"Inverno liquido": montagne, crisi climatica, fine del turismo di massa. Intervista a Michele Nardelli.

Il venti marzo al ventidue ventiquattro è iniziata la primavera l'inverno è finito astronomicamente parlando però viene da chiedersi se questo inverno sia davvero mai cominciato perché è stato un inverno con poca neve nonostante certe belle foto immagini che abbiamo visto la neve caduta sulle Alpi
è stata inferiore alle medie del periodo due mila undici due mila ventuno e lo stesso ministro dell'ambiente Pichetto Fratin APPA detto che abbiamo il cinquanta per cento della neve che dovrebbe esserci sulle montagne sono un inverno senza anello d'inverno liquido
E inverno liquido il titolo di un libro pubblicato da derive gli approdi un libro che parla delle nostre montagne e le terre alte della crisi climatica della fine dello sci di massa
Gli autori sono Maurizio De Matteis che giornalista e ricercatore scrittore esperto di temi sociali ambientali proprio legati territori alpini eh
Michele Nardelli saggista attivista impegnato sui temi dei diritti umani della pace dell'ambiente che abbiamo al telefono buon giorno Michele grazie di essere a Radio Radicale
Voto lavori grazie mille
Allora questo libro un lungo reportage sulle ma soprattutto dalle montagne italiane con i racconti le testimonianze e le analisi di Asperti operatori imprenditori somma di chi in montagna non so la studia ma di chi
Ci vive ICI lavora
E Dioniso con una citazione che viene proprio da una delle testimonianze sono nel libro un giorno ti svegli gli impianti di risalita sono fermi e capisci che quel mondo è finito ecco
E così insomma quella stagione in quel quel tempo è finito e organi in quel mondo è davvero finito
Ma guarda il il il quel tempo
Non è ancora finito ma certamente sta per finire almeno per come lo abbiamo immaginato è visto fino ad oggi ex noi nel in questo libro inverno liquido analizziamo gli effetti della crisi climatica
Connessa peraltro alle altre crisi
Sulla montagna sulle aree interne quindi vuole portare riguarda l'arco alpino e la dorsale appenninica
Anche se poi il cuore diciamo così del lavoro che abbiamo realizzato
è un po'più generale e riguarda la domanda di come le crisi al plurale quindi non soltanto la crisi climatica ma l'insieme delle crisi impattano sugli ecosistemi tutti
Gli ecosistemi noi li consideriamo come un modo per leggere in maniera diversa la realtà insomma parliamo delle terre aride pianure lecita i mari fiumi
Ecco nello specifico poi il lavoro d'inchiesta che stiamo che abbiamo realizzato affronta il tema specifico della montagna che forse l'ecosistema più delicato tra gli ecosistemi perché ha valutato soltanto a Roma c'è l'aumento della temperatura a livello globale
Cresce finora di uno virgola due gradi centigradi
E sulle arco alpino questo momento è stato di due già oggi di due gradi insomma e quindi si capisce come appunto il il tema chiari particolare rilevanza
Perché inverte il futuro di tutte le terre al pluraliste e soprattutto dell'industria fondata sullo sci ora il cambiamento climatico c'è sempre stato il il problema è che oggi siamo in presenza di due aspetti diciamo così piuttosto generiche da una parte questo cambiamento non è determinato
Da grandi trasformazioni dovute ha eventi naturali perché prefetto dell'antro potendo cioè l'azione dell'uomo sul sul sul pianeta e dall'altra
Questo altro aspetto inedito è la quella che il Papa Francesco che ama la lapidazione cioè la rapidità con cui stanno avvenendo questo il processo di trasformazione e dentro questi progetti di Trovatore
Restano alcuni nodi particolarmente rilevante
Penso ad esempio alla questione dei ghiacciai insomma noi abbiamo ormai la consapevolezza che entro il due mila cinquanta gran parte dei dei ghiacciai dell'arco alpino
Non ci saranno più insomma e e la fine dei ghiacciai ieri al fine di di di un ecosistema
Particolarmente rilevante perché i gratta erano rappresentato la riserva d'acqua per per la nostra vita insomma per l'attività industriale per l'attività agricola per le nostre case per il nostro la nostra rubrica quotidiana
Eppure Trapani che questa cosa del del dell'Africa dei ghiacciai
