Presentazione di un ordine del giorno che impegna il Governo a provvedere all'immediato ritiro del contingente militare italiano dall'Iraq - organizzato dai parlamentari del centro sinistra (presso la Camera dei Deputati, Sala Stampa, via della Missione 4)

Conferenza stampa che
Ci vede nuovamente come deputati del Forum ma programmatico per l'alternativa
Cominciamo
Dopo l'Assemblea al cinema Capranica c'è stato un momento importante di confronto e di mobilitazione che ha visto parlamentari associazioni e movimenti stringere un patto per la pace partendo dalla necessità di far crescere la mobilitazione
Nel Paese e l'azione nel Parlamento per il ritiro dei soldati italiani dall'Iraq
Noi oggi siamo qui per ribadire alcuni impegni e anche presentare e alcune iniziative politiche
La prima iniziativa e quella della presentazione di un ordine del giorno che chiede impegna il Governo a provvedere al limite all'immediato ritiro del contingente militare italiano dall'Iraq
Adoperandosi contemporaneamente all'avvio sotto l'egida delle Nazioni Unite dei Paesi arabi di un processo costituente democratico in Iraq per noi questo ordine del giorno che ne chiederemo come ovviamente prevede il Regolamento di essere votato incidentalmente nella discussione sulla decreto che proroga le immissioni militari italiani all'estero è un punto politico
Dirimente discriminante
Nello schieramento delle forze di centro sinistra dell'opposizione
Perché fa proprio
E porta in Parlamento quella che è la piattaforma della manifestazione nazionale del venti marzo che inizia appunto con la richiesta del ritiro dei soldati italiani dall'Iraq
Il secondo elemento è quello di fare anche una valutazione politica di quanto sta accadendo da una parte il Governo Berlusconi al centrodestra che insistono
Nella
Utilizzare la missione italiana in Iraq per nascondere la verità
All'opinione pubblica italiana al Parlamento sul fatto che l'Italia è impegnata direttamente in un'operazione di guerra e di un'occupazione con un proprio esercito
Di una territorio straniero in aperta violazione dell'articolo undici della Costituzione
E non a caso ieri abbiamo sostenuto convintamente le pregiudiziali presentate di costituzionalità sul decreto che rinnovava l'insieme delle missioni
Dall'altra gli amici della lista unitaria DS Margherita e SDI che da una parte sono divisi su tutto anche ieri nel momento del voto sulla pregiudiziale di costituzionalità addirittura uno dei tre gruppi fondanti la lista unitaria non ha partecipato al voto
E dall'altra continua a manifestare una contraddizione enorme
Si vota in aula
L'incostituzionalità di questo decreto
E poi non si prende l'accusa la decisione coerente e conseguente di votare contro
L'elemento che determina l'incostituzionalità di questo decreto che la missione militare italiana in Iraq
Una contraddizione enorme che vogliono coprire non partecipando al voto e sostanzialmente fuggendo da una battaglia parlamentare che noi invece riteniamo debba essere condotta tutti insieme dall'opposizione
Non è un caso che nei giorni scorsi
Anche i gruppi della lista unitaria avevano paventato la possibilità di fare ostruzionismo
Con l'obiettivo di ottenere la divisione del decreto in due decreti non a parte le missioni cosiddette di pace
Dall'altra la missione militare in Iraq di questo ostruzionismo non abbiamo avuto più notizia da parte dei DS e della Margherita per una ragione politica molto semplice
Che la divisione del decreto avrebbe aperto le contraddizioni politiche ancor più dentro la lista unitaria come ieri dimostra l'assenza dei socialisti come dimostra l'assenza dei socialisti
Su questo fronte allora noi siamo qui per rilanciare una battaglia unitaria dell'opposizione una battaglia unitaria dell'opposizione
Che abbia però un punto chiaro che quello del no
Di un voto chiaro né torno alla missioni militari italiani in Iraq si al ritiro dei soldati italiani diretti e quindi su questo noi oggi rilanciamo l'iniziativa politica a pochi giorni dal voto alla Camera proprio per consentire di riaprire questo dibattito e questo confronto nel centrosinistra
