"Storia dell'Italia repubblicana" - edizioni Einaudi presentazione del primo tomo del terzo volume dell'opera: "L'Italia nella crisi mondiale. L'ultimo ventennio" nell'ambito della Festa Nazionale de "L'Unità" presso la Sala Blu

Compagni e compagne e amiche amici buonasera
Ho bisogno di un po'di tranquillità per dare avvio a questo incontro
Io sono il maestro di sala
Sono il direttore della Fondazione Istituto Gramsci sono Giuseppe Vacca
Vi presento
Gli studiosi e i protagonisti di questa non lunga tavola rotonda dedicata alla prima presentazione
Del terzo volume primo tomo che sono già mille pagine
Della storia dell'Italia repubblicana pubblicata dall'editore Einaudi che è alla mia sinistra
E che parlerà subito dopo di me
Dopo che avrò fatto le cerimonie detto anch'io qualcosa
Alla sinistra ingiurie Now dice il professor Franco Barbagallo
Che il curatore scientifico o meglio il coordinatore dei cinque studiosi
Che hanno coordinato questa impresa alla quale
Nell'Istituto Gramsci ed in particolare nella sezione storica dell'Istituto Gramsci abbiamo cominciato a lavorare dal mille novecento ottantotto
E Barbagallo parlerà subito dopo il professor Lanaro che alla destra
Di Massimo D'Alema e che è autore da solo
Di una
Interessantissima storia dell'Italia repubblicana pubblicata qualche anno fa in unico volume dall'editore Marsilio
Infine interverrà Massimo D'Alema
Oltre che dare e togliere la parola quando saranno quando fossero superati
Di venti minuti massimo che abbiamo convenuto essere a disposizione
Dei relatori
Io vorrei dire qualcosa e suggerire forse qualche tema ovviamente non vincolante
Per lo scambio di considerazioni di osservazioni e di critiche che verrà proposto nell'intreccio e nel dialogo dei quattro relatori
Quando noi abbiamo cominciato a lavorare a questa storia dell'Italia repubblicana
Diciamo che il mille novecentottantanove non era ancora venuto perché dico questo
Perché diciamo
Comunemente indicato come la data che chiude un'epoca e ne apre un'altra
E come si dice di solito
Si può far storia di un'epoca di un periodo quando essa è finita
Noi avevamo pensato ramo cominciato a pensare di scrivere
La storia del diciamo prima fase del Italia repubblicana sebbene l'ottantanove non fosse ancora arrivato
Perché perché sa
Allora e forse dalla metà degli anni ottanta si cominciava a intravedere che un ciclo storico si veniva concludendo
In particolare per chi come gli studiosi che hanno posto mano a quest'opera
Gran parte dei quali fanno riferimento anche all'Istituto Gramsci ma ancor di più
Alla lezione di Antonio Gramsci
L'impostazione e qui già dico qualcosa che riguarda specificamente questo lavoro
L'impostazione seguita l'impostazione progettata era ed è ed è stata quella di scrive una storia dell'Italia nel cinquantennio successivo la seconda guerra mondiale però facendo perno sulla combinazione sull'intreccio sull'equilibrio diciamo fra politica interna e politica internazionale e soprattutto da questo angolo di visuale
Già prima dell'ottantanove si poteva vedere come un lungo ciclo storico
Avviato dai risultati della seconda guerra mondiale stessi ormai chiudendosi
In particolare il ciclo storico della guerra fredda e si poteva presumere già da allora a breve anche quello del bipolarismo che avevano costituito le condizioni di quadro internazionale
Generale complessivo entro il quale il rapporto fra la politica internazionale e la politica interna la politica estera la politica interna è stato così particolarmente squilibrato diciamo o comunque spostato dalla parte dell'influenza dell'importanza del condizionamento della politica in est internazionale sulla politica interna come tratto caratteristico specifico
Dell'epoca che abbiamo cominciato a vivere soprattutto dopo la fine della seconda guerra mondiale
E qui c'è già un
Tratto di distinzione un carattere specifico di questa storia che voleva già da allora esser diversa da altre storie che invece magari ancora oggi continuano
O pensa uno di poter ripercorrere la storia dell'Italia diciamo solo per linee interne
Ho non trovando o non cercando i rapporti fra
La politica nazionale e il quadro internazionale
Altro elemento caratterizzante data di ispirazione degli studiosi che si accingevano questo lavoro era ovviamente l'idea che non si potesse far storia politica quale prevalentemente questa storia senza un legame forte con la storia economica
Di qui diciamo i caratteri di queste cinque mila pagine circa quante saranno l'anno venturo con il compimento del lavoro e la pubblicazione del secondo tomo dell'ultimo volume
Ma in questa sede io non voglio dire di più anche perché
Ci sono
Storici di mestiere ben più specialisti e competenti di me per dire di più nel merito
Dell'opera storica voglio dire solo che oltre a ringraziare tutti voi e i partecipanti a questa tavola rotonda il segretario del PDS
Che offrirà le sue considerazioni la ragione per cui abbiamo pensato di presentarla qui
Di avere qui alla festa nazionale dell'Unità
Una prima presentazione è nel fatto che probabilmente questo volume in particolare che si intitola non a caso l'Italia nella crisi mondiale l'ultimo ventennio
Offre innanzitutto con il riferimento
Alla globalità del mondo
Un messo molto significativo un legame molto significativo
Per derivarne le novità che magari quotidianamente più da vicino ci assillano via via che negli anni novanta ci inoltriamo verso il Duemila
In secondo luogo perché
Crisi mondiale e ultimo ventennio sono una proposta ben precisa di interpretazione
Della concatenazione di eventi che in maniera più diretta hanno prodotto per esempio le vicente
Le vicende così diciamo sconvolgenti
Dell'Italia degli hanno Nova degli anni novanta
La fine
Come si dice della Prima Repubblica
La crisi dell'intera costituzione materiale
Del Paese
E allora un po'questa periodizzazione questo richiamo al ventennio questo richiamo alla crisi intesa non in maniera diciamo apocalittica ma come passaggio al passaggio d'epoca e passaggio che e cominciato da quando è cominciata a finire
L'epoca caratterizzata dagli equilibri scaturiti dalla seconda guerra mondiale cioè dalla fine anni sessanta inizio anni settanta noi abbiamo pensato che sia un'opera che può suggerire spunti di riflessione e chiedere verifiche magari critiche severe a chi diciamo della storia come azione e protagonista
E quindi io prima di porgere la parola agli altri relatori volevo domandarle se anche i relatori che sono qui presenti pensa no
Che
Questo approccio e le analisi che vi sono contenute
Alla viste alla vicenda dell'ultimo ventennio può aiutarci a reinterpretare a pensare a capire
Non soltanto sull'onda emotiva
Del crollo del socialismo reale della tra virgolette vittoria di qualcuno contro qualcun altro il capitalismo contro il socialismo ho della rivoluzione dei giudici
Che cosa è stato e che cosa ha determinato la concatenazione di eventi che negli ultimi cinque-sei anni porta alla situazione attuale
Ad una situazione che forse comincia a svoltare verso un ciclo di ricostruzione
Per queste ragioni
Il tema principale di questa storia e in particolare dell'ultimo volume è il problema della nazione italiana
Così come già negli anni ottanta via via che finiva il ciclo della guerra fredda
Via via che
Andava finendo il vecchio ordine economico e politico internazionale ma ancora non se ne disegnava un altro il problema della nazione italiana tornata tornava d'attualità tornava interrogare ad interrogarci usciva dal congelamento o dalle rimozioni che il lungo periodo della guerra fredda aveva imposto e allora le domande in che termini si ripropone dopo questo cinquantennio
C'è un rapporto fra la vicenda economico politica generale e il modo in cui si è riverberata nella vicenda storica nazionale
E il fatto che
Negli anni Novanta scopriamo che può esistere una crisi della tenuta unitaria forse se una crisi della metro tenuta unitaria del Paese
E crisi della nazione voi crisi dello Stato
Quali concatenazione di eventi generali e nazionali porta al crearsi delle condizioni per cui nascono fenomeni inediti di tipo persino secessionisti con e che cos'è la storia di questo ventennio se quando finisce una vecchia nomenclatura partitica un vecchio assetto un vecchio sistema di regole e l'Italia tende a dividersi in due sul piano politico si scopre che nel nostro Paese viene fuori una destra così diversa
Da quella che esiste negli altri paesi europei che raggiunge un consenso stabile fra il quaranta e il quarantacinque per cento mai nazionalistiche populistica e plebiscitaria e antieuropea
E quali sono le ragioni per cui sebbene questa destra conquisti una vittoria elettorale nel novantaquattro non riesce a governare e quella sua vittoria reale o apparente diviene reversibile
E c'è un rapporto fra tutta questa concatenazione di fatti fra questo venir meno del vecchio sistema politico la fine della Prima Repubblica e il fatto che nell'ottantanove noi coraggiosamente avevamo dato vita ad un altro partito
E posso di lì le premesse di una riforma generale del sistema politico
Ecco io penso che questi sono tutti interrogativi
Che questo volume così come quelli che lo procedo lo precedono torna a riproporsi in termini più ricchi più ricchi di nozioni di pensiero di sfondo di ricostruzione
E nello stesso tempo penso che siano gli interrogativi a partire dai quali forse è opportuno discuterne in una sede come questa qui questa sera ma queste non sono che le mie opinioni la parola ora agli altri in primis a Giulio Einaudi
Mi pare che Beppe Vacca ha presentato già l'opera molto bene
Non sto qui a ripetere quest'opera è nata nell'ambito del gruppo storico della Fondazione Gramsci
Che parla della politica quest'opera della politica dell'economia e della società italiana nell'ultimo avente
In questo volume sono presenti dei saggi molto importanti da quello di Augusto Graziani sull'economia italiana e il suo inserimento internazionale a quello di Giovanni Bruno e Luciano il segreto su finanza e industria
E ancora tra gli altri oltre le riflessioni di Ada Becchi sulla città
E le nuove forme di emarginazione quello di Enrico Pugliese sulla immigrazione e di Massimo apparsi sui cambiamenti delle figure sociali
Sono problemi questi che quotidianamente
Ci vengono posti
In modo per lo più disorganico e talvolta confuso dai media
E che qui trovano invece lucide e appropriata e analisi
O un saggio racconta in questo volume che affronta temi della nostra storia recente sui quali il giudizio storico risulta talvolta controverso e quello di Franco De Felice l'azione e crisi
Le linee di frattura
Un saggio che ci che ci porta a riflettere sulla fragilità e l'inefficienza dal nostro Stato
Fragilità e inefficienza che rendono più difficile la necessaria integrazione europea
Integrazione tanto più necessaria in quanto come come acutamente ammonito ieri
Qui
Il D'Alema Massimo D'Alema ove l'Italia restasse fuori dell'Europa
