Tra gli argomenti discussi: Cultura, Periodici, Politica, Rassegna Stampa, Storia, Unione Europea, Ventotene.
La registrazione audio di questa puntata ha una durata di 30 minuti.
Rubrica
Assemblea
Dibattito
09:30
10:00
9:00 - Roma
9:30 - Palermo
21:00 - Termoli (CB)
Buongiorno agli ascoltatori ecco c'è anche oggi all'appuntamento della programmazione di Radio radicale in cui vi parliamo di storia oggi per le nostre segnalazioni ci servili modi due riviste che alterna eremo
Nel percorso che cercheremo di compiere anche oggi
Partiamo da Mondoperaio e uscito il numero quattro quello di aprile del due mila e venticinque rivista che cerchiamo sempre di segnalarvi in questo numero che abbiamo sul tavolo di vogliamo innanzitutto
Ricordare che c'è un ampio capitolo dedicato alla questione alla discussione sul Manifesto di Ventotene ricorderete ne abbiamo parlato
Approfonditamente da radio radicale anche su Mondoperaio trovate diversi interventi quello di Guido Melis che cosa c'è scritto nel Manifesto di Ventotene Baldus Spini
Le radici dell'Europa unità Mauro Del Bue i tre errori su Ventotene
Massimo caro pugno gli scheletri della Meloni
Giorgio Repetto Ventotene la storia e noi non ci parte vi è in modo da questa sezione vi segnaleremo solo uno dei cinque articolino poi ci torneremo
Nelle prossime settimane poi proseguiremo anche con altri termini da
Mondoperaio che però appunto con le ho detto alterne Remo a un'altra rivista proposta radicale il il numero di gennaio febbraio due mila e venticinque
Che già vi abbiamo segnalato in un altro contenuto
La settimana scorsa per chi fosse curioso basta andare sul sito di Radio Radicale per recuperare l'appuntato alla settimana scorsa ma appunto partiamo da questa discussione
Subentro teme che anche Mondo operaio affronta dalla sua specifica prospettiva Ventotene la storia il noi oggi vi leggiamo qualcosa da questo articolo Di Giorgio
E ripeto che apre il suo ragionamento citando quanto avvenuto alla Camera dei deputati le dichiarazioni della Presidente del Consiglio Giorgia
Beh non il diciannove marzo scorso naturalmente anche il dibattito parlamentare in oggetto lo potete recuperare
Facilmente
Ha scritto ripeto in questo suo articolo se è un perfetto a immediato questa polemica sul Manifesto di Ventotene appunto è stato innanzitutto quello di portare molti a leggere o a rilegge il manifesto
Di Ventotene anche questa osservazione è stata variamente
Fatta in queste settimane innanzitutto dice ripeto stabilire un'equivalenza qui entriamo nel merito della discussione che c'è stata stabilire un'equivalenza tra il federalismo è europeista di Spinelli Rossi e Colorni
E la sinistra marxista costituisce un falso storico grossolano
Non solo perché gli ultimi due provenivano da esperienze di segno molto diverso a metà tra liberalismo Salvemini hanno e azionismo questo articolo di Repetto ha il merito di sintetizzare in maniera molto chiare i ragionamenti che si sono fatti in questa settimana
Prosegue poi ma soprattutto perché Spinelli come è ben noto ha maturato i suoi convincimenti europeisti dopo una lunga e tormentata fase di abiura usa questo concetto Repetto
E della sua giovanile fede politica comunista maturata durante l'ha detto la detenzione del carcere di Civitavecchia
Nella metà degli anni trenta e che gli costò ricorda l'autore fin dalla conclusione del confino del mille novecentoquarantatré un doloroso allontanamento da altri compagni di prigionia appartenenti al Partito Comunista Italiano che seppure è ridicolo dice Repetto giudicare con le categorie di oggi frasi e affermazioni maturati in condizioni storiche e personali dieci eccezionale gravità campi basterebbe rileggere l'autobiografia politica dello stesso Altiero Spinelli e anche questo è stato ricordato spesso autobiografia si chiama come ho tentato di diventare saggio è stato ristampato questo testo dal Mulino nel due mila ventiquattro
Per rendersi conto di come nei con un ruolo di ideali e nella confusione politica di quei momenti
Ci sono sì nel Manifesto echi del rivoluzionari ISMU comunista ma proprio la parte che Spinelli stesso qualifica anni dopo come carioca
Perché l'esigenza giusta di una guida consapevole della necessità di guidare e non di seguire le masse dei loro moti era espressa ancora in termini
