CENSIS - Presentazione del 58° Rapporto sulla situazione sociale del Paese 2024

Buongiorno buongiorno a tutti
Quindi e benvenuti alla presentazione della cinquantottesimo a edizione del Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese
Tanto ringraziamo il CNEL perso presidente Renato Brunetta per la rinnovata ospitalità anche quest'anno secondo una lunga lunghissima consuetudine appunto cinquantotto edizione del Rapporto Censis e quindi capita
Dunque quest'anno però sono per noi che
Elaboriamo un analisi della situazione sociale del Paese sono indispensabili due premesse
Dunque la prima premessa
Diciamo subito effettivamente lo slittamento del discorso pubblico alla Scala internazionale so sembra strano siamo qui a parlare della situazione sociale del Paese
Perché tutto quello che conta davvero sembra effettivamente a cadere al di fuori dell'Italia no che si tratti nella guerra senza fine combattuta alle porte dell'Europa del corpulento conflitto scoppiato in Medioriente
Che si tratti dei vincoli imposti da Bruxelles alle finanze pubbliche delle latenti decisioni della BCE sui tassi di sconto o di quella
Strisciante crisi politica che ormai attanaglia l'Unione europea
Per non parlare poi lei infuocate elezioni americane tutto quello che conta sembra cadere al di fuori dell'Italia tra l'altro in un mondo scosso da forti tensioni in cui nessuno è contento di come il mondo era
Non lo è sicuramente l'Europa
Che alle prese
Con una forse con la crisi più profonda che abbia mai vissuto addirittura dai Trattati di Roma del cinquantasette stando ai toni ultimativi con cui si sono pronunciati alcuni suoi esponenti di primo ordine
Che rimandano esplicitamente ad una sfida esistenziale per l'Unione europea ad un rischio di una lenta agonia Mario Draghi
Che però era stato preceduto dal presidente francese Macron che in una solenne discorso alla Sorbona di Parigi ha detto esplicitamente che l'Europa può morire
Ma non è contento non sono contenti sicuramente neanche gli Stati Uniti e devono metabolizzare il tramonto dell'impero americano come si esprimono gli analisti di geopolitica
Contenta non lo è la Russia che dopo quasi tre anni non è venuta capo delle sue ambizioni egemoniche nella regione divenuta teatro di battaglia
Ma non è neanche la Cina preoccupata per la crisi demografica da cui è afflitta April dimezzamento dei tassi di crescita economica conosciuti negli anni passati
Contento non lo è più generale il Sud globale
Che ancora inattesa dell'agognato riconoscimento diplomatico ma non sono neanche i paesi arabi sempre
Dilaniati da lotte fratricide che impediscono poi di presentarsi sul palcoscenico internazionale come un soggetto politico unitario
Contento non lo era nel continente africano di cui si parla sempre come di una promessa che però non sembra concretizzarsi mai insomma sembra che ci siamo inoltrati in una stagione dello scontento globale
Quindi prima premessa lo slittamento del discorso pubblico in un mondo scosso da forti tensioni mentre da noi abbiamo un'arena pubblica
Che sembra satura l'abbiamo scritto di melodramma di operetta o di grandi ignorano di cui trasudano le pagine dei giornali gli schermi televisivi
E sono palinsesti tanto ininfluente sulle dinamiche socio economiche reali del Paese quanto piuttosto il segno di una certa impotenza di fronte ai fenomeni globali in grado di condizionare il nostro c.t.
La seconda premessa è più di tipo metodologico direi perché è vero che il destino dell'Italia è iscritto nel solco del cambiamento dell'epoca che investe le società europee e occidentale
Però naturalmente questo accade con delle sue specificità proprie del nostro Paese
E se a prima vista del due mila ventiquattro potrebbe essere ricordato per l'Italia con un anno dei record
Record degli occupati record del turismo estero ma anche il record della denatalità del debito pubblico dell'astensionismo elettorale
Non dobbiamo però fermarci alle increspature congiunturali anzi dobbiamo collocare questi eventi nell'alveo però dei processi lunghi di trasformazione
Della società italiana la Long iure come avrebbe detto il grande storico francese Fernand Braudel
Ebbene
Fatte queste due premesse
Arriviamo a delineare un'immagine più aderente alla reale situazione sociale del Paese cioè una vera e propria sindrome italiana in cui restiamo intrappolati
La sindrome italiana e la continuità nella medietà
Non incorriamo cioè in un
Capito un burino rovinosi nelle fasi critiche e recessive nei però compiamo scalate eroi che nei cicli positivi cioè se analizzati nel medio periodo tutti i principali indicatori il PIL
I consumi delle famiglie Investimenti le esportazioni l'upupa azione
Tendono a ruotare intorno ad una linea di galleggiamento dentro un campo di oscillazione molto ampio perimetrato dai valori massimi e minimi toccati nel Paese opere
Ma in fondo anche nella dialettica sociale se ci pensiamo bene quella sequela di disincanto frustrazione e senso di impotenza risentimento
