"L'Italia e le nuove sfide internazionali. Ruolo e futuro della cooperazione allo sviluppo" convegno organizzato dal CESPI (Centro Studi Progetto Idee per la Cooperazione con i Paesi in via di Sviluppo e l'Occupazione Giovanile), dallo IAI (Istituto Affari Internazionali) e dall'ICEPS (Istituto per la Cooperazione Economica Internazionale e i Problemi dello Sviluppo) in collaborazione con la Direzione Generale per la cooperazione allo sviluppo

Buongiorno a tutti dispiace prendere posto
Che
Cerchiamo di cominciare i lavori
Grazie siete molto gentile
Innanzitutto queste poche parole di avvio per la nostra discussione io voglio esprimere un sentito ringraziamento io ho già avuto modo di leggere abbastanza ma adesso li ascolteremo un sentito ringraziamento ai centri studi cespi dello Iaia De dice perché hanno lavorato alla preparazione di questo convegno
Lo definirei
Perché questa volta non è il solo un convegno di una riflessione a terra
E anche questo
Ma se ho capito bene anche lo sforzo che hanno compiuto i centri studi e quindi anche l'invito che io faccio a coloro che interloquiranno successivamente
Direi che questo al più il carattere di un lavoro di sintesi a cui stiamo arrivando
Sì Trai cioè da un lavoro di riflessione di analisi di documentazione di riflessione sui dati
Mi pare un nucleo importante di indicazioni politiche per le scelte della nostra cooperazione
E successivamente a questo lavoro
Io proporrò anche su questa base del lavoro dei centri
Ma di una riflessione che è stata più ampia nel corso di questi ultimi mesi settimane
Io proporrò un progetto di riforma della cooperazione italiana che non è un progetto di legge si badi bene
è un nucleo
Essenziale un'ossatura chiamiamola di una nuova cooperazione
Che
Produca sulla base del lavoro di elaborazione dei centri e di altre strutture strumenti che hanno lavorato nel corso di questi anni di questi mesi sulla base dell'esperienza dalla nostra direzione generale alla cooperazione
E su che ascolteremo dal ministro Bruni stamattina e sulla base della ipotesi che io proporrò a ora un'ampia consultazione
Molto impegnativa e molto concentrata
Che duri due mesi
Ed entro dicembre bisogna vere in Parlamento uno più progetti di legge
Che consentano di arrivare ad a vere operativa la riforma entro il luglio entro l'estate novantasette
Questo è il programma il percorso politico che io credo dobbiamo insieme maturare
Diciamo pure che persino una proposta
Perché come sapete sia l'ossatura della proposta che io farò sia questo iter
è una proposta del sottosegretario delegato che ha ovviamente ricevuto
Qualche via libera dalle massime autorità del governo ma che impegna il sottoscritto fondamentalmente proprio perché vuole essere nutritivi proprio perché vuole essere aperta
Al contributo di tutti alla riflessione di tutti
Impegnativa aperta ma in tempi certi
E quindi con un ritmo serrato del nostro lavoro della nostra riflessione già la presenza di stamattina l'impegno che abbiamo sentito attorno sembra essere di buon auspicio per questa partenza
E può essere un moltiplicatore dell'impegno e della riflessione e anche poi del dell'esito finale di questo lavoro che oggi abbiamo io vi ringrazio
Passerei la parola alla dottoressa Marta Dassù del CESPI che ci offre la prima delle riflessioni delle relazioni dei centri che hanno preparato a questo convegno grazie
Grazie
In questo mio intervento introduttivo cercherò di affrontare brevemente tre punti che sono trattati in modo più esteso nella relazione scritta preparata da cespi per questa occasione
Si tratta dei punti seguenti
Primo le tendenze internazionali in materia di cooperazione allo sviluppo tendenze che costituiscono un quadro di riferimento indispensabile
Di qualunque dibattito sulla cooperazione italiana considerata anche l'importanza relativa che ha ormai assunto nella ripartizione dell'aiuto pubblico allo sviluppo dell'Italia il canale multilaterale
Secondo le scelte che l'Italia di fronte per rilanciare la propria politica di cooperazione terzo le linee di una possibile riorganizzazione funzionale sul primo punto che analisi delle tendenze internazionali
La tendenza di fondo secondo me è che la cooperazione italiana seppure by di fonte cioè sotto l'impatto doppio
Della crisi fiscale dello Stato che ha prodotto come sappiamo una drastica riduzione dei fondi e degli scandali di Tangentopoli
La cooperazione italiana si sta però in qualche modo di allineando a quadro dominanti in sede OCSE questo quadro vede anzitutto una tendenza molto evidenti alla diminuzione degli aiuti che sembra dipendere da due ragioni
E cioè la fine delle motivazioni strategiche collegate a confronto bipolare la riduzione degli aiuti americani va sicuramente letto in questa chiave
E la scarsa efficacia degli interventi la Banca Mondiale estesa come è noto giudica insoddisfacenti almeno un terzo degli interventi fino ad oggi compiuti visto il declino dell'aiuto estero americano il gruppo di testa dei donatori dell'OCSE e ormai costituito dal Giappone che è il paese che più punta sugli aiuti allo sviluppo come strumento di influenza regionale e internazionale
E dai Paesi dell'Unione europea che hanno peraltro problemi evidenti di coordinamento e di ridefinizione dell'asse tradizionale della propria cooperazione la convenzione di gomme coglie ACP scadrà come si sa nel novantanove
Sia il Giappone che i Paesi europei peraltro non sono per ora riusciti a trasferire questa nuova posizione di principali donatori
In un'aumentata capacità di influenza negli organismi multilaterali da Banca mondiale in particolare problema che riguarda molto da vicino io credo anche in Italia
Basti pensare al caso dell'Albania caso in cui il nostro Paese dopo avere condotto con successo l'operazione Pellicano
Ed essendo il principale donatore bilaterale siccome la Germania riesce ad esercitare in effetti un'influenza solo relativa dal punto di vista dell'andamento quantitativo degli aiuti in sostanza il caso italiano è un caso per eccesso negativo come tutti sappiamo la curva del declino della PS italiano
Eccezionalmente drastica basta un dato semplice nel novantacinque gli aiuti bilaterali sono stati circa la metà di quelli erogati nel novanta
Da Quinto donatore OCSE alla metà degli anni Ottanta l'Italia è scivolato in decima posizione
Una posizione minimalista per un membro del G7
E se volete poco coerente alla continua ricerca di status internazionale testimoniata dallo sforzo in parte finanziato proprio dalla cooperazione attraverso la partecipazione italiana al peacekeeping
Per sedere fra i membri non permanenti del Consiglio di sicurezza
La tendenza alla contrazione delle risorse non è ancora esaurita nel novantasei gli stanziamenti per la cooperazione bilaterale sono stati di seicentottantacinque miliardi mentre erano superiori a mille miliardi nel novantaquattro
La finanziaria proposta per il novantasette anche se è difficile essere esatti le cifre non sono ancora del tutto chiare riduce ulteriormente questa cifra apparentemente di quasi duecento miliardi a me pare abbastanza evidente che seguendo questa curva e quindi portando di fatto gli aiuti bilaterali attorno ai cinquecento miliardi l'Italia non sarà di fatto in grado di condurre nessuna politica di cooperazione bilaterale di un qualche rilievo da questo punto di vista i trend internazionali confermano la cresciuta importanza relativa del multilateralismo come appunto nel caso italiano dove multilaterale attualmente guardando gli stanziamenti attorno ai mille settecento miliardi
Ma anche una ripresa del bilateralismo da parte di Paesi come la Germania o Olanda dove la politica di cooperazione considerata comunque una parte importante della politica estera
Una ripresa di bilateralismo almeno in parte dovuta fra l'altro alla delusione per la performance delle istituzioni multilaterale
Lo stato sempre più evidente fra risorse decrescenti e pressioni crescenti sulla creazione l'esplosione degli aiuti di emergenza è forse l'indice più chiaro di questa dilatazione dei compiti di e di aiuti cui abbiamo assistito negli ultimi anni
Ha portato la maggior parte dei donatori a concentrare la propria politica di cooperazione su un gruppo di Paesi prioritari
Naturalmente seguendo logiche diverse ad esempio mentre l'agenzia per gli aiuti americana ha deciso di cancellare i propri programmi bilaterali in ventun Paesi fra cui nove africani
Per dedicarsi a dare il di più evidente interesse strategico
Paesi contraddizioni solidaristiche come Danimarca ed Olanda hanno deciso di concentrarsi sui Paesi più poveri e sui programmi di sviluppo umano gestiti dalle agenzie delle Nazioni Unite
L'indicazione che se ne può ricavare per l'Italia è l'esigenza di concentrazione ulteriore su alcuni Paesi e programmi prioritari selezionati
Questa scelta è stata già compiuta di fatto negli ultimi anni secondo il rapporto del CESPI sulla cooperazione che esce in questi giorni più del cinquanta per cento degli aiuti sono stati destinati dalla fine degli anni Ottanta dieci Paesi prioritari
Ma la nostra impressione che ciò sia stato soprattutto prodotto di pressioni varie abbastanza frammentate più che una scelta funzionale ad un disegno coerente e indiscusso di cooperazione passò così al secondo punto zucche criteri dovrebbe basarsi una ridefinizione della politica di cooperazione italiana
Sempre guardando al dibattito internazionale credo che i criteri generali siano almeno due
E cioè l'efficacia degli aiuti da cui dipende la credibilità della cooperazione e quindi il consenso attorno a questa politica e secondo le motivazioni più o meno altruistiche più o meno egoistiche del Paese donatore
è del tutto evidente non c'è bisogno di dirlo che una maggiore credibilità della politica di cooperazione in termini di efficacia ai fini dello sviluppo senza questa maggiore efficacia appunto il declino di consenso sarà inarrestabile
Da questo punto di vista il dibattito sull'efficacia vede schematizzare al massimo due grandi scuole di pensiero
Le tesi della Banca mondiale secondo cui lo sviluppo di un Paese dipende essenzialmente dal suo grado di liberalizzazione economica interna e di integrazione dei mercati internazionali
La strategia di cooperazione deve quindi essere più orientativamente orientata Susy aggiustamento macroeconomico e le tesi relative allo sviluppo umano e partecipativo promosse dalle agenzie delle Nazioni Unite
Non ho tempo di sviluppare a questo punto che qui ho ricordato in modo estremamente schematico e quindi caricaturale se non per dire che il dibattito sulle condizioni dello sviluppo rimane in fondo un dibattito ancora aperto
Credo che una lezione cruciale che ci viene dalla storia degli anni ottanta con i suoi successi decollo economico asiatico e i suoi molti insuccessi
Una parte del contenuto continente africano è che le condizioni dello sviluppo si collegano così strettamente la storia culturale sociale e politica dei singoli Paesi
All'equilibrio fra capacità di governo e sviluppo dei mercati al grado di partecipazione sociale e così via
Che l'applicazione di ricette generalista Esterne è in ogni caso un'astrazione la conclusione è di importanza decisiva di programmi specifici mirati ai singoli Paesi di programmi graduati e quindi sostenibili nel tempo
Per l'Italia l'implicazione più diretta è che le oscillazioni continue di priorità che hanno in parte caratterizzato la cooperazione del passato sono in ogni caso dei lettighieri in termini di efficacia
Passando adesso le motivazioni del donatore ai suoi Rational di fondo se guardiamo all'eredità del passato se lasciamo da parte le distorsioni alla Tangentopoli
La cooperazione italiana in fondo Espresso tre motivazioni parallele
L'ispirazione solidaristica iniziale le ragioni di politica estera e le ragioni di politica economica estera queste motivazioni si ritrovano mix variabili in tutte le altre politiche di cooperazione la caratteristica del caso italiano io credo è che questi vari filoni della cooperazione non si sono mai integrati in una strategia unitaria
Sono per così dire rimasti separati dando vita a due o più politiche di cooperazione parallele distinte lo indica per esempio la netta divisione fra l'azione multilaterale obbligatoria gestite dal ministero del Tesoro
E l'azione bilaterale della cooperazione gestita dal mai assieme contributi volontari agli organismi multilaterali
O ancora la separazione abbastanza netta fra le finalità dei doni e dei crediti di aiuto associati dalla fine degli anni ottanta in poi soprattutto alla penetrazione commerciale delle imprese italiane
Le motivazioni di politica economica ma in effetti prevalso dalla fine degli anni ottanta i primi anni novanta una fase che si potrebbe definire di vera e propria commercializzazione degli aiuti che ha per esempio prodotto una crescita enorme del peso della Cina
Successivamente come risulta dei nuovi orientamenti di finiti della direzione generale della cooperazione nel novantacinque
è stata rilanciata la priorità della logica di politica estera
In cui rientrano sia obiettivi di stabilità e di sicurezza comprende sì nelle aree di interesse prioritario per l'Italia
Sia il contributo italiano lettera alle tematiche che vengono definite con una parola sì forse troppo semplice della global governance tutte quelle tematiche volti ad allargare l'aria di integrazione economica internazionale al tempo stesso posti a ridurre i fenomeni più estremi di mancato sviluppo
Sono funzionali a questi obiettivi così definiti e che ha ricordato in modo molto schematico tre aree di intervento ossia segni di tipo geopolitico
Verso i vicini poveri
Mirati a controllare attraverso politiche di Stipe di stabilizzazione di integrazione economica problemi come i flussi migratori
Ma anche ad aprire nuove opportunità di cooperazione economica tutti i temi di particolare importanza sia rispetto all'area balcanica che rispetto al Mediterraneo
Secondo gli interventi in situazioni di crisi e di conflitto emergenza peacekeeping riabilitazione e terzo gli interventi mirati alla riduzione della povertà
Senza entrare adesso più in dettaglio in questo rapporto fra cooperazione politica estera verrà trattato questo tema nelle relazioni Gianni Bonvicini
Questa impostazione riflette anche motivazioni di prestigio internazionale quindi come dicevo anche collegabile allo sforzo compiuto per entrare nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite
In nell'insieme io credo che i punti di forza della cooperazione italiana
Potrebbero consistere proprio nel proporsi come paese willing in tempo come si dice per quel che riguarda la politica la politica militare di esiti eroso e capace giocare un ruolo chiave in situazioni critiche particolari
Concentrandosi su obiettivi specifici di riduzione della povertà di riabilitazione in sviluppo locale
Vanno in questo senso le letture dei casi della Bosnia del Mozambico un caso straordinariamente positivo se volete della Somalia dell'Etiopia ed Eritrea tutti casi con una forte componente di molti bilateralismo
In parte riferita alle agenzie dell'ONU un parto intatti alla World Bank un ruolo sostenuto non solo della diplomazia tradizionale ma anche nella logica della cooperazione decentrata da attori non governativi ed attori locali
La nostra tesi che argomentiamo meglio nella relazione è che gli orientamenti di politica estera possano essere realisticamente assunti come motivo ordinatore di l'attività di cooperazione nelle sue varie dimensioni
Principio ordinatore in cui integrare però più razionalmente non solo le politiche appena citate ma anche le motivazioni di politica economica internazionale
Tenendo conto non entrava perché il tema della relazione dice a tutti Giuseppe Bonanno che ruolo della cooperazione allo sviluppo come strumento d'appoggio alla penetrazione economica e commerciale delle imprese italiane ventidue S è stato ridimensionato da una serie di vincoli esterni ed interni
A cominciare dagli accordi di Helsinki fra i Paesi OCSE per regolare i crediti all'export mentre prevale la dimensione multilaterale delle politiche di integrazione economica dei TV essere guidate dalla World Bank
Se si accetta questa impostazione preliminare che naturalmente influisce poi sulla selezione delle priorità geografiche sulla metodologia degli interventi e così via
Il nodo essenziale da discutere io credo e quali strumenti finanziari e gestionali Italia abbia bisogno per metterla effettivamente in pratica
Discutendo di strumenti una prima questione aperta riguarda il rapporto fra bilateralismo il multilateralismo
Ci si può chiedere io chiedo io credo che dati i vincoli finanziari se appunto dati questi vincoli l'Italia debba puntare tutto su un multilaterale se questa non sia in effetti la scelta migliore
La nostra convinzione è che questa sarebbe in effetti la scelta migliore se potesse essere compiuta a livello dell'Unione Europea
Se cioè esistesse una vera e propria politica estera e di sicurezza comune europea in cui integrare lo strumento cooperazione
Dal momento che la situazione non è ancora questa l'Italia a nostro avviso non può privarsi del canale bilaterale che come ho detto è una componente importante della politica estera
Si può aggiungere che la dimensione in ruolo i vincoli internazionali dell'Italia presento la partecipazione al G7 non ne permettono una specializzazione troppo secca una scelta che è stata invece compiuta da Paesi europei minori
Per fare solo un esempio da un paese come la Danimarca che si è concentrato interamente sul multilateralismo delle Nazioni Unite
Discutendo di gestione invece una riorganizzazione funzionale di fondo appare come la condizione essenziale per una cooperazione funzionante
Stanno qui noi crediamo i principali punti deboli attuali della cooperazione italiana questo tema affrontato nella parte conclusiva della relazione del CESPI io qui accennerò solo molto rapidamente ad alcuni punti essenziali
E cioè che centralità della politica estera nel senso che ho detto prima non significa d'altra parte accentramento gestionale in uno solo struttura e invece auspicabile non crediamo una distinzione tra responsabilità di finanziamento di coordinamento e di esecuzione di un programma di cooperazione la scelta di separare la direzione politica dalla gestione dei progetti e dei programmi della PS corrisponde a criteri di efficacia
Ciò risulta per esempio da una recente ricerca sulla gestione della cooperazione in sei Paesi donatori
Da cui si deduce che questa separazione di ruoli già in vigore in alcuni casi per esempio in Germania in Olanda è una delle condizioni PRA aumentare l'efficacia degli aiuti
La seconda condizione di fondo dell'efficacia degli aiuti è individuata nel dibattito europeo sua cooperazione nella coerenza
Tra gli obiettivi degli aiuti e le varie politiche esterne i tempi negativi più ovvi naturalmente sono la non coerenza nell'azione verso i PVE S fra le politiche di cooperazione dell'Unione le politiche commerciali o la politica agricola comune
Nella pièce italiano la necessità di coerenza si manifesta però anche all'interno della stessa politica di cooperazione in particolare utilizzo dei crediti di aiuto i pedoni risponde come si è visto a finalità diverse
In una riorganizzazione funzionale i crediti di aiuto e più in generale di strumenti economici della cooperazione dovrebbero essere integrati più correntemente nell'azione di cooperazione in modo più specifico un uso degli strumenti economici ispirato a criteri di coerenza potrebbe essere finalizzato ad obiettivi come questi
Primo la promozione dell'imprenditoria locale secondo l'appoggio nel suo strutture di base nei paesi di prima priorità in quelli dove si realizzano programmi di sviluppo umano
Terzo la promozione del ruolo delle piccole e medie imprese italiane nei processi di sviluppo del PIL Vs
Quarto il rafforzamento attraverso l'utilizzo dei crediti di aiuto e sistema finanziario nel PDA Lippi può essere e la creazione di fondi di appoggio alle microimprese
Una maggiore coerenza fra utilizzo dei doni dei crediti di aiuto implica sia una forza mento politico decisionale del ministero degli esteri sia una gestione esterna più specialistiche pre flessionale
La top solamente interessante in proposito mi sembra il luogo della pedine stavolta nella cooperazione tedesca
Così come la recente riforma organizzativa della cooperazione svedese che separa la gestione delle attività infrastrutturale dei programmi di riduzione della povertà
E poi sviluppato nella relazione cerchio finito il mio tempo e quindi non ne parlo problema del coordinamento ma proponiamo tutta una serie di modalità in cui l'Italia possa rafforzare il proprio controllo sugli indirizzi della Banca mondiale però e posa proporsi di partecipare più attivamente al dibattito nell'Unione Europea in particolare assumendo una posizione sul sul destino delle convenzioni come cosa che non è stata ancora fatta
Dirò solo come ultima cosa che naturalmente tutta questa nostra visione presuppone una soglia minima di risorse accogliendo tesi che sono peraltro abbastanza diffuse noi riteniamo che questa soglia minima in una visione come quella che ho appena schematizzato
Dovrebbe stare attorno ai mille miliardi di lire per quel che riguarda la cooperazione bilaterale
E attorno ai mille cinquecento miliardi per quel che riguarda il canale multilaterale con un bilancio complessivo quindi di due mila cinquecento miliardi e cioè il cinquanta per cento di quanto toccato negli anni in cui l'Italia era quinto donatore OCSE e naturalmente infine tutto ciò presuppone un consenso interno sufficiente sull'esigenza di salvaguardare quello che appare a tutti gli effetti come uno stop uno degli strumenti centrali
Dell'azione esterna di un Paese con il così come il nostro così a contatto se volete con problemi di sottosviluppo e di instabilità
Da questo punto di vista io credo che la definizione fosse più efficace sia di considerare la cooperazione come una forma indispensabile di diplomazia preventiva grazie
Grazie a Marta Dassù
Adesso ci riferisce
Giuseppe Bonanno di Linguaglossa segretario generale del i checks
Voglio che ringrazia
Fa sapere ingraziare il senatore Serra
Sull'iniziativa
I nostri istituti sono anni che lavorano su questi temi della cooperazione vedono ogni anno scemare i fondi destinati ai Paesi poveri
Questo mio intervento dà delle indicazioni di coordinamento tra politica economica essere politica essere politica di cooperazione allo sviluppo è un contributo al petto per la discussione
E come ha detto Marta Dassù sui temi di cooperazione economica a favore dei Paesi in via di sviluppo per la loro crescita
Lodi viso in una e in cinque temi che è la politica di cooperazione allo sviluppo e la politica economica estera coerenza tra politica di cooperazione e politica commerciale coerenza tra cooperazione investimenti esteri
Cooperazione debito e cooperazione e intesa
L'integrazione dei paesi in via di sviluppo nella economia internazionale l'obiettivo prioritario della politica di cooperazione allo sviluppo che si traduce nel principio della partecipazione come affermato da diversi Summers delle Nazioni Unite
Con la parola partecipazione si intende la piena partecipazione alla vita politica sociale ed economica e in particolare l'attribuzione di poteri alle popolazioni dei Paesi in via di sviluppo
Non che l'accesso alle oppormi per l'opportunità di mercato alle risorse alle conoscenze per ridurre le condizioni di povertà e promuovere lo sviluppo umano
L'integrazione dei paesi in via di sviluppo nell'economia mondiale sta già avvenendo tra novanta e novantacinque i flussi di capitali privati verso i Paesi in via di sviluppo sono mancati da cinquanta miliardi a centosettanta miliardi di dollari
Tre principali paesi per dimensione economica misurando il prodotto interno lordo in termini di parità di potere d'acquisto ci sono la Cina seconda dopo gli Stati Uniti e Tre Pini dieci Paesi l'India Brasile Indonesia
Tuttavia e questo è un aspetto fondamentale l'integrazione riguarda solo alcuni dei paesi in via di sviluppo
Quelli denominati Magenta
Gli investimenti diretti esteri cedole si concentrano infatti per due terzi nei Paesi emergenti dell'Appia dell'Asia orientale e solamente per un terzo nell'America latina
Paesi capaci di inserirsi nel mercato mondiale e di attirare ingenti risorse private
Viceversa di un gruppo di Paesi e qui rimanda alla tabella numero quattro
Che da il reddito pro capite
Hanno per ciascun Paese a partire dal Ruanda che ottanta dollari pro-capite hanno vi è un gruppo di paese che appare sempre più margine Rizzato sono i Paesi più poveri e in particolare quelli dell'Africa subsahariana
Infatti questi Paesi poveri ricevono solamente gli aiuti dell'aiuto pubblico allo sviluppo aiuti che nel novantacinque sono stati pari a cinquantanove miliardi di dollari riducendosi in termini reale del nove virgola tre per cento rispetto al novantaquattro
E qui si situa la sfida dell'integrazione dei Paesi più poveri nell'economia mondiale
Rivitalizzare utilizzare la politica di cooperazione allo sviluppo in modo efficace efficiente per fare emergere anche i paesi più poveri nel mercato internazionale
Se non si riesce a catalizzare flussi privati verso questi Paesi la politica di cooperazione allo sviluppo avrà solo la funzione di mera assistenza mantenendo tali Paesi in uno stato di dipendenza dall'aiutano con effetti perversi e di sottosviluppo
Per questo è necessario smitizzare la politica di cooperazione allo sviluppo essa può dare un contributo al progresso integrazione ma niente di più
Bisogna raggiungere tre obiettivi la crescita endogena delle forze sociali e produttive locali due la riforma delle politiche di sviluppo tre la modifica di quei rapporti economici internazionali che lo Stato non libero sviluppo di questi Paesi
Voglio qui cogliere l'aspetto più rilevante del rapporto tra politica di cooperazione allo sviluppo e politica economica estera
Infatti perché la politica di cooperazione allo sviluppo abbia efficacia è indispensabile che la politica economica estera sia coerente
E dunque di fondo risulta indispensabile rendere coerente l'obiettivo solidaristico deve sostenere lo sviluppo umano nei paesi in via di sviluppo
Con indubbia implicazioni di sicurezza e stabilità per la politica estera con l'interesse nazionale visto sostenere la propria economia nel quadro della competizione internazionale
Ricorderete qui che la coerenza è uno dei principali punti della politica di cooperazione allo sviluppo esposti nei trattati di Maastricht
Il trattato infatti prevede che sia valutata la coerenza delle diverse politiche dell'Unione rispetto alla politica di cooperazione allo sviluppo
La politica di cooperazione allo sviluppo è inutile se non vi sono politica economica essere che creino un ambiente economico internazionale favorevole all'integrazione dei Paesi più poveri
Altrimenti si rischia di perpetuare l'errore di dare con una mano per togliere con la
E qui vorrei ricordare grandi big il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo
Esso ha stimato appese la cooperazione dai Paesi in via di sviluppo aiuti per circa cinquanta miliardi di dollari l'anno
Dall'altro le politiche commerciali protezionistiche dei paesi del Nord e causano un mancato guadagno per l'esportazione dei paesi in via di sviluppo di circa cinquecento miliardi di dollari l'anno
La politica di cooperazione allo sviluppo deve essere diretto a sostenere la capacità dei Paesi più poveri e partecipare al mercato internazionale
La storia recente ci insegna come siano stati i Paesi che hanno cercato di entrare nel mercato internazionale quelli che sono riusciti a raggiungere il più elevati tenori di vita
A tal fine la comunità internazionale indica due orientamenti per l'azione dei Paesi più poveri
Istituisce una big bang capacity building istituzioni dealing per sostenere i governi locali nel creare un quadro giuridico legale amministrativo
Ecco ed efficiente e nell'applicare una politica di concorrenza di stimolo alla produzione e all'innovazione
Capacity building nel settore privato
Nell'agricoltura nell'industria e nei servizi
Una politica economica essere coerente deve essere dirette a garantire l'apertura dei nostri mercati ricordo che la politica commerciale dei paesi membri è di competenza dell'Unione Europea ma tuttavia questo non significa aver delegato ad altri le nostre decisioni
L'Italia è chiamata a partecipare attivamente al dibattito in atto sull'apertura dei mercati a livello multilaterale
E tramite la creazione di aree di squilibrio scambio come il Mediterraneo il Mercosur con i Paesi dell'est in vista del loro entrata nell'Unione
In tale quadro deve essere chiaro il sostegno italiano al processo di liberalizzazione internazionale ed evitare che la creazione dei Area di libero scambio vada provocare effetti di distorsione commerciare a danno dell'esportazione di Paesi più poveri
Rispetto ai Paesi più poveri deve essere rafforzata la concessione di preferenze tariffarie soprattutto per i prodotti trasformati mediante una nuova partnership con i paesi dell'Africa Caraibi e Pacifico
E i nuovi schemi di preferenze generalizzate
Il successo delle urne ovvero guai gravando comporta la necessità di far fronte con nuovi strumenti all'erosione dei margini preferenziali a seguito del processo di liberalizzazione
Non bisogna infine dimenticare l'altrettanto importante esigenza di contribuire alla creazione di infrastrutture che permettono la crescita del valore aggiunto come ad esempio la creazione e distribuzione di energia
E la commercializzazione internazionale di prodotti come ad esempio le infrastrutture strade e porti è un sistema adeguato di telecomunicazioni
Una terza aria innovativa di competenza della politica economica essere ma con effetti complementari per la politica di cooperazione allo sviluppo era presentata dalla ricerca di cofinanziamenti privati in investimenti tradizionali pubblici per mezzo del project financing
Il sostegno della capacità di investimento dei governi locali in progetti di sviluppo rappresenta lo strumento tipico della cooperazione e che più ha dato abito a critiche e a scandali per e non è stato solo un fenomeno italiano
Di qui l'esigenza di trasparenza nel ricorso a bandi di gare internazionali di misure di controllo e di valutazione più efficaci ed efficiente
E qui vorrei ricordare e sottolineo che la banca mondiale ha creato una struttura di valutazione e controllo indipendente da quella tecnico operativa della cooperazione e ciò per garantire l'indipendenza delle valutazioni
La scarsità dei fondi a disposizione dalla cooperazione italiana rende però difficile oggi la possibilità di finanziare la redenzione di grandi infrastrutture e quindi più praticabile la via dei cofinanziamenti attraverso le banche di sviluppo internazionale come la banca mondiale
Risulta infatti necessario integrare Descartes risorse della cooperazione italiana con quelle multilaterali
Le sotto importante sottolineare il potenziale positivo e gestirla conseguentemente con il supporto del negoziato diplomatico per accrescere la partecipazione italiana all'attività degli organismi internazionali multilaterale
Per quanto riguarda e gli incentivi agli investimenti privati nei paesi in via di sviluppo in particolare pressioni di joint ventures imprese miste
Esiste già uno strumento l'articolo sette della legge quarantanove ottantasette occorre quindi rafforzare la sua gestione raccordando lo più strettamente a strumenti istituzionali istituzioni politica economica S.p.A.
