"Il coraggio delle parole" incontro sui media, sull'informazione e sul giornalismo in occasione della pubblicazione del libro dal titolo "Il coraggio delle parole", una raccolta di scritti e interventi sull'opera di Franco Antonicelli promosso dalla Fondazione "Franco Antonicelli" di Livorno
L'incontro con grandi personaggi della cultura di questo secco
Topolino Mickey mouse degli anni Trenta le avventure di alleati diverse case editrici il rapporto con la radio conducono strumento che di nuovo dalla comunicazione alla fine degli anni Quaranta dopo la Liberazione
Questa capacità a prestabilita di comunicatore perché abbiamo potuto anche come dire far toccare con mano a questi giovani facendole ascoltare alcune vecchie trasmissioni radiofoniche
Ecco in questo io credo che ci sia un elemento come dire
Di attualità di attualità che loro hanno sottolineato e che c'è che è un elemento come dire che ci fa dire
Come istituzione che ha raccolto l'eredità di Franco Antonicelli che ci possono essere e ci sono
Scemi necessari reporter proficuamente in futuro senza mostra GE senza reperti archeologici ma far rivivere ecco la figura di Franco Antonicelli
Nella a ottica di una cultura critica della contemporaneità
Bene fiatare adesso la parola al professor Nicola Tranfaglia
Ho conosciuto Franco Antonicelli quando sono arrivato a Torino nei primi anni Sessanta
Ho avuto occasione
Di partecipare da una parte a quella che è stata sicuramente una delle sue impreviste
Culturali e organizzative più significative
E cioè la creazione e lo sviluppo di un'iniziativa come quella dell'unione culturale a Torino
Che negli anni Sessanta ha fatto cultura non soltanto per quella città ma per tutto il Paese ha preso iniziative nel campo dell'organizzazione culturale dell'ingresso in Italia di scrittori
E di opere che altrimenti sarebbero state poco conosciute e soprattutto ha saputo parlare ai giovani
L'unione culturale degli anni sessanta e settanta a Torino è stata un'impresa che ha visto molte nuove generazioni partecipare
E
Fu lui il re in qualche modo delle iniziative e delle
Manifestazioni che venivano create una di queste al centro della prima unione culturale sono state le lezioni sul fascismo che si sono tenute all'inizio degli anni sessanta
Al Teatro Alfieri e io ricordo che queste iniziativa delle lezioni sul fascismo che vide gran parte degli intellettuali
E dei politici non solo torinesi ma di tutto il Paese partecipare con lezioni testimonianze io ricordo che partire una sera all'unione culturale e fu necessario dal giorno dopo
Per trasferirsi in uno dei più grandi teatri della città
Perché l'afflusso delle persone che erano interessate dopo poco più di quindici anni a ricordare criticamente l'avventura fascista e a cercare di capire come il Paese ma anche quella città che aveva tra le sue caratteristiche quella di essere apparsa come una città lontana dalla dittatura potesse però aver vissuto quei vent'anni e come dire
Come in quegli anni
Tutto il paese o almeno una parte veramente notevole avesse accettato quello che stava succedendo
Antonicelli aveva vissuto gli anni del fascismo
In una posizione che era quella
Di un'opposizione fortemente anti dogmatica Antonicelli non apparteneva a delle chiese Antonicelli era un uomo che si collocava naturalmente dalla parte
Dalla parte diciamo di quello che possiamo dire oggi il mondo del lavoro ma lo faceva senza riferirsi a ideologia particolari non è un caso che dopo gli anni di opposizione al fascismo
Il comitato di liberazione del Piemonte decise di scegliere lui come presidente
Lo scelse pur essendo lui espressione di un piccolo partito il Partito liberale che aveva una grande tradizione ma che aveva avuto un ruolo abbastanza piccolo nella lotta di liberazione perché Antonicelli dava le garanzie di poter essere un presidente equilibrato e c'è un giudizio di Alessandro Galante Garrone
Che vorrei ricordare perché mi sembra che ci restituisce alcuni elementi della fascino e della capacità di influenza che aveva Antonicelli insieme intellettuale politico qui ci troviamo di fronte a un intellettuale che fa politica ma quando fa politica non dimentica mai di essere un intellettuale
Galante Garrone in questo giudizio
Ricorda la sua finezza di umanista
Quella sua passione morale e politica la stessa vigoria del suo stile che si traducono per chi lo ascoltava in Energia fattiva ecco mi sembra un giudizio come come capita sempre
Ad Alessandro Galante Garrone di grande finezza perché sono poche parole magari terrone ci fa rivivere questa funzione di equilibrio
Ma nello stesso tempo questa grande cultura di fondo che caratterizzava l'azione di Antonicelli e questa vigoria dello stile come dice Galante Garrone che all'origine dell'influenza che poi Antonicelli riusciva riusciva a ad esercitare
Sia detto spesso lo si è scritto anche che Antonicelli era soprattutto un letterato
Io confesso di avere dei dubbi su questa definizione
Perché nelle telato spesso c'è un una forma di individualismo che rende difficile per il letterato spesso diventare un elemento di aggregazione
Nell'ambito culturale e in quello politico
E invece Franco Antonicelli perché io l'ho conosciuto ma anche per le testimonianze che abbiamo di lui
L'elemento di capacità di aggregazione rispetto agli altri uomini la capacità di influire sulla possibilità di costruire delle impresse era molto forte
In questo senso era uno strano letterato uno strano letterato che nel momento in cui diventa politica prosegue il suo lavoro di intellettuale
Nel volume di cui stiamo parlando vengono ripercorse alcuni dei momenti della sua vita e delle sue prese di cui più che i particolari forse vale la pena di ricordare
Quello che appunto è stato già detto e che Norberto Bobbio ha detto più volte cioè la versatilità di Antonicelli ma io forse più per diverse attività parlerei dell'essere stato Antonicelli un intellettuale moderno perché oggi come oggi l'intellettuale che sta sempre chiuso nella sua stanza o nel suo settore specialistico ha scarse possibilità di comunicare
Se invece sia la capacità di tradurre quello di cui si è portatori di usare i mezzi di comunicazione per per rivolgersi a un pubblico più largo di quello del proprio settore specialistico beh allora si riesce a esercitare una certa influenza si riesce a diciamo tradurre in qualche modo quello di cui si è portatori a un pubblico più largo Antonicelli in un momento in cui questo non era affatto molto diffuso nel nostro Paese forse lo è ancora oggi ma allora certo
Venticinque o o trent'anni fa lo era assolutamente di meno dimostra dimostra attraverso le sue imprese di usare in maniera versati l'astro e versatile strumenti diversi