Franco Giordano
Sociale
Noi siamo qui a ribadire come diceva Gian Paolo Cento
Che faremo una battaglia molto ferma molto netta
Sul decreto che proroga la missione in Iraq
E e siamo qui a dire che c'è un'aria significativa del parlamento italiano e delle opposizioni che voterà inequivocabilmente no a quel decreto
Lo ribadiamo con grande forza perché abbiamo maturato un giudizio molto netto su quello che che la guerra in Iraq non sto qui a ripetere questioni che sono già note da d'altronde quando persino i due ispettori dell'ONU
Continuano a ribadire che armi di distruzione di massa non c'erano in Iraq dal mille novecentonovantacinque è del tutto evidente che ci troviamo nella condizione di una guerra che è stata proclamata per ben altri obiettività quella per cui formalmente era stata avviata
Siamo contrari alla guerra le nostre truppe militari lì non hanno nessuna legittimità stare se non quella di di essere truppe occupanti
Totalmente subalterni agli interessi degli occupanti dunque sono
Gli americani e gli inglesi
Per queste ragioni noi abbiamo detto con grande nettezza che siamo contrari al
Ma la permanenza e chiediamo l'immediato ritiro questo l'avviamento di novità che oggi vi proponiamo l'ha già detto Paolo Cento noi presentiamo un ordine del giorno che fuori da ogni bizantinismo
Anche l'ispettorato cemento parlamentare e non solo noi votiamo no ma chiediamo l'immediato ritiro delle truppe militari perché attorno a questo nodo diciamo sia un poco
Sollevato un polverone e non si è capita bene la natura a questo punto chi vuole esprimersi compiutamente sul ritiro immediato delle truppe
Italiani miracolo può fare votando il nostro ordine del giorno che suppongo governo non accoglierà come del tutto evidente e quindi la discussione diventa immediatamente libica e chiara seconda questi
Noi abbiamo deciso nessun decreto di questa natura e visto sono
Diciamo il tema
Che così fortemente care a tutti gli italiani al movimento pacifista l'ordine del giorno non fa che riproporre per intero la piattaforma che è stata già annunciata unitaria di tutte le associazioni e i movimenti pacifisti per il venti marzo per la manifestazione del venti marzo noi intendiamo fare una battaglia molto ferme molto dura con carattere ostruzionistico alla Camera
Proprio per
Cercare in tutti i modi di impedire
Naturalmente nei limiti del possibile del regolari delle dei regolamenti della della Camera e tenendo conto anche dei rapporti di forza per cercare di impedire diciamo la traduzione in legge del decreto Patrizio
Ovviamente l'obiettivo un obiettivo ambizioso per se se questo obiettivo si poteva fare per Retequattro giustamente come abbiamo fatto non comprendiamo il perché non si possa fare su una materia così delicata e drammatica come quella del rapporto tra pace e guerra
Per questa ragione queste forze parlamentari decidono di sostenere
Questa battaglia con grande fermezza e con grande e cooperative
Noi continuiamo fino all'ultimo a chiedere
A tutte le opposizioni ritenere questo atteggiamento coerente e conseguente perché
A questo punto chi
Avrà l'onere di rompere lo schieramento unitario dei movimenti per la pace sono non continuiamo a chiedere che si tenta lo stesso atteggiamento che ha assunto in movimento che dice la manifestazione del venti marzo
E chiediamo di non tenere un atteggiamento di rottura alle altre forze politiche che invece rischiano di ritenere
Comunque
Ma io voglio in primo luogo
Dire con grande che chiarezza
Le gravi responsabilità che il governo di destra nella scelta che
Ci accingiamo a fare
Noi siamo di fronte a un terzo grande imbroglio
Il primo come voi già sapete
Anche se gli Stati Uniti l'amministrazione americana fa fatica ad ammetterlo
E quello delle famose armi di distruzione di massa che ormai ha oscurato non esistono
