Tra gli argomenti discussi: Cavani, Cinema, Cristianesimo, Cultura, Disastri, Film, Societa', Venezia.
La registrazione audio di questa puntata ha una durata di 4 minuti.
15:00
09:30
9:30 - Roma
9:00 - Eupilio (CO)
9:30 - Chianciano Terme (SI)
Un saluto agli ascoltatori di radio radicale
A volte i personaggi di film italiani possono suscitare un'insofferenza se non una vera e propria repulsione
E non soltanto quando sono ritratti male
Ma quanto dei loro ritratto emergono certi difetti tipici come ad esempio il cinismo la superficialità le arretratezze culturali la mancanza di senso civico
Il disimpegno nei confronti della società ma anche nei confronti delle persone a loro più vicine
Sono difetti che possono indurre gli autori di quei personaggi a volte un senso di complicità e a volte ci magari allo stesso tempo un senso di disprezzo
Ora una particolarità dell'ultimo film di Liliana Cavani dal titolo L'ordine del tempo
E che ritrae un gruppo di personaggi in gran parte italiani attribuendo loro alcuni dei difetti che ho elencato
Senza tuttavia che la loro descrizione presupponga complicità con quei difetti ma nemmeno soltanto antipatia e avversione
L'autrice ci persuade infatti attraverso un percorso operativo approvare nei confronti dei personaggi semmai indulgenza e comprensione
Va detto che quei personaggi sono messi della vicenda a confronto con una circostanza straordinaria e cioè la notizia di un enorme asteroide che dovrebbe colpire la superficie della terra provocando l'estinzione della specie umana
E il gruppo di amici i protagonisti del film riuniti in una villa in riva al mare la notizia risveglia quella che si potrebbe definire una coscienza di specie
L'idea cioè che oltre le divisioni tra ricchi e poveri tra italiani e stranieri tra familiari ed estranei dipendiamo tutti per la nostra sussistenza dall'abitabilità del nostro pianeta
Ciò che dovrebbe renderci solidali tra cui la villa al mare il film della Cavani ha la funzione di un microcosmo così in quell'ambito ristretto il ballo che gli ospiti improvvisa Rupert sciogliere l'angoscia abbracciandosi tutti fra loro
Sua la come l'auspicio di una ritrovata solidarietà tra tutti gli uomini simili a quella fraternità che vagheggiava Giacomo leopardi di fronte all'ostilità e all'indifferenza della natura
Ma non è soltanto il difetto dell'individualismo ciò di cui ha quella notizia catastrofica si prende coscienza e forse ci si purifica
I personaggi si rendono conto che potrebbero avere ancora soltanto poche ore da vivere e allora per esempio quegli amori che sono rimasti a lungo inespressi per indecisione per pigrizia o per viltà
Non meriterebbero di essere realizzati e certi segreti di cui per un condizionamento atavico ci si vergogna come le attrazioni da Moore di una donna sposata per un'altra donna non sono forse privi di ogni colpa e non dovrebbero essere semplicemente dichiarati
Insomma il perdono che l'autrice sembra accordare ai suoi personaggi va di pari passo alla loro presa di coscienza dei loro difetti io almeno in parte al loro pratico superamento
Va detto che il film ispirato a un saggio del fisico Carlo Rovelli ha un aspetto divulgativo attraverso i dialoghi chiarisce con esattezza come potrebbe effettivamente prodursi una catastrofe come quella evocata nella vicenda
E si sofferma in più momenti sulla teoria dell'illusoria e dare il tempo ma sull'aspetto scientifico fantascientifico della vicenda prevale l'aspetto urbanistico
Il film tratterà soprattutto cioè di un gruppo di personaggi che in circostanze estreme riscopre lo spirito della fraternità cristiana
Senza che quella scoperta risulti ideologica imposta racconto ma scaturisce con naturalezza dal contesto e legata al graduale sviluppo delle relazioni tra i personaggi merito anche degli attori tutti credibili tra i quali non potendo elencarli tutti ricordo Edoardo Leo Claudia Gerini Alessandro Gassman Francesca Inaudi e Angela Molina
Si tratta di opere di un bel film da vedere è stato proposto al Festival di Venezia dove dichiara Chiavari ha ricevuto un Leone d'Oro alla carriera
Dunque l'ordine del tempo appunto di Liliana Cavani un saluto da Gianfranco Cercone
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