Parole della giustizia. Vittime

Grazie grazie buona sera a tutti prego
Volevo salutare per particolar modo onorevole Di Biase che ispiratrice di queste iniziative che ormai sono tre se non sbaglio
E faccio i complimenti per la costanza anche perché poi partire può essere anche facile perseverare che è sempre difficile almeno così diceva mia cara nonna e penso che avesse ragione insomma e poi ringrazia tutti i parlamentari presenti ringrazio ovviamente i relatori di questa
Sarà l'atto
E gli ospiti e voi tutti che siete presente
è un piacere ospitare l'associazione fare
Alla Camera dei deputati
Quello di oggi è il terzo appuntamento della riflessione avviata in questa sede sui temi della giustizia riparativa
è un'occasione preziosa per ragionare su un modello che mira a favorire la riconciliazione tra che ha causato il dolore e chi lo ha subito
Mi riferisco chiaramente alle vittime
E sono loro le protagoniste della parola di oggi
La giustizia riparativa pone infatti al centro del suo percorso la vicenda umana di queste persone
è un luogo distante dalla formalità delle aule giudiziarie giudiziarie
Ma nel quale le vittime del reato possono partecipare attivamente con la propria voce esprimendo le proprie esigenze e le proprie emozioni
Per cogliere la potenzialità di questo spazio di dialogo penso sia importante ascoltare che ha perso i propri cari a causa di crimini spietati
Come Manlio Milani Presidente della Casa della memoria di Brescia che saluto e ringrazio per essere qui
Grazie
La scelta di incontrare i responsabili di atti di terrorismo lo ha aiutato a comprendere il motivo di tanta violenza
E soprattutto trovare la forza per andare avanti questo coraggio indica la volontà di non chiudersi in un sentimento di vendetta e di promuovere la cultura dell'ascolto capace di trasformare la sofferenza in una testimonianza
Un cammino che ovviamente non cancella e che non dimentica il torto subito al contrario
Si dovrebbe partire dalla sua accettazione per guardare al futuro e così si potrebbe riuscire aggiungere più in profondità cercando di dare risposte a domande rimaste in sospeso per anni in questo senso la giustizia riparativa si pone come uno strumento parallelo e non alternativo a quella ordinaria
E proprio l'incontro l'elemento indispensabile per ricostruire il tessuto sociale lacerato
Dalla reato permettendo alle vittime e colpevoli di riconoscersi reciprocamente come persone e non solo come parti di un processo
Solo così così è possibile per entrambe le parti guardare al futuro senza dimenticare auspico dunque che da questa giornata Posse Marzaro una riflessione utile per la diffusione di una maggiore consapevolezza su un argomento così significativo
La giustizia riparativa insegna che anche dinnanzi al dolore più grande
è possibile costruire ponti di comprensione e di speranza e promuovere una cultura della responsabilità della verità e della dignità delle vittime vi ringrazio
Buona sera tutte e tutti un sentito ringraziamento alla presidente della Camera Lorenzo Fontana per la sua presenza anche oggi e per alle parole che ci ha voluto rivolgere insoluto ai colleghi parlamentari
In particolare al senatore Alfredo Bazoli e un grazie a tutte e tutti voi per essere qui
Il professor Adolfo Ceretti padre della giustizia riparativa italiane coordinatore del gruppo di ricerca che ha scritto
La disciplina organica della giustizia riparativa e Manlio Milani presidente dell'associazione dei familiari dei caduti nella strage di piazza della Loggia e presidente della Casa della memoria di Brescia
Per noi autentico e instancabile interprete dei principi della nostra Carta costituzionale
L'associazione fare sta organizzando una serie di dialoghi sulle parole della giustizia questo di oggi si due ad un emozionante dialogo tra niente more Adriana Faranda sulla parole incontro siamo certi che sia necessario impegnarci a trovare un altro possibile
Vocabolario delle parole della giustizia passando come dice il professor Ceretti da una giustizia verticale a una giustizia orizzontale
Ma li ho Milani nella sua lunga e generosa attività di testimone ha restituito la parola vittima al campo della responsabilità civile e politica
La vittima è un soggetto storico non un semplice oggetto del male ma una coscienza che si interroga che testimonia che agisce e qualcuno che pur colpito dalla violenza sceglie di non restarne prigioniero
Che cerca nel racconto del proprio trauma una strada non Latteri risarcimento privato ma per la costruzione di una memoria pubblica una memoria che non divide ma che unisce che non serve a contrapporre ma comprendere siamo tutti messi in guardia dalla privatizzazione del dolore
