Rassegna stampa estera

Porgiamo risolutori di radio radicale giovedì nove novembre questo l'appuntamento con la rassegna dalla stampa internazionale a cura di David Carretta anche quest'oggi apriremo con il Medioriente la situazione
A casa la risposta di Israele l'attacco del sette ottobre di amasse in particolare
Leggeremo due conventi primo pubblicato dall'immonda firma Gil pari sull'Autorità palestinese a cui si rivolgono oggi americani europei per trovare una pace
Il problema è che questa Autorità palestinese guidata da Mahmoud Abbas e totalmente screditata servirà dunque un investimento diplomatico considerevole per uscire in qualche modo dal vicolo cieco
In cui si trovano quelli che vengono definiti i moderati palestinesi e poi leggeremo dal Financial Times su un intervento di Adam Tours storico dell'economia opinionista anche del quotidiano della City
Secondo il quale non ci sarà pace in Medioriente senza politica questa è la lezione che tutti dovrebbero trarre dalla soluzione che fu trovata per il dopoguerra in Europa che cosa significa politica significa anche la capacità di riconoscere la i drammi dell'altro e assumersi la responsabilità di ciò che si è fatto del danni che si sono fatti a agli altri popoli agli altri stati
Parleremo anche di guerra della Russia contro l'Ucraina lo faremo in particolare con l'ibernazione che ieri pubblicava tutto uno speciale con diversi inviati sul campo di battaglia per descrivere lo stallo in cui si trova questo conflitto e anche lo sgomento questo il titolo di un editoriale
Di fronte allora alla prospettiva di una guerra prolungata sgomento per i cittadini ucraini e infine parleremo di Portogallo dove il primo ministro socialista Antonio Costa è stato costretto a dimettersi per un'inchiesta di corruzione
Terremoto in Portogallo il titolo dell'editoriale di El Pais che vi proporremo cominciamo però dal Medioriente e dalle mondo Gil pari il ricorso al non c'è niente di meglio il titolo
Di questo con mento e verso un'autorità palestinese screditata che americani europei si rivolgono oggi per trovare una pace
Perché per mancanza di meglio dopo la guerra tra Hamas e Israele e i Paesi occidentali vogliono rilanciare l'idea di una soluzione due Stati
Ma appoggiarsi sull'istituzione presieduta da Mahmoud Abbas non li dispenser a da un investimento diplomatico considerevole
Scrive Gil pari la negligenza diplomatica a un prezzo molto elevato dal settore dove dal ritorno dello spargimento di sangue sulla questione palestinese
I Paesi che da tempo si sono associati alla ricerca di una pace duratura tra Israele e quello che potrebbe diventare uno Stato palestinese
Hanno misurato il costo di un decennio di disimpegno niente lo incarna meglio dell'indebolimento dell'istituzione presieduta da Mahmoud Abbas negli ultimi diciotto anni questa autorità palestinese autonoma di interim era stata creata nel mille novecentonovantatré con la dichiarazione di principio degli accordi di Oslo il la la sua durata
Doveva essere transitoria cinque anni durante i quali le due parti avrebbero dovuto concordare i contorni di uno Stato palestinese
Ma il temporaneo durato diciotto anni e soprattutto è andato alla deriva
Senza che nessuno se ne interessasse davvero il Paris sulle mondo ricorda che il colpo di stato di Hamas a Gaza nel due mila e sette proprio contro l'Autorità palestinese
Avvenne un anno dopo le elezioni in cui lo stesso Hamas trionfo
Approfittando già di un voto di sfiducia nei confronti dell'Autorità palestinese quella vittoria colse di sorprese sostenitori americani ed europei di un processo di pace già in pessime condizioni
Questo ultimo venne poi affidato per un certo periodo alla formula prima la Cisgiordania
In sostanza la Costituzione su questo territorio quello dalla Cisgiordania di un Proto stato inattesa della ripresa dei negoziati
La parentesi della gestione esemplare incarnata dal primo ministro Salam tagli ed tra il due mila sette due mila e tredici con cui abbassa la fine ruppe
Sì si chiuse per mancanza di orizzonte politico minimo ed allora saldamente ancorato il potere in Israele beniamini Netanyahu ha fatto tutto il possibile per seppellire
