26 FEB 2023
rubriche

La nuda verità - Un giorno di pioggia a New York

RUBRICA | di Maria Antonietta Farina Coscioni - RADIO - 19:37 Durata: 26 min 40 sec
A cura di Delfina Steri
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Qualcuno una volta ha chiesto a Ennio Flaiano perché scrivere."Per sconfiggere la morte", la risposta.

Qui l'obiettivo è più modesto: per lasciare una "traccia".

Non ho potuto, e neppure voluto, sottrarmi alla richiesta amichevole di Carmelo Olivella per una prefazione sul controverso intreccio tra vite vissute o sognate.

Pensata a Roma, scritta a New York, suggestionata da certe atmosfere che Woody Allen coglie nel suo "Un giorno di pioggia a New York".

Vai a sapere.

Cambiamo nomi e luoghi.

Niente Gatsby o Ashleigh, Chan, Pollard, Ted, Francisco, e gli altri protagonisti o comprimari del
film.

Andiamo all'essenza.

Non vi scorgete, nell’intreccio e nell’intrico di questi racconti, le stesse ansie e interrogativi, pulsioni ed emozioni? È quello che mi accade, nello sfogliare e soffermarmi nelle pagine dei racconti di Carmelo.

Così è andata, con tutta la forza evidentemente dovuta dalla distanza e che si somma alla mia solita emozione quando ricevo un invito di questo tipo.

Quando si leggono le storie di Carmelo e si leggono i titoli uno dietro l'altro, ecco che ci si rende conto che sono in qualche modo legate tra loro e finiscono con il costituire una unica storia.

Se le si prende insieme, ecco che finiscono col costituire una unica storia italiana che non si può ignorare se si vuole capire il tempo, i tempi che viviamo.

Storie che trasudano di ricordi, emozioni, delusioni, aneddoti.

Come quella della "mia" Principessa.

C'era dunque una principessa.

Era molto bella e molto buona.

Era una principessa fuori dal comune, non quelle dei regni normali.

Una principessa strana, a prima vista.

E anche a vederla più volte, tutto sommato.

Voleva ma non voleva.

Sapeva, ma di un sapere diverso dai soliti saperi di tutte le principesse.

Bastava poco per turbarla.

Si doveva stare molto attenti a come si parlava con lei.

Facilmente si entusiasmava anche per piccole cose.

Una principessa molto sensibile.

Certo diversa dalle altre principesse.

Lo sapeva? Non lo si è mai capito bene.

Guardava e vedeva lontano.

Da vicino invece non distingueva bene.

Una volta che la incontravi poteva segnarti.

La chiamava qualcuno principessa fonte di guai.

Ma questa è un'altra storia.

La principessa che era sopra le altre principesse non deve sistemare nulla e anche se cade si rialzerà e i lividi non intaccheranno la sua bellezza; di questo non si deve crucciare.

La principessa che era sopra le altre principesse avrà bisogno di tempo.

E chi non sa attendere è un suo problema.

Ma infine basterà che ascolti il suo cuore e allora vedrà quello che va visto e ignorerà quello che è superfluo.

Chi leggerà le storie di Carmelo si renderà facilmente conto che tutte si sono aperte e disvelate rendendoci partecipi delle loro verità.

Storie che potremmo aver ascoltato o raccontato in una intimità quando l'unica preoccupazione è quella di conversare, di essere onesti con il prossimo e con se stessi, di capire, di farsi capire.

Principesse o principi, non necessariamente solo in un giorno di pioggia, a New York.

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