Presentazione del libro di Manfredi Alberti "Il lavoro in Italia. Un profilo storico dall'Unità ad oggi" (Carocci)

Benvenuti a tutte tutte
Tanto grazie
Per essere intervenuti questa sera e il primo grazie lodo a Manfredi
Perché e ci siamo conosciuti dalla vicenda con quasi kafkiana da quel momento non ci siamo
Tra virgolette più persi di vista
Partecipammo entrambe a per caso in pieno covered un per giocare al per giocare partecipammo a un concorso per la successione di un noto storico a Palermo eravamo giusto
Io arrivavo da Ginevra lui aveva siamo conosciuti così e poi interlocuzioni rapporto ai la passione per la storia del lavoro la migrazione c'era c'ha mantenuto i contatti e debbo dire io ti ringrazio molto perché veramente veramente scritto grandissimo libero
Grandissimo libro sia per la quale in da
Come dire
Il rigore metodologico e scientifico ma soprattutto per la fruibilità cioè di solito quando due storici scriviamo a volte ci perdiamo
E molto Barocco e e essendo tu siciliano la prima casa e gli ho detto mi è piaciuto perché era privo di barocco ecco le dico in maniera benché siciliani io ringrazio ovviamente
Tutte e tutti gli interventi qui al tavolo con me e cedo ringraziando la perché guiderà questa nostra discussione Daniela preziosi per per la disponibilità non scontata non dovuta e a parte le battute
L'estrema cortesia che mi riservi Sempre un grazie vero perché sono giornate intense piene e nonostante questo hai trovato il tempo per poterti confrontare con noi grazie Nenni
Grazie a te calata nizzardi buona sera tutto e tutti ma in realtà è un sono molto contenta arma è lusingata forse non merito insomma questa questo ruolo di coordinatrice di questo lato dibattito perché il libro ha effettivamente fatto molto bene
E
E non è un tema
Di cui si legge molto io lo so che tutti dicono a nessuno scrive è vero che gli indiane molti scrivono e nessuna legge in questo Paese quindi tutti già nessuno scrive questo no ci sono tante cose
Però in questo caso se mi posso permettere di fare un'eccezione il libro
Che si intitola il lavoro in Italia un profilo storico dall'Unità a oggi
Di Carocci editore
E abbastanza
Non dico l'unico ma perché lui esibisce grande di biografia poi un libro di quelli fatti bene con le corna l'elenco dei nomi che rende diciamo anche per chi lavora su questi temi rende fruibile e utilizzabile come fonte un libro così
Ma comunque è un tema e poi glielo chiederò subito di no isole che è un autorevolissimo collega che ho qui accanto a me è un tema che non è proprio frequentatissimo quello del lavoro quando io ero giovane
Ora si dice sempre così ma effettivamente quando io ero gelosa se capita anche a te tu facevi tu hai lavorato in giornali che avevano con l'economia insomma il loro core business però io io meno però c'erano sempre i servizi il politico il sindacale
Non era Hitler cono Miko
C'era proprio il sindacale cioè c'erano i colleghi che seguivano il sindacato le vertenze le questioni operaie i contratti io non lo so ma a casa mia diciamo il politico del Sindacale l'economico più o meno sono la stessa cosa e guardando anche le vostre firme tranne alcune eccezioni di colleghi più anziani che sono specializzati che probabilmente non si fanno
Turbare dei loro direttori ed editori però insomma questa roba non esiste più
Un sindacalista della FIOM che qualche tempo fa è stato deputato come ente venti
E scrisse un certo punto un libro molto bello che si chiamava la solitudine dei lavoratori
Giorgia era Houghton un ex FIOM Mino che poi ha fatto un giro di deputato qui con un partito della sinistra non ricordo in quale versione forse Sinistra ecologia e libertà non sono sicura non sono sicura
E però insomma era così questi la solitudine dei lavoratori la solitudine del lavoro come proprio come il tema poco frequentato e tutto questo per dire che invece Alberti ha fatto una un gran lavoro un lavoro storico
Una storia sociale e per questo che piace anche molto Artoni Ricciardi perché anche titoli Ricciardi è uno storico e si occupa in particolare di migrazioni è un altro pezzo della storia sociale
Una storia d'Italia meno nota anche se l'articolo uno della Costituzione recita una cosa che dovrebbe ritorna voler dire che l'Italia è fondata sul lavoro come Repubblica Democratica però insomma questo fondata sul lavoro al di là dei di nelle polemiche diciamo di parte politica
E che proprio il lavoro spesso scolora come argomento di discussione questo strumento di ricerca
è formidabile USA del del formidabile per per fare appunto un non per il nel suo racconto del lavoro e dei lavori e dei lavoratori e delle lavoratrici in Italia
Tra l'altro io trovo assolutamente con sale l'uso non frequente delle statistiche
Che da una concretezza a questa storia lascia diciamo perdere le le suggestioni e invece sta sul dato storico materiale di quello della condizione materiale della verità e tra l'altro le le legge anche dove le del non ci sono
I dati statistici per esempio ci racconta che ci sono tutti i periodi in cui le donne nelle statistiche non ci sono
Ma lui con i suoi mezzi da storico riesce a ritrovare la possibilità di detenuti di segnalare questa presenza la faccia brevissima volevo solo dire che e un modo per ripercorrere una storia d'Italia molto più nota diciamo
E con un punto di vista invece molto meno frequentato voglio fare una una una cosa a poppa in questi giorni probabilmente molte molte di voi vedranno M la serie
La strepitosa serie
Bene lì che viene raccontato il biennio rosso in quella maniera che fa il regista naturalmente non è un testo storico un film anche se Alberti dentro questo suo lavoro questo questo suo volume avvolte cita anche i film ma come come testi come possono anche essere che secondo me è una maniera molto giusta rileggere anche l'arte e la cultura comunque dicevo il biennio rosso che viene raccontato in maniera magistrale
Da quel film qui invece viene raccontato
In maniera diciamo dalla parte del lavoratore o dei dei lavoratori dei conflitti non solo la violenza della nascita dei fasci di combattimento che pure una cosa diciamo cui sale in quella in questi