L'unità nazionale diverrebbe Ari diverrebbe a rischio
Perché le regioni più avanzate d'Italia non accetterebbero di essere separate dal cuore dell'Europa
è una è una
Direi una sua una sua del
Una sua interpretazione direi nuovo nuova non è mai stato formulato in questo senso l'unico Luigi dice che si erano arriviamo in Europa in fondo Bossi può
Può vincere
Quindi bisogna stare attenti a questa impossibilitati
Questa volontà ad entrare in Europa bisogna Krizia animi tutti quanti
Ma noi vediamo nel saggio De Felice
Ritorniamo ai sardi felici vediamo
Che
Alcune pagine sono riservate al compromesso storico
Dove passaggi della nostra vita nazionale
Sono sono visti da da dagli studi storici in modo direi controverso
E allora vediamo un po'è nata e noto che nell'ottobre del settantuno in una serie di articoli appare su Rinascita Enrico Berlinguer propone il compromesso storico tra le grandi formazioni che si ispirano
Al socialismo al comma leso da una parte alla democratica alla fine allorché demo nel cristianesimo dall'altra a quel tempo il Partito comunista come ben noto era ancorato alla linea politica dell'alternativa democratica linea che non aveva prospettive alcune dico
Osserva De Felice
Berlinguer si meraviglia dell'ampiezza delle reazioni al suo scritto che ricordava che aveva solo riproposto magari in forma provocatoria i termini essenziali della linea del partito così com'era stata approvata del Trentino congresso del settantadue
Dico va verso storie che non era altro che una riproposizione dell'arte relativa democratica sarebbe Berenguer che parla un padre storico dalla nostra repubblica
Vittorio Foa nel suo ultimo bellissimo libro questo Novecento
Uscito pochi Basic orsono devo dire da Daina pubblicato io
O serve a mio avviso ingiustamente a mio avviso ingiustamente
L'ansia per governare insieme per governare insieme svelava una sfiducia della sinistra nelle proprie forze
Io ritengo che non era questa la la la intenzione di di Berlinguer il timore di Berlinguer pertanto se vedrà di governare insieme
Berlinguer
Pur con le necessarie riserve
In fondo apprezzava apprezzava della Deluxe cristiana che cosa apprezzava l'origine la sua per edizione
La presenti messe nel suo elettorato di larghe masse di ceti medi di contadini di donne di lavoratori anche di Opera
Invece categorico
E a questo proposito lo storico inglese sportivo
Che afferma nella sua recente storia dell'Italia d'Italia del dopoguerra
Il compromesso storico era anzitutto basato su un errore errata valutazione della della democrazia cristiana ed è certamente vero come aveva detto Berlinguer che avete parte lettiana poteva cambiare
E chi era effettivamente cambiata dal quarantacinque ma un'analisi calibrata avrebbe dovuto portarlo alla conclusione che non era cambiata certamente imbelli
Questo dice lo storico inglese molto italianista anche molto conoscitore dell'Italia
Anche quel tema alter personalmente o critico che vediamo un po'De Felice invece
Analisi del fenomeno
E in modo direi molto efficaci
E dice
La successiva esperienza di solide di solidarietà nazionale
A caricato il compromesso storico di altri e successivi significa tendenti è vinta e di a identificare la proposta del settantatré con l'esperienza del settantasei settantanove
In estrema sintesi diesel sempre De Felice
Cipani pare di poter dire che per Alternativa compromessi e solidarietà esistevano dei collegamenti ed elementi di continuità e di impostazione pur annesse pur non essendo la stessa cosa
In sostanza dico io Franco De Felice chi lascia intravedere un filo rosso
Che lega tre momenti fondamentali della politica nazionale del Partito Comunista Italiano
Alternativa Democratica compromesso storico esso nel dettare nazionale tre momenti fondamentale dalla storia italiana
Sono passati vent'anni e da allora tazze tanto tre settantasei è caduto il muro di Berlino ce l'ha già ricordato Beppe Vacca
L'impero sovietico si è trasformato
In modo contraddittorio inquietante la mia definizione non so se se vi può piacere ma queste mi inquieta molto alto trasformazione
Da noi sono nati nuovi in movimento
Sono scomparsi i partiti primo fra tutti prima fra tutte il Partito Socialista Italiano
Il movimento sociale si trasformate in Alleanza nazionale
Il Partito comunista italiano è diventato il Partito democratico della sinistra
Infine è nato l'Ulivo
Che per la prima volta in Italia ha portato al governo ma coalizione di forze democratiche
Di cui il Partito Democratico della Sinistra
Si potrebbe dire in linguaggio societario l'azionista di riferimento
A me vien da pensare
A me vien da pensare
E penso di non essere il solo a pensarlo
Che non Livolsi è una nuova edizione con protagonisti che si presenta giurano vendetta in una sezione storica profondamente mutata
Sia
Una nuova edizione del compromesso storico
Quel compromesso che secondo Enrico Berlinguer
Avrebbe dovuto aprire la via a un governo di svolta democratica
E io li non è forse un Governo di svolta democratica
Direi che possiamo rispondere di sì
Restando ormai acquisito che le regole per la casa comune le regole per la casa comune debbano essere il risultato di uno sforzo improrogabile di tutte le forze politiche
Espressione della società civile nel suo complesso
La stessa cosa mi pare
Sì è venuto ad affermare D'Alema quando parla della necessità di costruire un nuovo patto un nuovo patto nazionale e dei ricordi e di riscoprire le ragioni dell'unità d'Italia
Ma torniamo alla nostra attuale dell'Italia repubblicana questa storia pensata come un come un tutto entrata centrata sui problemi precisi affidati ad autori diversi
Nulla di più legittimo e saluta
Le varie analisi e debbono però venire ricomposti in una sintesi che entro perché il prolungamento dell'analisi stessa
La loro ragione d'essere questa ricomposizione che in parte troviamo nel saggio il De Felice potrei essere ridefinite nel prossimo e conclusivo volume
Ma sin da ora anche può essere definita dal lettore spesso che si può valere dei dati e delle notizie che ogni giorno in media offrono alla sua attenzione
Aiutati anche però dalla lettura di altri testi quale ad esempio oltre citati vive di Vittorio Foa e di Paul Ginsborg
Quello di ieri che osservo che scrive nel suo recente un secolo Breve edito pochi anni fa da riccioli
Scrive scrive queste negli anni ottanta e nei primi novanta di questo secolo
Il mondo capitalistico si è trovata a vacillare sotto gli stessi carichi che avevano gravato sulla società negli anni tra le due guerre e che l'età dell'Oro
In Italia deferito il era così definito interi e due derby raccoglie economica
Che grate della società che negli anni tra le due guerre arriva apparentemente rimossi
Apparentemente rimosso vorrei invece vediamo alla disoccupazione di massa i cicli depressivi
Assai duri il confronto sempre più stridente tra il lusso e l'abbondanza da una parte e i e i mendicanti senzatetto dall'altra
L'altro porzione tra le entrate limitate e le spezie senza treni
Lo storico inglese traccia un'analisi planetaria dall'economia di qualsiasi Paese oggi può essere solo definite in una visione planetaria
Nelle opere che qui presentiamo vi sono al riguardo contiene riferimenti oltre che nel saggio già citato io gusti Graziani in quelli di Salvatore Bianco sull'economia internazionale e di Adriano Giannola sulla politica economica e industriale
Se la letizia la lettura del volume e qui concludo quasi volessimo dedurre la le colleghe peculiarità italiana
Oltre al peso insostenibile del debito pubblico
Che è un problema del resto non solo italiano anche se quell'italiano è un problema molto più grave
Troviamo che la distinzione formulata Davos bontà tra ricchi e mendicanti
Possiamo dire che anche l'Italia il diritto e non si mendicanti
Ma alla alla distinzione piuttosto tra ricchi e poveri che questi ultimi per lo più viventi dignitosamente al limite della sopravvivenza
In Italia sono molti i poveri che vivevano al limite della sopravvivenza
Se l'economia sommersa è un'altra caratteristica Agliana queste accompagnato dalle dall'emergere vivace di piccola impresa ad alta tecnologia sparsi del tutto su tutto il territorio
Dal Nord Est
Alla pulizia
Giovanni Bruno e Luciano segreto nel loro saggio raccontano di un'impresa pugliese di divani
Che fattura settecento miliardi di lire all'anno non solo ma che si quota alla Borsa del miglior
Purtroppo queste caratteristiche né così attive non si bilanciano con quelle negative Stand
Che quindi quelle negative pesa non purtroppo di più
Secondo il nostro Paese
Essendo il nostro Paese sotto
Dominato da una corruzione sempre più dilagante
A tutti i livelli
Non corruzione che ancora in questi giorni dilaga in un modo
Ed si evidenzia in modo mostruoso
E qui
Mi viene da da dire perché non diamo un diciamo bravi a questi giudizi e non li seguitiamo a dirgli attenti
Alla corruzione
Si aggiunge si aggiunga il persistere di mafia e politica e camorra scusate anche Murphy politiche giuste mafia e camorra
Il tutto inquina la nostre vite nazionale della nostra vita democratica
Quella della grande maggioranza degli italiani
E solo reagendo con volontà e con la ragione a questa realtà negativa che cerca di frenare ogni e concreto sviluppo ogni necessaria e improrogabile riforma
Magari usando qua anche il bisturi il bisturi Carey ha richiesto ieri a Torino il nostro presente alla Repubblica
Solo usando queste foro questa questa ragione e questa volontà ferrea per impedire questo sfascio italiano
Può rimanere chiaro l'obiettivo che tutti insieme in ripeto insiste insieme dobbiamo raggiungere grazie
A questo punto posso fare anche un invito alla lettura e all'acquisto
E io non le ha fatte diciotto alle certezza la parola Silvio Lanaro
Viene viene viene da sé viene
Ossido
Grazie
Quando si presenta un libro e questo stasera stiamo facendo
Non si può più mai presumere medio presumo
Che il pubblico
In particolare un pubblico così vasto e attento
Come quello di oggi
Abbia letto il libro
In particolare quando si tratta di un monumento di circa mille pagine
E allora credo che
Al lettore professionale a chi pratica come gli autori del volume
Il mestiere di storico
Bene o male
Competa il compito di desistere alla tentazione
Di intervenire su aspetti tecnici o particolari su singoli giudizi
Su interpretazioni specifiche
E cerca di dare al suo uditorio
Il senso
Complessivo almeno come egli lo ha percepito di ciò che il volume eh
Di ciò che il volume vuol dire
Di quelle che sono le sue idee portanti
E le sue chiavi di lettura
Questo cercherò di fare non prima
Di aver detto che
Il volume a una caratteristica abbastanza strane
Quella di una scarsa congruenza
Fra l'indice
Che uno può leggere
In testa
E il contenuto dei saggi
L'indice sembra
Non alludere mai agli eventi agli episodi salienti che hanno in qualche modo anche con l'ausilio di mezzi di comunicazione di massa colpito
