L'economia indiana. Intervista a Diego Maiorano

Radio radicale abbiamo ora qui con noi Diego Maiorano professore di Storia dell'India contemporanea all'Orientale di Napoli buongiorno professore innanzitutto come sta tutto bene
Buongiorno sì tutto bene grazie
Allora parliamo dell'India ovviamente parliamo dell'economia indiana partendo dalla crisi dalla gravissima crisi che sta attraversando uno dei più importanti imponenti conglomerati dell'economia indiani il gruppo Adani innanzi tutto che cos'è questo gruppo Adani
Dico un po'di anni la più grande il più grande conglomerato industriale in via hanno
Ci sono più ancora di gruppo tanta
Più ancora il gruppo Tata veramente come valore di peccato è un gruppo che si o per lo meno era ma visto quello che andremo a raccontare non poco è un gruppo che si è specializzato soprattutto in infrastrutture quindi gestisce portiere o porti costruisce strade miniere di carbone
Sia in India e sia anche all'estero per esempio gestisce la più grande miniera di carbone in Australia di elettricità eccetera grandi infrastrutture e poi a tutta una serie i centinaia di altre aziende che si occupano dei più se le più disparate code dalle telecomunicazioni interne e viene Tibur media e via dicendo insomma un gigante dell'economia indiana ed è particolarmente diciamo vicino al primo ministro morì infatti vengono dallo stesso Stato c'ero il Gujarat
Non è un mistero che ad anni abbiamo finanziato le campagne elettorale di modi sia quand'era chief minister del Gujarat sia quanto ha cercato a diventato primo ministro perché per dire il primo ministro neo eletto primo ministro modi nel due mila quattordici Bolocco sul jet privato di Adani quando del Gujarat alberi trionfo
E da quando il primo ministro ad il gruppo Daniele cresciuto
Moltissimo sia dicono
I cinici favori ottenuti dal primo ministro in cambio di supporto finanziario sia perché effettivamente ha ottenuto c'è stata un'ondata di privatizzazioni soprattutto appunto di grandi infrastrutture
Di cui ha beneficiato il gruppo Adani mi sembra che le azioni del gruppo danni siano in media discute dell'ottocento per cento dal due mila quattordici a oggi
Però i negli ultimi tempi ha avuto qualche problema che cos'è successo
Allora uno piccola
Un piccolo fondo d'investimento americano a pubblicato un Records dieci quindici giorni fa su dicendo sostanzialmente che il gruppo danni
Con tutta una serie di pratiche poco trasparenti o illegali
Gonfiava il prezzo delle proprie azioni anche attraverso tutto un complicato sistema dice al compagni Bagatelle Maurizio cioè negli Emirati e Singapore
Ecco questo rapporto molto dettagliato sono circa cento pagine
A sostanzialmente ha spostato le reazioni del gruppo d'animo
Facendoci perdere circa il sessanta per cento del valore di mercato questo gruppo americano a comprato delle posizioni short sostanzialmente scommettendo sul declino delle azioni cosa che effettivamente finora arrivato
E quindi le Adani in prima persona è passato dall'essere il terzo uomo più ricco fa del del mondo
Al diciassettesimo diciottesimo posto ma soprattutto le sue sette
Compagnie che sono quotate sul mercato nazionali indiano sono tutte crollate non accendono non accennano a riprendere o innanzitutto ma questo rapporto è veritiero notturna sul viso
Il rapporto e e io sinceramente loro la capacità di ricompresa nei dettagli ma non è un mistero per nessuno che ci foste qualcosa che che non andava
C'erano molte arresto anche diciamo dei dei campanelli d'allarme
Gruppo Zanicchi ma questo gruppo è solito no a parte insomma le pratiche illegali che avrebbe fatto e che forse non sono anche pratiche di non trasparenza che sono anche politico sospetto di fu sì nel sistema capitalistico indiano ma questa è solo una mia valutazione soggettiva insomma alcune pratiche diciamo così di non trasparenza ma il gruppo è solido non realtà su come base strutturale
Finanziariamente meno solido di quello che a fare però anche a livello economico comunque si tiene tutta una serie di infrastrutture e di aste che se fossero venduti varrebbero miliardi di dollari quindi non credo ci sia un problema di bancarotta imminente anche ho visto un rapporto di Goldman Sachs che diceva che era un uno scenario molto poco probabile
Chiaro binario altre morto del del primo ministro
Tutti lì in via dicono che il gruppo danni e troppo grande per fallire
A e quindi credo che in qualche modo uscirà dalla tempesta e questa è la stessa situazione del gruppo Adani e passiamo
Ovviamente a questo punto all'economia indiana perché negli ultimi tempi si ritiene che l'India anche per il tasso di crescita economico che finalmente ha avuto insomma non è che posso scoprire la Cina questo film nessuna persona seria e ragionevole può pensare insomma può diventare un'economia molto più forte però storicamente l'economia indiana delle contraddizioni deficienze strutturali enormi
Bah debole base manifatturiera ma Luca conformazione dalla forza lavoro debole ruolo del sistema delle casse delle sotto casa nel mercato del lavoro allora come siamo messi