Quelli crocevia del secolo però insomma qui ci dà ci restituisce quell'altra parte
Quella parte diciamo un po'meno frequentata la politicamente quella momento molto
Molto anche conosciuto la ricerca storica ma sempre avanti però insomma e qui invece bellissimo come lo lo racconta perché lo racconta dalla parte dei conflitti operai dei conflitti politici operai
Che sono determinanti come sapete purtroppo per la storia successiva e la storia di questa Italia Nostra
E va bene i cambiamenti della società rurale a quella industriale sentiamo come nascono dei termini che oggi per noi sono molto molto boh con quotidiani
La prima globalizzazione poi se vuole non ce lo spiega meglio lo storico ma insomma la prima o globalizzazione i movimenti i primi movimenti di integrazione dei mercati della circolazione delle merci
La crescita la nascita e la crescita dei movimenti impegni migratorie come entrano nella vicenda del lavoro italiano
La de globalizzazione fra le due guerre
Oggi noi riparliamo di de globalizzazione come nasce lo stato sociale il protagonismo del Rayo dei sindacati lei fece il modo di mutuo soccorso etc
Come ente
La dico male
Però per capirci come
Le conquiste operai sono state fatte con le lotte sembra banale
Però diciamo ci ricorda come si fanno le degli avanzamenti perché quasi mai sono Manza menti diciamo per gentile concessione tranne in qualche caso forse l'inizio del secolo e luglio racconta di qualche
I dei un del ceto imprenditoriale quando preferisce la pace sociale più al conflitto un ceto imprenditoriale illuminato che in Italia non si è visto molto né mi pare si vede adesso ma questo ce lo dirà peso né
E ne eccome anche qui perché si arriva fino ai giorni nostri
La flessibilità
La dico vere ma tanto so che ci capiamo la flessibilità non migliora la alle condizioni dei lavoratori non migliora forza i salari e c'è una vicenda che una questione una nuova questione sociale dice il nostro ci il nostro ci ricostruisce ci dimostra il nostro storico
E e una gigantesca questione salariale italiana gigantesca questione va bene questo solo per dirvi che va assolutamente letto
Meditato studiato come ha fatto il mio collega editorialista del Sole ventiquattro Ore ma anche titolare di una trasmissione
Radiofonica giusto sì sì ti ho ascoltato abbia spiato
E Dino peso lenti che è un grande esperto
E il tuo programma sia ma a conti fatti
La storia e la memoria dell'economia ed è per questo che tu diciamo ed era particolarmente attenti resa ecco e ti voglio subito chiedere
Il lavoro fa meno fa meno laica meno clicca meno audience dividete per te è un disastro visto che te ne occupi tantissimo quindi no scherzo
Però
Dice il nostro Alberti
Complice la crisi della sinistra si è assistito a una dissolvenza del lavoro e così
Beh sì grazie Daniela no intanto ringrazio
Di avermi invitato a parlare di questo libro rispondo subito alla tua domanda
Ci tengo subito a sottolineare che questo libero molto interessante lo liberò ben fatto
Che certamente appassionati storici dell'economia e chi si occupa di questi temi ma secondo me dovrebbe interessare un po'tutti
E lo dico molto brevemente in merito ne ha parecchie libero uno dei dei meriti che io intravedo
E che si parla del lavoro e quindi si tratteggia la storia del lavoro dall'Unità d'Italia ai giorni nostri non è un esercizio semplice in centonovanta pagine genere uno s'aspetterebbe un tomo di due mila pagine
E quindi questo è un pregio ma quello che individuo principalmente come pregio e che oggi parte così risponda anche ad una domanda il dibattito politico
Sui temi del lavoro si svolge sul tema del mercato del lavoro
Giustamente secondo me
Manfredi Alberti non parla del mercato del lavoro anche se c'era un mercato del lavoro anche alla fine dell'Ottocento così come c'era durante età giolittiana
Ma parla del lavoro
Perché la storia economica di questo Paese
Che è una storia ma gli fa sì ovviamente partendo dal mille ottocentosessantuno in poi è una storia che ha al centro il lavoro che poi ci ritroviamo appunto
Scolpito nell'articolo uno della Costituzione ma non è al centro del dibattito politico istituzionale di questo Paese se non per parlare di come demolire il Jobs act oppure di di salario minimo tutte cose rilevanti ma il lavoro inteso anche come categoria economica e non solo economica anche se volete
Morale
Non ha una centralità nel dibattito pubblico
Dico brevissimamente due cose sul libro e poi alcuni dati che secondo me possono essere utili per condividerli con voi le ho segnati perché sono molto interessanti
Allora il libro
Ovviamente a ripercorrere un arco di tempo molto molto grande e cioè sono tanti anni e molto interessante capire come si evolve il lavoro e dunque l'economia italiana che camminano insieme a partire dall'età giolittiana che è definita come all'epoca della prima globalizzazione questo interessante
E in effetti se ne guardiamo i dati statistici del dell'era del del decennio giolittiano notiamo come gli indici di sviluppo in effetti furono molto consistenti in quel periodo può arriva la prima guerra mondiale nel ventennio fascista
Lì arriviamo a una come dire a una divaricazione
Che però ecco in questo senso dico il lavoro al centro non può essere disgiunto da quello che accade nel nostro Paese a partire dagli anni cinquanta con la crescita dirompente della nostra economia
Che al centro ovviamente l'industria eravamo un paese prevalentemente agricolo e quindi anche l'occupazione era prevalentemente agricola li facciamo un balzo epocale
Arriviamo agli anni gloriosi del boom economico siamo alla fine degli anni ci
I quaranta inizi degli anni sessanta quando lo ricordo ma sicuramente
Lo sapete tutti benissimo l'economia italiana raggiunge tassi di sviluppo che mai più verranno registrate nella storia del nostro Paese
Stiamo parlando di anni in cui l'economia cresceva al cinque al sei al sette e l'otto per cento oggi li definiremo tassi di crescita cinesi anche se la Cina sta un po'un po'bassa
E qui lavoro ma insieme che lavoro è come cambia il lavoro quindi è un libro da leggere assolutamente vi riporto due dati
Che