Gli italiani e che sono stati oggetto di continui ritorni di attenzione
Da parte della stampa in particolare
In realtà poi i saggi invece contengono non soltanto riferimenti obliqui o marginali a questi episodi e questi processi
Ma molto spesso
Anche se non sempre a dire il vero
Offrono la possibilità di dedurre l'evento dalla descrizione
Di un processo
In alcuni casi richiamo
Come l'indice non suggerisce
L'evento stesso per questo motivo è una piccola notazione editoriale forse sarebbe giovato un indice analitico
Come del resto
L'editore Einaudi ha sempre fatto
Per esempio per i volumi della Storia d'Italia
Ma sì come costo Livorno Nava credo una sola edizione non è mai troppo
Il libro denota anche un'altra caratteristica di Ray il rifiuto
Di un impianto letterario
Narrativo
E l'adozione invece di un linguaggio modellisti
Sistemi
Altamente formalizzati
Una dotazione che appare massima
Nel saggio introduttivo di Franco De Felice
E che appare invece minima in quello per esempio di Bruno è segreto sugli intrecci tra industria e finanza
Che è una piana ma non per questo meno rigorosa
Trattazione in forma di racconto
Di ciò che è accaduto a questo proposito nell'Italia degli ultimi vent'anni
Ma veniamo al punto chiave veniamo alle idee forza che almeno secondo me
Sorreggono
Come pilastri tutto il mondo
La prima
La prima che negli ultimi vent'anni
L'Italia è stata un Paese che ha
Ha avuto uno stato nel senso di un volto che contiene una pubblica amministrazione
Ma non ha mai posseduto un cuore
Perché nessuna forza politica singola nessuna alleanza
Nessun accordo tra forze diverse
è mai riuscito
A Bové ornare veramente
La crisi del Paese che come ricordava Beppe Vacca
Si inseriva nella nascita di un nuovo disordine internazionale prodotto determinato dalla perdita di egemonia degli Stati Uniti e dalla nascita di nuovi poli di aggregazione
Di carattere economico e aggiungerei di carattere mediatico
Il paese non ha mai avuto un Governo
Proprio mentre i cambiamenti in corso
Cambiamenti giganteschi cambiamenti di carattere epocale di stratificazione sociale i modelli di vita e di consumo
Distribuzione dei redditi di addirittura
I valori di riferimento elementare
Dei cittadini
Accudiva proprio la domanda di correre
Quindi assenza di governo
In presenza di una forte domanda dico bene
L'espressione
Più importante questa
Assenza richiamata in molti degli saggi del volume
La cosiddetta autoreferenzialità
Del ceto politico
La separatezza
Del ceto politico rispetto alla società civile
La sua tendenza sempre crescente ad amministrare solo se stesso
La propria sopravvivenza
La propria riproduzione
La propria occupazione di spazi disponibili
è questo un punto estremamente importante
Perché senza questa autoreferenzialità
Che a un certo momento diventata implosione cioè tendenza del sistema politico ASS ritrovarsi
No proprio afflosciamento sì su se stesso
Noi non riusciremmo spiegare in maniera razionale e con categorie razionali il fenomeno della corruzione politica
Cioè una spiegazione di questo fenomeno che ormai abbastanza nota e diffusa ed è quella vantata da Luciano Cafagna a proposito della crisi e poi della risoluzione del Partito socialista dice Carfagna che cosa è accaduto è accaduto che a un certo punto di fronte agli alti costi della politica alla competizione squilibrata il Partito socialista dovrà sostenere
Con il Partito Comunista che arriva a propria disposizione una formidabile risorsa organizzazione
Invece i socialisti non avevano
Si è instaurato
Un circuito che Cafagna considera sostanzialmente virtuoso
Politica denaro politiche
Si raccoglieva denaro in forme anche disinvolte o addirittura illecite per poter fare poi
A un certo punto e Carfagna non ne dà una spiegazione convincente il circuito politica denaro politica si è rovesciato del circuito non più virtuoso ma perverso
Del denaro politica denaro
Ora se noi non vogliamo imputare questo rovesciamento
Alla ahimè
Inevitabile voracità e avidità umana
Dobbiamo o ammettere il non governo
Il ritiro da compiti di effettiva direzione politica
Della società e dei cambiamenti che in essa intervenivano
Il fatto che i partiti pensi non soltanto alla propria sopravvivenza e riproduzione
All'origine del passato dal circuito politica denaro politica c'è il punto denaro politica del
La seconda idea forte mi par possibile individuare
E che è particolarmente interessante importante utile
Nel senso che
Disossata in qualche modo e inchioda
Alla sua pochezza
Tanti dibattiti
Politici di stampa di questi mesi in questi giorni
La descrizione del mercato
Che esce dalle pagine del volume in Italia il mercato
Come istituzione regolata non esista
Con buona pace
Di chi dalle più varie e diverse sponde reclama meno Stato e più mercato
Mercati in Italia offensiva
Frana Arquilla
Per difetto di legislazione di legislazione
Disciplina legislativa pensiamo al caso delle banche nel saggio di buono il segreto viene messo chiaramente in luce come in sostanza
Fino alla legge Amato del mille novecentonovanta la nuova legge bancaria del mille novecentonovantatré non esista praticamente una possibilità effettive di controllo sull'operato
Degli istituti di credito e sulla loro effettivo obbedienza
A norme di mercato
Oscilla dicevo fra anarchici per difetto di regolamentazione giuridica
E protezionismo interno
Protezionismo interno che dopo la costituzione della comunità economica europea sostituisce il protezionismo Esterni reso impossibile dall'abbattimento per le frontiere economiche
E questo per contiguità storica ci sono delle pagine nel saggio
Molto bello molto fine molto appunto di Massimo Pace sulla stratificazione sociale che sono impressionanti
Quando mettono in evidenza come tutta una serie di atteggiamenti del potere politico nei confronti delle imprese sono diventati fisiologici nella realtà italiana
Dalla cassa integrazione alla fiscalizzazione degli oneri sociali
Appartengano a una tradizione protezionistica che col liberismo il liberalismo l'economia di mercato non ha nulla da spartire e si tratta
Di atteggiamenti e di misure che se oggi si chiedesse al mondo imprenditoriale di abrogare probabilmente suonerebbero come una bestemmia
Fatto è che nella cultura nei comportamenti comunico ordinari quotidiani come nelle grandi strategie
Dei gruppi economici dei cosiddetti poteri forti
Il postulato del mercato come istituzione regolata
Negli ultimi vent'anni in Italia non ha mai
Funziona
La terza idea forza
Riguarda il fatto che lo sviluppo industriale
E postindustriale
Cioè l'espansione di un settore terziario
Per certi versi avanzate come si suol dire
Per altri degradato è marginale
Erogatore di nuove marginalità e persino di nuove povertà
Non ha prodotto effetti redistributivi
E questo a causa di un governo prevalentemente talvolta esclusivamente monetario dell'economia
Oppure ha prodotto
Effetti redistributivi perversi
Per via per esempio del ricorso improprio alla spesa pubblica
Come
Strumento mirato la raccolta di consenso anziché al soddisfacimento di precisi bisogni sociali questa non è certo cosa nuova
E
Alla politica del debito pubblico
Anche qui nel fatto di Pacini c'è un'osservazione ripetuta più volte e molto acuta sull'intreccio che si è venuto a creare in Italia tra evasione fiscale e incremento no esponenziale del debito pubblico
Per un verso l'evasione fiscale rendeva necessaria
Il ricorso all'indebitamento
E quindi a una finanza del debito
Per l'altro era un fattore di alimentazione del del debito spesso nel senso che l'evasione fiscale conduceva un risparmio che rendeva possibile l'acquisto
Dei titoli emessi dallo Stato
La quarta
Idea forza
Che mi pare particolarmente importante significativa anche perché
In essa si riversa tutta l'onestà intellettuale
Degli autori di questo libro
Che hanno saputo e se
Pronti dell'area culturale prima ancora che politica dalla quale provengono
Riguarda il fatto che
Nella storia del non governo dell'Italia repubblicana dell'ultimo ventennio nessun soggetto politico istituzionale risulta del tutto innocente
Nessuno
Non i partiti politici
Innanzitutto
Nemmeno per questo facevo riferimento alla severità la spregiudicatezza nemmeno il Partito Comunista Italiano
Che troppo a giudizio di alcuni degli autori
Sì preoccupato della propria legittimazione agli occhi dell'interlocutore politico fondamentale da democratica cristiana e troppo poco invece del governo della società
Che ha lo afferma Franco De Felice
Più volte denotato di velato difetti e ritardi di carattere culturale
Nella decifrazione delle trasformazioni dei mutamenti che stavano scuotendo un Paese in cui il lavoro produttivo e la classe operaia come classe generale non erano più
O stavano Monti diventando
Il perno attorno a cui ruota la stratificazione sociale insomma la norma in misura di tutte le cose
Inutile qui parlare la democrazia cristiana
Del partito socialista
Quale piuttosto sottolineare come i saggi mettono in evidenza che anche soggetti politico istituzionale normalmente considerati con grande rispetto e riverenza dalla stampa di opinione democratica come dei santuari no dell'Italia civile sommersa dal fango
Dell'Italia incivile
Abbiano i loro scheletri allarmante
La Banca d'Italia
Non soltanto per un uso dilatata
E talvolta esorbitante dello strumento di regolazione monetaria a scapito della politica economica di spettanza dei governi
Quanto per
Il contributo magari non volontario ma certamente è reale che ha recato all'indebolimento della stessa etica CP
Pensiamo
Al caso per il governatorato Carmen Santoro
Pensiamo alla atteggiamento che la Banca d'Italia nei confronti di Sindona e della finanza criminale
Soprattutto alla mollezza
Da essa dimostrata all'epoca della scalata alla Bastogi
Da parte di Sindona
Che non fa certo il paio con la fermezza invece insistita in occasione del fantasmagorico tentativo di aumento di capitale all'affinandolo al quale la Banca d'Italia si oppose
Con fermezza e con risolutezza
Non Mediobanca
Il tempio della finanza laica no
Il segreto ridotto di via filodrammatici dove Enrico Cuccia liberalsocialista amico di Adolfo Tino uomo appartenente alla tradizione laica e democratica italiana ha sempre come dire provveduto a conservare gli equilibri storici interni al capitalismo italiano
Anche Mediobanca contralto più passivo
L'arresto nel mille novecentottantaquattro
Del suo presidente
Calabria per la storia dei fondi neri dell'IRI a cui Mediobanca
Apprende in qualche modo provveduto predisponendo strumenti idonei a costituire
Ora
Se
Nessun soggetto politico istituzionale
E innocente nella storia del non governo di un Paese che ha conosciuto trasformazioni straordinarie
E la principale rinvio ancora alzato di Massimo Paci
L'ingresso in primo piano
Di considerazioni relative al tenore di vita
Ai rapporti di relazione
All'uso del tempo libero
Rispetto alla condizione produttiva come criteri fondamentalmente regolatori della mente individuale e collettiva