Brama di riscatto a volte addirittura smania di vendetta ai danni di di un presunto colpevole che è stata così caratteristica dei nostri tempi
Beh però non è sfociata in violente esplosioni di rabbia no
In questa sindrome italiana alla fine cifre stiamo come legni storti Sciliar siamo dopo un inciampo senza ammutinamenti a prima vista potrebbe essere quindi rassicurante tuttavia la sindrome italiana nasconde uno in Sicilia
Perché certamente la spinta propulsiva verso l'accrescimento del benessere sia smorzato
Il reddito disponibile l'urto delle famiglie pro capite
è oggi inferiore del sette per cento in termini reali di quello di vent'anni fa quindi il periodo due mila tre due mila ventitré
E anche la ricchezza netta pro capite è diminuita del cinque virgola cinque per cento nell'ultimo decennio tra il secondo trimestre del due mila quattordici nel secondo trimestre del due mila ventiquattro sono i dati più aggiornati
E per cui non stupisce che poi otto italiani su dieci siano ormai profondamente convinti che sia molto difficile salire salire nella scala sociale
Allora questo lento logoramento dei percorsi di ascesa economica e sociale del ceto medio
Si sta traducendo primo referto
In mostra con dell'agenda collettiva del passato cioè noi vediamo emergere una crescente avversione rispetto a quelli che erano stati i valori fondamentali costitutivi dell'agenda collettiva del passato cioè il valore irrinunciabile della partecipazione della democrazia
Il conveniente euro il primissimo era anche un convinto atlantismo ci sono dei dati che rendono molto esplicita questa sensazione tanto il tasso di astensione alle ultime elezioni europee
Ha segnato un record nella sua ricarica il cinquantuno virgola sette per cento di astenuti pensate che alle prime elezioni diretto del Parlamento europeo nel mille novecentosettantanove l'astensionismo si fermò al quattordici virgola tre per cento
Oggi per il settantuno per cento degli italiani l'Unione europea destinata a sfasciarsi in assenza di riforme radicali
Il sessantotto per cento ritiene che le moderne democrazie liberali non funzionino più ed effettivamente non è mai stata così alta
La fascinazione per le democrazie illiberali come in questo momento
Due terzi degli italiani il sessantasei per cento attribuiscono all'Occidente Stati Uniti in testa la colpa dei conflitti in corso in Ucraina e in Medio Oriente
Non a caso soltanto il trentuno per cento si dice d'accordo con il richiamo della NATO sull'aumento delle spese militari fino ad almeno il due per cento del PIL
Quindi in una società che ristagna intrappolata nella sindrome italiana che si è risvegliata dall'illusione che il destino dell'Occidente fosse di farsi mondo perché anzi il baricentro del mondo si è spostato dall'Atlantico
Al Pacifico
Beh ogni universalismo è diventato sospetto non si comincia ormai a ritenerlo figlio illegittimo diciamo così dell'etnocentrismo occidentale
E quei movimenti del rimprovero che fino a un po'di tempo fa rimanevano di fatto rilegati entro elitarie conventicole intellettuali quei movimenti del rimprovero oggi ormai sono parte viola gran parte dell'opinione pubblica in molte case italiane ormai dentro la Abc lo dell'anti occidentali insomma quindi primo effetto preoccupante
Ma non sono soltanto opinioni perché a questo proposito ci sono effettivamente dei dati oggettivi che hanno la forza di un cuneo piantato per spezzare un'epoca
PRA circa cinquanta intorno al due mila settanta la Nigeria che è un Paese che ha un'estensione in più o meno di una volta e mezza la Francia conterà una popolazione più numerosa di quella dell'intera Unione Europea a ventisette Stati tra l'altro con un'età mediana di ventinove anni
Contro i quarantanove anni degli europei e i cinquantatré degli italiani
E infatti la Nigeria secondo alcune previsioni è destinata di lì a qualche anno fa a diventare la quinta economia del mondo
Dopo la Cina l'India gli Stati Uniti l'Indonesia seguita poi da da Pakistan Egitto Brasile
Cioè di qui ai prossimi cinquanta anni nelle prime posizioni effettivamente non ci sarà nessun Paese europeo tra le prime economie del mondo
E allora in una società che ristagna
In cui anche l'agenda sociale collettiva del passato tende a sfilacciarsi e quei aleggiano questi spettri rispetto al futuro
C'è una secondo rischio il rischio cioè che si possa infiammare la guerra delle identità
Cioè
Le questioni identitarie tendono a sovrapporsi o a sostituire addirittura le istanze delle classi sociali tradizionali e assumono così una centralità di fatto inedita nella nostra dialettica sociopolitica
Cioè ora si comincia ad ingaggiare una competizione a oltranza
Per accrescere il valore sociale delle identità individuali di tipo etnico culturale religioso relativo all'identità di genere qua l'orientamento sessuale
Quindi secondo la combinazione del tutto interclassista questa è una novità
E la rivalità delle identità
E la lotta per il riconoscimento implicano però la logica amico nemico questa è la novità