Secondo me devono essere presenti nel nostro dibattito questa sera
Ne abbiamo e qui vorrei chiedere anche il parere allo storico dell'economia ma anche attori Ricciardi se volete e poi parlarne anche abbiamo in questa fase storica una situazione che dipinta da questi da queste cifre abbiamo una crescita che nel due mila ventiquattro più o meno si attesterà i dati arrivano i preliminari arrivano giovedì stiamo parlando dello zero cinque zero sei zero sette zero virgola nel due mila venticinque il governo prevede l'uno virgola due siamo in realtà attorno allo zero sette secondo le previsioni del Fondo monetario della Banca d'Italia e quant'altri questo è l'andamento dell'economia
Così come viene fotografato da ventidue mesi di produzione industriale negativa è chiaro che se un Paese non produce come cresce
A fronte di questo grande punto interrogativo di questo periodo storico abbiamo un'occupazione che è fotografata vi cito solo qualche dato due mila ventiquattro
No nel terzo trimestre del due mila ventiquattro il tasso di occupazione ha raggiunto il sessantadue virgola quattro per cento
E poi abbiamo gli occupati che sono aumentati di centodiciassette mila unità ma anche il tasso di disoccupazione sta scendendo allora io mi chiedo senza voler annoiarmi molto con i dati
Come vanno letti
Ma io ho sempre saputo dagli studi fatti dalle indagini che ci vengono proposte che sì l'economia che ammira l'occupazione va e come è possibile che avevano PFM l'occupazione va a questo punto io pongo un interrogativo anzi più di uno così chiudo rapidamente
Le entrate tributarie stanno andando bene perché sono in gran parte mi dicono gli esperti occupati a tempo indeterminato mahdisti occupazione si tratta
E qua
Arriviamo al punto nodale della questione
Sono nuovi occupati sì ma sono occupati che vengono come dire retribuiti non a livello che spetterebbe loro quindi abbiamo un tema Diba sa
Di ovviamente la questione salariale nota a tutti ma di bassa produttività del mercato del lavoro anch'io cito il termine mercato
Che deriva dal fatto che gli stipendi e i salari sono bassi quindi questione salariale
L'altro dato secondo me in cui è tantissimo
Di cui si parla ben poco
Il loro cito dall'INPS lo riportato qua molto brevemente ma la vedete letto tutti
Perché sostanzialmente dal due mila sei a oggi la crescita della presenza italiana all'estero e qui tori Ricciardi ci potrebbe illuminare raddoppiata
Anche perché ha raggiunto quota cento mila dice l'INPS la quota dei connazionali che espatriato di questi badiamo tutti bene il quarantacinque per cento sono giovani
Tra i diciotto e i trentaquattro anni trentaquattro per cento dei trentacinque quarantanove anni
Allora la faccio breve
è vero che c'è un buon andamento dell'occupazione la nostra Presidente del Consiglio
Lo infatti Lizza molto spesso stiamo andando fortissimo gli occupati vanno fortissimo
In realtà si tratta come stiamo dicendo
Questo mi farebbe piacere anche qualche analista lo mettesse in luce stiamo parlando di un'occupazione povera chiamiamola così non adeguatamente retribuita ed in un Paese che non investe sul futuro perché un Paese non investa sui giovani quindi sul capitale umano in presenza di una crisi demografica
Che veramente molto seria
Ha bisogno di una svolta
Quindi la sintesi di tutto ciò
E anche la risposta ad una domanda sì si parla di di lavoro se ne parla male secondo me bisognerebbe aprire una riflessione non sul mercato del lavoro in sé a sé stante ma sulla qualità del lavoro nel nostro Paese
Ma se questo non avviene non recuperiamo quello che c'è dietro quello zero virgola cinque che v'ho detto prima perché l'occupazione può pure aumentare ma il piglio non può crescere se non aumenta la produttività
E come l'aumento e amo la produttività con la buona occupazione per retribuire con investimenti dove ovviamente in primis le nuove tecnologie stiamo vedendo in questi giorni quello che avviene a livello internazionale sull'intelligenza artificiale
Sono personaggi sono terrorizzato dal tema
E quindi questo si deve fare aumentare la produttività si aumenta il si cresce il PIL ma anche la produttività del lavoro grazie forse ho parlato però no no no teme ascoltare non interessa anche perché ai giustamente messa a fuoco
Quello che diciamo al la conseguenza di questa storia che tra l'altro è anche contenuta nell'ultimo capitolo ora noi abbiamo qua accanto due una senatrice è un deputato Toni Ricciardi Tajani alla mia sinistra
Sì
E che oltre a essere diciamo dei deputati e per derivati senatrice senatore del Partito Democratico hanno una preparazione specifica quindi voglio dire che stanno qui in particolare perché sono Tajani per esempio e sta a parte essere stata assessore alle Politiche del lavoro di Milano che non è cosa insomma proprio diciamo così ma soprattutto ha un dottorato non soprattutto è levate l'avverbio ha un dottorato di ricerche in scienze del lavoro
Ed è docente di economia di lavoro a all'Università degli Studi di Milano la facoltà di Scienze politiche Toni Ricciardi è uno storico delle migrazioni presso l'Università di a Ginevra quindi sono entrambi due che maneggiano la storia sociale e in particolare quella che però io non li chiamo in causa in quanto in quanto storici esperti ma perché a un certo punto in questo ultimo capitolo che tira un po'le fila di questo discorso e come ci diceva di no
E appunto parla della dissolvenza il nostro storico si parla della dissolvenza del lavoro e a un certo punto
Dice citando liberamente mi pare Gad Lerner non so quale testo cioè che non è uno storico per carità però diciamo
Testimone dei fatti dice la traiettoria seguita per stiamo parlando della dissolvenza del lavoro questo è diciamo la traiettoria seguita dal a partire dal due mila e sette del partito democratico il più grande partito politico di centrosinistra vedere il PC e della sinistra democristiana e da questo punto di vista emblematico nel suo discorso di investitura segretario pronunciato nella ex fabbrica FIAT del Lingotto di Torino Walter Veltroni sceglieva una linea interclassista che lasciava volutamente sullo sfondo il tema dei diritti del lavoro
