E se Pasolini ne aveva puntigliosamente formulato i capi d’imputazione, Sciascia, in "Todo modo", ne aveva di fatto esteso la terribile sentenza.
Di quel processo, di lì a poco, il rapimento e l’assassinio di Aldo Moro avrebbero rappresentato una tragica allegoria.
Ma ben diversamente sarebbe accaduto quindici anni dopo: che davvero, allora, l’intera classe politica italiana sarebbe stata pubblicamente … "processata" e l’assise dibattimentale chiamata a giudicare delle accuse rivolte a uno sconosciuto consulente finanziario di nome Sergio Cusani sarebbe assurta a palcoscenico carnevalesco del linciaggio rituale di tutto il sistema dei partiti.
Terrificante è il processo quando fedi, credenze, superstizioni, ragion di Stato o ragion di fazione lo dominano o vi si insinuano, aveva detto Sciascia.
Memore di quell’ammonimento, questo librino attinge da verità letterarie e verità processuali per interrogarsi sul senso e sullo scopo di quel "Processo": nel tentativo di cavarne una qualche verità che, oltre la cronaca, possa valere a futura memoria.
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