Leggevo oggi un articolo sul Guardian che diceva appunto ma perché rivolto sia agli americani anche gli inglesi Dolo dicono con chiarezza ormai e appurato non esistono
Dal mille novecentonovantaquattro
E questo è stato il primo diciamo il padre di tutti gli imbrogli
Quello sulla cui base si è fatta la guerra in Iraq
Il secondo imbroglio è stato fatto in casa nostra l'abbiamo una parte anche nel primo imbroglio come sapete Pastore del dell'uranio in Niger la Nigeria
Però su questo questa commissione d'inchiesta che continuiamo a chiedere trova una ostilità da parte della destra
Il secondo e quello relativo alla missione cosiddetto maritare perché come tutti abbiamo constatato
Qui non più sulle tesi ma constatare sul campo
Quella missione non può essere umanità
Non può perché il teatro sarà guerra lo impedisce non può perché questi nostri militari sono rinchiusi a palline e abbiamo un ospedale a Baghdad
Quindi siamo di fronte a un secondo furto della verità che questo Governo ha fatto che relativo alla natura umanitaria di questa missione
Contro cui tutta l'opposizione foto
Terzo ed ultimo
è l'argomento che il Governo utilizzato in Commissione nelle due commissioni riunite Affari esteri
E difesa
Quando dice ma questa missione è sotto copertura nazioni unite
Dico che questo è un altro imbroglio un po'più sofisticato o meno grossolano per gli altri perché la famosa quindici undici che come voi sapete fu una sorta di mediazione che allora si raggiunse di fatto non esiste più
Il quindici dicembre era la data
Nella quale bisognava avviare tutte le procedure mettere in moto tutti i meccanismi democratizzazione di partecipazione e così via quella data ormai fa parte dell'altro secco
Non esiste più aggiungo io perché quella risoluzione aveva una pesante contraddizione interna
Metteva insieme il diavolo e l'acqua santa
Perché ipotizzava una sorta di comando unificato fra le forze che si dovevano aggiungere
E le forze occupanti
E qui non si è aggiunto nessuno se non quelli come gli italiani che erano già sostenitori della guerra
Quindi se vogliamo parlare di una presenza delle Nazioni Unite lo dobbiamo parlare di una quindici dodici cioè di un'altra risoluzione che bisogna fare e che cambi radicalmente il quadro il contesto nel quale si possa inserire
Anche una presenza militare
Quindi noi siamo di fronte a una catena di imbrogli che continua e l'ultimo è quello che diciamo ci viene propinato e sul quale noi siamo chiamati a votare
Io voglio dire che
Di fronte a questa scelta
Che rinnova il governo di centrodestra
Noi auspichiamo fino all'ultimo secondo che ci possa essere una coerenza di comportamento
Da parte di tutta l'opposizione
Coerenza con la scelta che si fece allora quando si di otto contro la missione e coerenza con le scelte che si stanno facendo anche oggi
Io non posso che apprezzare io ho sostenuto come tutti quanti
Quasi tutti quasi tutti
I rappresentanti dell'opposizione in Parlamento quasi tutti come ben sapete
La pregiudiziale di incostituzionalità
Che esattamente diciamo figlio del ragionamento di più facile
Perché quella pregiudiziali incostituzionalità non è soltanto una pregiudiziale di incostituzionalità la base di una appoggio tecnico che il governo tecnico politico che il governo ci ha propinato
Ma certi introitiamo precisa l'articolo undici perché noi siamo in un teatro di guerra siamo dentro una guerra
Ed è stato importante che l'opposizione nella sua grande maggioranza
Abbia su questo ha avuto una
Posizione molto chiare
Io mi auguro
Che anche il secondo passo veda insieme l'opposizione qualche segnale in questa direzione c'è ma adesso verificheremo nei prossimi giorni e che cioè vi sia una battaglia Forte dura perché si possa dire che il cosiddetto straccione e cioè la separazione del famoso articolo due del resto del decreto
Come si ottenne la volta passata
Quindi la battaglia
Forte annunciata
Ma sono interventi di emendamenti io mi auguro che si possa realizzare comunque lo dobbiamo fare
Vi è poi il terzo passaggio
