Presentazione del libro "Il lavoro in Italia. Un profilo storico dall’Unità a oggi" di Manfredi Alberti (Carocci editore)

Allora buonasera a tutti buona sera
Stefano Fassina alla senatrice Lisa Pirro hanno di Alberti annunzia Catalfamo motivo per cui siamo qua oggi lo sapete la presentazione del libro proprio di di Manfred Albert lavorò in Italia un profilo storico dall'Unità a oggi
Dico subito che un libro che insomma io come dire scoperto recentemente ho letto devo dire in maniera molto rapida perché è un bellissimo libro
Non lo dico perché ovviamente lui è qui perché insomma ci siamo conosciuti da poco e quindi
Io gliel'ho detto anche gliel'ho detto anche privatamente un libro che
Io penso tutti dovremmo leggere perché ci insegna una cosa
E cioè che molte delle cose che noi oggi vediamo soprattutto delle storture diciamo così del mercato del lavoro non nascono oggi ma hanno origini antiche un po'quando si dice che la storia si ripete e quindi noi oggi parliamo molto ad esempio di di precarietà del lavoro
E però non è un fenomeno nuovo parliamo di bassi salari ma non è un fenomeno nuovo diciotto occupazione femminile gli otto occupazione giovanile insomma di tutti i temi che sentiamo a oggi quotidianamente nelle Aule litigi sui giornali ma che appunto questo libro ricostruisce con dovizia di particolari
Essere come dire proprie della storia italiano o almeno diciamo di quella dall'unità in poi dall'Unità d'Italia in poi chi è quello appunto del periodo
Che appunto Manfredi analizza io mi sono dilungato anche troppo quindi cedo la parola alla senatrice Birro che ringraziamo per aver organizzato questo per aver pensato questo incontro lascio la parola a lei per i saluti iniziali
Grazie Giorgio grazie a tutti voi per averci raggiunti qui questa questa sera affrontando il caldo Esterno in questi giorni ma io devo dire che è davvero un piacere essere qui presentare di questo questo libro parlarne con con l'autore metterlo a disposizione perché per me è stato arricchente sicuramente
Parliamo tanto delle condizioni del lavoro oggi nel nel nostro paese dei problemi
Legate alla precarietà e a volte al per chi come me non non proviene da studi diciamo così di di settore di economia o di tematiche comunque collegate Mario da tutto un altro mondo
A volte viene il dubbio che magari si si pensa né si fanno delle proposte
A senza il background adeguato e quindi l'ho l'ho letto con una certa voracità il il libro per cercare supporto e conforto rispetto a alcune linee proposte che il Movimento cinque Stelle a da da tempo sul sul mondo del lavoro
E a devo dire che sono da una parte confortata che le ricette che proponiamo non non sono per per niente assurde e anzi hanno delle solide basi che potrebbero sopportarne che ne supportano l'efficacia e potrebbero poi
Dimostrare che sarebbe corretto intervenire nella direste nella direzione
Che auspichiamo che proponiamo da tempo che in parte avevamo intrapreso nella scorsa legislatura penso alla al decreto il dignità così come al al reddito di cittadinanza
Al ma penso anche alle proposte nuove che stiamo facendo come la riduzione dell'orario di lavoro diviene nell'uso un po'da sorridere quando ho letto un libro che era stato proposto uno studio
Da da Romano Prodi se non sbaglio
Quasi trent'trent'anni fa si vado un po'a memoria
Su sulla riduzione dell'orario di lavoro a e pare non se ne fece niente la proposta fu cestinata
Ecco secondo me la politica poste fa dei dei grandi errori e cestinare quella quella ipotesi credo sia stato una un grande errore politico allora così com'è un grande errore politico non prendere in considerazione la proposta che stiamo avanzando da tempo
Anche noi no questa è solo un esempio delle
Delle tante verità racchiuse nel libro
Quello che più mi ha preoccupato invece sono i parallelismi con alcune azioni intraprese nel ventennio fascista nei confronti del lavoro nei confronti delle donne
A che quando leggerete se se avete voglia di leggere il fallimento venire in mente
Proposte a pezzi di discorsi che sentiamo purtroppo nelle aule parlamentari di nuovo di questi tempi quindi
Nulla di nuovo corsi e ricorsi storici purtroppo evidentemente dalla dalla storia a chi non vuole imparare non non impara niente e ripercorre gli stessi errori
Non vi rubo altro tempo non riporto tappa gli importanti relatori abbiamo oggi lascia di nuovo la parola Giorgio
Grazie grazie alla senatrice Pirro allora entriamo subito nella discussione faccio una prima domanda come come doverosa Manfredi la domanda banale però ovviamente quando si scrive un libro chiaramente si trae ispirazione da qualcosa o comunque c'è qualcosa che muove la stesura di quel libro e quindi chiedo a Manfredi che cosa diciamo così lo ispirato da dove è nata come dire la scintilla
Per per scrivere un libro che come dicevo prima insomma è anche ricco di di particolari storici
Di rimandi storici Deaver parallelismi come diceva la senatrice Pirro rispetto anche a quella che è poi la la dinamica attuale del giorno d'oggi
Bene grazie grazie Giorgio permette di iniziare con i i doverosi ringraziamenti alla senatrice piede al gruppo per il Movimento cinque Stelle al senato a danza catal fra Stefano Fassina Pasquale critico che hanno accettato di partecipare alla discussione
Sono molto contento oltre che molto onorato il libro nasce diciamo così in un certo senso il punto di arrivo di un percorso iniziato con il dottorato di ricerca quando ha cominciato a interessarmi della storia della disoccupazione in Italia
Osservando soprattutto il periodo tra Otto e Novecento nel momento in cui nasce da la categoria stessa di disoccupazione e le prime statistiche
Da questa ricerca iniziale sono seguiti poi ulteriori approfondimenti sulla storia del lavoro imitare che mi hanno portato alla ricerca di una sintesi a un certo punto
Su un periodo molto più ampio quindi dall'Unità d'Italia orge
Per cercare di raccontare la storia d'Italia dal punto di vista del lavoro delle forze del lavoro in un certo senso del lavoro salariato in particolare dal momento che economia a forma di economia di cui parliamo è la e il capitalismo
E un racconto che mi ha portato soffermarmi sui lavoratori sui settori produttivi sulle organizzazioni del lavoro e sui partiti politici che hanno rappresentato il lavoro
Fino ad arrivare poi a una riflessione sullo stato sulla legislazione quindi sull'UE il fatto e sulla sua storia
Quindi diciamo è un libro che adotta il lavoro come chiave di osservazione della storia d'Italia
Che si sono prende comunità di analisi d'Italia cercando di quelli valorizzare quella che una un contesto nazionale senza chiudersi però in un nazionalismo metodologico che sarebbe sbagliato quindi cercando sempre di cercare in essi interconnessioni tra la storia italiana è scenario globale diciamo