Beh allora di gossip nessuno è innocente
Abbiamo qui con noi un segretario di partito segretario principale del più grande partito italiano credo che il compito che sta davanti
Al PDS
Alle forze politiche italiane a Massimo D'Alema in prima persona è quello che l'arresto non gli è affatto ignoto
Della creazione di una nuova classe politica di un nuovo ceto dirigente in questo Paese che l'affaire
Vorrei prima di concludere fare qualche rapida Espace annotazione sul saggio di Franco De Felice già richiamato da Giulio Einaudi e al di là
Ti molte delle letture controverse che se ne possono dare
Estremamente appunto e stimolante
Pieno di intuizioni idee nuove
Di interpretazione anticonformista
Penso per esempio
A questa idea
Tel rapporto mancate sempre riconducibile al non governo tra l'attività
Degli esecutivi delle forze politiche del Parlamento e la nascita di una società orizzontale come egli la chiama o meglio di una politica ridefinita
Che non è più fondata sul binomio stato territorio ma sul binomio socializzazione condizione produttive professionale
Penso alle belle pagine
Sul referendum del mille novecento settantaquattro
Relativo al divorzio che a suo giudizio segnerebbe ero per un verso la prima immersione di massa
Di bisogni nuovi e non economici da parte della popolazione italiana e al tempo stesso una forte critica trasversale al sistema dei partiti
Che non la recepiscono e si arroccano nella autoreferenzialità nella separatezza di cui parlavo prima
Penso a quella lucida anche se un po'distratta annotazione che meriterebbe uno sviluppo molto più ampio ma forse De Felice di si misurerà sul fatto che in Italia la fine del bipolarismo e le conseguenze dalla caduta del muro di Berlino sono anticipate in dieci anni
Rispetto a quello che accade nel resto dell'Europa del mondo perché perché con la fine della solidarietà nazionale
Solidarietà nazionale badiamo bene che mi esimo dal dire tutto quello che l'ha detto Giulio Einaudi
Secondo una frase di Emanuele Rocco il compianto Emanuele Rocco intervistava il compianto Fernando Di Giulio si basava su un accordo terminato nel momento stesso in cui veniva siglata la firma per la costituzione del governo
Perché in realtà l'intenzione dei contraenti era quella di continuare a combattere
La parte dalla Democrazia cristiana
L'intenzione era di annullare la vittoria elettorale del Partito comunista nel mille novecentosettantasei da parte del Partito comunista era quella di è scardinare la centralità democristiana
Certo molto ci sarebbe da dire anche da discutere su queste
Interpretazione in particolare per quanto riguarda per esempio il referendum sul divorzio
De pellicce glissa un po'sul fatto che quel referendum è reso possibile da una legge istitutiva
Del referendum abrogativo appunto previsto dalla Costituzione che è del mille novecentosettanta cioè dell'anno in cui viene varata la legge ottocentonovantotto sul divorzio e che il prodotto di un patteggiamento al più basso livello tra le forze politiche con la Democrazia Cristiana che garantisce al fronte divorzista laico
Di non praticare l'ostruzionismo contro la legge in Parlamento in cambio
Della concessione della legge istitutiva sul referendum che l'avrebbe concesso come poi effettivamente Pecchia quattro anni più tardi e di raccogliere le firme nella convinzione di riuscire a cancellare ha colpito il plebiscito la legge stessa
Ma sono questioni se volete di dettaglio
Un punto importante invece della riflessioni De Felice riguarda la politica del partito socialista riguarda
La politica di Bettino Craxi
A questo proposito de Felice afferma che non gli sembra che l'uso spregiudicata
Del potere di coalizione di tiro di tacco no che tagliente sul Colle tutti i viandanti sia la caratteristica fondamentale e la costante chi guida la politica del partito socialista
Negli anni della segreteria e pochi della presidenza del Consiglio grazie a suo giudizio
In Craxi e nel gruppo dirigente socialista di quell'epoca c'è
Un'idea dell'alternativa un'idea nuova dell'alternativa
Che si esprime si articola dopo il fallimento del progetto fu socialista e lavorato dagli intellettuali Mondoperaio nella nebulosa
E indeterminata proposta craxiana di grande di ma che comunque parte dalla percezione sì ho capito bene che cosa vuol dire De Felice dalla percezione che non possibile
Uscire dalla spirale della crisi italiana del non governo dell'autoreferenzialità senza una riforma del sistema Po
E a questo proposito forse a rendere sempre più
Appunto gassosa incomprensibile o addirittura provocatoria la proposta di grande riforma ridotta no a presidenzialismo ridotta a istanza plebiscitaria contribuiscono è una Giunta mia questa alle riflessioni di De Felice anche resistenze che provengono dall'interno dello stesso partito socialista
Dove
Forze tradizionali dove componenti nobilissimi della base si rendeva perfettamente conto che quella linea di marcia non corrispondeva affatto alla classica tradizione socialdemocratica anzi l'abbandonava la smentita
Ma anche quella idea appena abbozzata di alternativa fallisce e produce poi
L'immobilismo la corruzione
Della governo Craxi per la sua contraddizione intrinseca tra
Una essenziale proposta autoritaria che sta lì rivolgeva alla Società italiana
E l'abbandono della tradizione socialdemocratica che si esprimeva attraverso il richiamo alla tradizione libertaria di Proudhon insomma autoritarismo libertarismo normalmente
Non vanno d'accordo nemmeno quando una mente Taurino quella di Craxi cerca di farli sposare insieme
Tutto questo come vedete non è e mi pare un pregio del libro non è De Filippis
Tutte queste idee questi spunti non propongono sistemazioni ultime non suggeriscono verità rivelate
Non pretendono di costituire per i lettori un nuovo senso comune storiografico aprono problemi suscitano discussioni
Propongono revisioni e interpretazioni
Ho detto all'inizio che uno dei prezzi pagati
Alla insistenza sulla interpretazione è l'abbandono
Della racconto storiografico come rappresentazione impedisce di e venti di fatti di processi di figure di più grazie di prosopopea l'impersonale
Mia voglio finire
Se volete fresco anche subito
L'applauso dopo che avrà finito
Mi avvio a finire con due considerazioni soltanto perché
Chi presenta un libro senza averlo scritto senza
Avervi collaborato non può fare la parte del giullare
E deve pur svolgere qualche osservazione critica l'osservazione critica anche se è sempre antipatico lamentare l'assenza di qualcosa manca questo manca quest'altro negli invisibile sempre discutere di ciò che c'è scritto dentro
Ecco a me pare invece di poter sottolineare l'assenza di riferimenti
A fenomeni che pur sono interni ai processi delineati e analizzati nel certa ora giornate felici a dire che dagli anni settanta in poi alla politica basata sul binomio stato territorio si sostituisce la politica basata sul binomio socializzazione condizione professionale ma un problema di territorialità e di sovranità
Eppur emerso in maniera sempre più esplosiva nell'ultimo ventennio
Con la massima certe se ne parlerà nel mondo successivo ma con la mafia degli anni settanta e ottanta
Che industria della protezione come è diventata un fattore di controllo del territorio
Tempo arrivando a contendere allo Stato il Monopoli dalla forza Vegetti
E con il fenomeno delle leghe
Arrivato fino ai recenti deliri secessionisti che tutti conosciamo
Il problema delle leghe ripropone il problema dell'appartenenza nazionale indie del rapporto tra territorio e sovranità Cetto ha ragione pacchi quando sostiene che normalmente
La protesta leghista nasce
Così la ragione di carattere economico
Mi arrendo attinenti
E colpa mia che avevo detto che avete dovrei parlare massimo venti minuti poi per quello che dicevi ti lasciamo parlare va bene ti ringrazio ti ringraziamo
La parola al regista del volume anzi dell'Opéra Franco Barbagallo
Allora
Perché il mio amico Lamaro ha parlato dieci minuti in più io parlerò dieci minuti in meno
Dubbi
Dunque in
La concorrenza è forte
Ma sono sono festeggiamenti sei queste o vecchie di Piedigrotta Barbagallo e
Innanzitutto io sono molto lieto di tornare in questa sala dopo due anni molto lieto che oggi è una situazione molto migliore i due anni fa
Spero anche di essere di nuovo qui l'anno prossimo con l'ultimo volume di quest'opera e quindi spero anche che l'anno prossimo la situazione sia migliore di quella e non abbiamo oggi perlomeno non peggiori
Dunque allora brevemente quest'opera si sta
Volgendo alla fine
Ci manca l'ultimo volume ecco l'ultimo volume è parte integrante di diciamo di un volume di cui questo che oggi potete vedere è la prima parte quindi si tratta di un solo volume diviso in due parti quello che presentiamo oggi si intitola economia e società
E ci sono però anche due saggi di storia politica quello di De Felice che è stato molto ricordato e discusso e quello di Mario però che altrettanto un ottimo saggio cui non si è fatto riferimento ed è però un saggio importante
Perché sviluppa un tema importante in modo estremamente per spicco il tema è quello dell'Italia nel percorso di costruzione europea quindi l'Italia
Nel processo di costruzione europea voglio sottolineare io non parlerò molto di questo volume perché essendo il coordinatore dell'opera come si dice a Napoli non posso più acquaiuolo non può dire che la questo rischia io non posso dire che questo è un bel volume perché non sono io che lo devo dire però ecco questo volume si apre con tre saggi importanti
Quello di De Felice che discute della crisi della nazione italiana negli anni settanta e ottanta quello ditelo che ricostruisce il processo di inserimento dell'Italia nella costruzione dell'Europa unità e quello di Salvatore
Biasco che delinea un quadro molto approfondito dell'economica internazionale degli anni ottanta
Da questi temi si sviluppano poi i successivi approfondimenti sia sul piano dell'economia sia sul piano della società sui quali si sono soffermati gli oratori che mi hanno preceduto il volume
Che concluderà quest'opera si intitolerà cultura politica istituzioni e sarà appunto formato di tre pare una parte appunto culturale aperto da un saggio di Bodei su cultura e vita civile concluso da un saggio di Beppe Vacca sugli intellettuali la crisi della Repubblica una parte politica aperti da un saggio di Pizzorno sulle trasformazioni della democrazia italiana e con saggi sui terrorismi sulle mafie
Sul Mezzogiorno l'Italia e l'Europa e poi l'ultima parte dedicata specificamente alle istituzioni
E quindi il Governo la pubblica amministrazione la magistratura e un saggio di Rodotà sulla Costituzione
E la Democrazia quindi evidente che diciamo un giudizio complessivo su questo terzo volume che tratta appunto l'ultimo ventennio