Quando la sofferenza viene trasformata in identità esclusiva la vittima rischia di cadere in una logica di rivalse rancore diventando ostaggio del fatto che ha subito il suo racconto è anche un atto politico
Impone alle istituzioni una responsabilità quella di dare spazio di ascoltare di riconoscere non basta essere con le vittime in modo astratto cerimoniale occorre mettere in discussione i meccanismi che hanno prodotto l'ingiustizia occorre vigilare sulla coerenza democratica aprire gli archivi rifiutare ogni forma di delega passiva la magistratura qua la storia ufficiale ce lo dice chiaramente
Il dolore delle vittime non può restare fuori dalla storia se si ignorano le parole si corre il rischio che a scrivere il racconto collettivo siamo soli carnefici
E questo è inaccettabile perché ce lo ha ricordato Milanin con immagini struggenti la vittima è colei o colui che ha visto il volto dell'altro cancellato dalla violenza
Chi ha visto un nome trasformarsi in numero una vita diventare oggetto e in quel momento ha compreso che raccontare significa resistere alla disumanità azione
E infine la giustizia riparativa non può essere un gesto privato sentimentale deve avere una dimensione pubblica costituzionale
Deve servire a ricucire le fratture tra dolore riconoscimento memoria e responsabilità
Perché solo così la Repubblica può ritrovare il proprio fondamento etico il proprio patto originario allora ancora una volta ci chiediamo
è possibile costruire una giustizia che si emendata dalla crudeltà
è possibile una società in cui la vittima sia riconosciuta senza essere dovrà Prata
A questa domanda non possiamo rispondere con una sola parola ma possiamo provare a seguirne il sol quo come in quel detto contadino
Che Milani uscita e che ci guida anche oggi quando devi arare di notte
Per andare dritto devi guardare le stelle proviamo anche noi a seguirle
Illustre Signor Presidente della Camera Lorenzo Fontana illustre onorevole Michela Di Biase grazie per questo secondo invito che mio onore che condivido questa volta con il mio antico amico antico solo perché la nostra amicizia risalente sia ben chiaro Manlio Milani
Un grande saluto anche ad Agnese Moro e Adriana Faranda che ci hanno accompagnato la volta scorsa
Parlare dell'esperienza del libro dell'incontro che ho curato con padre Guido Bertagna e la professoressa Claudia Mazzuccato né esperienza che come ho già ribadito la volta scorsa
Fa tremare le vene ai polsi come scriveva il poeta
Oggi mi limiterò a prendere la parola per tratteggiare qualche profilo pubblico e non di Manlio Milani
E dire brevemente come risuonate risuona dentro di me
Quando l'ho conosciuta metà dei due mila e leggendolo subito come un mio altro significativo cioè a dire un interlocutore significante anche nella mia conversazione interiore nei miei soliti no qui
Ma ma io nel corso degli ultimi decenni ha mostrato al Paese Italia tutti noi cittadini attenti alle vicende storiche tante strade da seguire sul piano politico
Etilico e di più sulle modalità virtuose di gestire le relazioni col mondo con ciò che sta alla fuori
Quello che Nietzsche definiva un mostro di forza senza principio e senza fine a meno che è un anello non dimostri buona volontà verso disse
Ecco Manlio è sempre stato un anello che ha dimostrato buona volontà verso disse
Per dare senso al mostro di forza senza principio senza fine che gli si è parato davanti agli occhi dopo il ventotto maggio settantaquattro quando sua moglie libera Bottardi Mauri
Rectius fu barbaramente uccisa insieme ad altre sette persone feriti furono centoquattro per lo scoppio di una bomba di di Gelli niente e dinamite di mattina c'è ordino vista
Manlio il piccolo grande uomo come ama definirlo riprendendo il titolo di un grandissimo film
Di Arturo penna del mille novecentosettanta ha combattuto a mani nude per più di quarant'anni
Spesso avvolto da una solitudine cimiteriale
Per ottenere la verità giudiziale verità giudiziale che per imporsi ha dovuto dribblare e tra l'altro prepotenti depistaggi da parte dei servizi segreti e di altri apparati statuali
Ebbene il piccolo grande uomo come il protagonista del film di penna ha fatto suo per compiere le sue battaglie di giustizia un patrimonio di valori improntato al rispetto alla lealtà
Prima di ogni altro verso i suoi nemici i giudici dallo sguardo miope gli stragisti e soprattutto i dischi teppista attori
è stata ed è proprio questa la cifra di Manilio la mitezza affiancata però dalla determinazione ad arrivare alla verità storiche processuale della vicenda che nella sua vita ha creato un prima è un dopo
Una determinazione che ha battuto ogni ostacolo a prima vista insormontabile
Per chi conosce da vicino Manlio Milani
Sa che al centro del suo esso che vi è la necessità di entrare in risonanza con le cose e le persone portarle ha una risposta attraverso il proprio a fare è il suo stile di vita
