"Le idee costituzionali della Resistenza" org. dalla Fondazione Lelio e Lisli Basso, Fondazione Istituto Gramsci e dall'Istituto Luigi Sturzo

Signor Presidente da Repubblica presidente della corte signor ministro
Quindi tristissime autorità signore e signori
Rientrato
Dato l'onore di rivolgere alcune parole di saluto
E lo faccio come sindaco di una città medaglia d'oro della Resistenza
Di fronte a costituenti tanto
Illustri uno si chiede
Qui nella presidenza altro circa un'ora dalla massima magistratura dello Stato della presenza in questo convegno
Vorrei dire come sindaco di questa città che tanti drammi tante contraddizione tanta ricchezza Espresso nella vicenda di questo secco che gli ideali della Resistenza sono le idee della Resistenza
Cioè elaborazione di valori politici sociali e giuridici fondanti sono anche la ricerca di un comune fondamento culturale
Sul quale costruire di istituti delle forme di uno Stato nuovo attraverso cui rafforzare il senso di appartenenza alla nazione di tutti gli italiani
La guerra combattuta dal quarantatré al quarantacinque per eserciti e per volontari patrioti ha rinsaldato l'unico d'identità nazionale soprattutto l'unità della patria faticosamente conquistata nel Risorgimento
La scritta batterie unità fino scolpita su uno dei propilei dell'Altare della Patria noi oggi la leggiamo non come messaggio retorico ma come un'eredità preziosa della nostra storia
Perché è stata una guerra di indipendenza e di liberazione la resistenza assunto pienamente questo significato storico e morale ed ha contribuito quindi alla riaffermazione della dignità del nostro popolo
Su questa lotta di armi e di ideali sono maturate le idee costituzionali Della Resistenza cioè i progetti per dare contenuti reali e non solo formali istituti giuridici alla libertà così duramente acquisita conquista progetti che hanno visto molti intellettuali impegnati in quegli anni movimenti di opinione nuovi e rinati partiti politici il grande tema della cultura della Resistenza tema costituzionale quanti altri mai è stato certamente quello di dare aggettivi aggettivare concetto di libertà
Senza di cui non vi sarebbe poi stata la consapevolezza che con i quarantacinque cominciava in Italia il tempo della democrazia
Dunque libertà politica ma anche giustizia sociale
Democrazia economica autorità culturale dello Stato e non statalismo inefficiente superamento dell'individualismo egoistico affermazione dei valori della persona e della sua responsabilità sociale
Questo lascito culturale e etico della Resistenza che ha dato concretezza e verità ai modelli astratti della libertà e che è stato il filo conduttore della lotta politica e del dibattito culturale in Italia negli anni dei governi di unità nazionale dei lavori dell'Assemblea costituente si ritrova vivo e intatto nel testo dalla nostra Costituzione
L'oblio o il rifiuto di questo lascito ha provocato la crisi di valori e le degenerazioni politiche ed amministrative svelate sì in questi anni in tutta la loro drammaticità e perversi tra il richiamo a quell'eredità e dunque più che mai necessario e quel richiamarsi ai principi di cui parlava Macchiavelli come ad una necessità degli Stati in crisi
I nostri principi signor Presidente
Signori sono quelli alti di un'azione consapevole di uno stato che vuole essere efficiente e aperto a tutti i cittadini di un equilibrio costruttivo tra pubblico e privato tra individuo tra individuo e comunità
Tra doveri e diritti
Di tutti i cittadini
Questo è il senso va della nostra continuità di impegno cinquant'anni dopo
Da affidare non soltanto alla memoria ma l'azione quotidiana dichiara responsabilità nella vita pubblica se consentito dirlo alla memoria è la consapevolezza dei nostri figli
Che su questo dovranno identicamente costruire la democrazia in cui sono chiamati a vivere nel futuro
Vi ringrazio
Signor Presidente della Repubblica
Delegato dal professor Gaetano Ferro
Impegnato in un convegno internazionale all'estero sono qui come vicepresidente della Società geografica italiana
A renderle gli onori
Ma sono qui anche come rappresentante dei partigiani combattenti insieme all'amico Polverini che è l'altro costituente oltre lei e io che sono qui presenti
A generale la allora anche lei vera anche come combattente ottocento
Siamo in quattro
Ed è
In questa veste nome dei partigiani combattenti
Io vorrei dire brevi parole su quella resistenza di cui si studiano in questo convegno le idee istruzione
Il convegno coinvolge i maggiori filoni culturali della Resistenza italiana
Il marziano il cattolico e il crociano
E li coinvolge per evitare di falsificazione della storia
Che oltre a essere culturalmente deplorevoli sono oltremodo pericolose
Intanto in sede della Società geografica italiana
Mi sembra opportuno sottolineare ancora
L'essenziale influenza che ebbe la nostra resistenza per salvare la patria molti lembi in territorio italiano
Io c'era in quei giorni per quarantacinque quarantasei accanto a De Gasperi
E posso testimoniare che se egli non avesse avuto il riferimento ai venti mesi della Resistenza non solo Trieste Gorizia lui Reja
Ma anche l'alto cuneese Ventimiglia e Bordighera che probabilmente molte delle isole minori non farebbero oggi parte della patria comune
Avendo seguito al tema specifico del convegno
Di grande attualità perché si parla molto oggi ricostituzione ed i suoi eventuali cambiamenti
Nessuno potrà mai dimenticare
Se non falsificando la storia che la Repubblica è nata dalla Resistenza affinché questa Repubblica possa consolidarsi
Non riesco partigiani
Suggerimmo il venticinque aprile a Milano il metodo che usavamo in montagna
Costruire un recinto di garanzia contrassegnato da quattro pilastri
Oggi si tratta di garantire la democrazia
E meglio che parlare di pilastrini e parlare di principi prima di tutto il culto della libertà
Lo scudo don Sturzo più volte ci ha detto con la libertà tutto si può rimediare senza la libertà tutte perdute
Il culto della pace
Esso implica un no decisivo irrevocabile al razzismo dall'antisemitismo
Perché nella seconda guerra ci sono perpetrati tanti orrori
Che nemmeno nessuno immaginava nella prima perché tanti Massari vigneti anziano ufficiali sottufficiali e soldati delle SS naziste che hanno massacrato vecchi bambini applicarsi via Sant'Anna di Stazzema Marzabotto
Non sarebbero giunti a tanto se non si fossero abituati a sterminare sistematicamente scientificamente tutti gli ebrei
Tutti anche i vecchi
Tutti anche e soprattutto i bambini
Rifiuto deciso dunque dell'antisemitismo e netto rifiuto del nazismo
E del razzismo
Il no al razzismo significa non pretendere di bloccare con la forza
Quella inevitabile integrazione razziale
Che caratterizzerà il prossimo secolo della nostra nazione
Terzo punto fermo è l'unità della patria
è stato detto che le resistenze furono due
Non è vero che ci siano state non due ma varie ispirazioni ideologiche preesistenti sarebbe sciocco negare quando si discuteva in montagna quando non c'era l'assembramento sulla libertà sulla sull'economia presidente Scalfaro ed appassionata di sentire questa opinione mia testimonianza di aggiungere chissà con quale linguaggio anche se sarà discusso effettivamente discussione erano molte
Ma c'era un accordo unanime su due punti fondamentali prima di tutto affacciare l'occupante tedesco
E poi la patria è una è d'Italia non una confederazione e neppure una concentrazione dibattiti infine regole
Le regole dalla costruzione si possono anche cambiare
Ma con raziocinio e soprattutto con calma e senza isterismi
Senza quelle improvvise folate di esaltazione e depressione di cui soffre purtroppo il nostro popolo tanto intelligente ma anche tanto emotivo
Perciò l'articolo centotrentotto che prevede riflessione dei tempi adeguati ed essenziali ed essenziale punto di garanzia questo è il richiamo che insiste a lanciarci Giuseppe Dossetti dal suo letto di dolore ascoltiamo
Forse e mi scuso signor presidente ho detto delle cose ovvie
Ma il rischio delle discussioni intellettuali è proprio questo che per cercare il meglio si dimentichi talvolta qualcosa di ovvio e si finisca nel peggio
L'augurio è che questo convegno eviti il rischio
E la repubblica nata dalla Resistenza riesca a superare i presidenti travagli e trarre linfa per crescere e per consolidarsi grazie
Signor Presidente della Repubblica fino aumentino solo leggo ha scritto messaggio inviato ci da don Giuseppe Aldo secchi gli altri sì
Ricevo il suo cortese messaggio ringrazio molto del gentile pensiero mi consideri presente al pregevole convegno formulo l'auspicio che il concorso di tanti studiosi di tutte le parti
Porti a una nuova maturità della coscienza autonomistica del nostro Paese
E insieme ha un plus o una più salda consapevolezza dei fondamenti della nostra unità nazionale con molta cordialità don Giuseppe
Dossetti
Poi abbiamo telegramma delle Presidente del Senato
Il senatore Carlo Scognamiglio Pasini ringraziamo apre le porte si invito alla presenziare alla cerimonia di apertura del convegno nazionale sul tema del del costituzionale della Resistenza
E dei partiti antifascisti previste per giovedì diciannove ottobre le comunico che concomitanti impegni non mi consentono purtroppo di essere presente l'occasione né gradite per augurare alla manifestazione
Pieno successo
Poi altri telegrammi telegramma della Presidente del della Camera Irene Pivetti dicevo il suo cortese invito per il convegno nell'impossibilità di intervenire a questa manifestazione desidero rivolgere un caloroso saluto a tutti i presenti nonché l'augurio per la migliore riuscita del convegno
Anche il presidente del Consiglio Lamberto Dini a inviato una lettera di adesione al convegno nell'impossibilità di partecipare per concomitanti prefissati impegna l'importante convegno come pure aveva desiderato inviarle a tutti i partecipanti più percepito augurio
Saluto augurale per la riuscita
E infine un un
Ministro dei beni culturali e ambientali anche lui
Ringrazio per i cortesi invio buon lavoro desidero far pervenire morti e cordiali saluti a tutti gli intervenuti
Infine Giuseppe De Rita ha inviato anche il Luisa sua solidarietà per questo al convegno
Signor Presidente della Repubblica signor Presidente la Corte costituzionale Signori e signori
Perché è diventato così difficile parlare della Costituzione del modo in cui nacque del ruolo da essa effettivamente svolto in quasi mezzo secolo di storia repubblicana forse che l'improvviso congiungersi della distanza nel tempo più congedo dalle sue ragioni d'origine piatto all'uno sembra definitivo
E della richiesta ormai accettata di una sua revisione l'hanno resa un oggetto imbarazzante da consegnare alle cure di specialisti operanti in luoghi discreti lontani dall'attenzione viva dell'opinione pubblica
Forse che così sarà rimosso dalla discussione politica e istituzionale un riferimento troppo forte
Fatalmente destinato ad accendere gli animi o almeno a sollecitare riflessioni che lo spirito del tempo sembra voler evitare
Vi sono molti modi di rispondere a queste domande
Ma sarebbero tutti sbagliati se muovessero da quella rappresentazione estenuata della Costituzione che spesso oggi prevale e che fa di essa un'ombra fastidiosa magari ma pur sempre l'ombra di un passato inesorabilmente trascorso
Sicché l'appellarsi a quel testo siti indicherebbe fatalmente con i colori della conservazione
La difficoltà vera sta altrove nell'essere la Costituzione sicuramente un prodotto storico
Ma al tempo stesso un documento di oggi un ineludibile riferimento vigente
Ben può cadere allora che quanti ne enfatizzano le debolezze attuali
Siano portati a sentirsi rafforzati in questo loro giudizio se poi riescono affondarlo anche su qualche vizio d'origine
E accade pure che la Costituzione in un impeto estremo di difesa sia oggetto di operazioni nostalgiche
Che neppure SL rendono giustizia visto che finiscono con il fondarla esclusivamente nel passato quasi che oggi non vi sia più terra per le sue graticci
Sono almeno due le ragioni che hanno contribuito a determinare questa situazione
La prima riguarda il fatto che la Costituzione del quarantotto è stata sempre segnata da una contraddizione
Da una parte è stato lo strumento che ha accompagnato la lenta nascita della Repubblica e seppure non è riuscita a far nascere un vero patriottismo costituzionale
Certo ha costituito un forte ammortizzatore delle frizioni tra le forze politiche
Nessuna delle quali neppure nei periodi più astri fu un mai tentata di denunciare il patto stipulato nell'assemblea costituente
Al tempo stesso però quel testo non è mai stato pienamente accettato da
Almeno in alcune Fassi
La lunga in attuazione costituzionale lì a dimostrarlo tanto che istituti fondamentali dal Consiglio superiore della magistratura alla Corte costituzionale
Dalle regioni a statuto ordinario al referendum vennero realizzati con ritardi grandissimi e attendiamo ancora la riforma dell'ordinamento giudiziario
La seconda ragione va ricercata in una vicenda più recenti
Che ha consegnato la costituzione della sua riforma ad una impostazione tutta politologi così danni si celebrano i fasti di una ingegneria costituzionale senza
Che ha sempre più guardato alla Costituzione solo come ad una ma Cina ignorando del tutto le idee fondative che la percorrono e la sua natura di programma costituzionale
Non solo dunque per ripercorrere correttamente una vicenda storica
Ma per cogliere anche il senso delle possibili operazioni di riforma indispensabile oggi che si torni proprio su quelle idee fondative e su quel problema
Se come tutto questo possa essere riferito alla Resistenza è questione che richiede ancora oggi una riflessione
Non è solo retorica l'aver parlato per anni di una Costituzione figlia della Resistenza perché fu questa vicenda che contribuì a segnare il clima del tempo e diede il senso d'una impresa comune
Nella quale pur tra molte differenze già si erano ritrovate
Le maggiori tra le forze presenti nell'Assemblea
E dunque lì poteva dimostrare per ritrovarsi il primo momento costituente della nuova storia
Certo quando i lavori dell'Assemblea Costituente cominciano il vento del Nord e già accaduto ma lo spirito dei partecipanti a cui i lavori non era quello di chi sentiva da avere alle spalle il periodo eroico coll'obbligo ormai di abbandonare la ossia e mettere mano alla prossima
Era invece ancora il momento delle grandi speranze anzi
Il momento in cui le speranze potevano divenire davvero grandi perché ad esse si offriva la possibilità di divenire la trama costitutiva più che di un nuovo Stato addirittura d'una nuova società
Se poi quelle speranze avessero davvero tutte il loro fondamento nell'esperienza comune della costa della Resistenza
O non fossero invece legate ad elaborazioni che erano piuttosto proprie di partiti
Movimenti culturali personalità che avevano lavorato a lungo una loro storia e secondo loro particolari tradizioni è questione che rimane rilevante
E che deve ancora mettere in guardia contro un riferimento all'esperienza resistenziale di fatti che in essa non trovano una loro specificità
La Resistenza fu insieme lotta armata esperienza di governo ed elaborazione culturale
Ma con porne direttamente i tratti in uno specifico programma e cosa che ancora oggi può indurre a forzature
La Resistenza fu soprattutto un momento di paragone
E di emersione delle questioni che si sentivano più rilevanti per il futuro
Oggi diremmo che fu messa appunto una agenda di quella che tra i medesimi protagonisti sarebbe stata poi la futura discussione intorno ai temi della Costituzione
E così venne forgiando sì lo spirito d'una fase costituente che non avrebbe avuto cento alla stessa pienezza se avesse semplicemente seguito una dissoluzione del regime fascista
In quella fase e in quelle discussioni anzi emerge già quello che sarebbe stato uno dei tratti costitutivi della futura Recup l'essere questa Repubblica dei partiti
Visto che in diversi momenti e forse massime nelle cinque lettere dei partiti del Comitato nazionale di liberazione dell'Alta Italia del novembre quarantaquattro
Fu chiara la netta opposizione di alcuni ad ogni prospettiva di prolungare al di là della vicenda resistenziale un'azione politica comune
Privilegiando sì invece l'assunzione per ciascun partito di una netta fisionomia autonoma
Secondo una logica di pluralismo e di specifica funzione
Dei partiti nell'ordinaria vita politica nella quale non è arbitrario di trovare la radice di quello che sarebbe poi stato l'articolo quarantanove della costa
Seppure non si delinea un compiuto progetto diverse sono le direzioni verso le quali muovono le indicazioni costituzionali rinvenibili nei tempi della resiste
Ne indico alcune la restaurazione della libertà e dei diritti l'attribuzione ai lavoratori di un ruolo rilevante nelle fabbriche nell'organizzazione dello Stato
La diffusione del potere soprattutto attraverso una rete estesa di autonomia la rilevanza dei legami sociali la prospettiva di una democrazia integrale sembra perfino ovvia data la natura del regime al quale ci si era opposti e della guerra che si stava combattendo l'affermazione ricorrente della volontà di rifondare lo Stato
Sulla ritrovata pienezza della libertà
Con una formula incisiva nel mille novecentotrenta
Silvio Trentin aveva parlato di asservimento del cittadino ad opera del regime fascista
La ritrovata democrazia quindi avrebbe dovuto prima di tutto reagire a questa condizione di serietà
Ma era pure nettissima la consapevolezza che non si trattava soltanto di restaurare il quadro dell'impianto liberale dei diritti
Bensì di costruire anche questo terreno qualcosa che avesse i caratteri di una sostanziale novità questa novità per un verso era nelle cose
Apprendo nella sua qualità di De Carlo i lavori della Costituente
Vittorio Emanuele Orlando rivolgerà il suo saluto cito ad un'Assemblea nella quale il popolo italiano per la prima volta nella sua storia si può dire rappresentato nella sua totalità perché senza distinzione di sesso né di classi e di regioni o di gente fine della citazione
E proprio e questa pienezza della cittadinanza era stata ulteriormente dilatata proprio nella prospettiva delineata negli anni della Resistenza
Dal riferimento a un'idea di cittadino che non lo vedeva solo come soggetto dei riconquistati diritti ma anche il protagonista attivo di processi di autogoverno riconosciuto in una qualità di lavoratore che assumeva dignità fondativa dell'intero assetto dello Stato
In questo modo una il catalogo dei diritti tipici dello Stato liberale veniva collocato in una prospettiva che non si chiudeva intorno al cittadino isolato
Ma lo immerge entra nei processi sociali e politici così dando rilievo a quello del legame sociale che la Costituzione vorrà riconoscere attraverso il principio di solidarietà e l'ampio riconoscimento di diritti sociali
I diritti dovevano separarsi definitivamente persino dal sospetto del privilegio divenire qualcosa in cui ritrovarsi uniti
E forse nulla più che questo controverso senso dell'unità può contribuire a spiegare i conflitti e consensi che accompagneranno i diversi momenti della Resistenza
Proprio qui
In una linea programmatica che nella stessa Costituzione non troverà sempre pieno riconoscimento e che ancor meno ne avrà nelle prassi
Successive si toglie la consapevolezza che non si trattava di rifondare un assetto già noto ma di fondarne uno su basi integralmente rinnovato
E l'ansia di questo nuovo fa nascere una preoccupa precoce preoccupazione esplicita in tanti iscritti per una capacità di rinnovamento davvero radicale temendo sicché vecchie logiche e vecchi apparati avrebbero potuto di nuovo avere il suo pit sopravvento
Riproponendo tradizionali chiusure e soprattutto lasciando intatti gli abituali meccanismi di esclusione
Dove questo visibilissimo intento politico Dini sconfiggere l'esclusione si congiunge più felicemente con il progetto costituzionale e nel tanto discusso e controverso
Secondo comma dell'articolo tre della Costituzione
Frutto certa dei tempi ma anche dell'incontro di un politico lungimirante Lelio Basso e di un giurista di straordinaria cultura e sensibilità Massimo Severo Giannini
Qui emerge con nettezza il raccordo tra il riconoscimento formale di un diritto e condizioni che ne rendono possibile l'esercizio certo dire che in questo modo sia stato composto l'antico dissidio tra forma e sostanza dei diritti tra astrazione giuridica e condizione materiale dei soggetti ecco molto ma sicuramente in questa norma di rifiuto degli assetti conosciuti si rivela nel modo più netto la natura una Costituzione che non vuole essere punto tre ma di partenza
Non sanzione d'un ordine esiste ma impegno ad edificare nell'uomo
Al tema delle libertà si connette
è solo una delle tante citazioni possibili ma io o il rinvio a un testo più ampio per un'analisi più dettagliata al tema delle libertà si connette quello della giustizia che nella Resistenza trova esplicita trattazione
Con riferimento ai giudizi riguardanti i fascisti tuttavia connotazioni che assumono una non trascurabile portata generale
Già nella prassi di alcune delle repubbliche partigiane si era cercato di sottoporre la giustizia politica desse amministrata arredo né formalmente né Temperance ero impossibili Hardy
E nell'agosto del quarantaquattro nella circolare del Comitato di liberazione nazionale dell'Alta Italia sull'organizzazione della giustizia si toglie la preoccupazione di avviare una separazione tra politica e giustizia come condizione per evitare eccessi e giudizi sommari o come si dirà più tardi per fornire alla popolazione seria garanzia che giustizia sarà fatta con serenità sollecitudine in ciò si può certo scogli scorgere una reazione all'uso degli strumenti giudiziari da parte del regime fascista reazione che troverà il suo compimento proprio nel testo costituzionale dove autonomia e indipendenza della magistratura assumono il duplice significato
Di rifiuto del raccordo tra giustizia e indirizzo politico dominante e di garanzia della libertà del gioco politico
Dal momento che la magistratura viene vista anche come garante dei diritti delle minoranze sconfitti nelle competizioni elettorali
Ed è qui da scorgere una delle motivazioni del Polo del fortissimo garantismo giudiziario
Che caratterizza la Costituzione inoltre la necessità di una separazione pure tra politica e amministrazione
O almeno la preoccupa necessita di non deprimere
La competenza amministrativa a vantaggio della pura appartenenza partitica e anch'essa presente nelle discussioni che si sviluppano nel corso della Resistenza
Segno di una precoce consapevolezza del rischio concreto di possibili degenerazioni del potere dei partiti di nominare senza alcun controllo loro candidati a cariche
La connessione tra il riconoscimento dei diritti delle condizioni per la loro effettività dunque e ben presente nel corso della Resistenza
Dove tuttavia assume caratteri di Bank renitenza radicalità quando la concreta pienezza dei diritti viene messa in diretta relazione con la distribuzione del potere
Con le modalità di organizzazione delle diverse strutture e quanto accade con le indicazioni relative all'autogoverno locale e dalla gestione operare