C'è una coda come tante che possono accadere ma in realtà noi viviamo con gli occhiali o meglio di acciaio dicono prima di noi perché si sono formati nell'ultima glaciazione quindi stiamo parlando di almeno quattordici mila anni fa
Non è un fatto qualsiasi insomma e quindi noi stiamo assistendo ad oggi ad un ad una rovesciamento del di quello che viene definito il il rapporto tra templi storici e tempi biologici
Sempre storie ci sono quelli delle nostre vite della vita dell'uomo sulla terra i tempi veloci sono i tempi dell'Ater quest'ultimi scorrevano molto lentamente le nostre vite scorrono velocemente o distano assistendo dentro le nostre e niente ai venti che prima riguardavano ere geologiche e questo cambia ovviamente
Tutto il nostro presente ed evade dovrebbe cambiare anche noi Flos
Modo di guardare la realtà ecco a proposito del cambiamento che tratto Tempi storici tempi per geologici è proprio un capitolo tu firmi che memoria Tempi storici tempi biologici proprio nelle prime righe tu tu ci ti ricordi Enzo Tiezzi che è stato un precursore spade sulle questioni la sostenibilità
E lui ha detto la frase che tu citi è c'è da ridiscutere non soltanto i rapporti di produzione
E quelle questo già evento ma il cosa produrre il come il dove il quando e così via quindi appunto Tempi storici tempi biologici ma qui andiamo a toccare proprio in in nel profondo la stessa costruzione della della della strada la società che deve dire della storia umana
è incredibile come di fronte ad una cosa di questo tipo non ci si interroghi profondamente farlo dei singoli cittadini come delle istituzioni della politica dei corpi intermedi perché effettivamente noi siamo di fronte ad un cambiamento
Che rappresenta qualcosa non di legato ad una ad una specifica emergenza finito alla quale tutta tutto rientra come con dentro la cosiddetta normalità Marco diciamo in un passaggio che se le cose procedono come stanno procedendo metterà in discussione
La nostra esistenza insistente del genere umano sulla faccia della terra insomma quindi dobbiamo avere piena consapevolezza della gravità della situazione e di quanto questi processi di cambiamento metteranno in discussione le nostre le nostre vite nel nostro modo di vivere ripeto dentro l'insieme degli ecosistemi non soltanto rispetto alle terre alte proiettare anche in particolare
Abbiamo a che fare con dei cambiamenti perché impatteranno sul sul sull'economia dei territori e e laddove il le industrie dello sci è stata l'elemento ha rappresentato l'elemento di fondo del dell'economia territoriale almeno negli ultimi cinquanta sessanta anni
è evidente che indichi troveremo di fronte ad una situazione di crisi che oltre apriamoli affrontare per tempo siempre che siamo ancora in tempo
Oppure voglio dire questa crisi impatterà in maniera particolarmente dura ecco le realtà territoriali e noi nel libro abbiamo proprio cercato di
Interrogare i territori di chiedere appunto alle persone
Agli amministratori locali alle alle realtà della società civile ma anche le singole persone come appunto stanno discutendo di qui perché stanno discutendo di questo perché ripeto o ne parliamo ora e decidiamo ora il da parte per esempio diversificando alle nostre proposte di economia sul territorio o altrimenti è quando questa situazione precipiterà noi saremo assolutamente impreparati
E tra l'altro lì scorre Endo l'indice si vede proprio il lavoro che voi avete fatto perché si parte dal dalle dalle radici si parte appunto da donna sedi premesse appunto sui Tempi storici tempi veloci
La la montagna le terre alte il come laboratorio di di comunità ma poi si va a toccare proprio i temi se ci sin dalla manda la Val d'Aosta al Allal Dolomiti Superski che sì un sistema posso ordini sta applicato a al turismo di massa ma poi appunto il Diana ci varie situazioni situazioni che attraversano Miceli Tula dall'arco alpino e poi la dorsale appenninica fino alla alla Sicilia e che toccano tutti i problemi ma però ecco vorrei anche nel dire non è non è un potrebbe sembrarlo ma il libro non è catastrofista insomma perché nei racconti e nelle testimonianze si trovano però anche realtà di chi ha capito insomma che che quella stagione è finita e ha avviato progetti diverse