Che ha fatto propria nel corso della sua esistenza quella modalità di relazione che il grande sociologo Artù Tolosa ha definito appunto come dissonanza
La risonanza e la relazione primaria col mondo degli umani
è una forma di relazione a due sensi
Tra il soggetto e il mondo che si manifesta concretamente nella disponibilità a essere toccato dalle cose dalle persone e nell'inclinazione a rispondere alla loro chiamata
In una lì a Sondrio dissonante soggette mondo si toccano reciprocamente e si trasformano vicendevolmente
Lo si può sperimentali insegna rosa quando soggetto avverte la forza trainante di un legame con il mondo circostanze che si manifesta sotto il segno della cura
Della non indifferenza del valore intrinseco indisponibile
In queste occasione il presente si dilata e il furto della propria esperienza diventa temporaneamente la relazione
Una relazione non armonica o consonante perché la capacità di entrare in rapporto di risonanza con le cose presuppone una familiarità profonda con la condizione apposta di indifferenza ed estraneità
Che tutti conosciamo per esperienza diretta
Abitando al mondo complesso che distingue la tarda modernità per capirci nel mezzo delle sue battaglie per conseguire la verità e giustizia Maniglio ha sempre incontrato tutti quelli che gli hanno chiesto
Di incontrarlo accettando addirittura negli anni più bui delle in suo inchieste giudiziarie un invito a dialogare in una sede di Forza Nuova
La condizione di estraneità per lui non è mai stato un impedimento
Ma anzi una spinta a capire chi è l'altro da sé la vera occasione per esperire la dialettica dei mondi vitali ecco io voglio andare subito le appunto per lasciare la parola Maniglio perché so che non abbiamo
Un tempo illimitato e vorrei solo riprendere alcune parole che però ci danno l'idea di che cosa significhi questa risonanza che ho citato perché Manlio mi sì ha insegnato tante cose e uno di questi è proprio quello di un percorso molto saldo per uscire dalla paura e dalla demonizzazione reciproca dell'altro
Che cosa significa andare oltre la paura significa superare il trauma oltrepassare quelle passioni tristi che sono già state citate angoscia dis disgusto rabbia frustrazione risentimento rancore odio che rimandano a esperienze concrete e drammatiche di ingiustizia di vittimizzazione e di prevaricazione
E che segnano profondamente le vite individuali le relazioni sociali e gli assetti istituzionali
Cito Manlio Milani nostro compito è quello di andare oltre quell'immagine stereotipata che fissa queste paure come naturali e immodificabili per dare loro un altro significato
Io vi chiedo veramente di ascoltare queste parole che sono davvero straordinarie la vittima se seguiamo il cammino di Maniglio può compiere una torsione per rimanere viva anche di fronte al suo per per trattore
Provando a guardare sono parole sue alle ragioni della sua storia
Non per condividerla o giustificarla sia ben chiaro
E nemmeno per dimenticarla e qui ci si aprirebbe tutto il discorso del perdono
Semplicemente per determinare quella condizione di posare lo stesso sguardo sulle stesse vicende per comprendere quelle atrocità
Signor Manlio Milani
Accusa
Vedo che non mi dovete scusare no non riesco a star seduto se non vi dispiace
Ho bisogno di muovermi mentre scusate
Beh io credo generale ha molto preoccupato tenendo parlare in questa sala che considero essendo all'interno del cuore delle istituzioni per me è sempre stato un punto estremamente importante che ha segnato la mia vita
Prima in piazza Loggia cui siamo andati per difendere le istituzioni e successivamente per cercare proprio che pur avendo spesso e volentieri purtroppo le istituzioni o meglio uomini delle istituzioni contro la ricerca della verità eppure e questo non è soltanto un merito mio ma credo che davvero vada riconosciuto un grande merito di una città nessun incidente a quella città così pluralistica nelle sue fondamenta sostanziali
Che è appunto la città di Brescia
Ecco
E quindi mi trovo molto imbarazzato a maggior ragione dopo le parole che avete detto nella mia introduzione nella introduzione del Kenia che mi hanno preceduto quindi io ringrazio davvero tutti Ringo ringrazio il presidente Fontana è la prima volta ci tengo a dirlo
Che veniamo accolti in questa istituzione
Fu alcuni anni fa fu consegnato
E lo trovano con un punto importante Tarricone
Vorrei proprio dire questo la prima volta che incontrai
Adolfo Ceretti e le gli altri mediatori e le altre persone con la quale iniziamo a quel dialogo le prime cose che dicevo la prima sera fu questo però non deve essere un percorso fine a se stesso
Che riguarda soltanto coloro che dialogano tra di loro