Che vogliono realizzare appunto un avvicinamento se non una totale coincidenza tra soggetti gestori e soggetti titolari di particolari diritti così i diritti dei lavoratori si dilatano nella direzione della gestione diretta o della partecipazione alla gestione delle imprese
E i diritti dei cittadini vogliono che ad essi si guardi nel momento stesso dell'organizzazione dello Stato
In una prospettiva in cui il popolo si governi da sé
Con una democrazia basata sull'iniziativa e sul controllo popolare e questa non è logica chiusa in angustie nazionale
Almeno una dimensione dell'Europa è ben presente nelle discussioni e in più duna proposti
Conosciamo lo scatto tra queste idee che pure sono tra le più nette nel programma resistenziale e la realizzazione costituzionale
Sicché proprio da ciò si potrebbero trarre conclusioni su una definitiva a distanza tra resistenza e Costituzione
Ma il confronto certo rivelatore delle intenzioni dell'epoca non può essere spinto fino a questo
L'idea dell'autogoverno e della diffusione dei poteri è tutt'altro che estraneo sì
E non si possa esprime soltanto nell'ordinamento regionale ma in una diffusa preferenza per l'articolazione dei poteri tanto che si è potuto parlare giustamente di repubblica delle autonomie
Lo scarto allora limite del conflitto non può essere spiegato allora solo mettendo a confronto le idee costituzionali della Resistenza è il testo della Costituzione
Ma piuttosto confrontando quest'ultimo Collina attuazioni le distorsioni delle fasi successive e questa è un'annotazione che non serve soltanto a respingere forzature ricostruttive
Ma anche per sottolineare come proprio nella Costituzione esista ancora un potenziale che può essere utilmente utilizzato per dare concreta espressione a quelle richieste di decentramento e di autonomia
Divenire i più forti negli ultimi tempi e che spesso sono state presentate come del tutto confliggenti
Con la logica costituzionale sì da indurre comunque a chiedere anche per questo una radicale previsione ma la spinta verso un'organizzazione non autoritaria è una diffusione paritaria dei poteri
Visibilissima nella Resistenza non agisce soltanto nella dimensione costituzionale più direttamente legata all'organizzazione del potere locale
Si dà rilievo infatti al ruolo delle formazioni sociali anche come luogo di sviluppo della personalità e si rifiuta ogni suggestione gerarchica anche nell'organizzazione della più complessa è la questione del potere ed elaborato che va considerata nel quadro più vasto dei problemi della proprietà industriale e del modo in cui questi giunsero alla discussione nella Costituente certo quando si apre questa fase la spinta tutta politica della Resistenza si ormai affievolite
Ed è stato ridimensionato il ruolo dei consigli di gestione su quale soprattutto si era insistito tanto che il progetto in materia di Rodolfo Morandi prima viene accantonato e poi scompare del tutto
Se quindi si può dire che lo specifico programma
Di dare ai lavoratori il controllo della produzione non venne attuato non si può peraltro affermare che il quadro costituzionale non sia stato profondamente segnato proprio dai riferimenti ai lavoratori è al lavoro
Che connotano la Costituzione fin dalla sua apertura a Repubblica fondata sul lavoro la rimozione degli ostacoli di fatto all'eguaglianza per costituire perciò consentire all'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica economica e sociale del Paese
Formulazioni che il luogo dell'antica Repubblica dei proprietari hanno fatto parlare di una Repubblica dei lavoratori
Formule declamatorio e si dirà e si è detto formule ormai sorpassati e si è aggiunto di recente perché non sarebbe più il riferimento al lavoro a poter connotare rappresenta organizzazione sociale
Ma queste critiche a parte ogni rilievo sulla loro consistenza finiscono con l'ignorare quasi del tutto quello che è il carattere più intenso della Costituzione quello in cui davvero più si riflettono lo spirito della Resistenza e il modo in cui questo passo nel lavoro della Costituente
Ho detto prima della aspirazione della Resistenza una democrazia integrale intesa non tanto nel senso di una radicalità democratica
Delle scelte quanto soprattutto nella pervasività di una democrazia alla quale nessun luogo doveva essere precluso e quindi una democrazia non come obiettivo raggiunto una volta per tutte quanto piuttosto come su sadica come il processo continua
Perciò il programma democratico e scende sempre le possibilità di realizzazione immediata perché deve salvaguardare un'attenzione verso altri e più lontani obiettivi la Costituzione risponde proprio a questa logica
E così assume una peculiarità che la differenzia assai da altri documenti costituzionali stranieri
Non è il testo che sanziona definì attivamente una fase e la chiude in formule giuridiche come sovente accade quando il diritto accavallassero
Essa sta al principio di netto deve aprire
E come le donne e gli uomini della Resistenza combattevano perché ciò fosse possibile
Così costituenti operare uno perché questo cammino potesse essere effettivamente percorso sia pure previsto Rossi ed espedienti tra le imitazioni e rinvii
La Costituzione è percorsa da una tensione visibile e intensa che già si coglie in formulazioni non abituali costrutti nuovi è compito della Repubblica
La Repubblica promuove che infatti sfuggiranno per molto tempo alla cultura giuridica
E solidi le citeranno interessati disattenzioni troppi soldi
Qui si coglie l'eccedenza costituzionale in questo non limitarsi a definire un quadro organizzativo è una tutela pur forte degli di
Ma nell'immergere la stessa vicenda costituzionale e dunque quello che dovrebbe essere il momento più alto della politica pubblica nelle contraddizioni della società
Perché la nascente repubblica e con essa tutte le istituzioni avvenire facciano i conti con tutto questo e si adoperino per primo
Un compito questo nel quale si può cogliere un'altra eccedenza quella etica e viene dall'antifascismo e che così connota fortemente la Costituzione come programma costituzionale
E qui si può cogliere una significativa di stanza in un solo esempio
Da un altro importante documento costituzionale quasi coeva quarantanove
Legge fondamentale della Germania federale dove la nettezza della ripulsa della tragica esperienza nazista approda piuttosto ad un quadro statico di impianto più naturali
Proprio perché connotato da tante forse troppe eccedenze il programma costituzionale corre sempre il rischio d'una ripulsa
O addirittura ad un fallimento perché esige una forte e comunque identificazione di tutte le forze chiamata a realizzare e per questo che già all'indomani della sua approvazione venne sostanzialmente revocato in dubbio in molte sue parti
Quelle che più sembravano incompatibili con le urgenze della guerra fredda
E si ebbe così quella fase della Costituzione congelata
E solo il più tardo disgelo costituzionale degli anni sessanta
Coincidente con i nuovi equilibri politici determinati dal passaggio ai governi di centro sinistra riuscì a rimuovere avviando una vera fase di attuazione costituzionale
Ma questo dimostra come pure in tempi difficili e tra Sperling e polemiche la costituzione non avesse cessato d'essere un punto di riferimento
Dal quale era stato e rimaneva possibile avviare di nuovo un interesse comune
Abbiamo conosciuto poi altri tempi ed altri spiriti
Che si potrebbero definire in vari modi ma che sostanzialmente hanno avviato un processo di delegittimazione della Costituzione per non dire un suo rifiuto di questo bisogna parlare esplicita
Non solo per misurare un cammino o registrare un mutamento dei tempi ma proprio perché la nostra Costituzione alla particolare caratteristica che ho appena sottolinea quella di presentarsi come un programma forte sul quale rimane d'obbligo almeno fino a quando sarà vigente misurare indirizzi politici e programmi di riforma
Così le riforme anche quando dichiarano da vere come oggetto soltanto la parte organizzativa della Costituzione devono essere giudicate proprio con riferimento a quel programma
Poiché il carattere delle costituzioni di questo secolo e proprio nell'aver rovesciato un vecchio schema
Per cui gli strumenti organizzativi oggi devono essere modellati sugli obiettivi programmatici e non viceversa
Sempre più spesso però ci troviamo di fronte a proposte di scomposizione del quadro costituzionale
Quando si abbandona l'idea dell'esistenza di un insieme di principi costituzionali intangibili e si torna l'ipotesi di un Parlamento senza limiti nel suo potere di revisione costituzionale
E così quando l'interpretazione del principio maggioritario induce a ritenere che le riforme costituzionali possano rispondere a logiche politiche d'occasione non dirà unitario
Invece di mirare al rinnovo e al rafforzamento del patto fondamentale
E così in definitiva quando si agisce considerando la Costituzione come fosse una legge tra le tante
Assistita soltanto da un fastidioso aggravamento delle procedure per la sua revisione tuttavia non più in grado di impedire una deriva verso una progressiva cancellazione della rigidità costituzione
In fondo a questa strada non sono modifica a questa o a quella parte del testo costituzionale o la sostituzione di un programma costituzionale
Vi è il rischio di perdita dell'idea stessa di costituzione
E dunque di un comune punto di riferimento di una possibilità di identificazione collettiva non affidata al variare degli interessi o alla frammentazione delle storie e delle memorie
Un'analisi che muova dalle anale dalle origini della vicenda costituzionale della repubblicana dunque o almeno renderci consapevole di un rischio che quello appena evocato
Ma ci ricorda pure quanto intense e drammatiche furono quelle dice
E come la Costituzione possa essere potesse riconosciuta come patto vincola anche da chi non aveva trovato in essa la traduzione Jenna di quegli ideali per i quali pure avremo lotta non fu con problemi
Se non nel senso alto che Hans Kelsen dà a questa parola come momento essenziale del processo democratico
Fu piuttosto riconoscimento reciproco di forze che magari si scopriva fili scoprivano lontane pur dopo una lotta comune
Che sapevano d'essere destinate a contrapporsi ma proprio per questo avvertivano da tempo tutte bisogno
Di un patto al quale essa e soprattutto i cittadini potessero riferirsi al di là delle contingenze
Se il mugnaio di sans Sussi Trust ed alle sue certezze dal sapere che verranno giudice a Berlino il cittadino dei nostri travagli altissimi perenti può trarne solo dalla possibilità di appellarsi ah per questo più largo quadro di garanzia e Fini che continuiamo a chiamare costituzione
Dal presidente
Allora diciamo Salvatore soprattutto sul lei normalmente
Grazie
In maniera che il tempo poi se possibile
Ci permetta anche di dare almeno avvio ad un inizio di discussione che data l'importanza dei temi che verranno trattati diciamo prevedibile oltre che augurarvi il che si possa svolge in maniera ricca e articolata
Dunque allora nel dare inizio a questa prima sessione dei lavori
Io ritengo arretramento inutile tentare di riassumere malamente l'ampia introduttiva relazione in questa mattina ha fatto il presidente della Fondazione Basso i soccorsi Stefano Rodotà quindi mi limiterò una funzione poco più che notarile ricordando appena due tre punti particolarmente connessi alla seduta di oggi pomeriggio
A questo riguardo vorrei rifarmi sia una osservazione che Pietro Scoppola fatte in una di questa specie di corsa ad ostacoli dei convegni che ci sono stati a Roma ben cinque convegni questo è l'ultimo in questa stagione di fine ottobre e in uno di questi è precisamente in quella dell'istituto romano per la storia d'Italia dal fascismo alla Resistenza Scoppola osservò che mentre fino a non molto tempo fa soprattutto da parte della storiografia di sinistra
C'era diciamo la tendenza a vedere in che maniera dare assistenza aveva lasciato i la sua eredità o l'aveva lasciata male o si era sentita tradita non pienamente soddisfatta in quello che era venuta dopo ma insomma un cammino che andava dall'inizio verso il seguito
Oggi invece il momento di crisi della coscienza pubblica
Sia voi sia assistiamo ad un processo inverso cioè dal dall'oggi andiamo a ricercare nel momento delle origini problemi la Lords Chamorro scaturire nascere di problemi che poi son quelli che dobbiamo affrontare oggi
Direi subito che questo processo è del tutto legittimo del tutto naturale che nei momenti appunto di crisi si torni a considerare nel momento della nascita
E perciò pensioni invito generico che faccio ma credo che anche in un convegno come spesso fa sapere il suo valore di abbandonare completamente il terreno tutte vischiosi inutili delle dispute revisionismo si revisionismo no
Credo che tutti abbiamo continuamente il diritto di dire il diritto e il dovere di rivederci dirvi di ripensare a quella che abbiamo pensato fino al giorno prima e quindi oppresso sano giusto e molto spesso allora questa polemica sul revisionismo
Nasconde poi delle polemiche su contenuti di merito cioè su contributi interpretativi e allora tanto vale la pena parlare di quelli lasciando stare resta antichissima querelle revisionismo o contro revisionismo
E il tema di quest'del convegno in generale in particolare di questa sessione perché ci induce a pensare come se e come le idee costituzionali della Resistenza
Siano state pensate durante la Resistenza prima o dopo ecco direi che in questo nel programma di oggi pomeriggio viene corpo centrale di relazioni cioè quello di Luigi Musella sugli comunisti di Valerio Zanone sulla cultura liberale di Francesco Malgeri sulla cultura cattolica
Che vecchio riguarda proprio diciamo dire questa spaccatura verticale
Anche che il tradizionale negli studi su questi problemi notte dei gruppi principali che hanno partecipato all'avvio resistenza costituzione
Il resto del convegno credo che sia un merito degli organizzatori ha cercato di intrecciare questa partizione verticale comparizione orizzontali cioè per problemi e non più per i soggetti politici o soggetti culturali
Per quei problemi dovettero affrontare
Ecco quindi oggi abbiamo un corpo centrale di relazioni di questo spaccato verticale
E poi due Ikenna l'orrendo gergo radiofonico si chiamerebbero due sforamenti uno all'indietro con la relazione che sarà la prima degli Francesco Traniello che colloca il punto della Resistenza nel problema del Risorgimento e della storiografia se vogliamo anche del mito del Risorgimento e quello finale di Pietro Scoppola che invece diciamo avanza verso una considerazione di come poi la cultura della Costituzione sia stata veramente assorbita bene diciamo distribuita anche in pillole nelle scuole ecco è così
Io
Credo che tema e dei quando siano state pensate vede che poi hanno dato luogo a un precipitato giuridico costituzionale sì è un tema importante perché se uno andasse a cercare proprio negli scritti proprio scritti letteralmente durante la Resistenza programmi precisi di idee di quelle codifichiamo ingegneria costituzionale rimarrebbe fatalmente deluso quindi questo allargamento della tematica sia in senso orizzontale sia in senso cronologicamente il più lungo
è indispensabile ci fa capire quanto il costituzionalismo fra le due guerre avesse influito anche su quelli che poi sono stati i padri della nostra costituzione il particolare si tutta la polemica sul regime di Weimar sulla sua crisi e poi anche come queste idee dopo la liberazione hanno avuto come due sviluppi paralleli uno di chiarirsi anche radicalizzarsi in parte nelle loro
E allora coerenza logica e in altra parte di addivenire invece ecco i compromessi alti di cui parlava questa mattina Rodotà
Dal quale poi è scaturita la Costituzione ecco in quanto tale
Ora i debbo subito di escogitare il professore Enzo Collotti che non è riuscito a liberarsi da impegni all'estero che credeva fossero più brevi e quindi non potrà essere fra noi a parlare di questo tema così importanti leader di nazioni d'Europa nella resistenza in il tedesca italiana io lo ricordo non pretendo di sostituire Collotti ma ricordo solo come terzo tema era appunto in tema di carattere molto generale che si riconnette molto bene a quella polemica oggi in corso
Sul fatto se veramente con l'otto settembre sia sprofondata una volta per tutte proprio l'idea di nazione anzi la nazione sessi italiana
O se invece in quel momento e si si è avuta una frattura fra due contrastanti visioni della pace dell'Italia che poi si sono combattute nella Resistenza
E per fortuna di tutti una è stata sconfitta e l'altra
Ecco e
Io credo che il mio compito iniziale non debba trasbordare questi pochi minuti e quindi do senz'altro la parola al professor Francesco Traniello che parlerà della Resistenza come secondo Risorgimento espressione sulla quale si sono accumulate polemiche senso però il centro contro ma sulle quali ora ascoltiamo quello che ci dice tre
Grazie ringrazio molto
L'amico Pavone
La mia relazione a un riferimento al tema di questo convegno in un riferimento indiretto nel senso che io non sono un un costituzionalista e neanche uno studioso di
Storia
Degli ordinamenti costituzionali
Ma ho ritenuto opportuno
Proporre
Una considerazione di carattere storico più generale severo come penso sia senz'altro vero e ad ammissibile che gli ordinamenti le costituzioni nascono anche in determinati contesti generali
E cioè si alimenta no di idee e se vogliamo di passioni
Che non necessariamente hanno la loro prima formulazione in termini formali in termini di diritto costituzionali
Devo anche aggiungere che il tema che mi sono proposto di svolge le che svolgerò rapidamente
In realtà forse avrebbe dovuto svolgerlo in questa sede proprio il nostro presidente a cui farò largo riferimento
E tuttavia come sempre e di fronte a questioni così ampie generali e difficili
Esistono dei Mancini ulteriori di discussione
Che quelli che io mi propongo di utilizzare
Direi in sede preliminare osserverei che un fantasma si aggira da qualche tempo per la cultura italiana ed è quello dell'idea nazionale o del sentimento di nazionalità
è questa la lente
Attraverso la quale ci si propone una rilettura assai critica e talvolta priva non priva di movenze liquidatori di cinquant'anni di storia repubblicana la sensazione
Diffusa ormai il che è una fase o un ciclo della storia nazionale
Si sia concluso sia pervenuto al suo termine sollecita io visti irresistibilmente all'utilizzo di categorie interpretative che consentano per così dire di abbracciarlo in un solo sguardo
L'eclissi della nazione come idea forza condivisa
E Massimo fattori d'identità collettiva e propulsiva
è una di queste categorie forse allo stato attuale la più utilizzata
è del tutto naturale che le domande dell'oggi si ripercuotano sui modi di interrogare e di leggere il nostro recente passato
E non credo che di questo sia lecito menare menare scandalo perché purché si riconosca francamente la persistente per verità dell'assioma che lo storico autentico è per definizione uomo del proprio tempo
Ma altrettanto naturale che ponendosi alla ricerca di un'idea guida come dicevo di un concetto esplicativo predominante
Di una se interpreta attivo sintetico sia punti l'attenzione anzitutto sul momento genetico dell'entità storica analizzata che nel nastro nel nostro caso è Italia Repubblica
E cioè sul nucleo originario del suo costituirsi
Il metodo è inutile ricordarlo lo diceva anche stamattina
Prodotta a grandi progenitori
Da Machiavelli a Montesquieu
Per fare solo solo due nomi
Esso tuttavia immani un po'meno esperte presenta qualche rischio
Il primo dei quali può essere indicato nell'eccesso di tesi
E nell'uso della figura del paradosso e con i migliori intenzioni della provocazione storiografica
Applicata a una nucleo tematico
In sé
Altamente discutibile
Ben vengano peraltro paradossi provocazioni se servono a far camminare la ricerca e la conoscenza storica non però se vi si resta imprigionati
Un tipico e secondo me è per molti aspetti cruciali eccesso di tesi consiste nella identificazione dell'otto settembre con la morte della patria
Con la fine della nazione
Intesa ben si intende come sentimento collettivo come autocoscienza
Dell'identità nazionale una morte e una fine da cui l'Italia o meglio gli italiani non si sarebbero mai più vi sollevati
Perdendo quel patrimonio insostituibile del sentirsi e dell'essere nazione che il Risorgimento aveva loro affidato e tramanda
Trascurando
Per il momento di entrare nel discorso pur non marginale o secondario delle responsabilità storiche
Mi limiterò ad osservare come si fatta lettura della catastrofe del quarantatré
Induca a a contestare se non a dileggiare ogni connessione tra la resistenza e Risorgimento negando in radice la possibilità stessa
Che dopo l'otto settembre il richiamo Risorgimento
Certamente un richiamo non controvertibile in termini fattuali ed in atteggiamenti soggettivi diffusi
Avesse sostanziale efficace politica
Ciò che se non altro per il fatto che precipitata l'Italia nella guerra civile che nell'accezione ideologica perché utilizzati in questo contesto diventa l'asse portante di tutta l'interpretazione l'idea di nazione si né risulto e mi media vilmente lacerata tra le parti illo
O accantonata e negletta nel sentire della gran massa vi indifferenti e mai più recuperata e ricomposta o tutt'al più strumentalizzata ai fini di una frettolosa e pragmatica legittimazione dei partiti
Nuovi pervasivi ed ingombranti principi del scenario politico
Ne risulta ne risulta o né risulterebbe su questa falsariga a grandi linee una rappresentazione per l'appunto paradossale della storia d'Italia
Incentrata su di un'interpretazione della Grande Crisi dei quarantatré come crisi autenticamente regressiva
Cioè come perdita non più colmata di primari significati simbolici
Di sistemi di valori costitutivi della tradizione storica fondativa dell'entità nazionale rimasta si dice fino allora operante nel sentire collettivo
I quarantatré dunque o più esattamente l'otto settembre del quarantatré come momento di dissoluzione dell'India dell'identità e della coscienza nazionale
Le metafore di solito utilizzate per definire i termini di siffatta congiuntura sembrano alludere a e venti tanto indeterminati
Quanto catastrofici sul piano anzitutto e dico
Sciopero morale
Nazione allo sbando onore perduto
Ma i seggi i soggetti restano avvolti in una Alloni di nebulosità
I ruoli e le parti sembrano incrociarsi come in un gioco di specchi
Sciopero di chi onore di chi di relativamente sicuro in un panorama dominato da una grande confusione di idee
Che è una citazione dall'ultimo libro intervista di Renzo De Felice
Una confusione che se ci fu non sembrerebbe addebitabile almeno in questo caso alla carenza di nerbo etico politico del popolo italiano
Resta mi sembra immagine di un congedo più o meno definitivo ma comunque duraturo il congedo dell'Italia dal suo Risorgimento
Domandarsi se la tradizione risorgimentale o quanto di essa fosse incorporata nella Resistenza
