La coalizione semaforo paga la litigiosità e l'incapacità di invertire la rotta rispetto agli ultimi anni di crisi economica.
La crescita si è fermata, gli ultimi due anni della Germania hanno certificato la recessione.
Da … ormai 15-20 anni il Paese non investe né in infrastrutture tradizionali (porti, ferrovie, aeroporti) né in quelle immateriali, legate al digitale.
Un sistema iper-regolamentato, imbrigliato da vecchie regole e in cui la burocrazia è un peso.
L'impatto sull'economia dei costi dell'energia, lievitati dopo l'inizio della guerra contro l'Ucraina.
Le grandi imprese tedesche si sono spostate negli Usa e in Cina.
Servono investimenti, ma resta l'ostacolo del freno all'indebitamento che limita il deficit pubblico strutturale allo 0,35 per cento del Pil.
Il candidato cancelliere Merz ha aperto alla possibilità di cambiare questa regola costituzionale, ma serve la maggioranza dei due terzi.
E la Linke è da sempre contraria ad investimenti in difesa.
Serve un percorso di reindustrializzazione: all'inizio degli anni Duemila, la Germania, allora 'malato d'Europa', uscì dalla crisi con politiche strutturali che permisero la modernizzazione dell'economia tedesca: il Paese puntò sulla 'scalata del valore', investendo su settori a più alto valore aggiunto, relegando nei Paesi dell'Europa dell'Est i settori industriali a più alta intensità di lavoro.
Ora la 'scalata del valore' che serve è la trasformazione digitale, i Big data, l'Intelligenza artificiale.
Sono cambiamenti che la Germania potrà realizzare con successo se l'Unione europea supererà il ritardo tecnologico che la frena e se proseguirà nel percorso di integrazione dei mercati.
leggi tutto
riduci