Eravamo partiti in tanti secoli Ratti poi anche in pochi perché il percorso estremamente difficile estremamente pesante perché richiede l'apertura al dialogo ma soprattutto la prefettura all'ascolto
E quindi io oggi mi sento un po'imbarazzato maggior ragione proprio per questo ma veniamo veniamo noi
Io non posso prescindere
Dalla storia dal ventotto maggio lì e mio punto di partenza
E il punto di partenza ma è anche un punto di un punto di partenza ma anche un punto d'arrivo rispetto al come al perché siamo andati in piazza quella mattina
Qual era ciò che ci spingeva ad ad essere in piazza da loro in Piazza della Loggia
E non dimentichiamo di quegli anni terribili pesantissimi
E Brescia come le altre città è sottoposta a violenza
Prima cioè non sarà in grado di affrontare assieme a tutto il popolo italiano e quella straordinaria dimostrazione di pratica democratico che è stato il divorzio
Con quel grande spinta al diritto che uno Stato laico deve saper garantire a tutti
Le proprie possibilità di scelta
è uno dei centri fondamentali del pluralismo costituzionale
E quella domanda e quel più e quell'evento troverà una settimana dopo la risposta violenta di chi parte sempre dal principio che qui comando io e se non sei d'accordo con me allora non esisti
Una settimana dopo i fatti un ragazzo
E mi piace chiamarlo ragazzo al di là delle sue responsabilità di vent'anni sta per compiere un attentato la trasporterà sporto una bomba con quella motoretta li esploderà tra le gambe morirà
Quella in molti Rotterdam nella mani della manifestazione ventotto Maccia
Contro la violenza occorre mobilitarsi ecco questo il tratto fondamentale
L'appello che il Comitato unitario antifascista fa in quei giorni
Composto da tutti i partiti ci saranno le istituzioni organizzazioni cattoliche e laiche eccetera che organizza la manifestazione dal ventotto maggio in piazza diventa un appello alla responsabilità dei singoli
Noi siamo gli strumenti della democrazia ma la democrazia o si basa sulla partecipazione altrimenti è inevitabilmente è costretta a decadere anche per la sua fragilità la sua forza rispetto a questa flessibilità sta proprio nella partecipazione quindi quella manifestazione quell'appello con la dichiarazione dello sciopero generale
Significa esattamente questo adesso cittadini toccavo di ognuno di voi ognuno si assuma le responsabilità noi vi invitiamo a dire no alla violenza ma rinunciando alla violenza
Ma rifacendosi ai valori
Che altri prima di noi ci hanno permesso di avviene con questa libertà i partigiani la lotta di resistenza i costituenti che hanno costruito quella grande punto di riferimento quella stella polare
Che davvero costituisce il punto fondamentale quindi noi quella mattina ognuno di noi e portato scientifica
E anche qui si verificano tante cose
C'è chi dice io non ci vado perché non mi interessa e vado lavorare non rinuncio all'ossario che non è per ragioni economiche mai per la libertà di tutti
Altri fanno la metà strada
Sì non sciopero per non essere criticato dopo ma vado e e Alma però non vado in piazza noi invece scegliamo di andare in piazza dicono voi perché la sera prima eravamo io mia moglie Livia ed altre persone molte delle quali moriranno in piazza in Piazza della Loggia o resteranno profondamente ferite ci ritroviamo a cena con quel gruppo di amici che normalmente
Operavamo che faceva sviluppavamo la nostra attività la mattina dopo quindi eravamo felici
Felici finalmente pur consapevoli del clima pesante che c'era non soltanto Preci ma in generale ma dovevamo però esserci memore di chi con grande sofferenza ci aveva consegnato quel diritto non libertà e quel diritto di garantirla tutti quindi andiamo con questo spirito
La mattina dopo ci troviamo in Piazza della Loggia
E qui interviene il caso
Il caso che cosa cose cosa produce
Produce che ieri vivamente attraverso aberranti incontriamo i nostri amici a pochissimi metri l'orrore un attorno a quella colonna quel cestino con dentro la bomba e la coprirono tutta ecco un amico ne chiedo un'informazione Illy io Lidia ci separiamo
E quando a pochi metri dopo aver dato quella risposta mi sto avvicinando loro di improvvisamente comune con un qualche cosa che ti dice fai questo gesto li ho salutati
E nel salutare tutti scusate e nel salutarli lo scoppio di quella
Cosa avviene in quel momento
Che cos'è una strage teneva te ne accorgi immediatamente che cos'è una strage la strage la totale e assoluta avviso umanizzazione delle persone
Chi mette una bomba non parte dal principio chi andrò a colpire come avverrà nell'altro terrorismo dove le persone vengono scelte perché ritardando il processo rivoluzionario
Qui si usa le persone come semplicemente degli oggetti poi trasmettere delle poco del messaggi di paura per nascondere l'obiettivo finale