E in questo libro questo appare con molta chiarezza la sua passione per i libri e per l'editoria è alla base di un'avventura che è stata che è stata poco di cui si è tenuto poco conto nelle storie delle della letteratura italiana anche in quelle più recenti perché chi
Diciamo Kia ha studiato l'introduzione della cultura anglosassone americana in Italia non può sottovalutare un'impresa come quella di Franco Antonicelli con la Frassinelli
Non è soltanto l'episodio del Moby Dick di Melville e che viene pubblicato per la prima volta nella collana europea ma è tutta la concezione della collana europea di fare di Frassinelli che è alla base di un lavoro che poi sarà fatto
Molto successivamente ad altri editori nel secondo dopoguerra ecco quindi questo è un primo elemento è la stessa impresa della creazione della casa editrice decisiva
Nel secondo dopoguerra in cui Antonicelli ha una funzione centrale ancora più centrale di quella che aveva avuto negli anni Trenta con Frassinelli che ha molti episodi molti episodi di come dire
Di introduzione di scrittori che poi negli anni successivi avranno un ruolo importante nella nella nostra storia della cultura si ricorda sempre la pubblicazione la pubblicazione per la prima volta di se questo è un uomo di Primo levi che l'editore Einaudi non aveva pubblicato ma si potrebbero ricordare altri scrittori basta pensare ai racconti di Isaac Babel
E e così gli altri scrittori quindi anche l'impresa di De Silva è un'impresa significativa
E poi in questo volume almeno a mio parere molto interessante la collaborazione di Franco Antonicelli alla radice italiana
La radio italiana ha avuto in questi cinesi in questi cinquant'anni del del periodo dopo il mille novecentoquarantacinque avventure alterne ma non c'è dubbio che per chi di mestiere fa lo studioso lo scrittore la radio conserva un grande fascino anche chi vi parla ha una grande passione per la radio perché la radio pone delle regole molto precise ma è nello stesso tempo un mezzo di comunicazione molto più
Molto più efficace di quanto sia la televisione del quanto siano altri mezzi di comunicazione
Antonicelli questo lo percepì con molta chiarezza e la ricostruzione del ventennio di collaborazione alla radio delle trasmissioni più più interessanti di cui fu autore le testimonianze di chi lavora o colui proprio stamattina sulla stampa c'è una testimonianza di Franco card Cordelli che ricorda la capacità di Franco Antonicelli di dare idee a chi si occupava dei programmi radiofonici di lasciare molte idee al di là delle trasmissioni Cantoni cella taceva celesti ci restituiscono un altro punto importante di questo intellettuale moderno che è stato che è stato Franco Antonicelli
Vorrei dire un'ultima cosa prima di concludere
E questo riguarda questo riguarda diciamo l'Antonicelli come dicevo prima intellettuale politico
L'Antonicelli intellettuale politico una prima volta rifiuto la candidatura che gli era stata offerta dal partito comunista
Nel mille novecentosessantotto l'accetto all'all'interno della sinistra indipendente del eletto senatore
Il modo di concepire la politica da parte di Franco Antonicelli era quella
Era legata come dicevo prima al proseguimento del suo lavoro e della sua opera di intellettuale alla sua capacità di portare competenze che altri non potevano portare o che lui riteneva di poter portare in modo qualificato all'interno del Parlamento della politica e di fare delle battaglie molto precise
Allora se si va a guardare il lavoro che Antonicelli svolge negli ultimi anni della sua vita beh forse si potrà scrivere un altro capitolo interessante di questa attività
Vedendo meglio come essere intellettuale moderno in un periodo come il suo ma anche in un periodo come il nostro significhi supero superare a mio avviso le paratie stagno
Tra i vari modi di essere aprissi non restare chiusi nelle nelle stanze più o meno comode che gli intellettuali si procurano e invece cercare di svolgere un'opera all'interno della società
E in contatto con chi non fa l'intellettuale
Bene dopo questa intervento del professor Tranfaglia che c'ha tratteggiato appunto alcuni punti essenziali momenti essenziali della personalità di Franco Antonicelli darei la parola all'onorevole Furio Colombo
Io ringrazio di questa occasione ringrazio da torinese da persona che è cresciuta
E vissuta a Torino negli anni di Antonicelli da persona che ne ha conservato vivissimo il ricordo benché non l'abbia mai che che che l'ha ascoltato in occasioni pubbliche che l'ha visto in occasioni pubbliche
Dramma da ragazzino e senza mai aver avuto l'occasione di a di incontrarlo di frequentarlo personalmente
Posso dire intanto vorrei che non sfuggisse un aspetto che il meno discusso di solito in questi casi mai meno tipicamente italiano
Nel specialmente negli anni di cui stiamo parlando gli anni dell'antifascismo gli anni della Resistenza gli anni immediatamente prima della vittoria della Resistenza
Antonicelli rappresenta quella borghesia italiana
Che non ha affatto che non ha affatto le caratteristiche di elusivi ITA e di opportunismo che invece sono state solo continua ad essere una delle definizioni uno dei modi di descrivere
La la la borghesia del nostro Paese pronto a spostarsi verso l'angolo sicuro o presumibilmente sicuro della storia indipendentemente dal dal dal giudizio
Politico e anzi decisa a non dare il giudizio politico quando giudizio politico può sembrare l'esporsi ad un pericolo io voglio oggi celebrare e ricordare il Antonicelli borghese
Che da alla a una città come Torino l'esempio del come si resiste prima di tutto con lo stile della propria vita
Prima di tutto con il modo di fare cultura prima di tutto con la totale mancanza di assimilazione di acculturazione
E e di quell'abbassare la testa che invece è stato largamente tipico
A della borghesia
Del nostro Paese forse meno a Torino forse meno a Torino dove c'è alto
Antonicelli prende l'eredità Gobetti Anna è la porta al centro
Della vita della città negli anni più bui negli anni più incerti negli anni in cui il filo sembrava essersi spezzato più quarantatré che il quarantaquattro e più quarantaquattro che il quarantacinque
Ecco la la la presenza di uomini come Antonicelli che non sono militanza di partito che non sono la clandestinità militante
Ma che sono la testimonianza personale irriducibile
A dell'onestà intellettuale e della moralità personale
Bene questa testimonianza e mi è profondamente cagnara
Io credo che spieghi la vita di alcuni di noi
Spiega perché alcuni di noi sono rimasti profondamente legati e ininterrottamente legati all'eredità culturale