Queste connessioni emergono dalla storia stessa del lavoro pensiamo ai flussi migratori pensiamo all'impatto della globalizzazione sul sulle forme del lavoro quindi diciamo per chiudere su questa prima parte della discussione dire che questo libro è nato così dall'esigenza di mettere a sintesi tante riflessioni nel mio percorso di studi incrociando approcci disciplinari e angolature diverse perché in questo libro si trova un corista del sindacato un po'di storia dell'economia del pensiero economico quindi anche come gli economisti hanno riflettuto indagato sul lavoro
La storia delle donne la storia del welfare Pastore del diritto
E e quindi diciamo e ibrida Ando queste diverse questi diversi approcci ho cercato di offrire uno strumento che parli sia un pubblico ampio sia un pubblico di studenti o di sindacalisti insomma tutti coloro che sono interessati a capire meglio le basi della storia italiana dal punto di vista del lavoro
Questo è un po'il diciamo il senso di questo volume
Grazie a una serie di anche diciamo per come dire l'esaustività nella brevità nella l'esposizione in attesa che si colleghi da da Bruxelles e Pasquale Tridico vado da da Stefano Fassina fa no penso che Stefano Fassina abbia bisogno di presentazioni virile salto con il suo benestare Stefano Fassina voglio chiedere questo prima dicevo che
Questo libro come dire ripercorre un po'
Tutti quelli che sono i mali vecchi e nuovi del del mercato del lavoro uno di questi è sicuramente la precarietà del lavoro uno dei paragrafi io leggendo Turato più interessanti si intitola proprio i tanti volti di un lavoro precario e in questo paragrafo
Manfredi ricorda come addirittura nel primo censimento dell'Italia unità quindi mille ottocento
Sessantuno la precarietà fosse una cifra essenziale appunto della vita dei lavoratori
Alla calandoci un po'diciamo nella come dire dell'attualità politica e anche di governo ecco chiedo Fassina oggi il governo Meloni fa sfoggio no dei
Della crescita dell'occupazione dei dati sull'occupazione
Però sì e poi andiamo a vedere i numeri non nel nel dettaglio ci rendiamo conto che ha una quantità sicuramente diciamo apprezzabile fa da contratti da contraltare una una qualità bassa
Ecco cosa secondo lei non ha non ha funzionato soprattutto diciamo negli ultimi trenta quarant'anni e come si è arrivati a questo punto
La sera a tutti e tutti grazie anche da parte mia
La senatrice Pirro per aver organizzato questo momento di confronto ringrazio ovviamente il professor Albertini per aver scritto un libro che ritengo molto riuscito perché compie un'operazione che non è banale un racconto storico con una prospettiva che certamente incentrato sull'Italia ma che ha elementi che ricorrono in tutte quelle che sono economie occidentali ma abbiamo una specificità che aggrava
Le condizioni
Del lavoro ma che POIN muoverci diciamo nelle sue linee di fondo si ritrova appunto
Nell'involuzione che c'è stata negli ultimi trenta quarant'anni in tutte le economia occidentali l'economia mature
Per rispondere alla domanda
La pratica la precarizzazione del lavoro non è diciamo un e il vento accidentale frutto di come dire gli errori ma è stato un obiettivo programmatico
Il lavoro
Boh visto come variabile macro economica la svolta
è stato diciamo la variabile con la quale l'Italia in particolare ma non solo
Ha fatto fronte al vincolo esterno al vincolo economico Esterno est è stato diciamo la variabile che ha consentito di
Quell'integrazione europea e quell'integrazione nell'economia globale che avrebbe necessitato un innalzamento della specializzazione produttiva quindi Investimenti quindi innovazione
E invece è prevalsa per ragioni che nel libro vengono indicati perché la storia dei lavori anche la strada e poi della borghesia imprenditoriale e nella storia del capitalismo italiano a vista diciamo da un punto di vista di di di parte nel senso investita dalla parte del lavoro ma è una storia del capitalismo italiano dove appunto la precarizzazione del lavoro
è diventata la variabile l'aggiustamento e questo è una caratteristica storica dell'Italia perché
Perché noi siamo un'economia povera di materie prime abbiamo quindi bisogno di importare
E dal settantuno quando il quando sostanzialmente finito il mondo di Bretton Woods dei campi dei cambi fissi della convertibilità aurea
Del dollaro dall'ora la Rocco i problemi che la nostra bilancia di pagamenti di aggiustamento del peggioramento delle ragioni di scambio
Si sono scaricati sul lavoro all'inizio c'è stata la grande difficoltà perché lavorerà forte lavoro organizzato a Verona rappresentanza politica
Molto
Rilevante innanzitutto nel Partito comunista sì sin da calati che erano diciamo potenti organizzati in tutte le loro articolazioni
C'è stato una resistenza poi diciamo che dall'accordo settantotto in poi la cosiddetta svolta dell'Eur quando si
Diciamo di CGIL CISL e UIL visti decisero la moderazione salariale per avere in cambio quegli investimenti che avrebbero dovuto innalzare la specializzazione produttiva e favorire un in più un'integrazione alta nel nel mercato europeo e poi nel mercato globale ed allora la storia si è ripetuta con vari tentativi fatti n volte di di recuperare
Una traiettoria di sviluppo che fosse appunto a segnata in termini di innovazione di alto valore aggiunto di investimenti innovativi era stata quella questa questa traiettoria si è ripetuta sistematicamente con delle interruzioni nel libro vengono ricordati tre tipologie poi chiudo perché so che abbiamo poco tempo ma diciamo al testo meriterebbe approfondimenti il modello conflittuali
Nel rapporto tra capitale e lavoro per arrivare a degli aggiustamenti mercé l'abbiamo avuto poco sostanzialmente l'episodio fondamentale è stato il decreto di San Valentino del Paese ferendo un voto in quell'estate momento conflittuale ma chiusa quella parentesi con una sconfitta del movimento operaio se andate avanti voi con un modello che sarebbe voluto essere neo corporativo lì di politica dei redditi è stato diciamolo le passaggio più rilevante è stato Ciampi Amato Ciampi nel novantadue novantatré
Quel modello non ha funzionato perché la politica dei redditi è stata di fatto soltanto la politica beffe del anche i salari di di contenimento salariale perché voi profitti ma che sono aumentati non hanno generato investimenti e si è andata citata Avanzini in in questa in questa traiettoria dove via via si sono fatti interventi che venivano ogni volta chiama di riforme ma ovviamente non avevano non avevano il segno progressivo che il termine ha avuto nel Novecento cioè di miglioramento delle condizioni materiali di vita
Dei lavoratori se andate avanti così su questa strada con interventi che hanno appunto prodotto quella precarizzazione che era poi finalizzata al alla basta al contenimento dei costi del lavoro e al e al contenimento dei salari durante la fase durante la campagna referendaria