L'attacco al sistema democratico ma lì non viene più nemmeno chiarito mille nascosto questo perché la manifestazione ha proprio come scopo dichiarato la difesa delle istituzioni
Ecco in quel momento
Di fronte a quello scoppio intanto mi mi sovviene immediatamente un'altra cosa
Recupero gli scoppi che nella mia infanzia durante la guerra avevo sentito
Allora abbracciato mia madre che e quindi vivevo la paura immensa di quegli scoppi lingue ritrovo del mezzo
E allora il mio istinto quale però di gettar mia cercare qui corpi con gli amici solo che in quel momento non ricordo più gli amici ricordo soltanto mia moglie e mi preoccupo solo ed esclusivamente dalle fu un atto egoistico da parte mia umanamente comprensibile ma poi mi mi chiederò perché ho fatto ho pensato così
Perché ho pensato addirittura speriamo che lei non sia successo niente si è successo gli altri mi dispiace per loro
Ma gli altri erano appunto i miei amici con le quali la sera prima avevamo cenato insieme ecco io credo che qui ci sia una prima risposta
Da ricercare da chiedersi io ho pensato che questo che cosa atto qual è il significato di questo vuol dire che noi troppo spesso per per tantissime ragioni cerchiamo di fronte alla realtà delle cose anziché affrontarla
Cercare di dire va be avviene così lontano da noi perché deve accadere qualche cosa a me io sono qui e quindi partendo da questo principio noi rifiutiamo la violenza
O meglio rifiutiamo la realtà che produce la violenza
Questo fu il primo elemento che poi venni preso dono scommetto dallo non dalla paura ma da da un senso di perdita totale di fiducia negli altri
Perché in quel momento mi sono mi mi trovai a dire mano ieri ci eravamo tutti insieme così contenti e contemporaneamente altri uomini pensavano di uccidere qual è il meccanismo che porta a tutto ciò
Per me è da lì che inizia un viaggio e inizierà il viaggio ancora nel pomeriggio
Quando dopo essere arrivato da allora all'ospedale dove mi diranno guardi che sua moglie e morti io li dirò mi faccia la cortesia le pulisca il viso non potevo accettare proprio sporco sulle sue sulla sulla sua faccia
E quando nel pomeriggio ferrovia da quella da quello Vittorio ritornerò in piazza San Marco sa
Avevo bisogno di ritornare su quel luogo quasi per rendermi conto di ciò che sta di ciò che era accaduto non ero ancora completamente consapevole linguistici ci sarà il primo punto che mi porterà ad un ad operare alcune scelte perché quella piazza mi dirà immediatamente guarda che tu sei stato colpito ma quella bomba ha colpito tutti perché voleva colpire le istituzioni
E allora dobbiamo essere questo deve essere il tuo punto di partenza la tua vicenda privata la troverai tu le soluzioni ma il dato di fondo e questo cioè mi ha ricordato che anch'io da quel momento potevo Chirac essere considerato la vittima ma dovevo soprattutto riprendere un percorso di cittadinanza perché quella diventavano mia responsabilità e cerco
Punto il secondo elemento che scaturirà sarà la grande dire la grande risposta di quei giorni l'autogestione della piazza
Il servizio d'ordine esclusivamente con composto da cittadini sotto la guida delle organizzazioni sindacali perché in quel momento le istituzioni si sentivano dei poli
E questo elemento della partecipazione diventa un elemento centrale e diventa davvero il momento in cui anche giovedì che sono nati dopo
A Brescia in particolare ebbene misureranno il valore e recuperando il valore dell'esperienza storica riporteranno i valori della Resistenza e del il della Costituzione all'interno di questa di questa loro esperienza privato
Uno dei due uno degli ultimi manifesti che abbiamo affisso un ventotto maggio di due anni fa diceva noi non siamo testimoni perché c'eravamo siamo testimoni perché continuano ad esserci e questo è il vero messaggio
Ma da lì si dipana tutto un discorso nuovo il processo l'indagine di chi è stato come arrivare a tutto ciò affrontare il processo è stato un una cosa estremamente pesante per me petrolio misurato una prima cosa
è un è un no flash che mi era stato dato che avevo ascoltato arrabbiandosi al TG il giorno dei funerali all'omelia del vescovo quando il vescovo dirà anche in questo momento non dimentichiamo canino
Per me questo è un era quasi un'offesa spaccherà la chiesa su questa bresciana su questo tema però erano erano è una risonanza che mi resterà dentro
Ma il primo giorno che in cui si apre il processo
Io guardo quegli imputati era la prima volta che andavo in un'aula di tribunale riguardo sono tutti giovani tolto una persona
Il primo imputato PC principale che due anni dopo verrà ucciso per impedirgli di fare di di essere presente al al processo d'appello fermando Buzzi in carcere e verrà ucciso
