Per il Partito Democratico

Buona sera a tutti
Ben arrivato in
Io pregherei
Di cominciare invito la Presidenza Piero Fassino Francesco Rutelli Anna Finocchiaro e Dario Franceschini
Andai Dario
Benissimo
Prima deliziare i lavori mi fa piacere dare la parola problemi il saluto alla sindaco di Orvieto
Che prego
Se arrivato qui salì è
Sì un brevissimo saluto non nascondo l'emozione ovviamente verrà questo intervento un grazie un grazie agli organizzatori per aver scelto la nostra città un grazie da parte tutta l'amministrazione comunale
Orvieto è spesso crocevia di importanti eventi soltanto nell'ultimo mese abbiamo avuto le giornate di studio delle ACLI Emergency Libertà eguale
Un convegno sulla costituzione di un gruppo interparlamentare sulla sicurezza stradale oggi questo convegno per noi estremamente importante
Nella ultima campagna elettorale ho avuto l'onore di mettermi seduto vicino al al professor Prodi e in quell'occasione
Gioco un fidato un desiderio politico quello di rincontrarlo ad Orvieto nella sua veste di Presidente del Consiglio
Quel desiderio si è assolutamente avverato per me è una grandissima felicità averlo oggi qui ospite ad Orvieto insieme a tutti voi Davos
Tutti insieme da chi amministra amministra piccoli Comuni fino al Parlamento fino al Governo
Impegniamoci tutti a partire da noi dell'Ulivo per consegnare ai nostri concittadini ai nostri connazionali un'Italia migliore grazie buon lavoro
Grazie
Signor Sindaco adesso iniziamo
I nostri lavori
Due parole prima che Pietro Scoppola inizi più parole sullo svolgimento del seminario ma abbiamo oggi pomeriggio tra relazioni che faremo di sette giorni la prima Di Pietro Scoppola la seconda di Roberto Gualtieri la terza di Salvatore Vassallo che facciamo nell'ordine
A seguito e gruppi di lavoro a cui già vi siete iscritti nel palazzo di fronte
E immediatamente seguiranno il le tre relazioni fra linkati in precedenza
Alla fine
Con il gruppi di lavoro è finita la giornata di oggi domani mattina si riprende invece l'assemblea plenaria alle nove e trenta puntuali con l'interruzione del pranzo si proseguirà fino al massimo alle diciotto
Questo è il calendario molto semplice molto chiaro lascio la parola adesso al professor Pietro Scoppola
Io sono grato ANCI tutti anzitutto voglio esprimere questo vivo ringraziamento a Romano Prodi e tutti gli esponenti dell'Ulivo per vedermi affidato il compito di aprire questo seminario sento tutto l'onore che mi è stato fatto con questo invito e sento anche la responsabilità nella sua lettera di invito Prodi indica chiaramente le ragioni di un partito democratico caduti i motivi che in una lunga stagione storica hanno divisone forze democratiche
E riformatrici occorre in un sistema bipolare trasparente moderno sono parole sue
Dar vita a un soggetto capaci di accogliere la domanda di unità e di cambiamento che sale dal Paese
L'obiettivo è quello di condurre in porto cito quel processo politico che dopo anni di sforzi ed esperimenti ha portato anche attraverso le primarie del sedici ottobre due mila cinque
Alla decisione di proporre la lista unitaria dell'Ulivo alla camera
Il cenno alle primarie indica la volontà di un'apertura a realtà popolari ad associazioni e a personalità che hanno lavorato per l'Ulivo e poi per il partito democratico
La volontà di non dimenticare i quattro milioni e tanti di cittadini che il sedici ottobre
Per l'anno scorso si son messi in fila
Per partecipare alle primarie non dimentichiamo ma è esplicito nella lettera di Prodi il richiamo ai partiti
Che hanno dato voce e rappresentanza alle tradizioni riformatrici e sono parte fondamentale costitutiva della Repubblica dello Stato democratico perciò dice Prodi dobbiamo cito ancora immaginare un percorso in cui le scelte e le decisioni dei partiti
Nell'organi di scissione vari fino ai congressi si incontrino e convergono con una platea di soggetti più ampia e meno o diversamente strutturate
I partiti sono perciò i principali protagonisti
Del processo verso il partito democratico che Romano Prodi propone è inevitabile che sia così com'è inevitabile se è consentito un paradosso un paradossale richiamo storico che sovrani assoluti i detentori del potere quando erano costretti dagli eventi concedesse con le costituzioni
La sua l'alternativa storicamente è stata solo la rivoluzione i cui esiti peraltro come la storia insegna sono stati sempre ricondotti dentro l'equilibro fra il vecchio e il nuovo voglio dire insomma che nella proposta di Prodi non c'è un azzeramento dell'esistente non c'è e forse non ci poteva essere uno scioglimento preventivo dei partiti i partiti sono e rimangono protagonisti della transizione
Ho richiamato questo dato della decisiva importanza rilevanza dei partiti solo perché da qui nascono le difficoltà detenzioni con cui dobbiamo misurarci lealmente
Dice Prodi nella sua lettera in tutte le obiezioni che vengono mosse al progetto c'è qualcosa di vero
Ma noi prosegue dobbiamo tener conto di tutti i dubbi e non farci bloccare
Effettivamente le polemiche intorno alla proposta di un partito democratico sono tante e così pieni di equivocità esige il massimo di chiarezza e di onestà intellettuale
Tener conto di quei dubbi significa anzitutto capirne le ragioni la prima domanda da porsi e quella più radicale
Il partito non è ormai una forma vuota ed anzi rifiutata
Per la partecipazione alla vita politica non rischia dicevo vive solo per consentire alle oligarchie di sopravvivere come è avvenuto in altri campi in economia nella finanza quando attraverso fusioni incorporazioni operazioni straordinarie sul capitale capi deboli o azionisti di minoranza hanno poi chiesto di conservare il loro potere le azioni di molti leader del partito democratico sono il segno di problemi reali di verità da non nascondere
E allora
Che appena riconosciuto realisticamente lo volo prevalente e per restare nel paradosso storico scusate la battuta il carattere Occhetto guai
Del partito democratico bisogna porre nel giusto al giusto livello le condizioni perché l'operazione sia possibile al tempo stesso credibile ed efficace
La centralità del ruolo dei partiti non poteva non comunque non provocare le reazioni identitarie a sinistra come accento
A sinistra si teme di perdere un'identità che ha radici profonde nel nostro storie che ha indubbiamente contribuito a fare del nostro Paese una democrazia veramente popolare
Ha sostenuto vive indicazioni fondamentali di libertà e di giustizia ma la sinistra nel partito democratico può guardare al futuro e incidere sulla realtà a mio avviso molto più efficacemente che in solitudine
I cattolici democratici non accettano il pool Conte si invita a ritrovarsi in Europa nella casa socialista come se fossero dei nostalgici o degli sconfitti
Hanno le loro buone ragioni consentitemi su questo punto di rinviare a quanto scritto nella prefazione a quattro mani con l'amico Beppe Tognon alla seconda edizione di quella mia intervista sulla democrazia dei cristiani che tra qualcuno di voi forse alle
Quello che è avvenuto in Francia non può venire in Italia per tre ragioni che si riassume in tre parole per la forza maggiore
Nel nostro Paese della tradizione politica
Dei cattolici democratici per la debolezza che la tradizione socialdemocratica e per il peso ittita comunista nella nostra storia
E quando dico penso dico importanza forza di condizionamento della nostra realtà Società della vita politica in positivo o in negativo
E per un'ulteriore ragione alla quale tutti i democratici dovrebbero essere sensibili pecche spingerebbe quella soluzione quell'esito irrimediabilmente verso una destra senza storia la Chiesa italiana
Vanificando lo sforzo di due generazioni di democratici cristiani da De Gasperi a Moro che hanno lavorato con passione con sofferenza ma confronto
Per temere la chiesa agganciata alla democrazia per l'istituzione della democrazia nel mondo cristiano per dirla con toccabili
è stato più difficile che altrove per la Chiesa italiana adattarsi ad uno schema bipolare evitiamo di favori di favorire il riflusso verso destra di questa chiesa
Ma la casa socialista in Europa non è una realtà metafisica direi anzi che è una casa in ristrutturazione è già in atto sulla questione mediorientale una politica europea comune
Quindi direi togliamo rigidità a questa impostazione a questi esclusioni il problema della collocazione europea dovrebbe essere probabilmente semplicemente rinviato ad dopo lana del partito quanto i suoi aderenti potranno far sentire la loro voce
Io non penso che i problemi cosiddetti eticamente sensibili rappresentano un ostacolo insormontabile
Purché siano assunti come problemi da risolvere e non come pretesto per dividersi
E purché si sappia collocabili in una dimensione pienamente consapevole della complessità dell'appalto oggi esistente fra la scienza è una tecnologia che ha ambizioni di onnipotenza
Dunque i partiti del centrosinistra facciano i passi possibili sulla via dell'unità unità di lista unità di gruppi
Momenti assembleari aperti alla partecipazione di dagli scritti e partiti assemblee costituenti a livello territoriale poi nazionale
Naturalmente l'esito dipendeva da dipendeva dalla regia e c'è da augurarsi che la regia sia illuminata ed aperta a questi sviluppi
E perciò si è affidata ad un organismo sufficientemente libero indipendente dalle logiche di partito c'è da augurarsi che la costituente del Partito democratico sia formata sulla base di una larga
Partecipazione ma io non insisto su questi aspetti perché c'è una relazione ad hoc dovrà affrontare
Una questione pregiudiziale quella della riforma elettorale
Abbiamo una legge elettorale che fallì nel processo verso il bipolarismo che esaspera il potere dei gruppi dirigenti dei partiti che taglia ogni legame fra direttori gli eletti che ha portato a dar vita ad un Parlamento che è stato definito nominato dai partiti anziché eletto dagli elettori
E che è funzionale ad una partitocrazia ormai senza pentiti
Bisogna dirlo chiaramente senza riforma elettorale il partito democratico non può mettere radici
Ma la determinazione dei partiti su questo tema dopo l'appello di Prodi che è una riforma appare a mio avviso troppo incerto
Occorre subito un'iniziativa in Parlamento c'è in corso una raccolta di firme partirà una raccolta di firme per una petizione perché in questa direzione i partiti dell'Unione si muovano in Parlamento prendere iniziative
C'è da augurarsi che questo avvenga presto
Perché sarebbe un grande segnale altro elemento qualificante del nuovo partito dovrebbe essere a mio avviso l'applicazione del famoso articolo quarantanove della Costituzione anche alla vita interna dei partiti
Si tratta di recuperare il famoso emendamento moldava
Ai molti che in questi anni hanno con generosità aiutato Prodi e l'Ulivo
Alle numerose associazioni che si battono per il nuovo partito a tutti quanti hanno creduto e sperato nell'Ulivo e ora del partito democratico io direi insomma modestamente per quello che posso prendiamo atto dei tassi oggi possibili
Ma teniamo viva un'idea una speranza più impegnativa e giochiamo l'anno contro il processo oggi in atto oggi possibile ma oltre al di là di questo processo
Quando scelte più impegnative saranno possibili è forse necessario teniamo viva l'idea di un vero tanti torno ma quale partito nuovo quale edizione il suo retroterra sociale e culturali
A quali riserve si può attingere come fare per mettere in circolo
Ebbene storicamente i partiti nascono per rappresentare interessi valori emergenti così Partito liberale borghesia
Partito socialista al movimento operaio così Partito popolare il movimento cattolico e poi comunisti la Democrazia Cristiana e più tardi
Movimenti ambientalisti verdi
Cosa di nuovo dovrebbe rappresentare il partito democratico
Certo c'è un problema di difesa di conservazione con i necessari aggiornamenti delle conquiste del periodo precedente
Di un welfare che oggi esposto alla sfida della globalizzazione ma questa è una funzione di sostanziale legittima conservazione delle conquiste conseguite una funzione che da sola non puoi innervare culturalmente un partito nuovo
Dobbiamo chiederci quali sono le domande inevase che giustificano la nascita di un partito nuovo
Sono a mio avviso le domande i problemi che nel secolo scorso ha lasciati irrisolti legati tutti a un intreccio di beni e interessi materiali e immateriali dobbiamo scavare nell'eredità del vecchio secolo per guardare al futuro