Diversi economisti sedicenti progressisti appunto in relazioni diversi economisti sedicenti progressisti appunto in relazione al fatto che l'occupazione aumenta
Insistevano sulla necessità di non menta
Insistevano sulla necessità di di di non concentrarsi sulle norme sulle regole del mercato del lavoro ma di guardare a alle misure per innalzare i redditi ma c'è una correlazione stretta tra la precarietà e la debolezza del soggetto collettivo lavoro nella sua capacità di migliorare le condizioni
Le condizioni salariali quindi siamo siamo siamo di fronte a quella che è stato un programma il Presidente del Consiglio Draghi in un annetto fa in Belgio l'ha riconosciuto in modo esplicito davanti a una platea sindacale abbiamo utilizzato i salari come fattore di compiti competitività ecco questo mondo questo mondo è finito questo libro importante anche perché ci mette in evidenza il fatto
Cioè oggi che dobbiamo per una serie di ragioni che adesso non posso affrontare dobbiamo puntare sulla domanda interna perché le esportazioni non possono più svolge la funzione che hanno avuto negli ultimi quarant'anni per la crescita europea oggi rivalutare il lavoro in termini come dire
Morali politici e poi economici eh la soluzione l'unica soluzione possibile per per crescere e per diciamo Ri vitalizzare quel Welsh farà che al lavoro ecco del dal lavoro è così è così dipendente quindi le misure contro la precarietà oggi hanno un un valore generale che in che ovviamente riguarda lavoratrici e lavoratori ma che più che più ma che ha una rilevanza sistemica perché ci consente ci consentirebbe se fosse praticato di impostare un percorso di crescita in modo sostenibile
Agganciato appunto la domanda interna è libero
Del professore Alberti vicini ci mette in evidenza appunto con un percorso storico come quella quella quella traiettoria una traiettoria che che si che diciamo parchi inviata enfatizzata con degli interventi come sono stati ricordati
Come il decreto dignità come il reddito di cittadinanza come le misure di
Bloccati esempio di licenziamenti durante la fase del Codice a quelle misure che rimettano al centro la persona e il lavoro come valore morale valore politico ma anche valore economico con una funzione di carattere generale
Grazie grazie internet si
Ringraziare e salutare i colleghi che si sono uniti a noi Roberto Scarpinato Pietro l'oreficeria Sironi che c'hanno raggiunti qui
Stefano Fassina ha utilizzato un'espressione moderazione salariale che noi leggiamo oggi anche nei documenti del governo e che quindi è anche queste diciamo di di estrema attualità come dicevamo prima purtroppo
Perché anche questo governo ha fatto appunto del contenimento dei dei salari diciamo una sua politica un suo suo cardine e mi aggancio a questo per salutare Pasquale Tridico capo delegazione del Movimento cinque stelle all'Europarlamento ex presidente dell'INPS
Ciò Pasquale
Ti ho visto in cronaca questi qui eccoci qui con Conte Pasquale io vorrei affrontare un altro aspetto perché una delle cose diciamo delle prime cose che che Manfredi Alberti scrive nel libro riguarda un po'come dire la la percentuale la divisione diciamo così della della forza lavoro
Proprio ha nel momento in cui appunto l'Italia d'Italia si è si unificata lui ricorda come il settanta per cento dei lavoratori all'epoca fossero impiegati in agricoltura
Ovviamente parliamo di un'altra epoca parliamo di un'altra Italia però è un numero no che attualizzato ad oggi fa fa veramente impressione oggi se noi andiamo a vedere invece le tabelle e i dati ci dicono che il cinquantasei per cento dalla forza lavoro impiegata a vario titolo nei servizi sono il venti per cento
Nel nell'industria quindi quando spesso ne sentiamo
Qualche presidente di qualche confederazioni lo stivale dire ad esempio che il salario minimo non è un tema che li tocca però ci stiamo riferendo a due lavoratori su dieci quindi questo ovviamente diciamo è un tema perché pure dovremo affrontare ecco sì vado a memoria mi pare solo il quattordici per cento oggi dalla forza lavoro impiegata in agricoltura quindi c'è una come dire un totale ribaltamento rispetto a all'Unità d'Italia credo dell'unità d'Italia più Pasquale coniato un'espressione che secondo me è molto efficace perché economia da Barra
Che è stata anche diciamo così a volte criticata ma secondo me insomma a a sproposito accorati chiedo a fronte di tutte queste considerazioni di tutti questi dati di quello che sappiamo ti chiedo c'è una ricetta un modo per invertire la rotta anche a partire ovviamente da quello che che ci diceva poco fa Stefano Fassina
Grazie Giorgio grazie di questa domanda del riferimento saluto tutti gli ospiti sale su su produttori gli amici compagni che vedo al tavolo dei relatori gli atti non li vedo
Quindi partendo proprio dal professore Alberti che conosco il lavoro già da prima per il suo contributo che ha dato il rischio di non prendersi la mia stessa università non è nuovo
Alberti a questi a questi saggi a questo tipo di lavoro
Oltre a quest'ultimo lavoro esattamente sul mercato del lavoro ce n'è un altro ancora molto più molto bello che riguarda la disoccupazione dall'Unità d'Italia d'oggi Saint Italia senza lavoro
Ora c'è una un aspetto peculiare nel lavoro di Manfredi che l'approccio storico dell'economista che viene fuori di lungo periodo per capire bene le traiettorie la periodizzazione
E questo rende questo contributo pregevole da un punto di vista accademico ora siccome accademico non sono più mi sposto sulla parte più di pollice o comunque più delle politiche e quindi andando anche a riferimento alla tua domanda che cerca di dare una risposta
Noi negli ultimi trent'anni almeno abbiamo utilizzato il lavoro le politiche del lavoro come puliti come sostitutive delle politiche industriali
Quando io dico economia ad Harvard voglio dire sostanzialmente questo voglio dire che in passato anche grazie alle politiche industriali noi facevamo così scriviamo le macchine che producono il Café
Avete visto la la la la Faema tutte quelle macchine bellissime che che voi che vengono oggi esportate in tutto il mondo o anzi vengono prodotti in altre parti del mondo
Oggi invece noi non produciamo in più quelle macchine del caffè produciamo sostanzialmente il servizio che porta il caffè dalla macchinetta al bancone ecco questa è l'economia da Barbiano abbandonato le politiche industriali che permettevano di produrre macchinari anche per l'epoca di altissima qualità di altissima produttività
Ci siamo ridotti a sfruttare il lavoro come fattore di competitività e così una guardia buon lavoro come fattore di competitività per aumentarne la competizione nel mercato arriveremo Galignani avrebbe detto a zero arriveremo alla schiavitù cioè in un mondo ironico
