Rassegna stampa estera

Buongiorno agli ascoltatori di radio radicale giovedì tredici febbraio questo l'appuntamento con la rassegna della stampa internazionale a cura di David Carretta in apertura quest'oggi la guerra della Russia contro l'Ucraina ieri
La telefonata tra il Presidente americano Donald Trump e Vladimir Putin telefonata
Che lo stesso Trump aveva definito produttiva annunciando che ci saranno negoziati immediati
E soprattutto mostrando un certo calore nei confronti del leader Rousseau nel frattempo il suo Segretario alla Difesa
Sempre ieri ha fatto un intervento alla NATO molto netto fondamentalmente dicendo tocca agli europei occuparsi dell'Ucraina ma non solo anche della sicurezza dell'Europa
Un disimpegno che non è un'uscita ma è un disimpegno dalla NATO leggeremo un commento pubblicato dal Financial Times di Sylvie Kauffmann Trump costringe l'Europa al momento della verità sull'Ucraina il peggior incubo dei leader del continente è un accordo tra Putin e il presidente americano sopra le loro teste e vi segnaliamo almeno nel sommario
Un intervista pubblicata dall'Economist al presidente ucraino Volodymyr Zeeland dischi in cui evoca lo stesso scenario cioè un accordo alle spalle
Dell'Ucraina
Poi parleremo delle relazioni commerciali tra Europa e Stati Uniti dunque sempre di Trump con El Pais
Che in vita la Commissione europea ad essere più ferma nella sua reazione al i dazi imposti da Trump
Nel frattempo sempre a proposito di Trump continua il dibattito su crisi costituzionale o meno visto ciò che sta facendo il Presidente americano sul piano interno
Chiuderemo con l'Italia nel mondo ieri ha pubblicato un'analisi del corrispondente da Roma alla Cabal su Giorgia Meloni che rafforza sì la sua popolarità ma mettendo in discussione la Democrazia italiana il Presidente del Consiglio esponente dell'estrema destra propone una narrazione efficace basata su una visione plebiscitaria della democrazia
Senza esitare a presentare le istituzioni e i contropoteri come degli ostacoli alla sua azione che è una tendenza come dire abbastanza generalizzata tra i leader di una certa destra ed estrema destra
In Europa e oltre Atlantico partiamo però dall'Ucraina con un commento di Sylvie Kauffmann la di le monde ma pubblicato dal Financial Times
Tanto costringe l'Europa al momento della verità sull'Ucraina il peggior incubo dei leader del continente un accordo tra Putin e il Presidente americano sopra le loro testé
Scrive Kaufman al termine di una conferenza sulla storiella libertate venuta la scorsa settimana presso l'università della Sorbona Parigi lo storico americano Timothy Snyder ha rivolto questo messaggio agli europei
Se verrà raggiunto un accordo di cessate il fuoco in Ucraina dovrete mettere tutto ciò che avete a disposizione
A favore dell'Ucraina
L'adesione all'Unione europea le truppe massicci Investimenti altrimenti vivrete per sempre
Nell'ombra della guerra questa è l'ora dell'Europa perché gli Stati Uniti non faranno nulla giunto Timothy Snyder
E non è andato secondo Sylvie Kauffmann non ha bisogno di essere convinto in Europa le discussioni sulla guerra delle russe in Ucraina sono bruscamente cambiate il ritorno di Trump e l'apertura del presidente ucraino Volodymyr Zaleski ha una soluzione negoziata hanno creato una nuova situazione molto più volatile
Sostenere l'Ucraina per tutto il tempo necessario mantra degli europei da quasi tre anni
Perde credibilità quando il principale alleato cioè gli Stati Uniti abbandonerà il coro la disponibilità di Trump a porre fine alla guerra tenendo all'oscuro gli europei su come intenda farlo
Pone il leader del continente di fronte a un enorme sfida l'incubo peggiore del presidente macro condiviso da molti dei suoi omologhi
è un accordo russo americano alle spalle degli ucraini e degli europei una tradizione diplomatica che per essere onesti precede Trump macro ha rivendicato una vittoria iniziale quando aveva organizzato un incontro tra Zaleski e tratta i margini della riapertura la Cattedrale di Notre Dame a dicembre quella conversazione apparentemente aveva aiutato Trump a rendersi conto che risolverà il problema avrebbe richiesto più di ventiquattro ore
I responsabili europei sottolineano anche in modo rassicurante che il Presidente degli Stati Uniti finora a evitato scenari sconvolgenti