Troppo rozzamente leghisti e ricordiamo anche naturalmente da questo punto di vista l'importante documento
E che trovate ancora nell'archivio on line e di radio radicale un'intervista ad Altiero Spinelli a cura di Carlo Borromeo dove Spinelli
Ritorna su queste queste queste idee questo ragionamento
Ma al di là di questo dice ancora ripeto sufficiente riflettere sull'idea fondante del Manifesto di Ventotene quella del federalismo europeo come principale e antidoto ai nazionalismi per comprendere turco comprendere quanto questa potesse essere al tempo poco digeribile realtà
Alle forze di ispirazione marxista leninista fedeli in quella fase storica la linea staliniana che sempre più insisteva sulla Shankara Lita della nazione come unica dimensione all'interno della quale portare avanti la prassi rivoluzionaria
Lo stesso Pertini ricorda Spinelli nella sua autobiografia anni dopo in un discorso ufficiale tenuto negli anni della sua presidenza manifestò pubblicamente il suo rammarico per aver ritirato l'inerzia l'iniziale decisione prestata al Manifesto
A seguito delle pressioni provenienti dai compagni del suo partito secondo i quali ciò complicare i rapporti nel partito socialista con gli altri
Per chi legga o rilegga oggi il Manifesto di Ventotene prosegue ancora l'autore impossibile sottrarsi all'impressione dell'estrema attualità
Di questo testo tanto più in una fase attuale in cui facciamo i conti con equilibri geopolitici che crollano
E in cui
E in cui quello che è stato il frutto sicuramente imperfetto del federalismo europeista Unione Europea fa i conti con come in pochi altri momenti di altra storia con il ritorno
In auge dei nazionalismi questo è il giovamento
Molto sintetico molto chiaro di Giorgio ripeto che di abbiamo
Segnalato in apertura
In apertura oggi di questa trasmissione per tornare su queste questioni come vedete cercheremo poi di inseguire il tema del nazionalismo ma anche un altro argomento che forse può essere connesso e passiamo per questo a proposta radicale che appunto lo abbiamo già detto già vi abbiamo segnalato il numero trenta trentuno
Che è un numero speciale quello di gennaio febbraio due mila e venticinque detenuti suicidi morire di carcere
Già la settimana scorsa di abbiamo letto qualche passaggio di un intervento alla
Di un intervento parlamentare di Calamandrei del ventisette ottobre del mille novecentoquarantotto adesso ancora nella stessa sezione documenti vogliamo rileggervi
Un articolo che estratto dalla rivista il Ponte viaggiamo proprio la presentazione di proposta radicale che dovrebbe essere di Valter Vecellio
Le carceri italiane bisogna aver visto marzo mille novecentoquarantanove il ponte prestigiosa e autorevole rivista fondata e diretta da Piero Calamandrei
Dedica il suo intero fascicolo punto quello da cui viene estratto questo testo un editoriale
Alle carceri esperienze e documenti testi di Calamandrei Carlo Orelli Riccardo Bauer ma ma o Mario Vinciguerra Ernesto Battaglini Massimo Mila Vittorio Foa Leone Ginzburg alterano Spinelli
Augusto Monti Guglielmo Petroni dice Rizzi Giancarlo Paietta
Giovanni Paroli Lucio Lombardo Radice Umberto cena
Luciano Bolis Ernesto Rossi Gaetano Salvemini Adele Bei Pasquale Manconi Alessandro policheti easter parli Emilio Lussu Vincenzo Baldazzi Franco Antonicelli Francesco Fancello Bruno Corbi Michele Giua
Arnaldo Banfi Corrado Tumiati nei come li abbiamo letti tutti questi nomi perché magari interessante poi per chi volesse
Andare a vedere con gli strumenti straordinari di cui disponiamo attualmente di chi si tratta i libri furono queste persone che raccontarono a loro dicendo loro personale vicenda relativa alla detenzione nelle carceri sul ponte del mille novecentoquarantanove e quello che viene segnalato su proposta radicale è un editoriale l'editoriale di apertura che apre il fascicolo del marzo del mille novecentoquarantanove fascicolo speciale del ponte
Scrive Vecelio nonostante i suoi settantacinque anni nulla ha perso della sua attualità
Fin dal titolo bisogna visto eleggiamo dunque qualche passaggio di questo di questo editoriale le carceri italiane scriveva il ponte
Rappresentano l'esplicazione della vendetta ecco cercheremo di seguire anche questo concetto oggi lo possiamo in qualche modo connettere all'idea del nazionalismo
