Prima Repubblica - L'Italia e la diplomazia. Conversazione con Ferdinando Nelli Feroci

Ferdinando Nelli feroci presidente dell'Istituto Affari Internazionali diplomatico in carriera dal mille novecentosettantadue al due mila tredici è stato rappresentante permanente d'Italia presso l'Unione Europea a Bruxelles capo di gabinetto direttore generale per l'integrazione europea presso il ministero degli esteri
Nonché come vedremo commissario europeo benvenuto a radio radicale presidente
Grazie e buon pomeriggio
A questa rubrica si chiama Prima Repubblica quali differenze a suo avviso tra la prima e la seconda mio giudizio il giudizio che il gruppo che concentrarsi sul
Finzione gestione attuazione della politica estera del Biscione su quello su cui la mia attività professionale si è concentrata nei lunghi anni in cui sono stati in servizio Ministero degli esteri in varie sedi in giro per il mondo
Nella parte diciamo nella mia carriera in cui si colloca più o meno quella che viene riconosciuta come residenza da prima Repubblica
Avevamo prevalentemente governi di coalizione
Con una caratteristica che si riproduceva nel corso degli anni periodicamente che il primo ministro uscente diventava quasi regolarmente il ministro degli esteri nel governo successivo
Non era necessariamente il ministro degli esteri del partito Junior parte della coalizione di governo
Ha comunque c'era questa alternanza di ministri e anche di ovviamente Dicati dell'esecutivo con una frequenza notevole perché la caratteristica di quel periodo era quella di governi di durata breve
Un anno un anno e mezzo erano più o meno la media della durata che si governi bene nonostante questa alternanza
Frequenze di governi e la cattolica e si apriranno in quel periodo è stata caratterizzata da una sostanziale continuità un po'perché in fondo tutto compreso le maggioranze che si alternavano erano complessivamente omogeneo anche quando il Partito comunista sia vicino all'area di governo non partecipando direttamente all'esperienza di governo sostenendo governi ora all'epoca di coalizione non non ci furono scossoni particolari studi sugli assi portanti della politica estera italiana
Il passaggio alla cosiddetta seconda Repubblica segna afferenza non tanto sui sui contenuti della politica estera italiana perché ancora
Anche nella fase diciamo della cosiddetta Seconda Repubblica la continuità è il dato caratterizzante della collocazione internazionale del Paese
Ma semmai cambiano le modalità di gestione della politica estera italiana
C'è sicuramente anche per la coincidenza diciamo di alcuni fattori esterni alle dinamiche dalla politica italiana
C'è una centralizzazione delle responsabilità delle scelte di politica estera verso la figura del primo ministro del capo dell'esecutivo
Una riduzione diciamo progressiva corrispondente delle responsabilità dei poteri del ministro degli Esteri
Non voglio dire un rapporto di subalternità che sarebbe forse una un giudizio un po'poi ci si conta troppo radicale ma sicuramente c'è uno spostamento progressivo che in parte corrisponde tale logica che hanno a che fare con il passaggio dalla prima alla seconda Repubblica però anche larga misura
Hanno a che fare con due fenomeni uno diciamo l'adozione e l'attuazione dei due decreti Bassanini che sono del novantanove che definisco in maniera più precisa distribuzione di competenze
Tra Presidenza del Consiglio e il ministro degli esteri anche in politica estera Ski soprattutto in politica europea
E successivamente fase successiva diciamo con l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona in sede europea l'aumento delle competenze intanto l'individuazione del Consiglio europeo con un organo permanente come un'istituzione sentire quasi dell'Unione Europea
E poi come affetto del soprattutto della crisi economica e finanziaria del due mila otto e degli anni seguenti
Uno spostamento progressivo diciamo irreversibile delle competenze e delle responsabilità re e le grandi scelte in materia di politica europea sui capi di governo e in alcuni casi sui capi di Stato