Degli anni della Resistenza e della post resistenza senza passare attraverso la militanza politica specifica
E nello stesso tempo senza sbandare mai perché alcune alcuni riferimenti alcune radici c'erano sì sono fondati allora
L'INPS l'infanzia adolescenza di quelli di noi che hanno vissuto in famiglie che già era no
Antifasciste ha trovato però l'humus naturale
Il punto di riferimento in uomini come Antonicelli e il fatto che Torino lo avesse rappresentava in se la dimostrazione che si poteva
E con il suo coraggio pure infinitamente sereno infinitamente antiretorico e e quel suo modo tranquillo ed elegante di attraversare la vita mostrava che si deve che è un fatto naturale
Che la coerenza morale
E la
Istintiva a partecipazione politica prima ancora di essere militanza è è un fatto della vita è un dato di alcune persone quel dato non è andato perduto dispiega la vita di molti che hanno attraversato questi decenni rimanendo legati al al semi che allora era stato gettato
Con una con una implicita ma grandioso per azione pedagogica nel nella nel nella nell'estrema gioventù di alcuni di noi che però hanno il nome di Antonicelli come un risentimento
Questo dammi una particolare gratitudine l'occasione oggi di ricordare
Che probabilmente l'intero arco
Di una vita se adesso arriva così tardi ma anche probabilmente in un momento in cui era importante che arrivasse alla vita politica specifica allo specifico impegno politico è anche perché nasce nasce negli anni quarantatré quarantaquattro gli anni oscuri
Della vita di Torino gli anni pericolosi della vita di Torino di allora e poi in quell'aprirsi del quarantacinque quarantasei quarantasette cinquanta
A alla liberazione anche culturale del Paese con uomini come Antonicelli che fanno da
Riferimento
Io posso dirvi di e di avere di avere sentito capito ascoltato questo tipo di testimonianza anche da persone che politicamente non sono non hanno attraversato la vita con un particolare impegno
Ma che hanno sempre detto ammesso che non l'avrebbero mai potuto azzerare il tipo di insegnamento che avevano avuto dalla Torino i di quegli anni perché Antonicelli era stato il loro il loro insegnante il loro maestro
Dunque io vedo più un un un rapporto fra il modo di essere
Testimone borghese di una borghesia rara
Nel nel nostro Paese e il modo di essere intellettuale di Antonicelli che è continuamente un modo raffinato elegante e popolare
Nel senso che la parte popolare della comunicazione è qualcosa di naturale è qualcosa che nasce dal dovere di insegnare e dall'implicita sicurezza di dover passare un'eredità culturale
Questo aspetto
Rende spiega perché l'estrema raffinatezza di Antonicelli intellettuale di Antonicelli letterato si sia poi manifestata in una capacità comunicativa straordinaria
Perché c'era la componente pedagogica c'era questa idea che ciò che si sa è un tesoro che va passato avanti che la memoria deve continuare ed era memoria visiva di persona che viveva
Viveva gli anni del suo tempo
E la stava tramandando nel momento stesso in cui la stava vivendo
Trovo in questo bel libro in questo il coraggio delle parole che ci fa da guida oggi nel nel nel ricordare Antonicelli e fatemi dire che la parola ricordare imprecise che è più bello dire rivivere o vivere
Questo aspetto della nostra vita questa figura della nostra vita e questo importantissimo semente l'abbia ritenuti di noi che è stato Antonicelli
A come senso come spiegazione il fatto che la vita è stata vissuta in tempo reale non è una vita pensata dopo neppure un frammento di tempo dopo come è stata per molti moltissimi vogliamo direi più
Tra gli intellettuali del nostro Paese vogliamo dire che i più l'hanno vissuta bonariamente in modo accettabile perché le persone giovani
Possono avere tutte le esperienze del mondo attraverso l'influenza fascista e poi nella Resistenza sono improvvisamente maturati e dopo la resistenza hanno dato la grande testimonianza che hanno dato nella fioritura della cultura italiana
Dal dagli anni quarantacinque in avanti qui c'è un vivere in in tempo reale che che che trovo per esempio
Nelle parole che ricordano che ricordano nei giorni in cui le cose avvengono ricordano il rapporto trovo le Lella la la la pagina in cui si ricorda il rapporto
Tra Giacomo Debenedetti che Franco Antonicelli e quelle parole bellissime in cui esteri il il racconto l'unico racconto del resto disponibile sul sedici ottobre mille novecentoquarantatré di Roma quello di Giacomo Debenedetti
Che in tempo reale in quegli anni in quei momenti in cui la memoria a italiana era già soggetta a una grande ventata di confusioni perché era bello che le bandiere della Resistenza sventola solo su tutto ma servivano anche per dimenticare una quantità di cose
In quegli anni
Antonicelli diceva di quel racconto di quell'unico racconto sul sedici ottobre mille novecento quarantatré l'episodio del razzia dei mille ventidue ebrei romani tre dei quali soltanto sono ritornati alle loro case diceva commovente pacata esattezza
Di quella narrazione di quella e di quella e di quella testimonianza
Questo Bluey giovanissimi di allora abbiamo ricevuto da Antonicelli la testimonianza in tempo reale
Peccato che era lì e parlava in quel momento in quegli anni in quella situazione
Non dopo non per ricordare celebrare il suo scrivere bene avveniva allora il suo vivere bene avveniva allora il suo testimoniare avveniva allora
Era esattamente
Dove
Tanti di noi allora desideravano di avere le testimonianze che in un'infinità di casi nelle proprie scuole nel proprio ambiente nella propria città non hanno
Non hanno ha avuto ed è bello ricordarlo oggi perché
è stato un caso grande ed è stato un caso raro persino in una città ricca più ricca meglio meno povera di voci coraggiose e di presenze coerenti
Come è stata la Torino di quegli anni
Il il libro di di cui a cui mi riferisco voluto seguirlo nel nel leggerlo intanto per per
Ringraziare a mio modo del dono che mi veniva fatto con questo con questa con questa pubblicazione
Mi porta e poi perché
Gli episodi della vita di di di Antonicelli e della sua esistenza complessa nel senso di Combi nel senso di molti
Di ricca di a spetti è ricca di
Attività apparentemente diverse è sempre lo stesso Antonicelli è sempre lo stesso testimone è sempre lo stesso pedagogo è sempre lo stesso personaggio impegnato a passare avanti ciò che sai che sa con estrema finezza e intelligenza ci porta gli anni della stampa ci porta ad Antonicelli inviato anche se è sempre stato collaboratore piuttosto che il giornalista bene gli anni del giornalismo di Antonicelli anch'essi mi appaiono esemplari perché hanno quel gusto e quella gioia del raccontare che sarebbe poi diventata in particolare per questo giornale per la Stampa di Torino sarebbe poi diventato un marchio di fabbrica
