Rassegna delle riviste di politica e storia

Parliamo di storia anche oggi in questo spazio della programmazione di radio radicale per le nostre segnalazioni di oggi ci serviremo di due riviste Studium e il Molino entrambe l'abbiamo già usate nelle scorse settimana scorse puntate che potete
Recuperarle se avete curiosità facilmente
E nel nostro archivio on line ma sul nostro sito partiamo da Studium l'ultima l'ultimo numero l'ultima pubblicazione del due mila e il ventiquattro il titolo di questo numero è questo la persona tra auto formazione e impegno sociale anche oggi cercheremo in qualche modo i trovare un collegamento tra i testi che vi segnaliamo il primo è di Raffaele Manica si chiama tracce sparse per Flaiano è Chiaromonte sono due nomi che avete sentito spesso da radio radicale vediamo questo saggio come sempre vale la raccomandazioni di leggerlo integralmente nel qui
Leggiamo solo qualche qualche passaggio il filo sarà appunto attraverso questi due personaggi una traccia ecco che inseguiamo oggi attraverso questi due personaggi vicinanza
Dice Raffaele Manica tra Nicola Chiaromonte
E ed Ennio offre la Flaiano di questa vicinanza si vorrebbe sapere di più di quanto al momento consenta meno di fare nuove scoperte qualche traccia scritte descritta talmente esigua quasi si stenta a voi a riconoscerla in maniera adeguata ma in realtà questa vicinanza c'è il testo
Appunto insegue questo ragionamento si tratta di due scrittori di grande potenza e originalità intellettuale alla cui forza non consegue nessuna esibizione muscolare Chiaromonte spiega Chiaromonte spiega manica come altri scrittori e filosofi non bene editi al sistema ma alla comprensione delle cose per esempio Ortega interasse
Camion o Isaiah Berlin pensa alla politica come una cosa che riguarda prima di tutto la convivenza civile
Come il tratto fondante e fondamentale della civiltà della politica è un attore negli anni della gioventù col suo antifascismo
Dopo che l'attivismo a Parigi lo porta a combattere nella guerra di Spagna ne diventa uno spettatore critico al mondo di al modo di Raymond Aron nella maturità una volta tornato in Italia dopo gli anni di peregrinazione e di esilio in Francia e negli Stati Uniti
Nel suo tratto liberale trova resistenza capire Gobetti ed è critico con Croce
Nel tratto del socialismo liberale entra presto in dissenso con Carlo Rosselli ritenendo che la politica sia prima questione di cultura e poi di azione nel suo tratto socialista
Anche per essere stato messo sull'avviso da colui che ritiene il suo unico è vero maestro Andrea Caffi da subito anticomunista
Non solo anti stalinista come ha precisato con Leo Valiani su questo percorso si incontrerà con Ignazio Silone in un rapporto pieno di cui abbiamo parlato spesso in questa trasmissione ma dare di radicale in generale
Un rapporto pieno di conflitti ma chi avrà il merito di produrre una delle riviste di politica e e cultura più brillanti del secondo dopoguerra Tempo Presente
In una rivista americana pubblicata nel mille novecentoquarantasei il testo di una conferenza tenuta qualche tempo prima anni Jorge al Greenwich village in un clima tempestoso di fronte a un pubblico di intellettuali della sinistra americana spesso trotskisti spiega l'autore lì
E allora poco più che un modo per dire non stalinisti
Ha reciso alla Reed alla radice i presupposti del marxismo cosiddetto scientifico perbene
Beh che perplessi quegli intellettuali da Dwight Mac Donald a Mary McCarthy
Renderanno onore poi alla forza del suo pensiero che come certe medicine arrivata alla sua maggiore efficacia nel lento rilascio più avanti l'autore di questo saggio prosegue Chiaromonte è un uomo che alla suo o a che alla propria ho unica causa nella libertà in una delle sue pagine e pagine più celebri il gesuita ha colto una volta per tutte dice manichea
I sintomi di malattia della Società italiana nei suoi tratti di conformismo
E di trasformismo non pamphlet
A dedicato a partire dal titolo che sigla gran parte della sua opera le varie facce dell'ipocrisia il tempo della mala fede un testo del mille novecentocinquantatré
è un testo che poi un titolo che è stato usato anche in altre in altre occasioni il sottotitolo dice il comunismo e gli intellettuali
E così è in quegli inverni freddi dice manica ma il tempo della mala fede come sigla
Riguarda tutti quei comportamenti che preferiscono le menzogne utili