E il titolare vitale di una crisi mondiale proprio perché tende a mettere in evidenza come in quest'ultimo ventennio si sono accresciuti ulteriormente dispetto già alla situazione dei decenni precedenti e comunque una situazione che e come dire e propria dello sviluppo storico anche del nostro Paese cioè la collocazione della vicenda nazionale
Fortemente innestata dentro il contesto internazionale quindi dentro gli equilibri internazionali dentro la il pezzo di questi equilibri internazionali la nostra
Vicenda nazionale questa condizione si è
Per così dire accresciuta nell'ultimo ventennio ecco in questo senso i titoli e quindi le periodizzazione in cui giustamente Vacca faceva riferimento in principio sono delle scelte precise
Non sono casuali non sono una semplice distinzione per anni e che dividere in parti nella storia significa fare delle scelte
E per la scelta principale di ne abbiamo dovuto fare riflettendoci a lungo è stata quella della periodizzazione e l'opera l'abbiamo divisa in tre parti tutti hanno un loro significato preciso
Il primo volume si chiamava la costruzione della democrazia
Quindi il periodo che va dalla caduta del fascismo quarantatré agli anni cinquanta il primo decennio dodicenni o di faticosa ricostituzione della storia nazionale quindi delle idee di
Nazione di stato di patria in un nuovo contesto costituzionale che quello fondato sulla Costituzione repubblicana è diciamo il primo tratto nella nostra nuova
Storia nazionale poi c'è un ventennio
E ti ventennio che noi abbiamo definito della trasformazione dell'Italia quali sono le caratteristiche principali a nostro giudizio lo sviluppo da una parte gli squilibri dalla fino all'ultimo volume vitali della crisi mondiale diceva giustamente Lanaro c'è il rifiuto di un impianto narrativo un linguaggio insistendo che significa che noi non abbiamo voluto fare come in maniera
Ottima fatto Lanaro un saggio sintetico di storia dell'Italia repubblicana noi abbiamo voluto avviare una ricerca
Affidata più specialisti sono sessanta oramai credo gli autori di quest'opera la sua conclusione
Peraltro non soltanto storici ma economisti sociologi politologi antropologico di varie giuristi economisti di varie discipline sociali che hanno portato volta avvolti contributo del la loro specializzazione per la ricostruzione della storia contemporanea d'Italia negli ultimi cinquant'quando questa opera sarà conclusa speriamo l'anno prossimo allora soltanto si potrà pensare a un primo tentativo di sintesi narrati
Sulla base di tutte queste ricerche per noi mettiamo a disposizione
Dei lettori e anche degli studiosi oltre Garrido mise a disposizione innanzitutto della nostra diciamo capacità di ricerca storica ecco su questo ultimo punto intendo conclude perché non voglio fare più di dieci minuti
Il problema della storia oggi ecco io su questi vorrei lanciare vorrei spezzare una lancia
E non soltanto per motivi professionali e di interesse di bottega visto che faccio di professione il professore di storia c'è bisogno di storia oggi in Italia c'è c'è bisogno di conoscere
La storia è la storia del nostro Paese e la storia del mondo
C'è troppo confronto su slogan su parole d'ordine prive sempre più di significato e poca capacità di approfondimenti in questo senso noi rivendichiamo
Il nostro esserci voluto voluti riferire a Gramsci non è
Casuale il nostro riferimento a Gramsci nostro di studiosi che provengono da diverse formazioni culturali tutte democratiche tutte di sinistra dalle Sinistra democratica alla sinistra
Marxista perché il riferimento a Gramsci perché dinamici significa conoscere il passato per costruire il futuro questa è una come dire una norma storici istigati generale ma ingrandirsi c'è una scelta politica
La scelta di confluire un futuro di un certo tipo ma il futuro si costruisce solo se si conosce passa se non si rimane sempre sprovveduti di fronte a quelle che si ritengono dita e non sono affatto novità e poi si scoprono essere peggio per passa
E poi e concludo leggendo uno
Un
Pensiero per iscritto o di un altro grande pensatore della nostra tradizione democratica e socialista Antonio Labriola Antonio Labriola che un secolo fa coglieva un punto che ancora oggi all'attenzione nostra
I cittadini gli studiosi di politici
Il problema della incongruenza italiana esiste ancora un'incongruenza italiani in che cosa consiste queste incongruenze italiana per Labriola la fine del secolo scorso e guardate
Che se andate a vedere quello che succedeva un secolo fa in Italia e quello che succede oggi purtroppo si trovano riscontri e somiglianze impressionato
Dal razzismo anti meridionalisti dico di Bossi oggi
E di altri personaggi il secolo scorso agli scandali bancari alla corruzione alla crisi politica purtroppo un secolo dopo noi stiamo peggio di prima dobbiamo solo sperare che si apra come nel Novecento un'altra
Diceva
Labriola che viene citato qui da De Felice eccitato già nell'introduzione al primo volume di quest'opera
Il problema è di rispondere al prosaico quesito
Formulabile così la vecchia nazione italiana vecchia perché noi abbiamo migliaia e migliaia di anni di storia noi siamo ricchi sicuramente di una cosa di storia cerchiamo di utilizzare la vecchia nazione italiana componendo sia stato moderno quindi nazione Stato come diceva Packard principi di quanto si è trovata adattabile e di quanto si è trovata difetti IVA
Di fronte alle condizioni della politica mondiale in genere punto interrogativo ecco a questo quesito devono rispondere i cittadini gli studiosi i politici
Io credo che i fuochi che stanno per terminare
Sono stati appositamente organizzati in sincronia con l'intervento di Barbagallo
Fuochi veri sono napoletani premi il riferimento a Piedigrotta che ho fatto prima
Ma anche a una vecchia furbizia napoletana che insomma dove va cerca di portare i suoi strumenti organizzativi
Quindi io credo che
Il botto finale lo dobbiamo far cadere sull'intervento di Barbagallo convinta lo possiamo far cadere ascolti interpreta di dalle
Ad ogni modo come sapete Massimo D'Alema e l'unica definizione che lui ha dato di sé medesimo un deputato di Gallipoli
E Gallipoli e
Nelle estreme propaggini di una regione limitrofa e già parte del Regno delle due Sicilie e del Regno di Napoli che Bossi o meglio Miglio vorrebbe rimettere in piedi
Non solo ma è l'unico collegio che nelle prime elezioni a suffragio universale
Che si tennero in Italia nel mille novecentotredici risultò rosso in un mezzogiorno interamente grigio
Ci avviciniamo al board cioè se non c'è il botto io non gli do la parola
E queste a voi è la ragione una delle ragioni simboliche per cui D'Alema che non può certo e non intende certo non ha mai inteso
Cancellare
Tutta la storia precedente sua e quella a cui i nostri
Fa
E intende fare riferimento nel Mezzogiorno e nella Puglia di cui anch'io sono figlio che Luisa egregiamente diretto partito per sei anni si è andato nasce leggere
Dal Mezzogiorno
Sì acquisiscono dura un'ora
Si acquisiscono ulteriori prospezioni sulla storia d'Italia
E quindi si è anche in grado di fronteggiare i botti
Noi messo tra abbiamo innanzi ormai perché chi ciba la parola a Massimo D'Amico
Grazie
Io farò intervento noioso e quindi deve essere anche gli occhiali gli ho detto
No perché credo che presentare i libri sia un genere letterario diverso rispetto a fare i comizi segreti
Ve l'abbiamo fatto ieri anche se rivendico rivendico che nel mio discorso di ieri si avvertiva alla suggestione almeno di una parte dei problemi che questo volume pone
E che Kabila nella vita poi di anche
L'attività politica
Come è giusto che sia si nutra anche di letture di stimoli culturali
E che soprattutto in un momento così importante dedicato di passaggio
Della vita politica nazionale
Un grande partito che vuole cercare di capire quali sono i suoi compiti
Lo faccia in rapporto ad una lettura
Della vicenda storica
Quanto meno con certezza dell'ultima parte della vicenda storica del nostro Paese
Tanto più se questa vicenda storica è come propone questo volume la storia di una crisi una crisi molto profonda
Dello Stato italiano e di una crisi che introduce linee di frattura della unità della nazione
Ora io
Io parto dal
Dal giudizio
Chi ha dato qui danaro che io condivido
Tema di fondo in questo volume
N el non del denunciare Mannella raccontare
L'incapacità delle classi dirigenti italiane e non soltanto del ceto politico in verità
Ma delle classi dirigenti intese nel senso più largo direi che il volume si occupa molto di più delle classi dirigenti economiche industriali finanziarie
Che non del ceto politico
L'incapacità delle classi dirigenti del nostro Paese di governare
La trasformazione
Dell'Italia nell'ultimo ventennio
In rapporto a due grandi fatti mondiale
Il primo grande fatto mondiale che sta sullo sfondo la fine della guerra fredda
Quindi alla fine di un certo equilibrio del mondo
Che come poi vedremo a profondamente influenzato però anche
L'equilibrio all'interno del nostro Paese
Il rapporto comunismo anticomunismo è stato un elemento costitutivo
Del sistema
Democratico e direi persino
Diciamo
Attraverso i grandi partiti di massa del modo come si è costruita
Una società di
Per il momento dopo il probabile
Però
Questo queste dirette Bobo è il diciamo la la lo stile dei compagni di Modena cioè
Una precisa puntualità degli orari
Il fatto che si vengono a produrre e consumare quella determinata quantità di tortellini cioè
E che si vendono a sparare in quel determinato numero di razzi questo è previsto dall'organizzazione dal programma e si deve fare insomma spietata ammette
Non ci siamo soltanto noi questa festa sono tante persone più più di quelli che siamo qui che d'estate del foglio artificiali i loro diritti
Quindi dicevo due grandi fatti mondiali che
Diciamo sono fanno da sfondo da cornice ma intervengono nella crisi italiana una è la fine della guerra fredda la fine del comunismo e della divisione del mondo in blocchi contrapposti
E l'altro è quello straordinario processo di mondializzazione dell'economia
Che avviene sotto l'impulso
Della rivoluzione neoliberista
Io penso che l'espressione rivoluzione usata in senso proprio in quanto
Come diceva Carlo Marx la rivoluzione consiste
Nel liberarsi di rapporti sociali che sono un impaccio lo sviluppo delle forze produttive
E indubbiamente diciamo la rivoluzione neoliberista
Ha dato una spallata mortale
A quel compromesso che inizia quel
Sistema di consenso fondato sullo Stato sociale che era diventato un impaccio allo sviluppo tumultuoso Rosenbach acquisto delle forze produttive più moderna
Allora questi due grandi processi mondiali di questo secondo parla Biasco nel suo saggio che si conclude
Con il giudizio che anche se in regali singoli finito tuttavia il regalo Isma'ha segnato una cesura
Rispetto alla quale non è più pensabile tornare indietro
E anche come io ho cercato di dire come cercherò di dire una nuova stagione della sinistra non può essere pensata come ricostruzione