Perché ottiene un maggiore riconoscimento sociale più diritti più risorse per la propria identità un rituale diventa un obiettivo strategico tanto quanto sottrarre
Alle identità altrui alternative alla propria
C'è una istanze esistenziale si sta pro sta ponendo tra le diverse identità oggi il trentotto per cento degli italiani si sente minacciato dall'ingresso nel Paese dei migranti
Il ventinove per cento provo ostilità perché è portatore di una concezione della famiglia divergente da quella tradizionale
Il ventidue per cento vede il nemico in chi professa una religione diversa analogamente il ventidue per cento in chi appartiene a un'etnia diversa
Il quattordici per cento il nemico lo vede in chi ha un diverso colore della pelle il dodici per cento in chi ha un orientamento sessuale diverso
Insomma se il ceto medio si sfibra il Paese non è il primo comune a rischio delle trappole identitaria
Anche perché è in atto una mutazione morfologica della nazione oltre che antropologica
Cioè mentre il dibattito politico si arrovella sui criteri normativi da adottare per regolare l'acquisizione della cittadinanza
Ma negli ultimi dieci anni sono stati integrati quasi un milione e mezzo di nuovi cittadini italiani che prima erano stranieri
Posso
Prendere constatare che l'Italia si colloca al primo posto tra tutti i Paesi dell'Unione europea per numero di cittadinanza concessa più di tredici duecentotredici mila nell'ultimo anno
Che è un numero molto più alto delle centottantuno mila posizioni in Spagna centosessantasei mila in Germania centoquattordici mila in Francia novantadue mila in Svezia
Le acquisizioni della cittadinanza italiana ammontano al ventuno virgola sei per cento di tutte le acquisizioni registrati nell'Unione europea in un anno circa un milione
Ventuno virgola sei per cento che è un dato evidentemente più che proporzionale rispetta il nostro peso demografico nell'Unione Europea e solo del tredici per cento
E il nostro Paese primo anche per il totale un mulatto nell'ultimo decennio di acquisizioni di cittadinanza
Abbiamo avuto un aumento delle concezione di cittadinanza del centododici per cento in dieci anni sono più che raddoppiate
Tuttavia a fronte di queste dinamiche
Oggi per il cinquantasette per cento degli italiani l'italianità non è un costrutto sociale
Pensioni un dato cristallizzato e immutabile determinato dalla discendenza diretta da progenitori italiane
Per il trentasei per cento l'italianità e associata alla fede cattolica e poi c'è addirittura un quattordici per cento che associa l'italianità a determinati tratti somatici
Allora se non siamo più immuni
Alle trappole identitarie mentre c'è questa mutazione morfologica in corso
La domanda ma siamo culturalmente preparati ad affrontare e gestire questo salto del poker
Culturalmente intendo preparati
Allora in Italia gli analfabeti propriamente detti sono ormai un'esigua minoranza so soltanto duecentosessanta mila e i laureati nel frattempo sono aumentati a otto virgola quattro milioni è il numero più alto di sempre
Tuttavia ora a fronte di questi dati
C'è una mancanza di conoscenze di base che rende molti cittadini più disorientati e vulnerabile rispetto a questi grandi cambiamenti
Ad esempio per quanto riguarda il sistema scolastico i dati svelò che non raggiunge i traguardi di apprendimento in italiano il quarantatré virgola cinque per cento degli studenti al termine delle scuole superiori
E addirittura negli istituti professionali questo dato sale vertiginosamente all'ottanta per cento
In matematica il quarantasette virgola cinque per cento sempre al termine delle superiori e il picco si registra ancora una volta negli istituti professionali con l'ottantuno per cento
Abbiamo descritto nel rapporto alcun Paese degli ignoranti perché se il cinquanta per cento degli italiani non sa indicare correttamente l'anno della rivoluzione francese per esempio qualche preoccupazione
Dobbiamo averla il trenta per cento non sa chi è Giuseppe Mazzini per il diciannove per cento è stato un politico della prima Repubblica
Per il trentadue per cento degli italiani la Cappella Sistina è stata affrescata da Giotto o da Leonardo
Ma c'è anche un sei per cento magari qualcuno potrebbe pensare che sia poco
Un sei per cento per cui il sommo poeta Dante Alighieri non sarebbe l'autore delle cantiche della Divina Commedia
Allora mentre nella polemica politica si discute di egemonia culturale la verità è che per molti italiani si pone invece il problema di una cittadinanza culturale ancora di là da linee nere presto
Per il sei per cento degli italiani il culturista è una persona dura cultura
Ma qual è il problema il problema è che nel limbo dell'ignoranza possono attecchire stereotipi e pregiudizi che francamente pensavamo di aver rimosso definitivamente dalle credenze popolari il ventuno per cento degli italiani asserisce che gli ebrei dominano il mondo tramite la finanza
Il quindici per cento crede che l'omosessualità sia una malattia il tredici per cento ritiene che l'intelligenza delle persone dipenda dalla loro etnia