Dei funghi presidenziali quindi c'è questa doppia coincidenza del passaggio dalla prima alla seconda Repubblica ma anche di fenomeni che hanno meno a che vedere con la dinamica di politica interna che porta una spostamento progressivo delle competenze sulla figura del primo ministro
Anche la sua vicenda si svolge a cavallo tra la prima e la seconda Repubblica quindi ci occuperemo soprattutto della prima parte
Della sua viziata diplomatico nella prima fase della sua esperienza professionale nel settantasei diventa primo segretario
Per gli affari economici e sociali viene assegnato alla rappresentanza permanente d'Italia presso le Nazioni Unite a New York questo fino al mille novecentottanta che periodo è stato
E ovviamente essendo la mia prima sia dall'estone quelli più essendo New York un giovane diplomatico italiano assegnato in privata sede alla rappresentanza presso le aziende
Posto di grande prestigio una sfida anche professionale ma anche sul piano diciamo della vita personale di straordinario interesse
Alla lunga conclusione dei quattro anni elevazioni niente diciamo anche un'esperienza per certi aspetti frustrante perché riguardando a posteriori il lavoro delle azioni che io ero soprattutto impegnato sul fronte delle diciamo delle competenze in materia di di economia e di dimensione sociale diciamo la sensazione di una macchina complessa molto farraginosa per molti aspetti che produce enormi quantità di documenti ma pochissime decisioni operative ed esce rafforzato
Negli anni in cui io mi sono occupato di queste attività diciamo settore economico e sociale delle Nazioni Unite diciamo il tema dominante era alla gestione delle rivendicazioni del terzo mondo all'epoca si chiamava il gruppo dei settantasette
Quella che loro stessi avevano definito alla richiesta di un nuovo ordine economico internazionale
Era il periodo della contestazione globale agli assetti di potere economico definiti negli anni del primo dopoguerra
E c'era questa diciamo in parallelo siamo sul fronte politico il Movimento dei non allineati sul fronte economico il gruppo dei settantasette
Che sostanzialmente rivendicavano più responsabilità più poteri più competenze per i Paesi emergenti con la calotta si sarebbero definiti i paesi in via di sviluppo
Un fenomeno che in qualche modo poi si sta riproducendo in questi anni il fenomeno del Global South che richiede maggiori maggiori responsabilità nella gestione della global governance all'Occidente
Sono stati quelli un po'i temi portanti della mia esperienza però a parte diciamo le dichiarazioni di principio che fosse ormai stato poca traccia
Qualche istituzione importante è stata creata mi piace ricordare che proprio in quegli anni fu deciso per esempio sul piano generale Keynes inizio del mille novecentottanta la creazione a Roma della Banca per lo sviluppo agricolo che oggi fa parte del trittico di agenzie internazionali delle Nazioni Unite che hanno sede a Roma e l'IFAD
Che fu proprio creata in quell'occasione insieme se non sbaglio anche al Programma alimentare mondiale
Oggi il multilateralismo non vive diciamo esaltante con il nuovo inquilino della Casa Bianca probabilmente le cose peggioreranno allora come
Certamente negli anni siamo vivendo sono anni di crisi profonda del sistema delle relazioni internazionali così come avevamo concepite
Ma anche nel sistema delle istituzioni internazionali sono sono contrastate sono anche perché poco in grado di dell'iter di di di produrre risultati concreti questo vale sicuramente per tutto il sistema delle Nazioni Unite ma non solo la crisi maggiore ovvio che riguarda il Consiglio di sicurezza che riflette degli equilibri di potere che erano quelli del quarantacinque e in cui diciamo l'esercizio del potere di veto da parte delle delle potenze cui questo diritto è stato riconosciuto ha di fatto impedito e svolgeva un ruolo significativo o un qualsiasi ruolo nella gestione delle maggiori crisi internazionali