Cova indicare alcuni noti
Non posso fare a meno di riprendere alcune idee già enunciata Chianciano nel convegno dei popolari del ventisette scorci e mi scuso con pigiami ascoltato
Il secolo scorso è stato dominato dalla domanda assillante su come rispondere alla sfida di una modernità che metteva in crisi tutte le vecchie identità tradizionale gran parte del Novecento è stato attraversato dalla Nostalgia per la coesione sociale
I totalitarismi di destra hanno tentato di rispondere a questo rifiutando la pluralità attraverso la sacralizzazione della nazione dello Stato terrazza son cose no anche il comunismo si è posto lo stesso problema la sua risposta è stata abissalmente diversa come prospettiva del futuro da costruire un futuro di libertà e di uguaglianza
Ma è stato tuttavia travolta dagli strumenti di governo e di repressione adottati dei Paesi del socialismo reale
Questo scarto radicale fra obiettivi ideali e realizzazione storica ammesso radicalmente in crisi tutta l'ideologia ispiratrice del comunismo in definitiva la democrazia finto in Italia un ruolo importante per la vittoria lo hanno certamente avuto la tradizione liberaldemocratica e liberal socialista
I cattolici democratici ai comunisti italiani con la loro diversità e specificità pur se la base di un aspro conflitto hanno saputo dai alla democrazia un vasto consenso di popolo
Ma la domanda da cui da cui quei movimenti totalitari erano nati in quell'esigenza coesione sociale invisibili definitiva di nuova identità collettiva non è stata compiutamente ancor dei denti Bakura democrazia dato luogo sull'assist sulla scia del modello americano sono risultate legate prevalentemente alle dinamiche della produzione e dei consumi
In Italia la rinascita democratica è stata assegnata per giunta dalla fragilità meno comuni identità democratica dal comune senso di cittadinanza in favore delle identità di partito
In fondo si potrebbe dire che anche la contestazione del sessantotto è stata animata in forme contraddittorie e talvolta impazzite da quel problema d'identità
Si pensa ad alcuni temi del movimento l'infelicità prodotta dall'individualismo il rifiuto del materialismo desiderio di ritrovare un contatto con la natura ma anche per il sessantotto come dei totalitarismi tutto era politica
La politica impediva la vita quotidiana
Pochi avvenimenti di contestazione degli anni sessanta e settanta e più di recente il movimento cosiddetto no-global hanno mostrato che se la democrazia è riuscita ad integrare le masse popolari nello Stato se ha prodotto maggiore benessere
Se ha distribuito in modo più equo
La ricchezza non ha risposto fino in fondo alle domande e alle paure provocate dalla modernità
La politica non ha dato e non poteva dare queste risposte la politica i suoi limiti
E quando la politica si chiede più di quello che può dare e se viene travolta da spinte opposte distruttive dà risposte antidemocratico dà risposte antipolitiche che diventano a loro volta antidemocratico
Risposta antidemocratica come nel caso dei movimenti rivoluzionari o dei fondamentalismi risposta anche politica come abbiamo potuto vedere proprio nel nostro Paese anche se i segnali in questa direzione si moltiplica in altre aree geografiche
Ma le risposte antipolitiche che teorizzano un mondo privo di conflitti e dunque privo di politica
Si trovano di fronte all'insanabile contraddizione rappresentato dal fatto che si appellano alla politica come con la famosa discesa in campo
Per il mille novecentonovantaquattro per punture la fine della politica stessa ma nello stesso tempo si produce un'estremizzazione dello scontro frontale
La demonizzazione dell'avversario l'esasperazione dei toni per chiamare alla mobilitazione contro i nemici delle libertà individuali in altre parole
Ci si propone di cancellare la dimensione politica colluso estremo delle armi fornite alla politica stessa
Questo tema delle identità cui ho fatto cenno si salda dunque con quello che definirei in quella che definirei la questione democratica
In sostanza del secolo ventesima segnato il fallimento delle ideologie di liberazione dell'uomo legate al mito dell'uomo nuovo
Costruito dal potere politico o dallo Stato ma segnato anche il fallimento del mito di una democrazia spontaneamente capace di assicurare le risposte giuste alle sfide della modernità di diffondersi di conquistare terre e popoli
Gli autori prodursi già nel suo libro del mille novecentottantaquattro il futuro della democrazia Bobbio osservava chiudo delle promesse della democrazia quella di alimentare autonomamente spontaneamente lo spirito democratico
Ma che questa promessa non era stata mantenuta insomma la democrazia spontaneamente non si alimenta
Democrazia donne autosufficiente
Quell'intuizione di Bobo è stata ripresa approfondita in un'ampia letteratura e non posso stare qui a richiamare autori e titoli
Possiamo dire che la democrazia è in crisi sotto l'effetto della Società dei due terzi e spesso schiava degli interessi costituiti dagli interessi forti più che interprete delle speranze dei deboli è in crisi la democrazia americana più antica del team
Si riprenderà perché ha radici profonde ma il suo disagio evidente sintomatico
Democrazia stenta a rappresentare a false a fare sintesi di fronte ad una realtà sempre più complessa e contraddittoria nel suo recentissimo libro forme di Stato e forme di governo Giuliano Amato stabilisce un parallelo
Fra la sfida la democrazia rappresentata all'inizio del secolo dai totalitarismi
E le nuove sfide del nostro tempo che nascono da ma come da una esasperata complessità sociale
La crisi della democrazia è anche il problema di classi dirigenti
Il passaggio di secolo ha reso visibile la mancanza di grandi figure politiche
La figura di Papa Wojtyla è stata di gran lunga quella dominante nel passaggio di secolo e diminuisce millennio nessun politico nel mondo ha dominato la scena nel passaggio di millennio
Il vecchio secolo ci ha consegnato dunque un problema irrisolto di selezione delle classi dirigenti e di leadership ci sono ottimi professionisti sulla scena ci sono ancora politici che credono in quello che fanno gli abbiamo qui
Ma non possiamo negare che nel momento in cui la complessità dei problemi richiederebbe il massimo di apertura nuove competenze e nuove generazioni abbiamo almeno in Italia Massimo di autoreferenzialità del sistema politico
La forma partito che abbiamo ereditato dal secolo scorso non è più idoneo a selezionare una classe politica all'altezza delle nuove sfide ed è per questo che dobbiamo tener ben presente la domanda di partenza qual è il retroterra sociale e culturale del partito democratico a quali riserva può attingere
Come fare per mettere in circolo mettere in circolo nuove energie nuove se
La questione democratica comprendevano italiani quella della riforma costituzionale la nostra Costituzione che io definii contesa quando all'Accademia dei Lincei fu celebrato il cinquantesimo dell'anniversario la Costituzione
è stata poi accredita
Per riprendere un titolo di leopoldo Elia dalla riforma imposta dalla destra nella passata legislatura ma ha ritrovato il suo radicamento nel recente referendum popolare
Il referendum ha confermato e rafforzato quello che in altra sede mi è sembrato di poter definire
Il triplice radicamento della Costituzione nella storia d'Italia in una resistenza intesa sempre più come vicenda di popolo e non come una guerra civile di minoranza
Una eticamente o nella grande tradizione del costituzionalismo europeo una radicamento nella coscienza religiosa del Paese per avere nel primo comma dell'articolo sette dato una definitiva risposta alla questione storica del rapporto fra lo Stato e la Chiesa
Il rinnovato radicamento non esclude anzi esige una riforma sulla quale giustamente il Presidente Napolitano ha richiamato ripetutamente l'attenzione una riforma calibrata sulle nuove esigenze ma fedeli alla tradizione parlamentare e quindi non plebiscitaria non presidenzialista
Non tale per tre due la spinta alle Autonomie in un rischio per la vita nazionale
La giusta esigenza di cercare un ampio consenso intorno alla riforma non può tradursi in cedimento di fronte a principi e valori che il voto popolare del giugno due mila sei ha solennemente consacrato
Connessa al tema della riforma la questione della cittadinanza
Oggi non c'è un soggetto sociale classi oggetti ben determinati da integrare
Alta e frammentata
Da una parte è necessario evitare evitare i soggetti deboli e nuove povertà siano esclusi o messi ai margini del sistema dall'arte mi stavo pudore una nuova integrazione per gli immigrati che non hanno accesso al benessere prodotto al nostro modello di sviluppo
Immigrati consentitemi di dirlo che sono obbligati a fare la fila la notte
Iniziando le file alle due di notte agli sportelli delle questure vere la possibilità di entrare fra i primi venti che hanno diritto a presentare la richiesta
Di rinnovo del permesso di soggiorno e mi domando se si può parlare di estensione della cittadinanza quando il rapporto con questo grande fenomeno dell'immigrazione nel nostro Paese è di fatto a livello
Burocratico
Su questo piano in queste condizioni
E necessario condurre un'integrazione che ti ha senso all'appartenenza comune senso dei diritti e dei doveri delle regole per la partecipazione attiva attiva e del confronto
Che sono
L'eredità più positive lasciateci dal mondo cattolico e del movimento dei lavoratori
Centrale e dunque la questione della cittadinanza cioè della piena appartenenza a una comunità politica in cui non ci siano ghetti o isole discussione o di autofocus
Ma la questione democratica con le sue varie implicazioni è solo un aspetto dell'eredità del ventesimo secolo
Quella crisi di identità prodotto dalla modernità che ha dominato il secolo scorso assume oggi forme ancor più incisive allarmante
Il secco ventesimo ci ha consegnato un modello di società un modello di sviluppo mi riferisco al nostro modello di sviluppo Occidente in cui il futuro e rigidamente per ordine in cui non c'è futuro libero
Sappiamo con certezza scientifica che il nostro modello di sviluppo se non subirà modifiche radicali renderà in un tempo che con qualche approssimazione è stato già calcolato
Il pianeta non più vivibile
Il problema enorme che tuttavia un partito che guardi al futuro non può non aver presente come orizzonte culturale
E quello della libertà delle nuove generazioni oggi chiuse e per questo senza speranza e fiducia nel futuro in un feudo determinismo
Nel secolo scorso che sia qui nel clima ingenuo di una sconfinata fiducia nella possibilità della scienza di operare per la liberazione dell'uomo
Il clima della grande
La grande mostra Parigi per l'inizio del secolo
Di un progresso
Si chiude il con la coscienza di un progresso tecnologico che sfugge alla possibilità di ogni controllo
Abbiamo bisogno di cercare inventare nuovi modelli di sviluppo
Ci vengono da lontane civiltà asiatiche voci che propongono di sostituire al prodotto interno lordo come indice di progresso l'indice della complessiva felicità nazionale
Sociologi ed economisti sono attenti a queste voci sono temi che stanno studiando su cui c'è una letteratura occorre cercare inventare
E non immaginare che passato non possa dar luogo a qualcosa di nuovo marci contorni ci domini in un feudo determinismo
è cresciuta la dimensione reale la coscienza dell'insostenibile portata no del sud del pianeta guardò dove così come sta oggi famoso rapporto venti ottanta
Non può durare il fenomeno delimitazioni sarà sempre più massiccio ed esige interventi che vadano alle radici
Il fattore religioso è ritornato sulla scena mondiale in primo piano ma assunto anche specie nell'Islam forme fondamentaliste che rappresenta una sfida imprevedibile inquietante alla democrazia i valori liberali
Proprio a questi valori il fondamentalismo islamico attribuisce la responsabilità della crisi del sesso tutto etico religioso da società occidentale perciò la quale cogente perciò la sua polemica il suo attacco guai ai colti Circuiti alle semplificazioni culturali ma il fatto che il secolo si sia aperto con la tragedia dell'undici settembre non è certo casuale
La risposta non può essere la rinuncia alla libertà religiosa la laicità dello Stato alla città come la contestate costituzionale l'ha definita non esclude anzi valorizza l'apporto delle esperienze religiose alla formazione del tessuto etico della società