Che home operano con misure simili e qui voglio ricordare la Simest e Mediocredito centrale
Che hanno maggiore esperienza si può inoltre pensare un più stretto coordinamento con strumenti di quello europeo irrompe anche un minuto in vetta impatto lessi internazionale International Finance Corporation vip e nitida
Lo scarso utilizzo di tale strumento dipende comunque in gran parte dalla difficoltà di creare joint ventures nei Paesi poveri a causa dei loro condizione strutturale
E portante allora che la politica di cooperazione allo sviluppo contribuisca soprattutto a creare le condizioni locali per permettere la realizzazione di investimenti privati esterni con una realizzazione di accordi di protezione degli investimenti
Alterazioni possibili possedere per sostenere gli investimenti locali ed esteri del settore privato nei Paesi più poveri sono le a creazione di fondi di garanzia di crediti rotativi
Lo sviluppo della cooperazione tecnica e finanziaria tra banche locali italiane progetti di assistenza tecnica per individuare opportunità di investimento
Sempre più importante quindi appare lo strumento del project financing per permettere ai paesi in via di sviluppo di realizzare quelle infrastrutture che altrimenti gli Stati locali non saprebbero come finanziare e gestire tra le opere hanno caratteristiche di redditività sono definite commerciali e quindi rientra nella politica economica sta vorrei accennare al problema sempre più preoccupante del debito dei Paesi più poveri
Il peso della loro esposizione debitoria verso i governi dei Paesi occidentali e le banche di sviluppo sempre maggiore
L'utilizzo dei crediti d'aiuto ha portato all'accumulazione ingenti oneri debitori che pagava io non inesigibili
Di conseguenza i governi dei Paesi donatori non già modificato la composizione degli aiuti per ferendo lo strumento del dono al credito d'aiuto
Rimane tuttavia il problema del pagamento del debito a tale riguardo al governo italiano abbia fatto dei passi verso una riduzione applicando le diverse condizioni privi di riscadenzamento prevista dagli accordi interni leggi
Un altro campo di d'azione riguarda la sinergia che si può creare trenta prendi teorie era organizzazioni non governative di volontariato per lo sviluppo dell'economia sociale del cosiddetto perso settori
Io qui invito le ONG italiane che sono soprattutto di volontariato a fare richiesta alle Nazioni Unite
Di essere inserite nel roster se e negli stati costruttivi uno e due che permette di lavorare nell'ambito delle Nazioni
In conclusione la nuova politica di cooperazione allo sviluppo italiana potrà acquisire qualità ed efficacia se uno la relazione tra politica di cooperazione allo sviluppo e politica economica essere sarà coerente
La politica di cooperazione allo sviluppo diretto a contribuire all'integrazione dei Paesi più poveri nell'economia mondiale avrà efficacia se la politica commerciale
E di sostegno agli investimenti esteri Terrani sarà con cura e se essa sarà aperta innovativa nel definire nuovi strumenti ed azioni capaci catalizzare le risorse private
Sintesi più poveri una politica di cooperazione allo sviluppo efficace può esistere solo se si definirà corrente mente una chiara e forte strutturata politica economica estera
Se ciò avverrà se ciò non si definirà una coerente politica economica essere il ruolo della politica di cooperazione allo sviluppo sarà limitato
Imitato interventi umanitari e di emergenza e interventi di lotta alla povertà che non hanno prospettive di successo nel medio periodo
Si quoterà l'illusione di incidere sullo sviluppo umano di alcune comunità magari con interventi mirati e ben gestiti quando invece le dinamiche sociali ed economiche stanno mutando
Strutturalmente lo scenario e la sostenibilità di queste azioni rendendole inutili
Due la politica di cooperazione utile allo sviluppo sarà efficace se sarà organizzata attorno a due direttrici partecipazione e decentramento la politica di cooperazione allo sviluppo e la politica economica e sarà possono essere non solo correnti Macca tra loro coordinate nel perseguire l'obiettivo di sostenere la capacità delle forze sociali e produttive riuscì dei Paesi poveri
Detto ciò mi sembra infine importante aggiunge il richiamo alla necessità di rafforzare strutture e strumenti efficaci ed efficienti non burocratici
Di programmazione e controllo e valutazione della cooperazione cioè particolarmente importante al fine di avere informazioni sui risultati e sulle responsabilità per dare certezza e credibilità per correggere gli errori perseguire quelle azioni di cooperazione che hanno saputo concretizzare gli obiettivi il sviluppo umano
Sottolineo una nuova legge uno e nuove iniziative di cooperazione più che nuove formule burocratiche di amministrazione interventi dovrà procedere a creare strumenti di programmazione di coordinamento tra politica estera
Politica di cooperazione allo sviluppo e politica economica estera coerenti con gli obiettivi di Maastricht
Si dovrà migliorare la programmazione a lungo termine di queste politiche ed assicurare coerenza al fine di perseguire che il che è l'obiettivo e che è l'integrazione dei paesi in via di sviluppo ente articolare quelli più poveri nel concerto e nello spazio economico mondiale e come dicono nelle Nazioni Unite con pari opportunità e dignità
Grazie sottosegretario Serri mi ha pregato di serve a questo punto questa mattina quindi io vado avanti più rapidamente possibile dalla parola a Gianni Bonvicini direttore Troiani
Un grazie innanzitutto vorrei precisare cercare di chiarire perché il titolo che abbiamo dato alla nostra relazione e cioè l'Italia e direi bisogna aggiungere anche l'Europa
Fra Est e Sud e quali conseguenze quindi per la politica estera e per la politica di cooperazione allo sviluppo
Io penso che questa dimensione est sud una dimensione particolarmente importante sia per la politica estera dell'Unione Europea che dell'Italia
Nel senso che ha cambiato sostanzialmente i termini della sicurezza e dell'economia
Di conseguenza anche mutano
I punti di riferimento e le concezioni della politica di cooperazione allo sviluppo sia per l'Europa quindi per l'Unione europea che per l'Italia in effetti se vediamo alla diversa
Collocazione geopolitica di oggi e la confrontiamo col passato
C'è evidentemente da aggiungere una nuova dimensione nel passato prima negli anni ottanta la sicurezza dell'Oropa era stata profondamente in effetti influenzata dalla situazione di instabilità che si verificava in quello che Brzezinski a quell'epoca chiamava l'arco delle crisi e che è un'area molto estesa che andava dalle sponde dell'Atlantico
Andava lungo il Nordafrica Medioriente e arrivava all'Afghanistan
E per anni l'Europa ha guardato a quella lunga fascia di territorio come ad una palestra del confronto globale
Fra USA e URSS ove i fattori locali fenomeni religiosi
Venivano strumentalizzati dalle due parti nella tradizionale partita di acquisizione zone d'influenza
Ora con la fine della contrapposizione ideologica nella seconda parte degli anni ottanta e con il crollo del sistema politico dell'Europa orientale
Una nuova fascia più a nord di quella precedente entrava in un'epoca di profonda instabilità e di crescenti conflitti quindi l'Europa dell'Est si saldava di fatto al vecchio arco di crisi
In quanto a rischi e minacce tanto da dare vita quella che oggi viene chiamato il nuovo arco di crisi che si stende da Este a sud senza soluzione di continuità
Quindi intorno all'Europa occidentale si è formato un semicerchio potenzialmente esplosivo e di difficile interpretazione sia dal punto di vista delle possibili crisi future sia dei rimedi da proporre ora si tratta di una posizione completamente nuova per l'Europa occidentale che negli anni fra il resto della guerra fredda aveva potuto sfruttare una copertura quasi completa da parte americana la conseguenza qui che c'è una prima conseguenza
E che oggi le richieste che provengono dall'estero
E quelle concorrenti del Sud prefigurano un diverso tipo di responsabilità per l'Europa sia nel campo degli interventi economici che in quelli della sicurezza seconda conseguenza il fattore geo politico è destinato a giocare un ruolo crescente nella futura politica economica e di sicurezza dell'Unione Europea
Di fatto quindi emerge la tendenza verso una più accentuata regionalizzazione degli interessi e delle responsabilità comunitaria
Però e terza conseguenza vi è anche un un problema grosso e che il problema della competizione fra Este sud per accedere alle risorse dell'Europa occidentale
E questo problema si manifesta soprattutto questa competizione si manifesta soprattutto nei confronti del Mediterraneo e dell'Africa subsahariana da dove provengono le sfide più dirette per la stabilità complessiva dell'area il rischio è quindi che la situazione sfugga rapidamente di mano dal momento che non esiste un meccanismo all'interno dell'Unione europea in grado di bilanciare questo squilibrio tra politiche verso Este e politiche verso su in effetti di fronte ai gli accordi di super associazione sottoscritti con i paesi dell'Europa centrorientale sì contro pongono i protocolli di Barcellona che rappresenta non solo un primo e direi incompleto passo verso una politica mediterranea
Ora se è vero che per motivi culturali storici politici i Paesi dell'Est sono destinati a entrare prima o poi nell'Unione Europea
Per gli esclusi bisognerà quindi fissare delle politiche di sviluppo e di cooperazione che abbiano come obiettivo quello di rafforzarne l'economia favorire l'integrazione in sottogruppi di paesi di sviluppare le produzioni lavori intensi e di coinvolgerli i meccanismi di prevenzione e gestione dei conflitti locale
Ora pervenire all'Italia da quanto se appena accennato sul piano europee
L'Italia deve trarre alcuni indicazioni importanti per lo sforzo volto a ridefinire la propria politica estera e di cooperazione
Il primo fattore è evidentemente quello della centralità della collocazione geopolitica del Paese come appare da quanto abbiamo ho appena detto per l'Unione europea
L'Italia è decisamente al centro di una delle principali aree di crisi del mo'qui una ovvia considerazione è un paese di frontiera quindi
Questa collocazione di frontiera
Ricchezza che in termini di interesse e cono sicurezza che riguarda l'intera regione periferica dai Balcani al Medio Oriente al Mediterraneo all'Africa subsahariana
Ne consegue di nuovo altra conseguenza che gli obiettivi della politica estera italiana sono più regionali che globali
E ciò forse in contraddizione anzi sicuramente nutrizione invece con la propria politica economica estera abbiamo sentito parlare Bonanni
Di questo tema i cui orizzonti sono invece in larga parte extra regionali punk all'Estremo Oriente all'America Latina
Ora da questo punto di vista non sembra che fino ad oggi sia stata fatta chiarezza sul suo ruoli rispettivi della politica economica estera e di quella di cooperazione
C'è l'ultimo rapporto del CESPI quello del mille novecentonovantasei sulla cooperazione allo sviluppo in Italia dove appare in termini di priorità di grafiche sui dati del mille novecento e novantacinque la politica di cooperazione di fatta di fatto non si sia mossa con quella coerenza necessaria ai principi che abbiamo appena enunciati
C'è ad esempio un declino di peso dell'Africa subsahariana che è stata tradizionalmente l'area più significativa di destinazione degli italiani il rapporto del CESPI dice che per la prima volta nel mille novecentonovantacinque la Regione ha perso il rango di prima beneficiaria dell'aiuto pubblico allo sviluppo
Anche se conserva un peso relativamente importante circa il trenta per cento
Secondo una crescita relativa dell'area latino americana che raggiunge con il venti venticinque per cento
Un peso superiore alla percentuale che aveva nel periodo precedente di abbondanza presto diverso forse nella cooperazione e il quindici per cento
E che contrasta fra il resto con la definizione ufficiale dell'America latina quale area non prioritaria della cooperazione italiana
La volatilità della posizione dell'Asia e poi soprattutto sottolineato il peso relativo ancora molto Dini intatto dell'Europa centro orientale e dei Balcani in modo particolare allora da questa analisi che qui ho detto in modo molto conciso sembra abbastanza evidente che all'aiuto pubblico per lo sviluppo sia aumentata una coerente impostazione regionalista
Secondo quei criteri di stabilità e di sicurezza che oggi sembrano prevalere nelle con considerazioni degli esperti criteri direttamente collegabili
Alla collocazione geopolitica dell'Italia e dell'unione europea se si dovesse quindi seguire questa impostazione regionalista nostro parere
L'unica fra resto atta a creare condizioni di stabilità nella regione europea mediterranea a fronte di un indubbio calo delle risorse finanziarie a disposizione sia in Italia che nell'Unione Europea è abbastanza evidente che sarà necessario un forte raccordo tra politica economica estera e cooperazione allo sviluppo
Con una divisione dei compiti e delle responsabilità che permetta di operare sul piano globale politica economica estera e su quello regionale con maggiore efficacia
Direi che quindi con me prima conclusioni vi è un'urgente necessità di fare politica estera cioè le ragioni che abbiamo appena ricordato rafforzano infetti la Teoria sulla centralità della politica estera rispetto agli interessi più profondi dell'Italia compresa ovviamente la politica di cooperazione all'ostico
Allora stabilendo che la cooperazione allo sviluppo è parte integrante per la politica estera italiana la legge quarantanove dell'ottantasette ha introdotto un cubo fondamentale mutamento rispetto alla precedente legge riducendo la cooperazione all'ambito riconducendo la cooperazione all'ambito politico e distanziando la anche linea principio
Dalla sua utilizzazione come puro strumento di promozione dell'azienda Italia sul mercato mondiale
In realtà fino ad oggi tale mutamento di impostazione e poi fra resto è ribadito anche nel nuovi indirizzi della Coppa orazione italiana proposti dal ministero degli Esteri novantacinque in realtà in tale mutamento non ha sempre trovato un puntuale riscontro nell'effettivo modo di operare della cooperazione
Esiste quindi il problema di riportare alle sedi più naturali le grandi decisioni sulla politica di cooperazione le priorità geografiche ad esempio sono state in passato anche riflesso di concorrenti interessi di partito di corrente o sono emerse come strumentali rispetto ad altre politiche governative
Occorre quindi che il Parlamento affermi un suo ruolo in queste scelte anche per garantire la necessaria continuità dell'attività di cooperazione ma soprattutto come dirò fra poco è necessario un ruolo più incisivo della presidenza del Consiglio
Sotto il profilo un puramente organizzativo l'unica soluzione possibile l'abbiamo sentito anche dalle precedenti relazioni in particolare per il Bonanno
Quella di separare il momento politico negoziale dell'attività di cooperazione da quello esecutivo il primo dovrebbe naturalmente rimanere prerogativa del governo faccia del ministro degli Esteri sotto il controllo del Parlamento il secondo dovrebbe essere affidato a un'agenzia o enti Esterni
Inoltre è superato il tradizionale divario fra canale bilaterale e quello multilaterale ormai nella cooperazione internazionale
La parola d'ordine è il coordinamento fra agenzie internazionali organismi nazionali e come abbiamo visto nel caso della cooperazione italiana la multilaterali trazione è un processo avviato ma che richiede ancora qualcosa per essere consolidato
E subordine direi a questo obiettivo di molti relazioni cioè evidentemente quello che è stato anche da Marta Dassù sottolineato la necessità di una comunitarizzazione della politica di cooperazione a livello di unione europea
Cosa non semplice proprio perché l'Unione europea essa stessa trova delle grandi difficoltà a partire in modo efficace su questo tema della politica di cooperazione anche per gli ostacoli che gli stessi Paesi pongono all'Unione Europea in questo particolare settore
E io direi sempre dal punto di vista della riorganizzazione degli strumenti che riguardano la politica comparazione un capitolo molto importante e un'attenzione particolare va posto sulla riva lite rivitalizzazione del rapporto con il mondo del volontariato e con tutte le altre strutture che all'interno della società civile hanno dimostrato interesse e capacità
A partecipare alle attività di cooperazione non nell'intento di il regimentare tali forze neghi farle o di farne dei fiancheggiatori dell'attività di governo ma per offrire occasioni di coordinamento e di reciproco sostegno nella definizione e nella realizzazione degli interventi valorizzando il capitale di risorse umane creato nei dieci anni espansione la nostra cooperazione e le diversità che fanno la forza della nostra società quella che potremmo infatti definire come diplomazia parallela riveste un ruolo di fondamentale importanza per l'immagine internazionale del Paese a completamento della politica estera ufficiale
E quindi a mio parere vanno rafforzate delle competenze presso il ministero degli Esteri e delle strutture adeguate per tenere i contatti con questo importante settore
Ma rovesciando poi
La la visione della riorganizzazione della politica di cooperazione e andando al vertice io penso che infine di fronte alle carenze strutturali del nostro Paese nella gestione della politica internazionale
è necessario operare alcuni aggiustamenti nel ruolo della presidenza del Consiglio
In particolare per quanto riguarda la presidenza del Consiglio i suoi compiti dovrebbero essere di due tipi il primo è quello evidentemente di una visione strategica degli interessi del paese il secondo è il coordinamento tra politica estera politica e economica estera e politica della cooperazione io non vedo altre sedi dove questo raccordo ossa avvenuto e la proposta poi esplicitiamo nel nata nella nella nella relazione dell'Istituto noia la proposta potrebbe essere quella di creare un'unità nel Consiglio dei ministri quindi lasciar perdere il vecchio CIPE che ha dei compiti molto precisi e molto limitati e che sicuramente non ha la capacità di coordinamento
Ma indennità flessibile e informale del Consiglio dei ministri per l'economia internazionale
Presieduta naturalmente al Presidente Consiglio composta dal ministro degli Esteri Tesoro industria Commercio estero
Che oltre a coordinare le rispettive posizioni dovrebbe occuparsi di individuare le aree prioritari su proposta naturalmente dei ministeri competenti su cui concentrare le risorse sempre più limitate e gli interessi del Paese attivare gli strumenti assicurativi e finanziari necessari
Fissare la posizione da assumere nelle istituzioni e nei progetti comunitari e multilaterale
Tale unità dovrebbe a valersi di un consigliere permanente o di un Consiglio permanente per gli affari economici internazionali con un proprio sta leggero
E una funzione di impulso di coordinamento e controllo della tubazione questi direttivi insomma una specie di National Economic Council all'americana tanto per non inventare nulla di nuovo
In questa sede io penso sarebbe a nostro avviso possibile dare coerenza alla nostra politica di cooperazione allo sviluppo evitando la confusione
E l'uso inappropriato di politiche e di strumenti e ad assicurare una presenza unitaria del nostro Paese sia nelle sedi multilaterali
Che nei paesi verso cui indirizzare i nostri sforzi di cooperazione grazie
Grazie sempre correndo contro tempo dalla parola Rosario lembo presso rappresentante dell'Assemblea delle ONG italiane
Ringrazio la Presidenza tutte presentare questo contributo a nome delle organizzazioni non governative italiane annuncio che s'articola su tre punto diciamo così livelli
Dopo deprime le considerazioni di carattere generale visto che si vuol parlare del ruolo del futuro della cooperazione italiana e poi alcuni dei contributi più specifici sul tema proprio di quale debba essere questo futuro quindi quali indirizzi dovrebbero caratterizzare queste le fu
Con riferimento a queste considerazioni di carattere generale perché quando si vuole parlare cercare punto Tino di creare del nuovo bisogna ricordarsi impone l'esperienza del PCI viene credo che in un mondo caratterizzato da un processo di globalizzazione che condiziona tutti i principali problemi se dalla comunità internazionale che dei singoli cittadini per noi organizzazioni non governative
La cooperazione allo sviluppo nella sua dimensione sia storico che morale costituisce un'espressione di solidarietà fra popoli
Che rispondere massima aspirazione quindi proprie di ogni essere umano
Ed era sentita delle opinioni pubbliche dei singoli appunto paesi credulità dobbiamo ricordarci quali sono i valori etici alla base di uno strumento che poi si mette al servizio della politica estera ho colto l'attimo che viene attuato dai governi proveniente dagli Stati
Rispetta questi valori da però rilevato che le forme di cooperazione bilaterale attuate dall'Occidente nel corso dell'ultimo trentennio hanno mostrato notevoli diversificazioni
Ancora oggi appunto c'è un dualismo tra appunto politica prevalentemente umanitaria e puntuale di un abbandono forse di approccio di politica di sviluppo e nel passato praticamente abbiamo assistito a forme di solidarietà più radicali interessate
Ma anche a forme di politiche di sviluppo finalizzata allo sfruttamento del colonialista commerciale delle popolazioni beneficiari oppure alla subordinazione dell'oggi che appunto dei flussi che le stesse priorità geografiche
Nell'ambito di quello per il dualismo estroversa vigente prima del crollo del muro di Berlino
In sintonia con questa tendenza internazionale si è sviluppata anche l'esperienza della cooperazione italiana
Sapevo che l'Italia entrata da buon'ultima la comunità internazionale con flussi rilevanti appunto di risorse finanziarie destinate del nostro Paese
Purtroppo però come è stato sottolineato in alcune relazioni introduttive queste nostra esperienza si è caratterizzata per la mancanza assoluta di una coerenza a livello di metodologie operative per una discontinuità di priorità geografiche
Per una subordinazione a politiche di interventi prevalentemente infrastrutturali spesso determinate da gruppi di interessi con la conseguenza che gli effetti concreti esercitati sui Paesi beneficiari
Sono stati in prevalenza Lulli o negativi in termini di valorizzazione delle risorse umane e di miglioramento delle condizioni di vita
In questo contesto un po'distorto quindi del termine appunto etico di che cosa cooperazione allo sviluppo operazione punto quindi finalizzata non lo sviluppo dei popoli di tutti i popoli si sono trovati ad operare le associazioni italiane di solidarietà internazionale le Havre qui precisare che delle organizzazioni non governative non sono altro che un modo punto specifico di qualificarsi ma dell'associazionismo italiano
In quanto le udienze non governative sulla che sia espressione propositiva e operativa della società civile e vogliono vedere questi atteggiamenti di solidarietà del nostro Paese proprio nei confronti dei popoli più lontani
Più di trent'anni di impegno sul campo in collaborazione con organizzazioni non governative di base di questi Paesi Levì s non governative riteniamo abbiano maturato oggi una sufficiente esperienze qualificazione non soltanto che ciò trovo un riconoscimento in sede internazionale
Ma a partire dalla quale forse oggi possono dare anche un contributo nell'ambito del dibattito in corso sulle indirizzi di riforma della cooperazione italiana
A partire però da una convinzione di fondo che mi pare già stata toccata nell'ultima relazione che Cicchitto ci trova particolarmente sensibili quello della reciproca autonomia quindi non contraddizione tra politiche espresse dai governi e politiche espresse dalla società civile
Reciproca autonomia che deve essere riconosciuta e rispettata
In quanto punto attimo perché i ruoli e le funzioni sono diverso
In questo contesto quindi lo che sono governative così come hanno portato nell'ambito della precedente esperienza all'esperienza in corso galleggia punto quarantanove un ruolo di vigilanza critica
Cercheranno oggi di dare un contributo anche propositivo in questo senso ringraziamo punto attivi promotori di questo seminario diversi dato la possibilità di poter portare questo contributo anche rispetto al ruolo praticamente ed al futuro di questa cooperazione
Rispetto appunto a questo tema del ruolo del futuro
I nostri contributi cercheranno di entrare nel merito dei problemi rispetto anche le relazioni che sono già state presentate non sarà difficile trovare dei punti di convergenza ma anche dei punti diciamo di dissenso o di divergenza
Nel senso che è nostra convinzione che non si tratta soltanto di revisionare una legge ma prometto proprio di rifondare una cooperazione allo sviluppo
Entrando nel merito quindi vorremmo appunto latino proporre alcune considerazioni alcune diciamo così nostre punto punti di vista
Basati su tre livelli due con riferimento ai principi di riferimento di una riforma della cooperazione e quindi anche le dimensioni operative strutturale questa riforma deve la terza con riferimento allo specifico del mondo della cooperazione non governativa con riferimento ai principi di fondo che ai quali riteniamo deve uniformarsi riformata cooperazione italiana l'Udinese non governativi italiani ritengono che sia necessario in primo luogo mettere al centro della politica di cooperazione nuovamente gli obiettivi della solidarietà internazionale la costruzione della pace finalizzandola quindi a garantire in primo luogo i diritti di pari opportunità che venivano prima ecco ricordati sono alla base il modello operativo del sistema delle Nazioni Unite
Per aggiungere che causa uno sviluppo umano è sostenibile nel rispetto dei diritti umani e anche delle libertà democratiche in questo senso l'articolo uno del Regio quarantanove è già un quadro appunto latino validi finalità purtroppo però come sappiamo tutti è stato disatteso
A seconda raccomandazione di principio e di tener conto delle politiche delle direttive già esistenti a livello europeo su questi ci sono già stati nelle relazioni precedenti di contributi significativi