Sul quale mi dobbiamo essere altrettanto chiari e sul quale non vi è chiarezza
Ed è il problema della nostra presenza militare lì
Il famoso ritiro delle truppe
Io credo che non che per coerenza e per sostanza questo sia assolutamente nell'ordine delle cose
Se noi sosteniamo che quella è una presenza illegittima dal punto di vista del diritto internazionale
Incostituzionale dal punto di vista della Costituzione italiana
E francamente incomprensibile come queste nostre truppe possano restare in quel teatro di guerra
Qui non si tratta di giorno più ora rito ora più ora meno si tratta semplicemente dire che quella missione deve essere politicamente ritirata poi discutiamo i minuti le ore ma non è questo il punto punte che deve esser ricca finita quella fase conclusa
E trovo francamente non solo non convincente ma insomma una cosa un po'pretestuosa
L'argomento che viene utilizzato in virtù del quale se si dovessero ritirare le truppe lì ci sarebbe il cachet
Non capisco perché mi causa mi pare ne abbiamo in quantità e in qualità strafottente
Ma non è neanche così perché è evidente a tutti che se gli americani perché non stiamo parlando di italiani perché la presenza degli italiani come ho già detto prima è a Tallinn cioè non entra nelle dinamiche della sicurezza non voi dovete sapere se non lo sapete che la gran il settanta per cento se vogliamo dare una cifra della sicurezza della sicurezza in Iraq è garantito dai privati
Be'privati locali dalle bande locali da chi può permettersi la sicurezza e sempre parlare di privati
Vi è anche qui un'inchiesta straordinaria che i giornali italiani dovrebbero fare del Guardian il trenta per cento bilancio americano destinato all'Iraq anche queste destinato ai privati
Cioè queste sono le forze italiani sono una cosa assolutamente marginale quindi che gli italiani ci siano non ci siano ai figli a causa del tutto ininfluente
Ma se si vuole alludere alla posizione che il ritiro delle forze di tutte le forze porterebbe a causa stiamo parlando di fantapolitica qui proprio perché l'America non mi passa neanche per l'anticamera del cervello di ritirarsi dall'Iraq e in secondo luogo perché questo sarebbe il vero atto politico che non essendo lui a Saigon e nella guerra del Vietnam dove gli americani si immagino in fuga da Baghdad sarebbe il passo ovvero che dice noi ce ne andiamo dall'Iraq vediamo come si gestisce la transizione Colombo che garantisce sicurezza e garantisce ricostruzione
Ma non è così non mi passa neanche per l'anticamera anche perché lo scontro vero che c'è e chiudo
Fra Washington e Londra perché c'è uno scontro anche se non si vede ma appunto sempre i giornali stranieri ci informano non è sulle Nazioni Unite ma lo scontro vero e sugli appalti
E sul fatto che gli inglesi lamentano che gli americani hanno il monopolio le aziende americane hanno il monopolio della ricostruzione dell'oggi e del domani quindi altro che ritiro ferito
Quindi voglio dire non c'è un argomento politicamente credibile
Che si possa portare a sostegno del fatto che le nostre truppe debbano restare Lisi
Per questo io credo non solo ordine del giorno
Ma noi abbiamo come abbiamo già fatto in del due commissioni riunite abbiamo emendamenti sul ritiro come voi sapete oggi hanno una significato politico istituzionale molto più sostanziale perché non siamo l'ordine del giorno sono sempre una sorta di di posizione ma che non hanno nessun effetto
Gli emendamenti che io mi auguro che questi emendamenti possono avvenire alcun sostegno un sostegno ampio dentro posizioniamo per coerenza di posizione
Nel senso che noi li abbiamo degli emendamenti che dicono con chiarezza all'articolo due che debbano essere ritirate le nostre truppe
Quindi queste diciamo la la posizione che vediamo qui a rappresentare che peraltro non è nuova perché proposizione che fu alla base dell'Assemblea che abbiamo avuto al Capranichetta accadrà
No coloro
Ci tenevo a sottolineare anch'io alcune cose con la prima la nostra posizione è una posizione molto chiara