Non vogliamo
Che del fattore religioso del cristianesimo si impadroniscono i teocon Colle stretto di favorire uno scontro di civiltà in cui di fatto i valori di libertà qui esibisce appello quando parlano di Occidente sarebbe ora di Cal mente compromessi
Il terrorismo ha avuto una sua prima vittoria nel poi in crisi con il patriota
I principi stessi rabbia scomposta fondamento di liberalismo Dahrendorf segnalava pochi giorni fa come uno scandalo la nuova teoria enunciata dal primo ministro inglese Blair secondo cui la sicurezza sarebbe la prima delle libertà una sicurezza della quale lo Stato definisce le condizioni anche limitando la libertà dei cittadini
La libertà dal determinismo
Rivelazione della paura e la riscoperta della speranza come spazio vitale e necessario alle nuove generazioni non sono scelte obiettivi facili alla portata di un partito politico sono tuttavia elemento essenziale di una cultura che un partito democratico deve coltivare una cultura la quale deve essere attento
Tutto si inquadri in una missione motoristica internazionalistica che non deve essere un punto del programma del nuovo partito ma una sua connotazione essenziale
Incertezza che assilla le nuove generazioni altri aspetti già tutti noti che sono parte essenziale di una nuova domanda di politica al voto la possibilità la stabilità del lavoro alle garanzie per la vecchiaia per la pensione
Insomma quello che il Welfare aveva conquistato e la globalizzazione obiezione ha messo in discussione
Dobbiamo in qualche modo deve avvenire oggi una risposta diversa qui il rischio è quello di una difesa quantitativa che si risolva in un progressivo arretramento senza un salto di qualità
Quello che l'individuo dalla società pre-industriale trovava nella grande famiglia patriarcale di un tempo e che l'individuo isolato e la famiglia nucleare della società industriale ha cercato e trovato almeno in parte
Nello stato sociale deve essere operato sul terreno di un tessuto sociale nuovo che alla solitudine dell'uomo moderno risponda con un tessuto libero di amicizia
L'amicizia contro la solitudine la tesi ben nota di high performance quale appunto
Proponeva la sostituzione delle delle apporti liberi volontari ai rapporti primari della vecchia società ormai entrati in crisi se non si vuole se non ci voleva la l'esito del tentazione totalitaria
La riforma del welfare in altre parole non è questione di quantità o di tali immagini convenzioni qualitativa nel senso di un coinvolgimento di tutto il tessuto sociale su valori di convivenza e solidarietà diciamo la parola amicizia
Non si tratta solo di vecchiaia di malattia si tratta anche di socializzazione e di giovani giovanissimi si pensi ai bambini e ragazzi da cui socializzazione affidata oggi alla vita di banda nelle strade
Avevo mosse sale da gioco alla pratica non dello sport ma del del fanatismo sportivo alla televisione perché non pensare ad una funzione più ampia della scuola ad una valorizzazione con opportuni incentivi di tutte le
Iniziative esistenti nel quadro di un'abitazione larga non gelosa del principio di sussidiarietà cristo identità in questione democratica determinismo e libertà paura e speranza di futuro solitudine amicizia sono queste alcune delle dicotomie sulle quali un partito nuovo dovrebbe costruire la sua identità e il suo progetto
Mi sono solo esempi
Il discorso avrebbe bisogno avrà bisogno di ben altri sviluppi di ben altre competenze ma qui si accenni sono sufficienti per comprendere che un partito che si muove in un simile orizzonte culturale esige una struttura del tutto nuova tutta da inventare una nuova forma partito non si tratta di mettere insieme pezzi di classi dirigenti
Portatori di tradizioni culturali di partito spesso talvolta ossificato ma pezzi di popolo milioni di cittadini personalmente coinvolti ciascuno con la sua storia la sua cultura la sua sensibilità
L'appoggio delle diverse culture tradizioni democratiche essenziale purché non ci scambi questa seconda integrazione solo con un incontro L'intesa dei gruppi dirigenti dei conti e sfide per la democrazia oggi riguardano la possibilità di restituire fiducia nella capacità costruttiva della politica nell'utopia democratica istituirà quest'ultima nordico dunque concludendo
I gruppi dirigenti dei partiti e i partiti si incontra diano vita per quanto possibile a un nuovo soggetto unitario ma avvertono il rischio della tremenda responsabilità delle parole
Il rischio che le speranze cresciuto in questi anni che hanno dato vita fra l'altro ad un significativo potrà corrispose femminile ad una mobilitazione di popolo che ha coinvolto milioni di donne e di uomini giovani diventino nuove delusioni
I partiti facciano i passi oggi possibili ma lascino aperti una grande finestra verso il futuro
E teniamo noi tutti cittadini democratici viva dentro e fuori i partiti
Una prospettiva più ampia un disegno più ambizioso una tensione ideale che superi le singole appartenenze che non guardi più alle componenti come realtà separate
E non comunicanti a piuttosto esalti Paloiu comuni valori comuni da cercare
Prima di tutto nella nostra Costituzione quando si discusse alla Costituente quale dovesse essere presupposto ideologico discussione molto alto nella prima Commissione settembre quarantasei
Un punto di incontro fu trovato nell'idea della dignità della persona umana è un'idea di matrice cristiana che laicamente declinata ispirò lentamente il testo costituzionale mi chiedo se quell'intuizione che ha affondato nella nostra costituzione non sono tutte le tradizionali libertà venivano dalla grande tradizione ottocentesca ma il principio di uguaglianza e il rifiuto della guerra sono anche quelli le novità più radicali della costituzione fondata su quel principio
Non possa quel principio diventare principe animatore della vita associata non possa sollecitare la ricerca di nuovi modelli di sviluppo come dicevo animare uno spirito di solidarietà in tutto il tessuto sociale
Non possiamo pensare più impartito come fonte come creatore di cultura ma un partito democratico può e deve essere attenta e sensibile al libero fluire della cultura e delle culture non illudiamoci di fare una cultura e di partito come si è fatto in passato
Abbiamo bisogno di attenzione alle
Abbiamo incorrect poteva culturale alle spalle si tratta solo di uscire dagli scusi bis e da Larry King piante che appartenenze separate
Perché possa emergere un Ringo tessuto comune
Il vostro applauso
Segno del nostro ringraziamento a Pietro Scoppola
Ricci spiegato io ero modo razionale e emotivo
Relazioni
Che inseriscono nasce il Partito democratico in una crisi di trasformazione nel passaggio fra i due secoli
Adesso Roberto Gualtieri sì parlerà della profilo culturale programmati partito democratico quindi entreremo più sotto l'aspetto operativo
Sotto l'aspetto opaco
Ragionare sull'identità del partito democratico significa individuare i compiti che deve affrontare la funzione che è chiamata ad assolvere la sfida e il rinnovamento della democrazia
Di fronte ai colossali mutamenti che definiamo con il termine globalizzazione la liberalizzazione dei movimenti capitale che ne ha indotto l'incremento esponenziale al di fuori del controllo degli Stati
L'ascesa di nuovi protagonisti economici e politici soprattutto in Asia e l'affermazione di una nuova incarnazione divisione internazionale del lavoro accompagnata da un poderoso centro d'innovazione tecnologica la crescente terziarizzazione delle società occidentali
L'emergere di soggettività i bisogni inetti
L'irrompere sulla scena mondiale di popoli e culture differenti tali mutamenti ha nominato i fondamenti della democrazia base statale nazionale
Erodendo le basi sociali dei soggetti che mi avevano promosso lo sviluppo
E rendendo inefficace molti degli strumenti conquiste con cui quei soggetti avevano saputo realizzare una straordinaria civilizzazione della società europea
Di fronte a novità di questa portata tutte le culture politiche del Novecento sono impegnate in un profondo ripensamento
I protagonisti della democrazia sociale post bellica si misura non non da oggi con le sfide Inheritance della democrazia contemporanea per delineare una nuova configurazione del riformismo
è un processo che in Europa investe la natura il profilo spesso delle grandi famiglie politiche che non appaiono ancora in grado di offrire una solida guida alla Società europea e dalla sua integrazione politica
In Italia questo compito è particolarmente urgente
Perché le modalità drammatiche con cui è precipitata la crisi del vecchio sistema politico hanno reso più acuto che altrove il problema della debolezza della democrazia
La sfida che abbiamo davanti e ben più impegnativa che rimediare ai danni prodotti nell'ultimo quinquennio i mali di cui soffre l'Italia sono più profondi e la stessa non maligna della destra italiana è un sintomo assai più che una causa
Alla radice della crisi del Paese nel drammatico tecnici di politica che ha caratterizzato l'epilogo della Prima Repubblica e la successiva interminabile transizione che si manifesta nell'assenza di grandi parti la sconfitta del centrodestra e la bella vittoria del no al referendum costituzionale inducono a pensare che la lunga stagione dell'antipolitica che ha fatto velo alla realtà di un drammatico declino dell'Italia sia giunta al capolinea
Esiste nel Paese una forte domanda di democrazia ossia di una politica forte ma dotata di misura capace di favorire e organizzare la partecipazione dei cittadini ed allo stesso tempo di definire giudicare una una direzione di marcia
Una prospettiva è un'esigenza che viene d'altronde corroborata dalla percezione che anche sul terreno internazionale siamo dinanzi ad un cambiamento di fase
Sono infatti in crisi le due principali culture politiche che hanno dominato la prima fase della globalizzazione
L'idea di una Dini e della storia che imporrebbe di adeguarsi agli imperativi di un mercato globale considerato di per sé in grado di produrre benessere pace e l'idea che i processi mondiali possano essere decifrati con gli strumenti della geopolitica o interpretati come scontro di civiltà tali visioni si sono dimessi si sono dimostrate drammaticamente inadeguati a comprendere governare il mondo di oggi al punto da imporre a tutti ce lo dicono le cronache di questi mezzi un ripensamento e la ricerca strade nuove sono quindi le grandi cose del mondo delle vicende del nostro Paese e ci parlano della necessità della possibilità di dare vita in Italia un grande partito democratico
E che ci impongono di costruire non un nuovo partito ma un partito nuovo cioè una forza capace di interpretare le novità della nostra epoca e di cogliere le opportunità della fase che si sta aprendo
Questo progetto nasce dall'Ulivo
Che fin dal mille novecentonovantacinque si è configurato come l'embrione di un nuovo soggetto politico
E che con il successo della lista unitaria e la formazione dei gruppi unici ha compiuto già una parte significativa del cammino verso il partito democratico
Le profonde divisioni sociali culturali e internazionali che avevano dato forma al vecchio sistema politico e alla divisione dei riformismi sono venute meno l'unità profonda degli elettori dell'Ulivo costituisce già la potenziale base per un nuovo partito mentre l'esperienza delle primarie ha dimostrato l'esistenza di una forte spinta la partecipazione che va oltre il perimetro di Perth esistenti perché questo processo giunga a compimento occorre però affrontare il nodo che la cultura politica ossia della visione del Paese di processi internazionali dei valori e dei principi del programma fondamentale del nuovo partito
In questa ricerca non siamo soliti non partiamo da zero lo sforzo di revisioni di elaborazione che vede impegnate non solo in Europa le principali forze socialiste democratiche fa intravedere i contorni di un nuovo grande campo riformista che si caratterizza per l'incontro tra culture politiche differenti
Il terreno di dall'incontro è una percezione della globalizzazione che si fonda sul riconoscimento del destino comune del genere umano della nostra epoca
E che per questo è profondamente diversa da quella che caratterizza le forze conservatrici questa dizione riconosce valorizza le straordinarie opportunità che derivano dalla capacità della mondializzazione del capitalismo di favorire lo sviluppo delle forze produttive