Per il nove per cento la propensione a delinquere avrebbe un'origine genetica insomma si nasce criminali lungo Lousiana mente
Per l'otto per cento Islam e jihadismo sono la stessa cosa cioè un problema quindi impreparazione culturale ad affrontare che il salto d'epoca
Ma voltiamo pagina perché in aggiunta a tutto quanto detto ci sono poi molti conti che non tornano nel sistema Italia e molte sono le equazioni che rimangono irrisolte
Il primo aspetto forse il più macroscopico
Lo sintetizziamo così più usati meno PIL abbiamo effettivamente registrato il record degli occupati più di ventiquattro milioni un record mai un cifra simile da quando esistono serie storiche sulle forze di lavoro
Eppure questi incremento non si accompagna ad una crescita proporzionale dell'economia tutte le stime più accreditate
Dall'Istat dall'OCSE dal Commissione europea al Fondo monetario internazionali ci dicono che quest'anno la crescita non raggiungerà l'un per cento verosimilmente lo zero virgola cinque per cento nel frattempo però cresciuta considerevolmente l'occupazione abbiamo avuto un incremento di un milione e mezzo di posti di lavoro rispetto all'anno nero della pandemia una crescita del quattro virgola sei per cento rispetto al due mila sette l'ultimo anno prima della grande crisi internazionale del due mila otto qui c'è questa sfasatura
Tanto gran parte della nuova occupazione
Riguarda over cinquanta anni quindi verosimilmente legato anche all'intenzione di procrastinare l'ingresso trenta dell'acquiescenza da parte di molti e non riguarda tanto l'occupazione giovanile
E però dimentichiamo comunque che ancora nell'ultimo anno l'Italia si collocava all'ultimo posto in Europa per tasso di occupazione con una distanza dalla media europea di otto virgola nove punti percentuale quindi
Primo punto che non torna
Più occupati meno pirla
Secondo problema turismo sale ma l'industria ma giù
L'industria italiana l'industria europea è entrato una fase critica una spirale negativa molto preoccupante se confrontiamo i primi otto mesi di quest'anno con lo stesso periodo dell'anno scorso abbiamo la riduzione del tre virgola quattro per cento della produzione industriale italiana
E invece le presenze turistiche continuano ad aumentare quattrocentoquarantasette milioni nel due mila ventitré
Un incremento i quasi il diciannove per cento in dieci anni soprattutto della componente sarà quasi cresciuta di quasi il ventisette per cento
Ma si può veramente ipotizzare un meccanismo di compensazione se non addirittura di sostituzione tra turismo industriale cioè può all'Italia rinunciare alla sua manifattura
Ma per avere una risposta inequivocabile basta considerare i diversi livelli di produttività
Negli ultimi vent'anni ad esempio le attività terziarie hanno registrato una riduzione del valore aggiunto preoccupato dell'uno virgola due per cento al contrario l'industria ha registrato un aumento della produttività il dieci per cento Tondo
Quindi motivo di preoccupazione la fase di crisi dell'industria
C'è poi l'Italia Curto di personale uno un altro delle alte le quotazioni che non tornano diciamo così pensate che nell'ultimo anno la quota di figure professionali di difficile reperimento rispetta i fabbisogni delle imprese
è arrivata al quarantacinque per cento del totale delle assunzioni previste
Ed è un montato sopra tutto il peso delle figure difficili da reperire vere esiguità dei candidati quindi non per mancanza di competenza specifica
E il problema riguarda non solo le professioni intellettuali e ad elevata specializzazione ma anche agricoltori artigiani operai specializzati idraulici elettricisti cuochi camerieri
Gli operatori della salute in particolare sono diventati la risorsa più scarsa il ridotto numero di candidati riguarda il settantuno per cento della domanda di lavoro nel caso degli infermieri il sessantaquattro per cento nel caso del personale medico
Altro aspetto da segnalare
Bisogna richiamare l'attenzione sul problema che tende sempre di più ad aggravarsi della rarefazione dei servizi pubblici e privati e delle infrastrutture di coesione sociale presenti sul territorio
Cito solo un esempio se nella media nazionale le famiglie che sperimentano delle difficoltà per aggiungere un pronto soccorso sono il cinquantuno per cento del totale
Nel caso dei residenti nei comuni piccoli quelli fino a due mila abitanti la percentuale sfiora il sessantanove per cento sette su dieci e questo è solo un esempio
Chi mi permette anche di richiamare
Ormai anche le tante ipoteche che gravano sul sistema di welfare pubblico su cui si stanno scaricando evidentemente gli effetti della radicale transizione demografica che il Paese stabilendo l'invecchiamento dalla popolazione che significa un'esplosione della domanda di prestazioni sanitarie
Beh negli ultimi dieci anni tra il due mila tredici e il due mila ventitré si è registrato un aumento del ventitré per cento in termini reali della spesa sanitaria privata pro capite
Che nell'ultimo anno ha superato complessivamente i quarantaquattro miliardi di euro