Radioattivo diciamo così del novecento l'esplicazione della vendetta le carceri italiane rappresentano questo nel quarantanove
Vendetta sociale nella forma più atroce che si sia mai avuto noi crediamo di aver abolito la tortura i nostri dei consigli sotto essi stessi
Un sistema di cultura di tortura la più raffinata ma vedere queste non sono parole di Calamandrei i probabilmente l'autore di questo editoriale questa è una citazione la citazione
L'aver diciamo subito da un intervento di Filippo Turati alla Camera dei deputati del diciotto marzo del mille novecentoquattro diceva appunto
Turati noi ci vantiamo di aver cancellato la pena di morte del Codice penale comune la pena di morte
Che ammanniscono boccia boccia le nostre galere meno virtuosa di quella che era data per mano del carnefice Richie compiamo le gote a parlare di emenda dei colpevoli ma nostre carceri sono fabbriche di delinquenti nel mille novecentoquattro scuole di perfezionamento dei malfattori queste scrive il ponte nel quarantanove
Sono le parole di Filippo Turati alla Camera dei deputati del diciotto marzo del mille novecentoquattro in discorso memorabile
Dice Calamandrei che poi fu pubblicato in un opuscolo viene pubblicato in nell'opuscolo del ponte il titolo sotto il titolo il cimitero dei vivi
Le carceri italiane scriveva ancora il ponte il cimitero dei vivi
Erano così cinquant'anni fa cioè nel mille novecentoquattro sono così oggi nel mille novecentoquarantanove quasi immutata
Possiamo aggiungere sono così oggi nel due mila e venticinque alla fine di quel discorso Willer Turati dopo aver descritto quelli prigioni che egli stesso pochi anni prima aveva e sperimentate come recluso politico
Si diceva sicuro che i nostri figli diceva Turati ne ho la convinzione ricordano ricordando l'attuale sistema carcerario italiano lo considereranno
Con quello stesso senso di orrore con cui noi guardiamo quando andiamo a Castel Sant'Angelo a Roma
Ebbene visitiamo il carcere di Beatrice Cenci e le altre segrete del Medioevo
Era troppo ottimista dice il ponte del mille novecentoquarantanove i figli sono cresciuti sono cresciuti Niboli ma il nostro sistema carcerario medievale rimasto come anzi sotto qualche aspetto peggiorato
Perché se nei primi quindici anni di questo secolo Venezia o parlando appunto del quaranta del novecento quell'articolo del quarantanove
Per la tenacia di apostoli isolati si vide sorgere anche in Italia qualche stabilimento carcerario modello ispirato a criteri civili di igiene di umanità
Una coalizione generale delle carceri e oggi ricaduta negli orrori di un tempo e ciò per due ragioni sotto l'aspetto il vizio igienico perché la seconda guerra mondiale allora passando da pochissimo con tutte le rovine da essa causate ha distrutto anche numerosi stabilimenti di pena in modo che oggi anche nelle regioni via una spaventosa crisi degli alloggi che condanna rimanere stirata
In locali diminuiti di numero ridotti spesso nude mura una popolazione carceraria sovrabbondante
E più sotto l'aspetto spirituale perché il passaggio del ventennio fascista
Ha deliberatamente portato nella disciplina dei ivi incluso ori con la riforma della legislatura della legislazione penale
E dei regolamenti carcerari un soffio di gelida
Completa burocratica e autoritaria che senza accorgermi diceva il potere e quarantanove sopravvive al fascismo se oggi nella stampa diventato un episodio ordinario di cronaca nera lascia indifferenti i lettori
Il fatto che i detenuti che soccombono alla sevizie inflitte loro nel carcere si deve ringraziare ancora quel celebre articolo sedici del Codice di procedura penale del mille novecentotrenta
Chi garantendo praticamente l'impunità agli agenti di pubblica sicurezza sicurezza
E qui c'è una citazione l'articolo per fatti compiuti in servizio o relativi all'uso delle armi o di un altro mezzo di coazione fisica chiusura della citazione costituiva una specie di tacita istigazione alla Q alla tortura da alcun puro spirito che alimentava il regolamento carcerario del mille novecentotrentuno dovuto al Guardasigilli Alfredo Rocco scriverà
In questo fascicolo dice dice
Il potere quarantanove quindi rimandiamo al testo che forse in qualche modo può e
Recuperato