In panchina e parliamo di una situazione riconducibile al al ma al al tema del non più del non ancora noi abbiamo la consapevolezza del fatto che il modello che abbiamo seguito sin qui
Non funzioni più e contemporaneamente fatichiamo a definire un'altra modalità di sviluppo del territorio in questo senso il do con il nostro il nostro libro prova a
Ragionare sia sui temi di criticità
L'abbiamo chiamato l'accanimento terapeutico che viene fatto pur di tenere in vita il vecchio modello e contemporaneamente diamo voce a tutte quelle esperienze che abbiamo incontrato in questo lungo viaggio
Esperienze che provano a immaginare un'alternativa a questo vecchio modello dove lo sci è una delle componenti non la componente non sia non abbiamo niente contro lo si ovviamente
Però è evidente che se questo diventa l'elemento che fagocita tutta la economia del territorio questo non va bene noi abbiamo bisogno di un equilibrio e quindi di uno sviluppo per i territori che non ci hanno ascoltato fondati su una coltura come quella ciclica ma appunto e che diventa monocultura ma appunto su un insieme di attività
Che in un possono immaginare lettere alte
Anche dal punto di vista turistico come una proposta che e vale per dodici metri all'anno e quindi non soltanto legata appunto all'esercizio dello sci da discesa in questo senso
Abbiamo raccolto tante voci che e ripeto e non soltanto del delle persone più sensibili ai temi ambientali e noi abbiamo ragionato con tutti abbiamo pronti paragonato con
Agli operatori abbiamo ragionato con una impiantisti abbiamo ragionato certamente anche con una le persone provano già oggi a dar vita a forme economiche
Alcun per alcuni versi molto tradizionali e per altri versi molto innovative
Ecco c'è una questione tu Lella è accennata poco fa il il fatto di di non rendersi conto della situazione è difficile insomma far capire alla gente e mi ci metto pongo anch'io che certe cose non potremo o non dovremo più farle no
E di come ci siamo comprati fino adesso che non è solamente il il il controllare l'acqua di casa differenziare la la raccolta somma della spazzatura che va bene o economizzare scalda mito ma anche per esempio che magari prendere l'automobile per farci un settecento chilometri girare tutte le vacanze otto-nove magari non dovremo più farlo o dovremo fare magari diverso insomma
è difficile far capire queste cosa
Ma intanto è difficile perché noi tutti siamo figli del positivismo in qualche modo insomma cioè della società dell'abbondanza noi siamo passati nell'arco di un paio di secoli
Da una situazione in cui eravamo miliardo di esseri umani e sulla faccia della terra
Ad una situazione di tubi di otto miliardi di di di persone che abitano il pianeta siamo passati da una situazione che ancora nel mille novecentosessanta
Vedeva il fatto che si consuma il pianeta consumava il cinquanta per cento di quanto gli ecosistemi erano in grado di produrre al fatto che oggi praticamente sessant'anni dopo le consumiamo quello che voglio potrebbero produrre uno virgola otto pianeti quindi cioè siamo nel territorio dell'insostenibilità e non ce ne rendiamo conto e comete
Come si suol dire avessimo il il il corpo nel presente e la testa nel passato insomma dobbiamo capire che di fronte a questa situazione dobbiamo cambiare il nostro modo di pensare
Ora prima tu facevi riferimento a ha detto che queste cose
Entro che chi le ha scritte nel mille novecentottantaquattro ottantaquattro quando uscì proprio il suo libro
Intitolato Tempi storici tempi biologiche ma prima ancora io penso agli scienziati del Club di Roma quando allora uscirono nel mille novecentosettantadue con il loro rapporto sui limiti dello sviluppo eravamo in pieno boom
Economico e loro ci dissero guardate cari signori che ci andiamo a fare un pianeta va avanti con questo tasso di sviluppo il risultato sarà che in cento anni noi avremmo raggiunto una situazione di forte militare in realtà l'abbiamo dovuta molto prima e e già oggi appunto il pianeta ha un'impronta ecologica quasi il doppio di quello che farebbe che sarebbe auspicabile che vogliamo lasciare il pianeta alle generazioni future come l'abbiamo trovato e quindi c'è un cambio radicale da da realizzare qui però richiede una una sufficiente di di governo evidentemente quindi scelte pubbliche e collettive e anche cento individuale senta le quali EUR noi appunto al insomma non è che lo dice Michelena robe
