Sono intervenuti: Augusto Sainati (critico cinematografico).
Tra gli argomenti discussi: Asia, Cannes, Cinema, Cultura, Film.
La registrazione audio ha una durata di 3 minuti.
critico cinematografico
Nel Sud-Est asiatico del mille novecentodiciotto Edward Ermolli sono due fidanzati britannici destinati a non incontrarsi mai
Lui è un funzionario dell'impero di sua Maestà in quei Paesi lei la donna che non lo vede da sette anni e sta per raggiungere in Birmania con una nave da Londra così comincia il granturco di Miguel Gomes presentato ieri in concorso a Cannes
Prima che Monti arrivi Edward si imbarca per Singapore per un viaggio di fuga dalla promessa del matrimonio che lo porterà poi a Bangkok Saigon Manila in Giappone e poi ancora in Cina
Molti non si dà per vinta e lo insegue da un luogo all'altro facendosi precedere da misteriosi telegrammi che ne preannunciano l'arrivo il film segue prima le Ranza di Edward poi il percorso di molle in un'Asia descritta in un bianco e nero senza fronzoli eppure rigogliosa non solo dal punto di vista naturalistico
Gli incontri si susseguono e si alternano con immagini odierne più documentarie quasi sempre colori delle città attraversate dai due a volte colto in una dimensione quasi surreale
Come quando il traffico di Saigon è accompagnato dal Bel Danubio blu e produce un effetto di danza delle auto che sembrano muoversi in un tempo sospeso
Il tempo sospese l'atmosfera di sogno sono due caratteristiche tipiche dello stile di Gomes come già Arkan aveva mostrato il sovrabbondante Arabian Nights diviso in tre parti e presentato nel due mila quindici
Per far questo Gomes affida qui racconta la Voce over non sempre la stessa
Il racconto dunque fuori campo come se il cinema dovesse stare altrove nell'estasi del vedere e si dovesse lasciare spazio alle immagini
Sembra di passare in mezzo alla foresta dividere con i personaggi questo viaggio nel tempo e nello spazio che dissemina un sapore esotico
Più legato agli affetti anche se a suo modo memoriale è un altro film ha passato a Cannes come se ALS Speziale sprezzante di Arno del Brescia
Cosa ha voluto dire essere spettatori nel secolo del cinema e anche prima
Quando è nato il come cresciuto lo spettatore del cinema
Depressione che prima di fare il cineasta è stato studente di cinema ha passato tutte le esperienze della spettatori Anita quella del dovere cinefilo quella dell'innamorato dello schermo quella dello studente che si interroga
Il film non è né un documentario vero e proprio né un film di finzione anche se non mancano parti che ricostruiscono con attori le tappe del percorso di De Beers
è piuttosto un film saggio una psicanalisi del suo lungo viaggio dentro il cinema da Bergman con i volti che sembrano paesaggi a Cimino con i paesaggi che sembrano volti e poi tutti i film cult con le domande che si portano dietro come l'immenso Shoah di Claude Lanzmann che non è un film sull'Olocausto ma è l'Olocausto stesso
E ancora quella che è forse la domanda delle domande per un zero spettatore cosa accade quando la realtà è proiettata sullo schermo
Accade che si interessa di significato il mondo finalmente significa da Kandahar per radio radicale Augusto Sainati
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