In cui tutto il lavoro può essere svalutato per aumentare la competitività e tutti i Paesi fanno in questo modo il lavoro può arrivare accostare zero
E quindi arriviamo alla schiavitù al contrario se si usa la leva della politica industriale
Non come fattore sostitutivo ma come fattore principale che non agisce sul lavoro ma sulla competizione e l'innovazione sulla tecnologia sulle reti di impresa sul credito sul credito bancario sulle associazioni appunto di impresa stessa e sugli investimenti pubblici dirette oltre che indiretti
Ecco a quel punto non è il bisogno di svalutare il lavoro per crescere di più competitività ma ai anzi ai anzi bisogno che il lavoro come salario cresca esso stesso per assorbire
In termini di domanda ciò che il mercato produce l'offerta ecco questo è il paradigma su cui in si inserisce anche il contributo di Alberto un paradigma che sostiene la domanda come oggi qualcuno si accorge colpevolmente dopo trent'anni ad aver detto e praticato il contrario mi riferisco a Mario Draghi che appunto come diceva anche Stefano Fassina poco fa a ammesso le il fallimento delle politiche dell'azionisti che dell'agire soltanto sulle esportazioni sulla detrazione del salario piuttosto che sulla domanda interna come fattore di competitività
Se ne accorge appunto troppo tardi dopo che per anni ha fatto è praticato il contrario e oggi e totale come dire e tardi per l'Italia perché abbiamo perso il trenta per cento di competitività
Rispetto ai principali paesi europei con cui eravamo in competizione qualche decennio fa in modo molto molto più efficace quindi oggi o di avendo svalutato il lavoro e saranno avendo utilizzato la leva del lavoro come leva di politica industriale
Abbiamo sostanzialmente precarizzato di più perché anche da lì si recupera sui si recupera si recupera competitività dalla dalla stessa precarietà vedete noi siamo il Paese con il numero di lavoratore con il più alto in Europa cinque milioni di partite Iva di lavoratori autonomi anche quello è un fattore diciamo così di lavoro
Svalutato in qualche modo che agisce sulla competitività
Sappiamo anche che del dietro molte parti dei il
è un finte che siano si nasconde ovviamente non solo anche molta precarietà e molto lavoro nero
Ma non ci sono contributi non c'è un costo del salario indiretto non c'è ovunque fare che si porta appresso anche in quindi c'è il fattore stavolta di domanda che viene meno
E che si affida anche a quella dei vari la leva dell'utilizzo spurio di lavoro parasubordinato o appunto a partita IVA vere e proprie
E considerando anche questo pezzo di lavoro che è importantissimo cinque milioni di di di di di autonomi su su ventitré milioni fette importanti stima altri tre milioni e mezzo di lavoratori precari in pratica abbia e altri tre milioni di lavoratori ove abbiamo circa dieci milioni di lavoratori quasi la metà
La forza lavoro se si esclude il pubblico la metà quindi la metà del settore privato che o precario o instabile o infernale opero c'è una situazione così non c'era nessun paese avanza
Ecco questo è ciò che rappresenta a mio parere la meglio la la la la la la figura della plastica del declino del declino industriale oltre che del lavoro non è un caso che appunto noi siamo in una riduzione industriale
Enorme da tre anni a questa parte ovviamente il declino industriale
Si è accelerato negli ultimi anni a causa anche di fattori esogeni ma soprattutto perché lavoro continua a essere il fattore di competitività fattori di costo e non fattori domande l'economia da bande nasce come politica industriale
A tavolino a mio parere ce nasce perché deve sostituire la competitività che non è più presente a causa dell'assenza di politica industriale risposta quindi è Giorgio noi possiamo recuperare soltanto la dimensione della politica industriale
Politica che deve essere europea e nazionale pedalino europeo c'è un dilemma che dovremo risolvere
Oggi si aggiunge anche il tema della guerra sono qui a Strasburgo
Dove ogni giorno su non si fa altro che varare o anche trasformare Next Generation you in pacchetti che dipendono anche in forma residuale sostegni all'industria e difesa ne stiamo utilizzando
Parte del non utilizzarlo siamo voi utilizzeremo il vessillo del PNR R.
Dopo il voto di domani che sicuramente passerà il residuo del PNR lo utilizzeremo anche ai fini militari per incrementare la spesa militare piuttosto che
Per utilizzarlo ad esempio come manovra di politica industriale per aumentarne l'efficacia efficienza del del nostro settore industriale di icone ma ce ne sono tantissime vede che ne potremmo utilizzata a livello c'è un dilemma chiudo Giorgio c'è un dilemma che questo
Finché l'Europa dell'austerità chiedeva competitività Luca lo faceva anche all'interno di un quadro logico per come nell'opera costruita cioè se c'era un vincolo di politica fiscale c'è tuttora il nuovo Patto di stabilità
Il patto di stabilità che ha funzionato soltanto quando è stato spesso vero per il due mila e venti nel due mila e il ventitré per tutto il resto non ha funzionato perché appunto ha creato un vincolo
E sterno
A quale molti paesi intorno sono stati i si sono dovuti ci sono dovuti adeguare con grandi sofferenze esattamente nella riduzione della della della spezza
Che poi andrà a vantaggio della politica industriale quindi quel vincolo di politica fiscale che rimane tuttora
Quel vincolo di politica monetaria che dovuta ovviamente al fatto che siamo un tasso di cambio fisso collega che non ci consente quindi manovre espansive da quel punto di vista indipendenti
E più è quindi una politica monetaria ferma una politica fiscale rigida
Una un governo dell'austerità in quel caso l'unico l'unica leva che poteva essere agita per i governi nazionali appunto la politica del lavoro
Tutti i governi negli anni Novanta oggi davanti a questi vincoli per aumentare la competitività hanno svalutato il lavoro stesso perché era l'unica politica utilizzabile quindi come dire risponde a un disegno logico purtroppo
E che che dischetti per come è congegnato il vincolo del Patto di stabilità prima da Maastricht impone sostanzialmente e quindi quello che dall'Europa non possiamo e dobbiamo fare in condizioni elettorale evidentemente diverse da quelle attuali
Cambiare dei vincoli gli altrimenti costringono o o o spingerebbero verso ulteriormente verso quelle politiche De Fazio iscritto per questo dico che Draghi se ne accorgerà perché a livello europeo quel vincolo lo ha contribuito a creare mi fermo qui Giorgio io devo andare gruppo fra poco anzi tre giorni dovrebbe essere Charlie
E ascolto per altri dieci minuti e poi devo scappare okay allora
Torniamo
Torniamo su più tardi su un altro tema che citava Pasquale che è appunto quello della diciamo del della della guerra in quanto tale somma delle conseguenze anche noi della situazione nel contesto internazionale anche sul sul mercato del lavoro vado però danza Cataldo ex ministro del lavoro