E inoltre pienamente consapevole sia dell'inadeguatezza di molti dei tradizionali strumenti di regolazione dell'economia su base nazionale
Sia del ruolo importante che nell'epoca dell'economia della conoscenza figure sociali nuove particolarmente sensibile ai temi delle libertà economiche individuali devono avere in un blocco sociale democratico riformista
Allo stesso tempo il riformismo considera l'attuale assetto del sistema internazionale non solo ingiusto perché portatore di grandi a simmetria nella distribuzione della ricchezza ma anche instabile poco efficiente e poco sicuro
Instabile perché fondato su crescenti pericolosi squilibri finanziari
O questi centri perché una distribuzione che penalizza il lavoro rischia di comprimere la domanda globale
Perché non lo può mia della conoscenza la mancanza di coesione investimenti sul capitale umano e sociale ostacola lo sviluppo e perché la ricerca del profitto immediato da parte degli intermediatori finanziari globali
Molto spesso scoraggia gli investimenti produttivi a lungo termine
Infine insicuro perché l'unilateralismo e l'idea della guerra come strumento per l'esportazione della democrazia
Si sono dimostrati inadeguati a risolvere i conflitti che ad affrontare il terrorismo e perché l'assenza di un governo democratico dello sviluppo accentua le minacce per l'ecosistema
La globalizzazione non è dunque politicamente neutra elessero forme profondamente segnate fino ad oggi dalla rivoluzione neo conservatrice sonora finalmente in discussione
Essa non pone insomma solo problemi di competitività a cui adeguarsi ma costituisce anche un terreno di lotta politica IP iniziativa per affermare un diverso modello di regolazione dell'economia e delle relazioni internazionali per questo la politica democratica deve collocarsi oggi oltre la dimensione dello Stato nazionale e delle sue istituzioni da un lato superando le tradizionali divisioni nella politica internazionale fondata sulla coppia amico nemico e concependo l'azione politica in una dimensione globale
Dall'altro valorizzando in forme nuove la spera della società civile questa idea della democrazia presuppone un robusto fondamento etico all'azione politica ciò rimanda i grandi principi che sono alla base del processo d'integrazione del modello sociale europeo la libertà la giustizia la solidarietà
La libertà da interventi costrizioni esterne ma anche intesa come l'effettiva capacità delle donne e degli uomini di costruire la propria esistenza la giustizia come eguaglianza di opportunità e di la solidarietà come impegno per il bene comune divengono ancor più che in passato principi reciprocamente necessari
Nel loro inscindibile intreccio e si connotano la democrazia non solo con una procedura ma come sforzo per la promozione della piena libertà della persona umana
Questa visione della globalizzazione i principi regolative da essa originano stanno generando le idee fondamentali di un nuovo riformismo
In Europa gli esiti di tale esperienza coincidono in gran parte con gli obiettivi e i percorsi stessi del processo di integrazione in virtù dei suoi valori fondativi del suo modello sociale del metodo e delle istituzioni su cui si basa l'Unione europea prefigura infatti un'inedita potenza civile che può essere protagonista dell'edificazione di un nuovo sistema mondiale multilaterale democratico promuovendo una visione più umana e più efficiente del Governo del mondo
Per far ciò l'Europa deve raggiungere una dimensione compiutamente politica
Ciò presuppone un rinnovamento della politica europea ed i suoi soggetti
Che punti a colmare il vero e proprio vuoto di egemonia che caratterizza la scena politica continentale e che sfide riformismi europei a ripensare se stessi e ad allargare i propri confini
Il nuovo riformismo europeo si definisce perciò dell'impegno a rilanciare il ruolo di attore globale dell'Europa a promuoverne l'unità politica
E ad affermare un modello di società della conoscenza fondato sull'onda sull'innovazione sullo sviluppo sostenibile e sulla coesione sociale
Esso si caratterizza per un forte intreccio tra sussidiarietà e solidarietà
Che punta a rafforzare il coordinamento delle politiche nazionali e l'autogoverno delle comunità locali e a promuovere lo sviluppo della società civile europea intorno ai principi della democrazia del dialogo interculturale e dell'inclusione
L'intera esperienza dell'Ulivo si colloca in questo orizzonte che ora al centro dell'azione del governo e più e che costituisce il principale punto di riferimento del programma fondamentale del Partito Democratico
Non è necessario in questa sede analizzarne nel dettaglio i contenuti più utile può essere mettere in luce la peculiare indizione dell'Italia che lo ispira e le sue linee di fondo
Per evidenziare le innovazioni che lo hanno sorretto si tratta di un aspetto cruciale perché se i problemi e le sfide che il Paese ha di fronte assi sono comuni al resto del continente il modo in cui si presentano la loro forma rimanda invece ai caratteri peculiari della vicenda storica nazionale siamo quindi chiamati a tradurre in termini nazionali la sfida europea e al tempo stesso europeizzare il problema italiano
La crisi del Paese si manifesta in una molteplicità di fratture sociali territoriali generazionale
Di genere in una frantumazione localista e corporativa che lacera il tessuto della nazione che genera una conflittualità endemica rendendo l'Italia vulnerabile al richiamo del populismo e mettendo in discussione la stessa unità
Tali fratture si sono accentuate in modo preoccupante a partire dagli anni Settanta quando è iniziato il declino dell'economia italiana
Qualora che i due mila ascari dello sviluppo del Paese l'economia pubblica il capitalismo familiare persero la loro capacità di sporgere una funzione propulsiva
Il sistema delle piccole e medie imprese che da allora in poi si è fortemente sviluppato è stato a lungo ritenuto in grado di assumere il ruolo di un motore della crescita del Paese
Ma di fronte alla sfida delle nuove economie emergenti risulta ormai chiaro che in esso pur costituendo una risorsa straordinaria non è sufficiente ad arrestare il declino dell'Italia
Quella che in atto quindi è una vera e propria crisi del capitalismo italiano del modello di sviluppo del Paese ma essa non è una crisi solo economica bensì anche in politica culturale immorale è una crisi di classi dirigenti e sa affonda le sue radici nel venir meno delle condizioni interno internazionali del compromesso economico territoriale politico istituzionale che aveva garantito per decenni il progresso del Paese e la sua europeizzazione
Di fronte a ciò le culture politiche italiane non hanno saputo rinnovarsi per tempo e guidare il processo di modernizzazione che la repubblica dei partiti aveva saputo promuovere questa sconfitta della politica ha reso più traumatico che nel resto d'Europa l'impatto della globalizzazione e ha indebolito la capacità dell'Italia di adattarsi ai mutamenti della competizione internazionale
Ciò a sua volta ha determinato lo smarrimento della capacità del Paese di pensare autonomamente se stesso la propria storia i propri destini dietro l'apparenza di una cultura celeri Massa e maturato una frattura tra intellettuali e popolo che ha visto il declino dell'istituzioni formative dell'industria culturale e la trasformazione della cultura mi intrattenimento il veicolo passivo della società dei consumi in questo quadro il tessuto etico e politico della nazione si è inaridito fino al punto di mettere in discussione l'unità degli italiani il rispetto della legalità come principio elementare di convivenza
Il partito democratico nasce intorno alla consapevolezza che il Paese ha bisogno di una guida politica
Una guida capace di coinvolgere intorno a una rinnovati idea dell'Italia di migliori energie del Paese in uno sforzo collettivo analogo a quello che nel secondo dopoguerra animò la ricostruzione e l'edificazione della democrazia
Ciò impone di avere una percezione realistica dei problemi del Paese ma anche delle sue grandi opportunità responsabilità le opportunità che derivano dalle sue straordinarie risorse culturali e ambientali dal genio del lavoro dell'impresa italiana
Dal ruolo che l'Italia il ponte tra l'Europa ed un continente asiatico che dopo cinque secoli di ripiegamento torna ad essere un protagonista dell'economia mondiale
Le responsabilità che discendono dalla sua peculiare natura di centro mondiale della cristianità
L'elaborazione e l'esperienza di governo dell'Ulivo delinea i contorni di un programma all'altezza di tale sfida
Il punto di partenza e che l'interesse europeo e quell'italiano coincidono ossia che i problemi fondamentali del Paese possono essere avviati a soluzione solo se progredisce l'unità politica dell'Europa
Non a caso l'Ulivo nasce dall'unione dei diversi filoni dell'europeismo italiano e ha fatto della politica europea il terreno qualificante della propria azione la nuova politica estera italiana è caratterizzata dall'impegno per l'affermazione dell'Europa sui grandi temi dell'agenda internazionale
L'obiettivo e il rilancio del multilateralismo per dare efficacia legittimità all'azione della comunità internazionale valorizzando la dimensione regionale nel quadro di una rinnovata centralità delle Nazioni Unite
Si tratta di un'impostazione che di fronte ai limiti dell'unilateralismo e i fallimenti della dottrina della guerra preventiva
Può essere vista dagli stessi Stati Uniti come un'opportunità per costituire un partenariato è un Atlantico questi cachet di quello basato sulla coalizione dei volenterosi
Allo stesso tempo essa consente uno sviluppo di quel dialogo interregionale che reso indispensabile dal carattere sempre più multipolare del sistema internazionale
E dal rischio di uno spostamento dell'asse dello sviluppo mondiale nel Pacifico intorno alla cosiddetta nuova Bretton Woods tra Stati Uniti e Cina contribuire a rendere l'Europa un attore globale significa quindi affrontare sia le questioni della pace e della sicurezza che quelle riguardanti la collocazione del nostro Paese nella divisione internazionale del lavoro
Nel contempo l'avanzamento del processo di integrazione e la definizione di una politica economica europea comune costituiscono le condizioni per affrontare i problemi della competitività nella prospettiva dello sviluppo
La disciplina dell'unione economica e monetaria essenziale non solo per evitare una drammatica crisi finanziaria ma anche per superare il circolo vizioso della rendita affermatosi negli anni ottanta e liberare risorse per gli investimenti allo stesso tempo da decisa politica riformatrice deve affiancarsi all'azione di risanamento
Può avere efficacia solo se saprà affrontare la specificità dei problemi dell'economia italiana
In modo coerente con gli indirizzi di Lisbona e nel quadro di un più efficace coordinamento europeo delle politiche economiche e della realizzazione di grandi programmi europeo investimento
L'azione del governo si colloca pienamente in questo orizzonte
Preso atto dei limiti della retorica del piccolo è bello che la centralità dell'impresa che aveva condizionato il discorso pubblico negli anni novanta
L'obiettivo di fondo infatti è quello di far crescere le imprese spostarle verso l'economia dell'informazione ed affermare la logica dell'investimento industriale rispetto a quello finanziario
Approfittando delle opportunità create dalla nascita di grandi attori bancari via di dimensioni finalmente europee ossia di promuovere una riforma del capitalismo italiano ed una sua europeizzazione
Da un lato con l'introduzione di una maggiore concorrenza regolata nei mercati e spostando risorse dalla rendita al lavoro e agli Investimenti e dall'altro attraverso una nuova politica industriale
Fondata sulla riqualificazione dell'intervento pubblico verso le grandi reti infrastrutturali e di settori emergenti
Un analogo mutamento di paradigma a un tempo più nazionale più europeo riguarda il problema del Mezzogiorno
Che viene finalmente concepito come una grande macroregione
Che ha bisogno di un mercato sicurezze regole certe e di un impegno politico ed economico straordinario per farne la piattaforma logistica e commerciale dell'Europa nel Mediterraneo
Anche la realizzazione di un nuovo patto sociale più equo e più capace di promuovere lo sviluppo passa per una maggiore europeizzazione del welfare che disegna una nuova idea della cittadinanza capace di conciliare flessibilità e sicurezza di coinvolgere di più le comunità locali e la società civile