C'è appunto una tendenza ormai irreversibile alla unificazione del politica di cooperazione non si può pretendere di disattendere questo principio rope
C'è un processo di unificazione delle politiche estere e quindi anche rispetto a questo l'Italia non può pensare di continuare a giocare una politica di cooperazione basata solo sulla sua politica estera
Definire con chiarezza ancora gli ambiti di indirizzo politico
Dalle strutture di attuazione di controllo quindi buoni differenziati tra chi esprime giudizi politici tra chi punta chiamata concretizzare gli indirizzi di cooperazione chi deve effettuare i controlli
In tale ottica si ritiene che le funzioni di indirizzo politico della cooperazione devono essere nettamente separate da quella della programmazione e coordinamento operativo e deve essere assicurata una netta divisione delle competenze e delle responsabilità in ciascun momento
E la sua convinzione ancora che bisogna sganciare la politica di cooperazione allo sviluppo da qualsiasi legame con obiettivi e strumenti di promozione commerciale
E da fermare incompatibilità con interventi che abbina finalità di sostegno ad operazioni militari o di polizia internazionale anche se questi sono decisi in sede ma interventi umanitari o contratti in ambito internazionale
E prima ancora che se necessario prevedere che la programmazione degli interventi e degli interventi venga fatta con continuità temporale e su un numero ristretto di priorità geografiche settoriali
Vanno ridefiniti indirizzi gli strumenti e le risorse con cui si deve scrivere la cooperazione italiana allo sviluppo nell'ambito di un rapporto che deve tornare ad essere equilibrato tra cooperazione bilaterale e cooperazione multilaterale
Tra cooperazione governativa e non governativa nazionale e decentrata tra interventi di sviluppo ed attività umanitarie di emergenza
Ultimo principio di riferimento favorire l'autonomia propositiva dell'organizzazioni non governative di sviluppo e degli enti locali e promuovere la massima complementarietà mi pare anche questo è già stato appunto
Sottolineato in alcuni degli interventi con il pianto e diffuso tessuto civile della solidarietà internazionale
Sempre nell'ambito degli indirizzi che devono capire caratterizzare questo nuovo ruolo delle operazioni italiano rispetto alla dimensione operativa dalla struttura potenziano governativi italiani ritengono che se necessario
Identificare una chiare struttura di gestione dotate di autonomia a livello di coordinamento strategico e di elevati livelli di professionalità
Articolata a livello di gestione operativa sui livelli differenziati per aree geografiche corresponsabilizzazione dei singoli uffici operativi
Il personale deve essere composto da persone che nell'ambito dei diversi ruoli se sarà previsti ancora diplomatico manageriale e tecnico amministrativo assicurino continuità temporale di gestione ed abbiano acquisito qualificata esperienza internazionale un settore tra cooperazione
Conferimento di una specifica delega di responsabilità a livello di controllo politico dalla cooperazione ad un sottosegretario
Che operi di concerto col ministro degli Esteri qui sono stati sentito poco avanzato delle altre ipotesi certamente dico innovativi interessanti che penso dalla punta attivare essere oggetto di riflessione comune
Creazione di un comitato consultivo aperto a soggetti esterni che costituiscono ambita annuale di confronto istituzionale con la pubblica amministrazione ed il cui parere
Articolato e obbligatorio deve essere puntati inespressi fu sulle linee di programmazione annuale identificando anche le modalità con cui garantire l'accesso pubblico agli alle informazioni sull'attività di cooperazione
Qui non si vuole far commistione con la pubblica amministrazione ognuno deve fare i suoi ruoli però è giusto che l'opinione pubblica sia portata a poter conoscere che cosa fa l'Italia interi di cooperazione internazionale diversamente questo Gatta tra
Cooperazione e società civile continuerà ad essere unica esistente interni di prevenzione o di non fiducia
O di non partecipazione
Definizione di procedure di strumenti Gesù gestionali snelli e semplificati
Tipo beige disciplinati da regolamenti attuativi che tutelino però sia in termini di trasparenza di contava la pubblica amministrazione il contribuente ma garantisco nel contempo a tutti gli operatori certezze di tempo di approvazione di erogazione
Ma soprattutto una responsabile autonomia operativa di Bona fide fino alla valutazione finale
La valutazione finale chi sbaglia paga restituisce chi sbaglia viene messo fuori dall'albo della cooperazione ma non si può appunto continuare a interrompere interventi in corso senza punto latino fare
Dei monitoraggi effettivo ripristino del sistema da contabilità speciale per disciplinare la gestione dell'attività di cooperazione che devono essere questa contabilità compatibile con le caratteristiche problemi che le iniziative di cooperazione spesa intero sapere che sono iniziative
Pluriennali che quindi putativo ci sono dei problemi di incompatibilità con le piccole gestione nel una contabilità ordinaria di Stato
Impegno politico da parte delle forze politiche del Parlamento di mettere nuovamente al centro della priorità della politica di cooperazione
I nuovi luce di mettere sulla tela al centro della politica e tagliando la politica anche la politica di operazione allo sviluppo in questo senso quindi impegno da parte del Parlamento del governo a destinare risorse adeguate punto fino a livello di aiuto pubblico allo sviluppo
Analizzando però queste risorse su un unico fondo per la cooperazione allo sviluppo
Questo fondo a nostro giudizio dovrebbe prevedere impegni se possibile su base quinquennale
Vuole concludere con la qualche riferirà comando azioni rispetto alla dimensione operativa delle organizzazioni non governative
Rispetto alle quali punto vorremmo sottolineare questi tipi di preoccupazioni in primo luogo la tubazione per un'inversione
Che c'è stata finora punto attiva a livello di prendo di risorse che ha privilegiato e che porta a privilegiare gli aiuti ma anche divergenza rispetto a quelli finalizzata agli interventi di sviluppo a medio e lungo periodo
C'è quindi l'abbandono dei processi di promozione di auto sviluppo socio economico di alcuni di questi Paesi almeno da parte dell'Italia nel corso degli ultimi tre quattro anni
Revisione nell'ambito dei criteri programmatici a livello di selezione dei progetti della tendenza a privilegiare aspetti parametri esclusivamente economici qua valenza commerciale
A scapito di quelli più strettamente legati alla promozione dello sviluppo umano integrato secondo le priorità stabilite le più recenti vertici internazionali preoccupazione ancora per la progressiva esclusione delle prove dalle priorità geografiche delle aree più povere dell'Africa subsahariana ed alcune aree rurali del Mediterraneo
Dimenticando che sono proprio queste le aree e soprattutto le comunità rurali dalle quale punto provengono i flussi migratori che poi punto l'attimo interasse nel nostro Paese
Superamento della paralisi gestionale che da oltre tre anni caratterizza la gestione dei programmi promossi realizzata tra organizzazioni non governative
Sia a livello di approvazione dei progetti ma soprattutto rispetto appunto all'erogazione dei contributi sull'attività già in corso perché punto attimo così continuano ad essere punto paralizzate nel tempo
Richiesta ancora che questa soggettività politico-culturale degli operatori della cooperazione che come è stato detto non devono essere punto concepiti non con uno strumento di politica estera né come appunto latino dei neri operatori appunto un attimo a livello individuale e personale
Quindi questa richiesta in questa soggettività politica culturale questa autonomia propositiva
Venga appunto la prima ancora confermato sul piano legislativo
Retata questo sappiamo che c'è un dibattito punto su si debba ancora parlare di idoneità o meno dell'organizzazione non governativa noi da tempo abbiamo spiegato una revisione di questi criteri per l'idoneità dell'organizzazione non governativa tuttavia riteniamo che praticamente sia necessario identificare anche nel contesto di una riforma da cooperazione italiana quali sono gli elementi di una identità non governativa insulto in sintonia con quanto sta avvenendo a livello europeo
Tra gli elementi caratterizzanti di tali identità
A nostro oggetti poi devono dare il diritto a una forma di riconoscimento giuridico da parte dello Stato per poter essere degli operatori internazionali sicuramente deve esserci la vocazione istituzionale a livello di impegno alla cooperazione internazionale
Una visite esperienza operativa ed organizzativa ma soprattutto un'autonomia propositive gestionale della dell'organizzazione non governativa che non deve essere legata né ad altre strutture a valenza appunto scopo di lucro valenza commerciale
E da ultimo elemento putativo di identità la capacità di saper mobilitare e relazionare con la società civile
Identità governativa pertanto dal nostro punto di vista non deve essere considerata come un appestato perenne va ricondotta a una condizione di riconoscimento soggetto nel tempo a verifica da parte della pubblica amministrazione
Una specie di album in cui si entra ma anche si esce sulla base di questo quadro generale i criteri d'identità delle leggi dovranno pertanto precisare anche gli elementi di differenziazione da altre tipologie di organizzazioni di sviluppo come ad esempio le Consulting vuole agenzie di consulting che non sono organizzazioni non governative
Sotto il profilo operativo rispetta la soggettività espressa dalla copre se non governative lo riteniamo ancora che la legge questo è l'ultimo punto ecco contributo dovrebbe mantenere alcuni di quei requisiti che sono in corso e che sono riconosciuti per legge quarantanove vado particolare
La destinazione di risorse specifiche destinate all'attività non governative
La definizione di strumenti operativi processuali flessibili mi barbuto diversi interventi hanno sottolineato l'urgenza che ci siano strumenti differenziati
E l'introduzione di convenzioni quadro per la gestione di tipologie di attività che si chiederebbe di molto il lavoro praticamente dalla pubblica amministrazione nella selezione e nei concessione di contributi a questa tipologia di attività
Ripristinate la tutela dei volontari delle altre risorse umane impegnate in iniziative di cooperazione allo sviluppo la conferma della deducibilità fiscale del due per cento per i contributi privati e le organizzazioni non governative e della natura non commerciale ai fini fiscali dell'attività di cooperazione
C'è un disegno di legge punta più sull'associazionismo ma appunto a Tino c'è già una legge appunto Tino che questi principi di deducibilità di appunto applicati riconosciuti da tempo riteniamo che questo principio vada punto antico mantenuto
Da ultimo anche qui una raccomandazione che mi pare punto in sintonia con l'appunto alcuni altri contributi riconoscere sostenere tutte le forme di coordinamento e le iniziative di solidarietà internazionale proposte sia da vedere io se non governative che dalla stessa punto diciamo così società civile
Queste contributo nel merito appunto diciamo dei problemi che riteniamo debba essere messi al centro di una riforma punto di nuovo ruolo dalla cooperazione internazionale
Ringraziamo gli organizzatori per averci dato questo punto contributo e penso che punto continueremo a danno nel corso del dibattito
Fino a quando appunto ci auguriamo in un arco di tempo molto rapido Italia posso avere appunto nuovo quadro legislativo di riferimento per esprimere la propria forma di cooperazione internazionale grazie
Grazie no subito la parola ed è il problema di direttore dei rapporti internazionali Confindustria
Anch'io ringrazio gli organizzatori del convegno o per aver dato l'occasione aveva una rappresentanza del sistema dell'impresa in Italia
Di portare il proprio punto di vista su questo problema della cooperazione e direi del rilancio della cooperazione italiana che effettivamente negli ultimi anni ha creato delle situazioni
Particolarmente difficili in particolare per le nostre imprese
Mi pare evidente che si debba dal nostro punto di vista evidentemente sottolineare il ruolo che hanno lei prese nell'attività di cooperazione allo sviluppo
Perché se è naturale che sul piano politico e diplomatico si discuta molto sulle scelte in sede parlamentare in sede ministeriale
Sugli stanziamenti e sulla loro modalità di gestione poi sappiamo tutti che sul campo direi
E in in tutti i paesi in via di sviluppo sono le imprese che in quasi tutte le occasioni sono chiamate voi a realizzare questi interventi
E quindi è evidente che queste imprese hanno elaborato un patrimonio di esperienza che va tenuto presente quando si ridiscutiamo questi strumenti
Credo che la crisi dell'aiuto pubblico allo sviluppo italiano che sceso in pochi anni a poco più dello zero dieci per cento del prodotto interno lordo ha certamente presentato
Per le nostre imprese degli alti costi
Direi almeno su due punti specifici
Uno è quello di perdita di credibilità sui mercati internazionali come tutti sanno sono fra loro interconnessi per cui il singolo problema registrato da un'impresa per difficoltà lungaggini contraddizioni e cattivo funzionamento dei meccanismi in un singolo Paese si ripercuote poi in tutta una serie di altri paesi
Con un danno che in realtà va molto più in là di quello che si può osservare in in un primo momento ne nasce una inaffidabilità di progetti di interventi che finisce poi col danneggiare l'immagine stessa dell'impresa su scala mondiale e questo è un fatto che va tenuto molto presente quando si valutano le conseguenze di queste attività c'è poi evidentemente una netta perdita di competitività nei confronti dei concorrenti internazionali che per un consolidamento dei loro strumenti nell'epoca storica finiscono oggi Worm beneficiare di forme di intervento dico cooperazione allo sviluppo molto ben strutturate e che realizzano una politica di lungo respiro qui non è il caso di fare esempi anche la rappresentante la da su prima ha parlato della posizione del Giappone per esempio sappiamo tutti che il Giappone riesce a utilizzare questi strumenti con un mix molto efficiente
Fra aiuto che sostegno commerciale creditizio e su questo piano ottiene dei vantaggi competitivi molto evidenti è chiaro che con la riduzione che si è verificata negli ultimi anni
Degli stanziamenti a livelli così bassi
Si è in definitiva costretti a scegliere prevalentemente interventi di emergenza e di carattere umanitario
Ma ancora una volta questo è una caratteristica negativa della nostra cooperazione allo sviluppo non è così per i nostri concorrenti perché sappiamo benissimo
Chi altri Paesi fanno delle politiche molto più integrate
In cui l'elemento umanitario è presente certamente distinto ma lascia uno spazio molto ampio a sostegni di carattere economico e in qualche caso anche di carattere commerciale
Da questo punto di vista se n'è già parlato ampiamente nelle precedenti relazioni a noi sembra che si debba assolutamente riprendere una situazione ricavi riportarci ad una situazione di equilibrio anzi direi di favore per gli interventi a carattere bilaterale rispetto a quelle multilaterali siamo tutti d'accordo che con i livelli attuali
Il semplice rispetto di obbligazioni di lungo termine preso con gli organismi internazionali produce statisticamente una prevalenza degli interventi multilaterali però sappiamo benissimo che se vogliamo fare
Una politica di cooperazione che sia coerente anche con gli interessi dei nostri contribuenti dobbiamo assicurare un minimo di visibilità a questo tipo di interventi la visibilità si ottiene evidentemente molto più direi quasi esclusivamente con interventi di carattere bilaterale piuttosto che non quelli multilaterali che inevitabilmente diluiscono l'origine dell'aiuto in un intervento molto più diffuso e non connotato
Credo che
Il punto essenziale che interessa il sistema dell'impresa e che si occupano messe di fronte al problema della cooperazione allo sviluppo e che una volta deciso evidentemente in sede politica
La distinzione fra fondi da destinare all'aiuto a monetario e quelli che devono andare al vero e proprio aiuto allo sviluppo economico dei Paesi emergenti
Il vero problema sia quello di rendere coerente la scelta per un obiettivo di creare in questi Paesi delle nuova impresa per fare questo ovviamente
è prioritario avvalersi dell'esperienza delle imprese italiane perché come tutti sapete abbiamo un patrimonio soprattutto di piccole Marin prese quindi non parlo dei grandi contratti e delle grandi opere che sono quasi esclusivamente appannaggio dei grandi complessi
Imprenditoriale
Ma sappiamo che per affrontare i problemi del dei piccoli paesi i piccoli problemi quotidiani per far nascere nuove economie non c'è di meglio che avvalersi di questa esperienza che hanno già dimostrato di saper affrontare situazioni in particolare difficili o anche molto differenziate quindi questo criterio dovrebbe garantire una validità soprattutto nel medio e lungo termine di questi interventi
Ed è necessario dal nostro punto di vista creare un sistema di cooperazione che sia capace di sostenere l'impresa italiana sui mercati dei paesi in via di sviluppo
Accompagnandola nello sforzo di trasferire imprenditorialità che non è affatto un'operazione semplice non lo è soprattutto per la piccola impresa
Perché sappiamo tutti che la piccola impresa difficoltà per esempio nella disponibilità di numero di manager da dedicare a questa attività
E che soltanto con dei manager responsabile ben rappresentativi della validità dell'impresa
Riesce a realizzare
Questi obiettivi
Credo che soltanto attraverso questa formula si può pensare di creare stabilmente delle nuove capacità produttive che siano adatte sia i mercati dei paesi in via di sviluppo mercati interni intendo dire sia lo ricordava prima Bonvicini sempre più ai mercati internazionali perché non è pensabile di fare cooperazione per lo sviluppo interno occorre impostare il problema integrando fin dall'inizio questo sviluppo
Almeno in un'area regionale possibilmente in un mercato mondiale questa questa attività evidentemente ha anche un conseguenza immediata che è quella di creare occupazione che oltre ad essere uno strumento molto valido per l'economia interna di questi Paesi
Può risolvere anche problemi molto delicati per noi basta pensare a quello che succede nell'ambito del Mediterraneo e giustamente anche la l'Unione europea ha posto questo obiettivo
Per esempio nell'ambito della politica mediterranea un altro punto importante che attraverso questo trasferimento di imprenditorialità
Si arriva a realizzare uno scambio di tecnologie innovative che diverse la garanzia di efficacia perché si tratta di nuove produzioni che sfruttando tecnologie avanzate riescono a ottenere una redditività sicuramente molto consistente purtroppo sappiamo tutti che il ministero degli affari esteri ha già dichiarato queste scelte il CIPE si è già pronunciato in favore di questi principi ma nella realizzazione pratica sia per le difficoltà di bilancio sia per le difficoltà di mettere a regime queste strumenti non è ancora stato possibile realizzarlo
Credo quindi che sia assolutamente giustificato
Partecipare a questa iniziativa di una riflessione in comune che mette insieme sì al mondo politico e quello imprenditoriale il mondo delle organizzazioni non governative
Per ripensare strutturare gli obiettivi gli strumenti della cooperazione io credo che lobby attivo sia di questo forum sia di altre iniziative del genere dovrebbe essere innanzitutto quello di convincere il Parlamento della necessità di una nuova politica più efficace più coerente di aiuto pubblico allo sviluppo superando un rifiuto psicologico assolutamente comprensibile
Ma che ormai deve essere in un certo senso gettato dietro le spalle
Per rimettere in piedi questo meccanismo di cui l'Italia assolutamente bisogno parallelamente è indispensabile mi sembra di battere in pubblico le scelte di fondo come stiamo facendo oggi
Perché appunto occorre tener conto delle componenti di tutte le varie forze che realizzano concretamente poi queste iniziative ripeto le imprese hanno certamente un un ruolo e una voce da svolge in questo campo
Brevissimamente vorrei accennare soltanto un paio di punti di diciamo linee guida che potrebbero essere tenute presenti dal punto di vista delle imprese nel ridisegnare questa iniziativa di cooperazione
Credo che dovremmo tutti partire è già stato detto da una netta separazione fra il ruolo politico nelle scelte che spetta evidentemente all'autorità di governo e al Parlamento almeno sotto il profilo del controllo
E quello che è la gestione operativa degli interventi che devono avere un'efficacia e dei tempi di realizzazione oltre a trasparenza e altri caratteristiche specificamente manageriali
Che a nostro avviso sarebbe
Eccessivamente difficile cercare in strutture esclusivamente ministeriali governate dalla legge sulla contabilità dello Stato altre altri vincoli del genere
Quindi noi
L'avevamo già dichiarato in precedenza siamo senz'altro favorevoli all'idea di un'agenzia Esterna
Che sia pure sotto il controllo politico sia capace di far funzionare questi strumenti in termini di managerialità concreta
E direi anche di una indipendenza finanziaria che possa essere considerata produttiva mi è stato citato l'esempio svedese l'esempio tedesco della credenti Astaldi sordida occupavo sappiamo tutti che arrivano a investire in aiuto allo sviluppo non fondi governativi
Prestati dal contribuente ma i proventi finanziari dei degli investimenti precedenti
Questo evidentemente possibile dopo trent'anni di attività da noi si tratta di iniziare un processo ex novo evidentemente difficile ma credo che se non li di non ci indirizziamo su una strada di questo genere difficilmente potremo creare una linea di politica di intervento che sia coerente nel tempo che riesca a dare un impatto concreto e a rimettere veramente la cooperazione italiana sui giusti binari da questo punto di vista siamo senz'altro interessanti al percorso legislativo che è stato annunciato precedentemente dal sottosegretario Serri e certamente daremo il nostro contributo ringrazio
Basta Garinei è stata un'unica per ora parlare esattamente quindici minuti a menarmi Vito
E indubbio io inviterei e anche gli altri relatori se potesse fare la stessa cosa a altrimenti non saremmo in grado i concerti allora rotonda
I giovani dodici dodici e un quarto con un abbiamo assolutamente bisogno di fare quindi la parola Luigi daga rappresentante dell'Osservatorio interregionale sulla cooperazione allo sviluppo
Però sicuramente il mio contributo alla brevità
Del discorso
Io vorrei partire dalla affermazione che faceva l'onorevole servi nella sua introduzione
Della necessità di un progetto di riforma non tanto legislativa
Ma del nostro modo di agire
E di pensare
Noi partiamo da una dato alla cooperazione
Italiana che contrassegnata da una serie di i fatti di eventi la riduzione dei fondi le vicende di Tangentopoli una scarsa efficienza gli scarsi risultati positivi complessivamente io credo che non più godiamo di buona fama e che abbiamo tutti la necessità di recuperare credibilità
Ora lo sarò qui a rammentare
I grandi temi della della cooperazione le questioni della globalizzazione
Dalla cultura dell'economia dell'ambiente l'indice e la inadeguatezza
Delle politica tradizionale
Ma porre una problema
Specifico la necessità di aprire una fase nuova della cooperazione italiana
La necessità cioè che cooperazione sia innanzitutto al nostro interno nel nostro rapporto
Ponendo la necessità di un coordinamento che noi avvertiamo sempre più urgente
Tra Governo e regioni tra Regioni ed enti locali
Dobbiamo cioè portare la cooperazione
Al punto più vicino al cittadino
Perché anche nella cooperazione si avverte ormai il peso
Del vecchio centralismo il peso della burocrazia e questo è un limite che riguarda non solo gli aspetti istituzionali del nostro Paese ma riguarda anche la cooperazione
Dobbiamo a mio avviso compiere uno sforzo per costruire la cooperazione dei cittadini
Attuando il principio della sussidiarietà
Che non è
Appunto questione astratta ma deve diventare un fatto un fatto concreto
Attuando in questo modo il principio della solidarietà
La solidarietà tra istituzioni però io credo che non sia sufficiente
è necessario il coinvolgimento pieno delle popolazioni dei singoli cittadini che debbono essere chiamati a diventare
I protagonisti di questa vicenda
Perché questo serve
Innanzitutto ad aiutare quei Paesi
Ma la solidarietà diffusa che si crea tra i cittadini di le popolazioni
Tra i diversi livelli istituzionali serve anche al nostro interno serve a combattere gli egoismi a creare nuova solidarietà a dare spazio ad una nuova concezione della società
Quindi e necessario attuare una progetto di cooperazione decentrare ma anche coordinare la sussidiarietà
Quindi è necessario necessario
Decentrare le iniziative sul territorio è necessario agire su sul territorio attraverso un coordinamento tra Stato Regioni insieme degli enti locali or organizzazioni non governative sistema dei impresa di impresa e mondo del volontariato
Dobbiamo cioè agire sul territorio avendo però l'accortezza di pensare europee costruendo cioè progetti transnazionali non solo tra stati ma dando un ruolo alle regioni e l'insieme delle autonomie locali così noi potremmo avere nuove risorse che vengono o dal basso e non a caso noi stiamo costruendo una Progetto
Della conferenza delle regioni insieme all'Anci e all'UPI che sono le associazioni dei Comuni
E delle delle province ma questo progetto vogliamo costruirlo anche con altre associazioni le associazioni delle regioni d'Europa delle regioni del
Mediterraneo per dare priorità ad un ad una fase di
In particolare come Regioni noi riteniamo che la riflessione debba riguardare
Alcuni temi specifici
Il sostegno e la promozione di ogni forma alternativa di di aiuto allo sviluppo