Di quel compromesso sociale
Che ha segnato la storia di questo secolo
Quindi l'Italia attraversato questa grande crisi mondiale
Prima di una classe dirigente in grado di governare questo processo
è in grado di governare una ricollocazione internazionale dell'Italia
Appunto di affrontare quel problema è che adesso Barbagallo ricordava citando appunto la citazione di Labriola con la quale De Felice conclude il suo saggio e cioè
Se lo Stato italiano se la vecchia nazione italiana componendo sia stato moderno ossia difetti IVA nei confronti della politica mondiale
Ora
Io credo che
E in questo senso diciamo introduco una giudizio diverso non una polemica cioè se noi allarghiamo come il volume allarga eccome direi la cronaca spinge ad allargare
L'analisi
Al di là della dell'autoreferenzialità del ceto politico
Che è un aspetto che soltanto un aspetto della crisi italiana è che soltanto un aspetto della questione morale
Questione morale un problema più profondo che riguarda le classi dirigenti del Paese
E il rapporto tra sfera pubblica ed economia privata diciamo
Che si è costruito in un Paese che come è stato giustamente detto qua visto
Il predominio non di una borghesia liberale
Ma di una borghesia cresciuta largamente dentro
Diciamo le protezioni
Di un sistema statalistico
Sostenuta da un sistema dei trasferimenti di protezioni statali
E questo tipo di sviluppo dell'economia italiana del capitalismo italiano
è stato il terreno più fertile per l'emergere di una questione morale
E cioè di un intreccio non trasparente tanto più in un mercato non regolato come è stato giustamente detto
Tra
Economia e politica
In una situazione in cui la fragilità e la crisi dei partiti
Che segna drammaticamente tutto il decennio degli anni ottanta
Vede emergere sempre di più una trama di potere una pluralità di centri di potere
Spesso centri di poteri occulti non trasparenti che cos'è questa vicenda per esempio che adesso rimbalza attraverso le intercettazioni tutto una cosa che io trovo abbastanza
Così discutibile confusa ma
Perché penso che in un Paese civile diciamo non
Le inchieste giudiziarie non dovrebbero avvenire in piazza ma ha mai questo è un tratto della vicenda italiana
Ma sia pure attraverso la confusione quello che si capisce diciamo è che c'era una struttura di potere nascosto
Una struttura di potere nascosta
Che non era quello che ci ha ci hanno raccontato fino a due anni che cioè che la corruzione derivava dalla partitocrazia dal fatto che c'era un ceto politico corrotto vorace il finanziamento dei partiti
Può darsi di sì sì anche esercitato una pressione sui partiti ma il motore di questo sistema di potere certamente non non sono i partiti
C'entra nulla dice si ha l'impressione di essere di fronte a qualcosa che non a caso settimanali giornali hanno paragonato alla P due cioè ad una struttura di potere occulta
Che in un Paese che
Diciamo
Ha conosciuto via via soprattutto nell'ultimo quindicennio una fragilità delle sue strutture politiche
Più moderne
Sì è venuta sostituendo al Governo democrazia
Allora e cominciano a venire alla luce diciamo gli affetti di questo non governo della crisi italiana
Il radicarsi di un intreccio non trasparente tra economia e politica
Il formarsi di centri di potere non controllati
E
Una profonda distorsione
Anche del
Della funzione di quella funzione riequilibra attrice re distributrice che lo Stato ha svolto attraverso le sue politiche sociali
Io considero nel saggio di De Felice da parte meno meno risolta diciamo quella sugli anni Ottanta
Mentre sono del tutto d'accordo con
Il giudizio che guida molto approfondito anche nell'analisi sul fallimento della solidarietà nazionale come ultimo grande tentativo di dare un governo alla crisi Italia
Dare un governo in senso forte
Attraverso la collaborazione non soltanto attraverso la collaborazione politica diciamo un compromesso politico tra i grandi partiti
Ma attraverso un'operazione più che era più profonda nella visione di Berlinguer
Perché nella visione di Berlinguer in cui pure permaneva diciamo il conflitto o come
Scrisse Vacca allora il reciproco assedio tra mi pare Crespi vestito questa espressione
Il reciproco assedio tra i due grandi partiti popolari tuttavia questo doveva avvenire in un contesto in cui invece fra
Queste masse e i pattisti partiti rappresentavano
Si realizzava
Una comprensione di fondo cioè veniva avanti il compromesso storico era innanzitutto questo c'era il tentativo di creare una base comune di riconoscere una base comune di valori che potesse in qualche modo e colmare una frattura nel popolo italiano
Quella frattura che la guerra fredda il dualismo comunismo anticomunismo avevano sedimentato per cui l'unità politica della nazione era stata mediata attraverso un compromesso dei grandi partiti
Ma diciamo più che sentirci tutti i cittadini di questa nazione i popoli Damiano era formato di gruppi che si sentivano parte di questo sistema in quanto dentro il compromesso costituzionale ma attraverso la mediazione della lealtà ad una parte
L'unità di questo Paese è stato il Complesso Mosaico di tante lei alta
Più che il senso di appartenenza ad un'unica nazione politica
Diversa la nozione di nazione culturale store
Il dopoguerra sta qui secondo me la visione di Berlinguer la profondità del compromesso storico sciamo stare la politica della solidarietà nazionale era proprio il tentativo invece di di costruire
Riconoscendo un tessuto di valori comuni una unità più profondo del popolo italiano
E che in questo quadro poi reciproco assedio tra le grandi forze politiche poteva dispiegarsi senza il rischio di una drammatica lacerazione e di una caduta della democrazia
Cioè l'elemento di il tentativo giudice poi questo tentativo fallì
Fallì per un complesso di ragioni
Che nel libro sono ricostruite ma senza dubbio quello resta l'ultimo grande tentativo di dare un governo alla crisi italiana che cosa viene dopo
è molto importante cercare di capire che cosa viene dopo perché quello che avviene dopo è all'origine dei nostri problemi
E negli anni ottanta
Sono gli anni Ottanta quelli in cui avvengono due fenomeni apparentemente contraddittori
E da una parte e cioè una
Forte modernizzazione anche un ciclo di sviluppo molto intenso penso ottantatré ottantaquattro
Ed una forte modernizzazione che è segnata da alcune delle categorie che che caratterizzano il decennio il quindicennio neoliberiste una forte carica di individualismo un grande arricchite diciamo ecco e con una intensa trasformazione sociale con il sorgere di un ceto neo borghese di nuove professioni di di media impresa
E anche un grande fatto di modernizzazione del Paese di cui non bisogna vedere soltanto gli aspetti diciamo bisogna dare una lettura moralistica
Ma mentre da una parte avviene questo dall'altra parte noi assistiamo ad una spaventosa dilatazione della spesa pubblica sono gli anni Ottanta quelli in cui si forma
Il debito dello Stato
Attraverso una degenerazione clientelare dello stato sociale che è una caratteristica tutta italiana diciamo del del welfare tutto italiano sa
E quindi paradossalmente gli anni Ottanta vedono questa compresenza diciamo nel nostro Paese di una ondata culturale neoliberista di uno spirito individualistico di quel di quello che fu chiamato il rampanti Simo che si accompagna però nella crisi dei partiti
Ad una monetizzazione della costruzione del consenso che si realizza dilapidando le risorse pubbliche
Ora io credo che
Insomma il
Il non governo nella società italiana a lì la sua il suo momento più drammatico
Sarebbe lungo qui riprendere un giudizio anche che il volume propone su craxismo
Sugli elementi che io considero indubitabile diciamo
Ne ho parlato anche qualche tempo fa
E
E non per ragioni tattiche dove si ogni volta che uno dice qualcosa dice la tattica no io sono convinto effettivamente
Credo che sia un discorso di verità riconoscere la portata dell'intuizione che sta alla base del nuovo corso socialisti
E cioè
L'intuizione quella della crisi del sistema democratico italiano della crisi contemporanea dei due grandi partiti popolari
L'avvio di un'eclisse della questione comunista
E Craxi anche quello che capisce che man mano che si consuma la questione comunista entra in crisi la democrazia cristiana e il tentativo di andare ad una modernizzazione del sistema politico
Certamente anche in chiave con una connotazione di tipo né autoritario decisionista dico
Ma diciamo depurata di questi aspetti questa intuizione si presenta come una in come un'intuizione moderna
E las la sconfitta però del craxismo nella sua degenerazione sta
Nel momento in cui Craxi rinuncia alla grande ambizione che quella di costituire un polo di governo alternativo alla DC
E ripiega in un compromesso di potere con la democrazia cristiana
E in una disputa di potere che avviene sempre di più sul terreno più degenerato diciamo del controllo delle risorse pubbliche dell'intreccio con il mondo degli affari della finanza con con gli apparati
Lì nella la sconfitta ma il fatto che questa sconfitte questa degenerazione vi siano state non cancella il mio giudizio di valore
Di una intuizione modernizzatrice anche il riconoscimento del fatto che in quel momento ci fu
Un ritardo traumatico della più grande forza della sinistra italiana
Che non sempre diciamo proporre a questo Paese quel ricambio delle classi dirigenti
Che era il problema maturo per la nostra società c'è poco da fare altrimenti poi noi
Io dico questo
O noi abbiamo questa lettura solo questa lettura degli anni Ottanta ci fa capire perché poi c'è stata la svolta ed
Perché quella svolta a gettato le basi perché si aprisse un processo nuovo che porta la sinistra al governo del Paese altrimenti non ci saremmo mai alla
Occorra fare
Dottoressa
Irrinunciabile di analisi
Non perché figuriamoci noi siamo stati
Forse con responsabilità diverse protagonisti di questa epoca non parliamo d'altro diciamo io mi sento un po'più che un testimone io sono entrato nella direzione del PC nel mille novecentosettantacinque quindi il ventennio diciamo l'ho vissuto da un osservatorio rilevanti
Quindi mi assumo tutte le le mie responsabilità e sono state via via crescenti diciamo
Non ero altrove stavo lì e quindi credo di avere vissuto questa vicenda anche se allora quando si entrava nella direzione del PC non era come adesso diciamo uno ci stava anche
Diciamo per i primi per i primi sei mesi sono innocenti liriche per sei mesi non ha avuto l'ardire di prendere la parola prendevo soltanto appunto in Grecia valido
Popoli mi considero corresponsabili
Perché c'era ancora questa scuola questo che è stato considerato anche un difetto ma che forse aveva anche qualche qualità cioè a questo modo di essere pedagogico del partito per cui uno si sentiva un po'in questo consesso dove farli dove c'era da Terracini ad Amendola Ingrao troviamo appunti colite anche di imparare qualcosa io non credo che fosse poi così del tutto sbagliato perché era con modo di formare classe dirigente poi