No in quegli anni l'atmosfera era riversa in quegli anni c'era la sensazione che le versioni se potessero ancora svolge un ruolo importante
C'era la sensazione fosse anche più gravi stazione del fatto che nelle zone interne non riuscite ad imporre alcune diciamo decisioni importanti per la soluzione di di crisi rilevanti
Non vorrei andare avanti col tempo ma mi piace ricordare per esempio che questo esperienza che ha a che fare con un altro periodo
Nella mia della mia vita professionale
Quando nel due mila e sei capo di gabinetto mi trova in qualche modo coinvolto in quell'esercizio diplomatico che portò alla ridefinizione del mandato dell'UNIFIL
Che era già presente al confine settentrionale fra tra Israele e il sud del Libano ma dopo quel conflitto che aveva caratterizzato i mesi precedenti sì riuscì ad arrivare ad un rafforzamento del mandato dell'UNIFIL banca rafforzamento degli organici dell'UNIFIL di cui l'Italia fu protagonista e non a caso poi l'Italia è stato il Paese che ha contribuito maggiormente
Alla messa a disposizione di di forze militari quel contingente delle Nazioni Unite
In seguito il nominato consigliere economico e commerciale dell'ambasciata d'Italia allievi un incarico che mantiene per tre anni cos'è la raggiri allora
Fu un periodo molto particolare quello via in Algeria perché io arrivai ad Algeri da New York
In occasione di quella che avrebbe dovuto essere la l'apertura diciamo dell'operatività del gasdotto Trans Mediterraneo quello che il gruppo ENI aveva realizzato per trasportare il gas dal deserto algerino
Ah sì formelle assieme Saud attraverso questo grande gasdotto che tra questi passava attraverso la Tunisia la pensava diciamo i fondali marini nel canale di Sicilia arrivava in Sicilia
Ma proprio alla vigilia dell'apertura di questo gasdotto che autorità algerine decisero di chiedere la rinegoziazione dei criteri per la fissazione del prezzo del gas
E si aprì quindi proprio diciamo coincidenza quasi con il mio arrivo ad Algeri nel nell'estate del mille novecentottanta
Un lungo e complicato contenzioso tra non sono tra le due compagnie Eni e Sonatrach ma anche entrai tra i due governi sulla questione diciamo di su su sul su questa richiesta
Avviata dal governo algerino che rimetteva in discussione uno dei pilastri dell'acconto in base a quale si era deciso a costruire il il gasdotto
Il risultato fu una spia quasi totale paralisi delle delle attività economico commerciale soprattutto degli investimenti italiani in Algeria quindi credo molto difficile
Un periodo su cui questa spada di clamorose di un negoziato che aveva assunto anche i toni di un confronto molto duro molto esplicito tra l'altro aveva anche potuto delle divisioni politiche all'interno del mondo della politica in Italia
Aveva di fatto condizionato l'andamento della relazione bilaterale tra l'Italia e l'Algeria
Poi alla fine si arriva ad un risultato paradossale perché la fine del governo italiano io ero partito da poche settimane fa il Governo italiano riuscì
A definire una posizione che di fatto coincideva con l'accettazione delle richieste algerine di una indicizzazione del prezzo del gas sul prezzo del greggio ma con un risultato paradossale perché nel giro di pochi mesi Greggio il prezzo del greggio crollò
E di fatto tutto questo sì Dussek un beneficio enorme per l'ENI e per l'Italia che importavano gas algerino
Però diciamo mi piace ricordare che quello fu un periodo che coincise con l'inizio della operatività di una delle opere più importanti che hanno poi garantito nel corso degli anni
Una certa autonomia energetica dell'Italia e non a caso in occasione della crisi
Diciamo prodotta dall'invasione russa dall'Ucraina quando si è trattato di diversificare i nostri approvvigionamenti di gas per ridurre gli acquisti la Russia si è proprio fatto ricorso al gas algerino
E non a caso a quel gasdotto che era stato costruito negli anni precedenti il mio arrivo e che cominciò a funzionare quando io arrivai a Tangeri