E se dunque la resistenza costituì un ponte oppure una frattura nella storia d'Italia implica mi pare l'assunzione di un discernimento analitico aperto alle distinzioni
E capace di svolgere un discorso storiografico su piani diversi
Occorre sgombrare anzitutto il campo dall'uso che il dell'espressione secondo Risorgimento è stato fatto del dopoguerra
Sia in un senso come soldi sì moderato sia da parte della cultura comunista in particolare
E che costituisce se mai un interessante capitolo della storia delle rappresentazioni postume
Della vicenda resistenziale sulle quali
è ritornato
Pavone Claudio Pavone in particolare nelle limpide pagine che ha premesso alla sua recentissima raccolta di saggi sulla Resistenza
Se invece risaliamo alle origini della formula secondo Risorgimento sappiamo che essa è attestata ma anche contestata
E discussa molto avanti la guerra e proprio in relazione a quella che potremmo definire la polemica o la battaglia intellettuale sul Risorgimento suscitata dalla presa del potere
Da parte del fascismo
E proseguita tutto quanto negli anni Trenta
Desta qualche sorpresa forse il fatto che uno dei primissimi ad usare l'espressione nel mille novecentoventicinque opponendo la all'azione liberticida del fascismo quelli del secondo Risorgimento in opposizione a ciò che stava avvenendo
Nella nello scenario politico non solo politico italiano dico il primo o uno dei primissimi ad usare questa espressione
In uno dei suoi primi interventi dall'esilio
Forse proprio un erede della tradizione cattolica intransigente
Ma quando mutato Us ad illo come Luigi Sturzo
In che in un discorso che poi venne pubblicato del venticinque usava appunto questa espressione
Peraltro come annotato ancora Pavone nel suo saggio del cinquantotto su quale ritornerò più avanti furono soprattutto gli ambienti da cui dovrebbe uscire movimento di Giustizia e Libertà che misero in circolo l'espressione secondo Risorgimento
Non senza suscitare anche al loro interno forse forti resistenze e decise opposizione per parte sua occorre ricordare la cultura fascista
O almeno quella parte della cultura fascista più sensibile ai collegamenti ai nessi con una tradizione risorgimentale da Gentile a volte utilizzo largamente la dizione di nuovo Risorgimento
Applicando la al fascismo
Ora a parte i riferimenti testuali e letterali che sono tutte via sempre in qualche misura almeno sintomatici che vanno interpretati vorrei semplicemente rilevare tre aspetti della questione dai quali mi pare difficile precisa
Il primo e più ovvio è è che a livello di autocoscienza storica
Molto prima della Resistenza
E cioè già negli anni venti e trenta
Era divenuto obiettivamente impossibile adottare nei riguardi del Risorgimento un atteggiamento per così dire ingenuo
Ho semplicemente univoco
Come se si trattasse di un referente storico ormai digerito e metabolizzato dalla cultura nazionale
Una tradizione uniforme praticamente inglobata e pacificamente inglobata nell'ethos collettivo e nel senso comune
La battaglia sul Risorgimento iniziata dunque prima del fascismo aveva trovato durante il fascismo e in conseguenza del fascismo il suo acme in quella battaglia non stavano solo iscritte diverse rivendicazioni di out di in continuità o di eredità
Ma immagini diverse della storia nazionale e dunque profili altamente conflittuali dell'idea di nazione
Dopo di allora non poteva avere più senso guardare al Risorgimento o alla nazione che il Risorgimento a cui Risorgimento aveva dato forma politica
Come ad uno oggetto univocamente definito perché è proprio fascismo aveva provveduto a scardinare né la più consolidata sebbene ma egemone immagine liberale
E questo non soltanto sul piano idolo ideologico ma anche e quel che più conta sul piano della prassi e dei valori diffusi
Come ha sostenuto Emilio Gentile in un suo recente saggio su la nazione del fascismo
Confondendo il mito della Nazioni con i miti dello Stato Totaro totalitario il fascismo in cui no queste espressione dice in tv Emilio Gentile che a me sembra anche riduttiva il patrimonio nazionale del Risorgimento
Contribuì alla decadenza dello Stato nazionale nella coscienza collettiva degli italiani
Ma ciò continua a questo passo non avvenne soltanto per effetto della disfatta bellica
O per una mano maligna eterogenesi dei fini
Il declino dello Stato nazionale era iniziato durante il fascismo e per opera del fascismo stesso fin dal momento in cui partito milizia si era sovrapposto alla nazione
Arrogandosi il monopolio del patriottismo identificando l'italianità con la propria ideologia e pretendendo di fare della nazione lo strumento per realizzare ambizioni di partito rivoluzionario che andavano oltre lo Stato nazionale
Fine della citazione
Era possibile dopo il fascismo
E a maggior ragione è possibile oggi
Riesumare semplicemente quell'immagine affermandola come l'unica legittima
La sola dotata di autenticità storica storiografica
In altre parole era ed è possibile dopo il fascismo pensare il Risorgimento e l'idea di nazione nella sua storia
Come se il fascismo non ci fosse stato
Da qui deriva ed è il secondo acqua aspetto
Quello che vorrei richiamare la natura non univoca e se vogliamo necessariamente problematica della formula secondo Risorgimento
Che sin dalle sue origini precedenti la guerra quindi a maggior ragione precedenti resistenza non è identificabile con il l'idea di una ripetizione del Risorgimento
Una specie di Risorgimento bis si direbbe oggi con linguaggio televisivo
Come ha osservato acutamente Antonio Parisella in una suo intervento abbastanza recente su questo tema in quell'espressione coabitavano invece e questo può si giustifica il suo Successo due diversi atteggiamenti che potremmo definire il primo come compimento del processo risorgimentale
In una linea dunque di continuità con il passato per fascista
E secondo come altro risorgimento
Quindi secondo Risorgimento come altro risorgimento
Capace di dar voce all'altra Italia cioè di sviluppare e di far riemergere il molto e tratti di un Risorgimento eretico
Un Risorgimento di opposizione
Rimasto sino allora sconfitto ed emarginato
è sin troppo evidente
Ed è il terzo aspetto che vorrei
Rimarcare che i due atteggiamenti corrispondevano grosso modo a diverse e a loro volta diversamente articolate letture e rappresentazioni del primo Risorgimento e della storia nazionale
Che avevano tuttavia in comune non una negazione dell'idea nazionale
E neppure a ben guardare del Risorgimento come originaria realizzazione di quell'idea sul piano politico e statuale
Bensì la consapevolezza che dopo il fascismo l'idea di nazione e il principio stesso di nazionalità non potevano non essere più o meno radicalmente rivisitati
E per così dire riscoperti e ridefiniti
Del fatto che proprio fascismo avesse prodotto una frattura nella coscienza nazionale
E nella storia del suo farsi la cultura italiana antifascista anche nelle sue espressioni più ortodossa mente liberali mi mi vorrei riferirmi particolare assaggio del mio novecentoquarantatré di Benedetti Benedetto Croce
Sull'idea di patria sull'amor di patria
Ebbe questa cultura
E di questo fatto una coscienza acutissima
Onde è lecito domandarsi se non sia il caso abbandonando le interpretazioni nostalgicamente fissi viste dell'idea di nazione che inducono inevitabilmente a constatarne un inarrestabile declino lungo il corso del secolo ventesimo
Per cui l'idea di nazione se si se la si considera fissata secondo i canoni di un modello ottocentesco
Non può essere diversamente rappresentata lungo il secolo ventesimo so se non come di un suo progressivo declino c'è da chiedersi insomma se non sia invece il caso di acconciarsi e di attrezzarsi ad una più paziente lettura delle sue metamorfosi storiche avvenuto Nunzio avvenute queste metamorfosi non solo a livello delle élites colte o dei ceti politici ma anche nel sentire collettivo
Momento sì in questa direzione sembra opportuno scalare ancora e più a fondo nella crisi del quarantatré
Che sotto tutti gli aspetti
Rappresenta in in il nuovo in in il nucleo del nocciolo quello tematico e anche cronologico più difficili da leggere e ancora più diciamo contestato
Una sconfitta bellica soprattutto se di grandi proporzioni e accompagnato dall'invasione di eserciti stranieri come fu il caso dell'Italia in quell'anno pone sempre problemi radicali di legittimità
Tuttavia può non essere catastrofica per un popolo solo a condizione che i responsabili della guida politica militare siano capaci nello stesso tempo di interpretando i sentimenti e le esigenze profonde
E di indicare comuni obiettivi plausibili pur nella sconfitta perlomeno obiettivi di sopravvivenza della comunità nazionale ponendo in atto strategie adeguate per realizzare
Penso che si possa essere tutti d'accordo nel ritenere che questo non fu il caso dell'Italia nel quarantatré sembra almeno frettoloso asserire che si sfasciò per questo l'identità nazionali in quanto tale
Di certo invece si sta c'erano gli apparati di comando incominciando dall'esercito cui sarebbe toccato di garantirla
E si apre un problema acutissimo di nuova legittimità
Gli apparati di comando si sfasciano oltre che per la loro incapacità soggettiva è per così dire tecnica che non può essere certo sottovalutata anche perché la loro idea della nazione e la percezione che ne aveva no
Era ancora erano ancora in larga misura modellate su quelle fasciste
Mentre la guerra aveva sgretolato nei sentimenti e nelle coscienze l'idea venerazione fascista
Della della patria a misura del fascismo quale cioè il fascismo aveva voluto che forse e e prospettata come nei
Sotto questo profilo l'otto settembre forse più del venticinque luglio fu anche sul piano simbolico il congedo dell'Italia da quella parli
Non era un congedo morbido di basso profilo come avrebbero desiderato i congiurati del venticinque luglio penso in particolare a grandi
E gli autori del successivo colpo di Stato
Proprio se si attribuisce al fascismo il ruolo e l'importanza storica che merita si è costretti ad ammettere che il suo crollo apri effettivamente un vuoto nell'identità nazionale
L'otto settembre sanzionò questo vuoto in maniera tanto più palpabile in quanto il fascismo aveva inciso in profondità nel sentire comune e nei modi di pensare
Data da allora non la fine della nazione mi sembra ma un processo di scomposizione e di ricomposizione dell'idea di nazione
Del suo senso profondo
Che non poteva non avere aspetti drammatici contraddittori fluidi e molecolare
Questo processo che resta ancora da analizzare da molti punti di vista non è interamente riconducibile a fattori ideologici sebbene ne risultasse fortemente intriso penso in ogni caso che il richiamo al Risorgimento come risorsa di identità
Diciamo così per quanto risorsa e loro
Tetto sopra osservato sopra notevolmente controversa di esercitò un ruolo sostanziale e non sottovalutabile
L'idea che la Resistenza si presentasse come un secondo Risorgimento alludeva in maniera semplificata ma non necessariamente stereotipata
Come accade poi nella retorica successiva della Resistenza alludeva dico a questo ordine di problemi
Che si pongono tuttavia a due diversi noi livelli quello dell'uso politico e ideologico di un concetto storiografico
E quello della memoria collettiva
Della traccia di un comune passato se vogliamo usare questa espressione ambigua ma forse in questo caso utile di un mito
Capace tuttavia di restituire un significato e un orientamento al proprio agire
In una situazione condizionata da fattori imponderabili Esterni e da una obiettiva confusione di codici etici e di linguaggi politici
Per procedere in questa analisi che è intrinsecamente complessa conviene anzitutto liberare il campo da un equivoco che può derivare dalla equiparazione tra il Risorgimento Isma'
Chiamiamolo così della Repubblica sociale e il Risorgimento Isma'nella Resistenza
La tesi che individua nell'otto settembre una lacerazione regressiva della coscienza nazionale
Radicata e alimentata dalla memoria risorgimentale non è poco convincente per il fatto che tale lacerazione non vi sia stata
Ma ben diversamente perché esser la considera in sé regressiva
Fondandosi implicitamente sull'assioma che la coscienza nazionale possa e debba essere di un solo tipo
La tesi in buona sostanza non sembra ammettere che la coscienza nazionale possa essere oggetto e campo di conflitto
Un argomento forse l'argomento principale a cui quella tesi si appella è che anche i seguaci e i militanti
Quelli naturalmente che fecero scelte di convinzione e non di necessità della Repubblica sociale orientarle le loro opzioni all'amore di patria alla salvezza dell'onore che la nazione fecero una scelta disperata ma coerente
Ne deriverebbe l'immagine di una nazione e di una coscienza nazionale spaccata in due
Più o meno come una mela
Ma una nazione normalmente non è una mela
Ci vorrà concedere che la parte della coscienza nazionale rappresentata dai seguaci di Salò
Non esclusi quelli appartenenti all'area chiamiamo una moderata o anche come è stata definita concilia azionista come Giovanni Gentile questa parte e i racconti no ad essere legata a ad una idea di prosecuzione o addirittura questo è possibile dire soprattutto più saggio di Emilio Gentile che ho citato all'inizio la riscoperta e la radicalizzazione dell'idea della dell'idea fascista della nazione
Sia pure con tutte le sue formule e le sue simbologie risorgimentale
E che proprio quest'idea era diventata l'oggetto primario del conflitto
Non è qui in gioco la buona fede Aulas sincerità delle intenzioni
è in gioco la possibilità di riconoscere o no diversa qualità
Cioè diversi contenuti etici civili e politici nell'idea di nazione
Quei contenuti per dire che Federico Chabod veniva scavando nelle sue lezioni quarantatré all'Università di Milano sull'idea di nazione e che costituivano per fare un altro esempio lo sfondo di un'opera quasi coeva che usciva il pensiero azione del Risorgimento di Luigi Salvatore
Ciò posto sembra lecito affermare senza forzature che fu la Resistenza inglobare e a prefigurare un'altra idea nazionale un diverso concetto di Pato
E dunque e che dunque il Risorgimento cui essa si appellava
Se in quanto di si appellava era in sostanza un altro risorgimento rispetto a quello che i fascisti di Salò
E che non significa ovviamente che per tutta la resistenza si trattasse dello stesso Risorgimento
Ma era lo sto non era lo stesso ma aveva tuttavia qualcosa in comune
In questo senso la critica che Claudio Pavone ha svolto con grande dottrina nel suo saggio del cinquantotto
Ora raccolto in questo volume su o all'origine della Repubblica e nel suo più recente e notissimo
Giustamente famoso volume sulla guerra civile
Dico che la critica di Pavone circa l'uso politico e ideologico del Risorgimento da parte della Resistenza
Mentre rischiano in modo persuasivo una faccia della questione lascia in ombra un'altra faccia
Pavone per sua stessa ammissione appare soprattutto preoccupato della funzione intrinsecamente omologante del referente risorgimentale
In cui individua sotto la coltre dell'unità della Resistenza uno dei voti dei veicoli di continuità dello Stato
A suo giudizio
Prendo una sua frase la resistenza trasse dal Risorgimento forza e insieme ambiguità
L'ambiguità perché il Risorgimento con la forza dei suoi stereo otto stereotipi agiografici e omologanti si prestava bene come copertura ideologica della politica unitaria
Ma anche forza perché Risorgimento sono sempre sue parole servì a rivalutare il civile patriottismo del secolo scorso controlla spuria affiliazione del nazionalismo e imperialismo c'è tuttavia da chiedersi se andando oltre la pur necessaria analisi degli usi ideologici del nesso Risorgimento Resistenza un'analisi condizionata per forza di cose dal giudizio sugli esiti della Resistenza
E sforzandoci di guardare al corso degli eventi quella vera o supposta ambiguità non fosse proprio la condizione e la ragione dalla forza del richiamo ai valori e ai miti risorgimentali
Il discorso si sposta allora inevitabilmente dal campo delle ideologie politiche e delle minoranze attive a quello dei sentimenti e delle passioni collettive
O al rapporto difficile da decifrare ma pur decisivo specie in momenti di crisi tra le une e le altre considerando due aspetti sui quali mi esibirò conclusivamente richiamare la vostra attenzione
Anzitutto la percezione diffusa che la nuova Italia alla quale variamente pensavano tutti i protagonisti anche i piumoni e anonimi della Resistenza non poteva nascere senza radici senza memoria
E che il Risorgimento costituiva ancora il luogo naturale dove radicare questa necessità di memoria
Il tessuto connettivo per quanto lacerato il conto e conteso di una identità collettiva il fatto che tutte le élites politiche della Resistenza sentissero il bisogno di ripartire dal Risorgimento
Non può essere letto unicamente come fece alcuni anni più tardi ma da studioso del Risorgimento Walter maturi quale segno della sua decomposizione
Ma anche mi pare quale prova della sua persistente verde vitalità identitaria quale riconoscimento per lo meno di un conto di un punto comune da cui muovere perché non parlare allora di una rivincita almeno simbolica del Risorgimento sul fascismo
Della missione verificatasi forse per la prima volta nella storia nazionale di una pluralistica e non totalitaria comunità di destino
In secondo luogo non giudicherei trascurabile il ruolo a volte avuto dal neo restringimenti Irma della Resistenza non solo come riserva ideale
A cui variamente attinsero e non manca circa certo la documentazione in argomento basta scorrere i carteggi che sono stati pubblicati i protagonisti della Resistenza le lettere dei condannati a morte la resistenza e così via
Non solo dico come riserva ideale a cui attinsero i suoi attori dai militari deportati nei Lager nazisti su cui richiamato più volte l'attenzione Vittorio Emanuele Giuntella ai partigiani combattenti dai reparti che si fecero massacrare senza arrendersi
Ai protagonisti della cosiddetta resistenza civile
Ma anche questo neo Risorgimento Isma'
Dico anche come canale di comunicazione e di reciproco riconoscimento lo tra la resistenza armata e suo retroterra sociale
E persino probabilmente con la cosiddetta zona grigia della popolazione alla quale solo di recente si è cominciato dedicare la dovuta attenzione sebbene sia molto difficile dire allo stato attuale delle ricerche come e quando la memoria risorgimentale
Non è la bora atta o non sempre elaborata e ideologicamente insieme con altri fattori sia servita ad assicurare un minimo di tenuta dello spirito nazionale
Condizione prima ed elementare di una sua faticosa ricostruzione
E una ricostruzione non solo materiale naturalmente ma anche spirituale o intellettuale in un quadro mondiale totalmente mutato
Sembra lecito almeno porre e porsi l'interrogativo senza imboccare facili scorciatoie
Per quanto si voglia si mitizzare il problema pizza nella Resistenza
è difficile negare che lì si trovino IBA Lucina anti archetipi di una parte dei cittadini e non solo di partiti che non poteva nascere e non nasceva dal nulla
Ringrazio Francesco Traniello bella bella relazione che fa un quadro così ampio articolato di questo attestato indubbiamente come risulta da quello quello ha detto uno dei temi intorno al quale la lotta politico culturale
Non direi dialogica che oggi ha assunto un valore un po'più spregiativo si è combattuta in quel periodo nel nostro Paese lo ringrazio in particolare per le onorevoli citazioni
Che ha voluto fare nei miei confronti e credo che possiamo lasciare aperto il problema che Luigi i poneva di quanto diciamo questa
Questo appello al Risorgimento sia stato un elemento comunque di coesione
E quanto possa vere invece coperto un conflitto interno che poi poteva anche rischiare di esplodere in altre forme riconoscono in questo mio vecchio scritto c'era
Non decideva bene ecco rispetta questa ambiguità ed è un problema che anche oggi preferisco
Che rimanga aperto
Il rispetto all'inizio della relazione di tranello io volevo ricordare che una sola cosa mi veniva in mente mentre lui parlava ecco inizio uno si paragona il venticinque il quale la terra la situazione dopo il venticinque luglio del quarantatré con Badoglio che prometteva le elezioni nuove della Camera dei deputati e dopo quattro mesi dalla fine della guerra e quello che era l'Italia dopo il venticinque aprile del quarantacinque con l'impegno a fare la Costituente che poi si è e attuato ecco allora ogni discorso sulla inutilità o addirittura dannosità di questo biennio così travagliato mi sembra che salta all'occhio come discorso francamente antistorico
Ecco d'ora la parola Luigi Musella il quale parlerà storia d'Italia e costituente storia d'Italia costituente nei giudizi dei comunisti
Dico subito che non intendo delineare in tutta la sua completezza all'interpretazione che della storia d'Italia è stata data dai comunisti
Ma intende individuare delimitare il il mio compito individuare seicento somme chiarirlo la l'esistenza di un rapporto tra l'interpretazione che della storia d'Italia è stata data le dirigenti del PC è il progetto politico di una costituente
All'indomani della fino al fascismo e dalla sconfitta militare del Paese
Io procedo per punto individuato tre grossi punti attorno a cui farò votare la relazione
Il primo punto in questa analisi
E e credo che sia quello offerto dal la constatazione a mio parere che il nodo dalle rapporto costituente storia d'Italia
E all'ordine del giorno nel Paese già dopo la prima guerra mondiale negli anni Venti cioè nel momento in cui per la prima volta pare insomma come dire esaurita una fase della storia nazionale
Ecco sia pure volando
Io parto dalla constatazione che presente io
Gramsci e Togliatti
Operante in Gramsci Togliatti diciamo un comune retroterra culturale insomma fortemente nazionale ma anche europeo
Quello caratterizzato dalla constatazione e dalla denunzia della incapacità sono delle classi dirigenti di rendersi conto dei processi intensi di trasformazione che attraversano la società nei primi decenni del novecento un fenomeno che in Italia aveva assunto Caretta loro pareva caratteristiche particolari per il modo in cui si era sviluppato e affermato il liberalismo nell'assenza cioè di spinta di riforma un termine che che ritorna molto in quegli anni della montanità e come dire della pratica cattolico controriformista diciamo che sarebbe stata ancora maggioritaria del Paese e talvolta anzi in un rapporto fortemente compromissorio connesso solo in questo modo le classi dirigenti
Avevano vinto la loro rivoluzione insomma imposto in maniera autoritaria alle proprie scelte a agli altri ceti che le avevano subito in maniera passi e un filone culturale aspramente critico del liberalismo che a partire dagli anni ottanta novanta dell'ottocento attraversa per molti versi la cultura Italia
Fino ai primi due decenni del Novecento ora questa cultura si incontra nel primo dopoguerra con una consapevolezza molto diffusa diciamo che una parte la fase della storia nazionale si è conclusa e che il tema del superamento dello Stato liberale
