Corrispondenza di Augusto Sainati dal 78º Festival del Cinema di Cannes

Penso è il titolo del film con cui si è aperta ieri a Candela che risente realizzate prestigiosa sezione collaterale del Festival
Il film è stato l'ultimo progetto di Laurent Cantet
Il regista de la Palma d'Oro alla classe vincitore sulla Croisette nel due mila otto era già gravemente ammalato durante la scrittura del film e chiese al suo cosceneggiatore o ben Campiglio
Di portarlo a termine se lui fosse mancato come poi è accaduto
Il film dunque opera di entrambi e ognuno porta i suoi temi attenzione all'età adolescenziale per Cantù
La sensibilità per l'amore omosessuale per campi ceo
Il fine disegna il ritratto del sedicenne Enzo che rifiuta la scuola gli agi della famiglia borghese nella quale è nato per andare a scoprire il mondo
Per lui scoprire il mondo vuol dire fare qualcosa di pratico qualcosa con le mani
E non accettare più di imparare il cammino della vita dal padre professore universitario interpretato da Pierfrancesco Favino
Enzo fa l'apprendista muratore ma imparare il mestiere non è semplice sul cantiere incontrarla del un ucraino che lo accogliendo guida attraverso club Enzo scopre una sensibilità politica e una sensibilità affettiva che lo porta un amore accennato e non corrisposto verso il compagno di strada più grande Vlad invece torna in Ucraina perché in qualche modo sente di dover fare i conti con la guerra
Le loro strade si separano ma solo in apparenza entrambi finiranno confrontarsi con delle rovine fisiche ma anche simboliche Enzo Aer Corano in un viaggio nell'Italia archeologica con la famiglia
Vlad alchimie nella città bombardata
Il film si gioca su più piani narrativi e simbolici a volte lasciati come in dissolvenza
Col suo rifiuto della vita agiata penso esprime confusamente il disubbidienti incontrare finalmente la realtà
Che il troppo benessere lascia dilata al cancello della villa di famiglia
D'altra parte la vita del cantiere con il cameratismo dei compagni di lavoro e il sole mediterraneo che per le immagini ricorda il cinema di Roberti ti chiamo lo fa entrare in un nuovo mondo non senza ostacoli
E anche sul piano affettivo Enzo non è capace di dare a se stesso un'identità chiara
Tutto vacilla tutto al tempo stesso sembra chiaro
In un film che nella sua sospensione lascia comunque l'impronta di un'inquietudine esistenziale e in senso lato politica con cui la generazione di Enzo dovrà fare i conti da Cannes per radio radicale Augusto Sainati