Così come la questione dello spostamento di reddito dei salari e profitti aderendo a una visione neo liberale che da lì a poco sarebbe stata messa in discussione dalla crisi GRA Grande crisi economica globale
Cioè che voi siete proprio Esperti però siede anche del partito democratico e quindi vive le chiese come stato possibile
Nel ivi forse entrambi e PD no
Va bene è peggio quindi poi dopo seppure peggio quindi insomma lei e lui è nativa ecco comincio da Ricciardi
Ma insomma e e questo io non voglio fare come e allora il Pd che è lo sport nazionale naturalmente però già che ci siete voi se ce n'era uno di un altro partito glielo avrei chiesto ugualmente e però insomma c'è una insomma responsabilità politica dal della politica di questa politica nella nell'aver messo così il lavoro non dico fuori dalla dall'orizzonte ma in maniera un po'laterale come ci spiegava Dino poco fa
Allora io intanto voglio recuperare un grazie a Cristina e consentitemi un grazie
Vero Dino peso alle perché quello che tu non sai di non mi ha praticamente ospitato tutti i libri che che ho scritto e soprattutto è stato la prima radio nazionale ad ospitarmi
Nel lontano tra il due mila tredici due mila quattordici quando praticava non è che sia conosciute insomma era completamente sconosciuto veniva da non so dove e Dino fu la prima persona fu Dino fu la prima persona che mi diede visita visibilità ascolto nazionale gliene sono molto molto grato poi di nuovo chi ha avuto modo di conoscerlo sacche no quando dice bisogna puntare sui giovani lungo fare per davvero e quindi questo
è una di quelle cose forse non ti ho mai detto pubblicamente voglio dire lo voglio dire oggi visto che vengono chiamate in causa in una veste diversa ecco la dico così allora parto da una battuta il tema non è il Pd il tema che questo Paese vive una transizione incompiuta leader nel tra il non più il non ancora da oltre trent'anni
Il tema è questo secondo me
Perché io ho la sensazione che non molte volte ragioniamo di categorie in un mondo completamente cambiato immaginando che la conservazione dell'idea della categoria o se volete della tradizione
Sia e non è il caso della domanda mai l'impostazione ma con la quale noi ragioniamo
La dico così
Entriamo nella fase storica io mi ricordo perché Fui
Entusiasta
Del discorso veltroniano
Sono quella generazione quindi sono sempre resta è stato convintissimo del partito democratico
L'ho sempre sofferto delle scissioni che ci sono state ci sono sempre rimasto e ricordo sempre ringraziamo quelli che sono tornati ma io io intanto ringraziare quelli che sono sempre rimasti
Dopodiché anche il Pd eccome un'incompiuta un un divenire costante
E io mi eletto tono un attiva democratico esattamente perché la discussione tra Lalla più riformista un Lara ex comunista ex democristiana per me sono ormai categorie dello spirito
Dico così
E cioè entro proprio a gamba tesa e così ci capiamo
No ma io diciamo non entrai anomalia saltelli Cuesta e avvalersene del lavoro perché altri stati Evans le categorie della sera che democrazia normale dorata arrivai fascista Ra chiesta di
Allora ci sto arrivando allora rispetto al lavoro si è sicuramente perso di vista cioè nel senso che
Ecco allora
Quando ultimamente ho sentito parlare che c'era bisogno di una nuova politica industriale di affrontare il tema del precariato e il libro lo spiega mochena maniera molto elementare semplice la differenza tra flessibilità e precariato la flessibilità è una scelta
Il precariato è un obbligo Ponto la semplifico ora potevo correggere alla fine
Allora se noi siamo stati però la responsabilità che noi abbiamo secondo me esser stati quelli da aver recuperato da Craxi in poi perché lui lo ricostruisce bene che non è che le cose nascono così all'improvviso
Sono processi lunghi e stratificati e l'esperienza che ho maturato in due anni e mezzo qui mi fa capire che tu AG bensì una cosa poi c'è bisogno del tempo affinché laico e forse tra uno due legislature a quella cosa sulla quale voi due avete fatto il titolo avete aperto una discussione pubblica forse forse troverà compimento
Nella forma del modo in cui troverà compimento che data conteso del momento
Allora sul lavoro noi abbiamo ci siamo illusi cioè loro generazioni che ci hanno preceduto
Si sono illuse che serviva innestare e sposare la la la terza via blairiana immaginando che è una spolverata di di liberismo
Potesse come dire svecchiare la visione della sinistra sociale immaginare che questa poi si creasse maggiore occupazione quella a distanza dal pacchetto Treu a seguire e mi fa specie che oggi i fautori del pacchetto Treu seguire siano pronti a dare lezioni su come bisogna affrontare le priorità del Paese
Io non dico che serva a quota cento e quattro forse quota novantanove
Chiudo su questo tema di polemica però dico evidentemente si è hanno perso di vista il tema perché quando se noi oggi registriamo
La perdita
A del potere di acquisto e la non crescita
Dei salari
è un fatto l'economia allo zero cinque un bambino sa io ricordo ancora
I tempi dell'università che se non cresce almeno del due per cento se sbaglio Dino correggimi non sta crescendo hai un più davanti
Ma di fatto non sei crescendo e quando dico il non più il non ancora che nei momenti decisivi della storia probabilmente il mio partito
Non ha avuto il coraggio della linea chiara della scelta industriale
La dico così nel libro sono raccontate Melfi
E posso Ortis mo'che poi nessuno è ancora stato in grado di spiegare un osso posso divismo ci siamo tutti innamorati un po'SFOR Disma ma se posso risma significa semplicemente che un'economia si sposta progressivamente
Dai settori tradizionali ai settori dei servizi non mi sembra una grande intuizione perché probabilmente siamo talmente interconnessi
Perché poi anche nel libro la prima la seconda la terza globale diciamo che siamo mondializzata era quando il tale che era di Genova immaginando e scoprire l'India scoprire le Americhe
Quindi la dico un po'così e probabilmente abbiamo cercato ogni volta di recuperare o anticipare i processi politica che arrivavano e ogni volta siamo stati travolti questo vale sia per quanto riguarda le vicende della gestione politica finanziamento pubblico taglio dei parlamentari