Forse dico troppo se dico
Mimi voglio dire entro un po'troppo in scena se dico che il modo di scrivere di Antonicelli di allora ai e incredibilmente influenzato il mio modo quando sono diventato giornalista della Stampa
Forse mi approprio di qualcosa col col col col senno di poi posso dire con il ricordo di allora che leggere Antonicelli sulla stampa mi importava molto
Posso dire che
Il suo modo
Di scrivere raccontando i di raccontare vedendo i dive dei re giudicando ma con quel giudizio implicito è delicatissimo
Che è tipico di chi capisce subito e ambienta in qualche cosa di molto più vasto che è soltanto la narrazione giornalistica del momento dell'ora e del luogo
Posso dire che quelle influenza deve a vere contato
Enormemente nella mia vita visto che quel giornale e quel nome in casa mia accelerano e aprire la stampa e trovare quegli articoli mi importava almeno tanto quanto più tardi ascoltarlo alla
Qui Antonicelli mi serve per ricordare per ricordare Torino
E Torino
è una città
Della quale c'è c'è una certa ragione di essere orgogliosi
E naturalmente questo orgoglio deriva dal fatto che ha dato uomini come Antonicelli e voci come Antonicelli e che adatte
Nel momento in cui era difficile datarlo nel momento in cui il rischio era alto nel momento in cui il conformismo non invitava a farlo e nel momento in cui come noi sappiamo il nostro Paese si è distinto per il valore di tanti per la passione di tanti per l'impegno di tanti ma non per la grandezza della sua cultura
Non per la grandezza politica della sua cultura
Se noi pensiamo a agli anni più difficili del nostro Paese non è stata la cultura in generale e più spesso a schierarsi in prima linea è stata la gente comune sono stati coloro che non si è mai che non erano ancora nati alla cultura
Il i giovani che hanno scelto in quel momento infinitamente difficile
Diceva Calvino del Sentiero dei nidi di ragno bastava un sospiro un respiro per decidere di passare da una parte o dall'altra ma sono stati sono stati
Coloro che hanno che hanno capito improvvisato in un certo senso la loro vita
Di resistenti piuttosto che i grandi nomi della cultura di allora a fare da riferimento ecco perché ha persino in una città come Torino in nome di Antonicelli rimane così grande si intende che io ricordo con particolare una specie di orgoglio il fatto che
In una famosa visita a Torino che credo sia rimasta la sola della sua esperienza di capo del governo italiano
A Benito Mussolini a in piazza San Carlo
In una piazza non gremita
Si è lasciato sfuggire ha di fronte a un microfono aperto una frase che molti torinesi non hanno dimenticato e che era bastarda città francese
Una specie di elogio una specie di là vive che è rimasta come trionfo della città di Torino nel momento in cui l'uomo della provvidenza si rendeva conto che la sua provvidenza era poco accettata ed era poco condivise in quella città che aveva lasciato si vedevano zone sguarnite
Di una piazza che avrebbe dovuto essere come sempre si prevedeva che fosse un adunata oceanica ricordate le parole di allora
Il viaggio di Franco Antonicelli attraverso la RAI per qualcuno come me che è stato a lungo alla Rai
è interessante estremamente interessante
Lo è perché Antonicelli ha scelto la radio sulla televisione
Esce tollerati solo televisione uomo infinitamente votato sia dal punto di vista espressivo sia dal punto di vista visivo avrebbe potuto fare benissimo l'una e l'altra cosa perché la Rai era perché la radio era rimasto un percorso più libero
Era rimasto un percorso parecchio più libero nel momento in cui ed è qui libertà sta diventando un'altra parte del discorso un altro aspetto un nuovo tipo di di di di conformismo si crea in particolare dentro la RAI ma anche nella stampa italiana in genere negli anni del dopoguerra che un conformismo nel quale certamente ci sono i valori della Resistenza certamente ci sono gli aspetti dell'Italia del dopoguerra e anche di un'Italia che sta costruendo in modo infinitamente imperfetto ma sta costruendo la sua democrazia
E però il giornalismo italiano continua ad a vere e e avrà per molto tempo ancora un problema di rapporto col potere
Un problema di estrema vicinanza al potere
Dove il potere democratico dove il potere Helen eletto dove il potere è partecipato dagli elettori dove il potere è pur sempre rappresentato da partiti politici che vengono dalla Resistenza e che rappresenta coloro che li hanno eletti il problema però non è
O non va letto almeno sociologicamente certe in tempo reale si capirà quanto era forte la la la mano politica su quel giornalistica però letto socio logicamente visto
Non impropriamente col senno di poi che si è sempre trattato di una distanza troppo Breve tappo stretta troppo corta
Fra l'esercizio dell'attività giornalistica e quello diverso del potere dell'esercizio della responsabilità politica
Per cui la responsabilità politica tendeva a ricadere sul lavoro giornalistico il lavoro giornalistico tendeva a non allontanare da sé la responsabilità politica che altra questa vicinanza col potere ha fatto sì che in quegli anni la RAI avesse un fiato corto e una è una pesante presenza di governo su informazione
Non tanto diverso da dalle telefonate che legavano in quegli anni i direttori dei grandi quotidiani
Con i presidenti dei consigli del consiglio e con i ministri più influenti e con i capicorrente più importanti dei grandi partiti del momento
L'idea che la distanza dovesse essere corta rispetto ai governi
Pur democraticamente eletti e dunque privando quei governi democraticamente eletti della della del dialogo anche brusco che ci può essere quei mezzi di comunicazione bene quello è stato un aspetto
Che ha che ha segnato la vita italiana e la distinta da quella francese da quella inglese e certamente la tenuta lontana per molti anni da quella americana
Per conto suo Franco Antonicelli ai microfoni della RAI ha continuato
Con estrema limpidezza e coerenza alla vita che aveva sempre condotto è rimasto esattamente la stessa persona il letterato raffinato l'uomo colto il testimone che non che non dimentica
E il il le i il maestro che continua che continua a insegnare dove maestro inteso Daloui mentre lo fanno lei Maestro con la emme maiuscola me colui che continua a dare a a coloro che ascoltano i giovani che vengono dopo di Luís affinché niente vada perduto di ciò che conta dunque il suo lavoro alla Rai era diventato glielo questo lo ricordo Doris lo ricordo benissimo lo ricordo in tempo reale come un esercizio magistrale sia perché era straordinariamente dotato sia perché è tu tutto funzionava in lui dalla voce all'espressività retorica alla capacità narrativa alla ricchezza di rappresentazione visiva