E delle Politiche sociali del governo contro i due mila allaccio insomma come avete siamo un ponendo tutti i puntini qui diciamo entriamo un pochino più sulla massima nella questione salariale se non altro come sapete è stata ed è insomma diciamo prima firmataria della proposta di legge sul salario minimo del Movimento Cinquestelle la portata avanti anche quand'era ministra del Lavoro aveva chiedo Monselice pregare diciamo quelli che potrebbero essere insomma i benefici dell'introduzione di questa misura anche in Italia che diciamo a ricordarci questa misura
Già presente in ventidue Paesi europei su ventisette a partire da due dati il nove per cento dei lavoratori dipendenti full-time in Italia sono poveri ce l'ha detto qualche settimana fa Eurostat e tra i record di cui diciamo così il Governo Meloni non si vanta c'è anche quello delle famiglie operaie delle famiglie che hanno il capo famiglia che svolge appunto la mansioni di operaio anche queste in povertà assoluto allora diciamo siamo fuori tempo massimo c'è ancora tempo di rimediare e il salario minimo come potrebbe diciamo così entrare in in questo contesto
Sì Giorgio saluto tutte a tutti un ringraziamento ai la senatrice Pirlo per aver organizzato e e anche il professore
Cioè lei di Alberti per
Per questa analisi io sono convinta un saluto a tutti i colleghi a Stefano Fassina e a Pasquali critico ovviamente son convinta che dall'analisi storica dall'analisi dei dati quindi alla fotografia di quella realtà e dallo studio di quello che è avvenuto nel passato e di quello che avviene il qui ed ora che si possono costruire delle politiche delle politiche influiscono positivamente sulla vita d'impresa e sulla vita di una moratoria sulla vita di una famiglia su progetto di vita di un giovane eh ed è diciamo è chiaro che confermato dando dallo stesso Draghi egregiamente
Espressa da Stefano Fassina Pasquale critico ciò che è avvenuto nel nostro Paese
Quello che è stato fatto utilizzare e in barba a tutto consentitemelo e quindi non guardando a quello che doveva essere una politica di investimento del paese utilizzare la modellazione moderazione salariale
Per come fattore di competitività quindi a Bersani Saliani diventiamo più competitivi abbiamo un posto nel mondo peccato che il risultato non è questo è poco fa lo stesso Pasquale Tridico con la spiegazione del Soviet tra virgolette economia da bar ci ha fatto vedere che cosa ha fatto capire ha spiegato qual è la fotografia economica del nostro Paese
Colonna il cinquantatré o cinquantasei per cento dei lavoratori che sanno di servizi quali servizi che tipo di qualità dei servizi che tipo di lavoro svolgono è vero che cresce l'occupazione e di questo noi dobbiamo essere contenti
Sono contenta anche perché politiche come Gorgoni perché garanzia occupabilità pieghevole per i lavoratori più io stessa ho messo in campo colpi & RR hanno fatto sì
Che persone che erano totalmente inattiva sono stati inseriti attraverso la formazione e e quindi un percorso formativo all'interno del mercato del lavoro però non basta questo cioè noi questi dati come fa al professore
Manzoni Alberti e come ha fatto nel suo libro li dobbiamo analizzare abbiamo il dovere di realizzarli
Che tipo di occupazione abbiamo che c'era aria abbiamo
Che tipo di Progetto di vita hanno le nostre famiglie i nostri lavoratori ai nostri giovani perché c'è il questo metodo perché ai giovani ma non viene non so dal nostro Paese
Perché le famiglie operaie si so no il sedici virgola cinque per cento di famiglie gli operai che quindi da volano
Sono in povertà perché un lavoratore su quattro in povertà e che cosa possiamo fare e ricordandoci sempre
E qui sono presenti anche magistrati quindi ricordandoci sempre che noi dobbiamo andare tanto lontano
Noi abbiamo la Costituzione
Cioè la Costituzione che ci indica una strada chiara
Ci dice l'articolo l'articolo trentasei
Che chiaro limpido facile da perseguire ci dice che ogni lavoratore deve avere una retribuzione che deve essere proporzionata insufficiente alla qualità e alla quantità del lavoro e deve garantire asset per la sua famiglia quindi non soltanto una vita sono due paroline due parole che cercando che centrano tutto libera libera
E dignitosa libera e dignitosa eppure la Caritas ci dice che il ventuno per cento dei lavoratori non riesce ad avere un reddito è edito da quindi proveniente dal salario adeguato a vivere una vita dignitosa
è questo il nostro del nostro Paese cosa possiamo fare allora dobbiamo eliminare tutti quegli ostacoli e mettere in campo tutte quelle politiche che invertono la rotta immediatamente non continuare verso la moderazione salariale non continuare verso politiche che precari Lizzano
Ma andare avanti verso lavoro stabile e di qualità che garantisca una vita libera e dignitosa
E quindi cosa fare
Iniziare ad intervenire sui mille contratti depositati al Crimella ce ne sono più di mille noi abbiamo mille contratti
Magari certo quindi questi mille non si applicano tutti o una piccola parte si applica solo per un piccolo un parte di lavoratori però comunque quelli agiscono quei contratti che sono che vanno in tal in dumping che vengono depositati e che domani vengono poi applicati innanzitutto agiscono sempre in dumping e quindi abbassano spesso i salari
Prima cosa
Seconda la seconda cosa non consentono perché fanno una concorrenza sleale
A tutti coloro i quali siglano contratti collettivi nazionali di fare una trattativa libera perché hanno sempre il fiato sul collo di chi fa dumping quindi concorrenza sleale
Allora vogliamo dare io no e questo dice la legge la legge la proposta di legge che come Movimento cinque Stelle noi portiamo avanti da Sempre vogliamo dare dei criteri per stabilire quali sono i contratti da applicare e ed annullare i contratti cosiddetti pirata o quei contratti che vanno in da in dumping è valorizzare i contratti che invece ti portano innanzitutto rappresentativi e che ti portano verso ciò che ci dice la Costituzione io direi che il primo passo da fare
Poi forse dopo tutti questi anni e poi concludo Giorgio dopo tutti questi anni di moderazione salariale di abbassamento dei salari dove siamo arrivati azionari
Cinque euro all'ora
Cinque euro lordi l'ora manca nessuna parte d'Italia ci vorrà sempre in città grandissime ma sfido chiunque ad avere quella quella vita libera e dignitosa quella qualità del lavoro
Poi ovviamente si abbatte anche la sicurezza perché non parliamo
Di sicurezza nei luoghi di lavoro quando si hanno contratti del genere saldi così bassi spesso
Sì implica anche una cattiva sicurezza nei luoghi di lavoro quindi cosa cosa possiamo cos'altro possiamo fare per evitare che quella moderazione salariale quella quello che e c'è stato nel tempo