R. lega non uno scantinato della storia le verità inutili che li continuano a vivere
E da lì devono essere liberati tempo
Della mala fede è anche il titolo di un altro libro più recente di Gerbi in cui si parla appunto di scelte che forse possono essere
Ricondotto in qualche modo agli stessi ragionamenti e stiamo evocando oggi ma riguarda un altro ambiente
E riguarda la vicenda di Colorni e Piovene di cui alcune volte abbiamo parlato prosegue Raffaele Manica invece e nel suo testo che vi siamo leggendo tracce sparse per
Flaiano Chiaromonte lettori di Flaiano saranno dove come cogliere in questo percorso tante Analogie con Chiaromonte vengono elencate qui facciamo degli ampi salti perché appunto il focus poi di questo saggio
Le di carattere letterario e ci allontanerebbe un po'dalla nostro ragionamento tra Flaiano che era titolare della critica teatrale per l'Europeo e Chiaromonte che ero era per il mondo
Bene appunto autoindagini anche che ci sia stata una interlocuzione
Che non abbiamo ancora diciamo sotto mano ma tracce di rapporti tra i due amici si possono trovare scrive è un poco più avanti nell'epistolario di Flaiano Flaiano il sei ottobre del mille novecentosettantuno
Come attingendo da una memoria densa e a antica e quindi a questo da diciamo il motivo per questa ipotesi che fa Raffaele Manica
Scrive sei una scrive questo a Chiaromonte questo si trova appunto nell'epistolario di famiglia non sei una di quelle rare persone forse la sola il cui giudizio vale per me
La tua solitudine è la mia due solitudini fanno già un baluardo
E se ne andranno disse Raffaele Manica in Suni Tullia di lì a poco ma ancora affogando nel lavoro tra le carte tra articoli da consegnare all'inizio e alla fine dell'anno successivo
Nel suo primo giorno da sopravvissuto in un appunto Flaiano annota diciotto gennaio muore Nicola Chiaromonte grande un uomo
Grande amico e poi scrive inserendo una distinzione dunque in quanto
Era stato già osservato insomma buon amico e anche questa un'attestazione importante e l'Autore approfondisce poi con molte notte molti particolari questi
Suoi giudizi c'è poi una lunga analisi anche
Sul tema del teatro che saltiamo prima andiamo al testo di Raffaele
Manica che poi verso la conclusione
Fa una ragionamento che vi leggiamo nella redazione del Mondo di Pannunzio credo che dice manica
Dopo il periodo iniziale dedicato a scritti di varia umanità questa realtà una citazione con la titolarità della rubrica di teatro la posizione di Chiaromonte
Si sia fatta piuttosto marginale
Si dice che il direttore Pannunzio avesse nel suo studio un ritratto di Cavour alle spalle è uno di Croce sulla scrivania Parente si aggiunge aggiunta mia
Mi sembra di ricordare che Angiolo Bandinelli radicale storico uomo di
Straordinaria cultura diciamo di formazione poliedrica come dire
Ha collaborato al mondo Bandinelli pubblicò alcuni articoli sul mondo e credo che in una delle interviste rilasciate non moltissimi anni fa Bandinelli proprio parlo anche gli di questo particolare della dello studio di di Mario Pannunzio
Ecco si dice scrive money money che andiamo avanti sia il direttore d'Annunzio avesse nel suo studio un ritratto di Cavour alle spalle
Uno di Croce sulla scrivania l'antico polemista sulle colonne di Giustizia e Libertà sulle ragioni del Risorgimento e l'autore di un saggio critico su Croce liberalismo italiano non avrebbe condiviso
Il senso di quei ritratti è un ragionamento questo
Eppure c'è un rapporto di Daria vere assai vivace tra leader tra le idee di Chiaromonte quelle del settimanale come si può evincere dalla lettura di tanti corsivi di tempo presente
Flaiano anche redattore vi fu più attivo furono contro ogni forma di egemonia e organici solo a se stessi e gli Autori stimati qui manica sembra usare
Il termine egemonia nel modo in cui viene molto spesso usato oggi
Così che entrambi
Permettono di osservare quanto diverso a fosse la considerazione del fatto letterario anche in ambito politico ovvero il maggior peso e il maggior prestigio della letteratura
A quell'altezza del novecento ecco noi ci fermiamo qui con questa citazione
Per la quale non facciamo giustizia
Dati i tempi della nostra trasmissione vi ricordiamo abbiamo letto qualcosa di questo lungo saggio di Raffaele manichea che trovate sulla rivista Studium il numero quattro l'ultimo del due mila ventiquattro si chiama
Tracce sparse per Flaiano e Chiaromonte ecco parliamo appunto