Gli umori però De Matteis il il la commissione sul clima delle Nazioni Unite che ci riesce cari signori guardate che il clima del del del pianeta cresce sopra l'uno all'aumento di uno virgola cinque gradi centigradi
Le conseguenze per il tenente saranno inimmaginabili noi stiamo sulla strada andiamo in direzione di della crescita della temperatura del pianeta nel due mila e trenta
Almeno due gravi e quindi la situazione nonno che non è da fare il catastrofismo semplicemente i licenziati delle Nazioni Unite non sono ambientalisti sono persone indicate dai governi nazionali per affrontare i temi del cambio della crisi climatica e quindi sono persone che ragionano tenta un'impostazione ideologica lavoro o comunque
Non hanno non sono certo dediti al catastrofismo eppure loro ci dicono guardate questa cosa che sta accadendo e fama quello e lo vogliamo vedere bene se noi facciamo finta di niente non lo volete vogliamo vedere
Lei internazionali appunto
Inimmaginabile io sono molto preoccupato questo questo investe in pieno le le le classi politiche perché qua le classi politiche sono ESP
Sedi cittadine allora se è difficile far capire a Ketil se dice che noi gente che noi cittadini capiamo la portata del del problema
E la classe politica
Perché la polemica con sei continuerà a lisciare il pelo a quello che la gente vuole sentirsi dire continuerà con le scelte dicembre lo stiamo vedendo anche con il Wiener per esempio laddove pur di intercettare i denari ci sono tirati fuori dai cassetti vecchi progetti impolverate che non hanno nulla a che fare con il concetto di sostenibilità
Eppure eppure Ida e quello che sta accadendo quello che appunto la la usato si dice cosa sta accadendo al nostro alla nostra casa no cicliche ci racconta li fa cose il due mila ventidue è stato l'anno più caldo la temperatura del Mediterraneo
Date in serata è diventata tropicale
Questa cosa delle conseguenze come abbiamo già visto
Con la tragedia del di Vaia che non era una una semplice tempesta è stata un ciclone tropicale e questa cosa non è che ci finisce nel momento in cui l'evento estremo aggiunge la conclusione continua perché se voi girate nelle valli colpite da varia
Nel due mila e di nell'autunno del due mila diciotto vedete che alle conseguenze di una tempesta ex proprietario e che ha determinato venti che arrivavano a centonovantadue chilometri orari Codice sostituita la cerchia sostituita la zona del voto dico
Il gotico tipografo
Determinerà una Effetto sui boschi dolomitici anche da due a cinque volte
Gli effetti i Vaia vede e quindi voi immaginate valli come la Valle di Fiemme la Val di Fassa con il settanta per cento in meno
Del del loro patrimonio boschivo spiegano denario davvero Corriere intorno a questo che tu hai citato che una ma una quel una malattia una batterico tipografo è un inferno in serie o devono essere che ha proprio a partire dall'indebolimento delle piante in particolare dell'abete rosso
Dovuto avaria e allora aumento delle temperature
Che stiamo assistendo ha trovato il modo di proliferare in maniera assolutamente inedita trovando una una una un ambiente un territorio già compromesso già indebolito
E in un territorio già indebolita e questo significa che quando se l'azione del portico non trova antagoniste e in questo momento lager antagonismo antagonista tradizionale era era era la dello stesso che riusciva a contenere l'esperto del Portorico oggi voglio questa questo contenimento non c'è e il risultato è che in un dopo un anno alle piante muoiono semplicemente e questo e questo sta creando voglio dire problemi
Molto più qualche punto di quelle dell'effetto diretto di di del del Ciclone patriziale vaglia perché non potevo dire per quanto riguarda la crisi idrica
Possiamo oppure il limite di affidabilità della neve so per ritornare al tema degli impianti
