16 LUG 2006
intervista

Srebrenica, undici anni dopo

SERVIZIO | di Roberto Spagnoli - RADIO - 22:35 Durata: 1 ora 25 min
A cura di Guido Mesiti
Player
Nel luglio del 1995, nella cittadina di Srebrenica, le milizie serbo-bosniache agli ordini del generale Ratko Mladic si resero responsabili del peggiore massacro compiuto in Europa dalla fine della seconda guerra mondiale: 8000 bosgnacchi maschi, dai 13 anni in su, furono rastrellati, separati dalle loro famiglie, trucidati e sepolti in fosse comuni.

Un genocidio, come lo ha definito il Tribunale internazionale dell'Aja.

Pochi mesi dopo, gli accordi di pace di Dayton misero fine alla guerra di Bosnia iniziata nel 1992.

Oggi il paese, indipendente ma di fatto una sorta di protettorato sottoposto
all'autorità internazionale, vive una pace complicata e tra difficoltà e tensioni si prepara alle elezioni politiche del prossimo ottobre.

Come si vive a Srebrenica oggi, "dopo Srebrenica"? Quali sono le memorie, personali e collettive? Quale è il ruolo della comunità internazionale e che speranze ci sono di una riconciliazione dopo le divisioni etniche e le tragedie del conflitto? Il servizio si apre con il ricordo del massacro, le prime incerte testimionianze di quei giorni di luglio e la prima denuncia di Emma Bonino, allora commissaria europea agli aiuti umanitari, della scomparsa di migliaia e migliaia di profughi.

Seguono le interviste con Andrea Rossini, dell'Osservatorio sui Balcani, autore di un documentario su Srebrenica, e con Giovanni Terrasi, ricercatore universitario che da due anni vive stabilmente a Srebrenica.

Marina Sikora documenta poi le dichiarazioni del presidente serbo Boris Tadic e della vice-premier Ivana Dulic-Markovic e la polemica tra il premier Vojslav Kostunica e la procuratrice capo del tribiunale internazionale Carla Del Ponte.

Il servizio propone poi alcune considerazioni sul ruolo dell'Europa nei Balcani, alla luce anche dell'intervento di Marco Pannella sul quotidiano "Il Foglio" a proposito dell'attuale grave crisi mediorientale, e le riflessioni dell'ex generale francese Philippe Morillon che comandò i "caschi blu" dell'Onu in Bosnia tra il 1992 e il 1993 (tratte da un servizio sul decennale della strage andato in onda l'anno scorso).

In chiusura le parole di Alex Langer pronunciate il 26 giugno 1995 a Cannes, pochi giorni prima di togliersi la vita, ad una manifestazione promossa dai Radicali in occasione del consiglio europeo.

Langer, insieme ai Radicali, era infatti tra i promotori di un appello intitolato "L'Europa muore o rinasce a Sarajevo".

leggi tutto

riduci