Includere i lavoratori immigrati nel circuito della rappresentanza e dei diritti politici e sociali tali obiettivi si collocano in uno scenario europeo ma presuppongono la ricostruzione di una statualità condivisa ciò impone una riflessione critica sulle riforme elettorali costituzionali e amministrative del decennio passato
Impostare il tema delle riforme elettorali e costituzionali nella chiave della costrizione della costruzione di una nuova democrazia dei partiti fondata sull'alternanza costituisce senza dubbio una grande sfida politica e culturale
Essa si colloca si collega all'esigenza emersa anche nel seminario di Frascati dei gruppi dell'Ulivo di promuovere un riequilibrio tra rappresentanza e decisioni per temperare gli eccessi di leaderismo emersi nel corso degli anni novanta per quanto riguarda il federalismo rimediare alla insufficienza del modello funzionalista d'integrazione europea e della connessa idea dell'Europa delle Regioni non significa certo rinunciare alla sussidiarietà e alla valorizzazione dei territori
Ma ciò richiede da un lato un più forte inquadramento del sistema dell'autonomia nella cornice dell'interesse nazionale e dall'altro una migliore applicazione del principio di responsabilità
Infine è urgente una riflessione sull'effetto che un meccanismo dell'alternanza fondato su partiti deboli e privo di solidi contrappesi istituzionali sta avendo sulla pubblica amministrazione
Innescando in diversi ambiti un sistema di spoils system cumulativo che ne aggrava i posti ne riduce l'efficienza e la terzietà incentiva la tendenza utilizzarla come strumento per la retribuzione di funzioni para politiche
Sono sfide ambiziose
Per vincerle un buon governo e delle buone leggi sono essenziali ma non bastano
Lo abbiamo già sperimentato negli anni passati il riformismo dall'alto il riformismo senza partiti non riesce ad affermarsi
Il riformismo di governo ha bisogno di una grande forza politica in grado di sosta sostenere le riforme e di suscitare un moto profondo di partecipazione democratica intorno a un ambizioso disegno di riscossa nazionale
Questa forza può essere il partito democratico che si configura quindi come partito della democrazia
Un partito di governo che sappia interpretare l'interesse generale e ponga fine alla scissione tra premiership e leadership un partito popolare e non una rete di comitati elettorali cioè una forza aperta la società radicata nel territorio costantemente impegnata renderebbe partecipati e condivisi i processi di riforma
Un partito capace di contribuire al rinnovamento della cultura delle strategie delle organizzazioni interessa un partito di donne e di uomini né burocratico né liederistico ma plurale e democratico
Un partito nazionale ed europeo un partito infine culturalmente attrezzato e dotato di una forte carica etica che promuove alimenti una vera e propria riforma intellettuale e morale
Il primo aspetto di tale riforma riguarda il rinnovamento della cultura italiana
La globalizzazione sfida le culture nazionali a un rinnovamento per inserirsi in modo non subalterno delle grandi reti transnazionali dei saperi e della circolazione delle idee ciò richiede in
Anzitutto che si restituisca qualità e spessore alla scuola all'università alla ricerca prendendo anche atto dei limiti di un'impostazione troppo incentrata sul rapporto tra formazione e impresa che valorizzando invece di più l'alta cultura e il merito al tempo stesso si impone il problema di un'industria culturale soffocata dal carattere oligopolistico del mercato pubblicitario e televisivo
Così come quello di un giornalismo mortificato da un assetto proprietario della grande stampa che ne condizione all'autonomia e il prestigio
Tutto ciò è necessario è urgente ma non è sufficiente
La politica è chiamata a partecipare al rinnovamento della cultura nazionale sul terreno che le compete direttamente l'elaborazione di una nuova cultura politica una cultura Lura giusta capace di integrare le competenze delle diverse discipline di riconoscere il limite della politica e al tempo stesso innervare il discorso pubblico
Una cultura che aiuti l'Italia ad avere una concezione di sé stessa più realistica e più alta di quella che ha sempre motivato la diffidenza verso ogni allargamento delle basi della democrazia
E l'ostilità per i soggetti che la promuovono sulla base dell'idea di una comunità nazionale che sarebbe irrimediabilmente appartata rispetto le grandi nazioni europee
Perché priva dell'eredità della riforma protestante del senso dello Stato e dell'etica pubblica
Quanto fin qui esposto credo mette in evidenza come le analisi programmi maturati attraverso l'esperienza dell'Ulivo così come i principi e i valori quelli ispirano contengono i semi di questa nuova cultura democratica
Affinché essa possa svilupparsi è però necessario misurarsi con il tema della visione del passato e della cultura politica dei partiti costituisce uno dei principali fondamenti una delle ragioni che spiegano i limiti della transizione italiana risiede proprio nell'inadeguatezza dell'interpretazione della storia del Paese e di quella del Novecento su cui si è basata la cultura della Seconda Repubblica
Oltre a condizionare ricette che hanno spesso aggravato anziché guarire i mali del Paese tale visione demonizzando e della storia della Prima Repubblica e l'ostinata volontà di farne tabula rasa ha prodotto l'esito opposto tipico di ogni tentativo di rimozione del passato
Quello di impedire una compiuta elaborazione di quell'esperienza e un effettivo superamento di molti dei suoi aspetti più caduti
Se vorrà estere solida e duratura l'innovazione politica e culturale dovrà dunque poggiare su una seria rielaborazione della vicenda storica italiana ed internazionale
E su uno sforzo coraggioso inibizione condivisa che non disperda ma rinnovi il patrimonio culturale della democrazia italiana
D'altronde la visione del Paese che ispira il programma dell'Ulivo e la stessa idea dell'unità dei riformismi presuppongono già un diverso modo di guardare al passato
Che non elimina la pluralità di giudizi e interpretazioni ma che contiene alcuni elementi comuni
E si possono essere sintetizzati in una duplice consapevolezza il nuovo partito deve avere solide radici nell'esperienza storica della democrazia italiana e dei suoi diversi protagonisti
L'eredità delle differenti culture politiche che hanno animato la storia del riformismo italiano
Il riformismo cattolico democratico
L'originale riformismo di fatto del PC
Il riformismo socialista quello liberaldemocratico così come le culture che hanno già contribuito al rinnovamento di quelle tradizioni arricchendo nella sensibilità sui temi della libertà femminile della pace dei diritti dell'ambientalismo
Tutte queste culture sono ciascuna necessaria e nessuna sufficiente a fornire la base per l'elaborazione di una nuova cultura democratica è un'eredità complessa per questo la cultura politica del partito democratico non potrà basarsi su un affrettato tentativo di annullare le specificità e l'autonomia di queste diverse tradizioni
Ma non potrà nemmeno scaturire dalla loro somma e neppure dalla loro semplice sintesi ciascuna di esse e chiamati innanzitutto a riflettere sulla propria esperienza storica e a rinnovarsi misurandosi con le nuove sfide del presente
Contemporaneamente è importante che essi dialoghino tra loro in modo approfondito per gettare le basi di una visione comune del Paese
In tale sforzo di revisione di elaborazione ciascuna cultura potrà trovare nel proprio patrimonio di idee le ragioni profonde della sfida che ci accingiamo a intraprendere dei preziosi strumenti per poterla affrontare il partito democratico potrà così essere legittimamente concepito come il luogo in cui perseguire l'ideale socialista del progresso che la liberazione dell'uomo insieme a quello di un nuovo umanesimo e di una democrazia dei cristiani
Ma allo stesso tempo attraverso il dialogo ognuno potrà scoprire nell'altro risorse inattese che si potrebbero rivelare indispensabili per affrontare il compito di costruire la democrazia nel ventunesimo secolo
La concezione cristiana della persona della sussidiarietà della responsabilità e della tutela della vita
Non rappresenta forse un prezioso punto di riferimento anche per una sinistra che di fronte allo sviluppo delle soggettività e chiamata a superare ogni scoria di economicismo
O ancora ponendosi compito di riformare un modello di sviluppo insostenibile ingiusto la tradizione cattolico democratica non potrà trovare uno stile muore un sostegno nella critica socialista delle contraddizioni del capitalismo nella visione della politica come azione collettiva abbia trasformare la realtà
Ed infine
La fortuna ormai decennale dell'esperienza dell'Ulivo non sollecita tutte le tradizioni storiche del riformismo italiano
A prendere atto dei propri limiti e delle proprie insufficienze e non richiama quindi la necessità di un'innovazione comune capace di coinvolgere soggetti saperi e sensibilità nuovi elaborazione di una cultura politica non è quindi un compito banale ma è una sfida appassionante ed inedita che dovrà accompagnare la nascita del Partito Democratico i cui esiti non potranno essere prevedere predeterminati
Questa impostazione può aiutare apporre su basi più solide anche la questione della collocazione internazionale del nuovo partito andando oltre i veti incrociati e le pregiudiziali
Non c'è dubbio che il Partito Democratico si configura come una forza pienamente inserita nel nuovo campo politico ideale democratico e riformista che sta prendendo forma nel mondo
Ed è altrettanto indubitabile che in Europa le forze organizzate nel PSI costituiscono la componente principale anche se non l'unica di esso
Tra queste ultime figurano proprio i partiti socialisti e socialdemocratici e con più decisione sono stati e sono impegnati in un processo di rinnovamento che li porti a superare alcuni dei limiti che negli anni passati hanno contraddistinto socialismo europeo tuttavia il caso del Partito Democratico italiano è ancora diverso
Perché esso non rappresenta la ristrutturazione anche radicale di un vecchio edificio
Bensì la costruzione di una nuova casa
E la garanzia del raggiungimento di tale obiettivo sta nel fatto che il nuovo partito nasce dall'unione i soggetti diverso tutti dotati di pari dignità
Tra i quali la tradizione cattolico democratica costituisce una componente rilevante tanto quanto quella socialdemocratica e liberaldemocratica
E lo è non solo in virtù della sua consistenza elettorale ma lo è per ragioni profonde che sono legati alla storia del Paese e che non vanno concepite come un'anomalia da superare bensì come un elemento distintivo dell'identità italiana che costituisce una risorsa preziosa di fronte alle nuove sfide del riformismo
Sulla specificità del partito democratico come luogo dell'incontro dei socialisti e dei democratici non dovrebbe esservi quindi discussione
Altro però il problema politico e non identitario dei collegamenti internazionali del nuovo partito dell'efficacia della sua azione in Europa e nel mondo
Se è vero infatti che la progressiva formazione di un nuovo campo delle forze democratiche progressiste
Che trascende i tradizionali confini del socialismo internazionale sfida gli è se a ripensare se stesso
Allora è ragionevole auspicare che il Partito Democratico contribuisca in prima persona questo processo
Ed è legittimo ritenere e la sua ispirazione europeista ed internazionalista non potrà che indurlo evitare una scelta di isolamento a sua volta ci piacerebbe che il PSI e le altre forze riformiste europee coglie essere un'occasione così feconda di aperture di dialogo che può dall'Italia contribuire alla loro evoluzione e che quindi interloquiscano fin d'ora con il cemento che abbiamo intraprese l'ultima questione che vorrei brevemente toccare riguarda il rapporto tra etica e politica tra religione e politica
Il grande rinnovamento intellettuale di cui il Paese ha bisogno non potrà essere disgiunto da quello morale
Se non vuole ridursi a semplice procedura vorrà presentarsi agli interessi la democrazia deve essere fatta innervata da forti motivazioni editti
Ciò impone di misurarsi con il tema di un orizzonte etico condiviso e con la questione della laicità della politica per farlo credo sia sia importante partire da un duplice presupposto