E delle e dalla Fondazione di di uno Stato democratico ritorna o oppure appare diciamo per la prima volta all'ordine del giorno
E il tema diciamo dell'individuazione diciamo dei canali idonea alla definizione di nuove regole diventa oggetto di discussione
Il in Gramsci e Togliatti questa valutazione questo il giudizio della storia nazionale
Coinvolge anche il partito socialista e sì precisa ovviamente in relazione anche alla rottura del diciassette
Da allora la conoscibilità diciamo delle vicende di ogni Paese la definizione di una prospettiva politica non avrebbero potuto più prescindere diciamo dalla constatazione che prospettive politiche strategiche
In ogni Paese
Dipendevano dal modo in cui sarebbe interpretato il rapporto tra Oriente e Occidente a partire da quella rottura
E all'interno diciamo di questi parametri e pur considerando la forte differenziazione tra Gramsci e Togliatti dopo il ventisei
Ecco si possono individuare io credo delle linee interpretative della storia nazionale che in fondo non vengono modificati
Inseguito anche da logiche fortemente debitori logiche politiche debitorie dell'allineamento
Alle strategie sovietiche dopo il ventinove
E in primo punto in primo luogo
L'attenzione diciamo è sempre rivolta
Come gli ecco conseguenza diciamo di questa forma specifica è sempre rivolta come dire alla maturità
Diciamo del e non all'arretratezza del capitalismo italiano
E alle contraddizioni che la maturità e non l'arretratezza prodotto nei rapporti tra le classi fermo restando la considerazione di un diverso ritmo di sviluppo
Ora conseguenza di questa forma specifica di sviluppo capitalistico
Furono a loro parere le ristrette basi sociali dello Stato nazionale italiano e carattere autoritario dell'inserimento delle masse popolari nel nuovo assalto nazionalizzazione antidemocratica da un lato il trasformismo in direzione di altri pezzi da borghesi al sommo di minoranze privilegiate da classe operaia dall'altro furono le forme che assunse in Italia l'integrazione nazionale
E la sconfitta storica in Italia loro parente stretto del movimento operaio e del Partito socialista sarebbe avvenuto proprio in diciamo su questo terreno sul terreno diciamo sulla scommessa della modernizzazione
Politica e sociale del Paese nel momento in cui per effetto della prima guerra mondiale
La forma italiana specifica di integrazione nazionale autoritaria e ho trasformisti dica
Non riusciva più a produrre risultati positivi
Gramsci parla più tardi dieci anni dopo somma del valore costituente delle elezioni del diciannove
Ma al tramonto diciamo di ogni ipotesi tra virgolette lo metto in questo momento costituenti Istica diciamo di quegli anni corrisponde però il dato nuovo cioè l'assunzione invece da parte del fascismo e dell'onere di fondare lo Stato nuovo
E e questo mi pare il secondo punto e cioè a questo punto l'analisi diventa importante dell'antagonista politico vincitore
E cioè del fascismo e dello Stato nuovo che esso sì avviava ha costruito
E il nucleo dell'analisi del fascismo Gramsci Togliatti mi pare sia individuabile nella sottolineatura
No del fascismo come strumento di unificazione di tutte le componenti della borghesia che dalla crisi del dopoguerra sono uscite
Erano usciti una condizione di forte disgregazione
Particolarmente grave di fronte a un potenziale blocco politico alternativo
E l'unità della borghesia e tuttavia con il termine e di quegli anni e tuttavia qualcosa di nuovo non riconducibili a riedizioni di antichi e nuovi blocchi politici antipopolari ma a loro parere rinviava riconoscimento
E dire a pareri Gramsci questo momento di una linea di tendenza di lungo periodo della storia italiana nella quale ad una costante debolezza dell'economia
Corrisponde un costante funzione corrette Ricci assistenziale dello Stato in grado di garantire sempre nuova come dire auto riclassificazione dei nuclei più decisivi dei settori dominanti questo stato soltanto una volta fallito il disegno di fondazione diciamo di uno Stato socialista può garantire l'avvio di un processo di ristrutturazione dell'economia di razionalizzazione dei rapporti interni delle componenti progressisti del produttive della borghesia italiana attraverso un'attività di governo autoritario dell'economia e della società attraverso quella che entrano citiamo la rivoluzione passiva
Cioè l'analisi del fascismo in Gramsci Togliatti diciamo sì sostanze diciamo di un intreccio tra individuazione di continuità ma anche di riconoscimenti della complessità diciamo crescente delle forme di dominio e dell'organizzazione del potere un intreccio che da un lato esalta le contraddizioni di scelte economiche
E non potevano mettere in discussione diciamo le originarie istanze di unificazione sociale su cui si era legittimato il fascismo
E dall'altro rendeva evidente però l'impossibilità per tutti diciamo per usare il termine di alloro operaia borghesi di ritornare a forme di governo dell'economia e della politica di tipo tra virgolette liberale
Ecco le conseguenze di una simile impostazione del rapporto fascismo storia d'Italia
Mi sembra a questo punto due da Gramsci esplicitati in tempi diversi ma fortemente collegate fra loro uno cioè la constatazione della irreversibilità
Della trasformazione del rapporto tra masse è stato in Europa oltre che in Italia metà degli anni Venti
Una constatazione che non può con non rende non può più rendere credibile diciamo un blocco di forze antifasciste che si richiamino soltanto ai valori dello Stato liberale e postunitario
Due la constatazione della necessità di una fase intermedia successiva a quella fascista non immediatamente socialista che più tardi si configura come è noto come il cazzotto nell'occhio della Costituente
Lo sviluppo di queste posizioni fino all'identificazione nel trentasette del fronte unico con la Costituente da parte di Gramsci e credo che configura era un tipo di Stato antifascista
Nel quale il sistema politico dura lista e democratico aveva finito per certi versi insomma ormai a col perdere ogni carattere di transitorietà e se vogliamo di strumentalità
E anche in Togliatti il rapporto tra storia d'Italia e fascismo opera nel senso di continuare a verificare attraverso l'analisi del fascismo della costruzione dello Stato nuovo
Ciampi il modo in cui le politiche di stabilizzazione del capitalismo determinano nel tempo una tendenziale diversificazione degli interessi e una possibile riscontro posizione diciamo di quelle componenti Borghesi che proprio nel partito fascista avevano trovato e nell'organizzazione dello Stato che sarà creato allora ho trovato il modo di ricomporsi a unità
La risposta politica a questo processo da parte fascista alta redento agli atti è duplice
Uno la liquidazione vado per grandi linee ovviamente di tutte come dire le conquiste della rivoluzione liberale
E due l'intervento sempre più penetrante dello Stato fascista nell'economia del Paese un fenomeno che alludeva egli dice alla presenza anche in Italia di quelle tendenze più generali
Dell'economia individuate Daloui come tendenze al capitalismo di Stato
Che indicano o che indicavano suo parente la capacità ormai del capitalismo internazionale di trovare spazi di recupero e di manovra che negli anni Venti K nei primissimi anni del dopoguerra cioè apparivano impossibili
E credo si tratti di costatazione di grande rilievo che non solo diciamo prendono atto diciamo che non era più all'ordine del giorno nell'Europa occidentale la questione era presa immediata il potere per i partiti comunisti ma constatano giungono a constatare ci sono delle citazioni che insomma non evito di leggere lo sviluppo stesso della razionalizzazione capitalistica eterno insomma suoni dice
A constatare che lo sviluppo di della razionalizzazione capitalistica mette in discussione l'autonomia economica delle singole borghesi e nazionale parla allora Togliatti di trust che superano i confini dello Stato
Riconsegnando cioè al movimento operaio come terreno possibile di agitazione di intervento politico
Il terreno dell'autonomia nazionale una parola d'ordine che comunque viene ripresa solo nel trentacinque insomma dopo trentacinque
Allora comunque riemerge diciamo la possibilità rispetto a questa analisi di una soluzione transitoria la crisi del fascismo che preveda la convocazione di una costituente siamo ancora alla fine degli anni Venti
Alla quale partecipino anche tra virgolette gli stessi democratici sono sue parole detentori ancora di un consistente consenso di massa e consapevoli
Che la rivendicazione di tutte le garanzie democratiche liberali implicava non solo il superamento del regime fascista ma anche l'impossibilità di un vecchio di un ritorno al vecchio Stato pre fascista
Cioè il carattere rivoluzionario in Italia della rivendicazione delle libertà costituzionali
Era strettamente dipendente anche secondo Togliatti dalla scissione che storicamente si sarebbe prodotta in Italia per i modi e i tempi di costruzione di un sistema economico tra borghesia illibertà
E dall'instaurazione conseguente di un legame sempre più saldo tra la richiesta di un allargamento c'è dei diritti liberali e i ceti popolari
Naturali soprattutto è una prospettiva non di allargamento del consenso ma di rovesciamento di quel fragile compromesso militarizzato diciamo tra i diversi fattori dell'unificazione nazionale borghesi industriali grande proprietà fondiaria dinamismo monarchico e così via
Ogni difficoltà leggo una breve citazione ogni crisi dell'una parte e dall'altra il sistema economico nazionale ogni ostacolo alla saldatura tra di esse ha come conseguenza diretta un passo indietro sulla strada della democrazia della libertà
E come conseguenza una violazione dello statuto e la cancellazione se non della legge scritta
Dello stato dei fatti del costume giuridico e politico di intere parti della Costituzione
Togliete dimenticati questa tendenza la soppressione dello statuto non comprenderete più nulla della politica italiana per cinquant'anni
Ecco in questa griglia interpretativa ma in un clima di aspra contrapposizione in quei primi anni Trenta agli altri partiti antifascisti della concentrazione
E alla scelta movimenti Giustizia e Libertà Togliatti sarebbe anche giusto a contestare diciamo ogni possibilità di leggere la successione al fascismo come Risorgimento da completare per affermare la necessità di una rivoluzione contro il Risorgimento
Rimanendo tuttavia
Negli anni venti
E
E procedendo credo a maglie molto larghe credo che come dire convenga vedere gli sviluppi dell'analisi del nazifascismo
E credo che si possa affermare diciamo che negli anni Trenta la riflessione sul fascismo
Come dire avvenga in Togliatti lungo due direttrici
In primo luogo dall'approfondimento d'approfondimento diciamo della dimensione totalitaria del fascismo penso al costo sugli avversari e così via Togliatti tra il motivo
Per definire il partito fascista come forma moderna di mobilitazione organizzazione delle masse e strumento di relazione tra queste
La politica e le istituzioni ancorché in forma ovviamente autoritario
E due la riconduzione a unità della composizione Dellas composizione delle masse della frantumazione
Diciamo della conflittualità per effetto della segmentazione degli interessi e affidata nella nuova fase post liberale al partito di massa istituzione perno del nuovo partito politico del nuovo sistema politico autorità da quel momento cioè con la formazione del partito di massa della borghesia i caratteri dello scontro politico cambiano in maniera irreversibile rifà rispetto alle forme in cui esso si era manifestato prima del fascismo
E richiedono un diverso rapporto tra partiti masse è stato masse che conquistano la cittadinanza attraverso i partiti
E in questa prospettiva appaiono strettamente collegate fra loro due altre posizioni
Di Togliatti impagliato
A questo punto una riconsiderazione diciamo rispetto al modo in cui aveva risolto questo problema nella costruzione tra virgolette appunto dello Stato nuovo il fascismo della funzione del Parlamento
Come organo dello Stato liberale direi riqualificato in quanto deputato al confronto tra forze politiche organizzate espressione degli sforzi di ricomposizione degli interessi segmentati
E due la parola d'ordine della Costituente a metà degli anni Trenta
Ritorna ma non può non essere collegata al protagonismo di quei partiti di massa e all'esito della disgregazione del fascismo e la formazione con basi di massa di quella che Togliatti chiama opposizione fascista
Qualcosa di non molto chiaro ma certamente di consistenza più ampia rispetto agli antichi partiti antifascista
Ecco la consapevolezza che ogni ipotesi di costituente
Non poteva come dire più realizzarsi con i vecchi partiti dello stato pre fascista no che non poteva più essere resuscitato doveva essere legata non solo alla ricerca di una soluzione ad una fase traumatica della storia del Paese il rovesciamento di un regime ma anche alla crescita della consapevolezza politica diciamo di settori sempre più ampi che era indilazionabile il rovesciamento di quel regime
E quindi credo diciamo si inserisce diciamo il posto a di grande rilievo che aiuto agli atti diciamo l'esperienza della guerra civile in Spagna Rao
Da lunedì definita nel trentasei parte integrante della lotta antifascista rivolta che si sviluppa su scala mondiale rivoluzione che possiede la più larga base sociale rivoluzione popolare rivoluzione nazionale rivoluzione
Antifascista
Uniti e in questa interpretazione della rivoluzione e spagnola ci sono le premesso molte premesse della futura scelta in direzione della Costituente
E Deaver ridiventa inoltre non più conflittuale il nuovo incontro diciamo con la riflessione di grandissime trentasette fa giungere l'indicazione di di entità tra fronte unico e costituente
E a questo punto Pavone insomma più tardi Sechi Bertelli gli altri lo stesso ragionieri hanno richiamato l'attenzione sul mutamento di prospettiva
Viva diciamo che in funzione di questa svolta si manifesta entro lo stesso periodo verso alcuni aspetti della storia del Risorgimento
Non c'è più la rivoluzione contro Risorgimento non c'è
C'è invece come dire per certi versi la riscoperta di una tradizione rivoluzionaria che dal Risorgimento giunge a collegarsi in cui con le nuove prospettive della sempre più possibile rivoluzione antifascista
E diciamo il cambiamento di di di più o meno strumentali questo ottica mi pare evidente rimane io credo però fermo tuttavia un giudizio complessivo
Sul rapporto tra borghesia Stato nazionale nella storia d'Italia Espresso dal giudizio sul carattere il capitalismo italiano
Caratterizzato da ritmica e livelli elevati di sviluppo soprattutto al partire dal primo Novecento ancorché squilibrato territorialmente
Due un giudizio di inadeguatezza della borghesia a promuovere processi accelerati di trasformazione come dire al di fuori delle pratiche trasformisti che e dei successivi scivolamento in senso autoritario e fascista
Questa interpretazione della storia nazionale questo
No solo diciamo costituisce la spina dorsale della proposta politica togliattiana di una costituente come strumento di governo della fase di successione al fascismo
Con la caduta del fascismo poi verranno determinati con maggiore chiarezza i caratteri e le finalità di una
E proprio a partire da quest'ultimo punto diciamo prende l'avvio la discussione più recente sull'autonomia o meno di Togliatti dalle strategie politiche etero nazionali sovietiche insomma voglio qui aprire il discorso
Sul i livelli di dipendenza del PC dall'Unione Sovietica concordo molto ma lo dico in maniera schematica perché poi non è oggetto di della relazione della discussione
Come dire con le osservazioni e giudizi di Agostini di Gualtieri diciamo sul dato diciamo sullo sfondo la persona di Togliatti difficilmente come dire individuabile come esecutore di ordini e non come un coprotagonista o comunque un collaboratore forte diciamo alla nel alla costruzione diciamo dalla nuova linea delle vie nazione
Ecco per tornare comunque sull'argomento specifico della relazione mi pare di poter constatare che il tema della costituente presente già a metà anni venti ripreso al trentasei e trentasette
Poi è sostanzialmente proposto da allora con continuità diciamo fino a dopo la guerra insomma lo sforzo più evidente dal trentasei è quello di collocare questa proposto di ricollocare questa proposta nell'alveo della storia del movimento democratico
Completamente diversi al mento riconosciuto nei suoi valori positivi
Ecco dopo la caduta del fascismo Togliatti collega subito la proposta della Costituzione
E della Costituente alle deliberazioni ed è un dato importante della conferenza di Mosca del quarantatré che impegna gli eserciti alleati eliminare il fascismo aveva richiedere l'ingresso nel nel nuovo governo dei partiti antifascisti
C'è punto di partenza diventa la presa d'atto che l'Italia era ormai un Paese sconfitto
Militarmente
Preoccupato risultava in tal modo esaurita non solo l'esperienza fascista ma un'intera fase a questo punto nell'in questa logica della storia italiana post-unitaria
Connotata da governi e regimi che avevano assicurato sono sue parole solo formalmente certe libertà che erano scritte nella Costituzione
Con la fine del fascismo cioè diventa improponibile il vecchio Stato antifascista è dice Togliatti lo statuto che mi aveva garantito l'esistenza
Finiva così nei modi più tragici l'unità nazionale cioè quella forma di nazionalizzazione dall'alto del paese che era stata una prerogativa del fascismo ma per certi versi aveva scandito anche tappe significative della gioia precedente in questa situazione la Costituente diventa lo strumento di al riavvio dell'unità nazionale in quanto
Come dire non fa violenza al popolo ne riserva le rispetta i sacrosanti diritti cioè restituisce al popolo la sua sovranità che non gli era stata riconosciuta prima
I fasci successivi diciamo di questa linea sono sviluppati come è noto diciamo nei discorsi tra il quarantaquattro e il quarantacinque discorso la situazione di Napoli al Teatro Brancaccio di Roma rapporto al quinto congresso del PC
Quali sono questi passi
Innanzitutto la constatazione che la fine dello Stato nazionale per effetto del crollo del fascismo trascina con sé anche l'impalcatura come dire costituzionale l'impalcatura giuridica del vecchio costituzionalismo
Che aveva fatto dello statuto il perno dell'aggregazione nazionale e della monarchia e non del popolo la fonte di ogni Costituzione il nuovo diritto costituzionale non può non emanare dal popolo e per esso dai partiti di massa che per non aver nulla in comune con i vecchi partiti e per esser la spina dorsale del CLN risultano a parere di Togliatti depositari del potere di ricostruzione politica e morale del Paese
E la garanzia che la ricostruzione avverrà eliminando ogni residuo di fascismo e con esso una ogni aspetto originario sto questa parola siamo no dello Stato nazionale postunitario cioè la sua vocazione autoritario
Quindi nell'essere nuovi cioè distinti deve Keira cupamente antifascisti cita la fonte di legittimità dei partiti del CLN a guidare la rivoluzione antifascista
Nelle forme militari e costrinse costituenti visti che dopo nell'essere componenti di una unità antifascista destinata a gestire una fase lunga di successione altra citare al fascismo
Cioè quella che prevede l'eliminazione del fascismo e delle sue basi economiche
E della costruzione sta la ragione diciamo della funzione protagonisti dal diciamo dei partiti in una nazione da ricostruire
Nell'essere parte di una unità antifascista internazionale destinata a governare la successione diciamo alla all'alcol dopo la fine della guerra civile europea
Conclusasi a favore della democrazia sta la fonte della legittimità internazionale
Non era questa di Togliatti una posizione isolata insomma qui penso che però diciamo molto rapidamente a Courier al per esempio all'interno di questa cultura politica insomma no era sua identificazione della nazione con la con la nazione dei partiti o penso agli certi sviluppi del diritto costituzionale italiana degli anni Trenta Crisafulli Mortati certi esiti del pensiero cattolico
Ecco mi riesce difficile interpretare quest'atteggiamento almeno fino a quarantasei quarantasette come partiti già azioni siamo dell'idea di nazione
In quanto il riconoscimento del del pluralismo partiti con l'affermazione della sua centralità in contrapposizione al mondo partiti Simo fascista
Andava coniugato con riconoscimento dell'unità antifascista come punto di coagulo della costruzione nazionale ecco non discuto qui non è la sede diciamo di quanto poi effettivamente la storia dell'Italia repubblicana
Abbia funzionato il binomio unità nazionale unità antifascista se opportuno credo considerare invece il dato che nell'analisi del di Togliatti
Questo binomio orrende depositari partiti antifascisti di un potere costituente
Che non può non esplicarsi che in un'Assemblea nella quale avrebbe dovuto alla quale avrebbe dovuto assegnarsi non solo il compito di scrivere una Costituzione ma disegnare una fase della rifondazione dello Stato nazione il cambiamento diciamo del contesto internazionale
Le diverse scelte del Paese insomma metteranno in crisi questa spinta gesso quell'in direzione di questo progetto mettendo neanche risalto come dire limiti insaporire Enzo
E io credo che da allora la consapevolezza di Togliatti dei rischi crescenti diciamo del peso ingombrante di una continuità dello stato delle forme tradizionali di controllo dell'economia comincino a essere presente
Da quarantasette in poi la constatazione di un intreccio non più virtuoso diciamo tra contesto internazionale situazione nazionale opererà nel senso di a assumere l'unico anche se grandissimo risultato di un chiedeva costituente c'è la Costituzione con di assumerlo come baluardo da difendere da applicare in un rinnovato recupero dell'intreccio tra nazione e democrazia attraverso la formazione di una sorta di patriottismo costituzionale
Certo ed una politica di difesa della democrazia che comportava una più decisa riconsiderazione della democrazia liberale parlamentare era anche una linea difensiva che riduceva certo
La politica del PC è stato detto ad un orizzonte più angusto ma al tempo stesso io credo imponeva alla lunga una riconsiderazione più matura del problema della democrazia
Non come fase intermedia ma come come dire luogo di costruzione diciamo di sistemi politici diversi il socialismo e in prospettiva una riconsiderazione diciamo alla lunga dei limiti delle democrazie popolari dei Paese socialismo reale eccetera problemi che però verranno nella fase ultima della vita Antonia
In quel momento invece ecco sembrò prevalere mi pare un evidente senso di chiusura difensiva con riverberi significativi anche nel giudizio sui caratteri del capitalismo italiano
E alla lentezza con cui è stato rilevato tra la fine degli anni quaranta e la prima metà degli anni Cinquanta il PC individuale forme di riorganizzazione politiche ed economiche del capitalismo italiano nel passaggio dal post fascismo dal fascismo al post fascismo