Al sessantadue per cento degli italiani è capitato almeno una volta lì
Rinviare accertamenti diagnostici o visite specialistiche perché le liste d'attesa negli ambulatori del servizio pubblico erano troppo lunghe e i costi da sostenere nelle strutture private erano ritenuti troppo elevati
Per non parlare poi del novanta per cento di giovani per quanto riguarda la
Dimensione previdenziale che si dicono sicuri che non avranno una tensione adeguata nella loro vecchiaia
Questo richiama il tema della questione giovanile
Noi abbiamo ormai sempre più gridi d'allarme una rappresentazione
Che ci viene dagli specialisti della salute mentale di un profondo disagio anche di tipo psicologico relativo al giovane generazione ed è un fatto di preoccupazione
Ma segnaliamo anche le strategie di adattamento
Dire istanza o di rilancio attraverso l'espatrio da parte di molti giovani negli ultimi dieci anni sono espatriati circa trecentocinquantadue mila giovani tra i venticinque e i trentaquattro anni e di questi quasi il trentotto per cento era in possesso della laurea negli ultimi anni laureati sono aumentati
Notevolmente nel due mila tredici erano soltanto il trenta per cento di tutte le persone che emigrarono dall'Italia nell'ultimo anno sono diventati quasi il cinquantuno per cento del totale
A questo proposito sempre con riferimento ai giovani bisogna anche aggiungere però che si profila all'orizzonte una rilevante passaggio intergenerazionale di ricchezza
Infatti uno degli effetti nascosti della denatalità che non mi pare sia stato notato finora da nessuno
E che proprio a causa della prolungata flessione delle nascite il numero degli eredi si riduce quindi in prospettiva l'eredità si concentrano si prefigura una sorta di imbuto dei patrimoni
E allora la domanda è quale sarà l'effetto psicologico su quanti sanno di essere un fondo destinatario di un atto di successione
Forse possiamo ipotizzare una ridotta propensione all'assunzione del rischio imprenditoriale no compresso dalle aspettative dei potenziali travolge
è un tema quindi su cui riflettere anche nel futuro
Una notazione bisogna farla anche in merito al florido mercato della sicurezza che si sta sviluppando nel nostro Paese
Ora il numero dei reati commessi in Italia conosciuta nel tempo una costante e prolungata riduzione nel due mila tre ventitré però l'ultimo anno
Si è registrato invece un aumento dei reati con plus complessivi del tre virgola otto per cento rispetto all'anno precedente e anche dell'uno virgola sette per cento rispetta l'anno Precorvi ed due mila diciannove
Prima che poi nel due mila venti ci fosse una caduta dei reati legata alle restrizioni dovute all'emergenza sanitaria
Allora è presto per dire effettivamente si tratta di una fase congiunturale questa ripresa del numero dei reati o se invece una inversione di tendenza vera e propria
Ciò che è sicuro però è che gli episodi di criminalità suscitano molta impressione nell'opinione pubblica non fosse altro per il fatto che i reati sono concentrati evidentemente nelle aree urbane però a livello nazionale gli omicidi volontari sono diminuiti dai cinquecento due del due mila tredici ai trecento quarantuno del due mila ventitré quindi meno trentadue per cento in dieci anni
Le rapine sono scese da quarantatré mila ventotto mila meno trentasei per cento e
I furti nelle abitazioni sono ridotti da duecentocinquantuno mila accento quarantasette mila meno quarantuno per cento in dieci anni
Eppure tre gli italiani aumenta il senso di insicurezza e il bisogno di sentirsi protetti fino ad arrivare anche a forme estreme
Oggi il quarantatré per cento degli italiani pensa che sparare a un malintenzionato che si introduce in casa per rubare dovrebbe esser considerato un atto legalmente legittimo
Infine ultimo tema che voglio ricordare quello che abbiamo chiamato le asimmetrie delle emozioni
Cioè assistiamo alla crescente contrapposizione tra i luoghi delle relazioni da una parte e la solitudine vissuta spesso tra le pareti domestiche
Perché dopo l'esperienza traumatica della pandemia senza dubbio sempre più evidente il ritorno alla convivialità e alla frequentazione dei luoghi pubblici lo scorso anno si sono registrate più di dieci milioni di presenze nelle circa due mila quattrocento fiere organizzate in Italia più sedici per cento rispetto all'anno precedente
Ed è aumentata anche la partecipazione ad esempio ai concerti oltre ventotto milioni di presenze più settanta per cento rispetto al due mila diciannove quindi porte ritorno alla convivialità e ai luoghi delle relazioni
La casa è invece o diventare il luogo della solitudine se pensiamo anche le persone sole hanno superato ormai di otto virgola otto milioni in Italia più dieci otto per cento in dieci anni
Parliamo evidentemente degli anziani vedo qui ma sempre più anche di single celibi nubili o separati e divorziati quindi cioè questa simmetria delle emozioni
Ma mi avvio alla conclusione come concludiamo l'analisi dei quest'anno come sempre molto rotonda molto articolata come avete ascoltato