Definitivamente il processo di Oslo
Questo vuoto aperto la strada
A Ramallah al potere personale quello di Mahmoud Abbas e dei suoi con tentazioni autoritarie
All'interno di questa autorità palestinese c'è stata anche l'ossificazione di fatta in passato la spina dorsale dell'Organizzazione per la liberazione della Palestina
Dalla repressione degli oppositori al rinvio permanente delle elezioni questa disintegrazione è stata tollerata come il male minore a Washington e nelle capitali europee
Ed è proprio a questa autorità palestinese screditata incarnata da un uomo di ottantasette anni che ha ripetuto
Il sette settembre scorso i peggiori stereotipi antisemiti che americani ed europei oggi sono costretti a rivolgersi in mancanza di qualcosa di meglio
Anthony Blinken il segretario di Stato americano prevede che l'Autorità palestinese svolga un ruolo centrale Gaza una volta completata l'offensiva israeliana in corso
Ma l'opzione di sostituire Hamas con una autorità palestinese moderata capace rappresentativa come ha detto Blinken
Si trova di fronte a numerosi ostacoli il potere di Mahmoud Abbas non soddisfa l'incerto il criterio della rappresentatività
Un sondaggio dell'istituto palestinese PSR pubblicato in settembre
In occasione del trentesimo anniversario degli accordi di Oslo mostra che quasi l'ottanta per cento degli intervistati vuole che Abbas si dimetta
L'esperienza in Cisgiordania di Salam Fayad che ha beneficiato di un forte sostegno politico internazionale di un massiccio sostegno da parte dei donatori finanziari
Ha mostrato qual è il principale difetto dell'Autorità palestinese nata per sostenere una transizione non è mai stata in grado di gestirla pienamente e questo a causa della mancanza di reali poteri sovrani
La sua autorità è sempre stata limitata le città palestinesi mentre la maggior parte della Cisgiordania rimane sotto il controllo di Israele
Il primato delle considerazioni di sicurezza israeliane ha rappresentato un freno costante all'economia palestinese
Queste disfunzioni intrinseche spiegano tanto la deriva di Mahmoud Abbas quanto il suo
Discredito tra i palestinesi che paradossalmente godevano di una libertà di movimento molto più ampia prima degli accordi di Oslo
Le conclusioni dice il pari sulle mondo dopo le cataclisma del sette ottobre e nel momento in cui l'esercito israeliano persegue l'obiettivo dichiarato di sradicare Hamas da casa
Il riferimento all'Autorità palestinese sulla bocca di responsabili americani europei eh costantemente accompagnato dall'invocazione della soluzione dei due Stati
Se non è possibile alcuna ricorso all'Autorità palestinese senza una soluzione due Stati la semplice invocazione di questa soluzione non sarà sufficiente a restituire legittimità e credibilità
Proprio all'Autorità palestinese
Secondo l'organizzazione israeliana Peace Now sotto l'impulso della colonizzazione disperazione fondamentalista
Il numero di israeliani che si sono insediati nei territori occupati è più che triplicato dagli accordi di Oslo e questo movimento un tempo marginale oggi si trova al cuore del potere dello Stato ebraico
Nell'ultimo anno ancor prima del sette ottobre l'esercito israeliano ha ripreso le sue incursioni mortali all'interno delle zone palestinesi teoricamente autonome sempre in nome di criteri di sicurezza insomma
Per sperare di fermare il meccanismo in atto in Cisgiordania volto a bloccare la strada a una soluzione politica
Ci vorrà molto di più di un'Autorità palestinese
Indebolita come mai prima Dora sono essenziali considerevoli investimenti diplomatici da parte di americani
Europei così dice il pari su le Monde di oggi un altro commento che vale la pena quanto meno leggere in modo parziale
E quello pubblicato oggi dal Financial Times a firma Adamo Tusa che uno storico dell'economia oltre che essere opinionista del quotidiano della City
Non ci sarà pace in Medioriente senza politica questa è la lezione che tutte le parti dovrebbero trarre dalla soluzione trovata per il dopoguerra in Europa