Che sapeva fare da un microfono quindi la sua voce era un sentiero era un percorso era una striscia guida per le persone e i più giovani
E poi perché riusciva a farlo con la sua autorità con l'autorità che si era guadagnata con la sua interezza coerente costante della sua personalità della sua vita del suo coraggio riusciva a farlo in momenti in cui altri non avrebbero voluto farlo o non avrebbero potuto fare
Troviamo un cenno
Alla alla alla censura in questo libro ed è un episodio che che facile da ricordare perché è una nota di di di della persona che era allora vicepresidente
Della Rai
Si chiamava Italo De Feo
Ma il quale se profondamente irritato da alcune cose che Antonicelli aveva scritto sul Radiocorriere e che venivano giudicate comuni storie di chiede al direttore del Radiocorriere se possibile fare a meno di questo collaboratore evidentemente
è chiaro che l'uomo De Feo con cui mio loro anch'io di avere avuto dei rapporti infinitamente molto difficili quando facevo il il giornalista alla RAI
è chiaro che non aveva la stessa memoria è chiaro che non aveva lo stesso passato è chiaro che non aveva gli stessi geni culturali e che trovava la disparità di linguaggio di toni e di accenti di impegno
Di Antonicelli come qualcosa che per lui era già perduto bene per molti di noi non è andato perduto mai perché Antonicelli c'è stato perché ha segnato così profondamente
La vita di alcuni di noi che a nome di quei tanti che allora erano giovanissimi la cui vita è stata assegnata io voglio dire oggi
Qui in questa occasione
Un senso di gratitudine che è molto più profonda di quella che si deve soltanto a un intellettuale ed è anche molto più profonda di quelle che si deve soltanto un testimone
è la gratitudine che si deve a qualcuno che ha profondamente segnato questo Paese
E l'ha segnato probabilmente in modo più grande più vasto più profondo più duraturo di ciò che la pura e semplice memoria di
Di di un uomo degno di essere ricordato che la pura e semplice memoria può lasciar pensare questo seme c'è e vivo continua a produrre i suoi effetti assegnato in modo non cancellabile la vita e la cultura del Paese probabilmente lo ha fatto proprio perché ha indicato un percorso che non era necessariamente che non è stato per molti di noi di fatto di militanza politica immediata
Questa per me è una ragione personale di gratitudine nel momento in cui sembrava che una persona giovane che aveva interessi pubblici dovesse per forza essere in un partito nell'altro o niente
O a sostenersi e tacere
Lui ha indicato che non ci si astiene non si taccia
E ha dato in questo modo un modello di vita
Di cui io oggi sono felice di poter essere qui a dire grazie
Ringraziamo Furio Colombo caccia permesso di rivivere cautamente compassione anche dire
Tratti significativi di Franco Antonicelli
La parola adesso a Dario Matteoni Assessore alla cultura del comune di
Innanzitutto mi corre l'obbligo qui di riportare assoluto delle istituzioni livornesi che sono parte
Della i membri del sostenitori della Fondazione Antonicelli il comuni Livorno in particolare il saluto del sindaco Gianfranco Lamberti che del presidente della Provincia Claudio fronte
La mia presenza qui si giustifica proprio anche perché come molti di loro sanno Livorno ospita una fondazione intitolata al nome di Antonicelli che ne conserva le carte conserva la biblioteca e nel continuo attraverso l'attività il messaggio la memoria
Prima credo che tocchi a me forse poi in finali di questo breve intervento parlare delle prospettive e dei compiti della Fondazione però prima
Vorrei svolge le qualche breve osservazione sul volume che qui presentiamo che
Devo dire si fa leggere con grande interesse con grande piacevolezza e che oggi ci propone
Nei vari saggi e questa disamina di aspetti forse prima mai attentamente e studiati raffigurati Antonicelli si propone una riflessione molto attuale molto contemporanea che è quella della del del ruolo del mestiere dell'intellettuale rileggendo io leggendo con attenzione alcuni di questi saggi devo dire anche di grande
Diciamo vivacità
Anzi sono sorte alcune considerazioni sponte sul anche sul come oggi si è intellettuali che si è anche impegnati nella vita politica e sociale del nostro Paese
Ci sono disagi in particolare i saggi che riguardano la prima collaborazione la prima attività di Antonicelli a Torino con Frassinelli l'attività editoriale
O ancora il saggio sulla sull'attività della stampa e poi forse ancora quello più inedito per alcuni versi della collaborazione con la radio che e ci disegnano una figura di intellettuale che e certamente non si riduce come diceva giustamente prima professor Tranfaglia
Nella sola dimensione del letterato ma che spazia in campi che oggi sono in fondo l'attualità anche della nostra attività di essere intellettuali se pensiamo all'attività con Frassinelli
E anche al rapporto con questa Torino degli anni Trenta ma Torino molto vivace che vede la presenza di Gualino di un mecenatismo
Attento alle arti figurative attento alla cultura vede ancora la presenza certamente di intellettuali come Persico che poi continueranno la loro vite la loro vita la loro carriera a Milano in attività in fondo molto particolari Persico sarà il fondatore di una rivista di architettura Casabella e ancora la presenza di artisti come Casorati come essa e tanti altri io credo che CdA una e un'attenzione anche a una dimensione europea della cultura editoriale della cultura grafica non a caso si parla per Frassinelli di questa attenzione alla grafica che veniva dalla esperienza sovietica del della del costruttivismo o ancora dall'esperienza tedesca del Bauhaus ecco tutto questo ci dà una diciamo un una
Ampiezza di orizzonti che di fatto sono oggi parte anche della nostra esperienza
E la stessa modo di costruire di rapportarsi all'editoria lo stesso fatto di un'attenzione per aspetti così diversi della dell'editoria con Frassinelli Antonicelli lo vediamo è vero che pubblica appunto il Mennitti nella traduzione di Pavese ma è anche doveri che si ricordava prima avvia questa prima edizione di di Topolino e in fondo non sono stati negli anni Sessanta il tema dei fumetti il tema e ancora oggi il tema in fondo di altri a queste altre forme di comunicazione uno dei il negli spazi dei campi nei quali anche si è cimentato in fondo si è rivolta l'attenzione del diciamo della critica della della riflessione anche sul sul costume su contemporaneo tutti noi ricordiamo come gli anni sessanta sono segnati da quel libro di Umberto Eco che per l'appunto portava all'attenzione della in fondo del della