Ma è una posizione soprattutto molto seria e mi rivolgo a quelli che invece si appellano al senso della realtà del realismo della responsabilità politica
Io ritengo che questa nostra posizione una posizione seria perché ha dietro una analisi seria
Un CD in giudizio sulla guerra sulla situazione internazionale ma soprattutto un grande grandissimo senso di realismo Big responsabilità politica
E qui ci sono delle ipocrisie c'erano prima di purtroppo oggi vengono alla luce alcuni nodi politici
Si è detto sulla guerra siamo tutti d'accordo eravamo tutti d'accordo e siamo tutti d'accordo
In realtà questa chiarezza non c'è nel fondo perché è vero questa guerra la non l'abbiamo detto insieme ai compagni dei DS della Margherita che era una guerra sbagliata illegittima ma avevamo anche detto con chiarezza e con serietà che non solo non avrebbe risolto ma avrebbe peggiorato tutta la situazione in Iraq ed è esattamente quello che è successo e che quindi altri dovevano essere gli strumenti altro doveva essere la politica
Oggi chi ritorna resta esattamente questo problema cioè che non è con questa guerra ma bisogna trovare altre soluzioni per risolvere esattamente i problemi dell'Iraq si era detto ma insomma contro l'ammissione siamo tutti contro la missione in Iraq ecco in realtà non è così perché io mi dispiace francamente aver sentito l'onorevole di ito ieri ma l'onorevole Vito ieri è stato pesantemente trasparente nella critica ad alcune posizioni di parlamentari della lista unitaria
Ha detto non si capisce perché da una parte siete contro la missione
Però non volete ritirare i soldati e quindi di fatto e però vi rifiutate di contare il la proroga della missione e quindi usciti dall'aula quindi io credo che ci voglia una estrema chiarezza
Siamo contro la missione vogliamo il ritiro immediato vera Ranieri e lo siamo ancora di più oggi esattamente per quel senso di realismo e di responsabilità politica a cui non notevole persino si appella c'è soltanto il ritiro dei soldati ritiro immediato può aprire una condizione politica per il ripristino di una ruolo dello non è può esserci possibilità il ruolo internazionale delle Nazioni Unite se ci sono le forze di occupazione le tube dell'ONU dovranno essere i tubi di paesi non belligeranti non di occupazione ma appunto di un largo schieramento coinvolgendo un'antica i Paesi della lega Harada soltanto in questo modo si potranno costruire le premesse politiche vere un processo democratico in Iraq l'ultima questione che volevo porre che però è molto in cioè la nostra è una posizione nonché in lite Martin Luminita e anche lo schieramento che c'è attorno a questo tavolo lo dimostra è la prima volta che si sta costruendo con con coerenza pesano anche con grande passione uno schieramento comportamenti iniziative comunitarie credo che questo sia un elemento giuridico di novità che dobbiamo valorizzare e penso che anche la manifestazione insomma
Del venti sarà uno di questi momenti c'è bisogno oggi che a sinistra si costruisca con grande coraggio anche tra noi in uno spazio ad un ruolo politico pubblico in cui appunto le differenze tra noi diventino ricchezza ma si trovano sempre di più momenti comuni di unità perché ripeto questa nostra posizione è appare liberi sempre di più apparire come una posizione unificante e non di divisione
Sì e locali dove
Dal
Alcova guardano israeliano
Fare
Credo sia utile riassumere rapidamente il punto di vista di un deputato DS che voterà contro il decreto se non ci sarà lo scorporo delle missione militare di pace non antica Babilonia e voterà a favore del ritiro immediato delle truffe
Il ragionamento che faccio in breve questo
No alla guerra no l'invio delle truppe è una posizione che dovrebbe essere comune e dichiarata comune
è stata presentata una pregiudiziale di costituzionalità su questo provvedimento di legge
Ho ovviamente la Costituzione a un articolo l'undici che dice l'Italia ripudia la guerra ed è questo l'articolo di riferimento perché è del tutto chiaro che se lì c'è guerra Scopece
