Secondo i dati diffusi dall’Organizzazione mondiale della sanità e ribaditi dalla National Accademy of Sciences degli Stati Uniti, il fumo passivo è tra le principali cause di cancro ai polmoni tra i cittadini adulti non fumatori.
La rivista Sigmagazine, giornale specializzato in strumenti di riduzione del danno da fumo, scrive che in Francia, Inghilterra, Scozia e Galles sono stati … avviati progetti volti a sostituire l’utilizzo delle sigarette tradizionali con le sigarette elettroniche; in particolare, in Francia “mille sigarette elettroniche sono state consegnate nelle carceri, progetto nato in seguito ad un’azione legale promossa da un detenuto non fumatore che ha ottenuto un risarcimento da parte dello Stato perché costretto a convivere con il fumo dei compagni di cella.
Nel Regno Unito, come riportato da uno studio condotto dalla Scuola di medicina della Università di Nottingham, a seguito dell’introduzione del divieto di fumo in tutti i luoghi al chiuso “una percentuale compresa tra il 70 e l’80% dei detenuti ha utilizzato la sigaretta elettronica come mezzo per gestire la dipendenza da nicotina”; questo è stato possibile, perché, ha spiegato in parlamento il ministro della salute britannico, Non esiste alcuna prova di tossicità indiretta causata dal vapore passivo, il divieto di fumare nei luoghi pubblici al chiuso si basa invece su prove evidenti dei danni derivanti dall’esposizione al fumo passivo e sulla tutela della salute conseguente alla mancata esposizione al fumo”.
Ulteriore conferma arriva anche da uno studio condotto da un gruppo di ricercatori franco-svizzeri: le particelle presenti nei vapori della sigaretta elettronica sono liquide ed evaporano nell’arco di pochi secondi; quelle presenti nel fumo sono molto più stabili e permanenti e la loro eliminazione dipende molto dalla ventilazione dell’ambiente.
“Una differenza” concludono i ricercatori “significativa”.
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