La cultura è il problema del fumetto ma ancora il problema per esempio dei miti del cinema e lo ritroviamo qui devo dire anche questo è un aspetto grande interesse di Antonicelli il fatto che sulle pagine della stampa Antonicelli per esempio scrive su Marini Moro uno dei miti nel momento in occasione del suicido i mari Mauro Della Morte scrive sul mare in volo o ancora appunto si occupa di fenomeni di e di costume che di fatto poi fanno parte se vogliamo proprio di quella che è la nostra la nostra il nostro modo di essere intellettuali oggi di incontrarsi oggi con il i fenomeni i costumi i fenomeni della della vita sociale della vita della vita la vita politica ecco io così come ancora nella attività cioè radiofonica che certamente e oggi un prima della televisione pena la recessione dei dei mass media del prevale il consenso tutte queste tematiche sono oggi in fondo all'attenzione della riflessione del del del di qualsiasi di diciamo del modo di essere come gli diciamo di partecipare
Alla alla vita culturale del Paese oggi si discute moltissimo ormai si sta parlando non più nemmeno più di televisione ma anche altri di forme di comunicazione diciamo ancora più diversificate
Tutto questo ma diciamo si ritrova nella modernità nella contemplata nella lezione che almeno per chi
Ecco ritrova in queste in questa grande politicità del personaggio in questa capacità di essere intellettuale a tutto campo in nel cimentarsi nel confrontarsi in fondo con gli stimoli con le e innovazioni che venivano nei diversi anni da da dagli anni del fascismo agli anni della della ricostruzione ecco a cimentarsi proprio questi stimoli che venivano da una società da campi diversi del del del della cultura piace citare qui per esempio un aspetto del della collaborazione di Antonicelli nel con la sua attività radiofonica il fatto di aver preparato per di aver scritto il libretto di un'opera radiofonica poi musicata da uno dei maggiori musicisti degli anni cinquanta italiani
Giorgio Ghedini questo Nord inferno che è un'opera la salsa complessa molto piena di metafore sia sul piano musicale sia sul piano anche del testo testo letterario e effettivamente non vediamo come anche recentemente
Personaggi della cultura nel nostro paese non si sono confrontati anche qui con la sesso con rapporto con la musica con
Milano e abbiamo in fondo anche nella attività contemporanea italiana
Appunto recenti casi è di libretti scritti da eminenti filosofi per l'appunto nell'incontro con il contesto musicale contemporanea
Ecco tutto questo disegno credo un quadro estremamente stimolante della figura di Antonicelli e questo libro se ce ne dà per l'appunto una immagine estremamente dirà estremamente vivace
Tutto questo ci porta naturalmente a alloggi e ci porta anche a quelli che sono i compiti della Fondazione Antonicelli prosatore Celli e nato a Livorno per alcuni per un momento per un felice incontro tra Antonicelli e della cultura radicata nella nostra città che la cultura della compagnie portuali del porto
Antonicelli ha poi voluto lasciare come grande testimonianza di questa sua presenza Livorno dovuto lasciare le sue carte e la salute
La colazione Antonicelli a negli anni sviluppato una attività che prevalentemente si rivolgeva anche a indagare quella che era questa grande
Documentazione quindi portando a anche a conoscenza cercando di portare a conoscenza del del pubblico quella che era anche la ricca documentazione che queste carte di queste testimonianze contenevano una caso questo libro per l'appunto oltre a fare
Presentare anche tra in documenti anche una sorta di prima rassegna della documentazione utilizza per la prima volta in maniera sistematica in uno dei saggi
Quel uno dei quel patrimonio di
Che rimane alla fondazione di registrazioni radiofoniche che per l'appunto nuovi posseduta Fondazione Repossi
Direi che in questo senso un primo compito che ulteriormente andrà rafforzata dalla Fondazione sarà sicuramente quello di rendere sempre più accessibile al pubblico i materiali della Fondazione Antonicelli proprio perché in questi materiali come questo libro testimoniano
Piace anche Stuttgart realmente questi materiali contengono certamente delle grandi lezioni anche per
Il per la nostro mondo per la nostra per la società contemporanea vi sono poi altri credo compiti che sicuramente la contrazione potrà svolto io credo che Fondazione potrà rivolgere una rivolgere anche una maggiore attenzione ad alcuni degli stimoli che punto cercavo prima di delineare di questa figura a tutto campo di Antonicelli certamente i temi della rapporto tra intellettuali e mezzi di comunicazione di massa tra intellettuali e comunicazione sono uno dei punti centrali che possiamo affidare alla Fondazione direi qui anche a tutto campo proprio come lo era Antonicelli forse cercando di andare anche in campi diversi da quelli che tradizionalmente possiamo immaginare citavo prima per l'appunto questo incontro con la musica citavo prima questa attenzione per l'editoria ma anche questa attenzione per gli aspetti della grafica per la spetti certamente anche della fotografia della e quindi una a di un una ricchezza di un di di di un universo di tematiche che certamente possono trovare per la Fondazione Antonicelli dei campi utili di di lavoro e di proposizione
Non ultimo naturalmente io credo tocchi alla Fondazione Antonicelli proprio nel
Continuare la memoria
Di Antonicelli di e naturalmente mantenere e sollecitare il dibattito su quelli che sono anche i grandi problemi della diciamo del i grandi grandi tematiche della diplomazia nel nostro nel nostro Paese e nel rapporto tra che esiste tra come prima veniva nera molto brillante dei tre onorevole Colombo
La questione del l'impegno politico da parte del delle degli intellettuali e il la questione proprio di quella che è anche una presenza
Nel dibattito politico del nostro paese di questa diciamo di queste di queste forze di queste
Di queste intelligenze
Ecco io quindi chiudo questo mio intervento proprio ribadendo l'attenzione che recita come Livorno città che sta in questi in questi anni anche cercando con forza una sua identità sul piano economico e sul piano anche culturale ribadendo come la Fondazione Antonicelli la figura di Antonicelli costituiscono proprio uno dei punti di forza di questa ricostruzione che sta identità culturale della tacita divorò e in termini più ampi ovviamente
Del rapporto Cacciari vorrà con la Regione Toscana e con il il nostro paese grazie
Ringraziamo Dario Marchioni anche per la indicazioni di scenari di lavoro futuri naturalmente