Il limite dell'affidabilità della neve è quella cosa che ci che e quel quel limite dato dalla presente del meno trenta centimetri di neve per almeno cento giorni all'anno no Illy questo limite
Crescerà entro il due mila cinquanta di quattrocentocinquanta metri questo cosa vuol dire questa cosa che almeno il l'ottanta per cento delle stazione sciistica invernale praticamente si troverà scienza neve fa periodi ai quali mi siamo abituati insomma e quindi si stringerà sempre di più no se a questo aggiungiamo il fatto che il novanta per cento degli impianti oggi vive grazie a Linosa all'innevamento artificiale però all'innevamento artificiale chiede in primo luogo acqua in secondo luogo temperature fredde e e quindi e quindi mancando l'uno e mancando l'altra perché la crisi Illica appunto dagli spietati del tu all'inizio del del nostro collegamento
Determina determina il fatto che noi ci troviamo appunto ci troveremmo in condizioni in cui quell'industria dovrà ripensarsi radica radicalmente
Ecco a proposito del dell'uragano dell'uragano Vaia io ricordo anche un altro tuo libro il momento della ninfea scritto con Diego caso anche un un sociologo è uno studioso proprio dell'aria alpina della gente che ci vive
Che che una è un atto di di di cui considera la lettura e
Di la ninfea insomma che che che raddoppia quotidianamente ci mette ventinove giorni per i tempi per riempire metà di uno stagno e un giorno solo per per cui ritiro completamente per poter ricordare adesso tra Limone grande metafora appunto il denaro però tempo noi praticamente
Abbiamo sempre questo atteggiamento ci accorgiamo dei problemi quando sono scoppiati e fino al giorno prima pensiamo che lo stagno appunto sia mezzo vuoto in realtà poi appunto il ivi ci alziamo la mattina
E e troviamo lo stagno pieno insomma questa cosa è la metafora del nostro atteggiamento nei confronti di quello che accade intorno a noi
Noi consideriamo continuiamo a considerare le crisi a cui stiamo assistendo come emergenze ma il l'approccio emergenziale
Non ci aiuta perché l'ambito Proto emergenziale quello che rincorre i problemi nonché gli fa prevenire e se noi non sappiamo prevenire le cose ci troveremo di fronte appunto al Delle catastrofe
E e e quando si è nell'emergenza tendenzialmente CIR vaglia Sempre noi abbiamo bisogno
I avere una corso non soltanto politico e culturale ma anche scientifico di fronte alle cose che accadono e quindi queste cose vanno studiate per tempo perché solo così noi avremo potremmo avere forse la possibilità di saperle prevenire e questa e questa corda del del il ciclone fra tropicale varie aree del e del vostro eco tipografo sono l'arma la plastica manifestazione della nostra incapacità di capire appunto per tempo le code se stanno avvenendo
Quando
Con quando ragioniamo di queste cose
Noi cerchiamo di farlo lo stiamo patendo nella presente nelle tante presentazioni del libro
Che facciamo anche dentro le università dentro no in modo tale che l'esazione appunto comincino ad avere la consapevolezza
Di quanto sta avvenendo intorno a noi e del fatto che da un'emergenza all'altra l'ordine a capo di niente approvato di tempi
Tratte su un'altra citazione sempre la prendo sempre da all'inserto libro sono parole di Laura Conti che è stata una una pioniera del Della mi talismano italiano un nome importante quando quando diceva la citazione che che voi fate il momento in cui fermarsi più facile ora ora è più difficile di ieri ma è più facile di domani ore più difficili che un anno fa ma è più facile che tra un anno siamo ancora in tempo se o abbiamo passato il punto di non ritorno
Sempre la commissione sul clima delle Nazioni Unite ci dice che l'azione che noi potremo mettere in campo se siamo intelligenti in questo momento non riuscirà comunque ad invertire immediatamente la rotta quindi noi dovremmo ragionare ora di mettere in campo azioni alla a livello del gravità della situazione immaginando che fra qualche decina di anni noi saremmo in grado finalmente di invertire
Il il
La situazione che nella quale noi ci troviamo prima lo facciamo meglio e se l'avessimo fatto quaranta anni fa dando retta straordinario personaggi come lavora conti o come perché che sono stati i padri dell'ambientalismo italiano