Il sostegno e la promozione della collaborazione con gli istituti di ricerca con nelle università il sostegno all'integrazione tra le politica di cooperazione allo sviluppo e quelle di cooperazione coro
All'impegno del governo nazionale a favorire e sostenere lo sviluppo delle risorse è per noi condizione imprescindibile nel riconfermare l'esclusiva competenza del Governo nella individuazione delle aree delle aree prioritarie delle scelte politiche conseguenti noi chiediamo che il governo si assuma l'impegno a riconoscere il ruolo della cooperazione decentrata nell'ambito della propria politica di cooperazione allo sviluppo
Destinando quote di finanziamenti attivando gli strumenti più adeguati d'informazione
Rivedendo appunto come è stato qui annunciato le proprie leggi
Ma anche da parte nostra noi dobbiamo assumere un impegno
Le Regioni debbano impegnarsi noi vogliamo impegnarci
Per la messa in rete delle informazioni relative ai progetti in corso da parte degli enti locali e della regione
Oggi l'accordo tra l'iniziativa del governo il proprio debito
Rispetto a questo è ovvio obiettivi come Regioni noi possiamo mettere a disposizione si nostro quadro di relazioni istituti istituzionali i servizi delle nostre strutture il rapporto con le organizzazioni non governative e iniziative di formazione e aggiornamento per il personale degli enti locali che opera in questo settore
Noi proponiamo insieme alle Province e Comuni di impegnarci nel trovare forme organizzative per collaborare su tre questioni fondamentali
La prima è l'aiuto umanitario di emergenza alle popolazioni colpita da calamità naturali da conflitti armati da grave disagio igienico sanitari
La seconda e la lotta alla povertà allo sviluppo endogeno Laterza e l'educazione allora solidarietà
Su queste tre linee noi chiediamo che finalmente si apra una fase nuova di collaborazione tra governo centrale e sistema delle Autonomie sapendo che nella costruzione di un sistema istituzionale caratterizzato dal federalismo
è necessario che questo federalismo sia solidale e cooperative
E noi ospitiamo che possiamo decidere insieme
Quale cooperazione deve essere attuata nel nostro Paese qual è la cooperazione del futuro in uno Stato federale
è stata accolta i sapeva questa rapidissima conclusione era apparsa una parola D'Agostino Bistarelli che rappresenta qui darci grazie
In realtà non rappresenta solo l'Arci ma rappresento il comitato promotore di un'Assemblea che Cinzia tenuta il tredici luglio a Roma che ha un titolo significativo pace e giustizia convivenza per una nuova cooperazione internazionale promotori di questa Assemblea insieme all'Arci erano le aree il Consorzio italiano di solidarietà servizio civile internazionale l'associazione per la pace Pax Christi la Campagna Sudan e saranno ragazzi dell'olivo
Ora nel ringraziare gli organizzatori
Di questo convegno ma la cosa che mi interessava iniziare inizialmente sottolineare era proprio questa
Sul terreno della cooperazione internazionale sul terreno di una riforma di questo strumento intervengono anche soggetti che vengono da un'esperienza riversa inizialmente della cooperazione internazionale
Essenzialmente soggetti che sono nati per la solidarietà in Italia solidarietà dei cittadini in rappresentanza dei cittadini
E associazioni che vengono dalla solidarietà internazionale il senso diretto stretto per esempio la campagna Susanna oppure Salaam Ragazzi dell'olivo che nascono sue esperienze specifiche di rapporto diretto con delle situazioni delle popolazioni
E poi il Consorzio italiano di solidarietà a questa già al secondo me primo intervento elemento da sottolineare
In ha nell'arco degli anni della crisi della cooperazione che sono stati qui delineati è aumentato invece fuori dal mondo tradizionale della cooperazione allo sviluppo l'intervento diretto dei cittadini e per tramite degli enti locali e per tramite delle associazioni di carattere generale di carattere specifico
Il fatto che adesso questo cerchio
Si ricomponga e secondo me è un elemento importante da sottolineare cioè che all'interno della cooperazione internazionale si stanno riportando qui i principi ispiratori che ricordava le impone il suo intervento che condivido del tutto che sono in qualche modo anche alla base della nostra legge quarantanove
Allora il problema dal nostro punto di vista è quello non tanto di sottolineare strumenti organizzativi legislativi o burocratici che in qualche modo permettano no questa coerenza tra principi ispiratori e soggetti ma proprio il fatto che la presenza di nuovi soggetti e la presenza di nuovi strumenti di elaborazione teorica della cooperazione internazionale necessitano un diverso approccio completamente diverso
Nell'organizzazione della politica in sé e non sa non soltanto degli strumenti organizzativi
Penso ad esempio ha come possibile separare l'esperienza nella nell'area dell'ex Jugoslavia da questo punto di vista è significativa l'emergenza dalla ricostruzione vera e propria e la ricostruzione dallo sviluppo e lo sviluppo degli elementi di convivenza civile di sviluppo della solidarietà sociale
Allora se questo non è un percorso separabile allora anche gli strumenti che i governi con gli enti locali o le associazionismo gli organismi internazionali si devono dare devono essere Complessi e integrate
Da questo punto di vista l'ora il la ridefinizione degli strumenti e degli aspetti organizzativi deve raccogliere
Questo tipo di impostazione
E se gli strumenti devono essere complesse integrati superando le distinzioni emergenza ricostruzione formazione solidarietà c'era anche gli attori non essere capace di questo
Agli attori l'hanno già dimostrato lo ricordava da che ora lo ricordava prima lembo la maturità in qualche modo dell'intervento diretto della cittadinanza o per tramite della loro rappresentanza istituzionale o per tramite degli organismi non governativi classici o delle associazioni che si stanno sperimentando su questo
è abbastanza maturo in questi anni paradossalmente di fronte alla crisi degli strumenti classici della cooperazione allo sviluppo di origine ministeriale governativa è aumentato il numero di cittadini che direttamente o attraverso risorse economiche o risorse tempo o della loro disponibilità sono intervenuti direttamente attraverso il loro impegno solidale nell'opera di ricostruzione di sviluppo e di alcuni Paesi
Ma questo è quello che a noi interessa sottolineare in qualche modo la presenza qui in questa riunione di questi soggetti in qualche modo gente come dire giustificano la speranza di questo tipo di lavoro concludo solo dicendo
Sottolineando due altri aspetti nella necessità di rivedere gli strumenti legislativi non cerchiamo éscamotage per permettere nuovi soggetti quindi da questo punto di vista raccolgo la l'osservazione di lembo rispetto appunto all'identificazione di soggetti che possono partecipare la secondo criteri flessibili naturalmente
Poi giudicabile quantificabili a a questo tipo di intervento però quello che ci interessa sottolineare e che non è possibile in nessun modo separare
La politica di cooperazione allo sviluppo con quello che succede nel territorio nel nostro territorio perché quello che mi sembra nate nel che emerge da tutte le relazioni quella dell'interdipendenza non solo dei grandi meccanismi economici
Ma anche proprio appunto che non esiste più un Nord e un Sud che sono separati tra loro abbiamo qui i nostri sud del mondo
Ed è la relazione sociale che è stata messa in piedi questo tempo tra cittadini italiani e cittadini di diversi rese il mondo
Lo sta a sottolineare allora dobbiamo trovare delle forme che permettano che questa relazione sociale e questa relazione solidale venga riconosciuta ad esempio all'interno dei nuovi criteri in qualche modo di identificazione dei soggetti non è possibile continuare a mantenere criterio di cittadinanza di nazionalità secondo noi fatti attori della cooperazione allo sviluppo italiana devono essere anche e a maggior ragione i soggetti che provengono dal mondo dell'immigrazione
Sì se non riusciamo a portare i partner locali l'espressione delle comunità locali nel momento della progettazione della nostra come dire nostro lato della cooperazione è chiaro che questa relazione sociale monca quindi da questo punto di vista questo è uno dei criteri che secondo me vanno raccolti e non soltanto appunto dal punto di vista tecnico ma anche un segnale di qualità
Il secondo è che c'è come dire che ci preme molto e quello che è se si accetta questo tipo di impostazione allora per esempio il servizio civile l'utilizzo degli obiettori di coscienza in progetti che siano solidali e di sviluppo deve essere permesso non solo in Italia ma anche fuori
Io penso che se si raccoglie questo no in qualche modo si dà anche un segnale completamente diverso che nella riforma della cooperazione internazionale cerchiamo di riforma neanche i nostri strumenti di solidarietà
In Terna ogni grande viaggio inizia con un piccolo passo noi abbiamo fatto passo dopo passo un pezzo di strada speriamo che possiamo farla insieme appunto
Grazie minime io adesso do la parola a Paolo Bruni direttore generale della direzioni generali sulla cooperazione allo sviluppo che conclude con il suo intervento le relazioni di questa mattina
Grazie
La crisi della cooperazione
Iniziata all'inizio degli anni Novanta
Avuto prefetti devastanti uno sulla credibilità di questo importante strumento della politica estera
Uno sulla percezione all'estero del nostro tenere fede alle responsabilità internazionali del Paese e in terzo luogo naturalmente sulle risorse e quindi sulla capacità di rispettare gli impegni presi con i paesi in via di sviluppo
Tre
Conseguenze estremamente negative per la politica estera del Paese direi per il Paese in generale
La prima credo che ha portato l'opinione pubblica ma talvolta non solo l'opinione pubblica in senso generica ritenere che la cooperazione possa essere un optional della politica estera del Paese non credo che c'è bisogno di soffermarmi su questo punto perché le relazioni di stamane credo che hanno inquadrato la importanza di una politica nuova di cooperazione nelle nuove responsabilità degli italiani dei suoi interessi politica quella di immagine interna è ancora da superare ed evidentemente uno dei problemi fondamentali che il rilancio della cooperazione dell'epoca
Quello della credibilità esterna
Un problema di risorse essenzialmente perché le attività di cooperazione in questi ultimi anni e le modifiche intraprese almeno al livello che l'amministrazione e hanno avuto un giudizio positivo in sede internazionale
Vorrei brevemente in questa relazione
Conclusiva dalla mattina pare solo lo Stato della cooperazione dove siamo cosa abbiamo potuto fare in questi ultimi due tre anni
Come amministrazione e quindi in un vuoto legislativo perché da tre anni gli ultimi tre anni non si è ancora dato corso come si auspicava a una riforma organica della cooperazione e lo stato a presenta luci ed ombre questa crisi dalla cooperazione ha avuto degli effetti devastanti anche sull'amministrazione che gestiva la cooperazione degli effetti devastanti perché c'è stato ovviamente una crisi di motivazione
Una difficoltà di gestione dovuta dei controlli formalistici eccessivi
Una crescente difficoltà lo dicevo prima nei rapporti internazionali nello spiegare ai paesi in via di sviluppo con in quale avevamo preso degli impegni politici negli anni Ottanta inizieranno vanta del perché e del come
Dovevamo ridurre questi impegni
Di spiegare questo anche al livello dei Paesi industrializzati con i quali ci sediamo al tavolo del G7 al tavolo dell'OCSE
E altre conseguenze fortemente negative per l'amministrazione
La grande difficoltà di impostare delle programmazioni coerenti in una situazione in cui le risorse cadevano verticalmente ed ai quattro mila miliardi erogati nel mille novecentonovantadue
Ai mille cinquecento che abbiamo potuto erogare nel mille novecentonovantacinque
è difficile programmare quando le risorse hanno dei salti di queste dimensioni in un breve ciclo di te
Infine dire un l'esplosione
Di un carico di responsabilità amministrative di lavoro all'interno dell'amministrazione del dovuto
Alla questi nuovi controlli al rientro in bilancio al dover rispondere alle migliaia di sollecitazioni delle autorità amministrative e giudiziarie che si sono occupate e che si occupano di colpire
I rimedi che si son potuti prendere a livello dell'amministrazione ed è questi rimedi si sono presi partendo da la costatazione di alcune delle cause profonde della crisi della cooperazione che vanno ben al di là dell'aspetto giudiziario e dei pochi casi in cui la cooperazione è stata tirata in ballo per vicende di cronaca giudiziaria la costruzione queste carte che vorrei riassumere molto brevemente
E che sono senz'altro da vedere nella crescita tumultuosa dei finanziamenti e della cooperazione negli anni ottanta in un quadro di mancanza di chiari indirizzi politici e di una chiara divisione dei ruoli e dei compiti
Tra classe politica Parlamento e amministrazione
Una
Conseguente politica basata sugli impegni a pioggia in numerosissimi Paesi e collegata a questo la DC costa per la mancanza di strumenti sia quantitativi che qualitativi di poter gestire efficacemente tanti progetti in tanti tanti
Se queste succintamente le cause e e e aggiungerei anche la inefficienza e la non qualità dei controlli se queste sono le cause i rimedi che si sono potuti prendere a livello dell'amministrazione
Sono andati proprio nella direzione di eliminare almeno a una parte di questi problemi
Si è fatta credo una piccola rivoluzione interna poco conosciuta ma che vorrei descrivere molto breve in primo luogo abbiamo cercato di adottare tutte le modifiche lavoro di concezione di procedura di priorità seguendo e avendo come mira la prassi internazionale soprattutto ciò che fa l'unione europea
Abbiamo cercato di collocare la cooperazione italiana in un quadro di riferimento che fosse quello dei nostri maggiori partner internazionali e in primo luogo la politica di cooperazione dell'unione e in questo senso in primo luogo abbiamo adottato una metodologia di lavoro che gli addetti al lavoro conoscono bene che si chiama il ciclo del Progetto che il modo di operare tutte le cooperazioni moderne e della cooperazione svolta dall'Unione euro
Ciclo del Progetto che determina chiaramente quali sono le fasi relative all'attuazione di iniziative nei paesi in via di sviluppo che vanno quindi dall'elaborazione di programmi che riguardano determinati Paesi a determinati aree all'identificazione dei predetti
Alla scelta e al finanziamento di questi progetti ai controlli
E infine alle valutazioni ex alla fine delle interventi
Ma accanto a questo abbiamo cercato sempre nei limiti in cui l'amministrazione poteva farlo di rafforzare i controllori
Dando soprattutto un maggior spazio a controlli esterni indipendenti oltre ai controlli normalmente previsti che sono quelli degli organi di controllo la ragioneria e della corte con abbiamo coi iniziato una rafforzamento degli uffici di cooperazione all'estero
Perché indispensabile per il controllo per la valutazione della gestione dei progetti avere delle antenne Davide all'estero che possano dare segnali quando progetti non funzionano quando vi sono delle cose da correggere in corso dopo
Infine
è stata aumentata fortemente l'attività di formazione in Terna con l'assistenza di nuovo dell'Unione europea abbiamo attuato dei cicli di formazione per il personale della cooperazione per portare al passato portarlo al passo con le attività che vengono svolte a livello al euro
E infine
In vari settori specifici da quello dell'emergenza ad esempio al lo settore degli sviluppo partecipativo sviluppo umano abbiamo adottato dei regolamenti interni che stabiliscono con maggior chiarezza e maggiore efficacia le modalità di a gestione di questi atti di infine e ancora per la scelta dell'amministrazione da tempo non si svolgono più programmi straordinari dammi straordinari che non previsti dalla legge quarantanove
E che nella loro attuazione direi che forse indiscriminata e non fosse stata tra le cause di alcune distorsioni che l'attività
La legge stessa e poi ha imposto l'abbandona la trattativa privata e l'adozione del sistema dalla gara europea alla quale la cooperazione delle pene attenersi
Ma il culmine di questa riforma credo che sia stata l'adozione nel novantacinque dei nuovi indirizzi
Che il CIPE ha dato alla cooperazione italiana prego
Nuovi indirizzi che determinano in maniera innovativa le finalità della cooperazione gli strumenti di cui è stata dotata
E le aree geografiche test ai quali sensitivo
Un breve paragone tra gli indirizzi dell'ottantasette quelli del novantacinque sono stati i primi adottati dopo l'ottantasette
Mostra quanto segue
Nell'ottantasette le finalità politiche della cooperazione svilupparono in pratica non indica nel mille novecentonovantacinque le finalità politiche della cooperazione sono state indicate nella apporto alla stabilità dei paesi in via di sviluppo soprattutto quelli la cui situazione incide sugli interessi sulla sicurezza dell'Italia
La partecipazione dei paesi in via di sviluppo relazioni orizzontali di interesse di tutta la comunità internazionale e difesa dell'ambiente lotta contro la droga popolazioni emigrazioni problematica di genere educazione Rita
Così son cambiate anche le finalità economiche
In precedenza le finalità economiche si miravano soprattutto lo sviluppo endogeno dei paesi alla messa in opera di infrastrutture di grandi progetti economici allo sviluppo delle capacità proprio
Nel novantacinque le finalità sono state portate soprattutto verso la lotta alla povertà lo sviluppo umano integrato il sostegno alle riforme economiche nei paesi in via di sviluppo e la loro apertura al mercato mondiale
Lo sviluppo dell'economia di mercato ed imprenditoria privata con particolare riguardo allo sviluppo delle piccole e medie imprese nei paesi in via di
Uguali credo sono rimaste le finalità umanitarie che vengono perseguite soprattutto attraverso il canale dell'emergenza e la nostra partecipazione
A alle o sforzo internazionale in occasione di queste emergenze ma dire che c'è stato soprattutto un indirizzo chiaro di collocare le le attività di emergenza italiana in un contesto internazionale cosa veniva
Ecco che anche i settori di intervento sono conseguentemente cambiare senza ricordarle
Vorrei che tutti quanti vorrei porre l'accento l'accento soprattutto sulla le politiche dirette allo sviluppo umano alla tutela dei diritti dell'uomo e allo sviluppo democratico
All'appoggio all'istituzione dei paesi in via di sviluppo l'appoggio all'imprenditoria privata la formazione professionale
Le infrastrutture sociali e i problemi di riduzione del debito la valorizzazione delle risorse naturali e del patrimonio
Questi nuovi indirizzi hanno comportato anche un profondo cambio nelle priorità geografica dell'intervento italiano che sempre in precedenza esistevano tre categorie di Paesi prioritari toccavano più di cinquanta per nel mille novecentonovantacinque sono stati indicati come i Paesi prioritari quelli dei Balcani del sud
I paesi del processo di pace in Medioriente Palestina Libano Giordania i Paesi del Nord Africa i Paesi quindi e Mediterraneo
Genere
I Paesi del Corno d'Africa i Paesi dell'Africa australe lasciando peraltro le priorità di una cooperazione a sostegno anche di una internazionalizzazione della presenza italiana l'India e laici
Giustamente
Bonvicini diceva che i numeri di quest'anno non si vedono ancora le modifiche apportate da queste priorità geografiche nuove località geografiche e tematiche
Ma vorrei ricordare che qualunque progetto di cooperazione non solo in Italia ma in qualunque Paese del mondo e anche nell'Unione Europea ha di solito due anni di gestazione dopodiché ha da due a cinque sei anni di attuazione
E quindi le erogazioni del mille novecentonovantacinque naturalmente non possono riflettere in maniera chiara le priorità e gli indirizzi che sono stati scelti nel novantacinque non riflettono invece le programmazioni annuali
E vorrei ricordare che la programmazione nel mille novecentonovantadue della cooperazione italiana prevedeva interventi in cento uno Paese
E sui temi più disparati la programmazione del mille novecentonovantasei prevede interventi in trentadue Paesi in molti di questi per Progetti che derivano da precedenti impegni
E qui che vi è stata un'effettiva opera di concentrazione
Degli interventi e di concentrazione tematica vigente
Dire che questa questo cambio poco noto in Italia se non a chi segue da vicino i problemi della cooperazione ha avuto un apprezzamento internazionale abbastanza importante
Quest'anno si è svolto nell'esame che l'OCSE il comitato di assistenza allo sviluppo dell'OCSE compie ogni tre anni
Ai Paesi membri quest'anno si è svolto l'esame d'Italia nel novantasei con visite ai progetti italiani in Albania in Bosnia con incontri a Roma con a un esame fatto ai funzionari della cooperazione a Parigi presso l'organizzazione il risultato è stato di aver constatato come dal novantatré al novantasei
L'Italia si sia messo ad Albona parte al passo con i criteri le modalità di lavoro i principi di trasparenza e di correttezza di gestione che sono indicati dalla stessa organizzazione come standard internazionale
E dire che un certo riconoscimento internazionale abbastanza lusinghiero da altri paesi ed organizzazioni internazionali si è avuto per una serie di attività italiane soprattutto quelle dirette a un un'area nella quale abbiamo operato molto negli ultimi anni e con successo che quella della pacificazione dell'intervento per la soluzione dei conflitti il Mozambico in Bosnia in America centrale col programma praterie
In Albania naturalmente anche se in un compito ma in una fase critica del Paese in Palestina attività che configurano dire uno spaccato anche questo abbastanza nuovo della cooperazione italiana cioè la sua capacità di intervenire con efficacia in aree di crisi per assicurare stabilità è uscita
Questi direi i cambiamenti che si sono fatti che si sono potuti fare in assenza di una più profonda modifica legislativa e soprattutto di una nuova visione politica delle forze politiche del Parlamento per quanto riguarda la cooperazione ma permangono molte conseguenze negative
Della crisi della cooperazione di cui parlavo prima
Sia sul piano della efficacia della nostra azione perché la cooperazione italiana deve agire in un sistema di bilancio ordinario dello stato che praticamente incompatibile con un'attività che si svolge all'estero su base pluriennale
E anche perché non si sono potuti risolvere o portare avanti
Dei nodi molto importanti o delle prospettive estremamente importante come quelle di un rilancio delle attività delle organizzazioni non governative
Il pieno riconoscimento e se ne parlava poco fa dell'importanza della cooperazione decentrata del ruolo delle Regioni dei comuni
Delle forze del volontariato
Riconoscimento che ha bisogno di una base normativa perché la legge quarantanove non ci prevede di non prevede di poter operare e appieno in questa direzione
Direi quindi che le cose che si potevano fare a livello dell'amministrazione una certa parte sono state fatte
Ora la scelta le azioni future sono politiche e quindi sono nelle mani del parlamento e del governo
Chi lavora la cooperazione credo che oggi ha soltanto un auspicio da fare perché le soluzioni che si trovino
Per quanto riguarda gli strumenti per quanto riguardava gli obiettivi per quanto riguarda le modalità di operare e siano compatibili con quanto avviene nel quadro internazionale siano compatibili con la nostra scelta europea siano compatibili con una politica estera che diede mirare verso una maggiore coesione internazionale
Grazie mi nel ministero Bruni io penso che adesso convenga fare una brevissima interruzione in cinque minuti per permettere in cambio di un tavolo molte delle persone che devono intervenire la tavola rotonda sono fortunatamente già qui però mancano ancora due persone io direi che fra cinque minuti potremmo cominciare grazie
Ha inizio la seconda sessione che la tavola rotonda
Darei la parola
Allora sottosegretario di stato agli affari esteri senatore serve con delega per la cooperazione allo sviluppo grazie
Grazie di nuovo tutti voi per la e anche impegnata partecipazione grazie agli interlocutori politici che hanno voluto accettare questo nostro invito se mi consentite di rompere il protocollo vorrei salutare un attimo due amici tra questi
Achille Occhetto che ci qualche ci conosciamo da tanto tempo e del presidente della Commissione esteri della Camera e l'amico Martino col quale abbiamo collaborato bene
Grande stima reciproca quando era ministro degli esteri
E ho rotto un po'il protocollo gli altri non non se ne vorranno immagino ma era solo un atto vile di amicizia io vi ho consegnato un testo scritto mi rivolgo in particolare agli interlocutori perché
Io vorrei proprio che questa giornata segnasse una fase molto impegnativa
Molto aperta ma molto impegnativa
Molto aperto nel senso che io faccio una proposta
Concreta ma nello stesso tempo sono pronto a modificarla correggerla a cambiarla a seconda del contributo che viene è un anche una metodologia che io ho voluto seguire e che ha una ragione politica alla quale mi riferirò tra breve io parto in questo mio testo in questa mia valutazione da un'esigenza politica di fondo prima di tutto verifichiamo questo se si condivide o no questa esigenza ed è quella di un forte rilancio della cooperazione italiana
Noi siamo scesi troppo in basso
Noi siamo alla metà
Rispetto a tutti gli altri Paesi del nostro livello ma sia del di Francia visto Germania d'Inghilterra ma siamo alla metà anche della Spagna
Siamo agli ultimi posti dei Paesi OCSE la finanziaria attuale taglia altri centocinquanta miliardi
Tutti gli ultimi governi i governi tecnici i governi del Polo e oggi il governo dell'Ulivo hanno proceduto su questa via del taglio successivo
Io credo che su questa linea l'Italia non assolve al suo ai suoi doveri internazionali
Compro omettiamo il ruolo il prestigio dell'Italia qualcuno prima ha detto il dottor Gardi si mette in discussione la credibilità del nostro Paese io ritengo che il governo debba riconsiderare la scelta fatta su questa Finanziaria
E che Governo e Parlamento
