11 GIU 2023
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La nuda verità - Il corpo, la politica del corpo, il corpo della politica

RUBRICA | di Maria Antonietta Farina Coscioni - Radio - 19:29 Durata: 27 min 18 sec
A cura di Stefano Chiarelli e Delfina Steri
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Il corpo, la politica del corpo, il corpo della politica la sintesi della puntata de La nuda verità di domenica 11 giugno.

Che anticipa due temi "Morti nelle carceri" e "Il diritto d'aborto: a 45 anni dalla legge 194" voluti al Festival del giornalismo ‘23 di Ronchi dei Legionari organizzato dalla Associazione Leali delle Notizie.

Proviamo a pensare alle persone che abbiamo conosciuto che si sono suicidate e chiediamoci cosa avremmo potuto fare.

Questo l’interrogativo.

Per chi è distante anni luce da un istituto di pena, da una residenza per l'esecuzione della misura di sicurezza e per chi
invece ci sta dentro o ci lavora.

Suicidi in carcere, e le violazioni per il mancato impedimento.

Suicidi in carcere e comportamenti delle istituzioni del nostro Paese, che non hanno profuso tutte gli sforzi che erano ragionevoli attendersi per impedire il suicidio di un detenuto con segni di debolezza psichica.

Il numero di suicidi in carcere impressiona.

È un numero importante, avendo raggiunto un livello senza precedenti nel 2022.

Sono 23 i suicidi in carcere in questi primi mesi del 2023.

Sono state 85 le persone che si sono tolte la vita all’interno di un istituto penitenziario nel corso del 2022 - su 214 morti totali - cioè una persona ogni quattro giorni.

Suicidi in carcere, REMS, Consiglio d'Europa, Corte Europea dei diritti dell'Uomo...

il "fare" in politica - come i luoghi per le persone - conta solo se al centro ci sono gli esseri umani.

E cosa dire dell'applicazione della legge 194 in tema di aborto a 45 anni dalla sua approvazione? Circa otto ginecologi su dieci sono obiettori di coscienza.

Molte donne hanno difficoltà ad accedere alla interruzione volontaria di gravidanza.

Tasso di natalità e fecondità tra i più bassi di sempre.

Ci sono 1800 consultori, il 60% in meno di quanto stabilito dalla legge.

Questo impedisce a molte donne e adolescenti di rivolgersi a tali strutture.

C’è logica nel malumore da parte del Governo verso la (non ancora attuata) scelta dell’Agenzia Italiana del Farmaco per la gratuità della pillola anticoncezionale? Si dice, a ragione, che è meglio scongiurare aborti e interruzioni di gravidanza.

Perché si fa di tutto e di più per boicottare questo provvedimento che si ispira a una ragionevolezza perfino elementare è qualcosa che non si comprende.

Tutti coloro che si dichiarano contrari all'aborto dovrebbero essere in prima fila a chiedere informazione sessuale, pillola, anticoncezionali.

Una cosa è certa: il proibizionismo non farà certo nascere più bambini.

Il messaggio che occorre dare è questo: il reale strumento antiabortista non è l’obiezione, praticata da un numero di medici sempre maggiore, ma è la contraccezione.

Più contraccettivi meno aborti.

Più informazione, meno aborti era e continua a essere la parola d'ordine del Partito Radicale.

Particolari che incidono sulla condizione femminile in generale.

Certo se si considera che solo il 1 febbraio 1945 è stato emanato il decreto che conferiva il diritto di voto alle italiane maggiorenni (e allora la maggiore età era a 21 anni) si capisce che tanto si è fatto.

Però nel lavoro in tante situazioni le donne sono discriminate e pagate meno degli uomini; e ancora non siamo riuscite a scardinare una certa cultura maschilista che vede la donna come un oggetto da usare e abusare.

Basterebbe pensare ai tanti casi gravissimi di violenza fisica e psichica di cui siamo vittime.

Violenza, crudeltà e morte che si consumano esattamente in quel "privato" che si vuole intoccabile.

Violenze e crudeltà anche quando sono una quantità di vere e proprie violenze invisibili, più odiose, inaccettabili e insultanti per le donne, spesso costrette a subirle in silenzio.

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