Mario Vinciguerra ma non si deve dimenticare che Lines nell'inasprire il sistema penale e penitenziario il ministero era bene d'accordo con il suo padrone
Quando al congresso di una società che continuava intitolarsi al progresso delle scienze
Si trovò un professore ordinario di diritto penale che dedicò un panegirico alla funzione della pena nel pensiero di Benito Mussolini il festeggiato
Che aveva concesso a quei bravi scienziati la degna si onere la sua presenza bolle ben Ignazi di aggiungere egli stesso qualche parola ha illustrato Silone dissi benissimo
E pronuncio anche in quell'occasione alcune di quelle frasi lapidaria
Con le quali solleva inchiodare la storia dice il ponte del quarantanove in polemica contro coloro che si erano agganciati all'antropologia criminale egli in quattro battute
Sventolio dei giudizi di chi si ostenta al Sistina va a fare apparire Beccaria come contrario alla pena di morte qui c'è la citazione di parole
Di Mussolini avevo avuto sempre l'impressione che molti di coloro i quali si riferivano Cesare Beccaria e lealtà come spesso succede non avevano letto il suo libro dei delitti e delle pene allora io mi volli documentare
Quindi fino fino a quel momento non l'aveva letto forse e chiesi alla biblica son sogno quel volumetto di proporzioni minuscole
E che ognuno di voi probabilmente può facilmente acquistare diceva Mussolini allora controllate vi prego così io dico il vero venni a questa semplice costatazione che Cesare Beccaria non era affatto contrario alla pena di morte ovviamente
Non entriamo nel merito di questo ragionamento prosegue il ponte nel quarantanove poi anche a proposito delle carceri eliporto Mussolini porto come soleva il verbo definitivo qui che naturalmente è evidente
Amaro sarcasmo mise in guardia coloro che studiano le carceri
Dal vedere questa umanità sotto l'aspetto forse essi eccessivamente simpatico credo
Che sia prematuro abolire dice il ponte del quarantanove la parola pena credo che non sia nelle intenzioni di alcuno convertire le carceri in collegi ricreativi piacevoli dove non sarebbe e poi tanto in grado il soggiorno di fatti la storia fedele alla consegna assicura che il fascismo non Converti le carceri in collegi ricreative fino tuttavia anche se la rotazione delle carceri ricaduta in quella che era mezzo secolo fa scrive il punto del quarantanove vi è oggi nella vita pubblica italiano un elemento nuovo che potrebbe essere decisivo per una fondamentale riforma
De DS sì nel mille novecentoquattro gli uomini politici che avesse l'esperienza della prigionia si potevano contare nella camera italiana sulle dita di una mano oggi nel mille novecentoquarantanove nel Parlamento della Repubblica essi sono certamente centinaia ne abbiamo elencati alcuni all'inizio solo nel Senato siano diverse decine di senatori di diritto che hanno scontato più di cinque anni di reclusione per condanne del tribunale
Speciale mai come ora scriveva il ponte nel quarantanove
è stata presente nella nostra vita parlamentare l'accompagna esperienza dolorante
Della prigionia vissuta se anche questa volta si facesse
Qualcosa per cominciare a portare un po'di luce di umanità nel buio delle carceri
Non si potrebbe addurre questa volta la comoda scusa burocratica della mancanza delle informazioni mille novecentoquattro Turati propose una commissione d'inchiesta alla proposta che e venne rinnovata in e quelle in quelle circostanze mille e novecentoquarantanove e poi il ponte appunto presenta queste testimonianze la rivista il ponte diretta da Piero Calamandrei da cui abbiamo vi abbiamo letto questa questa questo testo di introduzione questi riordinare introduzione quella del marzo del mille novecentoquarantanove è un
è un testo che trovate su proposta radicale il numero trenta trentuno estratto appunto di questa rivista con la quale siamo andati avanti a nostro ragionamento di oggi vediamo ti mettere insieme le cose e torniamo torniamo alla al al numero quattro di Mondoperaio con il quale abbiamo ha perso la trasmissione di oggi di perché si è parlato anche in queste settimane del centenario della liberazione voi nelle prossime puntate parleremo anche di altri