Ma
Dico questo perché in questo senso non a torto Lanaro quando dice non ci sono innocente
Non ci sono innocenti in questa in questo fallimento delle classi dirigenti italiane
Noi abbiamo scontato il limite diciamo limite di una grande forza
Che non essendo nelle condizioni di proporsi come forza di governo di un Paese dell'Occidente ha fatto qualcosa che pure è stato importante diciamo cioè a
Difeso un patrimonio morale ha difeso una riserva morale del Paese che ha tenuto in piedi diciamo quello che appunto dicevo ieri Pasolini chiamava il paese pulito su come un'isola
Diciamo nel Paese sporco naturalmente non sfugge a voi anche quanto c'è come dire di autocompiacimento minorità però nell'accettare di essere raffigurati così
E cioè perché essere raffigurati come un'isola dentro una realtà ostile e in partenza la rinuncia diciamo a quella che Gramsci chiamava l'egemonia cioè la formazione di un senso comune di unica
E non soltanto diciamo l'essere diversi dagli altri
Ma chiusa questa parentesi sulla io credo che le linee di frattura
Quindi che nascono da questo non governo
Sono linee di frattura sociali
Che nascono dalla intensa trasformazione sociale del Paese
Le parla Paci modo straordinario anche dal punto di vista Anna litigo
Perché non si accontenta di descrivere la frammentazione sociale
E ma mette l'accento diciamo sui due grandi fatti nuovi cioè da una parte diciamo quello che avviene verso l'alto della piramide sociale cioè il formarsi di questa neoborghesia
Spesso in polemica con i gruppi tradizionali del capitalismo italiano e in parte questa neoborghesia poi è quella che forma la base della nuova destra o di una parte di essa penso Forza Italia
E verso il basso
Il formarsi di una Under classe di una di un mondo di un proletariato che sta sotto il tradizionale proletariato organizzato dai sindacati
è rappresentato tradizionalmente della sinistra
E che un mondo che è un mondo degli esclusi
Dall'UE nel fare l'Italia
è un mondo dei non tutelati dalle forme in cui lo stato sociale cioè la redistribuzione del reddito si è organizzata nel nostro Paese
E che pone un enorme problema la sinistra perché la destra vince nel novantaquattro proprio perché si saldano questi due pezzi dalla Società parliamoci chiaro
E no voi siamo riusciti a vincere in parte perché loro hanno tradito le aspettative ma anche perché dopo in avanti novantaquattro ci siamo almeno posti il problema di costruire un blocco sociale diciamo così
Con un'espressione
Critica si direbbe posto fordista cioè un blocco sociale non più soltanto rappresentativo
Di quella parte del mondo del lavoro che tradizionalmente i sindacati e la sinistra hanno rappresentato in questo Paese
Lo dico perché
Questo è la la la grande la prima grande frattura si produce nella società
Ed è la frattura diciamo fra quella parte della società italiana che è stata dentro il web fare italiano e quella parte che sta fuori
I consiste nel formarsi negli anni ottanta di un blocco Antigua il fatto
Che è è sia quel mondo della piccola impresa che applaude Berlusconi quando Berlusconi attacca la Confindustria attacca il compromesso sindacati Confindustria e
Salvo che poi diciamo naturalmente rispetto a questo in una
Lui è parte di questi di quel vecchio compromesso che attacca e quindi poi entra in contraddizione con se stesso cioè non è in grado di fare quella riforma del mercato nel senso dell'allargamento della trasparenza
Della liquidazione di quelli sistema collusivo
Di quelli invischia mento collusivo perché lui che genialmente denuncia questo tuttavia ne poi un protagonista è un beneficiario per cui
Vi è un po'difficile diciamo guidare diciamo una riforma in senso liberale
Ma io lo dico perché vedete mi sforzo anche di come dire di ricostruire il filo di una politica
Anche qui il fatto che noi abbiamo detto che questo Paese ci voleva una rivoluzione liberale non era per compiacere i banchieri della City che poi non gliene fregava particolarmente niente diciamo
Non era per dire per andare a a farsi legittimare ma perché era vero
Perché cioè è interesse nostro della sinistra quello di spezzare la logica di un mercato chiuso di un capitalismo oligarchico e aveva un mercato aperto trasparente regolato
è interesse nostro e i dubito che in questo Paese una rivoluzione di questo tipo che ha un grande valore democratico
Perché in un grande Paese democratico non ci può essere un solo centro della finanza che regola la la card la ricapitalizzazione dell'
Precede vogliamo almeno due tre e quattro perché se no non non c'è sufficiente democrazia ma non perché quelli siano cattivi ma perché diciamo quando viene meno questo pluralismo economico anche la democrazia e più asfittica
Perché non è ragionevole che in questo Paese alcune famiglie controllino in modo non trasparente e spesso oramai senza risorse proprie le grandi leve dell'industria e contemporaneamente i giornali e contemporaneamente i salotti buoni della finanza perché non funziona un Paese così
Non va da nessuna parte diciamo in un mondo in cui la la logica della mondializzazione e anche una la logica spietata della competizione della concorrenza del ricambio delle classi dirigenti
Non solo nella politica ricambio delle classi deficienti anche nell'economia
Allora io credo che noi abbiamo cominciato a fare i conti con questa primo punto questa prima frattura quella sociale
E ci siamo posti il problema di una riorganizzazione dello Stato sociale
Che o se vogliamo dire meglio di un nuovo patto sociale
Che sia
Meno garantista nei confronti di alcuni Centi ma più inclusivo
E più universale
Questa è la questione che abbiamo posto certo è un non è un patto è un passaggio lungo
Cioè l'idea di un patto sociale che sia più inclusivo
Che si è aperto ai giovani alle donne e che quindi sia anche meno garantista nei confronti di alcuni ceppi lo so che dobbiamo fare i conti anche con il nostro mondo
Cioè dobbiamo cercare di capire quanto diciamo le conquiste sociali di questo dopoguerra di questo ventennio si sono poi intrecciate al formarsi di zone di privilegio non comprensibili
Ma voi mi dovete spiegare perché nel nostro Paese un tecnico
Ho un dirigente d'azienda
Appunto ad un altro giorno
Diciamo
Di un settore che ha vissuto una crisi
No debba vere a cinquant'anni di prepensionamento siderurgico al prepensionamento delle ferrovie e quindi una pensione che a certi livelli di professionalità di Trevi quattro milioni hanno a partire da cinquanta anni per tutta la vita
E contemporaneamente lavorare
Come la gran parte dei Expert distratte una persona i i in una parte c'è una parte d'Italia dove un lavoratore altamente professionalizzato di cinquant'anni che non lavora non c'è ce ne sono pochi
Che ne so che una parte una parte d'Italia dove molti non lavoro ma c'è una parte in Italia dove dove un lavoratore professionalizzato di quarantacinque cinquanta
Lavora lavora nel senso che insieme alcuni amici mette su una piccolo officina meccanica lavora
E a quel punto diciamo la la pensione acquisita l'età relativamente giovane diventa un secondo reddito
Allora in un'epoca in cui il lavoro è una risorsa scarsa
In un in uno stato sociale che non ha le risorse per assistere i giovani disoccupati del Mezzogiorno laureati hanno ventotto ventinove anni
E noi ci rendiamo conto come certe conquiste sociali questi fatti insieme dagli dall'industria dal sindacato lombardo industriali che hanno avuto i prepensionamenti per governare i grandi processi di ristrutturazione
E noi siamo un Paese in cui i grandi processi di ristrutturazione agli anni ottanta si sono governati anche così
Però diciamo questo compromesso è stato deteriore cioè ha determinato una redistribuzione del reddito iniqua
Che ha contribuito al formarsi in basso
Di un nuovo proletariato escluso
Giovanile o dei servizi escluso dai benefici
E dalle tutele sociali e questo è un grande problema
Ed è una delle ragioni per cui si si apre un una crisi sociale
Nel tessuto della nazione
L'altro aspetto della crisi più del l'altra linea di frattura e politica
E la fine dei grandi partiti di massa e della loro funzione inclusiva di Charlie grandi partiti popolari sono stati
Il mezzo di una nazionalizzazione delle masse diciamo dopo il fallimento della nazionalizzazione forzata delle masse che era stato operato al fascismo
E la crisi dei e i grandi partiti sono stati anche delle grandi strutture di rappresentanza direi federale la democrazia cristiana è stato il federalismo in Italia a modo suo
Perché che cos'era il gruppo dirigente democristiano se non
Una complessa federazione di gruppi di interessi di gruppi locali pensiamo la DC il Veneto la Lega ma per tanti anni la DC gli ha dato rappresentanza al Veneto
Il gruppo dirigente del Monte coerente e poi dentro questo grande partito federativo diciamo
Attraverso la ripartizione del potere e l'uso della spesa pubblica si componeva
Un complesso equilibrio
E nel momento in cui è caduta questa capacità del del partito Stato di tenere insieme diciamo così e sono emerse linee di frattura parate successe in Italia qualcosa che somiglia a quello che è successo in certi Paesi dell'Est
Dove è caduto il partito Stato sono emersi i nazionalismi Lelli letti mie che lunghi anni diciamo di di totalitarismo non avevano cancellato malgrado la retorica diciamo del regime
E da noi io penso che la Lega io sono d'accordo su questo con un accenno che faceva Lanaro possano interrotto dalle bombardamento poi Vacca ma credo credo fosse non so se in modo giusto voglio portare a compimento il suo ragionamento la peraltro è un ragionamento che
Propone Ilvo Diamanti che è uno degli degli studiosi più acuti del fenomeno leghista cioè la lega non è soltanto un movimento che nasce da ragioni di protesta sociale
Non sbaglierebbe se noi non vedessi molli anche come dire
Un riconoscersi un darsi rappresentanza
Kia una base culturale regionale cioè c'è una distanza da Roma
Ecco c'è una distanza da Roma e che e che attiene anche come dire al modo come si è formata l'unità nazionale poco da fare e
Mentre la Democrazia Cristiana ripeto
La parte l'anticomunismo e quindi la contrapposizione immesso comunismo anticomunismo come elemento costitutivo del sistema politico ma anche di organizzazione dei cittadini e del consenso
E poi la spesa pubblica ha rappresentato un fattore di coesione nel momento in cui vengono meno questi elementi di coesione ideologici e materiali
Riemergono linee di frattura antisismiche il riconoscersi in una rappresentanza propria diversa lontana rispetto a Roma
Che secondo me diciamo così è qualcosa che riemerge dal fondo della storia italiana e non è soltanto la protesta perché non funziona all'ufficio postale diciamo
E che propone l'esigenza di un processo di ricostruzione dell'Unità fra gli italiani diciamo che in parte è di ricostruzione in parte di costruzione nuova
