10 APR 2025
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America sociale. Conversazione settimanale con Giovanna Pajetta

RUBRICA | di Ada Pagliarulo - RADIO - 17:35 Durata: 29 min 40 sec
A cura di Alessio Grazioli
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La retromarcia a sorpresa di Trump: dazi sospesi per 90 giorni.

La ricostruzione del Washington Post: 'Le diciotto ore che hanno fatto cambiare idea a Donald Trump': un gruppo di senatori repubblicani ha fatto pressione perché arrivasse ad un ripensamento, il Segretario al Tesoro Scott Bessent ha fatto altrettanto, molti capi di Stato hanno chiesto al Presidente di non procedere (non ultima la presidente della Confederazione svizzera Karin Keller-Sutter), il CEO di JPMorgan, Jamie Dimon ha paventato un rischi orecessione per gli Stati Uniti.

Trump inizialmente ha resistito e si è vantato
della scelta sui dazi ad un incontro con parlamentari repubblicani ('These countries are calling us up, kissing my ass'), poi ha giustificato la retromarcia sostenendo che aveva in mente di compierla da giorni e che tutto rientrava nella sua strategia.

Sollievo a Wall Street, ma il clima di incertezza allarma gli investitori e gli imprenditori.

Fallisce l'operazione Tik-tok, i dazi alla Cina restano, con i timori connessi al possesso dei titoli di Stato Usa da parte di Pechino.

I sondaggi attestano uno scarso gradimento dei dazi da parte degli americani: secondo un sondaggio della Quinnipiac University il 72 per cento degli interpellati ritiene che le tariffe danneggerebbero l'economia.

Molti americani contrari ai dazi verso il Canada.

Ma a chi spetta la decisione di imporre dazi? Alcuni repubblicani hanno preso l'iniziativa: il senatore dell'Ohio Chuck Grassley ha sottoscritto una proposta di legge con la senatrice democratica Maria Cantwell per restituire al Congresso la potestà di approvare i dazi decisi dal Presidente.

Sul fronte Dem, grande soddisfazione per le manifestazioni di protesta contro Trump e Musk che si sono tenute in oltre mille città con lo slogan 'Hands off'.

La Corte Suprema e le sue decisioni sull'espulsione dei cittadini venezuelani e sui 16mila dipendenti federali licenziati.

L'ordine esecutivo di Trump per eliminare le restrizioni sulla quantità di acqua utilizzata nelle docce.

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