E siamo messi più ipocriti cioè che rinvia rimane un Paese una grande economia ma allo stesso tempo un Paese in via di sviluppo quindi la economia cresce il PIL
Enorme ovviamente perché c'è ora ci sono un miliardo indietro quasi di persone che contribuiscono all'economia inoltre in una fase chi dividendo demografico cioè di espansione
Delle persone in età lavorativa che quindi contribuiscono quasi in maniera naturale alla crescita economica però appunto il circa quarantacinque per cento dalla popolazione là sotto la soglia di povertà
E l'ottanta ottantacinque per cento sono sotto i cinque dollari al giorno quindi insomma il miracolo economico indiano ha tirato fuori tante persone dalla povertà estrema ma non ha creato o come classe media un'altra di persone che
Sufficientemente estesa insomma sufficientemente fede per dire ci sono delle stime che parlano che sia ci sono circa ottocento milioni di persone che appartengono alla classe media cioè che guadagnano più di dieci dollari al giorno
In India questa stessa classe di circa ottanta ottantacinque milioni di persone quindi un decimo sì chiarissimo e poi
Diciamo così i due Paesi hanno una storia ben diversa di strabica menta lotta alla povertà peraltro la Cina non è solo in questo praticamente la porta ci sono altri due grandi Paesi asiatici che hanno fare hanno contribuito molto se il dietro a me l'Indonesia se non mi ricordo male ma l'ingente somma spazi seri problemi diciamo diciamo così e lei ha devastato il dividendo demografo che naturalmente contribuisce di per sé naturalmente all'attrice l'economia però questo crea anche un problema occupazionale norme perché Lecce Lignano lunghe scrive quello che ricorda uno riusciva a creare posti di lavoro sufficienti per la la generazioni giovani che entravano nel lavoro
Esatto e questo è il problema numero uno due tre diciamo nell'economia indiana
Ed è anche un po'ma non un mistero ma inusuale perché in genere quando la forza lavoro cresce in qualche modo genera posti di lavoro qual è il problema
Il problema perlomeno lo confrontiamo con quello che è successo nelle altre economie dell'Alia dell'Asia orientale e che il settore manufatturiero rimane
Piccolo relativamente piccolo contribuisce circa il quindici sedici per cento del PIL
E non è cambiato molto dagli anni Sessanta oggi
Perché questo quali sono le ragioni per cui c'è questa debolezza forte nel settore manifatturiero che poi e se l'economia indiana in con un dico debba soste punto sostituì quella ci segrete impensabile ma insomma integrarsi con griglie quella cinese come in parte fa quella vita mira e nel settore manifatturiero deve svilupparsi qual è il problema della debolezza del settore manifatturiero
E parte politiche economiche del governo indiano hanno puntato
Su settori
Non e che non creano lavoro di massa quindi sono andati a investire per esempio sulle tecnologia informatica dovrebbero lavorava munita di persone che altamente istruita altamente qualificate
Ma che non fanno numero
Inoltre hanno diciamo perso il treno della della globalizzazione quando appunto stati come la Thailandia l'Indonesia per non parlare appunto di Cina e Vietnam ma anche Bangladesh
Non si sono inseriti nel nelle catene del del movimento globale e e quindi diciamo e hanno perso il treno perché l'India sempre storicamente ha avuto un atteggiamento abbastanza protettivo della propria economia facili
Ricominciamo alle norme influenze che hanno i grandi conglomerati industriali di patata Adani Ambani
Quando sempre visto
Male la competizione dall'estero perché gli avrebbe forzati a incrementi di produttività ai quali non si sentivano non si sentivano pronti quindi si è scommesso diciamo su il mercato interno anziché l'espansione verso Odasso fuori ma questo ha dei limiti soprattutto perché appunto l'India rimane un Paese in via di sviluppo molto povero e quindi il mercato interno rimane
Relativamente limitato che qui questa è una delle ragioni che di favorisce diciamo così le norme ruolo della l'economia informale come viene detto che a sua volta però crea un circuito per cui si sviluppa poco il settore manifatturiero
Anche una questione di leggi che c'è una grossa differenza tra aziende che hanno più di cento in meno di cento impiegati quelle con più di cento impiegati hanno delle protezioni sul lavoro che sono comparabili a quelle di un Paese industrializzato questo ha portato ovviamente
A alla creazione di una micro industria o di piccole sussidiarie con novantanove impiegati novantanove dipendenti
Per noi sottostare alle leggi di protezione sul lavoro ecco negli altri Paesi asiatici questo non è avvenuto c'è un iper dualismo che ricorda il dualismo italiano sono training ovviamente le cose su scala continentale
Credo però per molto simile la situazione
Chiarissimo bene il tutto ciò è molto interessante cercheremo di capire anche con lei come andrà avanti perché sono le previsioni sono ottime per l'India ma cercheremo di capire quanto queste sue contraddizioni poi insomma possono indebolire queste proiezioni economiche ringraziamo tantissimi professor dico Maiorano professore di Storia dell'India contemporanea L'Orientale di Napoli un saluto da Radio radicale