Debbono assumere una decisione strategica a questo punto
Dobbiamo fare cooperazione internazionale a quale livello a un livello di sufficiente adeguato al ruolo
E ai doveri dell'Italia io credo che questa decisione vada Presa la mia opinione è che bisogna farlo e per questo propongo il rilancio della cooperazione italiana
Secondo punto per operare il rilancio occorre una riforma è una riforma profonda
Non si tratta solo di aprire una nuova fase dopo Tangentopoli
La magistratura
Celebra in questi giorni comincia la celebrazione dei processi io mi auguro che accerti e punisca le responsabilità
La nostra direzione generale ne ha appena parlato il ministro Bruni sotto diversi governi governi tecnici
Governo quando c'era il ministro Martino governo del Polo
E attualmente il governo dell'Ulivo ha fatto un'operazione di correzione seria che il ministro Bruni CIA illustrate che ci consente oggi su quella base di dare un carattere positivo alla riforma possiamo aprire una nuova fase
Non solo quindi per reagire alla questione degli sprechi e delle corruzioni la riforma si impone sia perché l'esperienza fatta all'interno della cooperazione stessa propone la necessità di superare farraginosità burocratiche blocchi vari
Controlli incrociati che non finiscono mai e che crea quel tempo che il ministro ci ha illustrato due anni più cinque
è impraticabile nella cooperazione allo sviluppo non dà le certezze di cui c'è assolutamente bisogno certezze di carattere pluriennale perché altrimenti non si può fare cooperazione
Non produce le sufficienti Caparini capacità operative
Questa necessità della riforma dipende anche dall'esterno dalla realtà che c'è nel mondo del sottosviluppo oggi che è diversa da quella di ieri
Basta citare le tensioni nuove le guerre imposto impoverimento ulteriore ma anche l'avvio lo sviluppo di alcuni di questi Paesi che non sono più quello di ieri
E più in generale i problemi della interna internazionalizzazione della Global Gava Hernanes come ha detto Marta Dassù
Che propongono se davvero come io ritengo la cooperazione deve essere parte integrante della politica estera del Paese
Questi problemi queste nuove dimensioni Esterne nel mondo del sottosviluppo e nel mondo in generale propongono l'esigenza di un ripensamento
Di una ridefinizione della cooperazione italiana
Se questa è la natura della riforma io credo e qui faccio un'affermazione politica per me convinta e impegnativa io credo che questa legge debba questa riforma debba nascere da un ampio consenso parlamentare
In termine ormai usuali si definisce by partisan
E cioè che comprenda la maggioranza e l'opposizione
Ed è per questo che noi abbiamo seguito un iter particolare
Io personalmente come sottosegretario delegato mi assumo la responsabilità di una proposta senza vincoli di governo e di maggioranza
Proprio perché voglio sollecitare vogliamo sollecitare e in questo c'è l'accordo del presidente Prodi e del ministro Dini
Vogliamo sollecitare un concorso ampio alla formulazione della riforma senza vincoli precostituiti
Detto questo vogliamo tempi stretti però se l'urgenza è quella che ho detto prima io penso che entro la fine di dicembre
Il Parlamento deve essere messi in grado di iniziare il novantasette con la discussione di un progetto di legge Odile più progetti di legge
E concluderla entro l'estate novantasette perché il novantotto possa essere programmato sulla base della legge di riforma
Per ricostruire una forte volontà politica
Di rilancio e di riforma occorrono probabilmente risposte a due domande che io accenno soltanto
è necessaria la cooperazione allo sviluppo sul piano mondiale
Io non voglio dare una risposta astratta io credo che ci sia un largo accordo
Per quanto riguarda l'esigenza che nei paesi in via di sviluppo si proceda alla destabilizzato la de statalizzazione e anche agli elementi di liberalizzazione economica ma proprio questo rende più necessaria non meno la cooperazione e lo sviluppo perché si tratta di favorire i punti di sviluppo i equilibrare socialmente questo processo
Di determinare contemporaneamente allo sviluppo economico lo sviluppo umano
E quindi la cooperazione cambia per certi aspetti natura ma diventa ancora più necessaria
Del resto al di fuori delle astrazioni
E delle contrapposizioni ideologiche quello che notava Marta Dassù stamattina
E cioè che l'esperienza dice che anche i due approcci diversi di Banca mondiale
Da un lato il Fondo monetario e agenzie dell'ONU si vanno avvicinando ci dice che è possibile lavorare su questa scelta ripeto senza contrapposizioni ideologiche
C'è poi un dato concreto tutti i grandi Paesi li ho citati prima
Fanno cooperazione e hanno ottenuto un livello che è circa doppio di quali Italia
L'altra domanda è l'Italia deve fare cooperazione bilaterale
Io rispondo di sì
Seccamente
Per molte ragioni
Io credo che l'azione bilaterale importante anche per favorire e segnare
La cooperazione multilaterale e multilaterale cosa che abbiamo fatto e dobbiamo continuare a fare
Ma l'Italia ha un interesse particolare a questa scelta e io la propongo alle all'alla riflessione dei nostri interlocutori politici perché l'Italia deve fare cooperazione anche bilaterale e in particolare lo deve fare l'Italia
Perché noi siamo collocati in una zona strategica i confini tra sviluppo e sottosviluppo prima di tutto e su di noi
Su questo Paese
Passano e si intrecciano i percorsi di tutte le tensioni
Che derivano sia economiche sia sociali ma anche di altra natura sicurezza attenzioni guerre lacerazioni
Noi siamo ai confini se non lo facciamo noi chi lo deve fare
Secondo elemento il nostro sistema economico e è come costruito in modo tale neri parlava di il direttore
Internazionale la Confindustria che ha un interesse specifico alla espansione delle aree di sviluppo
Alla espansione delle aree di sviluppo non ad una competizione concentrata all'interno degli attuali chiare in cui il mercato è più sviluppato
In terzo luogo la nostra politica estera
Al di là di ogni differenza adesso
Se come dice spesso il il ministro Dini non può fondarsi e non vede io dico fondarsi sulla ricerca di una potenza militare che condizioni rapporti mondiali
Su che cosa si può fondare se non sulla tradizionale nostra politica
Di relazioni e di collaborazione e di amicizia internazionale di costruzione della pace di sviluppo di tutte le relazioni economiche civili culturali queste la carta che noi dobbiamo giocare e il nostro spazio sul piano internazionale
Da questo punto di vista mi sembra molto
Interessante è giusta un'indicazione politica preziosa quella che è uscita dai nostri interna dai dai dai relatori di stamattina sulla base di una riflessione attenta
Che afferma questo principe 'sto punto
Per queste ragioni che ho appena richiamato seppure sinteticamente non voglio rubare troppo tempo l'Italia deve fare una cooperazione che non può scegliere a priori un tema come hanno fatto alcuni Paesi nordici
Non può scegliere a priori un solo strumento di intervento devi agire a tutto campo ma nello stesso tempo valutare molto meglio i problemi del coordinamento dell'efficacia e della concentrazione territoriale
Ma non tematica non tematica non solo la lotta alla povertà non solo l'azione di pace di ricostruzione
Di prevenzione dei conflitti non solo ecco ma a tutto campo con problemi di coordinamento e di
Efficacia e di concentrazione che invece sono enormi
Passo infide su questa base ad illustrare i punti fondamentali di questa ipotesi di riforma
Io credo io parto dalla opportunità sollecitata già abbiamo diversi stamattina di
Operare una separazione tra scelta politica programmazione generale e pluriennale degli interventi e controllo politico da una parte
Primo settore Secondo
Gestione dei programmi e controllo tecnico amministrativo
Terzo esecuzione dei programmi da parte di una pluralità di soggetti questi tre livelli vanno tra di loro separati funzionalmente aumentando in questa maniera la sburocratizzazione la trasparenza la velocità
E io dico anche l'Hi Fi caccia dei controlli perché operano soggetti diversi
Allora si disegna un una struttura che è fatta così alla al ministero degli Esteri la direzione generale della cooperazione si rafforza e si qualifica si riduce probabilmente di numero
I quantità
Ma si rafforza e si qualifica politicamente
Sia diplomatici sia tecnici
Si collega anche con regioni e volontariato come Autonomie locali e volontariato si articola anche nelle ambasciate di quei Paesi concentrati ove l'Italia fatti più cooperazione
Per la gestione invece passo al secondo livello dei progetti io penso a tre punti sui su due ha una proposta più definita sul terzo più aperta i tre punti sono io credo che in Italia sia giusto fare una scelta forte di spostare verso la formazione una parte notevole dei nostri finanziamenti
Questo è necessario
Per alzare il livello della formazione di quadri italiani che operino a livello internazionale nelle grandi organizzazioni Banca mondiale e Fondo monetario banche regionali di sviluppo organizzazioni internazionali delle Nazioni Unite
è necessario in secondo luogo per formare quadri del Terzo Mondo a tutto campo non sto dicendo solo sul piano professionale male parlo di Capena siti building in sostanza su tutti i piani terzo forma anche il personale italiano cooperante volontario che
Le lo spostamento in questo senso può trovare
Organizzazione punto di stimolo di servizio di collegamento con le università con i centri di ricerca con gli enti pubblici e privati che operano in questo campo può trovare con le con riferimento in un centro
Di servizio e di azioni diretta per la formazione un centro nazionale
Che secondo me qualificherebbe anche molto il nostro Paese probabilmente ci sono già anche le strutture materiali
Già esistenti bastargli utilizzarle penso all'Istituto agronomico d'oltremare di Firenze ma penso anche ad altro scippo poi ragionare in concreto la seconda secondo punto riferimento
Un'agenzia qualche giornale ha scritto tre agenzie no io ne propongo una con balzi due strumenti ho parlato adesso del Centro per la formazione un'agenzia che gestisca i progetti di cooperazione e ne assegni l'attuazione concreta sul campo ai governi locali alle agenzie dell'ONU quando c'è cofinanziamento alle organizzazioni dell'associazionismo del volontariato ad altri enti pubblici o privati dentro a questa agenzia deve a vere un posto specifico la cooperazione decentrata
Che partecipi al governo della stessa agenzia e che rappresenti anche uno strumento di sostegno di cofinanziamento allo stesso modo dentro l'agenzia deve esserci anche associazionismo e volontariato
E non voglio approfondire la questione faccia associazionismo e volontariato ma accenno solo all'esigenza mi pare che lo stesso lembo c'è la suggerito
Di superare il concetto di idoneità delle ONG così come fatto adesso
C'è una specificità del volontariato ma questa specificità non deve precludere l'ampliamento della cooperazione a tutto l'associazionismo terzo settore che è noto
è uno dei temi anche di attualità sul piano della stessa dello stesso
Riflessioni degli degli degli economisti
Io penso poi che si possa in questo quadro tenere conto di qualche novità possono gli immigrati come soggetto partecipare alla cooperazione anche ai fini di favorire quella imprenditoria di ritorno si chiama
Che può consentire un Governo
Più complessivo dell'immigrazione
Potremmo pensare ad altre innovazioni ma qui mi fermo vengo al terzo settore
Ed è quello che riguarda la cooperazione finanziaria io ho voluto esplicitamente per una ragione di chiarezza di trasparenza
Porre questa questione e chiamarla così cooperazione finanziaria
In che senso nel senso che la mia esperienza rapida in la verifica con i Paesi beneficiari mi mi fa dire che ci sono almeno tre questioni sulle quali il loro bisogno è forte
E continua ad essere forte
Le grandi infrastrutture di ogni tipo trasporti telecomunicazioni eccetera sono una necessità soprattutto per i Paesi che sono alla prima fase dello sviluppo
E quindi è una necessità secondo noi abbiamo un interesse particolare Italia allo sviluppo della piccola e della media impresa terzo la cooperazione finanziaria partecipa alle politiche di aggiustamento strutturale
E i vari Paesi
Allora io qui credo
Che noi dobbiamo avere su in questo campo da un lato una scelta netta
Tutte queste grandi opere devono andare a gara esclusivamente a gara internazionale
Ed è in questa maniera che si taglia
Un vincolo di tipo clientelare o anche semplicemente protettivo nei confronti di singole imprese italiane
Lo strumento deve essere quello dei crediti di aiuto fondamentalmente che deve servire anche alla cooperazione in generale ma che qui concentra forse la parte più rilevante dei suoi interventi
Quale gestione fare di questa cooperazione finanziaria
Attualmente al Mediocredito può anche restare al Mediocredito bisogna però proporrei proprio risolvere i problemi non solo della gestione bancaria finanziaria bisogna anche risolvere i problemi della gestione tecnica di questi progetti
A questo proporre mi rimane da fare un accenno non parlo adesso di problemi del coordinamento del dello scorrimento tra queste strutture dei tre livelli
Ci sarà ma tempo per riflettere per costruire al meglio questo e non parlo di quanto di momenti Esterni di valutazione e di consulenza solo necessaria
Io ho voluto come dire stare leggero su questo punto nel senso che non spetta a me
Lo consegnò al Parlamento stesso ma io credo che il Parlamento
Dovrebbe lavorare su due questioni primo sulla questione
La valutazione approvazione emanati uso anche questo tema
Due gli indirizzi della programmazione generale
Gli indirizzi della programmazione generale
Secondo fare un lavoro ispettivo continuo con qualche strumento più ristretto che non sia la cui le due commissioni esteri come sono adesso non spetta a me approfondire il tema dico poi per concludere che ci sono in campo altre idee innovative
Che io credo la nuova coppia cooperazione italiana dovrà considerare non voglio approfondire ma voglio dare agli uditori in senso che facendo una nuova legge sulla cooperazione non si tratta solo di ordinare in modo diverso anche profondamente diverso una struttura con le finalità e il rapporto con i Paesi eccetera ma anche di avere orecchio alle innovazioni che si stanno producendo
Parlo del commercio equo e solidale
Parlo dell'ipotesi che ci sono di dare vita ad una banca etica
E addirittura l'ipotesi che vicino a noi nel senso che è anche dentro alle strutture pubbliche di dare vita ad un fondo etico per la cooperazione con i Paesi o con alcuni Paesi del terzo mondo
Non ho ho ragionato sulla questione delle priorità geografiche l'ho già fatto il ministro Brunetta io credo che dobbiamo muoverci su quella linea non voglio fissarle in questa sede sono non sarebbe sbagliato si fa in Parlamento
Io credo che noi abbiamo però davanti una ipotesi abbastanza come dire già in atto noi dobbiamo avere come priorità prima il Mediterraneo l'Africa
Queste sono le due priorità prime agire all'interno di questi cose antiche penso soprattutto all'Africa per grandi aree noi stiamo già lavorando di più innova in Africa australe del Corno d'Africa rispetto all'Africa
Francofona insomma questi sono problemi che vanno valutati nel rapporto lo sviluppo della situazione mondiale della situazione internazionale e al ruolo che via via assolvere il Paese io so per primo voluto schematizzare c'è anche il testo scritto che è un poco più elaborato fanno ma non molto
Io ho voluto proporre rischiare la proposta
Sia di impostazione e sia di strumenti concreti perché vorrei provocare una discussione reale che non resti una discussione troppo di principi ma che poi non produce o profondo preferito questo anche
Ma la l'esposizione mia e molto
Come dire pacifica
Perché lo dico io per primo anche pronto a cambiare quello che c'è da cambiare ma l'importante è che il Paese faccio una scelta strategica
Si doti della legge dice Saglia e Sidoti e quindi degli strumenti necessari perché questa serie parte integrante della nostra politica estera lo dico senza retorica perché ci credo profondamente
Nel momento della internazionalizzazione dell'economia della globalizzazione se noi non usiamo con impegno con serietà con attenzione questo strumento essenziale del nostro rapporto con il resto del mondo e in particolare con questa parte del mondo compiremmo un errore è un errore che il Paese pagherebbe
Io sono per evitarlo e sono perché l'Italia giochi il suo ruolo per quanto riguarda questo punto la cooperazione allo sviluppo vi ringrazio
Vorrei ringraziare il senatore S.r.l. da parte dei nostri istituti lo IAI cioè Spinelli Richards perché finalmente vediamo che l'entusiasmo che abbiamo avuto noi per tanti anni si è c'era scritto
Comunque è certo importante come abbiamo sempre detto tutti che questa nuova legge o queste nostre nuove iniziative sia una politica e una iniziativa politica dello Stato italiano perché il quinto stava per otto industriale
E nel mondo e che si deve dare una politica estera di conseguenza una politica economica ed estera è un apocrifo politica di cooperazione passerei la parola al l'onorevole lucchetto presidente della commissione Esteri
Vi ringrazio per l'opportunità che mi date di affrontare qui brevemente alcune questione io voglio limitarmi in questo intervento ad alcune brevi osservazioni che riguardano anche in passato dalla nostra cooperazione allo sviluppo per toccare poi alcune questioni delle scelte di oggi
è del tutto evidente che la storia della nostra cooperazione presenta due anomalie dapprima risiede nel fatto che la sua nascita il suo sviluppo costituiscono si può così dire uno dei rari casi di innovazione nell'azione pubblica del nostro Paese
è un luogo comune sostenere che l'Italia e la sua politica estera siano caratterizzate da immobilismo difficoltà di innovare e di decidere propensione al rinvio
Cose sicuramente indubbia però nel caso della politica degli aiuti allo sviluppo nel corso degli anni ottanta abbiamo assistito e innovazioni a catena un aumento rapidissimo ed estremamente consistente dei finanziamenti
Da poco meno di settecento milioni di dollari del mille novecentottanta ottantuno siamo andati agli oltre quattro mila milioni di dollari e ottantanove novanta naturalmente questo non poteva non portare a dei problemi la seconda anomalia consiste nel fatto che questo grande impegno italiano nella cooperazione
Nasce e si sviluppa quando tutti i Paesi dell'Occidente decidono di invertire il trend e cominciano a ridurre le risorse destinate alla politica di aiuto
Sono gli anni nei quali c'è se il confronto Est-Ovest nei quali appaiono evidenti
I limiti dell'azione della cooperazione multilaterale nei quali vengono sottoposti all'attacco da parte del pensiero economico liberista i fondamenti teorici stessi della cooperazione queste le hanno mai purtroppo come tutti sappiamo ci sono stati altri aspetti che hanno accomunato la storia della cooperazione alla storia della crisi recente del nostro Paese
Non solo la corruzione ma anche la presenza invadente dei partiti politici
E l'esercizio di un ruolo centralizzato ore burocratico dello Stato
Tangentopoli uno se incaricata di portare al collasso questo edificio e tra le varie rovine oggi ritroviamo anche le immagine del nostro Paese in varie parti del mondo
E non credo che risolveremo presto incominciando adesso attaccare i giudici perché è un dato oggettivo della nostra realtà si tratta ora di ricostruire o meglio di iniziare il processo di ricostruzione
E forse questa volta vale la pena riflettere un po'di più è un po'meglio
Nella fase di progettazione
Sottoponendo a critica serrata anche quei punti quegli assi portanti che abbiamo considerato come definiti è fuori discussione
Tuttavia la ricostruzione va iniziata mi sembra che non solo l'entusiasmo ma anche le idee importanti che qui ha portato Serri segno significativo e non sarebbe tollerabile un suo rinvio ad epoche migliori
Da questo punto di vista dato il punto al quale siamo giunti con la riduzione dei finanziamenti e opportuno e giusto riaffermare sacro principio del primum vivere voglio informarmi però e questa mattina aprendo la Commissione esteri della Camera dei deputati che affronta la questione della finanziaria ho chiesto al Governo devo dire in questo sostenuto da tutti i relatori di interrompere la politica delle decurtazioni progressive degli stanziamenti per la cooperazione allo scritto
Vorrei anche dire che non trovo affatto convincenti le tesi di chi sostiene che l'Italia deve limitarsi per alcuni anni a fare cooperazione molti la terra insieme i nostri partners europei nell'Unione in tutte le sedi internazionale nelle quali siamo presenti dalle agenzie dell'ONU e della Banca mondiale alle banche regionali
Credo che la nostra capacità di fare una corretta efficace cooperazione bilaterale continua ad essere la premessa perché la partecipazione italiana nella cooperazione multilaterale sia significativa perché il nostro ruolo sia meglio definito in tutti i e io voglio dire che una delle mie solite
Provocazione che non mi crea non molti amici
Che se un governo di centro destra avesse affrontato il problema dei tanti come i governi di centrosinistra lo affronta colpendo prima di tutto la cooperazione noi avremmo riportate no
Ci sarebbe stato un apriti cielo
E io sostengo che qui ed approvata la verità è la prova della verità perché poi sento dire ben Maastricht che ci impone di tali ma che impone i tagli ma non impone di tagliare in un modo piuttosto che in un altro
E qui sta a differenza in questo momento di generale passione di nuovo per il consociativismo il pasticcio mi piace ricordarla tra destra e sinistra e come si fanno poi Italia
Se un governo di centrosinistra fa Italia esattamente o peggio di un governo di centro destra
Mi viene da chiedere cosa abbiamo combattuto e perché abbiamo combattuto fino a questo momenti quindi
Quindi dico questo anche per un'altra questione io ho avuto modo come presidente la commissione a porre una questione giusta perché negli incontri che ho avuto recentemente all'ONU trovato che era più che giustificata dicendo per esempio che l'occasione anche negli ultimi interventi militari erano occasione per porre il problema della funzione di organismi internazionali perché se tutte le volte che c'è un momento caldo mai diciamo che l'ONU non ha potere
I titoli diamo il potere nel momento decisivo mi chiedo quando questo potere sarà tanto
è inutile che dei soloni dalla politica internazionale abbiano l'ignoranza e la culturale da non comprendere questo fatto
E da giudicare ancora i termini
I termini della situazione come una situazione che era quella della guerra fredda che non c'è più
Bisogna che ci ricordiamo non c'è più lo facciamo come quei generale giapponese che non si erano accorti che era finita la seconda guerra mondiale adesso è finita la guerra fredda dobbiamo costituire l'uomo è nono la costituiamo fondamentalmente sulle grandi sfide moderne è una delle grandi sfide e rapporto nord e sud e la cooperazione è un fatto chiave
Di queste sfitte e in questo ambito quindi c'è un bisogno urgente di conoscenza di coordinamento e Dio e per questa ragione che ha proposto la commissione esteri che presiedo un'indagine conoscitiva sulle grandi istituzioni internazionali ai quali il nostro Paese
Partecipa ONU Banca mondiale Unione Europea banche regionali
Anche dalla recente missione che ho compiuto al New Yorker nella sede delle Nazioni Unite ho tratto il convincimento che esistono tavoli
Oggi quasi oggi diciamo tavoli in penombra dove si giocano partite che toccano concretamente i bisogni e distinti migliaia di persone
Non dobbiamo continuare a pensare che tutto si risolva con la questione della riforma del Consiglio di sicurezza
Nella nostra cultura politica amministrativa deve entrare la cognizione della complessità della rete di rapporti che ci legano al resto del mondo
Quindi per la nostra cooperazione allo sviluppo nessun ritardo e nessun rinvio sono d'accordo con se
Sono questi anni cruciali per il rapporto tra il nord e il sud del mondo
Sono gli anni nei quali l'Unione europea inizia la sua nuova politica verso i Paesi del Mediterraneo
E al contempo rifà
Mola la propria metodologia di approccio alla cooperazione dopo la Convenzione di Lomé
Dove la banca mondiale agenzie dell'ONU rivedono le proprie strategie
Dove la prossima conferenza di Singapore sui commerci mondiali potrà iniziare un nuovo corso di modificazioni strutturali negli scambi
E la prossima conferenza della FAO potrà segnare un nuovo punto nella mappa della lotta sotto sviluppo dobbiamo però presentarci con le carte in regola a questi importanti appunto nessun rinvio e nessun limite alla discussione
Ma anche nessun limite rispetto ai soggetti che dovranno intervenire nel dibattito
Non sarò certo io a lamentarmi perché il volontariato la socializza associazionismo le componenti dell'economia sociale trovano in questo settore una specie di brodo di cultura naturale anche se ci sono dei tagli preoccupante in questa direzione ma credo che questo possa rischiare di costituire un limite perché se è vero che una delle strade più promettenti percorso della cooperazione costituito dalla promozione di microimprese con strumenti finanziati specifici una formazione adeguata
Sarei felice di vedere sedere ai nostri tavoli soprattutto chi di impresa e fortemente esperto la Confindustria il Confcommercio e i rappresentanti del mondo bancari
E se è vero che la cooperazione decentrata sta svolgendo una funzione di peso crescente dovremo invitare ai nostri tavoli i responsabili regionali e delle amministrazioni locali
Dalle prime proposte di ricostruzione della nostra cooperazione allo sviluppo vedo quindi un elemento positivo
La separazione tra il potere di indirizzo strategico affidato alla politica e le fasi di individuazione degli obiettivi concreti di realizzazione delle attività affidate alle agenzie
Questo risponde a una linea precisa e cioè che i partiti e la politica devono fare un passo indietro e non si devono occupare dalla gestione ma non vorrei che si confondesse questo con un indebolimento dalla politica anzi e quindi e dalle istituzioni democratiche