Torna l'ambasciata stavolta Parigi come il primo consigliere dal novantuno al novantacinque in poi con il Ministro consigliere applichino tra il novantacinque e il novantotto era una Repubblica popolare cinese totalmente diverso da quello attuale
Sì
E io l'arrivo periodo sicuramente piacevole interessante non particolarmente sfidante sotto il profilo professionale per il fermo
Il lavoro di un'ambasciata bilaterale in un Paese membro dell'Unione europea lavoro tutto tutto da inventarsi tutto da definire
In una fase in cui ormai i capi di governo capi di Stato si parla direttamente si incontrano sempre maggiore frequenza e lo stesso vale più di ministri
Soprattutto nelle sedi europee nelle sede di Alleanza atlantica quindi fu un periodo interessante ma non particolarmente sfidante sotto il profilo dei contenuti
Fu l'occasione per conoscere meglio questo straordinario Paese che la Francia con tutte le sue complessità con tutte le sue contraddizioni
Un sistema diciamo costituzionale istituzionale che molto spesso è stato paragonato al nostro ma che non sempre ha dato quei risultati che ci si poteva aspettare per esempio da un regime pessimi presidenziale come quello francese
Dal vivo a Ichino coincise con ovviamente per me è un periodo di straordinaria scoperta del molto completamente nuovo non sono mai stato in Cina prima di allora fu una scoperta straordinaria
Realizzare che in questo Paese si era ormai già avviato sulla strada nel modernizzazione delle riforme che erano destinati a modificare profondamente l'assetto che era emerso dalla rivoluzione quarantanove del successo del partito comunista cinese
E la guerra civile
Dei riformisti Jinping erano state messe in moto poco meno di dieci anni prima del mio arrivo a Pechino ma stavano dando i suoi frutti era un Paese di cui è
Ma forse all'epoca difficile immaginare gli sviluppi che sarebbero realizzati negli anni successivi e qui stiamo assistendo in questi giorni ma era un Paese che
Soprattutto si caratterizzava per lo straordinario dinamismo
E per una straordinaria volontà nella politica nella società del popolo cinese di riscattare gli anni in cui in cui la Cina era stata relegata ai margini del sistema internazionale
Il nazionalismo cinese che molte vivente oggi così com'era evidente quando io mi sono trovato fare il mio lavoro diplomatico a Pechino era il risultato del desiderio di riscatto di un popolo che ha vissuto il secolo
Quello del c'erano delle negli ottocento e vorrei limitare di novecento come un paese storia millenaria dell'impero sconfinato
Che poi diciamo in qualche modo era stato colonizzato e marginalizzato dalle potenze occidentali e desiderava ora tornare prepotentemente sulla scena internazionale e lo sta facendo con i successi spettacolari in economia questo è evidente
Già allora era una sfida per noi occidentali che all'epoca eravamo molto poco preoccupati di un'ipotetica minaccia cinese alla sicurezza
Nei nostri Paesi molto più interessati a conquistare posizioni di mercato in un Paese che aveva davanti all'impressione di una straordinaria potenzialità sviluppo come può effettivamente si è verificato
Era una corsa all'oro quella di quegli anni in Cina
Le impresa società gruppi finanziari ricordo molto le banche le assicurazioni cercava in tutti i modi anche facendosi concorrenza fra loro tre euro venti di acquisire l'accesso al mercato cinese riaprirebbe attività di investire
Era c'è uno straordinario interesse di cui in qualche modo l'ambasciata
Si veicolano tra nei confronti delle autorità cinesi sempre saldo rapporto con la tunica cinesi improntato al massimo del correttezza non posso dire della trasparenza perché questa non è la caratteristica principale però sedici cinesi
è stato nel mille novecentonovantotto consigliere diplomatico del vicepresidente del Consiglio dei ministri allora Walter Veltroni che ricorda
Io cedette alle lusinghe di una telefonata di Walter Veltroni che in merito a Pechino durante l'estate del novantotto non lo conoscevo personalmente avevamo amici comuni
