L'editoriale della direttrice di Radio Radicale, Giovanna Reanda

Che cosa una calendario un un oggetto diventato una forma di rappresentazione identitaria abbia un preciso e specifico ambito brande insomma
Che quindi diventa un mezzo di comunicazione di chi o cosa rappresenta perché facciamo questa introduzione perché in questo periodo dell'anno fra un fiorire di calendari e ha fatto un certo scalpore e quello della polizia penitenziaria
è stato presentato la settimana scorsa
Nella nell'aula magna della cassazione e da dodici fotografie che vorrebbero essere un vero e proprio manifesto del corpo di quelli che un tempo venivano chiamati i celerini guardie secondini
Immagini di donne molte giovani ragazze e uomini in divisa
Mentre svolgono apprestamenti imparano a bloccare una persona distesa sul pavimento che sembra quasi schiacciata
Hanno il passamontagna sono armati
Sono in assetto anti sommossa insomma una polizia penitenziaria che le prime e come è scritto Damiano Aliprandi intimorisce insomma mette mettere paura lontana lontanissima
Dal carcere
E da tutte le questioni che al carcere sono connesse quindi il sovraffollamento il degrado di umanità sofferente
I detenuti ed è tenenti come diceva Marco Pannella una narrazione securitaria dove l'aspetto della rieducazione il principio del reinserimento e del supporto
Spesso vitale che svolge la polizia penitenziaria non emerge in nessun modo
E non c'è neanche un'immagine proprio dei luoghi dove gli agenti operano quindi
Non soltanto il carcere ma le celle i luoghi i luoghi comuni i gesti quotidiani che non sono rappresentati e come dicevamo sono sostituiti da altri oggetti come i manganelli le pistole e gli scudi
La politica sia già mossa le opposizioni col Pd testa hanno chiesto al ministro Nordio se avessi visto e condiviso quindi il senso di questo calendario anche di un video
Che trovate sui social
Prima della loro pubblicazione
Mentre il sottosegretario Del Mastro delle Vedove che evidentemente non ha letto la L'Abate Dino a e dopo aver parlato di intima gioia all'idea di non lasciar respirare chi è dietro i vetri oscurati di un potente nuovo mezzo dei gonna
Ha anche aggiunto che nello specifico caso rispetto al calendario gli italiani sono pronti a rotolarsi a terra
Dalle risate però c'è davvero ben poco da ridere a leggere i numeri delle nostre carceri dove i detenuti sono più di sessantadue mila i suicidi sono arrivate ottantacinque tra le persone detenute ma ci sono sette
Persone che lavorano nella polizia penitenziaria che si sono tolte la vita
E e allora noi ci domandiamo se in una situazione al collasso diffusamente illegale assolutamente fallimentare che non ha neppure i presupposti giuridici per il suo mantenimento si possa obiettivamente mettersi a richiedere per quanto qualcuno Secret assolto e già per sempre coinvolto e queste non sono delle nostre considerazioni ma il grido
Disperato di Gennarino De Fazio Ca'segretario del sindacato della polizia penitenziaria della UIL meditate gente meditate ma soprattutto dovrebbe meditare chi ha la responsabilità di tutto questo