La nota antiproibizionista

Buongiorno a chi è all'ascolto di radio radicale
C'è una costante nella politica del governo Meloni quando si parla di droga e la risposta è sempre e solo repressione
Dal decreto anti Revel al più recente Decreto Sicurezza passando per il nuovo Codice della strada l'impianto resta lo stesso moltiplicare reati aggravanti inasprire le pene
Trasformare il consumo e contesti giovanili in una questione di ordine pubblico
è un copione vecchio già visto che non ha mai ridotto nell'offerta nella domanda di sostanze ma che continua a provocare il sovraffollamento delle carceri e a marginalizzare migliaia di persone
Ma i grandi trafficanti che operano su scala internazionale e dispongono di mezzi potenti questa politica li colpisce solo parzialmente a farne le spese sono piuttosto i consumatori
I giovani che frequentano i erede chi fuma uno spinello chi convive con una dipendenza la conseguenza è paradossale
Mentre le organizzazioni criminali prosperano i consumatori vengono stigmatizzati e lasciati in balia del mercato nero mentre i più vulnerabili sono sospinti sempre più ai margini
è l'eterna illusione di brandire il Codice Penale per controllare i fenomeni sociali e i problemi che ne derivano
Non sorprende quindi che l'attuale governo rifiuti di valorizzare la riduzione del danno cioè quell'insieme di politica di strumenti che hanno dimostrato di salvare vite senza incentivare l'uso di sostanze
Ridurre i rischi e i danni non significa incoraggiare il consumo mai limitarne le conseguenze negative prevenire le overdose contenere la diffusione di HIV ed epatiti fornire siringhe sterili per l'eroina o pipe per il crac spazi sicuri per il consumo
Garantire programmi di dar checking che permettono ai consumatori di sapere cosa stanno assumendo le principali organizzazioni internazionali lo fermano danni l'organizzazione mondiale della sanità è stata la prima agenzia delle Nazioni Unite a fare propria la strategia di riduzione del danno
Per proteggere la salute e i diritti delle persone che usano droghe
Le Nazioni Unite negli ultimi anni
Hanno più volte ribadito che politiche efficaci sulle droghe devono essere radicate nella scienza e nella ricerca nel pieno rispetto dei diritti umani ed una profonda comprensione delle implicazioni sociali economiche e sanitarie
Del consumo di sostanze
Esempi concreti che confermano queste posizioni del resto non mancano pensiamo alla Svizzera dove i programmi di somministrazione controllata di eroina
Asso rinata da oltre trent'anni hanno ridotto drasticamente le overdose l'infezione da HIV e la criminalità legata la dipendenza o o il Portogallo
Lì la depenalizzazione accompagnata da servizi di riduzione del danno ha portato a un drastico calo delle morti a un migliore rapporto tra consumatori e sistema sanitario in altri stati europei politiche pragmatica non prodotto esiti positivi in termini di salute pubblica e di sicurezza
L'Italia al contrario resta intrappolata in un paradigma punitivo che non solo ignora queste evidenze ma contraddice apertamente le raccomandazioni delle autorità internazionali
Il massimo che questo governo ha fatto finora e pensare di trasferire i detenuti che soffra di una dipendenza in comunità terapeutiche trasformate in carceri a custodia attenuata
Un provvedimento sbagliato che per ora tra l'altro è rimasto solo sulla carta
E il paradosso nella politica italiana si varano norme di principio senza costruire le condizioni materiali perché funzionino così il carcere resta il destino prevalente nonostante sia il luogo meno adatto per chi ha problemi di dipendenza intanto il messaggio politico resta invariato
Tutta la droga è uguale
Una formula semplice di grande presa mediatica ma priva di basi scientifiche emettere tutte le sostanze sullo stesso piano ignorando le diverse caratteristiche e diversi affetti significa ignorare le differenti conseguenze e differire efferenti rischi
Impedendo politiche mirate ed efficaci significa anche negare la possibilità di avviare un dibattito serio sulla legalizzazione sulla regolamentazione delle varie sostanze come hanno già fatto diversi paesi occidentali e come altri si apprestano a fare
Che in Italia milioni di persone consumano sostanze ma lo Stato preferisce voltarsi dall'altra parte e trattarle come criminali è più comoda evocare il fantasma dell'Assirm Smoke che affrontare la realtà
Il proibizionismo ha fallito ovunque ha prodotto più crimine più mercato nero meno salute
Continuare a inseguirlo significa provocare danni e condannare il nostro Paese un ritardo culturale e politico enorme
Bisogna mettere le persone al centro un paradigma repressivo punitivo patologico Zante anche morale portare i ficcare le persone
A a avviso umanizzare le facendo vedere al loro posto dei problemi i giovani gli stranieri poveri devianti non sono più visti come persone ma come problemi da eliminare
Serve il coraggio di cambiare le politiche delle deroghe e necessario basarsi sulla ricerca e sull'evidenze imparare dalle esperienze positive di altri paesi investire in prevenzione e riduzione del danno regolamentazione legale
Seguire le raccomandazioni dell'Organizzazione mondiale della sanità delle Nazioni Unite coinvolgere le persone che usano droghe
Ma la destra di governo preferisce gridare al lassismo rivendicare il pugno duro invocare la guerra la droga peccato che dietro questa facciata muscolare restino solo inefficacia stigma e sofferenza
Continueremo a parlare di riduzione del danno oggi alle tredici a notiziare antiproibizionista un saluto da Roberto Spagnoli