Da un lato il riconoscimento che le energie morali che scaturiscono dall'esperienza religiosa costituiscono un alimento vitale per la democrazia soprattutto di di fronte alle nuove sfide che essa è chiamata ad affrontare
Dall'altro la consapevolezza che per svolgere questo ruolo la religione deve accettare pienamente la dimensione della laicità che il terreno che ha reso più viva la sua presenza nel mondo contemporaneo
Ciò significa evitare da parte di tutti il piano dell'etica normativa e dei principi non negoziabili che sono un patrimonio inviolabile degli individui per muoversi invece sul piano dell'etica condivisa
Che è un'etica del lavoro e della responsabilità
Che si concentra sulle opere e sui progetti un'etica della persona e del dialogo perché aperta al confronto fra tutte le posizioni presenti nella comunità
Questo approccio non riguarda solo la laicità dello Stato che è regolato in modo esemplare dalla Costituzione
Ma consente di affrontare anche il problema della laicità della politica
Cioè del modo concreto di definire un sistema di valori con cui un partito politico affronta nel suo agire i problemi i nuovi che sorgono dagli sviluppi delle scienze e delle tecnologie dall'espandersi della convivenza multietnica e multireligiosa
Dagli sviluppi della sovranazionalità
Di fronte a temi di tale portata l'etica condivisa può consentire di realizzare non solo un reciproco riconoscimento di principi ma anche di affrontare la sfida dell'elaborazione di una tavola di valori comuni a credenti e non credenti intorno ai quali orientare la ricerca di soluzioni nuove ai problemi inediti della nostra epoca
Anche per questo la costruzione del Partito Democratico costituisce un'impresa appassionante che è un laboratorio prezioso che può contribuire in modo originale all'apertura di una nuova stagione della democrazia e della libertà
Ringraziamo
Roberto Gualtieri per la frode la l'approfondimento che ci ha fatto sul ultima evoluzione interna pensiero politico
Anche della ruolo
L'Italia del partito democratico possano ricoprire nell'ambito di una politica europea
Come interpretazione come creazione di un ruolo di protagonista nella nuova globalizzazione
L'ultima parte abbiamo capito abbiamo ha preso come se necessario con profondo cambiamento anche sotto l'aspetto
Per interpretare questo nuovo ruolo politico
Adesso abbiamo la terza ultima relazione introduttiva
Che sulla forma organizzativa
Della nuovo partito
Il compito affidato a Salvatore tassa
Ora innanzitutto esprimere anch'io un vivo ringraziamento a Romano Prodi Piero Fassino Francesco Rutelli e gli organizzatori del convegno
Per avermi invitato a esporre in questa sede così autorevole le mie opinioni su un tema che mi appassiona moltissimo come studioso e come cittadino che per avermi invitato a contribuire a un progetto il partito dell'Ulivo che insieme a tante persone della mia generazione
Considero di importanza vitale per il futuro del nostro Paese
Vorrei poi scusarmi in anticipo con tutti voi perché a stare nei trenta minuti che mi sono stati assegnati probabilmente molti perché deve ascoltare
Occhi perché dette presentare
Un tema così complesso sarò pivot assertivo di quanto sarebbe realtà ragionevole userò meno sfumature di quelle che sarebbero necessarie considerando appunto la delicatezza e la complessità dei temi che mi è stato chiesto di affrontare infine nel predisporre il testo cercato di trarre il meglio che potessi dal dibattito al quale ho partecipato molte personalità autorevoli
E mi sono trovato di osservazioni e consigli identità colleghi che hanno avuto la cortesia di leggere il testo in anticipo per riguardo nei loro confronti non citerò esplicitamente negli uni negli altri essendo chiaro che se nella relazione c'è qualche buona idea con tutta probabilità
Non mia o lo è solo in parte
Ciò detto del mio intervento sosterrò che ci sono in particolare tre linee guida a cui occorre ancorare il disegno organizzativo del partito democratico nel solco che si muovono nel solco di tre obiettivi che hanno animato sin dal suo esordio L'Ulivo
L'Ulivo e nato in primo luogo per cogliere la sfida della competizione bipolare ed offrire un progetto che è una guida sicura al Paese
Il partito democratico avrà dunque un senso se contribuirà anche con la sua forma organizzativa
A dare compimento alla transizione verso una matura democrazia governante se riuscirà davvero ad essere insolito baricentro di cui ha bisogno del centro sinistra
E se da quella posizione sarà in grado di assumersi chiare responsabilità nei confronti dell'elettorato sessanta capace di parlare
Con una sola lingua e con parole autorevoli tanto il suo elettorato tradizionale quanto alle tratto sfiduciato disperso o di consigliere
L'Ulivo è nato in secondo luogo con l'ambizione di unire persone gruppi provenienti da storie culturali e politiche diverse
Il partito democratico non potrà dunque che valorizzare il pluralismo culturale che lo anima e non potrà non riconoscere il valore del pluralismo degli interessi economici e sociali e delle organizzazioni che li rappresenta
L'Ulivo nato infine
Per far avvicinare alla politica tanti cittadini italiani che si sentono distanti dalle tradizionali strutture di partito
La trasformazione del progetto dell'Ulivo nel progetto del partito democratico a d'altro canto una data precisa del calendario il sedici ottobre due mila cinque
Il giorno in cui tutti abbiamo scoperto con grande stupore che c'è tanta gente disposta a riconoscersi in maniera aperta in un progetto politico corale ed interessato a far pesare le proprie opinioni
Possiamo esser certi che il progetto del Partito Democratico non metterà radici se non continuerà trarre linfa vitale da un consenso simile era ampiezza e intensità del sentimento unitario per questo il Partito democratico della vera nella sua forma organizzativa porte aperte e canali larghi per la partecipazione
In breve il disegno organizzativo dovrebbe rendere Massimini nelle forme oggi possibili
I valori della partecipazione del pluralismo e della capacità di governo e intorno a questi tre principi nell'ordine in cui li ho appena citati cominciando dal basso per arrivare infine al tema della leadership
Che vorrei articolare dunque qualche riflessione e alcune puntuali proposte
Dunque innanzitutto un partito aperto
La crisi dei partiti come canali della partecipazione politica non è un problema nato ieri e non è un problema solo italiano
La ricerca empirica fornisce robusti indicatori a questo riguardo
Per gli anni sessanta in poi sono cresciuti in maniera abbastanza lineare e un po'in tutti i Paesi democratici i livelli disaffezione dei cittadini nei confronti dei partiti nel loro insieme c'è andato erodendo il senso di identificazione verso uno specifico partito il numero di iscritti e in costante calo così come in calo la quota di iscritti che effettivamente partecipano le attività di base
Il titolo il titolo emblematico di un Giubileo pubblicato nel due mila da Ostuni resti presso che fa il punto su queste tendenze è un lapidario Akins guidato attese spartiti senza militanti
D'altro canto secondo un'analisi largamente condivisa dai ricercatori
L'indebolimento della base associativa è stato compensato negli ultimi vent'anni da un cospicuo ampliamento delle risorse e delle strutture poste a servizio del personale politico all'interno delle istituzioni di governo oltre che da una cospicua crescita dei finanziamenti pubblici messi a disposizione delle organizzazioni extra istituzionali di partito
L'indebolimento dei legami con l'elettorato l'assottigliamento della base dei militanti non hanno quindi diminuito l'influenza dei partiti sulle decisioni pubbliche che sono stati anzi accompagnati da una crescita delle risorse finanziarie struttura di staff a disposizione dei leader in questo modo
Sostiene una tesi largamente condivisa tra i cercatori è venuta continuamente meno l'esigenza per la dirigenza dei partiti di mantenere saldi legami con la base da cui un tempo si traevano
Risorse finanziarie disponibilità di lavoro volontario così sempre secondo questa tesi enunciata per la ricerca se Tietmeyer
I partiti si sono generalmente trasformati da associazioni di cittadini società di professionisti
Con quel che ne consegue per il ricambio sempre meno fluido della classe dirigente
Della limitata vivacità della partecipazione all'interno dei partiti abbiamo del resto alcuni indizi anche in casa nostra ad esempio in base ai dati dell'indagine post-elettorale in Italia è stato nella sei
Solo il sei per cento degli intervistati identificabili con elettori dell'Ulivo dice di essere iscritto ad un partito
Si tratta di una percentuale che quasi di un punto inferiore a quella che avremmo dovuto rilevare sulla base dei dati ufficiali sulle iscrizioni
Tra quel sei per cento di intervistati che dichiara d'essere scritto inoltre più della metà afferma di non avere mai partecipato nei dodici mesi precedenti all'intervista
Ad una qualche attività politica promossa dal suo partito
Come dire che nonostante i possibili problemi gli ospiti autoservizio del campione cioè i più interessati alla politica si fanno intervistare più spesso quindi sono sopra Parma presentati nei sondaggi
Meno del tre per cento degli elettori dell'Ulivo
Ha detto di aver frequentato almeno una volta nel corso dell'anno precedente l'intervista una qualche attività di partito e meno di un elettore dell'Ulivo su cento ha detto di averlo fatto spesso essendo dunque riconducibile alla categoria del militante
All'interno del medesimo campione ben il trentasei per cento degli intervistati identificabili come lettore l'Ulivo ha invece detto di aver partecipato alle primarie del sedici ottobre due mila cinque
Un ulteriore dieci per cento ha detto che sarebbe andato a votare volentieri ma che non gli fu possibile per cause di forza maggiore in realtà la quota effettiva di elettori dell'Ulivo che andarono a votare alle primarie fu tra il ventidue e il venticinque per cento
Il fatto che l'inchiesta abbia rilevato una percentuale ancora più elevata dipende in parte dai problemi già citati di auto selezione del campione
Ma in parte rivela con me anche ad un anno di distanza dall'intento e dopo elezioni vinte per un pelo
Sì sì ovviamente sedimentato un atteggiamento molto positivo nei confronti di quel tipo di consultazione
Tanto che alcuni elettori dell'Ulivo dicono si sono convinti di aver partecipato alle primarie anche se non l'hanno fatto mentre sembrerebbe al contrario che alcuni iscritti non ricordino preferiscono non dire o forse non sappiano che essere tali
Si intende che questo quadro non tiene conto delle differenze tra aree geografiche quindi fa torto a contesti locali nei quali la partecipazione dei partiti ancora ricca di pace va pure detto che le basi associative degli attuali partiti italiani hanno molto da invidiare per numero di iscritti intensità della partecipazione ai partiti di altri paesi europei
Inoltre non è facile replicare un evento come quello che l'ottobre due mila cinque le cui dimensioni sono giustificate anche da fattori contingenti
Ma e ugualmente evidente che negli odiato tra una partecipazione dell'uno per cento del venticinque ci sono ampi spazi per migliorare la qualità della democrazia dei partiti
Le primarie ci insegnano che la partecipazione politica e attraente per una larga fascia
Larga ed eterogenea fascia di persone se non implica un'appartenenza impegnativa e se anche la percezione di chi partecipa un'efficacia immediata riconoscibile rilevante
E difficile attendersi che oggi le persone non attratte dalla politica come professione
Tornino a frequentare in quote significative in maniera continuativa alle sedi di partito invece realistico attendersi che molte persone siamo disposti ad andare di tanto in tanto davanti al gazebo del partito democratico dell'Unione se invitate a dire la loro in maniera puntuale influente
Scegliendo il video i candidati alle principali cariche di governo esprimendo attraverso referendum d'indirizzo la propria opinione
Questi sono forse gli unici modi attraverso cui oggi i partiti possono tornare ad essere un po'meno società di professionisti e un po'più associazioni di cittadini