Che deve venire la risposta alle domande fondamentali sulla nostra attività di cooperazione allo sviluppo che sono perché cooperare con chi con quali regole
Per questo anche sentite le considerazioni fatte dal sottosegretario Serri io voglio dire subito che il Parlamento e per ciò che mi compete la commissione esteri della Camera si metterà a completa disposizione perché il progetto di riforma venga discusso bene e venga discusso presto grazie
Do relatore un favore so che persone così importante uno normalmente a se si potessero temere entro i dieci minuti
Perché se no altrimenti arriveremo alle due e mezzo
Ringrazio frutto io passerei la parola al l'onorevole Martino
C'è stata una lista dei
Io cercherò di fare meglio che indicibili
Prima di svolge le pochissime considerazioni di carattere generale vorrei ringraziare sottosegretario senatore servi per amichevole saluto e testimoniare del fatto che uno degli aspetti più gradevoli della mia attività di ministro degli esteri sono state le discussioni
In seno alla Commissione esteri del Senato anche qui alla Camera tormenta in particolare ministri del Senato
Perché gli interventi il senatore serve sempre così puntuali e spumanti sono stati si sono rivelati indicazione preziosa su una serie di problemi di politica estera
Non stupida quindi che persone che si collocano con posizioni così distanti nello schieramento politico possano essere anche a minuti
Una delle considerazioni che emerge da questa discussione che i tempi nella politica estera sono ancora più lunghi
Di quanto non siano nelle decisioni di politica in Terna
E noi abbiamo in politica estera un tasso di cambiamento preoccupante se è vero come è vero che abbia avuto cinque ministri degli esteri in meno di tre anni
Tuttavia l'elemento rassicurante che emergerà questa proposta
Del senatore serie che c'è un certo grado di continuità nel lavoro che viene fatto da amministrazioni successive e in particolare mi fa piacere che alcune delle idee che è emerso ero nel periodo in cui mi trovavo la Farnesina grazie all'opera del ministro e poi se il ministro Bruni ha di recente alla cooperazione bene questo alcune di queste idee sono rimaste e credo che verranno utilmente io auguro al sottosegretario te serie di avere successo e portare in porto con le modifiche
Necessarie questo progetto quali sono queste le la prima mi sembra doveroso è stata già sottolineata e la necessità di separare
La programmazione e il controllo di tipo politico la viceversa quelli che sono gli aspetti di gestione dei progetti perché oltre a sovraccaricare il ministero degli esteri di compiti che non è in grado di assolvere ha dato luogo una sovrapposizione di queste due funzioni ha dato luogo a inconvenienti nel passato
In secondo luogo noto con piacere che
La concezione velleitaria che una volta prevaleva della cooperazione del tutto scomparsa e questa non per lasciar posto a una rinunzia fare cooperazione anzi sorriso a credere con concede entusiasmo ha sottolineato la rissa che se ne faccia di più ma per farla meglio che cosa intendo per concessione velleitaria della cooperazione quella che diceva che la cooperazione avrebbe dovuto essere il motore dello sviluppo in generale ora questa idea era scarsamente difendibile perché lo sviluppo non è determinato ho promosso dalle risorse finanziario materiali Paesi non nascono ricchi paesi diventano ricchi se i Paesi nascessero ricchi paesi ampiamente dotati di Sordi risorse dovrebbero essere ricchi rapido sviluppo i Paesi viceversa
Non poveri di risorse dovrebbero essere in condizioni di Sanya azione questo non accade nutriamo grandi paesi ampiamente dotati di risorse e non riescono imboccare la via dello sviluppo e paesi sopra popolati e poveri di risorse che hanno delle eccellenti storie di sviluppo Nora inquadrare la cooperazione in un ambito meno velleitaria importantissima cooperazione e strumento di politica estera
Questo implica anzitutto una razionalizzazione delle aree geografiche di intervento bisogna smetterà qui interventi a pioggia che consistevano nel dare
Poco a molti Paesi e soprattutto tipica del velleitarismo della vecchia concezione della cooperazione le promesse non mantenute a me è capitato in una visita bilaterale
Di essere messo in guardia l'ambasciatore nostra in questo grandissimo paese prima di incontrare
Il ministro del Commercio estero esce stia attento perché l'anno scorso quando il ministro del Commercio estero di questo Paese ha incontrato il suo omologo italiano nel mezzo dall'escussione si è alzata e se n'è andato
E poi ho scoperto che aveva perfettamente ragione questo ministro del Commercio estero perché la percentuale di inadempienza
Dal governo italiano in campo la cooperazione ottanta per cento
Cioè noi per l'ottanta per cento eravamo inadempiente hanno fatto avviare dei progetti e poi ne avevamo provveduto a fare la nostra parte quindi ecco un restringimento delle aree geografiche opportunamente scelte per aiutare efficacemente pochi Paesi anziché disperdere
Così a pioggia i nostri interventi a me piace molto che dai primi cenni che emergono non si dimentichino nelle aree geografiche alcuni Paesi nei confronti dei quali credo l'Italia abbia un dovere storico e anche attuale molto forte penso per esempio all'Albania
Poi poche aree di intervento a me sembra ancora molto ambizioso Alain che azione più sentito fare dal ministero Bruni su i vari tipi di intervento che si auspica o non possiamo rimediare a tutto con la cooperazione anche se aumentassimo
Le le risorse a disposizione della cooperazione bisogna puntare su alcune cose molto importanti quella tripartizione interventi di emergenza Grandi Progetti e formazione mi convince molto credo che quello sia uno strumento utile per potere orientare in modo efficace le risorse e vorrei sottolineare un po'per la formazione professionale sono stato insegnante per molti più anni di quanto non sia stato politico l'importanza della formazione leggevo recentemente che nel mille novecentosessanta
Il reddito pro-capite
Del Pakistan della Corea del Sud era grosso modo lo stesso c'era una differenza che in Corea del Sud il novantaquattro per cento dei giovani in età scolare erano a scuola mentre in Pakistan soltanto il trenta per cento
Venti anni dopo il reddito che nel sessanta era Pedio cardinal Santer uguale nei due Paesi nell'ottanta era il triplo nella Corea del Sud
Rispetto a quanto fosse in Pakistan realmente non voglio dire che ci sia una spiegazione semplice o semplicistica per questo però non c'è dubbio che il ruolo la formazione molto importante e in questa ottica io vorrei
Ribadire che ritengo che l'istituto diplomatico meriti di essere potenziato
E meriti di svolgerà un ruolo molto più attivo di quanto non sia riuscire a fare fino adesso
Non solo nella formazione specifica penso per esempio alla formazione dei diplomatici di altri paesi di paesi come l'Albania o come anche altri Paesi che vengono in Italia a completare la loro preparazione di suo diplomatico secondo me dovrebbe giocare in prima persona un po'con l'articolo ma anche per coordinare quell'attività per la formazione cui accennava il sottosegretario Serri cui auguro il successo per questa iniziativa anche se naturalmente in Parlamento poi si nei singoli punti verranno discussi in piena libertà con le modifiche che si riterrà di apportare grazie
Darei la parola all'onorevole Provera della lega che oltre che nell'ultima legislatura è stato presidente della bicamerale e sulla Commissione inchiesta sulla cooperazione così
Non funziona
Okay
Ringrazio dell'invito
Io devo dire che mi occupo di cooperazione da pochi anni relativamente ma ho avuto un'esperienza di cui credo di aver fatto tesoro
Perché mi ha messo in condizione di capire abbastanza della cooperazione soprattutto della gente che nella cooperazione ha lavorato
Devo dire che
Parlare in dieci minuti della cooperazione è è veramente un'impresa estremamente difficile
Quindi necessariamente bisogna essere generici ma sarà grato poi chi vorrà intervenire per chiarire meglio certi particolari
Il titolo di questa riunione
E ruolo e futuro della cooperazione
E io credo che
Prima di parlare
In dettaglio di alcuni aspetti di questo ruolo e di questo futuro che noi ci aspettiamo dalla cooperazione sia necessario fare alcune riflessioni del passato della cooperazione non credo che sia possibile definire le linee di una nuova cooperazione
Senza aver fatto prima un'analisi approfondita di quello che è stato il passato di come è stato gestito di quali sono stati i meccanismi di quali sono state le leggi della cooperazione l'evoluzione di questa cooperazione nel nostro Paese
I meccanismi che hanno funzionato e quelli che non hanno funzionato
Se non si parte dall'esperienza e dalla riflessione del passato non si può costruire un punto un futuro che si presenta difficile per la scarsità di risorse
Che abbiamo a disposizione e anche per il coordinamento che ha una cooperazione internazionale deve fare perché pensare ad una cooperazione autonoma del nostro Paese senza un inserimento e in accordo con gli organismi internazionali e con gli altri Paesi non credo che si potranno ottenere grandi risultati
Io credo che il futuro della cooperazione sì è soprattutto nel ruolo che esso potrà avvenire nei meccanismi che ci potrebbero toccare da vicino cioè sul grande tema della immigrazione e cooperazione
L'immigrazione che noi stiamo vivendo che è un problema difficile lo leggiamo tutti i giorni sui giornali e che deve essere in qualche modo regolamentate Wiener deve essere regolamentata sotto un profilo legislativo per dare delle norme certe
Sotto il profilo repressivo per quanto si riferisce all'illegalità
Ma soprattutto sotto il profilo della prevenzione facendo un'intelligente politica di cooperazione
Questa politica di cooperazione deve indurre uno sviluppo che non deve essere il nostro modello di sviluppo ma uno sviluppo che tenga conto della realtà della storia dell'ambiente territoriale
Uno sviluppo che tenga conto di
Esigenze che non sono le nostre che non possono essere le nostre e che gli errori che abbiamo fatto nel passato tentando di trasportare nei all'estero quelli che sono dei delle immagino dei traguardi che poi hanno dimostrato la il loro effimero ebbene tutto questo non può essere portato avanti io vorrei ribadire alcune concetti che mi sembrano o forse elementari ma molto importanti io non sono d'accordo che la cooperazione debba essere uno strumento di politica estere
La cooperazione nella dobbiamo fare perché siamo una nazione civile perché è un dovere morale
Perché vogliamo fare della solidarietà internazionale
Perché siamo un Paese ricco anche se non so fino a quando
A latere potremmo avere una ricaduta di immagine perché se noi facciamo una cooperazione disinteressata seria ed efficace l'immagine del nostro Paese non potrà che
Essere diversa da quella che purtroppo è
Ha ragione Martino quando dice sono andato all'estero
E mi hanno rinfacciato le promesse non mantenute
Anch'io insieme ad altri della mia Commissione sono state all'estero in Cina in Vietnam in Perù ci hanno rinfacciato le promesse non mantenute
Come posso un Paese civile moderno e serio
Lasciare andare in giro i propri rappresentanti Farman promesse che poi non possono essere mantenuto io questo lo chiedo a voi
Quindi e non uno strumento di politica estera non dobbiamo utilizzarla perché è finita la politica delle cannoniere dobbiamo farlo perché è morale
La cooperazione non può prescindere neanche dalla questione morale Interna
Abbiamo letto e continuiamo a leggere quella che è stata la cooperazione c'è una vergognosa con ma alla cooperazione
Che ha tradito soprattutto gli o per i tori onesti e le persone che si sono dedicate alla cooperazione disinteressatamente con serietà
A queste persone e agli italiani che hanno pagato delle tasse per essere solidale nei confronti di chi ha bisogno noi dobbiamo una buona cooperazione
La cooperazione deve essere deciso dal Parlamento e cioè dal popolo il Parlamento è l'unico che sto questi posti avvilire che tipo di cooperazione dobbiamo fare
Al ministero degli affari esteri esteri tocca di realizzare la cooperazione che viene decisa dal Parlamento come organo tecnico negoziale di controllo diplomatico ripeto partendo dal passato è soltanto dall'esame del passato si può fare una cooperazione moderne intelligente ed efficace ricordiamo la legge trentotto istituita per gestire trecento miliardi
Annualmente questa cifra è stata da subito superata
è arrivato il fine quindi con una struttura proporzionata ai trecento miliardi per gestire è arrivato il fai e i miliardi sono passati a mille
Con una legge speciale che prevedeva l'emergenza l'emergenza e l'urgenza e che ha consentito i furti più colossale di cui la magistratura evidentemente al corrente e che dovrà procedere per accertare
La legge quarantanove dell'ottantasette che quella che ancora abbiamo a mettere inutile procedimento di urgenza che potrebbe portare al di al licitazione privata
Soltanto che ha depotenziato i controlli che dovevano in qualche modo fare la verifica su questi interventi ancora poco tempo fa in Parlamento sono stati aggiudicati dei progetti licitazione privata in maniera del tutto irregolare l'abbiamo denunciato
Il ruolo dell'Italia che vuole l'Italia è quello di agire nella cooperazione
In sintonia con gli interventi internazionali
La cooperazione italiana centralizzata è fallita
Noi proponiamo un decentramento regionale o interregionale della cooperazione perché siamo del parere che evadono evitate e qui mi differenzio dal servizio otto segretario Serri i mega progetti e le infrastrutture
La cooperazione deve partire dalla gente andare alla gente e credo che questo possa passare attraverso i piccoli e medi Progetti perché sono quelli che hanno dato sul campo le prove migliori
Io ho verificato insieme ad altri della commissione che cosa in effetti può essere fatte sul territorio
Il ruolo importantissimo delle organizzazioni non governative che con mezzi limitati ottengano risultati meravigliosi
Io credo che abbia ragione quando si dice serve quando dice no all'idoneità
Bisogna inserire in qualche modo l'esperienza sul campo
Nella scelta
Dei progetti da effettuare ci deve essere certamente un sistema che atti consente alle ONG di nuova formazione di farsi largo e realizzare con dei progetti seri una programmazione seria e quel che vogliono fare dimostrare il loro valore
Ma l'idoneità spesso è stata utilizzata come un sistema per selezionare certe Remigi a favore di altre noi su questo non siamo assolutamente d'accordo
Bisogna scegliere le il tipo di intervento da fare sono d'accordo sul progetto Paese no agli interventi approvati a pioggia
Ricordiamoci che i mega progetti le grandi infrastrutture sono quelle che assorbono enormi quantità di danaro e noi ne abbiamo poco a disposizione per far cooperazione
Si prestano alla scarsa verifica si prestano alla tangente si prestano al furto e sono difficile da controllare
I grandi progetti e le grandi infrastrutture possono essere effettuati soltanto in collaborazione con il gradiente intuitivo organismi internazionali
Deve essere fatto un serio programma una seria programmazione deve essere fatta sul progetto un progetto deve essere studiato sotto il profilo economico politico sociale ambientale e culturale
Abbiamo verificato in Argentina che progetti anche perfetti dal punto di vista tecnico falliscono perché non si tiene conto di quelle che sono le situazioni ambientali
Abbiamo visto che trascurare certe normative locali
Porta necessariamente a una serie di difficoltà anche non consentono poi di terminare in tempo utile il Progetto e se non si termina in tempo utile il Progetto significa dispersione di risorse aggiuntive e spesso impossibilità dell'utilizzo vero da parte di chi ne avrebbe bisogno
E vero che bisogna snellire le procedure i pagamenti è fondamentale bisogna snellire certe procedure che sono assurde e che richiedono per esempio di tradurre in italiano la fatturazione di un pieno di benzina
Per una ONG che si trova in una selva amazzonica ma qui stiamo stiamo veramente facendo il ridicolo del ridicolo quando poi ci consente di rubare migliaia di miliardi senza nessun tipo di controllo
Io non ho sentito parlare di una cosa che secondo me è fondamentale veramente fondamentale nella cooperazione sono i controlli
La mala cooperazione che ha rubato migliaia di miliardi è stata resa possibile perché il con i controlli non erano sufficienti e non erano adeguati non è mai stato raggiunto il limite dei centoventi esperte L'Unità tecnica centrale che perfino la quarantanove prevedeva spesso questi esperti sono stati poco utilizzati o male utilizzati è lo stesso ministro Aloisi che in una testimonianza resa la nostra commissione ha affermato chiaramente oltre naturalmente
A quelle che sono state possiamo dirlo le confessioni di Santoro
I controlli per danno fatti ex ante ex post devono essere rigorosi devono essere fatti da persone competenti e non formali
è indispensabile ruolo degli esperti sia l'unità tecnica centrale che alle unità tecniche locali e ridicolo pretendere di controllare da Roma dei progetti estremamente complesse realizzati in Vietnam piuttosto che in India piuttosto che in Somalia
Cancellare le emergenze l'urgenza riservarla i casi veramente necessarie perché altrimenti non si fa altro che lasciare una porta aperta agli abusi e le negligenze o alle corruzioni bypassare la gara d'appalto
Significa semplicemente fare qualcosa che è vietato dalla legge ma che ancora oggi avviene per passare una trattativa privata che spesso è fatta soltanto per consentire gli abusi io non credo che il credito d'aiuto sia opportuno nella politica di cooperazione ha più l'aspetto economico da Istituto del commercio estero che non per la politica di cooperazione così come cancellerei legittimisti
Non hanno senso e non ne ritroviamo mi sembra nella legislazione internazionale e negli organismi internazionali
Le cose da fare sono moltissime
E credo che il mio tempo sia scaduto mi piacerebbe avere la possibilità di discutere con chi ha fatto con l'atto veramente la cooperazione io qui vedo in sala delle persone che ci hanno creduto e hanno pagato di persona
Per poter costruire qualcosa di nuovo un appello posso fare al al governo attraverso la persona del sottosegretario Serri
Se crede veramente che si possa fare una nuova cooperazione
Istituisca la Commissione permanente di indagine e di inchiesta sulla cooperazione perché è stata utile non ha avuto il tempo di fare tutto quello che avrebbe dovuto fare
Ma credo che possa comunque dire qualcosa di più e di nuovo per quella cooperazione che deve come ho detto prima portare i sacrifici della gente alla gente e non lasciarle nelle tasche di qualcuno vi ringrazio
Darei la parola l'onorevole Buttiglione segretario CDU
Io vorrei partire lì dove il collega ha terminato
Mi pare che sarebbe nasconderci dietro un dito se non dicessimo che il primo problema della cooperazione internazionale dell'Italia e riguadagnare credibilità prestigio e fiducia
Perché credibilità prestigio e fiducia sono stati perduti su due versanti
Il primo versante e il versante della pubblica opinione italiana la quale ha il diritto di sapere che le risorse destinate allo sviluppo arrivano effettivamente a sostenere lo sviluppo dei Paesi a cui sono destinate vi arrivano senza che costi di intermediazione lecita o illecita le diminuiscono in misura significativa
E vi arrivano secondo programmi mirati i quali hanno un potenziale effettivo di sostegno allo sviluppo
L'altro dimensione in cui bisogna riguadagnare credito e prestigio e quella del rapporto con i Paesi che questi aiuti ricevano credito e prestigio significano affidabilità si guadagna credito e prestigio
Nella misura in cui si fa quello che si dice e ogni scostamento
Da ciò che è stato promesso è una caduta della credibilità del Paese
Credo che questo sia il primo problema che noi abbiamo e quindi vorrei partire proprio dalla questione dei controlli
Io ho una posizione che ho riccamente diffidente verso il sistema dei controlli
Di diritto amministrativo perché mi sembrano molte volte uno strumento per incrementare la corruzione invece che per diminuirlo aumento il numero delle persone in grado di bloccare un progetto rifiutando la loro firma aumentano le tentazioni fomentano le difficoltà aumenta il ritardo con cui gli stanziamenti vengono decisi anche se ovviamente i controlli preventivi hanno il loro ruolo una loro funzione credo che vada però incrementato fortemente e bisogni puntare molto sul sistema dei controlli ex post
Cioè sul sistema dei controlli del rapporto esistente tra input output trarre risorse ottenute e risorse effettivamente specie e risultati della spesa di queste risorse e credo che questo controllo ex post possa conciliare due funzioni obiettivi uno è quello di
Facilitare snellire le procedure l'altro è quello di assicurare delle valutazioni definitive incontro avvertibili e ovvio però che il controllo sposta inutile se non esiste la possibilità di sanzioni rigorosa ed effettiva
Contro coloro i quali si sono scottati dai programmi senza sufficienti canzoni e quindi
Se non esiste la possibilità di licenziare o comunque rimuovere oppure escludere da successivi programmi coloro i quali non hanno mantenuto
Gli impegni presi
Metto questa questione al primo punto mi rendo conto in modo ovviamente sommario visto il tempo di cui disponiamo perché se non si riguadagna credibilità non sia in grado di fare cooperazione
Credo poi che ci sia una grossa questione culturale c'è una rivoluzione culturale in movimento in questo ambito noi dobbiamo intendere ragioni secondario vari favori negli anni in cui il tema della cooperazione per lo sviluppo si impone all'attenzione della pubblica opinione dei nostri paesi
Dormiva un uno slogan i Paesi ricchi diventano sempre più ricchi paesi poveri diventano sempre più poveri
Questo non è più vero alcuni Paesi poveri diventano sempre più poveri alcuni Paesi poveri diventano ricchi alcuni paesi ricchi rischiano di diventare poveri che ai militari e uno di queste allora noi dobbiamo adattare il modo in cui pensiamo la cooperazione internazionale a questo mutato scenario mondiale
Non nascondendoci un fatto
I paesi poveri che diventano ricchi solo in una misura relativamente piccola hanno iniziato il cammino affettivo dello sviluppo grazie a programmi di cooperazione allo sviluppo
E un paradosso ma negli ultimi anni le risorse che il mondo ricco Pedica al sostegno del mondo povero sono drasticamente caduto
La crescita del del mondo povero non è mai stata così grande come in questi ultimi anni perché credo perché il lo sviluppo e legato a una serie di fattori
Che sono fondamentalmente della creatività la voglia di lavorare
Delle popolazioni dei paesi non sviluppati e la possibilità di accesso al mercato mondiale che è stata di dotazione di infrastrutture che è fatta di cultura ma che è stata anche di esistenza effettiva di un mercato mondiale hanno fatto più io gli accordi Gatt in General Agreement on tariffe in cioè il per lo sviluppo dei Paesi poveri che tutto quello che è stato fatto per l'aiuto allo sviluppo anche perché e l'aiuto allo sviluppo nasce in larga misura dentro ideologia terzomondista i più vecchi di voi quelli che hanno la mia età se lo ricordano gli anni di Christian Palù a di Samira niente
Di Cordova la tesi che bisogna contare sulle proprie forze che l'aiuto funzionerà nella misura in cui prescinde dal mercato internazionale che genera processi di sviluppo fuori dal mercato internazionale
Vedo che sappiamo che chi sta sul mercato internazionale si sviluppa e chi sta fuori dal mercato internazionale non si sviluppa queste coordinate dovrebbero sono di fatto credo alla base di una rivoluzione culturale dobbiamo aiutare
I Paesi che non sono sul mercato internazionale a entrare sul mercato internazionale e qui credo che dobbiamo distinguere chiaramente
Due obiettivi e due livelli che poi corrispondono in genere anche prevalentemente a due gruppi di Paesi ci sono i poveri che diventano sempre più poveri
Questi risentono tra magicamente della riduzione degli aiuti allo sviluppo
La l'Africa subsahariana
Diventa sempre più povera
E non tutto dipende cosa intendiamo per giungere al ma la gran parte diventa sempre più povera e paradossalmente l'aiuto allo sviluppo si riduce
Aumento della povertà cade l'aiuto allo sviluppo quindi dobbiamo invece avere la consapevolezza che esiste una situazione drammatica all'interno della quale
Sì vanno determinando vanno crescendo situazioni in cui nemmeno governi dittatoriali riescono a imporre la parvenza di esistenza dello Stato e in cui paesi interi sono sull'orlo di una ispezione
E questo può essere evitato contenuto soltanto da politiche le quali immediatamente non possono non avere un carattere prevalentemente assistenziale o di aiuto allo sviluppo a livello micro
Posto che le condizioni politiche generali ter programmi macro di sviluppo ancora non ci sono o devono lievita
Esistono invece Paesi di quali il salto verso lo sviluppo lo possono fare
E che chiedono sostegno per realizzare il salto verso lo sviluppo
Qui noi dobbiamo riconoscere intanto un dato banale il dato banale perché caro sottosegretario vorrei che noi potessimo parlare di rilancio dello sviluppo secondo me se riusciamo a contenere i danni già intanto nella situazione
Perché
Davanti a cui questa legge finanziaria ci pone una legge finanziaria la quale certo deve fare tagli non mi sembra che manifesti una particolare sensibilità per i problemi della cooperazione allo sviluppo poche la cooperazione allo sviluppo faccia parte delle priorità che questa legge finanziaria intende salvaguardare quindi qui se riusciamo a contenere i danni già sarà un grande risultato per questo ci sarà bisogno della cooperazione di tutti i parlamentari e di tutte le forze politiche che hanno sensibilità per questo problema
E per quello che riguarda il sostegno allo sviluppo possibile
Allo sviluppo dei Paesi che hanno chance
Immediate di entrare nell'aria dello sviluppo
E io credo che
Noi dobbiamo aderire chiare due cose
Una un cambiamento di atteggiamento per il quale cooperazione allo sviluppo significa aiuto a che la società civile italiana entri in contatto con la società civile di questi Paesi e lo Stato faciliti