E mi pare corrisponda anche una certa correzione del giudizio sul capitalismo italiano volto a sottolineare con più forza
Come dire gli elementi di continuità di permanenza rispetto a quelli di sviluppo di trasformazione cioè il peso dei residui feudali rispetto alle innovazioni del sistema industriale nell'organizzazione della vita sociale sono tutti problemi diciamo
Che non che spettano ad un'altra relazione quanto questa correzione di giudizio operi un impoverimento iniziale se c'è stato nell'analisi diciamo di quella grande ondata di modernizzazione passiva
Per usare un termine di Cafagna molto bello diciamo che fu la ricostruzione del Paese in che modo abbia operato
Diciamo questi sugli approcci alla storia d'Italia da avviati ad opera diciamo di questa nascente storiografia comunista e come alla fine degli anni Cinquanta si verifichi una riconsiderazione di tutto questo insomma aspetti ovviamente di un'altra relazione grazie
Io ringrazio Musella perché innanzitutto come già aveva fatto Traniello è stato nei limiti dei tempi prefissate cosa che non sempre avviene che non sempre facile presidente di turno e riuscire a far rispettare
Di quello che lui ha detto dice così seguendo la traccia de due grandi capi politici sappia e dei laboratori culturali Partito Comunista Italiano
Mi sembra che ai fini del discorso generale anche di una comparazione fra le varie relazioni possiamo estrarre almeno questo punto che non era possibile io
Dare un giudizio sulla stessa necessità della Costituente
Se non in connessione di un giudizio sul ruolo che il fascismo aveva giocato nella storia d'Italia quindi finiti sulla storia d'Italia in quanto tale almeno o niente dal processo di unificazione nazionale un po'quindi dal Risorgimento e quindi si tornerebbe poi al tema che ha trattato Traniello ora mentre il costo dei libri era previsto dopo l'intervento dell'onorevole Zanone
Mi dicono e per motivi organizzativi va anticipato ora quindi diamo dieci minuti i sospensione e poi riprendiamo al ci saranno ancora attenere l'azione
Editoriale
Prego tutti di prendere posto
Giudice
Silente
Così
Forte
Allora possiamo avere inizio a questa seconda parte dei lavori edili questo pomeriggio passando in quegli la partizione verticale che come ha detto prima si intrecciano partizione orizzontale per problemi ecco dal soggetto
Politico culturale comunisti a un altro soggetto politico culturale di gran peso come quello liberale
Perché appena il caso di ricordare una cosa ben nota attende il compromesso di alto profilo di cui parlava questa mattina
Rodotà ecco accanto alla cultura marxista era culturalmente cattolica la coltura liberale buon peso sicuramente superiore poi a quella che era stata diciamo la consistenza della presenza del Partito Liberale Italiano nella nel CLN nella lotta di resistenza quindi una di queste grandi componenti sulle quali ora ci parlerà l'onorevole Valerio Zanone al quale sono lieto di dare la parola
Grazie presidente
Dovendo
Occuparmi della
Contributo della cultura liberale
Bella costruzione lo Stato democratico anche perché ho visto che lei lavori di questo convegno c'è poi una relazione specifica
Sulla forma partitica del contributo liberale quindi non mi occuperò di resta però devo risolvere in partenza magari per approssimazioni successive una diciamo difficoltà di carattere semantico perché da qualche tempo il il termine liberale
Gonfiato da una un processo inflattivo che consiglia di definire in premessa il significato che si attribuisce parlando alla parola
Quindi per evitare complicazioni mi atterrò inizialmente al significato originario che in lingua spagnola intendeva per liberale l'opposto di servile
E quindi in senso non molto diverso
Da quello in cui stamane Stefano Rodotà
Ha ricordato gli scritti di trentini intorno alla
Opzione fra democrazia e sarà maggio
Ora poiché la scelta fra libertà e servilismo si impone all'inizio di una dittatura
Quel significato del termine rievoca gli errori che furono compiuti all'inizio del fascismo Dolcetto liberale
Però poi anche il modo in cui nel corso del ventennio
La cultura liberale provvide a riscattarlo
Preparando con ciò il terreno alla rifondazione dello Stato democratico
Tristemente noto come l'insolvenza del fascismo fu sottovalutata e fra intesa dalla vecchia classe liberale anche nei suoi rappresentanti più Vincini
Per quell'errore io credo concorsero atteggiamenti
Di differente malinteso
Una malintesa indulgenza verso la nuova generazione che era stata approvata dal trauma della Grande Guerra
Una malintesa accondiscendenza verso la domanda di ordine di fronte all'asprezza delle lotte sociale
Ed anche una malintesa astucci sia verso una reazione che si presumeva di utilizzare per poi presto rimettere sotto controllo
Quell'errore iniziale tuttavia non fu di tutti liberali
C'è la la maggior parte dei vecchi notabili non comprese in tempo la natura rapportato del fascismo
Invece la intese subito il ventenne Gobetti
Ed io ne parlo qui per riparare come posso
Al torto che Gobetti ha ricevuto quest'anno in occasione della ristampa del suo libro più noto
E paradossalmente accaduto che adesso che il termine liberale diventato aggettivo dei nomi più viversi lo si è voluto negare proprio alla rivoluzione Gobetti Anna
Ora è pur vero che molti referenti di Gobetti da sorella Prezzolini a Gramsci non appartengono al pensiero liberale
Ed è altrettanto vero che in Gobetti una teoria compiuta dello stato dell'economia liberale non c'è e neppure poteva esserci perché è come scriveva il suo affettuoso biografo Umberto Morra la parabola della sua vita lo obbligava alla fretta
Ma in verità ciò che tanti di noi hanno cercato e trovato in Gobetti non era quello non era la dottrina dello Stato
Nella spiegazione degli strumenti con i quali si organizza una società liberale
Quello che interi anche noi in Gobetti abbiamo cercato e trovato era lo spirito della dissidenza nei confronti di quell'eterno conformismo che anche allora si diceva liberale mentre di fatto era paurosamente esposto ad ogni infatuazione divi Istica io non può perciò condiviso nei commenti alla riedizione Gobetti Anna di questa primavera
Le opinioni anche illustri degli studiosi che essendo stati dovetti anni vent'anni se ne sono dichiarati pentiti a sessanta
Come se oggi quella rivoluzione liberale non sia più attuale per conto mio lo è ancora perché essa metteva a nudo difetti della borghesia italiana che a quanto pare sono incorreggibile
D'altra parte se vogliamo
Estendere la questione di diciamo questo strano clima lo stesso cinquantenario della Liberazione di cui trattiamo oggi qui ha messo in luce atteggiamenti quasi far
Eppure sofferto l'occasione per rifare i conti con le due interpretazioni del fascismo
Se però opposte ragioni risultano entrambe discutibili
Quella crociana del fascismo come parentesi della storia
E quella marxista dica del fascismo con me
Diciamo stadio ultimo ed aggressivo della lotta di classe
Per un verso l'interpretazione del fascismo come reazione capitalistica al movimento operaio
Comportava l'aspettativa che alla caduta del fascismo dovesse conseguire quella del capitalismo
E ciò non essendo avvenuto quell'interpretazione marxista alimentò successivamente l'idea della liberazione incompiuta o addirittura tradita
Per altro verso la tesi crociana del fascismo come parentesi della storia comportava un giudizio troppo indulgente nei confronti dell'Italia pre fascista in cui avevano trovato incubazione fermenti deca dentistici e irrazionale
Se dunque l'interpretazione del fascismo come parentesi non è convincente trasferita nella la genesi
Va però ricordato quanto essa risultò utile durante il ventennio
Per mantenere viva almeno in pochi spiriti solitari
L'attesa di una libertà ritrovata le quindici anni dal venticinque fino alla guerra quando il fascismo disponeva di una presenza diffusa
Religione laica della libertà che ha per sé l'eterno e quindi appunto della dittatura come parentesi fu per pochi oppositori un ultimo rifugio
Talvolta il solo che riuscisse a filtrare anche attraverso le sbarre del carcere io ricordo qualche testimonianza peraltro notissima sull'efficacia antifascista dei libri di Croce Max Salvadori
I suoi libri e i suoi articoli erano per me come per tanti altri quello che gli scritti di poeti filosofi e storici di una volta erano state per la generazione del Risorgimento
Poi Leo Valiani degli scritti di Croce io ho preso conoscenza in carcere o al confino
Difatti eleggevano Croce in carcere anticomunisti
Io ho trovato i libri storiografici di Croce stampigliati in copertina con i timbri della censura carceraria
Nella biblioteca del comunista Massimo Mila
Così fra quei libri nella casa torinese di Mila ho visto la prova di quanto nella sua critica al liberalismo crociano Bobbio avrebbe scritto poi la strada maestra per convertire all'antifascismo gli incerti era di far leggere discutere i libri di Croce
La maggior parte dei giovani intellettuali arrivarono all'antifascismo attraverso però cioè coloro che già vi erano arrivati o vi erano sempre stati trovarono conforto dal sapere che però c'è il rappresentante più alto il più illustre della cultura italiana
Non si era piegato alla dittatura
Dunque sei approvata l'efficacia che la religione crociana della libertà ebbe negli anni della dittatura
Per preservare nei pochi oppositori producibile l'aspettativa di una nuova democrazia liberale
Resta controverso il rapporto fra cultura liberale ordinamento democratico nel pensiero politico di Croce
Orientato almeno in origine
E poi diciamo attratti il marito
Con molti ritorni da un'avversione dichiarata al democratici sono come appunto notava Bobbio nel saggio assai c'era del mille novecentocinquantatré ricordato prima
Anche per Croce può dirsi in parte quello che già si è detto per Gobetti
I suoi primi maestri di dottrina politica non appartenevano al liberalismo classico
Pensiero politico di Croce si era venuto formando per l'apertura prima di Marx poi di sorelle price-cap Machiavelli e anche di Eger
E del romanticismo tedesco comunale freddezza insuperabile sia verso il giusnaturalismo la sua grande tradizione sia verso la grande tradizione del liberalismo britannico da Bentham abito
Va svolta venne nel mille novecentoventiquattro alla dura prova dei fatti che finalmente convinse però cioè passare dall'aspettazione come gliela chiamava all'opposizione nei confronti del governo di Mussolini
Tuttavia la netta distinzione di Croce fra il liberalismo del Secolo decimo no
E democratico del Settecento ricompare nello stesso manifesto antifascista del mille novecentoventicinque di cui dirò una parola fra poco
Poi alla fine del Ventennio mentre molti suoi discepoli optarono per l'azionismo
Crociere spinse il connubio concettuale fra giustizia e libertà
Ma non la congiunzione storica fra democrazia e liberalismo
E anzi rivendicò come Concordia discorso del secolo aurea in Europa e generalmente e in Italia e generalmente in Europa nella nota intorno Tocqueville del mille novecentoquarantatré
Così in polemica con Parri nel discorso del ventisette settembre mille novecentoquarantacinque alla Consulta Nazionale
Però c'è sostenne con forza i tratti democratici del regime liberale italiano dal mille ottocentosessanta al mille novecento ventidue
Il contributo della cultura liberale alla rifondazione democratica dopo il fascismo
Ha un antefatto importante nel manifesto pubblicato sul mondo di Amendola il primo maggio mille novecentoventicinque
Il cosiddetto Manifesto degli intellettuali antifascisti
Portava per la verità il più sobrio titolo di risposta di scrittori professori o pubblicisti italiani al Manifesto pubblicato il ventuno aprile da Gentile nella ricorrenza del Natale di Roma
Fra i sottoscrittori
Del manifesto di crocevia furono moltissimi anzi troppi Santercole alcuni provvidero al mondo non del tutto eroiche ritrattazioni in tempo successivo però nonostante questi infortuni figuravano fra i sottoscrittori quel manifesto molti dei futuri artefici della Repubblica democratica Calamandrei Corbino
De Ruggiero Rinaldi Jemolo Montale Salvemini
è nel testo
Si possono cogliere alcuni elementi che vent'anni dopo avrebbero offerto una traccia alla consacrazione costituzionale dei diritti di libertà così le affermazioni del manifesto crociana
Vi si fanno in forma quasi letterale il primo comma dell'articolo ventitré costituzione
Dell'articolo trentatré della nostra Costituzione e la protesta contro il bavaglio dalla stampa che nel mille novecentoventicinque riduceva lugubre facezia la funzione educativa rivendicata da Gentile per l'attività intellettuale
Anticipa anche essa quel garantismo Iker per contrappasso sarebbero stati introdotti nella Costituzione all'articolo ventuno
Con tutto ciò l'idealismo crociano restava pur sempre una teoria dei fini più che dei mezzi e dei valori più che delle procedure
Sicché secondo Bobbio quando venne il momento della ricostruzione del nuovo Stato liberale dopo il tempo dell'opposizione lo Stato autoritario
La filosofia della libertà tacque se farlo Poupard forse cinquanta mirata
E il corruttibile al di sopra dei partiti che tutti riconosceva consacrava questo tratto credo ritorni poi nella relazione coraggioso
Quagliariello sulla diciamo sulla concezione crociana del movimento liberale come pre partito più che come vero e proprio partito però quel notissimo addebito di Bobbio portato questo punto a meglio determinare il significato del termine liberale non più soltanto come contrario di servile
Ma in senso affermativo come sistema dei valori delle regole e degli strumenti per la costituzione del nuovo Stato democratico
Alla Costituzione repubblicana si addebita un eccesso di eclettismo però c'è si dispiaceva
Perché il testo non era stato affidato alla mano di un solo estensore con me the sun Bua aveva fatto per lo statuto Albertino sono sarebbe stato possibile nell'assemblea costituente perché per ottenere la larghissima maggioranza di quattrocentocinquantatré voti contro sessantadue
La costituzione doveva fondarsi sul compromesso fra almeno quattro correnti
Il liberalismo della tradizione pre fascista il popolarismo dai cattolici il riformismo dei socialisti
E dunque comunismo che per lungo tratto sarebbe rimasto rivoluzionario nell'animo sebbene graduali sta nella tattica
Il compromesso fra quattro correnti tanto diverso era reso possibile non soltanto dalla recente esperienza della Resistenza compiuto in comune
Ma anche dell'effettivo interclassista mo'della lotta partigiana e dei valori condivisi che in essa sì formarono
Io lungo voluto trattare di questi nella mia comunicazione ma penso che questo tratto dell'Inter classismo della Resistenza si debba anche un elemento che poi ci siamo portati appresso nella storia repubblicana che dura tutt'oggi da sostanziale difformità del comportamento politico delle due Italie
Tali che ha conosciuto un anno e mezzo di lotta della Resistenza ha sviluppato in sé attitudini interclassista che si manifestano in modo più debole nelle parti d'Italia che non hanno vissuto quel periodo storico
Costituzione del mille novecentoquarantasette rispecchia quel compromesso positivo innestando i diritti sociali del riformismo socialista del popolarismo cattolico sul tronco dei diritti di libertà quali li aveva descritti
In un libro che non so quanta diciamo efficacia abbia avuto direttamente fra i costituenti credo notevole perché fu ristampato dal quarantasei cura introduzione particolarmente diciamo avvincente di Piero Calamandrei ma che ha comunque un grande libro
Libro sui diritti libertà di Francesco Ruffini
è una delle ultime edizioni di Gobetti del mille novecentoventicinque
Così dunque nella Costituzione italiana compare quella complementarità
Fra libertà negativa e libertà positiva di cui la cultura liberale discute tuttora
La nozione negativa del liberalismo classico che intende la libertà essenzialmente come assenza dalla coercizione del potere pubblico
E la nozione positiva che è quella che poi si legge nell'articolo terzo della Costituzione citato anche oggi qui e che intende la libertà come rimozione degli impedimenti allo sviluppo della personalità e dalla partecipazione democratica
L'intreccio delle due mozioni e in larga parte coincide con l'intreccio fra norme precettive norme programmatiche
Ed anche con l'accostamento del testo fra libertà di inalienabilità la Costituzione riconosce e diritti o Bobbio direbbe potere in sociale che la Repubblica promuove ed assume come propri compiti tutto questo forma quella prima parte della Costituzione
Che adesso alcuni preferiscono preservare immutata e altri invece vorrebbero modificare per aggiornarlo all'Italia di fin e secolo sotto ogni aspetto tanto diverso dall'Italia del mille novecentoquarantasette
Se mi è consentito una breve digressione su questo aspetto
Modificando la prima parte della Costituzione sarebbe possibile includere nella Carta dei diritti
Quella nuova stagione la quarta dopo quelle dei diritti civili politici e sociali
Che concerne la libertà dell'uomo e del cittadino nella società postindustriale sotto questo profilo è ovvio che la Costituzione del mille novecentoquarantasette mostra in vari punti i segni del tempo
Qualche esempio la libertà d'informazione che l'articolo ventuno tutela principalmente contro la censura dei giornali sequestri nelle tipografie andrebbe riformulata in termini adeguati all'epoca delle telecomunicazioni
Il rispetto della persona umana forse più generalmente degli esseri viventi dovrebbe estendere conto degli sviluppi della bioetica
La conservazione del patrimonio ambientale non potrebbe limitarsi agli aspetti pittorici del paesaggio
Il concetto stesso di nazionalità sul quale aveva tornerò fra poco finendo meriterebbe di essere ampliato rispetto alla clausola sovranazionale dell'articolo undici io desidero ricordare visto che abitualmente non ci pensa nessuno versi fatte modifiche alla prima parte della Costituzione
E gli stessi principi fondamentali furono proposte da Aldo Bozzi oltre dieci anni fa
Nella relazione conclusiva dalla commissione che non trovo
Recepimento legislativo però nel clima di oggi l'idea di mettere mano alla Carta dei principi e dei diritti suscita preoccupazioni di altra portata in sintesi si avverte oggi in Italia in ritardo rispetto a quanto avvenuto da almeno dieci forse vent'anni nella cultura anglosassone una tendenza neoliberista
Di cui è difficile misurare l'effettiva consistenza e continuità
Ma che mette in discussione sia il principio solidaristico del secondo articolo sia quello egualitario e partecipativo dell'articolo terzo
E di conseguenza potrebbe mettere in discussione anche anche parte dell'impianto costituzionale in materia di diritti del lavoro di funzione sociale della proprietà
In una parola quel progetto sociale che al tempo della Costituente trovò consenso anche nella cultura liberale
In questo senso la modifica della Costituzione nella sua prima parte condurrebbe davvero ad una seconda Repubblica in quanto rimuovere ebbe quel compromesso fra finalità complementari che nella mia opinione resta anche oggi un compromesso sostanzialmente positivo
E Duso il termine compromesso proprio nel significato che il siriano per compromesso come sintesi positiva della dialettica democratica
L'altre parole io non sono tra quelli che nel progetto sociale della Costituzione riscontrano un cedimento della cultura liberale
In quanto la compresenza di diritti individuali e finalità sociali
Generalmente condivise mi sembra un connotato ricorrente probabilmente necessario di ogni democrazia liberale sicché era rispondere all'osservazione che faceva Rodotà stamane nella sua introduzione
Io non sono nemmeno fra quelli che ritengono tutto il tempo in cui la Costituzione dovrebbe congedarsi dalle sue ragioni di origine se un cedimento di cultura liberale se è stato esso riguarda piuttosto quello che nella Costituzione non c'è
Ma appartiene alla storia della Repubblica allora ad oggi tra lo sviluppo storico dello Stato democratico del vincolo nazionale di cittadinanza a questo intendo dedicare due annotazioni della parte finale di questa relazione
La prima annotazione concerne la democrazia dei partiti l'articolo quarantanove della Costituzione configurava la democrazia dei partiti in termini schiettamente liberali ma il verbo va coniugato al passato perché quella configurazione è stata progressivamente sviato
Se si ricorda soltanto la funzione formativa
Che ai partiti e dalla pluralità dei partiti veniva attribuita all'inizio degli anni Cinquanta da una moralità severa quale quella di Jemolo
Si comprende anche l'impianto proporzionale della rappresentanza elettiva che è coevo alla costituzione e con essa coerente
La rivoluzione successiva ha avuto varie cause di cui non non è questa la sede di trattare
Ma fra esse non credo sia le secondaria con la debolezza dell'esecutivo che era stata voluta dai costituenti per contrappasso vent'anni di cesarismo
E che poi i partiti non vollero correggere perché è il governo debole favoriva il sistema dei partiti forti
Così per restare troppo forti i partiti tradizionali hanno rinviato il rinnovo istituzionale fino a quando sono diventati troppo deboli per riuscirci la cultura liberale deve pronunciare sull'argomento un atto di tardiva contrizione in quanto essa disponeva già a quel tempo
E dispone di dottrine istituzionali che sono stato il primo attivate soltanto quando le condizioni della vita pubblica erano ormai deteriorate gravemente
Al ritardo del rinnovo istituzionale almeno in parte ascrivibile anche l'indebolirsi del sentimento nazionale
Di cui ha parlato nella sua relazione oggi Francesco Traniello sulla diciamo crisi dello Stato nazionale sulla Ponte sicché
Che la parabola storica degli Stati nazionali abbia mai avviato la fase discendente oggi ci si interroga non soltanto in Italia
Però altrove sembra trovare risposta in un patriottismo costituzionale che in casa nostra non trova riscontri ora fra le culture politiche italiane quella liberale storicamente la più legata alla tradizione patriottica da intendersi non la forma
Plastica mentre raffigurata in cima al vittoriale cioè come simmetria tra l'unità della patria la libertà dei cittadini
Ha ricordato stamattina il sindaco Rutelli
Va ricordato solo una delle due quadri che in realtà punto importante alla simmetria all'unità della patria e le libertà dei cittadini
La timidezza con cui si pronuncia in Italia il nome di patria
Deriva dal fatto che il fascismo si disse patriottico mentre era solo nazionalista
E la sinistra per reazione al nazionalismo e Vito anche di diversi patriottica però come la nazione di Renan lo Stato democratico non può fare a meno di un plebiscito quotidiano
Soltanto nella garanzia nella promozione dei diritti individuali può trovare fondamento un patriottismo che sia oggi non lo Stato Roma presupposto anche di una più vasta cittadinanza europea
Io credo che in questo senso la cultura liberale conservo un compito inderogabile di educazione alla democrazia
Ringrazio l'onorevole scusa Zanone per l'ampio respiro Cazzato alla sua relazione