Scrive Tusa la guerra ideale del diritto internazionale se si può usare un'espressione del genere e quella combattuta tra Stati ma cos'è lo Stato
Hamas non è uno Stato eppure la maggior parte delle persone descrive ciò che sta accadendo a casa proprio come una guerra
Le guerre reali sono alimentate da forze che fanno esplodere in con i confini dello Stato cioè nazionalismo religione odio etnico o razziale e politica allo stesso tempo i confini della guerra sono stati estesi e sono stati sfumati dall'evoluzione delle tecnologie di morte dal moschetto
Fino alla cintura esplosiva kamikaze il Medioriente non fa eccezione alla regola della guerra mista gas è un conflitto nazionale etnico e religioso
E anche un conflitto politico i sostenitori di Israele ne celebrano la democrazia mentre i partigiani della causa palestinese la vedono come una lotta per la liberazione nazionale
Non è solo l'orrore degli omicidi a rendere così difficile il dialogo su Gaza
è il fatto che come dice la sociologa Eva Illuzzi d'non esiste un contesto comune ma diversi contesti disgiunti
L'Olocausto e la Nakba un brutale pogrom e un bombardamento indiscriminato
Di conseguenza l'atto di contestualizzare inclusa l'invocazione delle leggi della guerra convenzionale e inevitabilmente un atto politico carico emotivamente e le cose non diventano più facili
Quando pensiamo a ciò che verrà dopo la guerra scrive Adam Tusa
Come si concludono i conflitti moderni l'accordo in Europa occidentale sotto la supervisione americana dopo il mille novecentoquarantacinque di cui la Fondazione di Israele un'estensione mostra quanto elaborato debba essere un ordine di pace
E quanto dolorosi e contraddittori sono i compromessi che anche una buona pace comporta la soluzione del dopoguerra era ancorata a principi universali incarnati nelle Nazioni Uniti e e scritti ad esempio nella costituzione della nuova Germania
Si trattò tuttavia di una soluzione politica raggiunta nell'ambito di uno scontro tra Stati Uniti e Unione Sovietica
E attraverso lunghi negoziati tra i Paesi europei ma anche tra la Repubblica di Bonnie Israele e il congresso mondiale ebraico
Quella soluzione si vaso non solo su valori e politica ma anche sulla schiacciante vittoria degli Alleati
Che cancellarono il Terzo Reich e poi costruirono ricostruirono due sovranità tedesche
Ciò avvenne dopo la conferenza di Potsdam
Nella quale gli alleati approvarono lo spostamento forzato l'allontanamento forzato della popolazione tedesca dall'Europa orientale
Dodici milioni di persone cioè il più grande riassetto etnico nella storia europea
L'assorbimento e la pacificazione degli tra virgolette espulsi tedeschi fu uno dei più grandi successi politici della democrazia della Germania accidentale un atto di autodisciplina
Politica facilitato dal miracolo economico quando i tedeschi parlano di fare i conti col passato parlano anche del confine con la Polonia questo edificio ambigue Complesso
E l'ideale che è stato sostenuto anche da Shimon Peres negli anni mille novecentonovanta quando evocava la promessa di un nuovo Medio Oriente cioè una soluzione politica che consentisse la
Di ferite profonde guarite dalla crescita economica
Nella nostra realtà da incubo invece siamo perseguitati da qualcosa di infinitamente peggiore cioè la paura di Cartagine una sconfitta che cancelli
Gli sconfitti anche dalla memoria questo ciò che Israele ha capito nelle ore terribili dell'ENI dell'incursione di Hamas questo ciò che teme la popolazione di casa sotto la pioggia incessante delle bombe la paura di una fine assoluta la domanda ora e come e in quale forma la politica può moderare il gioco simmetrico dalla violenza
La forza militare può creare fatti sul terreno l'economia può aiutare ma nessuno dei due elementi da solo garantisce la pace per la pace abbiamo bisogno della politica in tutte le sue forme in tutte le sue se di così tra l'altro ad avventuroso
Sul
Financial Times da un conflitto ci spostiamo un altro cioè la guerra della Russia contro l'Ucraina
Con Liberazione un editoriale di ieri proposito dello stallo che si è venuto a creare sulla linea del fronte sgomento il titolo in questa guerra nessuno osa