Ma mi prospettò lavoro molto interessante di Boselli cromatico non solo del ministro per la cultura ma anche del vicepresidente del Consiglio diciamo nella seconda personalità di quel governo il primo dei due governi Prodi
è una prospettiva molto interessante c'era un fermento di interessi di idee per la cosiddetta terza via Veltroni era molto impegnato su quel fronte
In contatti diretti con il primo ministro britannico Blair con altri esponenti di una sinistra riformista in Europa e nel mondo mi sembra un'offerta interessante accettai ingenuamente devo dire perché fosse essendo da così tanti cambi di distanza non avevo percepito defibrillazione che minavano la solidità nel governo Prodi in quei mesi sono di fatto io tornai a Roma
Se ricordo bene dopo essere venuto a incontrare Walter Veltroni nel mese di agosto tornai
A settembre dopo avere chiuso con l'esperienza Pd Nesi chiuso casa far tutto da solo e dopo quindici giorni il governo cabernet quella famosa iniziativa di Bertinotti
Su credo sulla riforma delle pensioni tanto per cambiare che segnò la fine delle dell'esperienza dell'Ulivo e del Governo
Quindi diciamo quelle salto un'esperienza purtroppo molto molto veloce di pochi giorni mi è servita per stabilire un meraviglioso rapporto con Walter Veltroni che si è poi in qualche modo proseguito consolidato nel corso degli anni un leader di straordinaria visione con una meravigliosa capacità di mobilitare il team dei suoi collaboratori questo sia a Palazzo Chigi che al ministero della cultura ho conservato un po'e amicizia un gruppo di persone che lavoravano con Veltroni all'epoca e colossi soluzioni che il resto ma per le persone di riferimento
Che bilancio da quell'esperienza della sinistra sono a livello internazionale si Carlucci Ulivo mondiale
Be insomma fu coinvolto relativamente perché ripeto l'idea di Veltroni era di utilizzarne anche per mantenere i contatti con questa con gli esponenti di punta di questa sinistra riformista
Attorno alla creazione di questa vaga nei contenuti ideali di terza figlia
Purtroppo non ha dato i suoi frutti come abbiamo visto per gli anni successivi le premesse erano molto interessanti e l'idea di costruire un socialismo moderno socialismo
E il partito utilitaria poi statale in qualche modo di consolidare l'ha spostato il e l'ex partito comunista in Europa di definire una sinistra socialdemocratica
In grado di stare al passo con i tempi così un riformismo adeguato rispetto alle sfide della globalizzazione fu un esperimento che rimase un po'adottava di partenza c'erano le premesse per fare qualcosa di molto interessante purtroppo non si è concretizzato
Forse troppo spazio alla finanza per la produzione di ricchezza
Quello che è uno dei reati è uno degli aspetti molto spazio alla finanza sicuramente ma anche purtroppo poi diciamo questo giudizio che ha a che fare se vogliamo anche con la situazione che si è venuta a creare in questi ultimi anni
Una scarsa capacità della sinistra in generale anche nella sinistra riformista
Di di saper vincere le elezioni back office FIFA alla fine la differenza e quindi di cogliere quelle preoccupazioni dell'elettorato che sono quelle che poi motivano e originali foto
La sensazione della sinistra che in qualche modo è rimasta scollata allontanata dalle dalle pulsioni magari non sempre nobilissimi di cittadini ed elettori che quando vanno a votare
Lo dico che voto seriamente con la pancia voto sulla base preoccupazioni concrete
Sono le preoccupazioni per crediti l'occupazione il potere d'acquisto per la sicurezza per le migrazioni tutti i temi su cui in fondo forse un po'la sinistra
Non ha saputo cogliere di sviluppi che poi motivava non gli orientamenti dell'elettorato
Tra il due mila due mila quattro il vice direttore generale per l'integrazione europea Ministero degli Affari Esteri poi direttore generale per l'integrazione europea nel biennio successivo che momento è fra l'Unione Europea