E mi sembra così cioè ad esempio quando ha esordito ricordando il dispregio con cui oggi viene considerato uno dei pochi padri del liberalismo italiano in senso forte e radicale cioè Piero Gobetti
E dopo di lui anche Carlo Rosselli vengono ricordati quasi come servi sciocchi di comunisti ecco dico questo è un modo di polemica politica si possono usare tutti gli argomenti però ecco in sede storiografica è una cosa che lascia molto molto perplessi e così lo l'onorevole ha ricordato anche la famosa polemica la Consulta fra quando parli mise in dubbio che vi fosse stata una democrazia nell'Italia pre fascista Croce reagì
E e forse si può ricordare anche la lunga risposta che Salvemini fece in un lungo articolo mi sembra in due puntate sul ponte
Molto polemico molto pieno di così gli strali aguzzi come sapeva fare Salvemini quando si metteva sulla via della polemica e i suoi due mail permetterà di guardare uno
Vado Salvemini dice assenti e Benedetto Croce sembra che le camere del lavoro siano state fondate dei commissari di pubblica sicurezza ecco cioè rivendicando alla a un'iniziativa diciamo antagonista quella frase liberale uno strumento che indubbiamente è stato di democratizzazione il Paese
Infine Liliana polizia punto collezione di arredi
E allora fondatore dove deve aver pensato sentite in qualche modo di trovare una spiegazione
Precisazione importante e infine mi sembra nell'intervento Zanone vi sia un tema che dovrebbe e potrebbe circolare un po'in tutto il convegno cioè che in questa terza o quarta componente del diciamo dell'intreccio che ha dato luogo alla costituzione avviene un grande fenomeno storico fenomeno comincia ad Avvenire un grande fenomeno storico che quello della commistione tra Trezzano e liberare con la tradizione democratica nell'Ottocento liberalismo e democrazia sono state a lungo considerate così diciamo posizioni antagoniste addirittura nemica l'uno dell'altra
La tranquillità confini oggi si usa la parola liberaldemocratico ecco dimentica un po'quali un lungo cammino difficile cui la Costituzione duramente una tappa
Sia stato necessario per essersi espressione liberaldemocratico diventasse di uso talmente corrente che non è più un minimamente
Problema attizza
E rimanendo appunto nel campo delle grandi correnti e dei grandi soggetti politici e culturali della lavori identità hanno dato luogo alla Costituente alla costituzione ecco d'ora la parola al professor Francesco Malgeri nazione Stato nel pensiero dei democratici cristiani
Grazie
Il rapporto del cattolicesimo italiano con i temi del patriottismo e dell'identità nazionale rappresenta come noto uno dei nodi storici più Complessi più controversi della storia politica e civile e anche religiosa dirette al nostro Paese
Risorgimento in poi questo problema ha conosciuto diverse
E a volte contraddittorie interpretazioni che tendono comunque ad individuare soprattutto negli atteggiamenti della componente più intransigente del cattolicesimo militante forti resistenze ad identificarsi a riconoscersi in una prospettiva nazionale a superare quei molti particolarismi locali che anche sul piano religioso rendevano estremamente debole il riferimento ad una comune identità nazionale
Forse non è azzardato affermare che sia pure con molti limiti con molte Riserve solo con il fascismo venne a manifestarsi in ambienti cattolici l'ipotesi di una possibile coincidenza tra la tradizione cattolica
Giudicata come l'autentica tradizione italiana e il fascismo a cui si affidava il compito di assumere il ruolo di vero interprete della italianità rappresentata dal cattolicesimo
I Patti lateranensi come noto nutrire la nonna anche se per breve momento la convinzione o l'illusione di una ritrovata identità nazionale nel nome della italianità e del cattolicesimo
Ma il tentativo di cattolici Zare il fascismo e di assumere la comune fede degli italiani come elemento unificante delle identità collettiva del Paese era destinato a naufragare a bruciarsi alla fine degli anni Trenta
L'alleanza con il neopaganesimo hitleriano e l'intervento in guerra dell'Italia dell'ussaro molte speranze nei cattolici apparvero più disposti ad interpretare la politica aggressiva del fascismo
In chiave patriottica come estremo mezzo di difesa di interessi nazionali
I richiami ai valori della patria e della nazione che pur non erano mancati da parte cattolica in molte occasioni durante il regime
Erano destinati a perdere consistenza negli anni della guerra di una guerra giudicata come castigo divino come momento di espiazione delle colpe degli uomini per recuperare i valori della fratellanza universale
Tuttavia la guerra e soprattutto la lotta di liberazione tra il quarantatré e il quarantacinque provocarono insieme al cattolicesimo italiano una profonda presa di coscienza civile e politica
E anche il superamento di antiche remore che avevano a lungo condizionato l'atteggiamento dei cattolici nei confronti degli ideali nazionali
Non mancano significativi richiami anche al carattere patriottico che assume per i cattolici la lotta contro il nazifascismo
Su questa linea appare ad esempio l'invito che Guido Gonella nel gennaio quarantacinque rivolge agli universitari cattolici spronando lì
A rispondere all'appello della patria invitandoli che cito all'eroismo della dedizione sconosciuta dopo il trionfo delle false virtù arroganti
Richiamandosi all'antica sapienza cristiana che ammonisce che bisogna perdere la propria vita per guadagnar la invitandole a costruire una nuova patria ad ascoltare cito ancora la voce dell'Italia sotterranea la voce della terra la voce delle catacombe
Dalle quali sorgono le grandi rivoluzioni Forge attrice di milizie che sanno essere le nuove guide di un popolo tradito tra le vecchie classi dirigenti
Ecco la guerra di liberazione appare agli occhi dei cattolici
Anche in qualche modo l'occasione per costruire una nuova patria per essere i protagonisti di un secondo Risorgimento che avrebbe dovuto correggere gli errori e i limiti che avevano accompagnato il processo di unificazione nazionale nel diciannovesimo secolo
Recuperando i valori nazionali quella parte di popolo come i cattolici che ne era rimasta esclusa
Si potrebbe parlare riallacciandomi alla relazione di Traniello di una ulteriore interpretazione della categoria D. Secondo Risorgimento
Scriveva ancora Colella i cattolici che furono ieri ai margini del primo Risorgimento sono oggi protagonisti del secondo Risorgimento
Dopo aver combattuto come carbonari di ieri nelle trincee della lotta clandestina oggi sono portati da una travolgente manifestazione col di volontà di popolo ad essere i protagonisti nella costruzione del nuovo Stato italiano repubblicana ecco l'immagine del secondo Risorgimento viene quindi interpretata come il momento in cui cattolici superando le molte riserve che hanno segnato la loro presenza negli anni dell'unificazione nazionale
Portavano ora il loro contributo al riscatto morale del Paese e alla ricostruzione del nuovo Stato nazionale
Ecco dobbiamo dire che tuttavia al di là di questi aspetti se andiamo a rivisitare appello programmi di ambienti cattolici e democratici cristiani negli anni tra il quarantatré e il quarantacinque non è difficile cogliere anche una certa prudenza attorno all'idea
Di nazioni al concetto di patria ad esempio se si escludono alcuni richiami generici al popolo italiano mancano riferimenti alla nazione alla parte della cultura e valori nazionali
In programmi importanti della democrazia cristiana come le idee ricostruttive
Ho la parola dei democratici cristiani e il programma della Democrazia Cristiana del febbraio quarantaquattro
Questo perché l'esperienza fasciste l'esasperazione nazionalistica che ne aveva contrassegnato l'ideologia
E la propaganda ed anche dire il tentativo del fascismo di realizzare una sorta di identità tra nazione il regime fascista non potevano non destare sospetto non invitare alla prudenza nell'uso di alcune espressioni
Appare tuttavia ricorrente in alcuni ambienti cattolici anche la tentazione potremmo dire di ricostruire il nuovo edificio nazionale
Sulla base dei valori cristiani il primo chiaro orientamento in proposito viene offerto dalla nota lettera di Gedda Badoglio dell'agosto del quarantatré con la quale si offriva la piena collaborazione dell'Azione Cattolica al nuovo governo
Ecco direi che questa lettera al di là del significato forse eccessivo che le è stato attribuito evidenzia una vocazione ad indirizzare la politica italiana del post fascismo nel solco dell'influenza cattolica
Claudio Pavone ha già sottolineato quindi che il nuovo Risorgimento doveva essere finalmente fatto non contro i cattolici ma dai cattolici e e e cita a questo proposito una affermazione di un esponente dell'Azione Cattolica modenese Gino Frattini che disse la patria il vero Dio siano fusi dalla luce di un'unica amore su questa linea troviamo alcune prese di posizione ad esempio del cardinal Schuster che non mancava di prospettare l'urgenza della Concordia civica dell'unità nazionale sotto la forma di un'unica fede e con l'unica bandiera dell'Italia
Ecco questi orientamenti non mancheranno di essere ribaditi e direi non tanto da parte di esponenti della Democrazia cristiana quanto da quegli ambienti cattolici che miravano
Ad ispirare ai dettami dell'etica cristiana il futuro assetto politico istituzionale
Del Paese quindi la religione cristiana come poteva leggersi in un documento dell'Azione Cattolica doveva essere considerata quale il sei intrinsecamente elemento essenziale e primario del carattere della civiltà
Della grandezza della nazione
Queste annotazioni non possono non portarci a ribadire una tesi
Ormai acquisita dalla storiografia secondo la quale il mondo cattolico e per altro verso il mondo comunista aspiravano a rappresentare la globalità del Paese proponendo ciascuno a suo modo un comune terreno di valori che sarà poi l'origine
Di quel senso di appartenenza separate di cui ha parlato Pietro Scoppola
E che troverà soprattutto negli anni della guerra fredda il momento di maggiore esasperazione
Per altri versi non vanno trascurati alcuni richiami soprattutto di De Gasperi ad un diverso
Diciamo orientamento e cioè ad una sorta di un destino comune che univa gli italiani superando le posizioni di parte De Gasperi si fa interprete in molte occasioni dell'esigenza di un comune sentire del Paese soprattutto di una
Solidarietà che avrebbe dovuto accomunare in uno slancio generoso potremmo dire la società italiano il suo richiamo per esempio all'immagine di una famiglia in difficoltà che aveva bisogno di solidarietà e dedizione da parte di tutti
Era forse il tramite più efficace per trasmettere al Paese il senso di una comune appartenenza non tanto forse a valori legati alla storia la tradizione culturale politica quanto a un destino di sofferenza e di dolore
In altre parole quando De Gasperi afferma siamo una famiglia in rovina su una terra seminata di rovine
Si coglie soprattutto l'efficace immagine dell'esperienza dolorosa di un intero popolo travolto dalla tragedia della guerra e l'esigenza e quindi di una nuova solidarietà nazionale al di sopra delle parti politiche
è un atteggiamento che ritroveremo ad esempio nel discorso di De Gasperi alla conferenza della pace nell'agosto del quarantasei allorché se per farsi interprete dei sentimenti del Paese esprimendo Lanzi del dolore l'angosciosa preoccupazione
Di un intero popolo e chiedendo di dare respiro e credito alla giovane democrazia italiano ecco non si può non cogliere nella prospettiva dei cattolici tendenti quindi a permeare di valori cristiani il nuovo assetto istituzionale del Paese la forte influenza esercitata
Da Pio dodicesimo con particolare riferimento ai suoi radio messaggi natalizi alla prospettiva
Di un nuovo ordine cristiano da erigere sulle rovine delle concezioni neopagane del panteismo e assolutismo di Stato
Che avevano avvelenato i rapporti internazionali sino alla tragedia della guerra
In altre parole più dodicesimo offre ai cattolici impegnati nella ricostruzione politica del Paese una prospettiva
Aperta non solo ai non solo ai valori della democrazia rappresentativa indicati nel radio messaggio del Natale quarantaquattro ma anche all'idea di uno Stato che avrebbe dovuto posare le sue fondamenta sulle solide base dei principi cristiani
Questa idea dello Stato cristiano non era certo nuovo nella cultura del cattolicesimo italiano come già ricordato non era mancato negli anni del regime il tentativo di cristiani Zare lo Stato fascista
Ma nel clima che vede il crollo del fascismo e la prospettiva di un profondo rinnovamento della vita politica degli assetti istituzionali tornava con forza l'ipotesi della costruzione di uno Stato cristiano
Che so possiamo leggere ad esempio nel programma democratico cristiano edito a vicenza nel dicembre quarantaquattro redatto da Gavino Sabadin
Che al di sopra del principio di libertà democratica la costituzione doveva riconoscere come fondamento dell'attività interna ed esterna dello Stato la legge morale cristiana
Su questo tema Giorgio Campanini ha già scritto pagine di di grande interesse sottolineando le diverse angolazioni le diverse matrici culturali che guidarono
Le scelte dei cattolici di quegli anni e le ragioni anche del fallimento tutto sommato di quel progetto a favore del disegno non di uno Stato cristiano ma di uno stato di ispirazione cristiana
Una scelta che si nutriva
Di diverse matrici costo culturali da un lato De Gasperi la scuola degli ex popolari che interpretavano l'ispirazione cristiana in forma indirette di implicita
Dall'altro il gruppo di Dossetti di la Pira e dei giovani della seconda generazione nei quali l'influenza del personalismo e del pensiero ma riteniamo favoriva un richiamo diretto e dichiarato alla fede ma senza alcuna tentazione integralisti
De Gasperi dal suo canto che era stato molto chiaro sin dal febbraio del quarantaquattro nel programma
Dal titolo tradizione ideologia della democrazia cristiana ora aveva parlato di senso cristiano dello Stato precisando che la scelta non era tra lo Stato laico e lo Stato cristiano bensì tra lo Stato democratico e lo Stato totalitario
Scrisse Degasperi certamente noi dobbiamo fare ogni sforzo perché l'etica cristiana ispiri la legge l'azione dello Stato
Ma oggi e domani nella convivenza ero Perea quale ce l'ha lasciata allo sviluppo del secolo ventesimo dovremo affrontare anzitutto questo preliminare dilemma Stato totalitario o Stato democratico
E Gonella nella sua nota relazione al congresso
Di Roma della Democrazia Cristiana del mille novecento quarantasei dove svolse
Una relazione in cui venivano fissate le linee del programma democratico cristiano per la Costituente
Precisava che stato cristiano non significa stato solo per i cristiani ma Stato per tutti nel quale il cristiano trova la garanzia di poter essere se stesso di poter essere cristiano sia nel pensiero che nell'azione sia nella Fed interiore che nelle manifestazioni esteriori della FIT
Ecco questo richiamo all'ispirazione cristiana dello stato che sia pure con diversi orientamenti e diverse matrici culturali è presente tra il quarantatré e il quarantasei né i programmi
Democratico cristiani a come chiaro obiettivo quindi sia il rifiuto della concezione integralista potremmo dire dello Stato cristiano sia della concezione individualistiche borghese
Dello Stato assieme a a all'aspirazione potremmo dire a subordinare lo Stato ad una sorta di umanesimo cristiano superando la visione
è di uno stato fonte suprema della morale pubblica e pria e privati
Ecco il superamento di questa ispirazione individualistica e borghese dello Stato portava anche ad un'altra conseguenze cioè all'esigenza della subordinazione dello Stato alla società
Si tratta di una indicazione che aveva trovato già un chiaro riferimento potremmo dire sin dall'inizio degli anni Venti nel pensiero di Giuseppe Capograssi
Nel quale si coglie l'esigenza di uno Stato subalterno alla comunità stessa ripartita nei centri da cui si sviluppa la con la concreta azione sociale nei centri a cui afferma Capograssi mette capo la vita dei grandi interessi e delle attività concrete del mondo sociale che esprime la sua volontà specifica sia nelle posizioni dei problemi legislativi sia sulla soluzione di essi quindi la riscoperta dello Stato in funzione della società si legava anche ad altri aspetti della cultura cattolica e del pensiero sociale cristiano
Da un lato la prospettiva del bene comune e dall'altro il ruolo della persona umana
L'idea dello Stato come artefice del bene comune trovava ampio credito sia nera di messaggi natalizi di Pio dodicesimo sia nelle indicazioni
Di esponenti della cultura economica e giuridica cattolica un economista come Franco Feroldi si richiamava nel quarantadue all'idea di un ordine sociale che il risultato di uno sforzo concreto di tutti i cittadini
Coordinate diretto all'azione statale per la soluzione pratica dei problemi morali e materiali che costituiscono la sostanza del Buonomo comune
A sua volta un giurista come Antonio Amorth poteva scrivere nel quarantaquattro che la Chiesa riconosce nello stato un compito specifico la realizzazione del bene comune
Questa antica idea del bene comune conobbe proprio nel clima di disfacimento dei regimi totalitari in Europa una forte ripresa grazie soprattutto alla dottrine del alla dottrina del personalismo comunitario
Al movimento neo scolastico alla tradizione della scuola sociale delle chiese si trattava di una concezione che pur avendo incontrato molto consenso nella pubblicistica cattolica
Di quegli anni aveva comunque conosciuto anche alcune diffidenze in altri filoni del pensiero politico dei cattolici in particolare il Luigi Sturzo che già nel mille novecentoventicinque nel suo più importante studio sociologico scriveva
La fortuna corrente presso molti e quella del bene comune o della prosperità pubblica come fine dello Stato
Purtroppo le parole bene comune prosperità pubblica sono termini generici da potersi attribuire come fine ad ogni società
Nessuno può negare che la famiglia tende al bene comune e familiare la Chiesa al bene comune religioso lo Stato al bene comune politico si domanda in che consista nel bene comune europeo spedita pubblica assunti come fine dello Stato
Bisogna arrivare al concreto cioè alle idee di ordine e di difesa le sole che distinguono la forma politica e qualsiasi altra quindi siamo di fronte a una concezione dello Stato che tende a limitarne le funzioni ad escludere quella che Sturzo chiama l'unificazione forzata della Società nello Stato e l'affondamento in esso della personalità umana
Una visione non estranei alle Riserve che Sturzo avanzo nel quarantasette nei confronti della prima parte della Costituzione nella cui formulazione intravedere i rischi di un eccessivo interventismo statale nella vita sociale
Avviando così quello che sarà il motivo dominante della sua serrata polemica negli anni successivi contro lo statalismo economico dell'impresa pubblica ma su questi temi penso
Questi temi del rapporto tra tradizione popolare costituzione penso che tornerà anni Colantoni che nella sua relazione in realtà se Sturzo vede in queste concezioni il rischio che il riproporsi di una visione Moni sta e totalitaria dello Stato che attribuiva
Allo stato compiti e ruoli estranee alle sue funzioni non va dimenticato che le correnti che si facevano sostenitrici del ruolo sociale dello Stato ponevano come obiettivo del loro progetto proprio la Valeri la valorizzazione e la difesa
Della persona umana
Lo stesso Pio dodicesimo nel radio messaggio del quarantadue aveva affermato che origina scopo essenziale della vita sociale vuole essere la conservazione e lo sviluppo il perfezionamento della persona umana
Affidando allo Stato il raggiungimento di quelle esterne condizioni che sono necessari all'insieme dei cittadini per lo sviluppo
E come ha serbato anche Ugo De Siervo la linea politica costituzionale seguita dei cattolici puntò su una costituzione caratterizzata da principi ispirati al personalismo al solidarismo al pluralismo tali da immettere nel patto costituzionale
I fondamentali punti di arrivo della riflessione cattolica sullo stato della società
Ma tali da dare anche una effettiva risposta positiva alle esigenze di democratizzazione sostanziale delle istituzioni e di trasformazione dei rapporti sociali
Ecco questo Progetto segna per molti aspetti il superamento del pensiero politico legata alla tradizione del popolarismo Sturzio diano l'abbandono
Di quella cultura laica dello Stato che aveva rappresentato un momento significativo nel processo di sviluppo politico culturale del movimento cattolico italiano
La cultura politica delle nuove generazioni invece pare fortemente condizionata dal personalismo e dalle prospettive nuove indicate dal magistero pontificio
In altre parole come ha sottolineato recentemente Giorgio Campanini nel convegno che si è svolto all'Istituto Sturzo
Il cattolicesimo che nasce la democrazia tra il quarantadue e il quarantatré sembra essere quasi senza memoria non va alla ricerca dei padri fondatori e se proprio ricerca un padre lo fa guardando all'immediato volgendosi all'insegnamento di Pio dodicesimo
Nel Rosmini o Gioberti né Murri a Sturzo sembrano appartenere alla loro storia
Ecco potremmo dire che solo De Gasperi e e pochi altri si richiamarono a quella tradizione
E nei documenti redatti da Reagan speri tra il quarantadue il quarantaquattro si coglie il tentativo proprio di recuperare una tradizione politica
E culturale che sembrava dimenticata si colgono espliciti richiami a Murri a Sturzo
A Toniolo allo stesso leone tredicesimo ma e questi richiami riescono a far breccia con difficoltà nella realtà cattolica di quelli anni quindi risulta chiara nell'opera dei costituenti democratici cristiani la volontà di costruire un assetto costituzionale che rispondesse ad alcune istanze fondamentali della visione solidaristica e personalista presente nel pensiero cristiano sia pure nell'ambito di un patto costituente che dovrà essere inevitabilmente il risultato di una confluenza di diverse ideologie
Di diverse correnti culturali politiche sociali e giuridiche
I costituenti cattolici intendevano fare della costituzione la carta dell'uomo
Come ben noto nella quale pur nel rispetto delle diverse culture presenti nel Paese si individuasse il fondamento cristiano del documento che dava vita alla Repubblica
Fu soprattutto Giorgio la Pira di interpretare questa nuova costituzione come umana e cristiana precisando che la casa costruita secondo i principi cristiani una casa fatta per tutti gli uomini di buona volontà credenti e non credenti perché è fatta per l'uomo
Indubbiamente siamo di fronte a un progetto che seppure segnato profondamente da istanze di natura religiosa non manca di essere sostenuto anche da una forte tensione etica e civile da un impegno
Animato dalla volontà di costruire uno Stato al servizio dell'uomo e della società
E questo direi che è importante soprattutto dopo gli anni della guerra dopo i duri mesi dell'occupazione nazista e della resistenza