Tipo Gaza parlando di Ucraina secondo questi funzionari europei la linea di Trump e non è ancora stata decisa perché il presidente russo Putin sembra ancora pensare di poter vincere questa guerra
Tuttavia sottolinea Kauffman una linea chiara è quella del disimpegno americano non c'è bisogno di lasciare la NATO tra semplicemente non vuole che il suo Paese sia gravato da una guerra in Ucraina
Se l'Europa vuole un posto al tavolo dei negoziati deve avere qualcosa da mettere sul piatto affinché i suoi interessi siano presi in considerazione
Non solo sui termini dell'accordo ma anche sulla sua attuazione un accordo che potrebbe sembrare buona a Trump perché ferma al massacro
Come lo chiama lui di persone belle giovani non sarebbe un buon raccordo per l'Europa se non impedirà a Putin di attaccare nuovamente l'Ucraina
Dal punto di vista europeo forti garanzie di sicurezza per Kiev sono dunque fondamentali per qualsiasi accordo
Ed è qui che le cose si fanno dolorose per i Paesi che per decenni
Hanno affidato la loro sicurezza agli Stati Uniti e che ora si rendono conto in ritardo che questa garanzia non c'è più
è in corso un dibattito molto dinamico su quali garanzie di sicurezza sarebbero necessarie
Tra i Paesi più determinati in questo dibattito Polonia baltici Svezia Finlandia
La Francia sta cercando di svolgerà un ruolo di primo piano anche se in una modalità nuova insolita cioè raccogliendo il sostegno degli altri e tenendo insieme i vari pezzi del puzzle invece che cercare di giocare le proprie carte da sola
Sono stati messi in moto nuovi formati anche al di fuori dell'Unione Europea con l'aggiunta di Italia Regno Unito al triangolo di Weimar composto da Francia Germania Polonia umiliato dalla reazione negativo un anno fa la sua proposta di inviare soldati occidentali sul campo in Ucraina
Presumibilmente consapevole della sua posizione indebolita all'estero a causa delle difficoltà politiche interne ma a del lavoro da fare per riconquistare la fiducia dei partner tuttavia secondo Sylvie Kauffmann
La Francia si trova in una posizione singolare quando si tratta di affrontare un presidente americano che potrebbe comportarsi più come un avversario che come un alleato per alcuni europee in particolare quelli più esposti alla minaccia russa la possibilità della caduta dell'Ucraina è una prospettiva terrificante perché si troverebbero adesso dei prossimi sulla linea del fronte
La tentazione di cercare di mantenere la protezione americana qualsiasi costo
Andrebbe quindi contro lo sforzo di costruire una forte capacità di difesa europea la Francia non condivide la stessa sensibilità perché si sente protetta dal proprio deterrente nucleare
Indipendente
Conclusioni
Di Sylvie Kauffmann sul Financial Times le parole dello storico Snyder alla sono buone riecheggiano quelle di marca Little segretario generale della NATO
Che avvertito al Parlamento europeo il mese scorso che se gli stati membri dell'Unione Europea non aumenteranno drasticamente la loro spesa per la difesa le uniche opzioni rimaste saranno imparare il russo o trasferirsi nuova Zelanda
Presi tra Putin e Trump gli europei sono costretti ad affrontare la realtà che hanno cercato di evitare per così tanto tempo così tra l'altro Sylvie Kauffmann
Sul sul faro sciolta in sette
C'è poi il conflitto commerciale tra Europa e Stati Uniti dazi di Trump El Pais ieri in un editoriale chiedeva all'Europa di essere più ferma non solo sul piano commerciale
La risposta della commissione di Ursula von der Lian alle minacce di Donald Trump finora è stata tra ordinaria mente moderata e rispettosa che si parli di dazi
Dell'integrità del territorio europeo la Groenlandia cioè la Danimarca o il fatto che il tram pesi Gracchi ventisette ora raddoppi non la spesa
Per la difesa perorando Sella Carla di difendere gli interessi europei e di legalità internazionale
Evocando la complicità passata tra Unione europea Stati Uniti
è una vecchia tattica mettersi di fianco per vedere se i proiettili passano oltre ma scrive El Pais difficilmente questi proiettili passeranno
L'avanzo commerciale dell'Unione europea con gli Stati Uniti ammonta a duecentotrentacinque miliardi di dollari Washington finora colpito Messico e Canada il prossimo bersaglio in Europa
La circospezione della Commissione europea corre il rischio di essere interpretata come debolezza
Dev'esserci una risposta immediata