Se vuole essere veramente a petto il Partito democratico deve quindi prevedere una forma di adesione individuale il più possibile agevole semplice immediata si dovrebbe poter aderire anche via internet o in occasione di un qualsiasi momento elettivo interno l'adesione individuale dovrebbe consistere sostanzialmente nell'autorizzazione ad inserire il proprio nome nell'albo dei sostenitori del partito nella sottoscrizione di un manifesto programmatico di uno statuto del versamento di una quota annuale ragionevolmente contenuta
L'adesione dovrebbe essere inoltre tutelato da un rigoroso statuto sulla trasparenza e la regolarità delle procedure della democrazia interna
E possibilmente anche da una legge che interpretandolo evolutivamente di attuazione all'articolo quarantanove della Costituzione
E cruciale in ogni caso che l'adesione implichi un diritto a partecipare in maniera diretta alle principali scelte riguardanti di indirizzo politico e la selezione dei dirigenti anche nel senso che dovrebbe essere praticamente scusa a mio avviso qualsiasi forma di voto per delega che dovrebbero essere ridotti al minimo i casi in cui gli organi si formano sulla base elezioni il secondo di terzo grado
Poste queste premesse sarebbe meno drammatica la scelta dell'unità organizzativa di base un aspetto su cui ad esempio i DS e la Margherita hanno un modello diverso e apparentemente non conciliabile
Basato rispettivamente sulle sezioni territoriali e sui circoli questi due modelli hanno pro e contro il primo incentiva la mescolanza tra orientamenti politici diversi
Il secondo amplia la platea degli aderenti grazie a reti di relazioni personali ed informali se tuttavia si assume che l'adesione individuale la partecipazione diretta il modello della sezione del circolo possono tranquillamente convivere la sezione potrebbe costituire utilmente il minimo comune denominatore sarebbe come minimo il luogo fisico in cui secondo la regola aurea una testa un voto si forma la rappresentanza
Ciò detto e altamente auspicabile che si anche molto di più
La sede in cui si progetta un'attività di impegno civico volontari un luogo di dibattito culturale di autoformazione di confronto con gli amministratori locali di elaborazione di proposte trasmissione delle domande che emergono sul territorio
Ma in uno spirito volontario appunto che non ha la pretesa di rappresentare in forma esclusiva ed ufficiale la posizione del partito e un contesto in cui dovrebbe esserci la massima libertà di creare network circoli associazioni Terna
Il partito democratico non dovrà essere quindi un contenitore vuoto o una pura procedura per la selezione dei leader rendere l'adesione più agevole l'accesso al partito più amichevole le forme associative me in origine e le opinioni individuali di ciascun aderente più pesanti non seppe del resto a ridurre la partecipazione va esattamente al contrario
Ad ampliare il numero di persone che aderiscono al partito per una sincera passione civica
Ritengo quindi al secondo principio il pluralismo non li può è nato con l'ambizione di unire persone e gruppi provenienti da storie culturali e politiche diverse
Non c'è dubbio dunque che il partito democratico debba riconoscere l'importanza del pluralismo culturale al suo interno che però essa cruciale essere chiari sul significato che si attribuisce al pluralismo e alle sue implicazioni organizzative si può concepire l'Ulivo il Partito Democratico secondo la logica anni settanta dell'incontro tra culture o meglio da sub cultura cioè tra comunità d'interessi e valori
Tenute insieme da schemi mentali e reti di relazione da organizzazioni sociali autorità morali che riferimento
Colture destinate anche dopo l'incontro a rimanere saldamente uniti al loro interno e reciprocamente separate
Oppure si può concepire l'Ulivo come la sede di una nuova possibile sintesi politica per una società che in larga misura superato quelle appartenenze
A questo riguardo a me pare che la realtà dalla Società italiana di ragione a chi propone di assumere decisamente la seconda prospetti del resto se le culture in questione avessero ancora lo stesso spessore il medesimo radicamento che avevano trent'anni fa l'incontro sarebbe semplicemente impossibile se non inutile se oggi possiamo pensare al Partito Democratico
Come ad un partito nuovo che archivia le fratture del secolo scorso e perché quelle fratture nella società italiana si sono molto attenuate o sono scomparse da un pezzo lasciando semmai posto nell'arena politica ad altro genere di divisioni
Se oggi discutiamo del partito democratico lo facciamo perché milioni di elettori non hanno avuto difficoltà ad identificarsi con un simbolo l'Ulivo
Che c'avevo Carella sul loro percezione una nuova sintesi di valori un nuovo progetto politico ed anzi in molti hanno preferito identificarsi direttamente con la sintesi piuttosto che con i suoi affluenti
D'altro canto sarebbe ingenuo ignorare che riferimento a quelle culture sempre più debole tra gli elettori sia per ragioni del tutto comprensibili molto più forte tra chi ha una lunga e intensa biografia professionale nel campo politico
Il riferimento le culture politiche del secolo scorso e più forte tra chi nell'evocazione di quelle culture intessuto reti di relazioni legami di fiducia di amicizia e di solidarietà politica
Avuto scontri accumulato idiosincrasie
E tuttavia sarebbe riduttivo concepire il partito democratico come l'incontro tardi vota cattolici democratici socialdemocratici non è sugli affluenti ma sulla sintesi
Possibilmente inclusiva di un campo di forze molto più largo che il nuovo partito dovrebbe porre l'accento il partito democratico ha senso semplice raggiungere il quaranta per cento degli elettori italiani mentre ciascuno può intendere che con la somma di quelli affluenti insista abbondantemente sotto il trenta ho l'impressione dunque che se si vuole costruire un partito vero è solito occorre evitare che le vecchie appartenenze si fossi Vizzino
Come avverrebbe se si adottassero regole statutarie improntata ai principi della tensione collettiva del patto federativo delle quote riservate e della rappresentanza proporzionale
Non è su questo terreno che il pluralismo interno dovrebbe dare i suoi frutti c'è invece un grande bisogno di tutti i partiti italiani di oggi di rimettere noto undici facce vero dibattito culturale darsi strumenti e sedi attraverso cui generare nuove idee elaborare programmi di politica pubblica dovrà riflettere sulle tematiche eticamente sensibile cercare posizioni equilibrate ed unitaria prima ancora di farne oggetto di conflitti esasperati o affrettate proposte di legge
A questo riguardo sul piano organizzativo si può seguire il modello centro europeo tedesco e olandese
Delle fondazioni di partito generosamente sostenute con finanziamenti pubblici continuativi oppure inclinare verso il modello anglosassone che affidò nel compito di generare nuove idee
A una pluralità di che intende più o meno indipendenti ancorché politicamente connotate
Le prime sono strutture permanenti ufficiali e in quanto tali corrono il rischio della burocratizzazione le seconde operano su commissione in alcuni casi non sempre nascono e muoiono con i cicli della politica
Ora a mio avviso alla fase nascente del partito democratico al suo pluralismo interno si addice più il secondo modello del primo quello attuale e il momento propizio per dare vita non ad una soltanto ma tre quattro o cinque istituzioni di ricerca e formazione politica che possibilmente non ricalchino pari pari le vecchie appartenenze nessuna delle quali posso avanzare la pretesa di essere esclusiva o di avere il dono della sintesi
Né tanto meno di trasmettere una qualche dottrina ufficiale
Si può trattare di agenzie specializzate per settore di policy operato a loro ma potrebbe anche trattarsi di tinte anche se esercitano a mettere a fuoco visioni alternative tra cui la politica dovrà Shen
E su questo terreno che il pluralismo culturale la misura in cui si traduce in visioni e progetti di politica pubblica o e dovrebbe trovare la più proficua declinazione il che ovviamente non toglie che vi doveva essere spazio anche per un ragionevole pluralismo di posizioni politiche
Il carattere plurale del partito ha poi due implicazioni in primo luogo il partito democratico non potrà che considerare un valore il pluralismo delle organizzazioni economiche e sociali dovrà coltivare rapporti amichevoli con una pluralità di soggetti eccone alcuni anche forme strutturate di consultazione periodica ma da una chiara posizione di reciproca indipendenza in secondo luogo mentre non può essere concepito come una confederazione di correnti
Dovrebbe avere una struttura federale in realtà sappiamo che
Anche nei Paesi europei nei quali dei partiti europei nei quali l'autonomia statutaria delle unità regionali è molto ampia le strutture organizzative tendono alla fine ad assomigliarsi
Proprio per questo non c'è nessuna ragione per pretendere una perfetta uniformità in partenza fatti salvi i principi della partecipazione di cui ho già detto i meccanismi di formazione degli organi nazionali di cui dirò più avanti il partito democratico dovrebbe riconoscere a ciascun articolazione regionale una piena autonomia nella scelta dei modelli organizzativi infine l'ultima decisiva sfida il partito democratico serve a dare compimento alla transizione verso una matura democrazia governante il pluralismo interno deve essere quindi ricondotto ad una chiara sintesi un momento prima di presentarsi di fronte agli elettori e nel momento in cui si esercitano responsabilità di governo
Non ci sono singoli casi storici di altri partiti che possiamo che possono fare precisamente da modello ma si intende che i casi comparabili con l'oggetto di cui stiamo parlando solo i partiti a vocazione maggioritaria
Quei partiti cioè che nelle grandi democrazie a forma di governo parlamentare si candidano a dare al loro Paese una guida solida è un governo di legislatura
Se guardiamo ai maggiori partiti spagnoli britannici e tedeschi capiamo subito quale la direzione da prendere e quali sono le eredità del passato che dobbiamo superare
Per dirla senza troppi giri di parole sotto questo profilo i nodi principali sono due la ricomposizione della leadership di partito e di governo la reale contendibilità e dunque il periodico ricambio della leadership stessa
La storia dei grandi partiti italiani da prima Repubblica è fatta di leadership fortissime ma non contendibili nel caso del PC
E nel caso della DC di leadership contentini BT Varese progressivamente più deboli cioè sempre meno espressive di un chiaro indirizzo politico dalla disgregazione in correnti
Quei partiti hanno inoltre teorizzato con giustificazioni diverso la distinzione tra le massime cariche di partito e le massime cariche istituzionali
La DC nome di un'autonomia delle istituzioni dal partito il PC per affermare la supremazia del partito rispetto ai ruoli istituzionali
Ora la seconda tesi appare oggi culturalmente improponibile la prima come è noto non ha mai in realtà ha difeso le istituzioni da una penetrante colonizzazione da parte della politica la distinzione servirà piuttosto a tenere separate le sorti dei complicati equilibri interni al partito dagli e tre tanto complicati e precari equilibri di coalizione
Il partito democratico per fare il mestiere che gli spetta se vuole parlare con una voce autorevole e credibile agli italiani
Deve superare le distinzioni di comodo tra cariche di partito le cariche istituzionali e deve avere leadership al tempo stesso forti e contendibili
Deve avere leader costretti a sottoporsi periodicamente al vaglio di un'ampia platea di sostenitori oltre che degli elettori
Personalmente direi che le posizioni di vertice come quelle nei voli parlamentari dovrebbero anche essere vincolate ad un vero e proprio il limite statutario la reiterazione dei mandati
Dopotutto basta pensare la traiettoria dei leader politici più talentuosi infortunati degli ultimi trent'anni da Tony Blair a Bill Clinton da Felipe Gonzales Helmut Kohl
Per capire che l'eccesso di continuità ha danneggiato la loro stessa immagine oltre che la loro parte politica non a caso quello tra i quattro diverse citati
Che ha conservato nonostante l'incidente di percorso la migliore reputazione e proprio secondo Bill Clinton costretto ad abbandonare la presidenza dopo otto anni da un vincolo costituzionale
Seguito da Tony Blair mentre gli ultimi due sono usciti di scena
Più tardi che peggio nonostante
Grande grandi realizzazioni che hanno
Potuto svolge vantando Amanda