Anni nei quali quella parte del mondo cattolico che aveva maturato le sue scelte democratiche anche alla luce del messaggio cristiano
Non poteva non coniugare l'idea della democrazia con quella della giustizia sociale e al centro di questo disegno troviamo l'esigenza del riscatto dell'uomo di quell'uomo che era stato la vittima di una barbarie senza nome che aveva subìto persecuzioni e deportazioni lutti distruzioni
Che ha resistito impotenti ad ingiusto di ingiustizia vessazioni e che ora chiedeva un mondo più giusto
Ma il progetto di uno Stato al servizio dell'uomo non era soltanto il riflesso di una sorta di empito evangelico quel progetto era anche il risultato di una riflessione di natura sociale e giuridica ed economica
E il gruppo che più degli altri riuscì a fornire indicazioni ed elementi per il nuovo progetto costituzionale va individuato come noto in quegli uomini che lavorarono al Codice di Camaldoli quel documento redatto nel quarantatré e che ebbe tra i suoi ispiratori uomini come faro netto sarà cenno Pannoni Capograssi ed altri
Che si erano convinti che un'economia capitalistica nella quale l'iniziativa privata si era dimostrata insomma in un'economia capitalistica nella quale l'iniziativa privata si era dimostrata insufficiente lo Stato avrebbe dovuto definire anche un suo ruolo attivo soprattutto in quei settori dove il privato non poteva arrivare
è un documento che ci consente di cogliere il carattere di una nuova sensibilità politica e sociale che durante il fascismo era venuta formulando informandosi fra gli intellettuali cattolici nel clima che segui la crisi economica dei primi anni Trenta
Un documento cioè che aggiungeva qualcosa di nuovo la tradizionale dottrina sociale della Chiesa della stessa visione del ruolo dello Stato presente nella tradizione del pensiero politico dei cattolici democratici
In altre parole sulla base della concezione solidaristica del richiamo ai valori della persona umana e della riflessione economica sociale dei cattolici
Come ha sottolineato Pietro Scoppola è stato possibile affermare un principio di uguaglianza che supera decisamente la concezione liberale di una dell'uguaglianza pro mi duramente formale di tutti i cittadini di fronte alla legge
Queste prospettive che evidenziano una forte esigenza di novità per quanto attiene ai fini dello Stato e i suoi rapporti con la società e che segnano il superamento di una concezione come dicevo borghese individualista dello Stato non portano tuttavia alla rinuncia di un modello di stato legato alla tradizione liberaldemocratico pre fascista non va dimenticato come già Francesco Traniello ha sottolineato che il problema che De Gasperi ma anche Togliatti si trovano di fronte quello di riguadagnare l'albero della tradizione politica dello Stato nazionale
Che imponeva di rapportarsi alle strutture e alla tradizione dello Stato liberal nazionale come momento preliminare della costruzione di una democrazia parlamentare pluri partitica
Questa idea della continuità dello Stato e dell'esigenza di privilegiare la ripresa in senso liberaldemocratico delle strutture dello Stato stesso è ben presente nel gruppo dirigente della DC
E soprattutto direi negli uomini legati all'esperienza del del popolarismo da De Gasperi a Tupi vini ma anche in un uomo come Guido Gonella che mentre gli uomini della seconda generazione quello che appare più vicino
A quest'idea di un recupero degli istituti fondamentali che avevano caratterizzato lo Stato pre fascista
Ha scritto
Conella nel nel mille novecento quarantaquattro
Che chi affermava l'esigenza di nonno svalutare la reliquia di Stato che ancora sopravvive
Che pur sentendo il bisogno di una nuova carta costituzionale giudicava non conveniente prendersi il lusso di dimenticare che l'Italia ha avuto mezzo secolo di vita democratica
E che il totalitarismo si è fermato non in forza della Costituzione ma contro la Costituzione
La quale modellata sulle costituzioni democratica della Francia e del Belgio si proponeva di tutelare con il sistema della rappresentanza parlamentare e della divisione dei poteri i diritti e la libertà dell'uomo
In sostanza Sirica al con alcuni indicazioni già contenute anche nei testi programmatici della democrazia cristiana nei quali appare chiaro il riferimento a quel modello di stato imperniato su una democrazia rappresentativa espressa dal suffragio universale fondata sull'eguaglianza dei diritti e dei doveri
Con un Parlamento intesa inteso come la più alta rappresentanza dei supremi interessi della comunità nazionale
Anche se come risulta chiaro dal Progetto degasperiana questa continuità non significava il ripristino dello stato liberale
Nella sua visione etica e totalizzante bensì di quegli istituti che hanno segnato l'affermazione della tradizione liberaldemocratica
Qual è emerge nella storia europea a partire dal secolo diciannove
Reazioni di nuovi strumenti giuridici di garanzia che dovevano qualificare l'assetto del nuovo Stato democratico nazionale
Grazie anche Malgieri che a sua volta è stato perfettamente nei tempi ma non solo per questo motivo estrinseco ma perché come già dalla relazione di Zanone appariva calci
Diciamo poter essere portata Lucetto grosso problema del rapporto liberalismo democrazia
Mi sembra che in questa relazione di
Di Malgieri
Accanto a mostrare come poi non esiste neanche per i cattolici una vulgata fare assorbe tutto appiattisce tutto su un unico sfondo ma si comincia non è che si cominci oggi non sono giustamente vengono messe in evidenza le varie componenti vari filoni di cultura politico religiosa è che accanto a questo mi sembra che ci siano due problemi uno strettamente connessa all'altro
Il primo è quello che infine rapporto Stato Società Civile all'uscita da un regime totalitario non può non emergere con forza in chiunque si ponga diciamo da qualsiasi punto di vista partita chiunque si ponga l'idea di una nuova sistemazione non può porsi quel non può non porsi questo problema
Certo per i cattolici rinunziato comunque non attuato il sì Progetto di uno Stato cristiano rimaneva direi è un problema interno a questo particolarmente sottile e delicato cioè il rapporto direi fra la ispirazione
Rifatto Malgieri è il fatto che il pezzo ispirazione soprattutto in Italia si incarnano in una istituzione anche allora ecco
La istituzione Chiesa che insieme ispirazione istituzione che appariva a patti direttamente con lo Stato insomma è un problema specifico
Che peraltro la ricchezza che già fatto vedere emergere di posizioni anche tutt'altro di discipline ad unum
Fa vedere quanta strada poi anche il pensiero e la prassi politica cattolica avesse percorso ai tempi in cui gli standard nella vita e Gioachino Rossini
Poteva dire lo Stato Pontificio nosta nella società mai messo di traverso sopra la società che mi sembra un'ottima definizione e che sicuramente non stava nell'ideale dei cattolici democratici che si sono l'hanno contribuito a rifare un tipo di convivenza civile nel nostro Paese
Ora con la relazione
Sì via chiedo scusa perché non avevo notato la presenza onorevole Iotti nella sala vale la invitiamo senz'altro l'avvenire qui al tavolo alla fine che come si dice in questi casi
Ecco più avanti insomma
Comunque adesso invece secondo questo schema duplice ha già ricordato del convegno partizioni verticali per soggetti politici e partizione orizzontali per problema con la relazione di Pietro Scoppola
Facciamo invece di nuovo un'incursione nella partizione Return tali né orizzontale per problemi infatti Scoppola parlerà di educazione alla cittadinanza e costruzione dell'identità nazionale in la parola Pietro Scotto
Cercherò di riassumere un testo un poco più ampio che ho dato già anche se non anche su non definitivo soprattutto per lasciare se possibile poi qualche tempo per la discussione per qualche domanda qualche approfondimento
Posso riassumere anche perché Francesco Traniello nella sua bella relazione ha detto molte cose sulle quali io pienamente concorde per quanto riguarda questo tema questo aspetto del mio tema che quello dell'identità nazionale
Come tutti sanno il tema dell'iter dell'identità nazionale è stato particolarmente presente nel dibattito culturale alla vigilia del nostro Risorgimento è stato poi accantonato quando L'Unità d'Italia si è realizzata è stato ripreso in periodo fascista
Giuseppe Galasso nel primo volume
Della storia d'Italia pubblicata dalla UTET al fatto la storia del problema la storia dell'idea e mette in evidenza questo intorno di attenzione sul tema diritti e il di identità nazionale in periodo fascista
Proprio per quel tentativo cui Francesco Traniello faceva riferimento
Del fascismo di Volpe in particolare di Gentile di stabilire questo nesso questa continuità fa L'Italia del Risorgimento e l'Italia fascista nel secondo dopoguerra possiamo dire
Che tranne rare eccezioni il tema è esplicitamente assente non è affrontato dagli storici italiani o qua o quanto meno e assai meno presente di quanto non lo sia in altri ambiti geografici pensiamo ai lavori di oltre a un assicuratori in Francia e Goya di tanti studiosi stranieri hanno approfondito il problema della nazione della nazionalità che da noi è rimasto in ombra in qualche modo sollecitato gli studiosi sono stati sollecitati da temi più attuali fa eccezione scialbo
Con le elezioni già ricordate da Traniello poi raccolte nel volume
Sull'idea di nazione
Nel quale volume voglio sottolineare solo questo aspetto Chabod supera e in qualche modo indica una sintesi fra le due concezioni tradizionali di nazione no quella romantica che veniva da perdere fondata sui dati naturali la nazione sentita differisce Abu e quella
E quella viceversa di origine giacobina ripresa da Ravenna nella famosa conferenza dell'ottantadue che Zanone ricordava la nazione come plebiscito di giorno ci abolisce la nazione voluta
Poi suppone la nazione sentita quindi tenta una sintesi e su questa via poi direi che la riflessione è stata approfondita e si è sviluppata bene noi assistiamo oggi a questo paradosso
Il tema ritorna prepotente nel dibattito culturale e nel dibattito storiografico
Negli anni a noi più vicini
In condizioni che hanno qualcosa di singolare perché in genere la democrazia l'esperienza democratica
Favorisce il rafforzamento della identità collettiva in forme democratiche milita collettiva legata quindi all'idea di cittadinanza democratica
Ricordo qui il volume recente di Viroli su questo Maurizio Viroli su questo tema per amore della patria declinato in senso democratico e non più nei termini di un certo nazionalismo del passato
Viceversa in Italia dopo cinquant'anni di democrazia
Sia scende la polemica sulla crisi dell'identità nazionale sulla caduta dei vizi nazionali
Addirittura Silvio Lanaro ha parlato di nazionalizzazione come in qualche modo prodotto della storia repubblicana
Gian Enrico Rusconi nel volume se c'è siamo di essere un'azione acque con questa osservazione per intero una nazione può cessare di esserlo ecco siamo all'allarme sulla possibile caduta di questo elemento
E qui un ripensamento radicale quello rovesciamento cui Pavone accennava che gli ha cercato di sviluppare in precedenti occasioni perché qui questo è l'ultimo di convegni in cui ci siamo già più volte incontrati abbiamo intrecciato le nostre idee di ed era ormai con una visione ben più concorde di quanto non avvenisse è vero plateau in anni in anni lontani
Sicché e Lella stride fine della resistenza che si era sempre misurata con il tema dell'identità nazionale ma per definire in qualche modo la figura storica della Resistenza
Adesso viene utilizzata in un rapporto confessato come appunto Pavone accennava all'inizio di questa nostro lavoro pomeridiano
Viene interpellata per capire il perché di questo esito finale no si imputa all'origine della Repubblica il crollo del identità nazionale che noi oggi dobbiamo registrare con la crisi quanto meno che dobbiamo registrare
E qui c'è tutto il discorso su questa storia sia revisionisti a che non sto a rifare l'ho già fatto
In altri convegni e lo ha eccellentemente riassunto già Francesco Traniello nella sua relazione il discorso che ha sviluppato Renzo De Felice che ha sviluppato
Ernesto Galli della Loggia
Pavone dice ma non diceva non polemizziamo sulle revisionismo no non non Poliziano sulle revisionismo in astratto
Ma su alcune cose che il revisionismo storiografico quello che si definisce revisionismo storiografico
Va dicendo e che diventa dato di mentalità comune che viene diffuso in articoli in dibattiti i televisivi noi dobbiamo polemizzare perché sono corse talmente importanti che se dovessero passare nell'opinione nella cultura dominante del nostro Paese beh scusate io ho l'impressione che avevamo fatto un grande passo indietro dal punto di vista della costruzione della cittadinanza democratica qual è l'idea di fondo è stato già ricordato l'otto settembre diventa elemento centrale non per venticinque aprile ma l'otto settembre ora qui bisogna essere molto chiari è giustissimo e lo ha fatto molto bene l'Aga Rossi una sua ricerca recente sull'otto settembre
Che si studi l'otto settembre che invece in qualche modo è stato rimosso dal punto di vista della ricerca storica
E che si superi cito l'artificiosa contrapposizione tra due Italie quella fascista che muove nel periodo fra il venticinque luglio l'otto settembre e quella nuova che nasce il nove settembre con i CL e la resistenza
Esistono il comportamento dell'esercito che va approfondito perché effettivamente fra queste due Italie ci sono molti punti di contatto molti punti di collegamento non si possono stabilire non si possono immaginare i due identità del tutto separate questo è giustissimo e nessuno lo contesta quello che lascia perplessi e la definizione dell'otto settembre come Morte della patria riprendendo la famosa immagine
Proposta da Satta nel suo de profundis e adesso ipotesa al di fuori del contesto però in cui Satta l'aveva elaborata l'aveva pensato per definire questo momento della nostra storia Morte della patria qui Francesco unitaria e l'ha già detto molto bene io non sto che riassume è un modello di nazione un po'oggetto di nazione che entra in crisi modello dell'azione già incerto negli anni del post Risorgimento tutti sanno quanto è stato difficile per la classe dirigente liberale il fare gli italiani
Tentativi con la scuola le difficoltà connesse eccetera la monumentalità sono state studiate in fondo tutti gli strumenti posti in essere dallo Stato liberale per fare italiani si è constatata la difficoltà di questa grande operazione culturale
Poi un il sentimento di identità che è stato in qualche modo segnato dalla cultura dell'inizio del secolo dannunziani esimi nazionalismo che è stato assegnato dall'interventismo nella sua versione nazionalista non è una soluzione democratica
Che poi è stato radicalmente compromesso dal fascismo perché il fascismo
Ha preso una parte sola della scritta che sul monumento la posizione del secondo patria imitati sci più libertà fidarci di un libertario è stato cancellato è rimasto soltanto il motivo della nazione quindi questo sentimento di nazione che morì ecco se è un sentimento è una identità già compromessa e direi storicamente logorata
Il problema non è quello semplicemente di piangere sulla morte dell'apatico di fine il Fulco di una nuova visione non si sa di che della storia e non si sa come della storia italiana ma quello di interrogarsi su quello che accade dopo su quale modello alternativo sta nascendo in quegli anni de Amati sì
Sta nascendo nel profondo del tessuto popolare del nostro Paese e qui le ricerche ne sono state fatte
I convegni recenti Istituto Sturzo per quanto riguarda il versante cattolico l'Istituto Gramsci
Dove una relazione di Clint cammei molto lucidamente ha sottolineato mi pare fuori di dubbio che con l'otto settembre non crolla la nazione crolla una nazione crolla un progetto di nazione
E tanti altri dibattiti di questi anni ecco attraverso tutto questo mi pare si viene delineando una risposta
Questo vuoto questo questo che si è creato con il collo dell'otto settembre è stato in qualche misura riempito è stato riempito non solo dall'opera dei dei combattenti della Resistenza io non voglio affatto sottovalutare
è stato riempito dalla resistenza degli ufficiali dei soldati che nei campi di concentramento tedeschi hanno rifiutato di giurare perché sentivano in un modo nuovo e diverso la loro lealtà verso il Paese verso la nazione è stato riempito anche da una resistenza civile
E qui il tema delicato non è un fatto marginale stiamo riscoprendo
Che la Resistenza armata non è un fatto che può essere isolato senza compromettere il significato e il valore stesso della resistenza armata
Questo è stato un poco il limite il difetto di certa storiografia dissi miste negli anni settanta aveva isolato la resistenza
Rispetto a un attendismo generalizzato del Paese adesso questa impostazione viene ribaltata
E quell'attendismo che veniva criticato diventa la zona grigia che De Felice di scrive nella sua intervista che è la normalità italiana e questo è il rischio io riconosco volentieri l'ho già detto in altra sede che la posizione storiografica della sinistra espressa negli anni settanta negli anni ottanta come molti ricordano e alta poi si è sviluppata ha aperto nuovi studi di storia sociale in fondo ha superato
Le sui suoi schermi il suo schematismo iniziale pensiamo al punto più maturo di questa stenografia
Nata da quella intuizione della continuità che la opera ormai classica di Claudio Pavone
Che si pone ben al di là di quelle posizioni schematiche iniziale viceversa oggi viene ripresa validi ed a destra insomma in negativo da questa nuova storiografia per arrivare alla conclusione che in sostanza la resistenza da un lato e la Repubblica sociale dall'altro sono l'espressione di due minoranze che non hanno influenza sul Paese che una grande zona grigia e benedice reazione dobbiamo recuperare quanto avviene in questa cosiddetta zona grigia e avviene un processo di matura
Silone
Che porta a forme estremamente significative di resistenza civile matura una idea di identità
Collettiva alternativa a quella proposta dal fascismo che è stata travolta pensate al film è famoso di Comencini beh bisogna dire che
Gli artisti hanno
Anticipato quello che gli storici hanno capito e più tardi nel film di Comencini ricordate tutti a casa ci sono i tre momenti che vive il protagonista no prima protagonista è legato al modello autoritario formalistico
MM del vecchio il vecchio modello militare diciamo no poi a un certo passa all'rifiuto radicale di tutto e si preoccupa solo della sua sopravvivenza personale e poi nelle file nelle immagini finali
Della insurrezioni di Napoli riscopre una solidarietà diversa non è più un ufficiale che impone ma è uno che in mezzo alla folla assume la responsabilità della Resistenza contro i tedeschi questo passaggio
Che io ho cercato di richiamare in maniera schematica emblematico di un po'ma o di un processo che tutto un popolo in qualche modo compie in forma estremamente complesse e contraddittorie ma che non può essere ignorati
Perché si si isola se si sarà la resistenza armata la si condanna all'irrilevanza mentre se la inserisce se la si inserisce
Nel quadro più ricco e complesso della resistenza del popolo italiano pur con tutte le sue contraddizioni
Alla popolazione tedesca allora si creano le premesse della di una visione che che fonda poi il momento ricostruttivo
E qui è molto importante il contributo che ha dato il convegno L'Istituto Sturzo perché ha finalmente liberato il problema della presenza cattolica in quegli anni dalla categoria dell'attendismo
La la presenza cattolica quegli anni non si può chiudere nella categoria di attendismo la grande tempismo riduttiva
Non non non è idonea a comprendere la complessità di questa presenza perché anche se la Chiesa sei vescovi non prendono posizione rispetto alle parti in lotta
Ed è vero
Il messaggio che danno e l'abbiamo sentito anche nella relazione di Malgieri
è alternativo rispetto all'ideologia fascista perché condannare la guerra perché fratricida e qualcosa di radicalmente alternativo all'esaltazione ideologica della querela che il fascismo aveva fatto il ricordo bene
Gazzoni in adunanza del nell'adunanza dei balilla o o degli avanguardisti questa esaltazione della lotta e della guerra come fatto ideologico popolo della guerra come un'esperienza fratricida
Anche se la Chiesa non ha preso posizione in molti casi nella maggioranza dei casi
Fra le parti in conflitto è un immettere nella cultura popolare un modello direi una idea radicalmente alternativa rispetto a quella la propaganda fascista
Quindi questo è il lavoro che si va facendo ed è su questo lavoro che il tema dell'educazione alla Città di Anzio democratica va collocato
Ha notato Gino Germani
Che dopo i momenti di intensa mobilitazione ossia approda a nuove forme di integrazione a qualche forma di istituzionalizzazione nuova ossia ricade
Nella smobilitazione e nella apatia come la definisce Germani
Ebbene la questa ricostruzione dal basso in forme spontanee molecolari dopo il crollo dell'otto settembre di una nuova identità collettiva sulla quale la storiografia sta avviando adesso delle ricerche che mi sembrano importanti fruttuose
Fondata sui valori del primato dell'uomo della solidarietà è il tessuto sul quale si innesta il processo di rifondazione della democrazia e di formazione di una cittadinanza democratica
Ma questo processo non si sviluppa in maniera lineare anzi è quanto mai tortuoso e contraddittorio
Io direi in estrema sintesi che l'ipotesi inizialmente presente di una identità collettiva unitaria fondata sui valori della democrazia e sul senso di una comune cittadinanza
Quello che ha a cuore ai liberali in fondo nelle parole di Zanoni ritrovato cresca
Dei liberali sul versante più moderato e del Partito d'Azione sul versante di sinistra che avevano in comune questa sensibilità una visione istituzionale della ricostruzione
Accompagnata dalle Ricupero di un forte senso di cittadinanza alla base del Paese bene questa linea si scontra si intreccia con la realtà
Di un Paese diviso ideologicamente nel quale i partiti e in particolare i grandi partiti popolari o di massa come si voglia definibili
Diventano il fattore dominante di integrazione creando identità collettive divise e conflittuali
Non si è ricostruita una identità collettiva comune ma si sono ricostruite identità divisi e conflittuali che hanno perduto attraverso un processo molto più lungo contribuito e favorito poi la ricostruzione Democratic
Per la formazione di una nuova cittadinanza democratica la scuola assumeva un'importanza forma fondamentale e già in alcuni documenti delle repubbliche partigiane
Ci pensi a al alla alle proposte di didattiche della giunta provvisoria di governo della Repubblica dell'Ossola si affermava cito che la riconquistata libertà è soprattutto un problema di educazione io ho fatto una piccola ricerca
Quattro su questo tema dell'educazione alla democrazia così come è stato posto in quegli anni prima della i lavori dell'Assemblea costituente contestualmente allo sviluppo dei lavori tra