Concludo riprendendo l'immagine da cui sono partito la sindrome italiana
In un mondo scosso da forti tensioni che entrato in una stagione dello scontento globale la cui nessuno è contento di come il mondo e
E allora per tirare veramente le somme di queste di queste analisi
Dire che forse potremmo ritenerci soddisfatti in qualche modo
Per aver disinnescato il sortilegio
Della fine della storia dopo
Una interpretazione unilaterale apologetica della globalizzazione degli ultimi trent'anni no cioè dopo aver annunciato all'inizio degli anni Novanta allora
Un'epoca inondata di luce palpitante di sincero ottimismo una rincorsa di radiosa e promesse di belle speranze oggi facciamo una sorta di operazione verità sottoponendo alla prova dei fatti quella narrazione
E infatti abbiamo ascoltato i lamenti The forgotten man mano dei Luserna
I dimenticati perdenti della globalizzazione che si sono persi nelle pieghe della de industrializzazione di tanti territori e non solo nel Midwest americano la profonda provincia americana ma anche da quest'altra parte dell'Atlantico
E oggi reclamano un qualche modo di occupare il centro della scena
Il problema qual è
Che dicevo potremmo ritenerci soddisfatti con questa operazione verità di Aventis innescato il sortilegio della fine della storia
Pone in questa maniera abbiamo perso il conforto di una concezione ti Leo logica della storia e della nostra esistenza date rossa scopo
Cioè abbiamo perso la visione di un chiaro fine del perseguire dentro un orizzonte di senso definito allora che succede che la parola affine
Si rovescia semanticamente nell'altro suo significato non più fine come traguardo compimento fine della storia appunto
Ma fine come declino tramonto
Morte
Ho ricordato all'inizio del mio intervento parole ben più illustri delle mie che vanno esattamente in questa direzione
Ed è un capovolgimento semantico impressionante che è avvenuto nell'immaginario collettivo nel discorso politico nel discorso pubblico
Effettivamente se quella profit sia di redenzione terrena la fine della storia come tensione verso il compimento adesso vacilla che cosa viene dopo questa è la domanda
E i discorsi apocalittici certamente vanno in modo da in questo Periodo pensiamo al catastrofismo ambientale
Il punto e che noi dovremmo intende quella parola poca LIS
Nel senso in cui l'attendeva il grande antropologo Ernesto De Martino lui diceva poc'ellisse culturale nel senso di alla fine non del mondo tv mondo
Cioè il nostro mondo ieri
Questo vuol dire non recitare come dire un requiem ride profundis per l'Occidente che sarebbe una sciocchezza evidentemente
Però significa trovare un modo nuovo di stare al mondo nel nuovo mondo questo il punto e per cui ci sarà bisogno di nuovi dati nuove analisi nuove interpretazioni nuove parole per decifrarlo fino in fondo questo salto d'epoca ed è quello che noi come Censis continueremo a fare
Anche per non rimanere intrappolati nella sindrome italiana grazie
Grazie dottor Valerio anche da parte mia un grazie al cinema che ci ospita anche quest'anno per la cinquantottesimo volta
Avete ascoltato il racconto in un anno della Società italiana fatto da Valeria se ovviamente molto velocemente un racconto che quest'anno per noi è stato particolarmente difficile
Un anno complesse un anno che ha visto anche alcune con i cambiamenti di traiettoria e quindi provare a fare sintesi di un anno della realtà sociale italiana è un compito che ci siamo assunti che portiamo avanti ma che quest'anno dice
è stato particolarmente Patitucci
Se guardiamo la prima parte dell'anno abbiamo
Il sopra Società Italiana scossa da un brivido non ha una da un ritorno al parlare di crescita
Sembrava che la ripresa posta nemica tutto sommato ci deve essere buona soddisfazione i numeri erano migliori degli altri competitor europee la crescita è un po'tornata al centro del dibattito la seconda parte dell'anno
Queste prospettive sono arruolate abbiamo come cominciato ad avere e tanti dubbi quanto cresceremo cresceremo ancora quale saranno i numeri dell'anno debutta e del prossimo anno anche questa mattina sui giornali
Il tema della crescita torna al centro del dibattito
In qualche modo
Diceva prima Valeri le insidie della sindrome italiana
Si traducono si riflettono nei processi di
Che analisi di dibattito di confronto sui temi della crescita
Ne abbiamo esempi un po'dappertutto ma soprattutto vediamo la preoccupazione crescente nella società italiana nell'isolare i componenti dei vari corpi sociali
Di come assimilare lì come padroneggiare di come affrontare alcuni grandi processi emergenti pensiamo al tema dei salari i salari italiani sono fermi a tanto tempo i giovani si affacciano al mondo del lavoro ma sono sempre di meno hanno maggiore capacità contrattuale sì sarà ricrescono per le giovani generazioni poi in qualche modo si riverberano anche sulle persone che hanno maggiore esperienza quindi il tema salariale è un tema che è un po'al centro del dibattito e che in qualche modo si interroga