Adesso per l'intervento conclusivo della mattinata diamo la parola onorevole Violante presidente dalla Camera delle la lettura di di questo libro ha fatto riaffiorare me alcune sensazioni dei rapporti con Franco Antonicelli
Eccolo eccolo che corre nata non morde successivi di molto offensivi
E la sensazione di fondo che Franco Antonicelli sia stato un ricercatore laico del senso delle cose che guardava che vedeva significato profondo delle cose e anche del senso dell'Italia
Quell'articoletto lascio raddoppio per esempio
Da dove scrive di quest'Italia contadina provinciale che arriva a Roma si incontra un altro pezzo d'Italia ed era il senso di questa trasformazione che era in quegli anni anche l'articolo su Mori Moro che richiamato
Assessore Mattioli corrispondeva ad uno sforzo di capire al di là della crosta che cosa ci fosse sotto
E dico questo perché il mio primo ricordo di Franco Antonicelli risale al dicembre mille novecentosessantanove ricordo con precisione perché c'è un fatto preciso il trenta novembre sessantanove a Bologna c'era stata
Una grande assemblea di Magistratura democratica nella quale per la prima volta si era preso posizione su un provvedimento giudiziario
Una magistrato di Roma che poi sarà ammazzato dai terroristi neo fascisti Occorsio
Aveva arrestato una direttore di un giornale Todini si chiamava del giorno all'ora di cena potere operaio per apologia di reato il pare che fosse e il primo la prima cattura fattami tagli in epoca repubblicana per un reato di pensiero
La cosa eravamo dodici giorni dopo ci sarebbe stata la strage di piazza Fontana per inquadrare il clima
Era un momento molto teso le radici all'italiana a moltissimi di noi sembrò di vedere in quel provvedimento una esagerazione
E quindi ci fu questa presa di posizione
Ecco allora la quella foga stanziale molti di coloro che sottoscrissero anche mi illustri nomi della magistratura italiana che sottoscrissero quel documento poi smentire una però sottoscritto dicendo che non sono accorsi ho letto male e così via
Non ho capito ci fu poi la grossa rottura nella magistratura un pezzo diventò un'altra cosa il penso molto piccole stavamo in Magistratura democratica democratica ci fuori azioni molto violente dei giornali azioni disciplinari queste cose qui
Tutte le sezioni italiane della magistratura si riunirono Polo ordine del giorno pubblica deplorazione nei confronti dei colleghi se c'era questo il che e far conto dice depresso Carlo Galante Garrone tra senatore allora dell'assise dipendente cioè Caronte allora mi telefono mi disse che ci conosciamo appena sì e senta guardi c'è Franco torni c'è ritorno per parlarle io Rollo la segretario di Magistratura in pratica per il Piemonte e la Valle d'Aosta
Sì va bene
Ed è a parlargli e ricevetti subito un'impressione
Incerta devo dire perché
C'era questa casa strapiena di libri
E piena di disegni bellissimi non ai muri citavo dappertutto non era una casa ordinata diciamo così una Patrizia comporterà
Sì vago lavate di Bipielle IP per terra sulle sedie sul è più facile se si suddivide sulle sedie o come come concetto quando si era lì le ricette in vestaglia e mi chiese se volessi unte sì sì e ci mettiamo questo te
Comincio a parlare di cose assolutamente vaghe nei quali non avevo nessuna interlocuzione perché sono cose che non sapevo di letteratura e così via
Mi chiese che cosa avessi letto recentemente diceva mi sottoposi ad un esame praticamente qui uscì che dovrà stanza ma al contratto somma
Verso la fine mi disse ma cosa cosa volete fare voi magistrati
Dipende siamo adoriamo cinque mila siamo tanti
Ed entrò poi nel merito della questione voglia capire che stava succedendo insomma che cos'era questa storia che cosa succedeva era il sei sette dicembre
Ci parla Mall lungo
Non espresso nessun giudizio
Voi qui ci fu la strage di piazza Fontana verso i primi di gennaio per sentirci nel gennaio ci rivedemmo di nuovo mi pare insomma nella linea finito gennaio
E però i secondo coloni un colloquio molto più dentro le cose
E lui era sconcertato da questo fatto dei magistrati intellettuali e volevano svolgere essere anche intellettuali in quel cerca un tetto ai suoi capi delle cose ma non offre che si collocavano in una su un fronte di contestazione otto sommato al che mi disse Bay però ci sono alcuni figure tipo Sandro Galante Garrone Sandro Galante da altri magistrati avevano anche corso rischi molto pesante durante il il fascismo gli ultimissimi anni fascismo Salo eccetera
Samuel particolare credo che avesse agevolato falsificando alcuni ordini di scarcerazione l'uscita dal carcere di e poi certo un giro insomma erano sempre quelli Cammarota
Eccetera e dissi no guardi quelli che siamo la pelle non è il massimo che stiamo procedendo disciplinare quindi sono cose molto diverse no dice mai per capire il senso insomma e capire il senso
Era questo un po'l'asse un po'preoccupato per questi chi sembrava di ma
Occhioni un po'perché facevano queste cose però quando qui in troppi quei fondano una rivista che sa quale giustizia vi fu tra i primissimi ad abbonarsi anzi sottoscrisse in modo molto generoso potrebbe ci Corsetti voi quelli che ci consentì di uscire che esamina le prime vittime era una giustizia critica diciamo così in quel momento in Germania c'era stata una una corrente da me satura insieme addirittura Rho-Pero pesce toga rossa che era
Eccessivo critici stizza erano rivista in Francia a si era creato un sindacato magistratura che era su posizioni analoghe certo in tutta Europa diciamo non svegliarsi di questo fronte di carattere di carattere giudiziario Lula molto informato di questo mi mi sorprese
E sì di con grande attenzione queste cose poi ci si è visti per pari questo incisivamente ma quello che più quello che mi ha colpito costantemente proprio questo questa suo sforzo di cercare il senso delle cose e in particolare nella sua attività politica dissenso delle vicende italiane e anche una particolare attenzione rapporti internazionali se non erro fu presidente per cessione Italia Vietnam se non ricordo male
Qui non c'è scritto ma ricordo ricordo alcuni visitatori fattibile tram di cui parlavano i giornali e così via ed era molto attento poi problemi poi di quello che sarebbe cessò dopo a in questo Paese forse questa sua interesse le questioni di politica estera potrebbero essere riprese se la Fondazione there santa perché riempirebbero un vuoto nella