Si fermi per invertire la rotta allora diamo dignità ai contratti sani ok e poi se non ce la fanno le parti sociali ebbero vediamo perché quanti contratti scaduti
Ci sono non rinnovati e quanta difficoltà cioè nel rinnovo dei contratti allora stabiliamo una soglia minima inderogabile
Che ci garantisca e ce lo dice anche la sentenza della Cassazione guarda è dovuta intervenire la Cassazione prima della legge
Meno male che l'ha fatto no una soglia minima inderogabile che garantisca quel quelle parole quelle paroline della Costituzione libera e dignitosa
E noi diciamo che adesso forse anche poco che in meno di nove euro l'ora non bisognerebbe andare
Ma
Un criterio lo dobbiamo avere la rotta bisogna invertire la investire lavora di qualità non vuol dire indebolire Paese vuol dire avere dare forza al Paese
Investire sul capitale umano investire sul lavoro e di qualità investire sulla economia anche non da bar come diceva Pasquale ma su investimenti seri
Questo cambia il Paese e questo dà dignità alle famiglie e all'economia e alle anche le nostre aziende
Allora grazie segretario abbiamo chiuso un primo giro di domande forse abbiamo il tempo di farne un secondo chiedo ovviamente diciamo ai ai nostri relatori di essere rapidissimi non so se c'è ancora Pasquale ti dico collegato però diciamo questa domando io la rivolgo sia lui ovviamente si se ancora indisponibile visti gli impegni che che ci ha detto di avere e ovviamente anche a Stefano Fassina allora un altro diciamo aspetto del libro di di Manfredi o meglio un'altra ricostruzione che lui fa con dovizia di particolari e quella che riguarda l'uscita dell'Italia dalla seconda guerra mondiale quindi con diciamo così tutte le le difficoltà che che ben conosciamo e poi il percorso che ci sia avvicinati insomma ai al giorno d'oggi a cono i oggi siamo in quella che sia papa Francesco che papa leone quattordicesimo definiscono terza guerra mondiale a pezzi
Una guerra che sarà determinato da una parte l'incremento delle spese militari prima ne parlava anche Pasquale rispetto al piano nazionale di riprese resilienza ma anche un altro rischio c'è il rischio di una massiccia riconversione
Dell'industria la produzione bellica ecco allora chiedo a Pasquale laddove ci sia ancora insomma e Stefano Fassina
Quali potrebbero essere dal loro punto di vista le conseguenze di tutto ciò cioè se noi oggi iniziamo a imboccare quella strada poi
C'è modo eventualmente ritornare indietro possiamo compiere ci stiamo compromettendo siamo compromettendo il futuro
Degli europei soprattutto dei giovani mi verrebbe da dire sino a
A me sembra evidente che
Diciamo disc sia una qualche consapevolezza della
Chiusura della fase storica mercantili sta dove c'era il consumatore globale di ultima istanza che erano gli Stati Uniti dove la Cina l'Europa
In particolare l'eurozona diciamo sul modello della Germania e scortavano quella fase si è chiusa
La da parte delle classi dirigenti europee cerca nel breve periodo di puntellare la di farla sopravvivere nonostante le condizioni strutturali
Non lo consentano più perché il problema non è Trump il problema è che quell'equilibrio non era un equilibrio instabile l'equilibrio che non poteva
Essere come dire
Tenuto ancora più a lungo quindi una parte però appunto il largo cercando di minimizzare i danni riducendo appunto accordandosi magari con i dazi del dieci per cento e aumentando le importazioni di gas e di armi dagli Stati Uniti dall'altro provando a fare una sorta di keynesismo militari che però ha un limite
Nel senso che poi li devi consumare le armi che produci perché non è che poiché Simplicio e continua ad accumulare all'infinito no
E e quindi qualche passiamo da dal dalla diciamo proprio dalla impraticabilità macro economica lampo allevava impraticabilità
Politica e
Antropologica quindi non è non non è un modello
Diciamo quelle quelle armi degli usare altre altrimenti si inceppa le macchine i marchi e le vendite quando quando finiscono quando quando per l'invio Tamarine compri e complicata ma se se investi se riconvertire Adua produci tanto manifattura
A parte i tempi che ci voglia quindi che non avere problemi
Io sono una decina d'anni continueremo a importare dagli stati dagli Stati Uniti metteremo in minore squilibrio la bilancia dei pagamenti degli Stati Uniti ma in in porteremo degli affetti quindi sull'occupazione
Europea che saranno estremamente limitati perché appunto quelle risorse vengono vengono trasferite all'estero ma è evidente come modello sostenibile e e non è vero che non c'è alternativa questo il punto
E chiaro che quale economia si intreccia con la politica perché devi scegliere un'altra linea politica divi scegliere la quella linea politica
Che appunto alcune forze del centrosinistra in particolare Movimento cinque Stelle porta avanti che quella del di ricostruire le condizioni per la pace che non vuol dire soltanto far finire la guerra in Ucraina e ora sciaguratamente anche in Medio Oriente ma costruire un ordine internazionale che tiene conto del fatto che l'Occidente non è più il centro del mondo che non è più il dominus assoluto e che deve fare i conti con un ordine dove sulla scena globale e ci sono delle realtà che hanno rilevanza economica rilevanza politica rilevanza militare quella di con la quale fare i conti
Questo non vuol dire che siamo destinati al declino perché in un quadro lì ordinato
Athos possiamo fare un cremisi Isma'verso il web farm non questi Warfare verso il web fare e cioè investire sulla scuola investire sulla sanità investire sul sulle infrastrutture materiali e infrastrutture sociali quindi non c'è un destino rispetto al quale l'unica possibilità e quella di passare dalla del dalla Volkswagen mare in meta le costruire e costruire armamenti
Però è una discussione che appunto in vodka una leadership politica che in questo momento le classi dirigenti europee non
Un anno anzi a mio avviso sono tra le più arretrate rispetto alla fase distinte che si stampa che si sta vivendo quindi ancora una volta il ballo i il lavoro cioè questo è il punto del libro di Manfredini mi interessa sottolineare in il lavoro
Deve tornare a essere soggetto politico
C'è un non semplicemente una condizione economica deve essere soggetto politico queste è stato
Nei momenti migliori della sua storia quando è riuscito a imporre la dignità perché non è che siamo arrivati alle condizioni lavorati allo Statuto dei lavoratori e al Welfare per gentile concessione
Che è arrivata dall'alto è stata frutto di conflitto e di lotte perché quel lavoro era soggetto politico se il lavoro non torna ad essere soggetto politico ma non è una responsabilità solo dei sindacati la responsabilità innanzitutto della politica
Se il lavoro non torna ad essere soggetto politico
E confliggere ma in modo costruttivo ovviamente per un altro ordine
