"Pomeriggio sul Due" arg: referendum sulla liberalizzazione degli orari degli esercizi commerciali e referendum sulle concessioni televisive

Ancora come l'incasso due
Presentiamo due referendum metta in atto da soli orari commerciali vediamo le schede
Domenica undici giugno si voterà per il referendum un solo giorno dalle sette alle ventidue ciascuna scheda e numerate di diverso colore i conti intorno referendum numero nove Scheda di colore viola commercio orali abolizione dei poteri delle Regioni e dei sindaci in materia orari dei negozi e degli esercizi di vendita al dettaglio chi vota sì vuole eliminare le norme che attribuiscono la pubblica autorità il potere di fissare gli orari dei negozi rendendo libero l'orario di apertura degli esercizi commerciali chi vota no vuole mantenere la disciplina attuale
Satanico la legge appare e
L'undici giugno vi chiediamo di votare sì sulla scheda viola quella numero nove sul referendum per la liberalizzazione dell'orario dei negozi perché non vogliamo che il PCI italiani continuano a essere consumatori di seconda categoria rispetto a quelle presi europea in Francia in Belgio in Germania e possibile in qualsiasi ora del giorno e della notte a nei drugstore nel negozi anche piccoli che si aprono la sera o magari con nel distributrici automatiche di cibo acquistare i generi di prima necessità in Italia no non chiediamo con questo che i negozianti debbano lavorare sette giorni su sette restando per per ventiquattro ore anche la domenica vogliamo semplicemente offrire una possibilità in più per vini e per i commercianti
Delle loro possibilità confrontandosi con il mercato ci accusano di voler colpire la piccola distribuzione e questo non è vero lo dicono le cifre in via abbiamo il più alto numero di piccoli negozi per abitanti abbiamo il più basso numero di grandi magazzini per abitante
Quindi la grande distribuzione ha già vinto non vogliamo semplicemente offrire ai commercianti una alternativa la possibilità di difesa per esprimersi al meglio di fornire al meglio il proprio servizio ai cittadini anche per la chiusura dei centri storici dicevano che sarebbe stata la rovina dei commercianti e così non è stato la maggior parte dei casi si è trattato anzi di una occasioni di guadagno in più per i commercianti anche per questa ragione vi chiediamo di potersi l'undici giugno sulla scheda viola quella sulla liberalizzazione dell'
La ritenevo no al referendum perché la normativa attuale in materia di orari è sufficiente a garantire un buon servizio e garantito che il turismo
Le dirò che sono ampie per i Comuni a vocazione turistica siamo allineati perfettamente con l'Europa Olanda Inghilterra Germania solo assolutamente con delle norme peggiori
Più difficili più impegnative il sabato pomeriggio solo chiusi e noi siamo aperti la domenica è sempre chiuso il lavoro per la donna sarebbe molto più gravoso la domenica
E alla sera le commesse si dovrebbero sobbarcare un onere pesante senza i servizi pubblici senza la sicurezza notturna
E le donne imprenditrici i piccoli commercianti le aziende conduzione familiare dove la donna ha un grande ruolo ecco dovrebbero svolgere un lavoro oneroso la festa e la sera
E poi il costo del servizio è molto importante U la bassa deve sapere che si compra un
Utilizzo afferrato la sera alle dieci lo coglieva molto di più ENEL secante secondo referendum di cui ci occupiamo agile quello sulle concessioni televisive vediamo insieme la scheda
Domenica undici giugno si potrebbe dire inserendo un un solo giorno dalle sette alle ventidue ciascuna scheda e numerata di diverso colore e con un titolo referendum e numero di bene di colore verde scuro sistema radiotelevisivo abolizione della possibilità di essere titolare è una concessione televisiva nazionale
Chi vota il sì vuole eliminare la parte della legge Mammì che consente ai privati di essere titolari di più di una concessione tv in ambito nazionale chi vota no vuole mantenere la situazione attuale
E sentiamo ora i punti di vista delle due parti mali come
In questo periodo io direi votare non può significare votare sin per la libertà per una democrazia più compiuta infatti votare no al decimo referendum significa avere la possibilità di mantenere la struttura della Fininvest così come questo è molto importante perché ciò consente di non creare Monopoli assurdi in questa Italia che vuole andare avanti e che può riportare il nostro Paese indietro
E quindi una concorrenza legittima più puntuale che alla fine produce per il bene di tutti ancora di più voglio dire che votare nove alla decimo quesito referendario significa soprattutto mantenere tanti posti di lavoro scusatemi questa non è una cosa da poco in uniti in un'Italia dove la disoccupazione ormai è arrivata
A livelli eccezionali e poi dietro la Fininvest e ci sono tante aziende che producono che vanno avanti e che hanno concorso affare di questa struttura un grande gioiello della tecnica onesta tre all'avanguardia in tutto il mondo io vorrei ancora aggiungere un'altra cosa che sta a cuore agli italiani
Ridurre le reti finendo Intini investe significa in fondo togliere qualcosa agli italiani c'è
Una grande parte nel nostro Paese che segue la televisione che vive con la televisione non in senso negativo proprio perché
La possibilità di più rette da più informazione da più spettacoli da più servizi
Verrebbe ad essere colpita la gente più debole che purtroppo e non
Il Paese e a volte raggiunge dei livelli degli dell'impressionabile allora votare no significa votare per un'Italia che vuole andare avanti in senso positivo grazie
Noi chiediamo di votare sì al referendum numero dieci colore della scheda verde scuro quello sulla proprietà della televisione privata perché nel nostro paese esistono situazione abnorme nessun altro paese al mondo nessun proprietario televisivo può avere più di una sola avrete privata in Italia come si sa la legge Mammì ha dato a Bossi vita ad un singolo privato di avere ben tre reti televisive questo non ha eguali appunto in nessun Paese al mondo e nega una possibilità di pluralismo la richiesta di referendum quello di ridurre Rete per ogni singolo proprietario privato questo darebbe la possibilità di avere più televisioni più spettacolo maggiore pluralismo nell'informazione la possibilità per i cittadini di avere situazioni diverse questa è una battaglia di civiltà è un alla speranza che punta a liberare il mercato nel nostro Paese la legge Mammì ha di fatto bloccato lo sviluppo tecnologico non si è guardato alla televisione via cavo non si è guardato alla televisione vi sia via satellite sia in un qualche modo rimasti bloccati a questo numero di E.T. televisive una situazione che addirittura stata considerata anticostituzionale dalla Corte costituzionale che nel dicembre scorso appunto dichiarato illegittimo proprio su questo punto la legge Mammì per questo ne chiediamo che venga abrogata
Scrivendo un sì sulla scheda verde scuro della referendum numero dieci quello sulla proprietà delle reti televisive