Che almeno fu un'esperienza bellissima perché mi ricordo che era stata approvata dal popolo a riformare la struttura del ministero degli Esteri avversata grata
Una nuova direzione generale c'aveva proprio come competenza coraggiosa gestione dei rapporti con l'Unione europea bensì la cosa clamorosa vicino al due mila non c'era e impianti
E il ministero degli Esteri una direzione generale che si avesse come fu cauzione come missione quella di seguire forti economie europee
Lasciato il ministero della cultura mio amico percettore
Rocco Cangelosi mi chiamo fare il numero due di questa digressione minerale in fieri in costruzione e quindi diciamo questo esperienza fu un'esperienza particolarmente formative assatanati costruire ex novo qualcosa che non esiste
Magari di rosicchiare competenze quella presso altri servizi ad aziende deciderà di costruire un punto di riferimento che servisse all'intero sistema governo
Sui temi diciamo che avevano a che fare con la partecipazione italiana all'Unione Europea rifugio a mio avviso
Un esperimento insuccesso perché poi diciamo questa consolidamento di competenze e conoscenze presso il ministero degli Esteri ha funzionato nel corso degli anni e tuttora diciamo quella direzione generale cambiato nome ma non le competenze
Resta il punto di riferimento anche per altre anche per altre amministrazioni dello Stato che sono comunque coinvolte nella gestione quotidiana delle
Delle delle politiche europee poi fu anche un periodo di straordinaria come dire creatività innovazione su tutto sul fronte delle riforme istituzionali furono gli anni della convenzione furono gli anni in cui si cercò di
Di finire ma non si riuscì a fare approvare un trattato costituzionale così arrivo a modificarlo con il Trattato di Lisbona furono erano anni in cui si chiedeva conto ancora nella possibilità di migliorare l'apparato istituzionale dell'Unione Europea
Attraverso questo meccanismo delle revisioni dei trattati
Che però dopo Lisbona di fatto di uno stato di non essere ulteriormente praticabile oggi l'Unione europea se si riesce a modificare da si modifica attraverso la visione di nuove politiche come dimostra l'esperienza
Da Lisbona in poi politiche che sia in grado di rispondere a sfide che Sivori Gino molto spesso al di fuori del contesto europeo
Nel due mila sei è promosso al grado di ambasciatore e dal due mila sei al due mila otto il capo di gabinetto del ministro degli affari esteri Massimo D'Alema né scadenze importanti
Assolutamente per me fu un'esperienza molto interessante professionalmente unica livelli D'Alema era un ministro degli Esteri e autorevole forte
Non facile come carattere ma sicuramente con la sua visione
Aveva uno straordinario network dei rapporti internazionali che gli derivavano in larga misura dalla sua passione per la politica estera ma anche dall'esperienza che aveva fatto
Come parlamentare europeo anche le idee molto chiare su che cosa governo
CIDI centro sinistra che tornava al potere dopo gli anni dei governi Berlusconi dovrà fare per affermarsi sulla scena internazionale
In maniera autorevole credibile rispetto agli alleati tradizionali ma anche con qualche soluzione di continuità ricordo che la prima cosa che mi disse
Massimo D'Alema appena insediato e mi sembra che ne dobbiamo organizzare la missione in Iraq cominciare ad annunciare di amici iracheni che noi lasceremo l'Iraq lasceremo alla presenza civile che avevamo un piccone su di finito e deciso governi precedenti su richiesta americana
E poi dopo la successiva missione per andare a trasmettere lo stesso messaggio all'amministrazione americana
Per segnalare l'intenzione di uscire dalla partita dell'Iraq naturalmente mantenendo un rapporto di solida collaborazione transatlantica anche con l'amministrazione americana
Dico questo per dire citare un episodio semplicemente di un ministro che aveva molto chiaro quello che c'era da fare e che tutto compreso condusse in maniera brillante positiva la politica estera del secondo governo Prodi
Avevamo