Dell'altezza del novecento e torniamo a un discorso che abbiamo tentato tante volte
Di fare
India questa trasmissione
Anche il senso il del nostro rapporto del rapporto di ognuno di noi con la storia alla memorie anche le aspettative che forse ci sono
In questo rapporto prendiamo per tentare questo ragionamento ancora una volta
La per rivista il mulino il primo numero del due mila e venticinque che dedica proprio a un primo tentativo
Di periodizzazione della storia degli anni Duemila
Questo questo numero un quarto di secolo nella puntata scorsa per chi e volesse riascoltarlo abbiamo letto anche ma abbastanza prodigo approfonditamente uno dei saggi di questo numero quello del professor Orsina poi de ve ne daremo anche conto nelle prossime puntate perché ce ne sono anche di altri molto importanti però vi vogliamo leggere per tentare di costruire questo ragionamento una puntata di oggi il tema della memoria ma anche il rapporto
Che ci lega alla nostra memoria la storia comune qual è l'aspettativa diciamo che possiamo riporre in questo rapporto di
Rileggiamo qualche passaggio dell'editoriale che dovrebbe essere del direttore l'editoriale di presentazione direttore della pubblicazione appunto delle mulino che è Paolo Pombeni perché non è firmato il
Il testo che vi leggiamo e l'editoriale di presentazione e che ci permette di fare questo ragionamento sulla storia le date storiche scrive
Sono simboli costruiti dalla cultura i in genere in genere ex post per forza
Per fissare nel tempo un momento a cui si attribuisce un significato particolare
è un po'anche il meccanismo che abbiamo noi nella nostra memoria individuale forse è anche questo uno dei degli aspetti affascinanti della storia ma questa è una mia personale
Una mia personale osservazione con il rinvio per esempio un evento materiale e culturale o di altra natura si riassume così un fenomeno a cui sì conferisce la qualità
Di essere svolta spartiacque qualcosa che costringe a fare i conti con un prima e con un dopo
Avvicinandosi la conclusione del Novecento gli storici discussero sulla plausibilità della scansione in secoli per distinguere le fasi nella nostra vicenda e lasciando da parte per il momento la questione pur non
Il rilevante che ci riferiamo a scansioni basate sul modo di contare il tempo in nell'Occidente perché sotto altri cieli e culture i calcoli sarebbero differenti
Noi questo contesto viviamo di questa cultura siamo un prodotto per cui senza pur senza ignorare il problema ragioniamo con i parametri che sono collegati a questa esperienza per forza di cose
Dunque per spiegare come sia nata l'idea appunto di questo tentativo di Pierre per i utilizzazione dei degli anni due mila un quarto
Di secolo non possiamo perché ricordare dice probabilmente Pombeni che la nostra cultura abbia maturato la sua sensibilità per il tempo segnato da scansioni e mutamenti sarà per la rivoluzione della cultura cristiana che ha portato l'idea del Tempo lineare e progressivo contro quella per esempio greca classica del tempo circolare
Sarà perché tutto sommato continuiamo a pensare per ora con crescenti dubbi di essere inseriti in un itinerario di progresso e sviluppo continui
Sta di fatto che abbiamo reagito appunto alla data simbolo del Duemila interrogandoci su quale strada stavamo prende questo forse questo passaggio è il ragionamento di oggi che strada
Stiamo prendendo forse è questa una delle domande che presuppone le lo stimolo e l'idea di rivolgersi alla storia
Il passaggio di secolo come un simbolo che racchiude un'incognita insomma da decidere poi se positiva o negativa non è una acquisizione recente spiega l'autore di questo editoriale mettiamo da parte il riferimento al primo al compimento del primo millennio quindi partiamo da lontano ma vedete un percorso abbastanza agile quando la diffusione della profezia sulla fine del mondo basata su una disinvolta lettura
Dell'apocalisse e e di frasi di alcuni mangia riapro apocrifi registrò un fenomeno di paura diffusa
E veniamo però alle cose più vicine a noi già il passaggio dal Settecento all'Ottocento venne vissuto come un tempo di trasformazioni un'età di valico o per far ricorso
Ha qualche memoria scolastica dice l'autore dell'editoriale come i due secoli lunghi contro l'altro armati citati da Manzoni nel cinque maggio
Questa sensazione si diffuse nella cultura europea anche nel passaggio dall'otto al Novecento