Ora ci troveremmo in condizione diverse
E però qualcosa ancora siamo in grado di mettere in campo parlarne era tornare questo dipende in buona sostanza anche uno degli strumenti che noi ci diamo per poter almeno avere la consapevolezza di quanto sta accadendo e per appunto dirci come scriveva Laura Conti
Il il momento in cui fermarsi è più facile Uras
Anche perché dobbiamo darci un limite queste proprio la la chiusa del del del vostro libro dove proprio il Lugli ultime le ultime righe quando scrivete se non ne saremo capaci le nostre Montanino stremati le nostre campane la società sono destinate a diventare le macerie di un'antica civiltà che si è estinta per mancanza di senso del limite
Limite
Parola chiave ancora privati di cittadinanza e parola-chiave contemporaneamente parola che non ha cittadinanza nel dibattito pubblico perché la cultura del limite
Noi che noi vediamo il limite come una privazione non credevo che a voi non con è una peraltro invertendo quanto nel negli antichi
Insomma
Il concetto di Terrassa cioè il limite fra i greci era un concetto positivo mentre appena il rione che era l'infinito era un concetto negativo
Noi abbiamo rovesciato per fascicolazione e oggi parlare di limite c'è una parola parlare appunto di qualcosa di cui dovremmo privarci
In realtà il limite dovrebbe per iscritto non soltanto al fatto che la terra
è limitata e e le risorse della Terra sono limitate ma anche perché le nostre vite lo sono noi moriamo prima o poi insomma e quindi dovremmo averlo nel nostro DNA
La cultura del limite se non facciamo nostra una cultura del limite non sappiamo appunto darci una regolata saper fare meglio con meno io continuo a dire Roma la
Perché non è detto che ragionare sul centro del della vita delle cose del nostro rapporto con la natura sia una privazione forfait una condizione invece che ci fa scoprire il centro stesso del nostro vivere
Allora il libro è inverno liquido la crisi climatica le terre alte la fine della stagione dello sci di massa gli autori sono Maurizio De Matteis e Michele Nardelli che abbiamo abbiamo con noi sul sul sito personale Michele Nardelli punto it
C'è l'elenco aggiornato delle presentazioni che è un vero e proprio giro d'Italia tante ce ne sono state tante sono già in programma altre insomma
Sono in preparazione quindi c'è la possibilità proprio anche di incontrarti di incontrarvi di di di discutere con voi sui temi che vengono posti in questo libro che proprio nella nella parte insomma nel nel testo finale nasce di c'è è nato da un collettivo di Nardi narrazione no io leggo che ancora in nuce ha preso corpo proprio attorno a questo lavoro qualcosa di più di un'idea
Il il questo libro non si sarebbe potuto fare se non ci fossero state decine o forse centinaia di persone che ci hanno aiutato nel in questo lavoro di ricognizione dei territori lo stesso sta avvenendo ora con le presentazioni abbiamo già fatto cinquanta presentazione in in lungo appunto la dorsale appenninica e l'arco alpino ed altre le stiamo immaginando questo lavoro collettivo
è per noi è una prerogativa davvero importante perché vuol dire riprendere la parola sostanzialmente e stiamo cercando di fare le presentazioni anche in luoghi molto piccoli anche molto decentrati diciamo così insomma perché questa è la condizione per ridare alle persone e il ferimento di un agire collettivo che molto spesso la politica i corpi intermedi hanno abbandonato
Allora grazie davvero Michele Nardelli io consiglio a tutti lì la lettura di questo libro inverno liquido pubblicato da derive Approdi un lungo reportage dal le montagne italiane imprenditori operatori testimoni del mondo dello sci si raccontano analizzano i fallimenti spiegano i percorsi di riconversione
E fotografano i sogni di rinascita
è un libro che racconta cosa ne oggi della passata stagione dello sci di massa che appunto mette in fila tutti i problemi ma indica anche delle strade possibili
Grazie davvero Michele Nardelli e poi Varese pesa approssimativamente per il vostro lavoro grazie grazie davvero