Festival mondial des Arts Nègres
E' terminata la terza edizione del festival mondiale delle arti negre organizzato dal 10 al 31 dicembre 2010 sul tema della " Renaissance africaine ". Le edizioni precedenti si sono tenute a Dakar nel 1966 ed a Lagos nel 1977.
Il sito ufficiale del Festival http://blackworldfestival.com/wp/
Per l'occasione abbiamo intervistato il Professore Thierry Sinda che è stato stato il consigliere letterario e cinematografico del festival per il presidente del Senegal Abdoulaye Wade .
Intervista al Professore Thierry Sinda
Né à Paris, Thierry Sinda a fait une préparation militaire parachutiste avant d’effectuer sa conscription militaire sous le couvert du ministère de la coopération en tant que VSN professeur de lettres à l’Ecole française de Majunga à Madagascar. Il a de nombreuses charges dans des domaines très variés : maître de conférence des universités françaises, poète, délégué général chargé de la francophonie de la Société des Poètes français(fondée en 1902 par Sully Prudhomme, José Maria de Heredia et Léon Dierx), Président-fondateur du Printemps des Poètes des Afriques et d’ Ailleurs parrainé par le poète Jacques Rabémananjara(Grand prix de la francophonie de l’ Académie française) et Martial Sinda (premier poète de L’ Afrique Equatoriale Française, Grand prix de l’ AEF en 1956) ,critique de cinéma au magazine Amina depuis 1990, fondateur de la revue La feuille (première revue panafricaine de cinéma en France), Président-fondateur de Génération Diversité, directeur de communication du magazine Francophonie actualités , conseiller littérature et cinéma du 3e festival Mondial des Arts Nègres organisé à Dakar par le président du Sénégal Abdoulaye Wade, et Président-fondateur du mouvement Union pour la Nouvelle France. Son grand oncle l’abbé Fulbert Youlou fut en 1960 le premier président du Congo et son grand père paternel, le chef Sinda, et son oncle Michel Sinda ont fait respectivement la première et la seconde guerre mondiale pour le compte de l’armée française. N’ayant jamais vécu au Congo, cette histoire familiale lui a été transmise via la tradition orale par son père, Martial Sinda, lequel est professeur honoraire d’histoire contemporaine à la Sorbonne.
« J’ai créé le mouvement politique Union pour la Nouvelle France avec des amis issus pour la plupart du mouvement associatif et militant, car nous avons pensé que nous devions faire valoir notre longue expérience associative et militante (auprès des mal logés, des sans papiers, des jeunes déscolarisés des quartiers difficiles…) sur le plan politique en faisant des propositions aux exécutifs locaux et national pour donner un visage humain à nos banlieues qui sont menacées d’explosion encore plus violentes que celles de novembre 2005. Je pense qu’il est aussi nécessaire, pour mieux cerner les problèmes, que la classe politique de notre pays soit à l’image de notre société plurielle et métissée.Bien que n’étant pas un professionnel de la politique j’en connais bien les ficelles pour avoir cheminé avec des hommes et des femmes politiques auxquels j’ai souvent prodigué des conseils qui leur ont été fort utiles. De plus, mon expérience associative et militante m’a permis de tisser de très nombreux contacts avec les associations œuvrant dans la banlieue d’île de France.Je pense, désormais, qu’en ce qui me concerne, l’heure de sortir de l’ombre et d’occuper le premier plan a sonné à un moment charnière où le profil des élus de notre pays cesse d’être un homme blanc d’une cinquantaine d’années. »
Palabres Culturelles Internationales
Le mot du directeur général Thierry Sinda "Le devenir de notre monde se prépare aujourd’hui avec nos jeunes."
Figure Nere “Of Black - Map”: Memoria d’Africa Alexandre Dumas
“Il più grande romanziere del secolo”
In questa osmosi di razze e di popoli che, da tre secoli, si fa attraverso i continenti, la regione dei Caraibi appare di aver favorito una delle mescolanze più caratteristiche. Nelle vecchie “ Indie occidentali ”- oggi le Antille- e sulla terra ferma dell’America del Sud, dove si trovano le Guyana, si è realizzato un “ mélange ” (miscuglio) costante e fuori dai comuni uomini della razza detta “rossa” (Caraibi), della razza nera (schiavi africani e le loro discendenze), della razza bianchi (Spagnoli, Portoghesi, Olandesi, Inglesi, Francesi), uguale per la razza gialla a partire del XIX° secolo. Questa mescolanza straordinaria di razze e di civilizzazioni, che conferma l’opinione che “il pluralismo dell’eredità genetica è una chance di sopravvivenza”, ha dato la nascita a numerosi poeti, scrittori, professori, membri di professioni liberali, amministratori, uomini politici, ecc… Che risiedono tanto come testimoni di questa “ osmosi ” fusione nel quale, attraverso un’ampia cultura occidentale, ritroviamo le caratteristiche dell’anima africana e dello spirito degli africani: la generosità del pensiero, il gusto delle idee generali, il romanticismo dei sentimenti, l’eloquenza innata, l’immaginazione, il gusto della parabola, una grande sensibilità.La lista delle persone sarebbe troppo lunga, se volessimo citarle, almeno quelli che sono scomparsi. Spigoliamo, dall’azzardo della penna, e limitiamoci agli autori francesi, i nomi di Daniel Thaly, delicato poeta dell’inizio del XX° secolo, di origine martinicana (“ sono nato in una isola dal profumo di “ verbena ” … )
René Maran guyanese, che servì in Africa nera, romanziere di "Batouala”, rimane l’unico scrittore nero ad aver ottenuto il “Premio Goncourt”.