Di altri di altre ricorrenze di questi giorni cercheremo di parlarne anche del del quattro giugno e di altri momenti ma oggi forse può essere utile nel ragionamento e tentiamo di fare una segnalazione dell'articolo di Nicola Del Corno che ricorda Antonio Greppi sindaco socialista di Milano perché ci porta al punto che nel percorso siano partiti dal Manifesto di Ventotene arriviamo giovedì ventisei aprile del mille novecentoquarantacinque con questo articolo sulla seconda pagina dell'edizione milanese dell'Avanti scrive Del Corno proprio quel giorno il giornale era tornato circolare liberamente si leggeva un breve trafiletto
Nessun come Antonio Greppi fosse stato appena disegnato Danna
CLN a ricoprire la carica di sindaco di Mila
In sostanziale continuità con i sindaci socialisti precedenti il ventennio mussoliniano sia Emilio Caldara e Angelo Filippetti
Greppi fu sindaco della metropoli lombarda fino alla primavera del mille novecentocinquantuno la prima volta nominato poi riconfermato grande maggioranza dai milanesi nelle elezioni amministrative dell'aprile del quarantasei
Nato in provincia di Varese nell'ottantaquattro del mille ottocentottantaquattro Greppi abbraccio si darebbe ragazzino gli ideali socialisti non ricorda anche nella sua autobiografia
Accanto a quella politica in greppi fu sempre presente scrive più avanti Del Corno anche una peculiare fede religiosa che lo portò a definirsi un cristiano immissione di socialista
Nel merito di sua sia sua sua zia Sophia Rebuschi li aveva fatti letto sempre in giovane evita George Tyrrell e Antonio Fogazzaro
E quindi aveva conosciuto il modernismo e oggi forse va meno di moda
Entrando successivamente in contatto durante la prima guerra mondiale con don Primo Mazzolari e Giuseppe Donati incontri che lo portarono a collaborare con la rivista d'ispirazione cristiano sociale l'azione terminata l'esperienza bellica cui aveva partecipato condividendo le posizioni interventiste di Salvemini
Nel mille novecentodiciannove Greppi si scritta si iscrisse al Partito socialista italiano grazie al suo ex professore di il liceo Ugo Guido Mondolfo Coop iniziò a frequentare Filippo Turati
Ed Anna Kuliscioff divenendo in breve tempo uno dei giovani socialisti più attivi nella capitale del riformismo socialista come testimonia la sua collaborazione critica sociale quando nell'ottobre del mille novecento ventidue momento topico ci fu l'espulsione da parte dei massimalisti
Della componente riformista Greppi aderì immediatamente al neonato Partito socialista unitario diventando il direttore di libertà quindicinale dei giovani unitari
E fu in questo ruolo che ebbe modo di conoscere Giacomo Matteotti e Carlo Rosselli
Nel frattempo aveva avuto la sua prima esperienza amministrativa è stato eletto nel vecchio comune dov'era nato in carica da cui si dimetterà attori per protesta nel mille novecentoventidue appunto
In occasione delle violente occupazioni da parte dei fascisti delle istituzioni locali un'altra testimonianza della violenza
In quel periodo durante la dittatura Greppi continuerò continuo proficuamente la sua attività professionale di avvocato rimanendo sempre in contatto con diversi esponenti del socialismo milanese soprattutto con Fava rally Veratti lo dimostra il fatto che nel mille novecentotrentasette dopo l'arresto di Rodolfo Morandi divenne uno dei coordinatori del centro socialista interno qui poi altre testimonianze
Fu arrestato una prima volta la vigilia di Pasqua del trentotto
Passando in carcere circa otto mesi prima di essere scagionato dall'accusa di aver tramato contro il regime poi una seconda volta nel giugno del quaranta immediatamente dopo la dichiarazione di guerra in questo caso si trattò
Di un arresto preventivo fascismo era uso fare dato che fu rimesso in libertà qualche giorno dopo il ventisei luglio presenziò in qualità di rappresentante del Partito Socialista alla riunione famosa che si tenne nello studio di Adolfo Tino cui partecipano esponenti esponenti
Di diversi partiti antifascisti poi altri momenti
Un passaggio nelle le sue memorie di sindaco pubblicate nel volume vi sorgeva a Milano si apprende come appena saputo dell'esposizione dei cadaveri di Mussolini e la Petacci
E degli archivi degli altri gerarchi
In piazzale Loreto si premurò di inviare immediatamente i vigili urbani a rimuovere i corpi penzolanti dal distributore di benzina così come auspico che venisse risparmiata la vita repubblichino che aveva ucciso il figlioletto abbiamo saltato
