinese tempo competenza dallo sporco quello che è certo non sarà ventunesimo secolo europeo
Alessandro Colombo il Governo mondiale dell'emergenza rastrello l'editore ne abbiamo parlato condono autore ringrazio anche nella chiarezza l'INPS la sinteticità prove dei mezzi radiofonici grazie professore
Abelli sentinella magari era libri anche gli altri suoi colleghi un grande piacere grazie a lei e grazie ospedali grazie Carmine Corvini nove l'assistenza del regime gradualmente un saluto e un ringraziamento finalità Giuseppe di Leo ascoltatori di radio radicale