Come non soffermarsi sullo scrittore di cui il solo nome sveglia in tutti gli spiriti di tutto il mondo, l’ammirazione la più viva: Alexandre Dumas ? È incontestabilmente il più conosciuto dei discendenti Africani usciti dalle Antille.
Secondo i “tre Dumas”, hanno avuto come antenato, dal lato paterno, Alexandre Davy de La Pailleterie, ufficiale del “Royal Artillerie”, che, avendo abbandonato il servizio del re Louis XV all’età di cinquant’anni, andò “nelle Americhe”, esattamente all’isola di Santo-Domingo. Abitò in una “Mas” cascina coloniale, nido di teneri amori tra lui e una bella e giovane schiava, Cesette, che, battezzata, riceve il nome cristiano di Marie-Cesette, ma che viene soprannominata: la Marie-Cesette du “mas”.
Un bambino nacque, gli diedero il nome “Thomas-Alexandre”, e non potendo portare il nome legittimo di suo padre, fu chiamato Alexandre du “mas”, - nome che scrisse dopo: Dumas. Fu il primo dei “Dumas”, quello che, portato più tardi in Francia da suo padre, diventa il generale repubblicano Dumas (1).
Il fisico, un colosso abbronzato, dai capelli ricci, e di una forza erculea. Morale: un soldato dal coraggio leggendario, un repubblicano devoto, anima e corpo alla Rivoluzione francese, e nemico di ogni dittatura; è quello che gli valse l’ostilità attiva di Napoleone, malgrado i suoi straordinari titoli militari e civici, lo lasciò morire in una miseria e rifiutò ostinatamente ogni pensione alla sua vedova. Il suo nome è inciso sull’Arco di Trionfo dell’Etoile a Parigi. Sposato a Villiers-Cottere^ts, il generale
Dumas ebbe un figlio, che darà nuovamente il nome di Alexandre. È il nostro eroe : Alexandre Dumas, secondo nome (2). All’età adulta, ebbe un figlio naturale in omaggio a suo padre darà anche lui il
nome di Alexandre-terzo . È questo lo, scrittore e drammaturgo (3), che scrisse in particolare (nel 1848)- “ La Dame aux camélias ”.
Quello che occupa, il secondo, fu veramente il “géant” (colosso o gigante) della famiglia. Testa grossa, bocca sporgente, capelli crespi e arruffati, tinto di “sangue-misto”, tutto in questo “ meticcio ” autentico era gigantesco: il suo appetito, i suoi gusti, il suo verbo, le sue produzioni; tutto in lui fu fuori di ogni comune misura. Centinaia di opere le sono state consacrate in tutto il mondo. Dunque la sua vita è stata più appassionante che un romanzo. Nulla di più esatto.
Una infanzia particolarmente irrequieta, divisa tra la scuola e la foresta-dove ama passeggiare, a “imparare la natura”, a lasciare galleggiare una immaginazione sognante e sbrigliante, che esalta ancora una curiosità insaziabile. Sa leggere a cinque anni. Per aiutare sua madre diventata vedova, diventa un “ saute-ruisseaux ” (fattorino) da un notaio di “ Crepy-en-Valois ”, grazie alla sua audacia e alla sua abilità, membro del segretariato del “ Duce di Orléans ”, a Parigi. Poiché è ambizioso. E vuole riuscire. Di natura spensierata, come tanti altri con le di origini delle Antille, è del tutto ottimista ed esplosivo; ama innanzitutto la libertà, quello che lascerebbe credere un “rivoluzionario”.
Appare leggero, pieno di entusiasmo, incredibilmente inventivo nelle sue parole o i suoi scritti; volubile e instabile, ma generoso e buono, senza diffidenza né cattiveria.Non lo prendono mai sul serio, ma esprimono testimonianza e simpatia per lui. E, più tardi, il suo figlio potrà dire: “ Mio padre è un bambino che ho avuto quando ero piccolo.”
(1) Thomas Alexandre Davy de La Paillette- Dumas, nato a Jérémie (Santo-Domingo) nel 1762, morto nel 1806 a Villers-Cotteréts (Aisne).