E questo fu un fatto naturalmente devastante per la sua per la sua vicenda personale ma non solo perché lo portò poi partecipare attivamente alla resistenza
Noto risulta l'appello radiofonico che rilanciò metà maggio di quello stesso mille novecentoquarantacinque auspicando la fine delle violenze private ogni fascista che pur si fosse macchiato
Di atti criminosi doveva essere giudicato dei tribunali e non dalla passione popolare questo tipo di giustizia istintuale era parole di Greppi inammissibile sotto qualunque riflesso legale
Morale politico e umano convinto che l'appello non bastasse ordinò che i vigili presidiano sono le vie della città per impedire spargimenti di sangue qui immerso
Con l'idea della vendetta di cui abbiamo detto un po'poco fa e come vedete questo ragionamento di un'idea della giustizia che non sia vendetta
è un ragionamento che ha radici possiamo dirlo nobili nella storia italiana chiudiamo la puntata di oggi leggendo di l'editoriale di apertura di questo numero di Mondoperaio il quattro il numero quattro di aprile
Due mila e venticinque il direttore Cesaretti Pinelli
Che ha parlato anche a radio radicale del suo ruolo di direttore di Mondoperaio e veniamo all'attualità disinformati sia in Europa e in Italia
E veniamo a un tema di cui pure abbiamo cercato spesso di parlare in questa trasmissione scrive Pinelli a partire dal due mila e quindici nei documenti delle istituzioni europee il tema della disinformazione on line si presenta connesso sempre connesso alle minacce Libi ride della sicurezza rivolte dal dubbio all'Unione dalla Russia il caso
Delle conclusioni del Consiglio europeo del due mila e quindici seguite da una comunicazione della Commissione due mila sedici ricostruisce il tutto il percorso coi conclude purtroppo la reazione dell'Unione Europea a questi comportamenti comunque è stata tardiva sono nel giugno del due mila e ventidue
Due mesi dopo l'invasione russa dell'Ucraina
La proposta del digital service a ora in vigore è stata aggiornata imponendo le grandi piattaforme sociali di verificare se e quanto l'uso dei loro servizi Abba contribuito una seria minaccia alla sicurezza dell'Unione
Di provvedere nel caso eliminare tale contributo d'altra parte riflette Pinelli
Tutto questo indica già è chiaramente la colossale convergenza di interessi economici che si era attivata fra le grandi piattaforme americane
E la Russia di Putin indipendentemente da chi risiedesse alla Casa Bianca anche se il ritorno di trarne stato indifferente
E anche sul fronte bel disinformazione visto che il dj servi Sat europeo è rapidamente diventato la bestia nera
Nella nuova presidenza bisognerebbe conoscere queste cose prima di dire che l'Europa non esiste punto abbiamo parlato
Delle radici dell'Europa al netto delle giustissime critiche che si possono fare a un'unione che non ha ancora un governo vero
E però ma non è tutto c'è qualcosa che interessa a noi italiani molto più da vicino osservato per esempio Glucksmann oggi difendere queste precisazioni difendere ciò che è stato costruito in Europa negli ultimi settanta anni
Non è più sufficiente bisogna dargli una nuova forza e questo passa attraverso l'Ucraina problema è che l'Italia è il Paese più esposto alla di si fa disinformazione russa
Alla disinformazione russe in Europa Parlamento europeo abbiamo studiato le redini propaganda russa in Italia ed è spaventoso
Nessun altro Paese europeo così infiltrato da queste narrazioni
Eppure la domanda che dobbiamo porci è semplice non si tratta solo di sostenere il Lucherini perché sono ero si tratta della nostra stessa sopravvivenza e questo è un articolo comparso sul quotidiano la Repubblica del quindici marzo sì partiamo da queste premesse non possiamo stupirci dei confronti tra l'Italia e gli altri Paesi europei che ci restituiscono Peter sondaggi in assenza di anticorpi conclude
Pinelli era disinformato sia è un'arma formidabile di influenza sulle pubbliche opinioni nazionali e questo passaggio poi l'editoriale
Prosegue dividendi ma vi rimandiamo al testo ci fermiamo anche per oggi vi diamo appuntamento alla settimana prossima
Salvo dove diversamente specificato i file pubblicati su questo sito
sono rilasciati con licenza Creative Commons: Attribuzione BY-NC-SA 4.0