Credo quindi che la scelta del leader debba essere affidata come ormai accade in molti paesi europei
Al voto diretto che segreto degli aderenti anche di quelli che chiedono di aderire al momento stesso del volto
Le candidature a componente del massimo organo inviso interno che chiamerò convenzionalmente consiglio federale dovrebbero essere esplicitamente formalmente collegate con le candidature alla carica di primo
Penso infine che sarebbe opportuno prevedere statutariamente lo svolgimento di conferenze programmatiche periodiche ad esempio ogni due anni nel corso delle quali i dirigenti del partito siano chiamati a dare conto alla base associativa conti possibilità di contraddittorio
Dei contenuti e dei risultati dell'azione svolta all'interno delle istituzioni con siccome dei progetti per il biennio successivo
Mi pare questi sia dei modi più efficaci per valorizzare la partecipazione per evitare il pluralismo interno si fossili zitto non le attuali appartenenze magari degeneri del correntismo
E dare al partito democratico la solita leadership di quel bisogno per parlare al Paese il presidente di un partito sostenuto dal largo consenso elettorale che ci attendiamo
Ed eletto direttamente da un'ampia base di aderenti sarebbe ovviamente
Il candidato naturale alla guida del governo o comunque se ce ne fosse ancora bisogno sarebbe il candidato unico del partito democratico alle primarie di coalizione
Lo stesso modello potrebbe valere con adattamenti anche per gli altri livelli territoriali essendo chiaro tuttavia che più si scende verso livelli territoriali circoscritti meno è possibile immaginare che vi sia coincidenza tra responsabilità di partito
E responsabilità istituzionale
Una ragione in più per ritenere che il partito democratico dovrebbe impegnarsi ad istituzionalizzare la pratica delle primarie per la selezione dei candidati a presidente di Regione presidenti di Provincia e sindaci
E il modo migliore per affermare l'autonomia delle diverse componenti territoriali per promuovere un rimescolamento delle vecchie identità ricambio della classe dirigente
Per non disperdere il grande potenziale di partecipazione che abbiamo tutti visto in moto l'anno scorso più o meno di questi tempi
Credo che occorra però guardarsi anche da alcuni possibili rischi le primarie hanno senso fanno bene ai partiti possono favorire il ricambio
Danno un surplus di legittimazione e credibilità i candidati in vista degli appuntamenti elettorali quando è plausibile attendersi che a votare siano molti di più
Di quelli che possono essere personalmente mobilitati attraverso le reti organizzative tifava aspira a fare politica per professione
Si tratta quindi a mio avviso di difendere lo strumento preziosissimo delle primarie da un doppio rischio
Da un lato che vengano praticate a macchia di leopardo solo quando in realtà non ce ne sarebbe bisogno e cioè quando l'esito viene ritenuto a torto o a ragione prevedibile dall'altro al contrario bisogna evitare che ad usarle troppo spesso perché a righe che non sollecitano l'interesse di una pasta platea di del elettori perdano di significato e che finiscono per essere la versione riveduta e corretta della lotta per le tessere o per le preferenze tra personalità occorrenti dello stesso partito
Che in altri termini piuttosto che rafforzare la coesione e la solidità dell'indirizzo politico generale del partito finiscano per incentivare l'esatto contrario
In conclusione l'Italia il centrosinistra hanno bisogno di un partito anti oligarchico culturalmente plurale adeguato alla sfida del Governo
Un partito del genere può nascere se sarà aperto ad una lesione compatibile con livelli differenziati di attivismo
Che offre a tutti gli aderenti la possibilità di intervenire in maniera diretta puntuale ed efficace nel momento in cui vengono prese le decisioni cruciali
Riguardo alla scelta dei leader e dunque all'indirizzo politico se il pluralismo di cui animato l'Ulivo si tradurrà in un dibattito culturale di facce costruttivo
In investimenti concreti nell'elaborazione programmatica nella formazione
Se i meccanismi della rappresentanza interna saranno disegnati in modo da favorire l'emergente di un chiaro indirizzo politico posto né mani di leadership forti ma contendibili
Chiamate ad un periodico rendiconto sui contenuti e sui risultati dell'azione svolta all'interno
Naturalmente la realizzazione di questi obiettivi non dipende soltanto dalle regole che il Partito Democratico si farà suo interno la tenuta del Progetto e la realizzazione di quelle Dini guida sono legate a doppio filo al contesto istituzionale
E difficile pensare ad un partito per la democrazia governante se le regole del gioco istituzionale dovessero continuare ad inibire piuttosto che a favorire la costruzione di sole di governi di legislatura
Se dalla democrazia dell'alternanza si dovesse torna la democrazia del negoziato così come se dovessero continuare troppo a lungo ad operare tutti quei meccanismi che dalla pessima legge elettorale varata nel due mila cinque
A sistema finanziamento pubblico dei partiti e regolamenti parlamentari e consiliari premia no il frazioni ISMU piuttosto che incentivare la creazione di soggetti politici unitario
Il partito democratico e quelli che sinceramente aspirano affondarlo non possono insomma che schierasse in maniera coerente decisa a difesa del bipolarismo per la rete promozione di regole istituzionali ed elettorali coerenti con il principio maggioritaria ciò detto qual è il passo giusto per iniziare in che modo e con che ritmo
La risposta non è estranea al tema della forma partito perché dal modo in cui si parte dipenderà all'imprinting del modello organizzativo che del resto non a caso il terzo dei temi messi all'ordine del giorno di questo convegno da Romano Prodi nella sua lettera di invito riguarda insieme la forma partito e il processo costituente
Quanto a ritmo mi pare sia in larga misura imposto dalle scadenze elettorali nel due mila nove ci saranno le europee nel due mila dieci e regionali sono del due mila undici come tutti ci auguriamo né elezioni politiche ma per arrivare a una prova del due mila undici con un partito rodato già nel due mila nove gli elettori dovrebbero trovare per la prima volta sulla scheda il simbolo dell'Ulivo come emblema del partito democratico
Questo ci fa presumere che non più tardi all'inizio del due mila otto dovrebbero in storia bensì da su qualche organo costituente a cui vengono rimandati alcuni compiti fondamentali
Approvare la Carta dei Valori documenti statutari predisporre le procedure per la prima attuazione dello Statuto stesso
Con la costituzione degli organi però centrale riconoscimento articolazioni territoriali
Il nodo principale della transizione riguarda dunque la modalità di composizione dell'organo costituente
Per farla breve credo si possono isolare due distinti modelli in base ad un primo modello l'organo costituente potrebbe essere formato da delegati dei partiti ed eventualmente di altre realtà associative
Le quali avendo stipulato tra loro un patto federativo decidono di dar vita al nuovo soggetto politico
Questo modello prevede la ripartizione dei seggi in base a quote informalmente prestabilite su basi pattizia dagli attuali partiti
Con l'eventuale attribuzione di una quota di seggi ad altri soggetti si noti che questa quota verrebbe concessa in ultima analisi per cooptazione dato che non esistono criteri oggettivi per selezionare le associazioni da coinvolgere per misurare la loro rappresentatività
Questa soluzione presuppone peraltro che la membership delle associazioni in questione si è distinta e diversa dalla membership dei partiti perché in caso contrario quegli associati ma non altri sarebbero rappresentati due o più forte
L'alternativa a mio avviso preferibile consiste nell'adottare sin da subito il principio una testa un voto con il quale si definisce sin dall'inizio un'appartenenza nuova
Il modello potrebbe ricalcare quello che ho già indicato per la fase ordinaria nella seconda domenica di ottobre del due mila sette per esempio
Tutti i cittadini italiani che condividono il progetto potrebbe essere chiamati a sottoscrivere un documento di intenti una pressione minima è transitoria per lo statuto pagare un acconto di cinque euro autorizzare l'iscrizione del loro nome nell'albo dei sostenitori del partito democratico
Votare per l'elezione dei componenti del Consiglio federale a cui viene attribuito un mandato costituente e in maniera congiunta per il primo presidente del partito
Si noti che una simile modalità di formazione dell'organo costituente non esclude che in questa fase alle componenti partitiche che lasciano generosamente il passo al nuovo soggetto venga dato un adeguato riconosce i componenti non si offenderà ricostituente potrebbero essere eletti nell'ambito di collegi regionali in ciascuno dei quali si assegnano pochi seggi sulla base di liste bloccate ma corte che rendono quindi visibili perché elettori i nomi dei candidati
La le liste sarebbero univocamente collegato ad un candidato alla carica di presidente del partito sarebbero dunque verosimilmente il frutto di un accordo tra le componenti partitiche ed associative che esprimono quella candidatura
Voglio dire che il secondo modello
E la preferenza per il principio una testa un voto rispetto all'ipotesi di un puro accordo privatistico tra i partiti esistenti non implica necessariamente né lo smantellamento delle attuali classi dirigenti nell'azzeramento delle storie politiche culturali del passato
Né tanto meno l'idea che sia oggi utile una battaglia che sarebbe oggi solo Autori sionista tra correnti tra partiti o tra partiti e movimenti a chi ha più consenso nel mitico popolo delle primarie
L'adozione sin da subito del principio una testa un voto oltre ad essere importanti in se stesse in quanto da un segno di cosa il partito democratico vuole essere
Serve a rendere più partecipata più trasparente e più solida e più credibile l'impresa
Sarebbe un modo per dare gambe solide un cambiamento epocale nella politica del nostro Paese
I balordi su una brillante politologa della che ne discuto scarsamente
Ha proposto una suggestiva distinzione che io credo sia utile per esprimere in cosa consiste questo cambiamento
La norma estingue tra Bridge cintati in sé Bounty Industries tra partiti che creano ponti e partitiche tendono a marcare i propri consigli
I primi allignano nelle democrazie competitiva improntate al principio maggioritario i secondi in quelle improntate al principio proporzionale
I partiti italiani anche quelli nati dopo il mille novecentonovantadue seppure in misura diversa hanno mantenuto con tutta evidenza nel loro DNA l'attitudine a marcare confini piuttosto che a costruire ponti
Ad andare alla caccia di un circoscritto segmento dell'elettorato e poi coltivare l'attaccamento di quell'elettorato i propri simboli attraverso segnali di visivi attraverso l'attitudine a distinguersi a prendere le distanze dal Governo
Otto alla coalizione di cui sono parte
Piuttosto che a prospettare un progetto di largo respiro per il Paese e a cercare di tenere unito
La dannazione della politica italiana espressa fino al parossismo della carrellata di dichiarazioni che ci servono quotidianamente telegiornali del mezzogiorno e della sera
Continua ad essere inflazionistico incapacità di elaborare visioni condivise la mancanza di un senso di responsabilità collettiva di un nei confronti di un progetto di lungo termine per migliorare il Paese
La continua ricerca di muretti di sostegno ideologico dietro i quali coltivare piccole rendite di posizione
Il partito democratico assenso in sintesi se serve a superare la sindrome italica del frazioni Isma'se serve ad abbattere muri via costruire ponti a rimescolare le vecchie appartenenze e creare nuovo consenso su coraggiosi ipotesi di innovazione
Per una società che di innovazione ricambio della classe dirigente e progetti di lungo termine ha un disperato bisogno a nessuno sfugge che a questo scopo la forma è sostanza
Credo che le tre relazioni abbiano tanto ampio spazio per dei gruppi di lavoro concreti ed efficace
Ringrazio i tre oratori
Invito immediatamente i presenti a raggiungere
Gli uomini stabiliti per
I gruppi di studio in modo da non sprecare il poco tempo che noi abbiamo finora abbiamo finito nel tempo dovuto andiamo avanti in questo modo qualcuno dovrà indicare con precisione il luogo con cui si deve andare