Autonomia differenziata che Dio ce ne scampi no non siamo quelli della riforma costituzionale fatta con tre voti immaginando e bloccare la Lega che c'ha travolto e se torniamo indietro siamo esattamente lì e lavoro è un pezzo di questa stagione perché
Perché quando sempre andavo all'università mi ricordo sul finire degli anni novanta che Giannini iniziavamo ad analizzare il perché l'operaio della FIOM lombardo votasse ormai in una maniera chiare immetta alla lega
E allora
E allora dove il tema il tema N che se tu usi gli attrezzi narrativi
Di una stagione che non c'è più
Immaginando di utilizzare quegli attrezzi narrativi dispetto a un mondo del lavoro completamente mutato perché è il paese che è completamente cambiato
E allora secondo me il focus ti manca eravamo la terza Italia l'Italia dei distretti militari l'Italia di cosa Sco oggi parliamo di Energia
E io non lo so io non votavo quando si voto dopo Chernobyl
Allora capisci che è un fluire di stratificazioni di scelte che si fa è un gran parlare dire io sono di sinistra o sono della sinistra democristiana sì ma che significa nel concreto
E nel concreto e chiudo perché immagino che abbiamo anche un altro giro veloce da fare
Credo che la la questione sia un'alta la prima si è sempre sottovalutato e lo dico da eletto all'estero che quotidianamente rimarca il fatto che non siamo un ghetto e siamo alla ventunesima regione d'Italia
Perché di non l'ha ricordato se dal due mila e sei ad oggi da tre milioni e sei
Siamo giunte ai sette milioni di iscritti Arjen trenta per cento per nascita
E sono solo quelli che noi fotografiamo ce ne sono almeno un trenta quaranta per cento che si regista dopo tre quattro anni per l'Africa per la mobilità eccessiva che c'è è un fatto
E chiudo con questa atti lancio questa pal Noè oggi rispetto al fenomeno migratorio
Mobilità gli ex fatte nel senso emigranti come erano prima sono oggi cambia cambia l'attrezzatura è il modo alla fine di tutti di tutto questo giro di parole oggi si parte
Non perché c'è la fuga dei cervelli perché abbiamo dimostrato che è un'idiozia consentitemi narrativa giornalistica utile alla al potere politico perché se tu dici che c'è la fuga dei cervelli
E certe io non è che posso aprire la NASA in tutte le province d'Italia quindi io altamente formati partite non è così
I due terzi di quelli che oggi partono nonostante questa percentuale si sia leggermente abbassato non so nemmeno laureati triennali
E allora oggi da almeno da oltre un quinquennio quasi un decennio le persone giovani e meno giovani partono per la stessa ragione per la quale si partiva negli anni Sessanta il differenziale salariale
Perché
Più che parlare di lavoro
O di mercato del lavoro cioè un tema del quale bisogna parlare e c'è stata una fase della storia e nel libro è spiegata dove l'intervento che tu devi fare lo devi fare sui salari
Su quello che leggo le persone netto hanno in tasca poi mi puoi fare il Jobs Act non Jobs act puntare sull'Energia Green non Green
Sulle centrali nucleari porno su oltre se l'arroganza tu sull'innovazione su quello che ti pare
Ma c'è un tema dal quale non sfuggì mai che figli esattamente anche del conflitto delle lotte sindacali tutto quello che vuoi tu
Che sono i salari poi lo Giavara salario minimo non è un'altra cosa i salari sono un'altra cosa salario minimo
Però tutta questa riflessione chiudo per davvero non interroga solo la croce rossa sulla quale facile sparare
Interroga il concetto di classe dirigente nelle classi dirigenti perdonatemi ci sono i politici ci sono i sindacati
Ci sono gli alti dirigenti e ai mi ci sono anche i giornalisti perché noi siamo no no danni perché noi siamo tutti sulla stessa barca
E allora se c'è la necessità di interrogarsi sulla qualità della classe dirigente sulla qualità di una narrazione non è che c'è chi ha più responsabilità e chi mia di meno ma non è che il sindacalista in tutta questa vicenda che che stiamo affrontando si può far da parte dire che il mondo non mi compete
No non rispondo per fatto personale venga dal Manifesto quindi non non non ho bisogno di dire niente da questo punto di vista e però mi fa piacere che qualcuno pensi che giornalisti siano colpevoli di qualcosa e non e non i loro editori
Ma così va il mondo Cristina Tajani non non non scappi anche delle questa domanda nel senso che tu addirittura una scelta consapevole lui si è trovato lì e si è gli è piaciuto Veltroni chiedeva di reso gusti ma invece e scherza
E invece tuttora precisa evolute andare sapendo del Lingotto sapendo della del de de di di tutto quello che stava succedendo adesso senza mettere naturalmente la croce son partito solo adesso perché ciò qui voi insieme o altri sapevo come interloquire anche in maniera più però per esempio no e anche la sinistra che ha sdoganato la sinistra vostra voglio dire non la sinistra radicale perché qui cominciamo a attribuire le responsabilità chi c'era
Che quando si è uno sciopero nordiche ogni volta che in Italia c'è una sciopero
Non è non è colpa di Salvini
Che che dice che gli scioperi sono intollerabili e quindi una volta mi ricordo un vostro ministro che specie lo so per lavoratori del Colosseo non mi ricordo una cosa del genere il giorno dopo che c'è una proposta per con comprimere il diritto di sciopero ministre portante ha fatto recentemente anche una proposta di coalizione per voi
Uno di questi giorni però per no per dire che insomma no sembra che è vero che i sindacalisti non sono diciamo uno dei passanti queste nel nella vicenda della dell'organizzazione dei conflitti e delle lotte dei lavoratori però è anche vero che che c'è intorno a un mondo che ogni volta che Prodi a dire faccio uno sciopero generale minimo minimo trovi uno elegante riformista che ti dice ma veramente dare Tajani
Grazie Daniela anche io vorrei ringraziare Toni e Manfredi per avermi coinvolto in questa discussione peraltro se non ricordo male spero che tu non mi smentisca se sbaglio non lo rileva non lo non me lo fa rilevare