(2) non è facile, quando non si ha altra fonte di informazione che i dizionari, precisare con certezza la data di nascita di Alexandre Dumas. È nato di certo, un 24 luglio, ma in quale anno? Il “Grand Dictionnaire universel del XIX° secolo”, di Pierre Larousse (tome VI, parso nel 1870) dice : 1803.Il Dizionario delle letterature di Gustave Vapereau, nella sua seconda edizione, uscita nel 1884, dice:1802. Il Dizionario geografico e amministrativo della Francia e delle sue colonie di Adolphe Joanne (tome VII), parso nel 1905), dice: 1803. È lo stesso anno 1803 che portano il “ Quillet ” de 1938 (tome II) e di Larousse in sei volumi del 1946 (tome II).Ma il Larousse in dieci volumi del 1961 (tome IV) e il piccolo Larousse del 1968 optano per 1802. Molte strade portano, in Francia, il nome di Alexandre Dumas hanno sulle loro lastre, il millesimo 1803. Per avere una certezza, ci siamo fatti consegnare un bollettino di nascita. Eccone il testo: “Comunque: Villers-Cottere^ts; dipartimento: Aisne. Il 24 luglio 1802 è nato, sul territorio del comune, Alexandre, figlio di Alexandre Davy Dumas Delapailleterie e di Marie-Louise –Elisabeth Labouret.” L’errore di data cosi corrente verrebbe da una cattiva lettura del calendario repubblicano: 5 thermidor an X (3) Nato a Parigi nel 1824, morto a Marly-le-Roi, nel 1895.
° XIX° secolo- Dumas…Milioni di lettori lo ammirano, e amano soprattutto la sua genialità, riconosciuta dappertutto. “ Non si nasce nero, si diventa ! ”
Descrive così la nozione Jean Loup, antropologo Othello non è nero da Shakespeare, lo diventa quando gli esploratori e il traffico degli schiavi impongono una rappresentazione reciproca dell’Europa, dell’Africa e delle Antille. Non c’è obiettività del colore. È una caratteristica sociale e politica. Nelle oasi sahariane, gente dello stesso colore, definirsi gli uni come neri, gli altri come bianchi. Il giorno quando Senghor e Césaire si sono fatti trattare da “sporco negro” in un taxi, hanno deciso di svoltare le stigmate e di rivendicare la “Negritudine”, ma così hanno condannato la gente delle Antille e gli Africani alla nerezza, affettandoli una caratteristica intangibile. Il termine “nero” non ha lo stesso senso secondo i contesti, storici, geografici, sociali, politici. E il famoso “ risentiti di appartenenza ”, è spesso l’appropriazione dei stereotipi razziali che preesistono, eredità di secoli di rappresentazione attraverso il rapporto dell’Europa all’Africa e alle Antille.
La parola “ meticcio ! ”
La nozione di “Métis”, dal latino “mixticius”, “ mixtus ” che significa mescolato (misto), designa due elementi distinti. A partire del XIII° secolo, indica l’incrocio di due specie animali o vegetali differenti (un meticcio ). Nel 1615, la parola “ Métice ”, “ mestizo ”, “ mestis ” prestata al portoghese, indica allora una persona nata da parenti appartenenti a popolazioni, che presenta delle differenze “fenotipiche” importanti (come la pigmentazione della pelle). Questo termine fu in particolare utilizzato per indicare i numerosi discendenti da parenti europei ed “indigeni” , usciti dalla colonizzazione. Infine, si parla di meticcio per dei tessuti (ex-tele -meticcio), dei metalli (ex-ferro-meticcio), delle parole, ecc…, Uscite dal “ mélange ” di due elementi distinti. (Metis (miscere) meaning to mix (Antropologia-culturale). M.B.
Storica :
Dakar, capitale di un giovane Stato recentemente indipendente, si è tenuta il primo festival mondiale delle arti "Nègres" dal 1° al 24 aprile 1966. Questa manifestazione coronava, per così dire, la riconciliazione dell'Africa con essa stessa dopo più di un mezzo millennio di caos con episodi così penosi gli uni e gli altri, e che hanno per nomi schiavitù, deportazione, colonizzazione. Portava allo stesso tempo la prova che l'Africa era riuscita a trasformare la deportazione in ricchezza, con il dinamismo delle sue diaspore che, all'occasione, hanno provato che semé una fine dell'Africa ovunque dove le barbarie degli uomini li aveva condotti.
Video della Prima Edizione Dakar
Il secondo festival tenuto a Lagos, in Nigeria, dal 15 gennaio al 12 febbraio 1977, è stato quello della conferma, “ un appuntamento d'onore per la concertazione e non per il confronto, ma per la ricerca, sotto l'albero a "Palabres" dei punti di convergenza delle nostre culture rispettive nutrite dalla stessa fonte, degli stessi fermenti indistruttibili ".
Da allora, malgrado la tenuta del primo pre-colloquio del festival mondiale delle arti Nègres a Dakar dal 13 al 15 dicembre 1980, nessun "Festival des Arts Nègres" a Dakar del 13 al 15 dicembre 1980, nessun festival della portata di quelli già realizzati si è potuto organizzare. La Conferenza dei Ministri per gli affari culturali del Mondo Nero che si é tenuta lo stesso a Dakar, dal 17 al 18 dicembre, dava mandato al Senegal, Presidente della sessione, di intraprendere consultazioni e presentare una relazione sull'argomento.