Tutti e Concutelli
Due
Comandanti dell'estrema dell'estrema destra
Quindi
Li guardo li osservano e mi chiedo ma come è possibile che abbiano potuto fare tutto loro organizzare tutto fare questo non è possibile
E da lì inizia quindi un percorso di riflessione che mi porta dentro l'esperienza intanto scoprire che cosa è un processo
E le risposte a che non cita non ci sentivamo in quel momento il bisogno di giustizia perché di fronte a quel danno a quella tragedia a quella perdita provocata dal processo avevamo bisogno
Che la giustizia diventasse davvero tale e invece assisteremo a uomini dello Stato che hanno depistato terribilmente ma lo scopriremo vent'anni dopo alcuni di questi che hanno fatto delle operazioni di nascondimento
Di soggetti che già il giorno stesso vengono arrestati
Chi è stato condannato seppure in primo grado dal tribunale dei minori il tre aprile era stato arrestato il il ventotto pomeriggio
Di Maggio il suo alibi verrà poi falsificato e uscirà quindi e adesso invece è stato condannato ma ci sono voluti cinquant'anni
Prima di questo immaginate quindi il tempo il tempo che cosa che cosa ha prodotto
Quindi il processo diventa questo bisogno di giustizia che però non arriva e ti scontri con una realtà politico-giudiziaria che non potevi certamente immaginare ma soprattutto il processo mi fa sentire un'altra cosa
Mi fa sentire una vittima che cerca di avere i che tale in quanto ha subito un danno e vuole essere risarcita
Ma questo non risponde a una domanda di fondo che ruolo ha la vittima del processo
Nessuno
Che è rappresentata dal sostanzialmente dalla dall'accusa e questo guardate che Gemina tante cose
Una delle proposte che facemmo come associazioni era quella di affrontare l'articolo undici della nostra Costituzione ci sarà giusto il processo probabilmente adesso non è più indispensabile questo ma il tema fondamentale diventava questo
Mi sono reso conto che il processo in realtà è il processo al reato
E io partendo dal principio di di appoggiarmi all'accusa inevitabilmente e l'ho portato a considerare che l'imputato in zona era già di per sé è colpevole
Ma non potevo accettare questo
Perché in qualche nell'arte e nell'ambito del processo ciò che viene effettivamente messo sotto verifica
è il reato unisce
L'imputato è in una certa misura estraneo a quanto noi nel senso che lo che lì occorre evento dimostrare che lui è stato colui che ha commesso il reato
Ma il processo non mi risponde
Ad una domanda fondamentale laddove anche quando c'è la più c'è una condanna
Chi è costui che ha commesso un reato
Questo è stato un altro aspetto è stata per me nel porto un'importante scoperta esperienziali un motivo
Se Nanda condannati
Io do io abbiamo bisogno di sapere chi sono perché l'hanno fatto porre cioè le domande estreme che cosa che ha spinto a fare esso perché non hai fallito saputo valutare le conseguenze di quel fatto
Dunque e che su questo avevo bisogno anche di confrontarmi
Solo che l'imputato il primo condannato per Brescia arriverà quarantatré anni dopo nel due mila e diciassette
Vengono condannati il responsabile di ordine Nuovo Veneto ma del tutto l'alta Italia come mandante verrà condannato il Libano Carlo Maria Maggi
Che non ho potuto mai incontrare perché
Morirà poco dopo in quanto era anche piuttosto un malato
E Maurizio Tramonte spesso militante di Ordine Nuovo ma nello stesso tempo un uomo a libro paga fin dal mille novecentosettantatré dei servizi segreti e coperto da un certo generale che si chiama Maletti
Che fuggirà dall'Italia perché condannato per la strage di piazza Fontana scapperà dall'Italia in Sudafrica diventando cittadino Sudafrica
E mi dispiace che ha segnato si è stato presentato un libro
Per rendergli omaggio
Alcuni anni fa tre anni fa se non ricordo male proprio la figura perché bisognava fare che comperare la figura umana del generale Maletti scappati in Sudafrica e condannato attenti e e con tutte le operazioni
Che abbia offerto anche sulla strage di Piazza Loggia
Ecco queste domande
Nelle ci sono poster come costruire come uscire da questo certo uscire da
Da un tratto da una condizione in cui in memoria storica e soggettività andavano dovevano marciare insieme una in questo in quel momento era schiacciata rispetto all'altra come ricordavo velocemente prima
Ma il tema fondamentale per me era quello di dire come posso
A fine queste risposte chi è colui che uccide
Che cos'è quali idee noi abbiamo in testa rispetto a tutto ciò
Ecco che quando nel due mila nove cerco di farla molto velocemente nel due mila e nove mi viene offerto
Di entrare in questo gruppo di incontro in cui vittime e colpevoli in parte quasi esclusivamente o meglio esclusivamente della lotta armata