E questa volta con la tesa di un futuro aureo
Che presto sarà inghiottito nelle trincee della Prima guerra mondiale sintesi molto efficace questa Losi celebrò in realtà prima della prima guerra mondiale con grande spettacolo
Di danza in sei parti il Baldo Excelsior che voleva rappresentare l'allegoria della vittoria di luce civiltà contro oscurantismo nemico di progresso
Sono con le lettere maiuscole si fa riferimento al ballo appunto con undici quadri
Che esaltano le grandi opere e invenzioni di quel periodo il battello a vapore il piroscafo la pila di Alessandro Volta il telegrafo la lampadina di Edison il Canale di Suez il traforo
Del Moncenisio opera italiana questa di questo balletto la parte minimi chiara di Luigi Manzotti la musica di Romualdo Marenco rappresentato a Milano l'undici gennaio del mille ottocentottantuno
Ci siete ammessi in moto per tempo scherza logore grande ballo ebbe notevole successo
E girò il mondo con l'apoteosi della esposizione universale
Di Parigi del mille ottocentottantanove altro un monumento al progresso con la torre tutta di ferro di Gustavo FI manufatto che avrebbe dovuto tutti sanno essere smontato a conclusione
Della esposizione come si diceva allora era la tesa per l'aprirsi più secoli progresso presso la stessa
Possibilità che scoppiasse una grande guerra europea allora si diceva fu a lungo giudicata remota in un'epoca di sviluppo socio economico e in liste retta undic'di stretta connessione fra i sistemi industriali dei grandi
Paesi quel che accade poi lo sappiamo tutti ma non fu un modo per cancellare nella vita economica e sociale quei progressi e si erano intravisti e celebrati bensì per manipolarli inserirle in una catena di conseguenze abbastanza diverse dall'immaginario dell'ultimo ventennio
Del diciannovesimo secolo
La fine
Del ventesimo secolo è stata per molti aspetti più travagliata ma anche essa tutto sommato ricca di illusioni sulla fine della storia qui la l'arcinota citazione di Francis Fukuyama ma per altri versi Erix ops mamma che appunto parlava di secolo breve ma qui poi il ragionamento
Diventerebbe un altro per il crollo inatteso almeno in tempi così rapidi dell'impero sovietico nel mille e novecento ottantanove mille novecentonovantadue tanto da presupporre una abbastanza rapida un Moloch azione del mondo all'economia capitalista
Al sistema liberaldemocratico nel quadro perché no del tramonto delle ideologie religioni e dell'affermarsi delle fari mento delle culture in vario modo comunitarie per lasciare spazio solo quella dell'individualismo in cui ognuno e legge a se stesso qui forse naturalmente non è il luogo adatto ma si potrebbe entrare più nel merito di questi di queste categorie ma lo si farà in un'altra occasione
A dire il vero dice l'autore di questo editoriale di apertura del numero del Mulino che stiamo leggendo un piccolo o brivido c'era stato nell'affrontare la mitica data dell'anno Duemila soprattutto per la paura
Rivelatasi presto infondata del millennio un Baggio
Ossia la difficoltà di sistemare i da tali dei sistemi informatici a una Comboni comminazione matematica che contemplasse il passaggio al nuovo millennio molti di noi lo ricordano lo ricordano chiaramente non accade invece nulla ma retrospettivamente possiamo considerarlo questa una
La riflessione
Da notare come la spia della nascente consapevolezza di un rapporto problematico forse pericoloso con le macchine di calcolo che erano ormai molto più di quello questo già nel Duemila
Certo oggi di fronte alla rivoluzione dell'intelligenza artificiale appunto è già iniziata con il suo sviluppo
Che in modo confuso si prospetta le prego le preoccupazioni di allora ci paiono risibili ma non è il solo versante che ci fa capire quanto sia cambiato il mondo in questo primo quarto di secolo da questa consapevolezza dalle domande che da essa nascevano ci siamo mossi nel progettare appunto questo lavoro che vi stiamo citando si può certamente sottolineare che i fenomeni di cui si occupano i testi del numero del Mulino
Che vi stiamo citando non si sono presentati tutti in un colpo appartiene dall'anno due mila questa è una importante dotazione in realtà sul fatto che appunto le per rivisitazioni sono che sono anche degli strumenti diciamo pure mnemonici che ci aiutano a capire la storia
Prosegue l'autore gli storici sanno bene i grandi periodi di transizione da un'epoca all'altra