Per capire come star dentro dei processi di crescita non ce ne sono tanti altri penso alla trasformazione industriale
Negli anni passati abbiamo parlato tanto di transizione transizione energetica transazione ecologica oggi in qualche modo quella transizione l'abbiamo compiuta e ci domandiamo come star dentro i nuovi grandi processi industriali globali
Pensiamo al tema degli algoritmi dell'intelligenza artificiale nel dibattito quasi nauseabondo per certi versi sembra che al centro di tutte le riflessioni però effettivamente è un processo emergente un processo che ci interroga un processo che domanda la società italiana quale il modello che intende perseguire qual è la via di crescita che in qualche modo intende affermare
I vincoli rispetta i processi di crescita in fondo sono sempre gli stessi lì a ricordarci anche prima Valeri e quindi il dibattito l'attenzione il brivido che ci richiama all'importanza il ruolo della crescita poi si scontra con gli ostacoli che abbiamo da tanti anni penso al debito pubblico
Oggi l'Italia paga in termini di percentuale del PIL quattro volte interno interessi quello che paga la Germania è il doppio di quello compare la Francia il debito continua a crescere
La ripresa la crescita economica e il miglioramento delle condizioni sociali degli ultimi anni sono state fatte tutte con il debito pubblico e in qualche modo quel processo si è affermato
Ci sono i vincoli delle infrastrutture abbiamo vissuto un anno in cui è bastato un chiodo per mettere in pausa al Paese quindi una fragilità complessiva del nostro sistema infrastrutturale del sistema e la logistica del sistema anche di accoglienza
Dei flussi turistici che si affacciano sempre più numerosi nel nostro Paese
Abbiamo i vincoli dell'Uefa rabbia vincoli l'invecchiamento piano i vincoli di un Paese che è sempre lo stesso ma che in qualche modo o ci sente che deve uscire dalla trappola come ricordava prima Valeri che si è costruito intorno
Noi fondo come Società siamo abituati a passeggiare la su un muro a galleggiare a muovere l'acqua star lì ad aspettare
Ricordava prima Valeri come in fondo nelle emergenze nelle crisi siamo bravi nelle ripartenze siamo molto più quelli lenti più modesti
Siamo lì aspettiamo l'abbiamo fatto per tanti anni
Abbiamo imparato a respirare alternando la risposta alla crisi alla ripartenza abbiamo fatto alternando continuità e cambiamento ma in fondo siamo rimasti lì oggi
La nostra impressione che quel modello dello star dentro la sindrome italiana quel continuare a galleggiare quel passeggiare raso muro non funziona più
Non funziona più per tante ragioni la prima e che dura da troppi anni oramai quindicennio restiamo lì è un quindicennio le aspettiamo un quindicennio di crescita dallo zero virgola quando va bene
E dopo quindici anni in qualche modo il modello si è logorato la sindrome italiana galleggiamento nella crisi la continuità nella medietà suonano a un certo punto si deve fermare non non può essere prolungata troppo a lungo nel tempo
Abbiamo capito in qualche modo o almeno non ci sentiamo la percezione nel nel corpo sociale italiano e quel galleggiamento sta per qualche modo in qualche modo fine
Sta finendo varie ragioni la prima e che rinviabili al galleggiamento sono sempre di meno le imprese si riducono i giovani imprenditori si riducono i corpi sociali si riducono cioè c'è una contrazione
Sempre più significativa che di fatto rende la capacità di coerente muovere l'acqua di galleggiare di Sarli magari con poca intenzione poca direzione però siamo in meno
Secondo il secondo ha ragione rende difficile
Proseguire per qualche altro tempo in quel modello tutto italiano di resistenza alla crisi
E che
Abbiamo imparato che il non più si sale e si scende tutti con la stessa marea non a caso il tema delle diseguaglianze delle differenze del delle distanze sociali e delle difficoltà di inclusione sociale sempre più al centro del dibattito pensiamo presente al Mezzogiorno abbiamo avuto per tanti anni l'idea di un Mezzogiorno in qualche modo diciamo auguri a una visione avuta con una lista unica con una caratteristica unica il Mezzogiorno non esiste più il Mezzogiorno esistono realtà in grande difficoltà esistono realtà dentro le regioni meridionali invece in positiva rincorsa in crescita economica questo significa che di fatto non non è soltanto una differenza sociale non è soltanto una distanza sociale ma diventa anche una distanza in qualche modo territoriale un'altra ragione del
Difficoltà a mantenere quel modello di di medietà e di galleggiamento nella continuità
Fa come ricordava prima reale gallerie nel nella rimessa in discussione dei temi identitari abbiamo alle spalle tanti anni in cui l'identità diventava un fatto quasi di ereditata conservare oggi cominciamo a capire che l'eredità
Che abbiamo ricevuto è un successo non è una un patrimonio da un processo di costruzione un compito sociale l'identità si costruisce giorno per giorno passo dopo passo si costruisce nel sistema delle relazioni si costruisce nel confronto a volte anche nello score