Ebbene io accetterò tra andarci e vado con alcuni pregiudizi
Chi sono quelli che andava il contrario perché vogliono importare cit quali ragioni
Però ero mosso dalla curiosità voglio capire ci può essere una persona ti uccido è un mostro
Ed è la prima domanda che mi pongo nel momento stesso il in cui li incontrerò
Dovremo stringere la mano avevo difficoltà
Come forse ucciso costringerà la mano di una persona che ha ucciso
Ebbene però dicevo ci voglio andare avanti devo fare questo e gli ho stretto la mano e lì è caduto il primo muro è una mano esattamente la via è una persona cosa vuol dire questo
E quindi inizia questo tipo di percorso banalmente attraverso il la consapevolezza che un muro è caduto il secondo muro che dovevo essere la quello di dire io le sto ad ascoltare ma li devo ascoltare senza pregiudizio
Devo mettermi sulla stesso piano loro
Voglio capire
Capisce che non significa giustificare ma voglio capire alle moto le motivazioni che hanno Ford che hanno portato al Ciak tenete conto
Che io mi ero iscritto al Partito comunista nel mille novecentocinquantanove e le persone che andavo di incontrare appartenevano tutta l'aria della sinistra
E quindi per me è una delle prime domande da dire perché io ho fatto questa scelta e loro no e la stessa cultura perché due strade completamente diverse quali sono questi presupposti per in cui all'interno di uno stesso mondo prendi due strade completamente diverso
Ecco io credo che per mesi è stato fondamentale
L'esperienza del diavolo che ho fatto dal dialogo che ho fatto all'interno del mondo del lavoro quando io rappresentante della CGIL di fronte a dei problemi
Che ha ha non andavo mai da solo
Andavo con Cgil Cisl insieme ci trovavamo
Insieme a come quella mattina in piazza Loggia discutevamo qual era la strada migliore insieme definivamo attraverso l'insieme di di punti di vista diverse le culture
Che avevano che che cd che si ricordava che ci permettevano di porsi di poter sviluppare un'azione diversa ecco io non ho mai dimenticato questa esperienza esiste quindi la possibilità di dire di no alla violenza
Ma questo apre il rifiuto che l'altro non è il mio nemico così come anch'io l'avevo pensato l'altro era il mio nemico collocato dentro la cultura di quegli anni quando si andava nei cortei si gridava
Basco nero il tuo posto il cimitero uccidere un fascista non è un reato e dalla parte opposta facevano esattamente la stessa cosa diventavano due muri contrapposti
E allora anch'io mi sono in quel momento proprio dialogando con con questi niente nuovi interlocutore che anch'io avevo avuto della responsabilità
Certo no rispetto al fatto in sé piazza Loggia ma rispetto a quel clima che ha anche portato alla stessa Piazza della Loggia
Perché qui il dialogo con loro metteva in discussione anche le mie certezze e lì ho capito che cosa dirà che cosa significava il il pensare all'altro come nemico
E badate bene che ne ho
Che lì da anni dopo ho recuperato un momento particolare di quel ventotto maggio quando durante i funerali un amico mi disse prove immaginare tu
Come sarebbero stati felici loro di avere questo funerale le bandiere l'atto agente le loro identità esaltate eccetera eccetera
E io al momento avevo ritrova aveva però altre cose però mi sono reso conto nel tempo
Che quella più quella ritualità quella quasi Mitologia in realtà mi faceva sentire come dire meno sofferente rispetto all'aperti perché avevo subito
Perché esaltava la mia identità ma mi rendevo conto che in quell'esaltazione io stesso credevo prigioniero di quegli stessi diritti e che quindi dovevo mettere in discussione
Quindi ho imparato nel dialogo anche questo questo elemento fondamentale
E il dialogo si è sviluppata insieme
Che altri elemento e chiudo perché giustamente e mi scuserete di queste
Così è un po'messe
Partito da un'altra cosa ma poi ho sentendolo cambia tutto
Ed è subito
Ah sì
Avvenuta
Allora allora
Allora allora più allora più così e li ha scoperto un altro elemento centrale e poi davvero con concluderlo
L'elemento centrale è stato vedete la vittima
Si sente quasi portatrice dalla sofferenza
Ma non è così
Misurando lì con loro misurante ENI con il loro racconto con la loro responso assunzione di responsabilità tenendo conto che dovrà avevano pagato il debito con la giustizia
E di fronte alla domanda ma che cosa vi ha spinto voi a volerci incontrare e loro ci hanno detto volevamo capire le conseguenze dei nostra atti perché non gli avevamo capito
Anche noi ci eravamo dice umanizzati e quindi nel confronto con le conseguenze che noi abbiamo prodotto sentire sentiamo il bisogno la possibilità anche noi direttori umanizzare cit
Io credo che questo sia davvero un un passaggio fondamentale che ci interroga tutti che integra con la Società di fronte a queste cose cosa possiamo fare perché non affrontare davvero