Ci siamo conosciuti anche noi casualmente perché Manfredi aveva partecipato ad un bando di concorso che il comune di Mila no dove io appunto ero Assessore alle politiche del lavoro
Aveva indetto per una tesi di laurea o di dottorato sulle tematiche del lavoro
A Manfredi siccome bravo vinse quel premio e quindi ci siamo conosciuti a Palazzo Marino in quell'occasione poi diciamo è rimasto vivo un dialogo epistolare sui temi di comune interesse io ovviamente non voglio svicolare
Dalla dalla questione diciamo potrei cavarmela dicendo che ai tempi in cui il partito democratico professava
Le virtù diciamo della flessibilità ha io ero una giovane ricercatrice appunto a Scienze politiche
A Mila no il professor Pietro Ichino che è una persona che stimo vanno era candidato per il Partito Democratico portando avanti quei temi io ero candidata fra per la sinistra arcobaleno diciamo in contrapposizione a quelle a quelle tesi però non è questo il punto secondo me diciamo me ci sta anche la dialettica politica Nm e la questione delle responsabilità politiche che pure ci sono però se c'è una cosa che il libero perché oggi presentiamo ci insegna diciamo la dimensione storica dei Processi cioè aiutarci a collocare alcuni processi sociali ed economici in una dimensione della storia che non è soltanto la storia economica e sociale si incrocia ovviamente come lui fa bene nel libro con la storia politica istituzionale creando anche delle saldature
Che sarebbero contro intuitive diciamo nel libero si vede come poi dopo la sconfitta del biennio rosso il fascismo diciamo gode di un consenso contro intuitivo dal punto di vista degli interessi dove gli agrari del Sud si saldano diciamo con i ceti oppressi da quegli stessi agrari in un consenso politico che è una costruzione politica diciamo
E poi le lotte e anche la consapevolezza di sé di di ceti popolari o di classi uno noi abbiamo imparato a chiamare le classi diciamo da da da Marx a o dai classici Kirk
Manfredi maneggia molto bene dell'economia da Smith in poi anche quella è una costruzione
Storico-politica
E sociale il libro mostra come drammaticamente alcuni dei problemi che noi viviamo oggi la storia del Paese gli ha già conosciuti Daniela citava
Giustamente la fase della prima globalizzazione a cui seguirà un contraccolpo
Economico e politico con degli esiti tragici in quel caso poi diciamo la guerra oggi la guerra non ce l'abbiamo in casa Roma e fuori ma diciamo non è difficile
Fare delle similitudini un tema salariale persistente perché l'Italia ha persino all'inizio del secolo scorso diciamo in una fase di crescita aveva comparativamente ad altri paesi europei un problema salariale
E oggi siamo diciamo nella stessa in condizioni inutile citare i dati OCSE che sono citatissimo i in in queste settimane diciamo che mostrano l'Italia arrancare un problema di divari territoriali che ritorna dal ciclicamente nella storia del paese e quello che noi lo lo lo accennava prima Dino paesone noi abbiamo o o quelli della mia generazione le generazioni precedenti ritenevano essere una condizione di normalità cioè il trentennio glorioso la fase del Welfare State la crescita economica che si accompagna non senza conflitto con una crescita salariale una crescita di benessere
Non era la normalità era l'eccezione della storia e questo ce l'hanno insegnato diciamo anche con una consapevolezza recente sociologi dell'economia come stretta Colin Crouch e altri per uscire dalla disciplina
Storica e quell'eccezione diciamo della storia in cui anche grazie alle lotte la crescita economica si accompagna con un aumento del benessere
Dei lavoratori o ha lasciato il passo diciamo ad una fase che ci sembra riconsegnare diciamo
A ad una vicenda del passato cioè ad una normalità dove nella storia economica
Molto spesso esisteva crescita economica
E non bene e malessere diciamo delle persone che lavorava che lavorano che lavoravano però anche lì fu dirompente
Come dire l'illuminazione di Kenzo quando mostrò diciamo scientificamente come può esistere un equilibrio economico di sotto occupazione
Quando diciamo i teorici neoclassici dicevano se cresce l'economia la figlia stiamo bene tutti cresce l'occupazione crescono i salari
E invece anche diciamo nella storia del pensiero economico quell'assunto è stato poi falsificato quindi la storia delle idee si mescola con la storia
Sociale ed economica e con la storia politica io credo che oggi noi abbiamo bisogno
Di un di nuove idee diciamo di una nuova narrazione che ma non lo sappia a tingersi anche diciamo da danni nuovi pensatori nuove interpretazioni di quello che sta
Succedendo per dare una voce a quella mobilitazione di cui sicuramente c'è bisogno perché non non è soltanto un problema del partito democratico vi dei partiti della sinistra
In Italia è un problema dell'Occidente diciamo quello stesso arretramento elettorale sociale ce l'hanno diciamo in giro per l'Europa
Anche gli altri partiti socialdemocratici o che vengono da quella storia per non parlare degli Stati Uniti d'America è qui diciamo non non apro la parentesi e per concludere so che devo concludere
A me sembra che oggi è il tema sia l'aumento sproporzionato diciamo delle disuguaglianze un mondo che vede una concentrazione della ricchezza Abo enorme in poche mani di singoli o di impresa diciamo le grandi a multinazionali che conosciamo del del Tenca
Ecc e una incapacità diciamo di a bere linguaggi strumenti politici e anche strumenti di mobilitazione all'altezza di una situazione che porta anche sebbene bassa diciamo crescita
Economica ma che aumenta i divari e dove o le rendite immobiliari e finanziarie vengono tassate
Meno del lavoro fa io oggi sono capogruppo in Commissione Finanze al Senato per il partito democratico
E questo tema diciamo di un ridisegno globale della fiscalità che sia in grado di contrastare questi fenomeni secondo me sia Comuzzi deve accompagnare con le battaglie legittime e sacrosante come il salario minimo alla difesa dello sciopero la contrattazione collettiva oggi le due cose stanno insieme