Periodiche con la borsa contatti con il ministro della Difesa e incontri periodici del Presidente del Consiglio dico questo per dire che c'era anche un notevole grado di collegialità della gestione della politica estera da parte di quel governo
Dal due mila otto due mila tredici rappresentante permanente a Bruxelles
Dopo la caduta del secondo governo Prodi
Mi viene assegnata la posizione me su mia richiesta perché l'opposizione che mi interessava il rappresentante permanente d'Italia presso l'Unione europea che è stata venne senza alcun dubbio l'esperienza professionale
Più interessante di tutte quelle che ho fatto anche quella conclusiva della mia carriera
Sono rimasto con cinque anni a Brussel come rappresentante italiano che hanno coinciso esattamente con i cinque anni più complicate più difficile della crisi economica e finanziaria
è stato un po'se vogliamo il tema dominante che ha monopolizzato l'agenda dei Consigli europei di quegli anni
Ma è salva una sfida professionale l'unica perché per me si è trattato di entrare nel vivo di decisioni che erano diventate urgenti importanti spesso drammatiche che sono poi servite per evitare che la crisi economica finanziaria traducesse in Europa tra processo soprattutto la moneta comune
La postazione del rappresentante permanente a Bruxelles e la postazione faticosissima
Perché si lavora dodici quattordici a volte sedici ore al giorno mo'dimenticato il numero di notate che ho passato nel palazzo del Consiglio
Ho dimenticato il numero di riunione del comitato dei rappresentanti permanenti quando si è lì si lavora in una condizione di adrenalina permanente
Ma è stata un'esperienza unica dal punto di vista professionale presenze che ti consente di avere una visione d'assieme di tutta l'attività di un governo rispetto ad una situazione che ormai ha competenze di un po'a Tulsa seguente che si occupa di tantissime cose
Nel giugno del due mila quattordici designato commissario europeo per l'industria l'imprenditoria della commissione Barroso in sostituzione di Antonio Tajani no un incarico che ha mantenuto poi fino al termine del mandato della Commissione dunque sino al primo novembre del due mila quattordici
Sì nella Primavera nel due mila quattordici l'allora presidente del consiglio Renzi in vista della
Designazione
Nuova commissione aveva in mente di nominare Federica Mogherini alto rappresentante
Ma c'era un'esigenza più immediata quella di nominare un commissario che sostituisse Antonio Tajani ha rassegnato le dimissioni per presentarsi alle elezioni del Parlamento europeo
Mi chiese se ero disponibile a fare il commissario europeo per qualche mese io accettai immediatamente detiene sembra un'esperienza unica da non mancare
Fu un'esperienza effettivamente unità anche se di breve durata e anche sia coinciso con la fine del mandato di un la Commissione Barroso ebbi l'opportunità di vivere dall'interno della della commissione è un'esperienza analoga ma molti aspetti diversa da quello che ha vissuto per cinque anni come rappresentante del governo italiano nel consiglio
Sono molto grato a all'allora primo ministro densi per questa scelta
E lui aveva bisogno di qualcuno che riempisse che la posizione inattesa che Mogherini si insediasse per me è stato un esperienza professionale straordinaria e devo dire che la commissione o la macchina amministrativa che funziona molto bene
Come è cambiata la diplomazia in questi anni ricordo Berlusconi dava delle indicazioni anche commerciali gli ambasciatori devono in qualche modo essere protagonisti del nostro Paese all'estero
Sarebbe un discorso molto lungo ma la diplomazia è cambiata sotto molti profili rispetto a quella tradizionale
Diciamo
Le delle delle uniformi diplomatico delle feluche
O dei messaggi che vengono scambiati attraverso mezzi tradizionali oggi la diplomazia e confrontare da due grandi sfide