In maniera estremamente attenta il dialogo il dia e e il dialogo anche con chi ha commesso quei reati
Alfredo ogni tanto diceva dobbiamo dovremmo avere una sola
Sa di scambio tra verità e giustizia
Il tema di fondo diventa proprio la verità ma la verità significa anche ascoltare la memoria di chi ha prodotto quei fatti
Perché vedete io non condivido il tema della memoria condivisa e nemmeno il termine riconciliazione
Credo che la la memoria il risultato di tante memorie io ho la mia memoria ma chi ha ucciso alla sua memoria e queste memorie dobbiamo saperla mettere a averla conoscenza e poi stabilire in che termini una cosa è giusto piuttosto che sbagliata
Ma questo dipenderà dal come la storia si è si mosse si è messo in cammino che cosa ha determinato eccetera eccetera a Brescia abbiamo fatto un percorso del memoriale delle vittime delle stragi e del terrorismo
Sono quattrocento quantum formelle che partendo da Piazza della Loggia arrivano in Castello dove tutti i nomi delle vittime ci sono compreso la loro professione e dice e siamo partiti da una frase di Calvino
Nella morte tutte le vittime sono uguali mai nella storia che non li abbia delle dobbiamo collocare e allora il cuor con richiamo alla storia di ogni singola persona chi erano quali e cosa hanno fatto e lì
Parte l'idea però non dimentichiamo la vittima perché la vittima significa che in quel momento ci racconta che cosa significa violenza praticarla i subito la
Ma nello stesso tempo guardiamo la storia perché è da quel passato che noi dobbiamo cercare di apprendere ma dobbiamo anche saperlo saperlo superare io allora una cosa che oggi mi vorrei sento il bisogno di dire e che ancora oggi siamo dentro una logica di contrapposizione il mio morto contro il tuo morto
Le identità mia controlli tu identità esaltare questo significa riproporre i meccanismi della violenza
E noi dobbiamo avere la l'avrete visto
Agnese
E e e Adriana Faranda è possibile senza nessuno dimenticare
Senza niente dimenticare senza giustificare ma ognuno assumendosi le proprie responsabilità anche di fronte alla storia che si può derogare e si può davvero portare a termine un po'il consumo
Ecco permettetemi solo di chiudere con questa con questo aspetto
Parlavamo di dice umanizzazione del valore delle vittime a me preme ricordarle
Quelle vittime quelle otto vittime cinque erano insegnanti
La scuola ha pagato un tributo enorme in quella piazza si chiamavano Ottilia Alberto Crank Giulietta e l'UDC
Due uomini di tre donne anche questo ha un significato collochiamo cinque gli anni e collochiamo siccome le donne abbiano avuto la capacità di un risveglio amento che è stato indubbiamente utile per tutti ed è un percorso che continua che contino portarci avanti ancora
Ma tra cui cinque insegnanti ce n'era un altro
Luigi Pintor che mi piace ricordare perché abbandonò la sua Foggia
Per venire al nord in cerca di lavoro non li chiamavamo i terroni perché si portavano via il Foro ci portavano via le case i non c'era prendevamo conto che invece l'accoglienza diventava il punto fondamentale
Le altre persone le altre tre persone chi ero Bartolomé era un operaio
Li abbiamo il rapporto cultura e lavoro il lavoro inteso come affermazione della tua personalità ma anche come principio solidaristico nei confronti della società nel suo insieme le tasse
Poi abbiamo avuto
E un proprietario ritorni Vittorio era un muratore con una storia personale terribile dietro disse tre giorni no già dopo doveva andare in pensione non ce l'ha fatta
E morto in conseguenza di quella strage e infine un pruno accade perché cito per ultimo
Perché è opportuna tali aveva fatto la lotta di resistenza
E quella mattina era lì con noi per dirci ricordatevi noi abbiamo lottato ma sappiate che la democrazia non è mai un bene acquisito presso il questa è la storia di piastra uno
Chi si basa quindi su un principio di esaltazione della partecipazione come forza della democrazia e la forza della democrazia ha bisogno di saper guardare al passato
Ripercorrere quel passato Cappi ventotto interrogarci tutti da dove prendiamo ma proprio nello stesso tempo andare anche oltre quel passato
Mandarci oltre senza dimenticare che quello è un bagaglio che dobbiamo sempre aprire presente
In una lettera Livia mi diceva
Ho appena riletto potesse
Pietà tipo una sull'uomo
E aggiunge non concordo con Pavese
L'uomo non è soltanto pietà e paura l'uomo e azione uomo deve avere la capacità di poter vivere dentro il proprio stento storico
Senza illusioni ma senza disperare per me sono state parole grida
Voglio solo dire un piccolo grande uomo
Sarà ancora stato pure detto il Papa poi
Scuola sarebbe parlare favorire il valore del
Fatto