Nel momento in cui gli Stati Uniti adotteranno misure aggressive misure che sono già state adottate Trump ora ha dato ampie dimostrazioni di non voler fare compromessi
Con l'Europa l'Europa può scegliere di continuare ad aspettare mettere pezze quando arrivano i problemi oppure presentare un piano articolato l'Unione europea e in uno stato di transizione permanente la sua provvisorietà è quasi la sua ragion d'essere ma questo deve essere il momento della fermezza secondo El Pais
Sempre a proposito di Trump
Vi segnaliamo il dibattito che continua su diversi giornali c'è una crisi costituzionale l'interrogativo che si poneva ieri il Wall Street Journal
Di fronte ai vari decreti ordini esecutivi di Trump lo smantellamento dello Stato federale
La messa in discussione di leggi e sentenze
Le azioni di Trump sono aggressive
Ma non sono un colpo di Stato da parte dell'esecutivo alla conclusione del Wall Street Journal che minimizza anche i commenti di alcuni esponenti dell'amministrazione che mettono in discussione
I giudici le decisioni dei giudici la vera crisi arriverebbe settanta sfidarsi una sentenza della Corte Suprema secondo il giornale Edward Youssou sul Financial Times
Invece dice attenzione perché non è che si debba arrivare alla Corte Suprema il sistema giudiziario americano costituisce il testo ultimo della volontà del presidente di spaccare il sistema democratico se Donal Trump convinto obbedire a ai tribunali la repubblica americana reggerà
Il sistema americano è disegnato per accomodare trovare una soluzione praticamente a tutto tranne un ritorno di fatto alla monarchia
La domanda centrale dunque se il presidente cercherà di rendere il sistema giudiziario irrilevante Cuesta secondo Edward virus
La chiave per capire quale sarà il destino della Democrazia
Ma americana
E i segnali non sono positivi perché Trump ha già sfidato alcune alcuni tribunali e il vicepresidente
G di Vence il suo alleato in onda Oscar hanno messo pubblicamente in discussione le decisioni delle corti
Per chiudere invece un accenno all'Italia a proposito di checks and balances Demonte ieri avevo un'analisi di alla cavalla dal titolo Giorgia Meloni rafforza la sua popolarità
Mettendo in discussione la democrazia italiana
Il mandato di Meloni entra in una nuova fase nel momento in cui il tandem Trump maschera scuote la democrazia americana
A Roma emergono timori di una deriva illiberale in cui i conflitti tra istituzioni si moltiplicano e i contropoteri vengono attaccati allo stesso tempo il sostegno per Meloni
Non sembra essere mai stato così solido
Nel momento in cui si afferma Meloni come una delle principali figure di una costellazione nazionalista e reazionaria mondiale i cui rappresentanti da voglio assai San Bellino si sentono spinti dal vento della storia
Dopo essere stata populiste anti-sistema oggi Meloni è il sistema e le vecchie istituzioni repubblicane italiane vengono presentate
Dai suoi seguito Guacito come ostacoli ingombranti il Parlamento ha messo in disparte perché il governo Meloni impone il suo ritmo con decine di decreti legge
Il governo italiano e anche in guerra contro i giudici che frenano la politica migratoria del governo caso dall'Albania per non parlare poi
Della questione corte penale internazionale altro esempio di questo scontro scrive le monde
I contropoteri vengono rimessi in discussione
Meloni raramente si presta alle conferenze stampa i suoi ministri moltiplicano i processi per diffamazione contro i giornalisti a questo poi si aggiunge lo scandalo dello spy were Paragon
Meloni mantiene il suo contraente controllo su tutto nel contesto di una fragili stazione del quadro della vita democratica e poco importa
Se le sue riforme annunciate i Grandi Progetti sono bloccati
I responsabili sono i nemici interni accusati di lavorare contro gli interessi della nazione malgrado una crescita economica limitata un sistema sanitario in crisi Meloni fa sognare con grandi progetti di infrastrutture in un paese in cui questi progetti spesso Sidis abbiano Meloni conservatrice autoproclamata pretende tracciare una strada verso il futuro poco importa se le sue realizzazioni concrete pena hanno a materializzarsi l'importante è che la narrazione funzioni con gli elettori
Così nel mondo non ci fermiamo da David Carretta una buona giornata con Radio Radicale