Peraltro Manfredi cita picchetti lui è stato forse il primo pensatore più contemporaneo rispetto a a noi ad indicare questo come tema diciamo a me piacerebbe che nel vocabolario del partito di un democratico di Ellis Line questo tema sia ancora più presente di come adesso anche se
Per fortuna diciamo la questione delle disuguaglianze eh questione presente dobbiamo affinare gli strumenti di di pensiero e di lotta politica su questo
Grazie su questo allora se siete bravi siccome dobbiamo dare almeno sei o sette minuti all'autore che deve rispondere di a tutte queste sollecitazioni alla dovete essere molto bravi e monta da dieci ma non ce la facciamo perché qui ci cacciano
E però
Io qualche tavolino l'ho fatto film fatta da sindacalista pure io
E allora io vi faccio una domanda che parla che avrebbe non semplice semplice su uno strumento diceva Tajani smentì nuovi e vecchi ecco sul prossimo referendum sul job Sat ma nell'ottanta ma necessaria e allora vorrei chiedere a tutti e tre nello ardite Dino Tajani e Ricciardi
Con questo ordine con disciplina un minuto un minuto e mezzo lo so che non non più di uno slogan se ritenete che sia un un uno strumento utile oppure anche solo simbolico rispetto al discorso che stiamo facendo la centralità il ritorno della centralità del lavoro e la cancellazione parziale del Jobs act che è stata una legge importante della sinistra
Prego Dino sì molto brevemente va be il referendum possiamo discutere se in questo caso altri sia lo strumento più adeguato però comunque
Una consultazione popolare un referendum abrogativo Scevola bisognerà raggiungere il quorum quindi su questo mettiamo un grande punto interrogativo
Sul fatto che alcune parti del gioco fatto non non le condivido non ho mai condiviso e l'ho anche scritto più volte sul fatto che sia questo la strada per riportare nel dibattito pubblico la centralità del tema del lavoro non sono convinto francamente grazie prende precisissima vero giornalista
Cristina
Senatrice Italia
Cristina va benissimo io sono stata tra quelli che al momento diciamo dell'approvazione del Jobs act ovviamente non ero in Parlamento ero semplicemente assessora
Mi sono espressa in maniera contraria quindi diciamo mi verrebbe da dire va bene
Bene che una pronuncia popolare certo oggi diciamo quello strumento è uno strumento che rischia di non raggiungere il quorum e quindi diciamo avrebbe potrebbe ritorcersi contro dal punto di vista simbolico chiaramente se dovessi essere chiamata a dire che cosa fare inviterei le persone a votare diciamo
Su quel referendum io penso però che la nostra sfida e tutta sulla costruzione del futuro diciamo più che sulla resa dei conti del passato che pure è umana come dire ma diciamo no temo che non risolva il problema
Sardegna
Allora io voterò a voce autenticato in giro per l'Europa le firme per il referendum quindi espresse la il mio posizionamento
E lo dice uno che crede fermamente nella flessibilità
Come ce la racconta l'autore nella misura in cui la flessibilità è accompagnata dal secondo pezzo
Allora io sono convinto come di no che non non è questo lo strumento ma dal punto di vista simbolico e politico sono convinto che vada dato uno scossone su giochi Sack perché è un'incompiuta
Come sempre in questo Paese e soprattutto e e come vedi io sono sempre stato iper favorevole al reddito di cittadinanza e peccato che ci fermiamo sempre al primo tempo
Di tutte le partite molte volte ci fermiamo al primo tempo giochi Saccà si è fermato al trentanovesimo del primo tempo fosse arrivata al novantaquattresimo e la partita forse oggi da aggiornavamo ad un'altra vicenda
Si chiama storie o cronica ma se fossimo arrivati ENA era guastare o cronica sarebbe se Renzi fosse rimasto chissà Bovo chiusa
Dare se scusate Bisazza qui per dai la sta qui per per dare la parola sta scherzando
Sta qui per dare la parola in Alberti che deve saper scegliere a quante domande rispondere
Allora
Difficile concluderà a questo punto visto che abbiamo pochi minuti comincia veramente cosa ringraziare Toni Ricciardi per avere creato questo momento discussione sono felice onorato di di poter presentare il mio libro in questa in questa sede ringrazio Cristina Tajani di non penso Daniela Preziosi per aver accettato di interloquire
Con voi è con me e mi fa piacere che diciamo un libro di storia che parla prevalentemente del periodo precedente rispetto a quello di cui si è parlato a questo tavolo abbia suscitato così tanto interesse apprezzamenti anche stimolato questo questa riflessione sull'oggi quindi credo che sia un un un successo non non scontato da questo punto di vista Grazzini neanche per Harvard valorizzato queste ultime pagine quest'ultimo capitolo del libro che tratta dell'oggi
Sono tante le questioni che sono state evocate la la questione salariale per esempio vero che è un da tu dell'oggi ma è un dato anche di lungo periodo nella storia d'Italia l'Italia ha sempre avuto un regime di bassi salari la lo sviluppo economico italiano
Si è retto su un regime di bassi salari sia i nel tardo Ottocento ma anche nel durante il boom economico che non dimentichiamoci è stato possibile anche grazie a una forte compressione salariale soltanto dalla fine degli anni sessanta anni settanta sulla spinta di un vivace movimento operaio come è stato ricordato le cose cominciano a cambiare quindi non la crescita economica non si accompagna mai storicamente meccanicamente a un miglioramento delle condizioni di vita di chi lavora
Rispetto alla questione delle categorie interpretative io confesso di essere affezionato diciamo l'impostazione classica in questo libro Al Sisi riutilizzo
Il concetto di di classe sociale di capitalismo di conflitto di classe ecco credo che si debba in parte anche ripartire da questo per comprendere il presente credo che ci sia uno stretto legame visto che se ne è parlato a lungo tra le riforme che hanno introdotto maggiore precarietà del lavoro e la e la c'è una compressione salariale cioè lì vitale è un paese tra quelli europei che ha avuto una caduta più rapida dell'indice di protezione del lavoro ben prima del Jobs act da questo punto di vista sono d'accordo con toni che c'ha delle colpe diciamo comunque la questa questa deriva se vogliamo così non comincia con con il gioco sarte bisogna risalire almeno agli anni Novanta e quindi diciamo la riduzione del delle della protezione del lavoro