Nella nella sua figura lui agli occhi di me non torinese mi io ti fino ai sessanta ci ha ridato nella seconda metà degli anni sessanta Torino mi sembrava l'emblema dell'essere laico torinese devo lui Sandro Galante il parere dei due insomma personaggi più che più segnavano questo dato il dice l'occhio chiesto perché lui non avesse fatto televisione credo che lo discuta lo discostavo un po'la tendenziale volgarità dell'immagine nella sua con la parola era più che sufficiente per esprimere un concetto per quanto lui fosse un uomo elegante era Renato anzi proprio perché come legante raffinato credo che avesse un certo distacco nei confronti di queste questioni apparentemente Antonicelli fu intellettuali improduttivo lo dico tra virgolette cioè non ci ha lasciato con il grande libro la grande cosa altri ci ha lasciato
Una massa di riflessioni che forse coordinate Rieti insieme ci direbbero molto di più su di lui ma fu un motore intellettuale nel senso che metteva in moto l'unione culturale che cita Nicola Tranfaglia fu a Torino in quegli anni credo fino alla metà degli anni Settanta solo il corso male un grandissimo sia terrorismo sì quello sì
Un grandissimo e tra l'altro fu una sede di ridiscussione critica della storia italiana ci pone sei cicli che si fecero molto ampi e e edera per in una città che cominciava svegliarsi sommata una democrazia reale viva dibattuta linee culturale franco Torricelli furono punti di riferimenti molto molto vivi e molto forti per la nostra per nostra generazione
Io ho avuto l'impressione di una persona non tranquilla cioè non era un uomo tranquillo cresce appariva un uomo fronte non lo era e mi sono confermato in questa questa impressione guardando
Una specie di epigrafe che pubblicata qui i due versi sono credo che fosse stata scritta per se stesso se non capisco male voi che ora contemplate la mia pace non dimenticate la mia tempesta
Questo conferma che questa curiosità questa apparente questa apparente come dire non dico ferma eleganza nell'affrontare cosa quei corrispondevano dei conflitti in The R. abbastanza tesi violenti lui è stato uno degli uomini che ha contribuito molto alla formazione della generazione al quale appartengo nella città di Torino pensiero laico senso delle cose il carattere degli italiani più questi tre o quattro Concetta era un concetto un po'chiave attorno al quale poi si svolgeva la sua riflessione forse sarebbe utile partendo da lui quindi non ci sono quei facce più torinese direttamente o indirettamente partendo dall'un cercare di ricostruire quello che cinque o sei figure
Di questa città hanno dato alla Genet alle generazioni salute dopo credo che si comprenderebbe meglio ciascuno di loro in un'integrazione con le altre perché è stato è stato così anche se come dire non tutti
Non tutti si muovevano sulla stessa lunghezza d'onda Bobbio nessun'altra lunghezza d'onda Carlos Saura terrone erano sud sono su due lunghezze tonde molto distinte differenti tra loro però forse ricostruire un po'tutte queste nel senso che ho dato una città nel senso dato loro vita aiuterebbe a Recco anche ricostruire quel senso della città vi ha fatto riferimento Furio Colombo
Noi dico anche che siamo venuti dopo è stato quello che più ci ha colpito con la poteva essere una città ancora essere prima di vivere
Bene io naturalmente non posso che
Calorosamente
Non è che gli Patrizia tenente Patrizia Antonicelli
E l'editore del forte
Presidente della Camera Luciano Violante Furio Colombo Nicola Tranfaglia Dario Matteo credo di poter dire con molta tranquillità che ci hanno permesso di rivivere alcuni tratti essenziali civili anche umane ricordava Luciano Violante una personalità non tranquilla da questo punto di vista ci sarebbero molte molte cose molte annotazioni anche
E sono presenti suoi
Nei suoi scritti e che sicura potranno arricchire ulteriormente questa figura complessa e torno a sottolineare poliedrica di intellettuale moderno ricordava
A
Nicola Tranfaglia motore intellettuale a me piace
No anche citata questa cosa il termine appunto suscita attore di cultura che poi è una definizione cara leone Ginsborg credo
Ma che potrebbe essere anche l'italianità diciamo per
Franco Antonicelli
Suscita dure di cultura
L'uomo in grado appunto in ambienti in situazioni tra loro molto diverse di essere un punto di riferimento in particolare ecco
Non solo per indagare quell'Italia civile di cui parlavamo ma anche appunto per nessun punto di riferimento per le nuove
Generazione l'occasione che c'è stata come dire offerta questa mattina
In qualche modo ci carica
Di qua tutte le
Responsabilità probabilmente come Fondazione Franco Antonicelli che risiede in una città città di provincia come la città di Livorno crocevia coi del percorso intellettuali
Sono spesso assai straniera nella storia anche dalla cultura dalla politica di questo secolo anche per
Tanto più per un Paese come l'Italia un Paese delle cento città
Ci carica dicevo di responsabilità le parole di Dario Matteo le istituzioni
Locali e regionali sono tanta parte di questa Fondazione in qualche modo però credo che ci possono aiutare
A costruire finali di lavoro futuri scenari di lavoro che dovranno e potranno come dire da un lato perseguire proseguire la strada che abbiamo iniziato nella fa conoscere
Nel ricordare sono d'accordo con Furio Colombo nel far conoscere fa rivivere anche attraverso una come dire con le forme di comunicazione moderna qui è stato ricordato giustamente la la radio la il suo rapporto fortemente critico con la televisione anche che se sarebbe interessante rivedere alcune trasmissioni tre o quattro cose che l'UE ha fatto che riguardavano
Come dire ricostruzione dia ambienti storici Giolitti Cavour
Molto significativo da questo punto di vista anche per quel suo fare corso la sua capacità straordinaria che la sua eleganza Magnus
Soltanto con la sua capacità popolare cioè di comunicare in questo caso un anticipatore per molti aspetti
E
Dicevo allora si tratta di vedere su per costruire nuovi scenari di lavoro anche sul versante ricordavo Luciano Violante giustamente della politica internazionale
Ma ci sono molte cose fotografie anche molto significative che riguardano aspetti sempre di questa personalità non tranquilla
Di un'Italia diciamo non solo l'Italia civile un'Italia politica
Ma anche del mondo del costume e del mondo dello spettacolo e quindi c'è una curiosità come dire straordinaria su spaccati di versi dell'Italia degli anni cinquanta degli anni sessanta quindi io concludendo
Se andò nuovamente Luciano Violante Furio Colombo Nicola Tranfaglia Dario Matteoni tutti voi per la vostra presenza naturalmente
E l'impegno della Fondazione ecco per rivide ma nello stesso tempo per continuare questo semi diciamo di Franco Antonicelli suscita Touré di cultura grazie a tutti voi oggi
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