L'Italia non ci può essere l'Italia si può essere solo a condizione che ci sia una missione di natura umanitaria
Ma non basta dire che umanitaria perché bisogna che si siano le Nazioni Unite non ci sia una situazione di occupazione come quella di oggi
Poi resta sempre il fatto che anche in questo decreto si conferma quello che è inevitabile cioè che le spese sono novantacinque militari cinque per cento umanitarie
Difficile prendere il cinque per cento e dire che la caratterizzazione del decreto a queste caratteristiche l'ONU alle viste non c'è ha ragione Crucianelli non c'è nessuna intenzione di fare entrare loro come soggetto che gestisce la transizione così come dice Maura potrebbero essere un'altra destinazione è un altro ruolo truppe che riguardano anche noi
Di conseguenza a me pare coerente che si faccia una battaglia politica in cui traendo il giudizio negativo sulla guerra preventiva giudizio negativo sull'invio delle truppe giudizio negativo su questo provvedimento fino alla pregiudiziale di costituzionalità
Non si può che avere una posizione molto netta argomento ma le altre missioni noi siamo stati d'accordo a parte il fatto che c'è dentro anche in duri Freedom
Afghanistan però su questo può essere considerato una questione sommato minore anche se in realtà non lo è
Ma non si può accettare il ricatto di un Governo che l'altra volta accettato di dividere gli argomenti in modo da consentire un voto e finire col votare alla fine o comunque consentire che vada avanti questo provvedimento quanto meno solo perché ci sono le altre missioni di pace
Se non ci fosse la divisione dei problemi si vota contro l'insieme del decreto e si fa una dichiarazione un ordine del giorno quello che si vuole che dice in modo esplicito che ovviamente non è un voto contro le missioni di pace che invece vengono accetta però in realtà si può ancora avere quello che con un termine insomma non Oxford ma insomma comprensibile viene chiamato spacchettamento
Con una minaccia forte di ostruzionismo non solo di un gruppo di parlamentari anche se di alcune decine ma di tutta l'opposizione io credo che potremmo tenere impegnato il Parlamento come è accaduto è stato ricordato da Giordano per Retequattro
Sul decreto che ha prorogato Retequattro se è stato una buona battaglia parlamentare di opposizione io già in quell'occasione aderendo ovviamente a quell'iniziativa ho avuto occasione di dire mi aspetto che facciamo altrettanto sull'Iraq
Vale a dire che facciamo un'azione politica forte non dimentichiamo che è stato rinviato tra l'altro il decreto Parmalat
Decreto che deve tornare che ha una scadenza di pochi giorni successiva queste quindi sono più di un decreto legge e di fronte ad una minaccia ostruzionistica in Parlamento ben fatta seria corale
Il governo dovrebbe scendere a più miti consigli cioè dovrebbe considerare seriamente la divisione degli argomenti e a quel punto ci sarebbe la possibilità di risolvere i problemi di tutti
Quelli che temono che votando contro si sia un malinteso perso le altre missione e quelli che come me pensano invece che non ci si può fare ricattare dal governo e se il governo non scende a più miti consigli bisogna comunque votare contro il decreto e poi c'è il problema del ritiro dei militari che l'altro argomento si dice ma se sia ritiro dal dei militari cerca ossa parte il fatto che la presenza dei militari è il caos io ho letto come voi le dichiarazioni che ha fatto Carrie il candidato alla presidenza americana democratico felice apertamente che l'intervento militare ha creato il terrorismo questo è la continuazione dell'occupazione militare in questa situazione continuerà al terrorismo ritirare e di conseguenza l'unica scelta che oggi possiamo fare
E credo che questo sia anche l'argomento più forte nei confronti degli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna
Per rivedere le loro posizioni riguardo al ruolo dell'ONU
Transatlantico comanda