Che secondo me finite le grandi contrapposizioni ideologiche
Dovrebbe poter muovere ed è qui anche per questo mi devo vinto perché abbiamo posto questo problema di fronte ad un avversario che non si poneva questo problema perché mentre l'avversario si è proposto semplicemente come e Rete
Del vecchio spirito anticomunista
E quindi di una contrapposizione che venute meno le sue ragioni storiche mondiali diciamo così è diventata una contrapposizione
Così
Rozza povera di contenuti priva di ragioni
Noi ci siamo posti il problema finita la guerra fredda
Di una reciproco riconoscerci come cittadini italiani in un quadro di regole di valori condivisi quindi ci siamo posti il problema
Direi che la costituzionalizzazione della destra in un nuovo quadro di regole questa cosa qui questa scelta politica culturale che qualcuno ha definito scioccamente buonismo
Come sembra improvvisamente Cosimo diventati un gruppo difesi perché invitiamo Berlusconi al congresso isolata come sono fissi vestite ma non è così
Diciamo a morte sono volte diciamo
Sono ingenui commentatori questa non è stato un trucco una furbizia è stato un modo se no certo la fa la politica è fatta di gesti di momenti di porre in modo nuovo una questione cruciale del nostro Paese
E cioè l'esigenza aldilà delle appartenenze di costruire per quanto sia difficile diciamo un quadro di regole di valori condivisi che costituisca quel tessuto unitario all'interno del quale il conflitto politico possa liberamente svilupparsi senza diventare una minaccia per la coesione nazionale per la democrazia ma questo è un grandissimo problema verità
Ed è il secondo me e la forza che si pone questo problema quella che in quanto si pone questo problema è la più matura governare questo Paese io devo dire sinceramente come cittadino italiano
Teme che abita nel dirlo qualche sera fa un altro dibattito non lontano da qui quando vedo
Lio nel Jospin il quale il capo dell'opposizione francese
E certamente in Francia tutto si può dire ma non che la lotta politica non si assiste prima quattro politiche durissima
E tuttavia il capo dell'opposizione francese se si trova all'estero
Non critica il Presidente della Repubblica francese perché l'orgoglio nazionale prevale sul ragioniere la lotta politica aveva detto noi idee all'estero non si può verificare
Cioè
Ora si può far sorridere nazionalismo dei francesi
E a non lo propongo come modello e tuttavia diciamo noi riconosciamo lì come dire anche gli elementi che fanno forte una nazione ci porta a fare che fanno forte un azione che la rendono
Chi le consentono di di affrontare
Con ben altro spirito le sfide della competizione della trasformazione ora io credo che noi noi
Noi che vogliamo essere classe dirigente di questo Paese dobbiamo anche riuscire
Anzi che diciamo previsti continuare a pensare che noi siamo i figli diciamo la parte buona di un Paese cattivo a vedere come si costruisce un comune senso di appartenenza
E anche come si contribuisce ad un'etica civile ad uno spirito pubblico che si riorganizzi intorno a valori positivi di responsabilità e di solidarietà
Come pure io credo è possibile nell'epoca in cui sono cadute le grandi contrapposizioni ideologiche ma non per spegnere poi le ragioni della lotta politica e ideale
Ma perché questa possa svilupparsi pienamente e possa esserci quella dialettica quel ricambio delle classi dirigenti
Che poiché senza che che questo Lancieri un tessuto e senza che questo minacci la democrazia
Senza che essi riformi come avvenuto nel cinquantennio che abbiamo alle spalle come dire un nucleo centrale
Che diventa il motore immobile della vita politica italiana
Che quello che ha noi non abbiamo interesso io lo dico spesso ad una destra non legittimata a governare noi non abbiamo interesse a che questa seconda parte della storia della Repubblica
Si apre all'insegna di un fattore K a destra
Perché questo sarebbe un danno alla evoluzione democratica del nostro Paese sarebbe un danno anche per noi che saremo portati a governare nel modo peggiore di a diventare una forza di gestione del potere così come sono diventate le vecchie fra
Io credo che
Fano abbandonato ad una serie di considerazioni abbastanza libere diciamo prendendo spunto dalle dalle analisi che sono contenute in nei saggi di questo di questo volume mi fermo qui perché potrebbe andare avanti moltissimo ma credo che sarebbe
Totalmente irresponsabile no no no
E ingiusto verso di voi che avete avuto la pazienza di ascoltarci di ascoltarmi fino a questo momento
L'ultima cosa che io volevo dire riguarda un punto
Che secondo me che
L'ho trovato
Molto bene raccontato nel saggio di te lo che ha una forte impronta europeista non racconta soltanto dell'europeismo italiano ma è
E anche saggio che ha una forte impronta europeista
Ma è un punto che io credo che sia essenziale insomma sul quale non credo che si possa dubitare De Felice concludendo il suo saggio rimprovera di fatto le forze politiche le classi dirigenti politiche di ore
Di essersi dispersi in un'ambigua discussione sulle regole istituzionali e di avere abbandonato invece il tema centrale che quella del confronto sullo sviluppo del Paese
Io non sono molto d'accordo di come spettanti tecnico ma con grande
Deferenza nei confronti di Franco De Felice intellettuale estremamente stimolante trio cerco di leggere di capire
E anche di citare qualche volta
Ma io non sono molto d'accordo perché questi
Questo modo di porre il problema sottovaluta un aspetto cruciale cioè che il rinnovamento dello Stato
è il punto nodale di una nuova prospettiva di sviluppo del Paese
Non è una questione accademica ambigua laterale
è il punto nodale
Di una nuova prospettiva di sviluppo del Paese
Così come se noi dovessimo affrontare i problemi enormi diciamo con i quali ci lascia il saggio di Salvatore Biasco
Cioè quando lui dice Laconia Vega risma finisce un'epoca quella del consenso keynesiano e cade anche tutta quell'architettura istituzionale di governo dell'economia mondiale diciamo
E se noi dove processore comincia a partire dagli anni Settanta
Noi dovremmo dire che uno delle più grandi sfide oggi della sinistra a ne abbiamo parlato anche a New York qualche giorno fa è come si ricostruiscono gli strumenti di governo di regolazione nell'epoca della mondializzazione dell'economia sono aprono e possiamo raccontarci però che voglia ma nell'epoca in cui il movimento telematico dei capitali di sottrai alla sovranità degli Stati nazionali sistemi fiscale possono al massimo passare il lavoro e ci metterà fa
Cioè
Davvero questo problema di come si riorganizzano listati ma direi di più le istituzioni della democrazia
è una questione nodale della questione nodale anche dello sviluppo del nostro Paese
E secondo me questa questione non può che trovare una soluzione in una prospettiva cioè la fine dell'incongruenza Italia stanno soltanto nel darci le regole di una democrazia dell'alternanza
Ma sta nel fare questo in un processo di integrazione europea
Per noi l'esigenza di integrazione europea è
E molto più forte che per altri stati del nostro continente
E non soltanto per ragioni economiche
Cioè cioè il peso del debito pubblico e quindi l'assoluta centralità
Della questione della riduzione dei tassi di interesse come condizione per dare un colpo alla rendita finanziaria e per avviare un ciclo di sviluppo di modernizzazione del Paese
Perché questo problema diciamo così e totalmente irrisolto
Ma anche per ragioni politiche
Ma anche per ragioni politiche
Cioè la marginalità dell'Italia rispetto alle grandi correnti che hanno regolato il confronto politico in Europa secondo me una è stata una debolezza relativa del nostro Paese
E lo dice lo dico senza nulla togliere
Al valore positivo di una peculiarità italiana per certi aspetti
Cioè non c'è dubbio come dice anche De Felice che un partito come il PC ha avuto una capacità di misurarsi con i movimenti sociali degli anni Sessanta degli anni settanta
E di inglobare elementi di quella politica ridefinita che pubblicità prende a prestito una bellissima espressione di Carlo Donolo diciamo così
Che forse non hanno avuto
Certi partiti socialdemocratici
Che più di noi erano prigionieri di una cultura economicista e statalisti
Quindi benissimo io considero questi aspetti del nostro passato Gramsci per intenderci una ricchezza una ricchezza spendibile anche oggi perché nella crisi della sinistra mondiale che però è anche tra formazione e crescita
Noi
Noi paradossalmente noi che veniamo dalla storia del PC da una parte ci dobbiamo presentare come quelli che dicono verissimo abbiamo fatto una svolta abbiamo dovuto per forza altrimenti
Ma nello stesso tempo abbiamo anche qualcosa da portare e quando gli portiamo Gramsci quando li portiamo una lettura non economicistica della crisi
Gli portiamo qualcosa che serve anche al lavoro pensa
Pensate che non serva anche a loro quindi io figuriamoci io penso che non si butta nulla poiché ci sono è stata la via l'Italia cresce però detto questo
Adesso noi questo patrimonio lo portiamo lì in euro in questa Europa dove ci sono i socialisti e i conservatori dove ci sono i sistemi politici dell'alternanza dove c'è il ricambio delle classi dirigenti dove c'è il mercato con le sue regole e stiamo a quelle regole
Oppure se noi pensiamo di costruire un nuovo caso italiano una nuova vicenda particolare magari per nascondere le nostre debolezze perché non ce la facciamo a stare al passo con il risanamento con la moneta europea eccetera
Noi andiamo ad un disastro perché
La la logica della mondializzazione inesorabilmente Città di margine
E farebbe dell'Italia un Paese nel quale si si si viene a vedere uno venti fino a quando siamo in grado di conservarli e poco altro
E c'è io credo che noi possiamo essere una grande nazione forte protagonista insieme alle altre della costruzione di un diverso ordine mondiale
E possiamo dire la nostra superando le nostre incongruenze e creando un Paese più moderno e più giusto
L'incontro termina qui io voglio ringraziare innanzitutto tutti voi
Per la partecipazione attenta e per la prova che insieme abbiamo dato di come nel PDS nelle feste dell'Unità si fa politica e cultura di massa leggete e moltiplicate di
Questo qui quella qui qui qui quel quindi quindi quindi qui qua qui quattro qua qui qui qui quindi qua quanto qui qui qui quello quest'qui qui quindi qua qui quindi quindi qui quindi qui quella qui qui quindi qui quindi qui quindi qui qua qui quest'quella qui qui qui qui quindi qui questo quindi qui quindi quello qua qui qui qui quindi qui qua quindi qui qui qui qui qui qui qui qui qua qui quella qui qui qui qui quindi quanto quindi qui qui qua quindi qua qui qui quindi qui quella qua qui questo questo qui qua questo qui qua qui qui quella qui qui quindi qui qua qui qui quest'qua qui quindi qui qui qui qui qui qua qui qui quindi qui qui quindi qui qui qui
Qui