Non registrano questi bruschi passaggi ma percorsi complesse in cui il vecchio e il nuovo convivono si libera rinviano emergono e si inabissa nel continuazione ovvia mente dice l'autore
Questa non è una scoperta recente nel mille novecentodiciannove lo storico olandese
Giovanni Zynga pubblicò un'opera destinata a diventare un un classico rielaborato e rieditato più volte dal suo stesso autore che si chiama l'autunno del Medio Evo in essa si confrontava la vulgata per cui chi ci sarebbe stato un passaggio netto dal Medioevo all'età moderna passaggio concentrato in pochi anni reso esplicito da alcuni eventi in realtà dice l'autore di questo editoriale in realtà certificò appunto Yuzhi indiano grande storico come nella natura le stagioni evolvono con lunghe fasi di mezzo da qui la metafora dell'autunno così avviene anche nella storia
Esserne consapevoli significa accogliere meglio le grandi evoluzioni la transizione in corso registra cambiamenti che sono sempre però più evidenti
La geopolitica non è quella che si era stabilizzata dopo la conclusione della seconda guerra mondiale la percezione dell'antropologia umana sta mutando
Le categorie culturali sociali politiche e religiose che abbiamo ereditato dalle Lobo razione che si è fatta che si è avuta fra settecento e Beta novecento sono quantomeno messi in discussione anzi a dire il vero nella loro ortodossia tra virgolette consolidata non reggono proprio più di fronte a un panorama un panorama dominato o dai profeti della demagogia che vogliono farci credere di sapere già come andrà a finire o dai sacerdoti della reazione
A quelle profezie secondo i quali li non si deve assolutamente andare per cui è meglio fermarsi o se fosse possibile arretrare abbiamo pensato che fosse tempo di offrire strumenti per capire non dove andremo a finire ma Sucre strade stiamo avanzando inattesa di elaborare lamenta in questa frase arriviamo al traguardo diciamo della puntata di oggi appunto abbiamo preso da questa frase il ragionamento che abbiamo cercato di sviluppare poi il numero del bulino che vi stiamo segnale andò ricordiamo ancora il primo numero del due mila e venticinque che si chiama un quarto di secolo prosegue nella pagina successiva questa anche abbastanza
Interessante da notare con una citazione di Eugene che nell'autunno del Medioevo nel mille novecentodiciannove ogni epoca lasciando nella tradizione più tracce della sua sofferenza che della sua felicità e sono le calamità che diventano storia e questo ancora giuramento che altre volte
Abbiamo cercato di dire di approfondire oggi si parla anche dell'effetto del trauma che agisce nel tempo della storia non agisce solamente sulla memoria individuale ma sembra agire anche su sulla memoria comune in qualche modo con dinamiche
Da non semplificare naturalmente perché porterebbero a un discorso diciamo banalmente banalmente deterministico ma come abbiamo notato va appunto in questo saggio il ragionamento è anche dell'approccio di cosa raccontare davvero poi significativo il il passaggio in cui l'autore dell'editoriale e abbiamo detto potrebbe essere Paolo Pombeni dell'editoriale
Di apertura ricordava il tentativo che si fece con appunto nel tentare di mettere alcuni punti fermi sull'Ottocento e qui naturalmente entra in gioco non elemento inconsapevole del trauma appunto dalla citazione
Di il sindaco ma dalla consapevolezza di costruire una memoria anche naturalmente senza rimuovere i traumi e le sue motivazioni anche le grandi conquiste per esempio quelle dell'Ottocento
Il battello a vapore il piroscafo la pila di Alessandro Volta il telegrafo la lampadina il canale di Suez e il terrazzo il traforo del Moncenisio naturalmente questa celebrazione che nel nel periodo successivo si è deciso di tenere in piedi perché davvero era significativa l'esposizione universale di Parigi del mille novecentottantanove con la Torre SLA che ancora ci ricorda forse tra il valore simbolico che si può attribuire a a questa o a straordinario monumento oggi possiamo
Rappresentarlo così c'è proprio questa idea no dell'il delle grandi conquiste che pure ci sono state che fanno parte e del del mare magnum della nostra memoria e che sono appunto degli elementi che ci sono sulla strada
Sulla quale stiamo avanzando inattesa di elaborare lamenta con questo ragionamento ci proviamo anche per oggi con questa trasmissione e vediamo appuntamento la settimana prossima