Noi di subiremo arretramenti su arretramenti non da questo punto di vista non non c'è dubbio quindi a mio avviso il valore e chiudo il valore del libro ci consente proprio barba perché un approccio storico
Però
Ci consente di riconoscere e di associare in momenti alti nella conquista di diritti con Mimmo fin e la soggettività politica del lavoro quindi o ritroviamo o ricostruiamo
La soggettività politica del lavoro oppure quello scenario è uno scenario che non che non riusciremo arginare
Poi ovviamente questo vuol dire che vanno fatti tutte quelle cose che diceva di assunzione ad alta voce ciascuno a livello nazionale
Devi fare in modo che chi lavora non sia più la variabilità di accomodamento di un vincolo esterno che viene presentato come oggettivo quasi naturale cosa che invece non è quindi a ciascuno il compito di spostare in avanti
Quella frontiera con il reddito di cittadinanza con la riduzione dei contratti nazionali con la riduzione dell'orario di lavoro con con con tutte quelle mi
Nel quelle misure che mi che mettono un argine a acqua alla tendenza che è andata avanti per troppo tempo ma che ora è più su questo con una nota di speranza quel modello la di precarizzazione di svalutazione del lavoro è un modello inesauribile esaurito Mura lei sorride impraticabile una più praticabile quindi da parte nostra abbiamo come dire delle condizioni paradossalmente migliori di quelle di qualche anno fa perché con tutto il male che si possiamo dire di Trump han messo in evidenza che quella roba là non è più sostenibile e quindi ci ha aperto un appunto una possibilità che prospettano in ogni praticare nel modo progressivo non è il modo regressivo che invece purtroppo ora la strada che è stata intrapresa ma la soggettività del lavoro la scelta politica del lavoro è decisiva
Grazie a Stefano Fassina Pasquale elettrico mi dicono che ci ha dovuto lasciare per gli impegni che ci aveva detto prima di lasciare la parola Manfridi Alberti per le conclusioni faccio un'ultima domanda Annunziata palco che riguarda diciamo così un tema che si è trovato ad affrontare da ministro del lavoro che ovviamente quello dell'occupazione femminile di cui insomma nel libro
Si parla ecco anche qua lo facciamo attraverso alcuni dati non sappiamo che nonostante giubilo del del Governo Italia ancora oggi è ultima in Europa per tasso di occupazione femminile sappiamo che il venti per cento
Delle lavoratrici lascia il posto di lavoro una volta avuto un bambino e sappiamo che il part-time involontario
Una vera e propria piaga a per pedone c insomma il tasso e quasi otto volte maggiore rispetto a quello degli uomini ecco allora quali misure si potrebbero ma mi viene da dire si dovrebbero mettere in campo per iniziare a come dire a tracciare una una rotta nuova anche in questo senso
Grazie Giorgio cercherò di essere molto veloce
Visti i tempi un un prima di rispondere tu domanda vorrei vorrei fare una riflessione con voi che quasi un'utopia perché non ci arriveremo mai però sì anziché fare globalizzazione delle merci fossimo partiti dalla globalizzazione dei diritti forze in questo momento non staremmo parlando di questo
Dovremmo prima Köbler globalizzare i diritti e poi viene è secondo me in quella direzione si dovrebbe andare ma ripeto è molto difficile
E quasi in tempi detto queste o le donne sono le l'anello un altro degli anelli deboli
Del nostro mercato del lavoro il nostro mondo del lavoro sicuramente in pandemia sono quelli che hanno sofferto di più perché sono erano quelle che avevano i lavori più precari
Cornelli e salari più bassi e quindi ma qualcuno ha perso il lavoro qualche altro ad esempio utenza dei lavoratori e lavoratrici delle mense più che altro nome lavoratrici
Mense scolastiche demenziali scuole chiudono loro hanno un tipo di portare un tipo di contratto che molto particolare
Eccher da comunque porta invece chiuso verticale che da un salario a molto bassa pensate la la cassa integrazione quante cioè sapete che la cassa integrazione ancora più pazza del salario normale no che normalmente si dà e quindi hanno sofferto anche in modo particolare anche in quella categoria donne che e ricorderò l'incontro con degli e ciarliero qualche tempo fa anche una e Ciardi una di un'azienda importante parliamo di donne e lavoro
E lei ce l'ha detto bene donna comunque ci tengo a dirlo perché quindi non è una questione solo maschile
R. ce l'ha detto io a tutte le viene impiegate non quando mi chiedono hanno magari un figlio o no una maternità e immediatamente dopo mi chiedono il part-time glielo concedo e io sono rimasta no gli ha detto
E no
Non è una cosa positiva
Perché concedere il part-time vuol dire
Che sai non non stai dando la possibilità alla donna di continuare il suo lavoro full-time e nella maggior parte dei casi le statistiche ci dicono ci dicono che la donna rimane part-time persona entra
Quindi quali sono le politiche cioè noi pensiamo che sia giusto no non è giusto perché quali sono le politiche invece che dovrebbero essere messe in atto
Parliamo sempre di libri di vita libera i tre lettere di invito San anche lì le politiche sono quelle che consentono alla donna di poter avere il suo percorso lavorativo quindi non essere costretta perché solo decide è una cosa non essere costretta ad appende un part-time per portare avanti anche la sua vita familiare
Quindi avere delle politiche che gli consentono di poter andare al lavoro Cindy forse asili nido aziendali forse non c'è la possibilità di quello se è una donna che lavora con turni
Cosa fa ti devi dimettere per poter portare avanti la famiglia o deve fare una scelta loro famiglia può fare anche tutte e due le cose
Quindi mettere in campo delle politiche consente alle donne di potere avere anche da baby sitter faceva i turni di notte
Entrando nel spende tutto il proprio stipendio perché alla fine della della della di tutto alle vie penserà va bene piuttosto che spendere lo spunto lo stipendio mi diverto e mi e e mi tedesco il figlio
Questi ragionamento che fa la domanda ho fatto pure io in passato quindi non non siamo esenti le conosciamo quali sono le difficoltà e allora dette le in condizione la donna di poter svolgere bello uguale il suo lavoro full-time
E non dover scegliere fra la cura e lavoro corsa vuol dire libertà e queste vuol dire voglio voglio dire politica adeguate per le donne a mio parere
Grazie ah non sega dal fu anche per la perdita della risposta
Sul tema che richiederebbe diciamo da solo un un convegno lascio la parola ma amabile Alberti per le conclusioni non ce li abbiamo messo come si dice in questi casi tanta carne al fuoco abbiamo sviscerato insomma tutti gli aspetti principali credo insomma del del tuo libro cercando di dargli anche una come dire un'attualità perché come ci siamo detti all'inizio tutto si tiene tutti i puntini insomma un po'si si uniscono e ci portano anche ai giorni nostri quindi lascio a te la parola per le conclusioni e poi ovviamente alla alla senatrice Pirro anche se insomma vuole aggiungere qualcosa in conclusione ringraziandolo ancora per averci ospita di qui e per la possibilità di fare questa presentazione