Una la necessità di stare al passo con le in le mille aridi policy in cui la diplomazia si deve esercitare ci sono cialtrona sia professionale quella fatta appunto dei negoziati per risolvere i conflitti c'è la diplomazia economica celati marce che si sviluppa a sostegno delle imprese e le società italiane che vogliono per aver leso se la diplomazia culturale che si è impegnata a fornire un'immagine quanto più positiva del sistema Paese all'estero
E questo è un aspetto diciamo quindi la capacità di stare al passo con tutte queste sfide soprattutto mantenendo rapporti con altri interlocutori che pure svolgono un ruolo fondamentale nell'applicazione del sistema Paese arresto oggi ciò caro sulla scena internazionale
I parlamenti partiti le impresa e le istituzioni culturale di università e centri di ricerca già la miriade i protagonisti che si affacciano sulla scena internazionale
La seconda sfida che settanta per cento è ancora più complicata è quella dei dei mezzi di comunicazione che si sono sviluppati nel corso di questi anni
E calma e consentono ai responsabili politici dialogare direttamente con il proprio modo di senza necessariamente passare attraverso l'intermediazione del diplomatico e questa è forse la parte più sfidante del contesto nel quale ci troviamo
Nel due mila tredici arriva alla presidenza dell'Istituto affari internazionali sono importanti pensato il think tank
Per un Paese come l'Italia sul grande tradizione non paesi anglosassoni lo stesso perlomeno aveva civile è stata un'esperienza meravigliosa io sono molto grato agli amici dell'istituto che mi
Cercavamo russe negli ultimi mesi la mia permanenza nella primavera del due mila tredici per offrirmi questa opposizione conoscevo l'istituto per essere stato nel suo direttivo per tantissimi anni ma non l'avevo mai vissuto l'esperienza dall'interno
Che sa pensa molto bella perché mi ha permesso di mantenere in contatto con un gruppo di giovani ricercatori molto motivati di rimanere diciamo sempre diciamo in costante contatto con l'evoluzione della scena internazionale della politica
Internazionale della politica élite estera italiana
E in un lavoro che spero sia utile in generale anche a alla politica al Governo al Parlamento
L'idea che anche in Italia disponga come KAT-TUN ti Paesi ormai soprattutto i Paesi occidentali di un centro di ricerca di riflessione sui temi della politica nazionale indipendente che sia in grado di sviluppare analisi
Fattuali che siano poi a loro volta da utilizzare possibilmente anche dei decisori politici è a mio avviso molto importante
Lo sa attività si colloca diciamo a metà strada tra quella che svolgono i media
E quella che svolge la politica è fatta di analisi che richiedono tempi più lunghi e fatta di riflessioni è fatta anche di suggerimenti di policy ma sempre tutto in nome dell'indipendenza e dell'autonomia
Un'ultimissima domanda che il consiglio da un giovane che vuole intraprendere la vita diplomatica perché ha già vinto un concorso
Se deve preparare il concorso vi direi che questo è un mestiere affascinante
Anche nel mutato contesto cui ho appena finito di scrivere
Il di lei anche che il concorso difficile complicato e per molti aspetti un po'aleatorio derelitti mezzi aperto più importante di non concentrarsi unicamente su questo passione perché ripeto c'è sempre un margine di incertezza chi non scoraggiarsi se non va bene la prima cosa che ci sono altre possibilità ma di provarci perché un mestiere affascinante
Se invece lo schieramento quindi si sta cominciando
Sono a disposizione come sono stato tutti questi anni di chi volesse chiedermi consigli su come collocarsi dove andare a lavorare anche se poi certe scelte non dipendono unicamente dall'interessato
Ma direi di avere pazienza nel senso nella storia diciamo di un'attività professionale all'interno delle frasi ma ci sono momenti esaltanti in momenti di grande soddisfazione ci sono momenti in meno appassionanti di minore soddisfazione
E che alla fine poi diciamo di questo concorso uno tira un po'alla somma algebrica a mio avviso la somma algebrica non può essere che positivo grazie ambasciatore Ferdinando Nelli feroci è stato un piacere
Grazie mille grazie all'ESA ascoltatori