Più chiedere il cessate il fuoco lunga più di mille chilometri la linea del fronte tra i due eserciti praticamente non si è mossa dall'inizio della famosa controffensiva Ucraina giugno
L'attacco lampo che avrebbe dovuto restituire a Kiev di suoi territori se non addirittura di riconquistare la Crimea
Ma niente è andato come previsto mentre si prepara a combattere un nuovo inverno l'esercito ucraino deve costantemente rifornire le sue unità contagia almeno duecento mila tra morti e feriti anni luce dall'Ucraina un'altra guerra attira l'attenzione dei grandi del mondo i media le ONG le cancellerie l'opinione pubblica
E soprattutto lo zio Sam l'America
Giù vai tempo affermare il suo sostegno a due democrazia attaccate dei loro vicini ma il micidiale attacco di Hamas essenzialmente avvantaggia Vladimir Putin che condivide con l'organizzazione palestinese un'alleanza militare con l'Iran
Putin del resto si è affrettato a condannare Israele a paragonare il brocco israeliano di Gaza all'assedio di Leningrado da parte dei nazisti durante la Seconda guerra mondiale
Nessuno chiede più a più appunto in un cessate il fuoco che comunque non ha intenzione di concedere nessuno pubblica il bilancio delle vittime civili a Zappoli già o Kharkiv viva civili uccisi
Anche questa settimana dei missili di Putin la domanda per Liberazione quante vite
Ucraina e sarebbero state salvate se Volodymyr Zaleski
Avesse ottenuto i missili americani carri armati europei lie non Drome israeliano o che aveva richiesto non lo sapremo mai
Ma i nostri giornalisti sul posto hanno potuto constatare lo sgomento degli ucraini di fronte ad una guerra che non finisce mai e che non lo siamo ancora chiamare sconfitta se gli alleati occidentali non si uniranno e non si muoveranno l'Ucraina vivrà un altro terribile inverno il prossimo hanno così tra l'altro
Libera sino avverte dei rischi delineazione da parte degli occidentali alla fine la stanchezza di questa
Guerra iniziata il ventiquattro febbraio del due mila ventidue per chiudere invece un accenno alla Portogallo dove si è dimesso il premier socialista Antonio Costa per un'inchiesta di corruzione ed è un terremoto come scriveva ieri El Pais in un editoriale le le dimissioni
Del primo ministro portoghese Antonio Costa indagato in uno scandalo di corruzione rappresentano un terremoto politico in un Paese dell'Unione Europea che negli ultimi anni era diventato un esempio di normalità istituzionale e stabilità democratica
Costa che si è detto innocente ha spesso la disponibilità a collaborare con la giustizia ha presentato al Presidente della Repubblica il conservatore Marcelo rende lode Susan le sue dimissioni dall'incarico e annunciato di rinunciare a una nuova candidatura
Alle probabile nuove elezioni anticipate
Lo scorso anno costa aveva ottenuto la maggioranza assoluta dei lezioni ora invece si apre inaspettatamente un periodo di incertezza politica
In uno dei partner strategici della della Spagna cioè cioè il il Portogallo Portogallo che tra l'altro ricorda il Paese è una storia di Successo viene spiegato in questa editoriali sintesi l'inchiesta legata fondamentalmente a diversi Progetti uno meglio due di estrazione del litio un altro
Un altro invece idrogeno verde coinvolto il capogabinetto di Costa Vittore Scalia nonché un imprenditore che è stato anche consigliere del primo ministro socialista
Sebbene si tratti di un grave scandalo politico occorre dire due cose in primo luogo l'atteggiamento di Costa
Si è dimesso
Perché consapevole dei danni che la permanenza in carica durante un intralcio indiziario potrebbe arrecare alle istituzioni del Paese e questo è positivo
E poi di c'è un ruolo moderatore del Presidente della Repubblica il quale non ha drammatizzato
Ha convocato tutti i partiti presenti in Parlamento
Solo dopo aver consultato tutti probabilmente
Convocherà nuove elezioni insomma qual è il messaggio cittadini portoghesi è che le istituzioni del Paese funzionano e sono pronte ad affrontare questa crisi
Ci fermiamo per oggi da David Carretta una buona giornata con radio radicale