Sì davvero è un po'difficile fare delle conclusioni devo dire che se un libro di storia Strehler lavoro in questo caso è riuscito a suscitare riflessioni così ricche
Articolate con implicazioni di politica economica credo che può essere per me motivo di
Soddisfazione come dire questo libro evidentemente non parla soltanto al mondo accademico ma risponde a un'esigenza di riflessione di conoscenza più ampia
Quindi io ricalca in parte quello che che diceva Stefano Fassina rispetto alla al senso alla possibilità il libro come questo effetti ente l'approccio storico serva fare confronti a collocare nel tempo
Ciò che abbiamo di fronte a a comprendere che diciamo i momenti di di forza del lavoro di lavoratori si sono accompagnati a momenti espansivi anche della nostra democrazia a anche a a a a ad avere un elemento di di alternativa cioè il fatto che nel passato le cose siano andate diversamente i cui libri sono stati diversi può essere anche una come dire un elemento di ottimismo rispetto rispetto al futuro effettivamente pensiamo all'inizio del Novecento gli anni sessanta e settanta quando il lavoro si è fatto soggettività politica è riuscito
Orientare
Come dire l'agenda politica a questo sono seguiti anche degli avanzamenti più più generali quindi un problema di ricostruzione di una cultura politica del lavoro
Che oggi effettivamente manca poi diciamo sì sono stati toccati dei dei nodi molto importanti per esempio quello della guerra ma vediamo come drammaticamente oggi come purtroppo è accaduto in passato lo scardinamento di un certo equilibrio diciamo
Macro economico di politica economica o di vincoli di bilancio avviene nel modo peggiore cioè attraverso la spesa militare quando ci sarebbero molte altre molte altre alternative
Quando Pasquale te li dico citava anche no il dirottamento dell'ex delle delle somme destinate al prendere RR per la era spese militari mi venivano in mente altri confronti storici per esempio durante il fascismo
Quando fu creato l'INPS è noto che la molte di quelle risorse destinate integra la previdenza poi furono spesso impiegate per spese militari coloniale e quindi diciamo anche qui la storia sembra andrà dramma che drammaticamente ritornare un ultimo punto importante che è venuto fuori che vorrei lanciare il ruolo dello Stato nella nell'economia il tema degli investimenti pubblici anche qui la storia ci mostra che i momenti diciamo di riduzione dei divari per esempio i divari territoriali sono stati quelli di maggiore intervento pubblico gli storici che ricostruiscono i dati ci dicono che gli anni cinquanta e sessanta sono stati gli unici due
Decenni in cui il PIL delle regioni meridionali
Si è avvicinato di più a a quello delle regioni settentrionali sono gli anni non a caso per la dell'intervento straordinario delle politiche per l'industrializzazione del Mezzogiorno con tutte poi limiti che conosciamo ma diciamo si è passati poi data questa fase
In cui lo lo Stato ha avuto un ruolo importante insieme al settore privato nel costruire il il miracolo italiano a a un'ideologia diciamo così politica ed economica secondo cui la la ritirata dello Stato sarebbe stata comunque l'unica alternativa possibile è la migliore i fatti ci dicono ci dicono altro quindi diciamo io posso che concludere ringraziando tutti coloro che sono intervenuti spero ci siano altre occasioni di ragionare insieme sul sul sul lavoro a partire dalla dalla storia
Fra diciamo è l'occasione per scrivere un altro libro
Chiediamo che si con una battuta
Ovviamente
Dicevo prima la senatrice Pirlo se voleva dire che le qualcosa in conclusione lascio la parola sì intanto ringrazio anche il collega conferma sella vicepresidente della Commissione sanità il lavoro della del Senato
C'ha raggiunto colleghi citato prima
E a mi è piaciuto molto il riferimento finale al al PIL perché era
Quello che volevo evidenziare che non abbia forse abbiamo sottintesa non abbiamo detto esplicitamente
A in questa conferenza stampa che il libro mette anche l'accento sul fatto che i momenti in cui c'è stata più frammentazione più precarietà
Più indebolimento dei salari sono stati quelli in cui il PIL del nostro paese è stato stagnante
Se non addirittura alcune volte recessivo e quelli in cui invece c'è stata una spinta forte dello Stato come si stava dicendo
Uno stato imprenditore uno Stato che ha fatto immensamente uno Stato che ha fatto politica industriale
Contrariamente a quanto dicono i ministri dell'attuale governo che dicono che la politica industriale la fanno gli industriali lo stato dell'esodo dati mano libera per fare quello che vogliono ecco no quando lo stato è stato
Protagonista il PIL del nostro paese è cresciuto in maniera più consistente rispetto alle cifre da zero virgola cui stiamo assistendo
Anche in questi anni anche nel recente passato se non risponde se non sbaglio nella serie
Due mila diciannove due mila ventidue marzo andando a memoria il PIL delle regioni meridionali grazie agli investimenti che sono stati fatti sia a livello statali sì anche con il supporto alla domanda interna dato dal reddito di cittadinanza
Il PD delle regioni meridionali è cresciuto un po'più di quelle settentrionali e allora le ricette per ridurre i divari per migliorare la crescita economica del Paese ce li abbiamo bisogna solo volerle attuare e purtroppo fatemi dire amaramente in questo momento abbiamo un governo che sta perseguendo tutt'altri obiettivi
Aggiungo un altro dato è veramente chiudiamo spesso ci si dimentica di dire che l'unico hanno insomma diciamo negli ultimi cui la povertà è calata stato proprio due mila diciannove cioè l'anno dopo o meglio l'anno in cui è stato introdotto il reddito
P cittadinanza così può insomma diciamo cancellato con un tratto di penna da questo governo appunto non a caso io ringrazio ovviamente chi venuto oggi ad ascoltare questa presentazione quindi tutti i voi che siete in sala ovviamente mi associo ai ringraziamenti dalla senatrice Piero verrà non sei senatori che sono qui soprattutto saluto in ordine diciamo così di di seduta Stefano Fassina
Il presidente dell'associazione Padre costituzione Elisa Pirro senatrice del Movimento cinque Stelle Manfredi Alberti
Storico dell'economia presso l'Università di Palermo e ultima ma non meno importante Nunzia Catalfamo già ministro del lavoro e delle politiche sociali Pasquale di ridicolo avevamo già salutato prima e quindi Prodi salutiamo anche adesso gli arriveranno insomma i nostri soldi grazie ancora buona serata a tutti