La questo contatto faciliti questa collaborazione non pretenda di monopolizza quindi centralità del ruolo delle organizzazioni non governativa come espressione per la società che proprio per la sua Poliform vita e in grado di
Sfruttare riconoscere individuare mille modalità di collaborazione che inevitabilmente sfuggono ad una pianificazione centralizzato
Soprattutto quando riusciamo a coinvolti organicamente su questo il mondo dell'impresa il mondo della scuola il mondo della Università il mondo del volontariato
Anche di quello operante inizi
Onorevole Occhetto ci vuole a questo tavolo la Confindustria io ancor più dalla Confindustria io ancor più della Confindustria
Ecco dunque dunque questo
Bene
E io però ancor più della Confindustria vorrei vedere
Le organizzazioni che rappresentano il mondo della piccola e media impresa
Le quali sono portatrici di un no audio sapere sulla capacità di intervento che realizza la mediazione io credo vera tra la la politica estera economica italiana e la cooperazione per loro sviluppo
Anche perché sono portatori di conoscenze le quali sono facilmente più facilmente trasferibili all'interno di quel contesto e più capaci di fecondare stare di evitare il tessuto economico in cui si inserisco
E qui credo che le organizzazioni non governative debbano essere consapevoli del ruolo che possono avere credo che noi dobbiamo dare priorità al sostegno delle abitazioni non governative
E da questo punto di vista mi sembra che le previsioni di divisione delle risorse siano largamente insoddisfacenti e drasticamente penalizzanti per gli addetti tutte le organizzazioni non governative
Ma anche le organizzazioni non governative devono fare un passo qualitativo in avanti
Vale a dire devono capire che in alcuni contesti c'è giusto svincolare
L'assistenza dalla politica economica e schiera italiana dalla politica economica e commerciale estera del nostro Paese dove e in gioco l'assistenza dove gioco veramente la cooperazione allo sviluppo
Una connessione fra questi due ambiti va ricercata un coordinamento fra questi due ambiti da trovato pena il condannarci alla insufficienza alla inadeguatezza pena il rischio del fallimento
E credo che bisogna destinare anche grande attenzione alla ricerca delle aree nelle quali noi vogliamo concentrare una politica di sostegno allo sviluppo
Io credo che non sia sbagliato identificare aree di predominante interesse nazionale italiano are il cui sviluppo e di grande rilevanza per per l'Italia più che per altri Paesi e chiedere che l'intervento si concentri in queste aree
Io credo con grande preoccupazione l'evoluzione della situazione
Nei Balcani
E in modo particolare in Albania e nascosto riuscire ad avviare programmi di sostegno allo sviluppo re effettivi efficaci
Verso l'Albania e questo è relativamente facile
Ma ancora più verso la Serbia
Per non abbandonare da una situazione di disperazione
Serve un Paese che è impazzito impazzito anche per motivi oggettivi
Non abbandonare alla disperazione
Indicare possibilità sostenere aiutare e fondamentale per evitare che noi ci troviamo nell'arco di pochi anni a fronteggiare una crisi
Politico-militare di grandissima rilevanza a cento chilometri meno di cento chilometri dalle nostre costo Albania e Kosovo credo dovrebbero essere una priorità per la politica estera italiana e siccome questa politica estera italiana non ha strumenti militari per controllare i conflitti devi agire in anticipo
Politiche di aiuto evitano conflitti se fatte prima che scorre il sangue dopo che il sangue ha cominciato a scorrere non saranno gli aiuti che toglieranno alla gente la voglia di uccidere quando cioè la vendetta da compiere quando i propri amici sono caduti quando si è entrati nella mentalità della guerra
Io credo che una situazione del genere ci ovviamente del Mediterraneo e chiudo ma nel Mediterraneo e credo che anche qui ci sia una priorità il Maghreb dentro il Maghreb la Tunisia come area di contatto al cui sviluppo siamo particolarmente interessati per ragioni nazionali ciò non vuol dire che non dobbiamo partecipare insieme con altri Paesi a programmi
Che investono interrare ma credo che sarebbe opportuno per noi divenire consapevoli di alcune priorità che sono mi sembra perché il nostro Paese ineliminabile
Ne indico due temi sempre con le principali Albania e Tunisia scusatemi sotto lo troppo lungo grazie per la pazienza con cui avete ascoltato
Ringrazio l'onorevole Buttiglione però la parola all'onorevole Casini senza
Io vi chiedo scusa ma purtroppo una riunione della segreteria del mio partito per cui cerco di
Di essere prete un'esigenza vostre anche mia proprio duplice
E io sono venuto qui oggi caro Serri soprattutto per dare una testimonianza
La testimonianza è quella di un partito che si impegnerà in Parlamento
Per
Avviare al più presto la riforma cui tu hai fatto riferimento
Io accolgo
Lo spirito anche del tuo intervento mi rivolgo a te perché e la voce di governo che abbiamo sentito oggi
Quella di realizzare su questo tema un'ampia convergenza e di evitare se possibile le guerre di religione io credo che la vicenda della cooperazione italiana non possa essere liquidata col marchio dell'infamia
Credo che come per ogni giudizio questo deve essere Complesso composito
E certo esiste il problema di una cooperazione come impulso etico morale da parte del nostro Paese anche come scelta concreta di strumento di politica estera
Occhetto ha fatto una denuncia in ordine diciamo così a una finanziaria squilibrate in questo settore io ricordo me lo ricordava Martino che nel mille novecentocinquantaquattro il bilancio dello Stato
A cui
Come si dice
Di una inaridimento di un degrado della nostra politica estera è un segno molto preoccupante a mio parere è un segno molto preoccupante perché rappresenta una perdita di peso di di capacità di a vere un ruolo forte
E quando più penso a ruolo forte non penso certamente a cose a cui non pensiamo nessuno ma io credo che alcuni Paesi nel contesto europeo ci dovrebbero far riflettere
Io ad esempio ho seguito molto da vicino alcune iniziative della Spagna in questi ultimi periodi io credo che la Spagna che è un Paese in termini quantitativi pensiamo al tessuto industriale spagnole a quelli italiani imparagonabili
Pensiamo al
Al peso concreto non c'è paragone c'è certamente uno squilibrio a nostro favore però io credo che su alcuni settori a la Spagna abbia sviluppato iniziativa molto coerente e abbia sostituito
Per molti versi anche l'Italia in quello che era un sulla sua vocazione mediterranea ed europea che certamente si è attenuata con tutte le difficoltà politiche interne in cui siamo stati sommersi in questi ultimi anni per cui si tratta di riprendere un filo che è quello di una cooperazione non solo multilaterale ma anche bilaterale
Si tratta di fare scelte molto nette gli distinzione tra quello che è il momento programmatorio il momento gestionale e anche i controlli gestionali probabilmente e qui e anche un po'il nodo di tante tanto malcostume che è emerso
Il Parlamento in questo contesto deve avere una sua capacità di dare indirizzo e una programmazione generale
Non lo so ecco sarei molto scettico qualcuno qui ha parlato di un misto servizio ispettivo più continuo da parte del Parlamento io direi che in questo Paese bisogna che ciascuno ricomincia a fare il suo lavoro
Per il Parlamento
Dia gli indirizzi le programmazioni generali voi si determini anche un controllo ma io credo che situare tutto indirizzo e controllo nell'ambito del Parlamento è abbastanza discutibile o diventa utopistico e velleitario che poi la stessa cosa
I tre momenti a cui serie ha fatto riferimento formazione emergenza Grandi Progetti cooperazione così detta finanziati io non ho niente da eccepire su questo
Vediamo come concretamente nell'ambito della proposta di riforma che verrà presentato in Parlamento si potranno esplicare queste forme in che modo si realizzerà il rapporto tra pubblico e privato tra il pubblico e le organizzazioni non governative il credo che tutto questo faccia parte di un dibattito che rinvio volentieri anche perché non ho molta stima per i politici tuttologa io non ho la competenza perché hai tu per poter dare un giudizio su una proposta che peraltro mi sembra il Ministero abbia già articolato abbastanza bene per cui fa studiate va studiata con serietà anche da parte degli altri partiti quello che voglio dire è che una rifiuto ideologico o politico a discutere questa proposta da parte nostra non c'è discutiamo facciamolo presto credo che la riuscita di questo con sé di questo convegno sia il segno di una sensibilità che è diffusa
Facciamolo anche lo dico con grande franchezza anche se qualcuno può meravigliarsi di questo per riprendere il filo importante di una cooperazione internazionale che deve vedere il nostro Paese protagonista protagonista secondo alcune priorità geografiche che spetta al Governo e al Parlamento individuati io penso ad esempio che alcune aree del mondo siano fortemente legati al nostro Paese e fortemente
Disattesi nelle aspettative che pure in parte in passato se suscitato perché è capitato questo ma diciamo la verità anche perché molti governi molti ministri
Più che pro comparsi di a vere un indirizzo che rispondesse agli interessi nazionali sono andati a scuola a scovare ignare del mondo in cui l'Italia in una ha pressoché nulle relazioni iniziative che poi magari sono stati iniziati e non sono state finite non c'è stato una programmazione pluriennale delle stesse e oggi ci troviamo a davvero seminato
Un sacco di aspettative a cui non abbiamo dato risposte per cui si tratta di recuperare anche quella credibilità la credibilità che di non promettere niente ma se mai riuscirà a fare qualcosa e riuscire a farlo in termini continuativi
Se LAN riforma risponde a queste aspettative senza dubbio sarà un piccolo contributo che ciascuno di noi avremmo dato alla crescita del nostro Paese
Do la parola all'onorevole Morselli di AN che membro della commissione Esteri della
Io vi ringrazio Beats desidero innanzitutto dire
Che cercherò di utilizzare questi pochi minuti non per fare un quadro di quello che è stato perché lo sapete benissimo tutti
Ma per cercare di contribuire al dibattito che oggi è iniziato o meglio oggi continua però con nuovo vigore con nuovi impulso come a detto molto chiaramente il sottosegretario serve è chiaro che i troppi abusi degli addetti ai lavori del ministero degli Esteri
Oggi non consentono più di
Fare
O dare una sorta di delega in bianco bisogna veramente girare pagina bisogna veramente creare le condizioni perché la cooperazione italiana sia un vero strumento di politica estera perché noi crediamo molto nella cooperazione come strumento di politica estera ma sia svolto nel migliore dei modi con utilità incisività
E allora hanno intanto cerchiamo di rimodulare l'azione della cooperazione scegliendo degli obiettivi fattibili noi riteniamo che con poche risorse si possano fare anche cose molto buone
Noi siamo soprattutto in questa fase per la realizzazione di piccole opere piuttosto che di grande opere che magari lasciano lì il segno di impatto sono di sicuro impatto ma meno
Pregnanti sotto il profilo sociale agricolo e umanitario
Bisogna restringere i campi di intervento per evitare lo spezzettamento e la dispersione eccessiva delle risorse
E innanzitutto poi pre vedere la trasparenza come metodo di azione perché e qui l'onorevole Casini faceva riferimento al Parlamento prima ma il Parlamento deve poter effettuare un'efficace azione di controllo
Girone la progettazione l'attuazione e il controllo il controllo che spetta al Parlamento
Non dovrà essere affidato il controllo alle stesse autorità che Progetto no decideranno gli interventi per evitare quello che è una sorta di corto circuito che corto circuito attuale
Allora per questo non possiamo condividere quelle proposte che propongono di affidare le competenze di programmazione decisione e progettazione all'Agenzia fuori del controllo parlamentare
Della quale non è chiaro poi il ruolo se non di duplicazioni di passaggi ed eventuali rimpalli di responsabilità
Quindi l'ipotesi
La nostra ipotesi è di trasferire questi compiti a un dipartimento della presidenza del Consiglio apposito mantenendo necessariamente i raccordi funzionali con il ministero degli Esteri
Questo nostro Progetto il progetto di Alleanza nazionale consentirà di rendere evidente la distinzione tra politica estera e la politica di cooperazione di rendere però al tempo stesso a raccordate queste politiche
Di andare nel senso anche presidenzialista verso cui le forze politiche oggi al di là delle varie opzioni politiche sono tutte più o meno orientate
In altre parole anche per ragioni di tempo senza entrare particolarmente nel dettaglio si rafforza il ruolo di coordinamento della Presidenza del Consiglio avviandosi nella direzione in cui sono si sono pronunciate anche molte forze politiche
Rafforzando l'esecutivo vi è però voi il problema più generale dello delli mento delle procedure bisogna corre perché il tempo molto tiranno e i tempi e le modalità di intervento
Se dobbiamo chiedere credere agli impegni del governo dobbiamo lavorare per una semplificazione di tutta l'azione amministrativa
è nostra intenzione di proporre proposte per una dei legificazione non snellimento e per la cooperazione allo sviluppo ciò si tradurrà in un'azione più rapida ed efficace
Infatti di fronte all'attuale eccesso di formalismo non ha senso credere di modificarla cooperazione solo con le modifiche legislative infatti gli aspetti formali prevalgono sempre se non si modifica tutta una strategia la scorciatoia di un'agenzia mentre creerebbe un enti in più non dà una risposta concreta è l'amministrazione che deve diventare complessivamente più agile il Dipartimento presso la Presidenza del Consiglio dovrà essere fin dall'inizio impostato in termini manageriali e occorre poi uno snodo verso le competenze tecniche
Ciò si potrà ottenere anche con accordi appositi con istituzioni pubblico-privati o consorzi che assicurano tali competenze penso
In che a questo proposito al CNR università agli studi di ricerca competenti per materia alle stesse Regioni e Comuni agli enti economici e potranno questi mediante convenzioni assicurare il supporto tecnico rispondendo però dei risultati perché questo è di fondamentale importanza non avranno c'è una sine cura ma dovranno cui rendere un servizio e dare delle risposte concrete
Chiamare queste agenzie ci sembrerebbe un gioco di parole comunque non sono parole ma e la sostanza che ci interessa
E l'oggetto della cooperazione poi quello che deve vedere il maggiore cambiamento e l'ottica complessiva che deve cambiare e solo dopo devono modificarsi le strutture e gli strumenti finora la comparazione è stata prevalentemente assistenzialistica e cioè anche in molti casi è consistito in veri e propri regali io beneficenza che poi ha favorito sperperi e fallimenti quindi punto centrale deve diventare la cooperazione che crea imprenditorialità associando imprenditori italiani locali e facendo crescere l'integrazione economica
Bisogna in definitiva non dare il pesce ma insegnare a pescare più che fare assistenzialismo questa è la mala pianta da sradicare
Occorre associare le impresa chiedendo di investire nella crescita economica dei Paesi in via di sviluppo adeguandosi ai vari livelli di sviluppo
Lo Stato si limiterà a supportare quelle parti di Progetti che favoriscono o creano le condizioni per lo sviluppo
Ma che siano fortemente integrate ad iniziative economiche capaci di creare sviluppo altrimenti faremo cattedrali oppure strade nel deserto
I compiti strettamente umanitari
Di emergenza dovranno essere limitato nel tempo e negli obiettivi fortemente controllati guidati da me inneggiano ad hoc come commissario ad acta e non dovranno creare strutture permanenti
Altrimenti diventeranno routine e assistenzialismo burocratico
Questa nuova ottica quindi riteniamo di sviluppo imprenditoriale sarà probabilmente anche ostacolata con motivi pretestuosi da tante corporazioni che sfruttano questo settore questo campo ma sicuramente è un ottica nuova e qui ci sarebbe da aprire un inciso che ci porterebbe anche molto lontano questa azione corporativa si traduce e poi nell'articolo quindici della finanziaria che credo di far torto a tutti voi a ricca al carnet
Ricalcare nelle
Il dettato ma è che indubbiamente indubbiamente questo articolo appare dettato da considerazione del tutto corporative meschine e spesso anche discriminatorie e fuori controllo
Quindi noi crediamo che occorra veramente un un discorso a tutto campo e infine una parola su le ONG alcune dell'ONG sono indubbiamente lodevoli meritevoli ma lo sappiamo bene non tutte
Altre appaiono come pure e semplici cinghie di trasmissione verso precisi centri di potere più o meno occulti e centri di affari
Ebbene questo oggi all'alba del terzo millennio deve cessare
Ci deve essere più pluralismo più autonomia più volontariato autentico e non ideologico e fazioso
Nella riforma della cooperazione siamo molto interessati a mettere precise norme che recitano queste cinghie di trasmissione e tolgano
Dal novero delle ONG quell'organizzazioni faziose che non possono essere sostenute dallo Stato neanche in modo indiretto in quanto perseguono fini di parte o ideologici o corporativi ho finito
E inquinano pertanto il volontariato autentico con il governo ci con fronte Remo e siamo Deming contenti di poter dare il nostro contributo per un per girare finalmente la pagina e dare luogo a una nuova legge vi ringrazio
Grazie all'onorevole Morselli e do la parola all'onorevole Giovanni Russo Spena di Rifondazione Comunista
Sì ringrazio anch'io il Forum nazionale per questa importante sede di confronto ringrazio Rino Serri per l'impegno serio la sua proposta con la quale si dà oggi tenterò
Di confrontarmi nella brevità del tempo permesso
Ma io credo che non vi sia dubbio innanzitutto che io occorra un profondo ripensamento insieme un immediato rilancio della cooperazione italiana immediato rilancio è fin troppo ovvio dirlo siamo scivolati al penultimo posto fra i Paesi donatori dell'OCSE con la cosiddetta mala cooperazione abbiamo perso credibilità e consenso internazionali e non c'è dubbio a questo punto che in finanziaria occorre investire il trend negativo noi presenteremo come gruppo parlamentare lo abbiamo già deciso degli emendamenti contro dei tagli che riteniamo assolutamente vergognosa
Ma non solo io credo che occorra contrastare la tendenza affare della cooperazione ufficiale son due temi di cui parleremo credo nei prossimi mesi a fondo affare dicevo della cooperazione officiare lo strumento che accompagna i processi di penetrazione di mercato dei grandi gruppi economici e finanziari
Cioè il volano per la conquista di quote di mercato da parte delle imprese italiane così come credo che occorra contrastare i processi così come dire di cooperazione militarizzata legata cioè ai colossali processi di colonizzazione che io ritengo Sena
Ecco ma insieme immediato rilancio ma dicevo profonda rifondazione
Della cooperazione cosa significa io credo che si tratti lo dico da uno slogan rifondare questo è il punto la cooperazione della fase attuale della cosiddetta globalizzazione
Questo è il tema aspro che abbiamo tutti di fronte a cui Rino anche circa serve ci richiamava cioè siamo in una fase storica di profonda trasformazione del modello di sviluppo del sistema nel capitale
Una fase di transizione che viene superato il ciclo di accumulazione taylorista fordista con i suoi mercati a scala nazionale caratterizzati dalle politiche keynesiane
E lo sviluppo mondiale finisce col votare
Ormai sulla coppia inclusione esclusione appunto sulla dicotomia nord-sud centri periferie è che io credo per brevità ed evitando una lunga analisi che sarebbe pure necessaria che occorra dire
Che occorre ripensare anche i parametri di fondo dalla cooperazione se vogliamo ricostruita sul serio ne cito solo alcuni ad esempio occorre puntare io credo all'eliminazione delle deficienze strutturali dei Paesi Gratteri figlia del mondo
Parlo di aumenti della produzione alimentare d'investimento rientrare bisogni di base di diversificazione le economie obiettivi che sono da raccordare ad una cooperazione fra popoli
Che scavalchi e nuove borghesie compratore e le quasi sempre tiranni che élite al potere in secondo luogo seconda parametro mi sembrano indispensabili strutture che controllino la compatibilità ecologica e sociale dei progetti da finanziare
E permettetemi anche di ricordare finora non è stato fatto
Nell'aldilà della importante conferenza di Pechino un punto di orientamento che mi sembra prioritario le donne
Le donne che sono le maggiori vittime dalla dissoluzione dell'economia tradizionale dei Paesi della periferia e che a mio avviso devono essere considerate dalla nuova cooperazione come agenti principale di uno sviluppo alternativo
Artefici di un nuovo ordine economico nel quale il lavoro della donna sia centrale per definire il parametro della produttività sociale della cooperazione quindi i compiti che ci attendono sono quelli di opporci in termini qualitativi ai processi di esclusione attraverso progetti di integrazione sociale e di sviluppo auto incentrato
Per questo riteniamo che si debba andare oltre la solidarietà per approdare adesso una prospettiva di mutualismo ed andare oltre lo sviluppo decentrato per ricercare forme di mutuo sviluppo fra territori del centro e della periferia
E da qui l'importanza enorme che attribuiamo alla cosiddetta cooperazione decentrata
In questo orizzonte abbiamo anche redatto un'organica proposta di legge che che domani presenteremo alla camera e al Senato
E
E che offriamo qui nei capisaldi in cinque sei minuti come nostro contributo al confronto con il governo mi fa piacere anzi per l'in
Per l'impegnato dibattito di questa giornata che in anteprima in qualche modo come gruppo parlamentare io la presentano al Senato in quanto col gruppo capogruppo in commissione esteri al Senato
Nei indichiamo qui sia pure in cinque minuti capisaldi generali e questo è e quindi già un confronto di merito con il governo di cui credo Rino Serri sarà sarà contento
Primo punto per quanto riguarda le strutture noi prevediamo una separazione della cooperazione del ministero degli affari esteri questi sono i punti su cui siamo più lontani come struttura poi dirò i punti su cui siamo più vicini con altro con la proposta di Serse
Quindi separazione della cooperazione dal Ministero degli Affari Esteri con la nomina la costruzione di un ministro senza portafoglio per la cooperazione allo sviluppo
In secondo luogo la costituzione di un ente di diritto pubblico per la cooperazione dipendente dal nuovo ministro competente in materia con funzione di programmazione delle attività su base pluriennale prevediamo altresì ampi poteri di controllo da parte del Parlamento attraverso l'istituzione di una Commissione di vigilanza e di indirizzo
Prevediamo cioè una struttura garantista ma al contempo snelle moderna come in altri importanti e delicati settori delle funzioni statali è stato già detta adottato sul piano delle strutture prevediamo inoltre l'istituzione di un fondo unico di cooperazione gestito da un istituto pubblico per la cooperazione allo sviluppo in cui confluiranno oltre gli stanziamenti decisi in sede di legge finanziaria anche i fondi rotativi
Il rientro dei crediti d'aiuto al fine di superare la frammentazione attualmente esistente e permettere al contempo una efficace programmazione sulla base delle disponibilità finanziarie effettive
Prevediamo altri cominciano i forti punti di assenso prevediamo anche con quanto diceva lembo questa mattina prevediamo anche il superamento del meccanismo di accesso ai finanziamenti tramite la cosiddetta idoneità
Con l'introduzione di di criteri di ammissibilità simili a quelli in vigore per l'Unione europea
Al fine di permettere l'ampliamento delle attività di cooperazione a quella parte del mondo dell'associazionismo di solidarietà che ne è stato fino ad oggi escluso
Il meccanismo delle rivalità si è rivelato infatti un criterio di selezione lo sapete bene fare associazioni alta tra le associazioni arbitraria anche in qualche modo controproducente
Esso ha provocato una dolorosa doppia frattura nel movimento a nord fra Ghidoni e non idonei separazione del tutto fittizia che ha creato incomprensioni e dissidi fra organizzazioni non governative ed il resto del mondo l'associazionismo separazione che va superata
Ma esso ha creato anche una frattura fra nord e sud tra beneficiari e donatori
Elemento forte diseguaglianza che ha visto lei al momento delle ONG del Nord trasformate a volte in filtro obbligato di accesso al finanziamento per le ONG del sud
La nostra proposta prevediamo a tal uopo la formazione di consorzi fra le associazioni ed estendiamo queste tre questo termine a tutte le associazioni ammissibili in base ai criteri prefissati ONG incluse quindi associazioni del nord e del sud
Inoltre inserendo ciò che riteniamo particolarmente utile qualificante gli immigrati e qui son d'accordo appunto conservi fra i nuovi attori della cooperazione pur non escludendo che i progetti di sviluppo possano tradursi in quelle che comunemente vengono chiamate grandi opere la nostra proposta prevede che esse debbano essere funzionali e subordinate alla programmazione effettuata in sede di programma paese
E non com'è purtroppo avvenuto sino ad oggi spesso dettate solo dalle esigenze di espansione e penetrazione dell'imprenditorialità italiana e a volte della cosiddetta ma la cooperazione bisogna intendersi con chiarezza non vanno confuse nella cooperazione esigenze tra loro molto diverse per promuovere il commercio estero esistono altri strumenti quali il ministero competenti
Ecco io credo che su questi punti
E su altri punti fondamentali il confronto possa continuare
Credo soprattutto su un punto cioè
Che nella nostra proposta di legge
Ed è l'ultimo e chiudo marchiamo molto cioè un ruolo molto rilevante che assegniamo agli enti locali e alla cosiddetta cooperazione decentrata ma non intesa come meno terminale della politica espressa a livello centrale
Ne da limitiamo al ruolo istituzionale degli enti locali