Diciamo fa sì che la la i lavoratori siano meno forti dal punto di vista contrattuale perché i lavoratori e qui diciamo sì mi piace ricordare un riferimento da cui sono partito Adam Smith il padre fondatore dell'economia politica e quindi non un un socialista non non un rivoluzionario comincia la sua opera fondamentale la ricchezza delle nazioni che non a caso utilizzato come incipit dicendo che ricordando che la ricchezza delle nazioni deriva innanzitutto dal lavoro e poi più avanti
Ci ricorda che nella nel rapporto tra la classe lavoratrice chi vive del proprio lavoro e la classe imprenditoriale c'è uno squilibrio strutturale e quindi non non è un gioco ad armi pari diciamo i lavoratori sono strutturalmente più deboli rispetto alla controparte perché sono sono tanti fanno più fatica a organizzarsi rispetto agli imprenditori che sono pochi non hanno a disposizione delle diciamo un portafoglio tale da poter diciamo rinunciare al lavoro che sono costretti a lavorare e quindi è già Smith quindi ben prima di Marx non prima del socialismo
Emerge questo dato no il il lavoro rispetto alla all'impresa strutturalmente debole quindi ha bisogno di una di organizzarsi e la la protezione normativa che lo Stato la legislazione può dare diciamo e e anche la base poi per una crescita salariale come è stato ad esempio nel nel durante gli anni Settanta o se vogliamo anche all'inizio del Novecento che questa prima globalizzazione su cui tanti si sono stupiti nel leggere questa definizione no allievi del primo Novecento come prima globalizzazione in che senso lo spiego se posso
In un minuto cioè e la prima fase nella storia d'Italia ma tutto questo è accaduto anche in altri paesi europei in cui e diciamo sono menta dischi è aumentata la circolazione delle merci dei capitani delle persone con i grandi flussi migratori ma anche le grandi migrazioni interne come come ben sappiamo quindi e la la prima fase in cui l'Italia si integra nel nel mercato globale
Ed è una fase in cui cresce la globalizzazione finanziaria
E cresce il volume di scambi di merci nonostante le barriere protezionistiche questa è la la la cosa sorprendente questo ci riporta anche un po'all'attualità se vogliamo cioè
Quando il mercato tira in un certo senso nonostante le barriere protezionistiche gli scambi crescono
Quindi è è una prima globalizzazione in questo senso
Diciamo
Gli spunti sono tanti quindi io non so se mi volete insomma Daniela Preziosi quando ci siamo sentiti prima mi aveva sollecitato su su un paio di punti appunto Curko la questione principale quella della il della caduta salariale che che riguarda l'Italia più di altri Paesi e questo diciamo è il punto su cui ci bisognerebbe interrogarsi non so se era quali nel dibattito quindi nella nella confronta quindi era una delle questioni consegnati in sé poiché l'ente come dato storico di lungo periodo emerge anche un altro elemento che diciamo è implicito cioè la la stagione delle riforme la stagione della dell'espansione dei diritti e anche si comprende relazione
Al contesto globale cioè il i Paesi occidentali andato ovvio però diciamo forse vale la pena ricordarlo i Paesi europei erano i Paesi capitalistici occidentali inclusi gli Stati Uniti avevano una controparte che era il il il socialismo reale questo questo dato lo hanno ricordato persino diciamo Mario Monti più occasioni il capitalismo ha dato il meglio di sé nel momento in cui aveva una un'alternativa che era il il socialismo quindi anche questo diciamo spiega le difficoltà dell'oggi sia dal punto di vista politico sia da quello sindacale è chiaro che diciamo siamo tutti chiamati in causa come classe dirigente il sindacato la i partiti giornalisti docenti insomma
Quindi io mi fermerei qui diciamo
A no no e accesso sono e mi sono allontanato
Sì sì i temi sono morti la nuova questione sociale era questione su cui anche le chiedo altri due ma abbiamo proprio due minuti possiamo però devolverli Anna
A queste che mi sembra una delle cose più interessanti
Sì arrestare la presentazione sì diciamo la questione sociale nota agli storici dell'Italia la questione sociale dell'Ottocento ma oggi abbiamo una nuova questione sociale che evidentemente
Assume nuove forme che include e il divario di genere diciamo su cui
Spesso si insiste forse non abbastanza che salariale ma non solo
La divario nord-sud piani risolta nella nella storia d'Italia tra parentesi gli unici anni in cui il nord e il sud convergono sono gli anni fra il cinquantuno e il settantuno guarda caso gli anni comunque dell'intervento pubblico della
Della programmazione economica anche questo diciamo credo che interroghi le scelte del presente
E c'è poi la la questione delle con
Lezioni di sfruttamento estremo s'di alcune categorie di lavoratori immigrati su cui il i riflettori si accendono troppo poco nelle nuove forme del caporalato
Che può anche diventare il caporalato digitale nel lavoro precario delle piattaforme dei lavoretti del
Del settore della distribuzione quindi è una è una questione sociale che andrebbe innanzitutto studiata
Messa di fronte al paese né nel dibattito pubblico insomma basterebbe partire da qui credo per provare a
Rimettere il lavoro al centro dal punto di vista politico la storia e da questo punto di vista ci può dare
Qualche chiave per capire che alcune delle questioni diciamo che oggi abbiamo davanti sono esistite in passato e si è cercato di di affrontarle in qualche modo però ci vuole la consapevolezza di mettere al centro questo è una scelta politica
Certamente politica sindacare e da quando c'è Ricciardi anche giornalistica invece questi
Allora averlo consigliamo come avete come avete sentito il lavoro in Italia un profilo storico dall'Unità a oggi mappe Gabetti l'autore Carocci editore
L'editore per l'appunto grazie a tutti a tutti e speriamo di avervi convinto a riportare la questione del lavoro dei lavoratori e delle lavoratrici al centro grazie a tutti