Troppi non è soltanto la difesa di un'identità indistinta come ricordava prima anche male
Ecco in qualche modo quindi vediamo
Che da un lato abbiamo il tema della crescita il tema dello sviluppo il tema del progresso che torna al centro dell'agenda anche se con mille dubbi sul modo in cui questo possa essere raggiunto
Dall'altro notiamo come il tipico modello italiano di galleggiamento non non funziona più per tante ragioni
Ma non funziona più e in qualche modo
Toglie anche il l'alibi coglie anche la il paravento rispetto al fatto ma in fondo siamo così continueremo a essere così
Quello che stiamo vedendo quello che cominciamo a a intuire forse anche a imparare
A ricordare per certi versi è che se vogliamo crescere in una società chiusa non si cresce
Una società chiusa finisce per essere
Intrappolata in se stessa bisogna riaprirsi bisogna aprirsi al nuovo bisogna
Aprire alle nuove tecnologie bisogna aprire alle nuove persone bisogna aprire nuovi modelli industriali bisogna aprire ai nuovi algoritmi ed è questa la sfida che in qualche modo abbiamo davanti una società chiusa non cresce
E quell'uso di rimanere chiusi e non cresce non ce lo possiamo più permettere
è un rischio è un rischio arrivare vivo pronta un muro permetterà a ciò che è oltre il muro di scavalcarlo venirci incontro di accogliere il nuovo è un rischio sociale ma è soprattutto un rischio politico
è un rischio politico non solo dei partiti ma di tutti i grandi soggetti la apertura al nuovo l'apertura quello che dall'altra parte del muro
è un rischio che corrono i sindacati corrono le organizzazioni di categoria corrono i partiti corrono chiesto e e le varie forme di rappresentanza
Un rischio politico che in qualche modo si confronta con una abitudine
Che piano piano sta perdendo di di tenuta di presenza di capacità anche di raccolta cioè il richiamo alla visione del futuro l'abbiamo detto tante volte lo abbiamo detto anche noi c'è bisogno di futuro c'è bisogno di una visione
Di quello che sarà domani poi piano piano ci siamo accorti
Che non è così che in fondo non riusciamo per la velocità del cambiamento per la velocità della trasformazione per la qualità e la profondità dei problemi che abbiamo davanti a immaginare un futuro e difficile probabilmente non riusciremo a fare però sentiamo che questo bisogno di accoglierà il nuovo di permettere di andare oltre di permettere la Società italiana di fare un passo avanti
Ha dentro una
Lire un una forza una potenza un'occasione un'esortazione che per i grandi soggetti politici grandi soggetti della rappresentanza devono potersi tre è un'esortazione a guardare il nuovo è un'esortazione
Al come scambiano scritto nelle considerazioni generali a non desiderare la scomparsa dei nostri mari perché sono lì ma la grazia per poterti trasformati
è una sfida difficile una sfida che richiama non soltanto le élite non soltanto i treni non soltanto i rimorchiatori dell'eccellenza italiana richiama tutte le varie componenti alla solita targa
Sembra quasi una contraddizione da un lato le insidie del che del dello star lì le difficoltà del galleggiamento le difficoltà delle conquistare nuovi percorsi di sviluppo dall'altro questo bisogno di crescere quest'ansia di crescere e in fondo lo ricordava anche prima Valeri lo slittamento alla dimensione internazionale
Che caratterizza questi ultimi anni guardar fuori guardarlo ontano in qualche modo ci ha ridato orgoglio di essere un Paese grande di essere un Paese forte di essere un Paese ricco e dicevo ricavi Talbot visti non vediamo le cose per come sono ma per come noi siamo probabilmente è vero anche il contrario impariamo quello che siamo guardando le cose che sono più lontane da noi ecco questo sguardo alla dimensione internazionale in qualche modo ridando orgoglio la società italiana sta ridando voglia di sviluppo sta ridando voglia di crescita ma come dicevo all'inizio senza un padrone giovamento senza una capacità di assimilazione senza la capacità anche di confronto e di lotta probabilmente sui processi emergenti e chiaro per questo orgoglio finisce per essere
Quindi un un anno pieno di contraddizioni un anno pieno di sensazioni anche positive un anno in cui la ripresa avete illuminato i nostri primi Nesi e oggi invece rischia di arruolarlo lì
Ma noi riteniamo che ci siano tutte le condizioni del nostro Paese tutte le condizioni dei corpi sociali
Perché questo annuvolamento in qualche modo possa essere affrontato possano essere affrontato soprattutto nelle sedi istituzionali nelle sedi che devono che possono esortare il nostro Paese a guardare il futuro
Io vi ringrazio e mi intervento riesce
Salutare e ringraziare il nostro presidente Giuseppe De Rita che ci guarda dall'ufficio perché oggi ha scelto di non essere qui con noi ma che c'era per la cinquantottesimo volta compagna Antonella preparazione di questo rapporto sociale
E a cui va veramente non solo come figlio ma anche come segretario generale Fondazione tutto il mio più sincero grazie è un affettuoso abbraccio grazie a voi
Poi due parole