Al contrario riteniamo che l'associazionismo le cooperative sindacati confederali ed autorganizzati debbano concorrere
In maniera attiva ed organizzata alla definizione di originali politiche di cooperazione sulla base delle risorse umane ed economiche presenti nel territorio concludo ricordando le ultime due novità della nostra proposta cui teniamo molto innanzitutto il riconoscimento e mi fa piacere che serve l'abbia fatto nella sua introduzione il riconoscimento del commercio equo e solidale quale attività di cooperazione in secondo luogo già lo ricordavo il ruolo degli immigrati nella cooperazione
Prevediamo l'abolizione della riserva geografica per l'assunzione di personale volontario nei progetti e la possibilità da parte di associazioni di immigrati di promuovere realizzare Progetti di cooperazione mi sembra insomma che questa mattina abbiamo utilizzato questa tavola rotonda non sempre soltanto per dieci parole fumose ma anche per incominciare a confrontare dei Progetti che stiamo già presentando io spero che questa sede che voi coperti dice cooperatori ne conosco tanti qui presenti possiate essere parte attiva di questo confronto perché lo dico senza retorica
Ritengo che voi siate sul serio una risorsa democratica dal nostro Paese
Grazie il senatore Russo Spena e do la parola all'onorevole Boco del gruppo delle
Io ringrazio tutti voi dell'invito la ringrazio sottosegretario serve soprattutto ringrazio chi è qui dopo cinque ore di discussione
E che credo ne sente anche la stanchezza
Cercherò chi che rispondere alle molte sollecitazioni che sono venuti per questo dibattito parto da ben due domande dal sottosegretario
è necessaria la cooperazione allo sviluppo nel mondo
Non solo è necessaria
E vita
Veniamo vengono da le Nazioni Unite per per esempio incontrato approfonditamente pro inghippi
Dove vediamo che le organizzazioni come le Nazioni Unite in questo momento investono il settanta per cento delle risorse
Nel campo della cooperazione e dello sviluppo
Ma voglio essere onesto e brutale
Io sento che ci sono molti pericoli
E sono pericoli culturali e questo momento dove chi ha dedicato la vita e chi ce la dedica da molto tempo
Per strade che cinque apoteci fanno incontrare o no
Dobbiamo in questi momenti analizzare quali sono i pericoli e sono stati citati Nebiolo due per titoli
C'è una deriva internazionale che tende a scambiare la cooperazione con uno scambio di commessi industriali commerciali con quello che si chiama il business
Vedete se
Non faremo arcigna non faremo fronte questa deriva culturale internazionale
La cooperazione perderà
Il potenziale collaborativo
E il potenziale di soluzione dei grandi problemi di questo pieni
E poi voglio lo dico brutale essere
Diretto io dopo medici nel DNA
Di dove l'Italia è stato ricordato anche dal presidente Occhetto
Dove abbiamo impostato
Una politica sulla cooperazione è un investimento che circa dieci anni fa ha toccato la soglia interessante importante nel mondo
Ora in questo periodo si sente ritornare parole come centralità dello ANC
Io voglio mettere un punto d'attenzione su questo
I Paesi che in questo momento versano del PIL lo zero sette richiesto dalle ordinazioni internazionali sono quattro
Ci sono Paesi come la Germania che sono solo zero quattro
E ci sono Paesi come l'Italia sono scesi alla metà dei rametti
Io spero e difenderemo tutti insieme che la centralità dell'ONG non sia scoperta dopo dieci anni per risolvere un problema di mancanza di una strategia che è quella di un Paese di metodo davanti alle proprie responsabilità
Non ci deve essere un percorso dove lo Stato nei momenti di difficoltà difficoltà sono oggettive riversa sulle spalle
Di chi dalla vita e di chi investe se stessa su questo percorso e su questo meccanismo
Io sono certo che il sottosegretario Österreich per quanto ne abbiamo parlato per quanto nella sua vita ha fatto sarà e saremo garanti della difesa di questo percorso conoscendo le difficoltà e sapendo quali sono queste derive riguardante e tutti lo sapete sicuramente meglio di me sono derive internazionali sono momenti in cui la cooperazione viene trasformata in qualcosa che non deve essere ma entro nel merito delle proposte perché minuti sono pochi per le ore sono molte che voi siete qui
Il sottosegretario ci ha presentato questa proposta che io sono questo elemento interessante ma anche su questo dobbiamo vegliate e lavorare insieme
E lo faremo
Io voglio entrare nel merito dell'organizzazione in questo momento ci sono quattro cinque modelli di cooperazione
Non ho il tempo per e non c'era e nello specifico per diversità ma sono certo che molti di voi riconoscono ci sono Paesi come la Spagna con agenzie staccate ci sono Paesi come la Germania
Che hanno un intercomunicazione fra Ministero e agenzie e c'è l'organizzazione grosso modo che possiamo qualificare de i Paesi scandinavi
Io credo che quel punto centrale
è il punto di pensate che la cooperazione e qui leone CISL hanno ricordato girando l'intervento
La cooperazione bisogna di essere impostata e seguita strategicamente dato inizio alla fine del percorso
Il dibattito può essere se volete brutalizzato
Se
La carriera diplomatica o da carriera
Di professionalità specifiche deve essere separata un dibattito internazionale
La panacea di tutti i mali nessuno ce l'ha ci sono ovviamente strutture e organizzazioni che hanno risposto è questo che funziona abbastanza bene
Io rimango li manderò questo dibattito all'organizzazione nei nostri ruoli nelle nostre ovviamente nei nostri dovere per affrontare questo ma precisando due punti la riforma serve subito
Prima possibile
E serve da una riforma che sappia profilo professionalizzare sempre di più chi segue e chi deve seguire questi progetti il nemico della cooperazione vero oltre nemici culturale sono anche e chi ha vissuto gli anni in giro per il mondo io credo che lo sa meglio di tutti e non sono solamente le cattedrali le strade nel deserto che abbiamo conosciuto chi direttamente occhi nostri giornali
Sono le migliaia di miliardi investiti internazionalmente in progetti che negli anni si sono spenti
La capacità strategica di innestare un percorso dentro una società e quindi dentro un Paese dove si coopera
Delle fuori che siano forti abbastanza da sopravvivere su se stesse e con se stessa
E voglio ricordarvi alcune cose tutta la modestia dovuta ma alcune cose che sono ancora lontani dal dibattito nel nostro Paese
Per esempio Washington ci sarà un summit fra pochi mesi sul microcredito organizzato dall'organizzazione settantasette Paesi
Ci sono momenti economici che sono già presenti in quasi tutta l'Europa
E intendo momenti un senso organizzativo che corrispondono ad alcuni problemi che io che ho sollevato
Io mi voglio portare dei dati io ringrazio profondamente il sottosegretario Serri di aver citato e commercio equo solidale la Banca Etica
E i fondi etici
Credo si ricorderà che ne abbiamo fatto una discussione in commissione
E quindi ne sono profondamente contento bene i dati però sono che noi viviamo in un provincialismo ed ho dico venendo da un piccolo paese della provincia italiana quindi non mi riporto ad altri mi rivolgo a tutti noi
A un provincialismo nelle risposte organiche e organizzazione allora si parla di commercio equo e solidale perché sono piccoli slogan a volte ma hanno una dirompente sa economica nella solidarietà e nella cooperazione molto più grande di quanti ne consideriamo io voglio parlare di cifre perché credo che il mercato sia una risposta a volte a problemi concreti in questo momento in Olanda vengono scambiarsi e dici te lo dei dati solamente campione vengono scambiati più di cinquecento miliardi l'anno di prodotti del commercio equo e solidale solamente con una cartina
Di vendite per corrispondenza
Questo corrisponde die cinquanta volte lo scambio totale che viene in Italia
Il commercio di tutti questi prodotti controlla controlla in Germania ormai con il no profit quasi il cinque per cento del mercato totale della Germania ci sono Paesi come l'Inghilterra e gli Stati Uniti
Che hanno ormai una fetta del mercato che considerata sopra il sette e l'otto per cento del mercato totale che vivo e si moltiplica su queste cose
Vedete non sono slogan queste sono risposte concrete a progetti di cooperazione che hanno la capacità di scambiare e portare nella nostra società non solamente una idea concludo su questo non solamente un idea utopica
Ma dare la possibilità a percorsi di sviluppo che vivono negli anni e che si moltiplica
Queste devono essere cosettine dobbiamo analizzare quando parliamo di ricostruire la cooperazione quando io parlo di provincialismo io parla e lo dico con molta onestà e con molta durezza l'Italia e fuori in questo momento da questa analisi
Noi siamo fuori da questi meccanismi di sviluppo dei meccanismi in Italia non c'è una panca etica in questo momento sono undici anni che ci proviamo
Io son convinto che qui molti però che il signor governative sanno di cosa fa ti amo
Di cosa si parla in Italia non c'è niente di tutto questo
Io credo che quando uno Stato
E le difficoltà sulla Finanziaria sono state citate quando uno Stato però mette in moto un percorso con questa correttezza e con questa profondità depenalizzare strategicamente cosa vuol dire cooperazione e cosa vuol dire la capacità di mettere in moto qualche cosa che ha un senso profondo il vero
Siamo all'inizio di una strada io ritengo che l'inizio dell'anno che viene e l'ultimo momento perché noi possiamo affrontare questo tipo di percorso questo percorso lo faremo ce ne assumeremo le responsabilità
Di essere non solamente quattro righe alla costruzione ma garanti perché ha dato tutta la vita e continua a dare tutta la vita per un sogno che non è altro che quello di migliorare ciò che oggi c'è in questo pianeta che c'è molto da fare per tutti
Rocco darei la parola alla iscritti alla senatore Gilberto Bonalumi che come amico mi pare di lo prego di essere abbastanza sintetico
Ricordando la sua lunga per la verità e dall'inizio che dici queste lunga esperienza in seduta segreta che l'arresto brevissima meno di due anni
Certo come diceva il presidente questa è un'ora in cui quasi sull'attore dovrebbe essere o prete o bravo vediamo un po'rapidamente di dire alcune cose in virtù di una certa esperienza sulla materia i miei Polaris solo in primo luogo per una a rapida ripresa dalla politica
Della cooperazione ma questo lo vogliamo fare non in virtù di una sorta di verità generale le ragioni sono dentro questo ottimo dibattito
Calamitato dal fatto che siamo finalmente in presenza di proposte concrete e convincente da parte dell'attuale sottosegretario Serri
E anche per le cose dure stupende che molti di noi hanno ascoltato ieri sera in occasione di questa serata organizzata dalla comunità di Sant'Egidio il l'intervento del segretario generale di Amnesty International ha dimostrato quanto sia utile la ripresa di questo discorso la ripresa di questa problema
Finalmente Bonvicini è riuscito a mettere sotto lenti di ingrandimento con una relax relazione pensata
L'articolo uno della legge quarantanove in materia di di politica di cooperazione come strumento di politica estera
Io a questa riflessione aggiungerei un altro discorso un po'tutte le legislazioni europee in materia di cooperazione sono state varate in una situazione in cui c'erano due nord a che aiutavano due su oggi uno di questo Nord e diventato in qualche misura sud e quindi è in corso in termini non solamente finanziari ma anche di contenuto
Lo scontro su come distribuire queste poche tante risorse tra i Paesi Pecos e i Paesi cosiddetti del terzo mondo questa e un altra considerazione o addirittura la principale che in qualche misura invecchiato un po'tutte le legislazioni europea in materia in materia di cooperazione ora come si dice occorre una forte rilegittimazione di questa problema io credo che non sia Tangentopoli che ha delitti intimato la cooperazione richiamo qui la relazione pelata sull'intervento di Occhetto di tanti altri
Ci sono occorre riconoscerlo apertamente atti comportamenti che hanno sfigurato la cooperazione ma questo è un altro discorso rispetto alle ragioni che hanno determinato i processi di e legittimazione dalla politica di cooperazione
Questo lo dico perché il panorama non è tutto dei negativo
Ci sono iniziative sforzi che vanno ricco
Ole NC l'unica cosa che dico è che in dieci anni
Tutti noi che ci siamo occupati di questa materia una cosa lo somma riuscito capire
Non faccio riferimento
Verso le due G dieci per cento erano le risorse destinate quando è iniziata questa Lecce quarantanove son passati dieci anni e sempre dieci per cento etniche indipendentemente che le cifre aumenti Ino si accorcino eviti scorrendo basta
è una sorta di di di di di di di di di difficoltà che non sommari situate perché è sempre il dieci per cento voglio dire la risorsa che viene allocata all'origine dipende tenente da i cespiti finanziari
C'è vedo qui alcuni amici che hanno rischiato la propria vita nel fare questa magnifica tendopoli sanitari di Macallè e c'è il prodiere che oggi può essere uno strumento utile per iniziare ad avere non soltanto delle risorse ma un metodo per affrontare i problemi della io credo che dobbiamo iniziare anche parlare delle cose positive che ha fatto la cooperazione per cercare voglio dire di dare una ragione al lavoro che stiamo facendo ora il sottosegratario Serri propone e voglio dire di
Mettere in campo una nuovamente non siamo d'accordo tra l'altro è necessario mettere in campo perché la legge quarantanove per tutta una serie di ragioni è stata fortemente mi pur mutilata o da regolamenti vota decreti quindi da questo punto di vista sia pure essendo una legge dopo dieci anni in qualche parte ridondante però voglio dire è stata fortemente mutilata da tutta una serie di interventi e qui sono stati ricorda
Ora detto questo io vorrei brevemente dire alcune cose in termini di una riflessione critica per evitare alcuni errori nell'affrontare i vostri mente legislativo
E lo dico per essere stato non chiedetemi una ragione ma mi son trovato essere i relatori di tutti e tre gli strumenti attualmente
Sotto analisi in questo tipo di problema stato relatore della trentotto della settantatré e della quarantanove
Ed è la quarantanove ho speso la prima a Boston bozza iniziale che conteneva già quei due articoli fortemente innovativi che all'articolo uno che qui è già stato ricordato e soprattutto l'altro l'articolo sette che ha dimostrato come fondo rotativo eccome sistema di joint ventures di funzionale ora qui vorrei ricordare all'amico servi per evitare poi fra alcuni anni i amare esperienze che nel mille novecentosettantasette con vicini quando venne varata la prima legge Ossola venne messo un articolo che si riteneva potere farne a meno di una legge e definite in materia di cooperazione nel mille novecento
Settantasette la legge Ossola prevedeva un comma un articolo di solidarietà internazionale di allergie crisi di elargizione di aiuti
Perché se ricordo questo tipo discorso che noi possiamo fare una legge blindata come vogliamo noi dal punto di vista della separazione tra commercio estero e politiche di cooperazione semplifico e Lombard linguaggio perché vedo che siamo voglio dire tra persone che sanno quello che stiamo dicendo
Ma è chiaro che se se il Parlamento fa una legge che da questo da questo punto di vista in virtù dell'esperienza fa mentre delle norme più rigide più rigorosi di questo genere ma dall'altra parte si trovi in una situazione dove la Saatchi nel momento in cui parliamo copre soltanto l'un per cento dell'export italiano
E non possiamo separare finché vogliamo tu ma ci troviamo una situazione economica non soltanto a livello nazionale va a loro perché rischia di prendere sulle risorse dalla come quindi deve essere a livello di governo ha fatto un discorso di questo tipo perché se no il discorso diventa
Dico questo perché diciamo c'era una volta fuori dei denti perché io continuo di Pietro probabilmente ovulo spiego male ho avuti con una grande stupidaggine
Ma non riesco mai a essere presi sul serio sul fatto del perché siamo andati rapidamente dai trecento miliardi e quattro mila miglia
Noi siamo arrivati ai quattro mila e cinque mila miliardi sei mila potevano andare avanti anche dieci mila miliardi sei l'onorevole Boato invece di sedici ore durava anche trenta ore a fare
Voglio dire i i suoi discorsi in quelle finanziare di quelle Polo che portarono rapidamente
Le risorse della cooperazione le cifre che sono state ricordate nella ottima relazione del nostro direttore generale ministro blu
Ma se qui non ci diano diciamo una volta per sempre che di questi quattro mila e cinque mila miliardi
Più di tre mila non sono mai stati nelle mani del ministero degli esteri in virtù dalla quale non sospira dice non attenti perché allora coerenza per coerenza dovremmo dire dal Tesoro se prendiamo alla lettera la tua riflessione perché le risorse sono sempre stati in mano nel capitolo nove zero zero uno e nove zero zero cinque degli esterni
Che sono in calendario che c'è il mio amico Andreatta dal Tesoro scusate salvo il mio amico Andreatta ministro stesso dell'epoca a noi cosa che ne fregava dico parlo in maniera rasoterra per capirci una volta per e andare avanti su questa cifra perché poi cosa beni si miscela il credito d'aiuto Coni il credito commerciale e via discorrendo che è la ragione poiché la pioggia di tutte 'ste cose che stiamo dicendo ora se noi non facciamo una riflessione critica non parliamo di queste cose facciamo pure la nuova legge ma fra cinque anni ci ritroviamo di fronte a questo problema quindi il ministro Dini Consiglio dei ministri separava Natalie la legge perché precedentemente sempre state divise Palmer se accanto non preferisco meno soldi ma che ci siano soldi anche per il commercio perché così sì moralizzare problema e si evita poi tutte le cose che abbiamo perché se no è chiaro che di fondendo il credito d'aiuto col credito commerciale sia dato origine alla pioggia agli ottanta Paesi discorrendo
Quindi Russo Spena coerenza per coerenza non solo se vogliamo fare nuove di Stern non solo dagli estri e questo lo ritengo un errore non perché io sono stato tanti anni in commissione esteri ma allora anche dal Tesoro quindi per dire
Che quando si legifera in materia di cooperazione le nove sono serie non è una roba romantica non è solo verità di fede non è undici singole
Cioè quando si va nella tecnicalità le cose sono un po'complicato infatti quando vi ha fatto la legge trentotto abbiamo usato la dizione dipartimento per lasciarla più libera per la Serbia
La parola dipartimento è stata la mediazione rispetto un disegno di legge che già da allora eravamo in cinque ematiche firmarono era basato tutto sulla agenzia noi per rispondere alla legge Ossola che prevedeva un tutt'uno facemmo la prima legge sulla cooperazione della tutto basato sulla Gizzi Poci convincerlo che era e facendo il dipartimento
Con il famoso ufficio ottavo che è stato il prodromo della dell'UDC e di disporre poi venne la settantatré qui anche qui se vogliamo fare una nuova legge e vogliamo dagli continenti dei contenuti veri dobbiamo fare come forze politiche come forza parlamentare l'autocritica che la legge settantatré è stato una legge sbagliata nei contenuti ed N tutele né c'è poco da fare se noi nel mettere mano a questa nuova legge non diciamo che era inimmaginabile che attraverso diciotto milioni al minuto prima era possibile risolvere tutto l'elenco che diceva io credo e dico questo
Avendo insieme all'amico Aiello fatto quella quel testo dell'ottantatré che si chiamava allora scherzosamente la buona livello cioè voglio dire una una una ricucitura curvi concettualizzazione dalla politica di operazioni riconoscendo a radicali su questa materia in merito inestimabile parla quello strumento leggero perché noi perché in realtà poi anche questa benedetta legge quarantanove solo in parte l'abbiamo applicato perché in virtù di questo errori in questo caso si del Parlamento lo dice un ex parlamentare che tante volte criticava il governo tante altre cose gli atti parlamentari su io leggo lamento per una seguire azioni non è stato mai il Regolamento di applicazione a quaranta diciamoci anche questa verità
Quanto meno per dire che quando l'amico servi farà in maniera più fortunosa e positiva la nuova legge stia attento al Regolamento soprattutto se sarà ancora lui sottosegretario perché di solito nella mia esperienza quando facevo le cose positive poi mi cacciavano a casa ma chiuso chiuso il disco
Allora allora il Regolamento se noi andiamo a vederlo il regolamento non è altro che l'ammette la valorizzazione Della settantatré e della quarantanove eliche è iniziata la metastasi
Perché cari amici nella quarantanove l'UTG secondo o anche un magistrato anche la commissione dice ma lei che è stato il relatore quando ha fatto la quarantanove Ca'inventato l'IPC tutte come le più sicuramente non come si solo grandemente manifestati pensata
Che l'UDC erano i concorsi università facoltà di agraria e una parte utilizzare le esperienze di chi era stato lo in dipinti muniti di due invece questo Regolamento che mettono in fila metabolizzare il sincretismo sa
Le due leggi ha fatto sì che dobbiamo prendere parte dell'ex ufficio ottavo dalla trentotto parte dell'UDC sanitarie associati a Pietralata di disporre delle scuole ed è venuto fuori lo strumento che non risponde a quello che doveva rappresentare voglio dire il sostegno per ed è venuto fuori il dibattito io scherzosamente chiamo il dibattito infinito tra il semi tecnico Esseni diplomatico questo non si possono gestire voglio dire risorse finanziare del tipo e fatto alla Gilberto ma la comando
E mi raccomando ho finito anzi ho finito
Vorremmo siccome sono sono cifre mi sono raccomandato in sapere ma qui qualcuno le citate queste c
Perché quando si parla poi di carico di lavoro della direzione generale che è vero perché anche la legge quarantanove
All'ultimo momento nessun parlamentare si era accorto io in quel momento lì che ritenevo che per far funzionare queste cose occorre una profonda riforma del ministero degli Esteri solo all'ultimo minuto agli atti della camera di frutta
Che relatore propose un emendamento per trasformare la dizione dipartimento in direzione generale perché soltanto l'ultimo entro c'è stato questo caldo questo è stato pensato in virtù della riforma del ministero degli Esteri perché noi in realtà con queste risorse che qui sono state giustamente citati da Bruni anche come difficoltà a gestire noi abbiamo sì ringhiato dentro il ministero degli Esteri cioè nel DPR diciotto
Di fatto una nuova direzione generale senza voglio dire corredarla di tutte quelle strutture diversione che è presente nel DPR diciotto le altre direzioni generali hanno perché ci siamo trovati con una direzione generale più forte dal punto di vista dei convincimenti dal rapporto internazionale ma più debole sul piano voglio dire delle
Anche qui i soldi che dirige che gestisce la cooperazione sono sempre oscillano sempre detta i cinquecento e i settecento sempre quelli sono
Perché io non so come sarà l'attuale finanziario finito veramente se io guardo perché poi bisogna che legge le cose mica girano sempre solo predicato anche lei di non affaticare studiare le cose prima di parlare allora io leggo che per la programmazione mille novecentonovantasei
E gli stanziamenti per l'aiuto pubblico allo sviluppo sono pari circa due mila cinquecento miliardi ora settecento vanno alla direzione generale poi non ho mai capito perché nel bilancio mistero questi settecento vengono fusi con i mille duecento del costo al ministero quindi di per dire il mistero gli altri
Sa tanti soldi ma viva dio si faccia provava direzione generale senza strumenti di aggiungiamo quello che sono il dono in realtà la gestione mistero oggi arrivata allo zero e cinquanta per cento cioè quasi praticamente nudi
Allora nulle ottocento di questi due mila cinquecento miliardi vanno a banche fondi internazionali potrei farvi il dettaglio cinquecento al futuro per il gruppo eccetera eccetera
Di questi settecento miliardi che ha in mano la direzione generale della cooperazione l'amico Sergio centosettantatré sono destinati a ulteriori contributi volontari e l'organismo internazionale quindi tirata la somma in realtà la
Cooperazione gestisce il venti per cento di Pilati a
Anche qui dobbiamo metterci coerenza Silvio Sensi alla al sedeva ancora
Mi dispiace dopo aver letto le ultime carte
Allora uno deve dimostrarmi come va in coerenza l'articolo uno col fatto che
Tra le il venti per cento voglio dire
Gli hanno queste quattro cinque cosette se no ho l'impressione che ci ritroveremo grazie
Lei la parola al senatore servi per concludere
No io non non intendo replicare
Voglio solo davvero ringraziarvi tutti prima di tutto quali che siete stati qui secondo i nostri di questi centri studi non so no
Purtroppo i nostri centri studi i centri studi che hanno fatto una cosa ben fatta ben impostata cioè
E e voglio per ringraziare davvero ma non è formale stavolta spero che tutti lo comprendiate interlocutori politici che sono tutti con serietà e con impegno e non formalmente hanno dato un contributo reale ci sono spunti critico se relazioni proposte individuazione di problemi che davvero ci fanno fare un salto io mi auguro che accadono due cose adesso
L'uno che questo clima sevizie si rifletta nel dibattito sulla Finanziaria l'altro che il lavoro che abbiamo avviato oggi e che gli stessi tre centri penso no
Di avere poi un momento non dico conclusivo ma significativo a dicembre per proiettarlo poi dentro al Parlamento che da gennaio cominci a lavorare seriamente conclusivamente ad una riforma credo che questo sia il senso che ha avuto questo convegno mi un passo avanti serio diverso anche nel clima nel modo io lo ne sono molto incoraggia nello sforzo che che stiamo facendo posso aggiungere soltanto che forte di questo clima noi adesso insieme con la nostra direzione Genet
Una programmazione novantasette e cioè l'anno dovrebbe secondo la mia ipotesi sale da qui alla riforma una programmazione che sia la più coerente possibile con lo spirito le indicazioni che sono uscite già in modo abbastanza ricco consistente da questo dibattito grazie arriva