E noto che nella Commissione alleata di controllo istituita nel novembre del quarantatré una sottocommissione fu poco Pupo è posta ai temi dell'educazione problema della dei fascisti Zazie zone della rieducazione alla democrazia del pane
E un pedagogista americano accantono was Born
Fu nominato ebbe il compito di presiedere di guidare questa sottocommissione per la rieducazione la democrazia
E questo il ruolo della sottocommissione fu notevole nell'orientare il Governo però italiano
E nel tentare un di fondare in positivo c'è una frase di vostra non molto significativa tentavamo
Di sostituire passi e ideali fascisti con quelli democratici
Nel quarantaquattro la sottocommissione alleata pubblicò i piani di studio per la scuola scuola media inferiore per i licei
Ed è interessante notare ma non sto a farvi troppe citazioni che
L'intento fondamentale di questi programmi non era quello culturale dita nozioni astratte sulla democrazia ma quello di creare le condizioni esistenziali di un'esperienza democratica
Nel modo di organizzare la scuola nel modo di attivare il i giovani
Diceva perfino gareggiando con il contadino con l'operaio con il manovale nell'opera materiale della ricostruzione idea addirittura che i giovani delle scuole di un certo livello
Per le scuole medie superiori potessero essere coinvolti fisicamente nell'opera di ricostruzione per dare ad essi il senso di questa appartenenza comune democratica che dovrà essere ricostruita nel nostro Paese
Pensate rispetto ai campi al lavoro forzato imposto ai tedeschi l'idea che nella scuola si favorisse un volontariato civile per la ricostruzione intuizione estremamente interessante
Particolare rilievo fu assegnata rinnovamento della scuola elementare nuovi programmi per la scuole mentale nacquero dalla collaborazione fra la sottocommissione alleata e una commissione nominata dal ministro Guido De Ruggiero nel luglio del quarantaquattro
E i nuovi programmi furono pubblicati nel febbraio quarantacinque per entrare in vigore
L'anno scolastico successivo l'influenza del pedagogista americano è sempre presente in questo senso
Mettere l'accento più che sudato culturale vorrei dire curricolare mette l'accento sul problema delle l'autonomia nella formazione individuale alla responsabilità l'autonomia del carattere
Attraverso pratiche di auto-governo ritroviamo in questi progetti
Sempre questa insistenza alla democrazia si formano i giovani nelle scuole attraverso l'esercizio della responsabilità dell'autogoverno non con una educazione civica
Astrattamente concepita
Come sei di nozioni
Lo stesso volumetto il problema della scuola anche il numero otto della serie pubblicata dal ministero per la Costituente sottolinea questo aspetto parlare di democrazia in un Paese che esce da venti anni fascismo significa parlare di formazione di una coscienza democratica la capacità cioè del singolo cittadino di agire come membro di un corpo sociale al cui benessere al cui benessere deve contribuire e questo esige un azione intelligente coordinate metodica per l'eliminazione dei residui dell'ideologia
E di scelte abitudini alla passività allo spirito servile all'individualismo duetto formati sì molti italiani durante flash
E come di te questo momento iniziale che cerca in qualche modo di raccogliere i di dare forma
A questa nuova identità collettiva che su nuovi valori si va spontaneamente ricostruendo nel Paese
Ma questo movimento non ammessi
Devo dire qui la ricerca dovrebbe essere approfondita che nella nell'Assemblea costituente il problema ebbe scarsissime e nella Carta costituzionale non c'è nulla che si muova in questa linea
Problema della scuola è il problema della struttura scolastica il problema vecchio ottocentesco della sua della libertà la querelle e scuola pubblica scuola privata scuola cattolica scuola laica
Ma questa intuizione sulla scuola come strumento di formazione la democrazia sembra quasi perdersi nei lavori della costituente solo
Genere il le deputato
Cristiano Sociale Bruni presenta un ordine del bel giorno
Il ventotto aprile quarantasette in cui si dice le scuole di qualsiasi tipo compi un servizio pubblico sono tenute ad impartire un insegnamento di un'educazione civica di ispirazione democratica e nazionale sintonia giorno non è acconto
Perché sembra contrastare con la libertà di insegnamento perché può servire a un qualche ministro per che
In qualche modo condizionare la libertà degli insegnanti
E fu respinto dall'assemblea costituente la quale alla fine dei lavori
Approvò un ordine del giorno
Per i democratici cristiani Franceschini Moro ferrarese Santo che diceva l'Assemblea costituente esprime il voto che la nuova carta costituzionale topi senza indugio adeguato
Adeguato posto nel quadro didattico della scuola
Di ogni ordine e grado torniamo all'idea dell'insegnamento
Dei valori della Carta costituzionale ma si è perso
Questa intuizione iniziale legata io credo bisogna dirlo alla esperienza americana in cui la democrazia qualcosa di esistenzialismo insulto e non è un dato teorico culturale vero si è persa questa intuizione di
Tuttavia nonostante questa caduta direi che
Il problema si è posto la cosa le l'intuizione c'è stata
E viene ripresa poi nella commissione nominata da Gonella dalla Consulta didattica viene presentato il disegno di legge della riforma della scuola passo quiz scavalco salto molti passaggi
Poi non se ne fa nulla si chiude la prima legislatura e di questo progetto di riforma della scuola che doveva valorizzare il momento dell'educazione civica per una formazione delle nuove generazioni democrazia
Non si è fatto nulla tutto è caduto
Perché
Queste proposte non ebbe un seguito ecco il nodo della recessione e perché quando l'educazione civica finalmente nel cinquantotto giugno cinquantotto Aldo Moro ministro dell'istruzione viene introdotta nelle scuole
è finito tra le scuole sia interessante andare la rilegge
Con un decreto le cui premesse riprendono l'intuizione muri originaria di vostro modello americano e dicono già non solo insegnare ma bisogna anche organizzare la scuola in maniera che sia strumento di educazione alla democrazia
I gruppi di studio in Aldo Moro c'è questa intuizione di un recupero
Delle esigenze originale ma poi si sa che anche
L'educazione civica istituita nel cinquantotto non ha detto non ha avuto uno sviluppo e Ale nella scuola italiana non ha prodotto i suoi frutti perché
La risposta va cercata su quella linea di riflessione qui già ho fatto cenno che quella del ruolo dei partiti
Che ruolo che i partiti assunse voi svolsero sul terreno della mobilitazione di cittadini
Quella mobilitazione spontanea non partitica che caratterizza il breve periodo fra l'l'otto settembre in fondo il parere il venticinque aprile
Che i coinvolge i paesi in varie forme e nelle forme che ho poi cercato di recuperare da una
L'oblio in cui sono cadute della resistenza civile di tanti italiani di milioni di italiani di molti più che non i resistenti armati che pure hanno un titolo di merito
Preminente in questa visione
Bene questa mobilitazione
Alla fine si traduce
E convogliata dei partiti e si traduce in forme di appartenenza di partito forme distinte
Quel tessuto di solidarietà spontanea formatosi degli anni dico non riuscì ad esprimersi nella consapevolezza computer di una cittadinanza comune superiore alle singole appartenenze
E quelle istituzionalizzazione che segue sempre in movimento i momenti di grande mobilitazione
Sì realizza nella forma di una articolazione complessa di identità
La Costituzione repubblicana specialmente nella sua prima parte a mio giudizio riassunse efficacemente le speranze di rinnovamento espresse nella tragica esperienza della guerra le intuizioni di Dossetti
Mi pare più bella e più feconda dal punto di vista anche stenografico e quella del messo fa guerre costituzione non si capisce la Costituzione repubblicana
Se non si colloca sullo sfondo la tragedia della guerra
I vagoni piombati con gli ebrei lo sterminio lo sterminio delle degli ebrei e e a questo che la Costituzione ha dato una grande risposta questo evento epocale della seconda guerra mondiale
Ma la Costituzione non riesce di fatto a diventare come dire elemento ispiratore di un sentimento diffuso di una mentalità di un non diventa un dato antropologico né non si crea il patriottismo della Costituzione nel nostro Paese
Lungi da me l'intento di retrodatare il giudizio critico che oggi giustamente si formula sulle degenerazioni della partitocrazia
Io rimango ben convinto cercato di dimostrarlo nel libro che ho pubblicato nel novantuno la repubblica dei partiti che solo i grandi partiti popolari di massa potevano evitare il dato storico della mobilitazione di massa fascista
La democrazia italiana non poteva che rinasce così sul binario della militanza di partito
Ma sottolinea
Un
Una necessità storica non significa dare un giudizio di valore e non ci deve impedire impedire oggi di vedere i limiti di questo processo storico così come di fatto si è sviluppata
Non mi sembra neanche giusto e qui voglio appunto distingue mi distaccarmi da certe
Visioni oggi che in qualche modo si ricollegano la sua grafia revisionista
Mi sembra giusto come come fa Aga Rossi nelle pagine finali della sua bella e documentata ricostruzione sull'otto settembre dire che la crisi d'identità abbia origine dal fatto che i due maggiori partiti il democratico che sia nel comunista
Maggiore non nelle elezioni del quarantasei ma poi divenuto di fatto il partito maggiore di opposizione
Avevano riferimenti sovranazionali e quindi erano incompatibili con il ruolo di una ricostruzione di unità nazionale
Mi sembra giusto per due ragioni per vedi tutti perché il processo si è sviluppato nel quadro della guerra
Italiana che ha coinvolto il Paese paese è stato teatro di una guerra che è diventata fatto nazionale per cui c'è un aggancio storico concreto alla realtà nazionale Italia e poi perché la cittadinanza democratica
Diceva bene Zanone si fonda su valori universali e non si fonda sullo Ricupero di una
Come dire tradizione storica
Determinata ed angusta sono i valori universali che diventano patriottismo costituzionale e diventano cittadinanza nazionale
Cittadinanza democratica sta di fatto che i partiti hanno svolto su binari separati con intenti concorrenziali Ruola ruoli in larga misura e sostitutivi di quelli propri di una compiuta democrazia
Articolate in studi recenti di storia dei partiti è ormai la forma partito il loro modo di essere che emerge in primo piano in un lavoro che è in corso di pubblicazione di un giovane studioso che presenta presentato presenta una comunicazione al nostro convegno Angelo Ventrone
Si concentra l'attenzione sulla presenza sociale dei partiti di massa sullo liturgie
Sulle iniziative in tema di solidarietà sociale dagli asili nido all'organizzazione delle vacanze con le colonie estive
O con le colonie marittime o montane o ombra ombra o in montagna analoghe a quella che aveva organizzato il Partito nazionale fascista
Ma questo non permette di stabilire una continuità ci tornerò subito
Queste iniziative si configuri in maniera diversa nel mondo comuniste nel mondo cattolico ma hanno in comune l'intento setto di creare forti identità collettive compiute e distinte fra loro
Teniamo presente lo scenario che la storiografia ampiamente illustrato la radicalità dello scontro politico il configurarsi di questo scorso il riscontro in termini di contrapposizione fa una religione secolare il comunismo e la religione tradizionale degli italiani
Fa un partito che diventa chiesa e una Chiesa che diventa movimento sono formule che sono state utilizzate la sua grafia più recenti
Ci rendiamo conto allora di quanto i stretti fossero gli spazi almeno a livello popolare ed è un sentimento di una comune cittadinanza democratica
Non esistevano in Italia gli spazi per una religione civile nel senso
Che gli Human ha usato ha dato all'espressione non di una religione secolare alternativa alle confessioni Alice alle diverse confessioni religiose ma nel senso di una sedimentazione
Di sul piano etico di valori comuni a diverse esperienze religiose che diventano patrimonio il fondamento della convivenza democratica
E viceversa abbiamo avuto uno statuto politico della religione tradito e nella forma interni nello che affatto della
Chiesa cattolica un dato in larga misura di parte nella vita italiana di un lungo periodo
Quel momento magico in cui la Chiesa è stata in qualche modo
Negli anni di guerra in fondo al momento evocato da scialbo nelle famose pagine garante elemento di potersi o della società civile di salvaguardia custode di grandi valori morali di grandi valori umani della dignità dell'uomo contro le aberrazioni del nazismo
Si è chiuso rapidamente siamo tornati ad una situazione d'uno statuto politico della religione come parte
Prevalentemente sono schemi che naturalmente vanno presi con me dovuto criterio
Per un lungo tratto
Nonostante tutto il ruolo pregnante dei partiti ha contribuito all'inserimento nella vita democratica di grandi masse popolari la stessa ipoteca comunista
Per riprendere ed estendere l'immagine usata da Gian Enrico Rusconi non solo sulla Resistenza ma sulla democrazia e sulla prostituzione che c'è stata
E che l'arteriografia deve oggi
Lealmente sottolineare metta in evidenza se vogliamo avere di questo passato una visione critica che permette di andare avanti e non di creare le premesse di rovesciamenti negativo
Si è dissolta in una prassi che ha contribuito alla democratizzazione delle masse che si riconosceva l'intera ideologici in campo cattolico le riserve iniziali sulla democrazia ne abbiamo sentite anche nella relazione di Malgieri
Una visione strumentale della democrazia per la costruzione dello Stato cattolico che era pure presente sono state a loro volta superate dalla passi dalla esperienza della democrazia
E su questa via gli italiani hanno preso coscienza hanno esercitato i loro diritti politici e sociali ma è rimasta debole
La consapevolezza di una identità comune sul piano
Culturale
Quel patrimonio di esperienze quella riserva morale di solidarietà che si era spontaneamente accumulata nel Paese
Come si è detto ha contribuito certamente ad evitare il conflitto politico anche dei momenti più aspri degenerasse in guerra civile ha garantito alla base del Paese negli anni della guerra fredda forme
Di solidarietà di tolleranza di reciproco rispetto fra le diverse appartenenze che hanno consentito a questo Paese di carezzare momenti tragici e poi di aprirsi a nuove speranze di sviluppo del Democratic
Purtroppo la storia stesse diventate elemento di divisione di contrasto dopo i primi tentativi falliti di dar vita come ricordava l'educazione civica il dibattito
Fra gli insegnanti nelle riviste specializzate degli insegnanti si sposta sul tema dell'insegnamento della storia
E voi sapete che a un certo momento nella legge Scelba delle cinquantadue
Viene recuperata l'idea dell'educazione civica terrazzo la storia e su iniziativa del repubblicano Conti
Non certo sospetto di simpatie fasciste viene inserito l'articolo nove il quale prevede addirittura che la presidenza del Consiglio possa bandire concorsi per la compilazione di cronache dell'azione fascista
Allo scopo di far conoscere i cittadini soprattutto i giovani
Per i quali dovranno compilare anzi apposite pubblicazioni l'attività antidemocratica del fascismo
Ossia si recupera la storia una volta che è fallita l'idea dell'educazione civica come strumento per far sapere cos'è stato il fascismo nelle scuole perché altrimenti perché il fascismo sta rinascendo come mentalità come cultura
Interessante la discussione non posso soffermarmi Conte Critical ti critica la legge
Scelba la legge conto per l'attuazione della della norma della dodicesima norma delle disposizioni transitorie lo critica perché dice non è con la repressione che si risolve il problema ma solo con l'educazione perciò propone delle scuole si insegni la storia del fascismo
Fu facile l'obiezione non solo dei missini che così si ripristinava una storiografia ufficiale una storia di Stato di fatto l'articolo non produsse frutti se non quello di aprire un'ampia discussione fra gli insegnanti
Sull'insegnamento della storia come strumento di formazione alla democrazia
E la discussione che sarebbe bello ripercorrere portò alla fine Gaetano Salvemini in un articolo sul Mondo del cinquantatré se non ricordo male sì quattro ottobre cinquantatré
A dichiarare a fare il famoso elogio dell'ignoranza per carità no l'insegnamento della storia contemporanea nella scuola perché diventerebbe una bolgia infernale
Meglio l'ignoranza
Perché i giovani nell'ignoranza possono far valere il loro senso critico che vi spingerà verso i valori della democrazia ma se vengono coinvolti nella bolgia infernale delle polemiche
Storiografiche perdono anche la possibilità di un giudizio personale
E in verità astenersi accademica ha offerto allora e offre ancora lo spettacolo di profonde lacerazioni
E quando appunto come ho ricordato muovo introduce l'educazione civica e di nuovo sul problema del suo insegnamento il modo di realizzare la che si verifica una frattura culturale che rende inoperante l'inizio
Dunque fratture culturali profonde che hanno contribuito alla fragilità di una cittadinanza democratica
Il paradosso odierno e che la crisi dell'identità nazionale fa notizia oggi
Perché sono crollate le identità separate che i partiti avevano fretta di italiani
Ossia perché è venuto meno l'elemento che ha in parte almeno impedito il formarsi di una comune cittadinanza democratica e quando viene meno l'elemento che ha impedito il fermarsi cittadinanza democratica allora
La crisi che internazionale fa notizia ma oggi
Sarebbe il momento del recupero
Perché non ci sono più gli ostacoli Gallura
Perché oggi la crisi dell'ideologia i processi di secolarizzazione hanno in qualche modo aperto una stagione nuova una stagione diversa oggi è possibile riproporre il problema dal punto in cui si interruppe
Nei primi anni dopo la Liberazione questa volesse vorrebbe essere la mia conclusione invece siamo ancora attentati di ripetere l'errore di prospettiva con cui si è guardato all'otto settembre
Scambiare cioè la crisi di un progetto
In azione con la morte delle nazioni di una forma di identità collettiva con la fine di ogni vincita collettiva una più matura coscienza storica dovrebbe invece avvertiti
Che proprio da questa crisi delle identità separate dei partiti che non cancella il ruolo dei partiti per carità ma mi fa dire che io sono contro i partiti so benissimo che i partiti sono necessari che sono il nerbo della democrazia ma non nelle forme che hanno assunto
Nei primi decenni del dopoguerra
Dicevo una piuma vittime più matura coscienza storica dovrebbe renderci avvertiti che proprio da queste crisi delle dita separati è possibile ripartire per costruire una cittadinanza comune si tratta di riprendere appunto un filo interrotto di tornare alla fonte
Per un dispiegamento della costituzione delle sue molte potenzialità inespresse nord per ripartire da zero non cambiando il numero della Repubblica che non serve a nulla
Ma ritrovando il filo di una continuità profonda che si è interrotta per una necessità storica che oggi è superato
Siamo al bivio come dopo la guerra fra un riflusso dell'apatia collettiva che può essere riempito da iniziative assai pericolose per la democrazia dalla domanda di un capo che esoneri dalla responsabilità del pensare del decidere
E una nuova integrazione compiutamente democratica fondata sul senso compiuto di cittadinanza ma qui io mi fermo perché il discorso diventa politico grazie
Grazie anche a scopo con cui si concludono le relazioni e si permette mi permettete per il dieci minuti solo che rimangono che non so se permettano di aprire già un dibattito perché credo che alle sette comunque dobbiamo sgombrare
Voglio per mettere i due o tre osservazioni molto Brevi che in parte poi Pietro già può immaginare o conosce ecco son pienamente d'accordo con lui che la zona grigia non deve diventare l'asse della storia d'Italia d Italia mille difetti
Ma che il grigiore sia però ciò che era ed è caratterizzata e nel corso della sua secolare storia mi sembra un inutile sgarbo fatto ecco al nostro popolo
A questo però credo che vadano aggiunte due cose un po'ad esempio che di sono interessa zone grigie comportamenti molto diversi
E chi è il aspetto ad esempio della differenza fra dei vescovi italiani e vescovi cattolici e non cattolici pastori di altre confessioni cristiane nel prendere posizione
Più netta di questa diciamo super partes dei gli alti prelati italiani ecco è una cosa che andrebbe messa in conto in un confronto che non voglia limitarsi al nostro paese sappiamo come certe posizioni diverse
Proprio perché molto più nettamente schierate contro il nazismo abbiano avuto anch'egli un loro affetto quindi si tratta di fare un confronto e direi anche questo che la zona grigia lascia tuttavia un residuo un residuo sul quale ha cercato esercitarsi in questa operazione di acculturazione democratica che scopra ricordava che nel fallimento
Dell'educazione civica sulla quale credo si può essere facilmente raccordo è stata in qualche modo delegata ai partiti e in particolare i due grandi partiti di massa
Comunisti e democristiani ecco ora questa la riuscita di questo operazione che fino a qualche anno fa sembrava tutto sommato brillante perché nonostante tutto gli italiani si erano educati alla democrazia
Ecco oggi forse uno delle cose che del resto si evince anche dalla relazione di Scoppola su cui dobbiamo tornare credo a riflettere che riuscite a maniera meno brillante di quanto noi desiderasse i modi quanto il sotto certi aspetti fosse anche lecito aspettarsi
Quindi la conclusione di Scoppola il dire che cerca di rovesciare questa esito negativo che abbiamo visto tutti i nostri occhi in questi ultimi due tre anni in una piattaforma
Per una ripresa invece di un nuovo tipo di educazione perciò mi sembra molto positivo
Diciamo mutatis mutandis senza paragonare fare paragoni assolutamente
Fuori luogo potrebbe essere ancora una volta una di quelle occasioni in cui da una crisi può nascere lo sfacelo può Nasser intestardirsi
Nel peccato invece può nascere una piattaforma per potere riuscire a superare i motivi stessi che hanno generato la crisi certo che l'educazione civica come è stato fatto in Italia ricordiamo tutti se mi permette agli amici cattolici
Somigliava all'ora di religione qua almeno ai tempi miei nessuno se ne curava molto perché intanto non faceva voto per la media delle promozioni si facciano i compiti per l'ora dopo insomma e quel per quel poco che è stata praticata è stata praticate in questo modo questo pedagogista americano
Che il più è ricordato pensa che oggi sede dovrebbe essere favorevole alla proposta di servizio civile del lavoro che in questi giorni la circolando lanciata prima Vittorio Foa ripreso anche da Cofferati creda
Comunque io credo che gli organizzatori confermano che non c'è spazio ora per discutere che rimando quindi a domani a quelli che diciamo verranno dopo di me in questa funzione di moderatore