25 aprile 1945 - 2025: 80° anniversario della Liberazione. Intervento di Giorgio Vecchio

La Resistenza italiana è stata considerata per vari decenni
Come esclusivamente o quasi esclusivamente compiuta da comunisti utilizzando le armi
Ecco sto semplificando naturalmente ma questa l'immagine che tuttora ancora circola presso molto italiani quest'immagine va molto corretta ridimensionata
Perché perché da al da tempo ormai abbiamo compreso che la resistenza si è combattuta e si è svolta sotto molti profili su molti piani diverso e quindi con le armi senza armi e poi magari torneremo a precisare questa distinzione
Ma abbiamo anche capito o meglio ricostruito ricordato giustamente che la Resistenza è stata condotta da una molteplicità di soggetti non solo gli uomini combattenti ma anche le donne le donne che in alcuni casi hanno combattuto e che in altri hanno sostenuto i combattenti foto
Soccorso i perseguitati e i feriti abbiamo capito che non c'erano solo i comunisti ma anche ovviamente gli azionisti socialisti laici delle più diverse
Ispirazioni gli anarchici i cattolici i protestanti delle varie religioni e chiese esistenti in Italia e così via addirittura stiamo cominciando a capire questo il più recente che nella Resistenza italiana abbiamo avuto una consistente presenza di cittadini stranieri
Si calcola che circa venti mila
Stranieri delle più diverse nazionalità hanno fatto parte della Resistenza italiana e in particolare della ritento italiana combattente si parla di disertori dalla Overmach però e dalle formazioni militari tedesche ovviamente disertori soprattutto provenienti dall'est europeo e dall'Unione Sovietica e a ruote a forza dai tedeschi
Ma anche direttori di di origine tedesca e austriaca e poi prigionieri jugoslavi
Poi internati jugoslavi e così via quindi mettendo assieme tutti questi elementi noi abbiamo l'immagine di una resistenza estremamente composita che comunque rappresenta spaccati
Direi quasi esaustivi della società italiana
E il punto integra anche cittadini delle altre nazionalità e l'arresto non dimentichiamo che oltre al Manifesto di Ventotene di Spinelli Rossi e Colorni c'è anche tutto una lunga documentazione resistenziale che pensa alla futura Europa unita per quanto riguarda il caso dei cattolici in Italia e direi in Europa anche qui abbiamo una tipologia estremamente varia
Ecco l'immagine più ricorrente quella del Prete
Ho del laico che soccorre il perseguitato quindi sappiamo che soprattutto nel caso italiano
E non solo naturalmente molti ebrei sono stati salvati grazie al fattivo intervento di esponenti della Chiesa cattolica
Ma non c'è solo questo
Intanto perché il panorama delle persone soccorse non riguarda solo gli ebrei ma anche altri tipi di perseguitato a cominciare naturalmente dai partigiani
Feriti dai partigiani rimasti senza o un supporto e così via ecco ricordo che in diversi casi hanno avuto un ruolo importante e troppo spesso dimenticato anche le suore
Cito solo l'esempio dell'ospedale di Niguarda a Milano dove erano attive diverse suore coinvolte nella Resistenza e pronte a nascondere a trattare in modo particolare in modo da far risultare malattie incurabili ore terribilmente contagiosa ecco partigiani o addirittura aiutare questi partigiani nella fuga
Ecco quarto quindi dice molto e lo dice per l'Italia ma lo dice anche per la Francia per il Belgio per l'Europa occidentale in generale ovvero questa capacità di soccorso
Al di fuori dei nostri confini vorrei citare l'esempio
Della sappia la sappia che viene di fatto ammessa a Reich tedesco dopo la vittoriosa guerra tedesca del del mille novecentoquaranta contro la Francia e lasciato io divento zona di confine
Da cui passano sia il gli ex militare Eat at francesi fatti prigionieri
E che cercano di evadere dalla Germania e di ritornare in Francia fasciano
E da lei o altri personaggi e figure di fuga
E si trovano gli agli ma cercano di fuggire anche Giovanni alsaziani
I quali non vogliono assolutamente servire nelle file dell'esercito tedesco
Ed ecco che la sua ampia e percorsa da una lunga rette di vie di fuga nelle quali esponenti del mondo cattolico e soprattutto suore e preti hanno un ruolo significativo
Direi che tutto questo è ormai assodato
Per quanto riguarda la partecipazione dei cattolici
Però non dobbiamo dimenticare che i cattolici hanno anche combattuto
Ecco qui so che si tocca
Un campo delicato perché un'altra immagine corrente e direi anche giustamente corrente è quella del cristiano che per quanto possibile simili rifiuta di impugnare le armi
E e contestualmente tua opera invece di pace stiamo piangendo papà Francesco e papa Francesco è stato in questo un campione del discesa della pace e dei diritti umani ebbene quindi i cattolici pensiamo noi oggi
Hanno forti remore nell'uso delle armi però ottant'anni fa non era così
I giovani e gli uomini di ottant'anni fa erano stati educati in tutt'altra maniera erano stati educati sia all'interno del regime fascista quindi i ventenni e i trentenni del quarantatré
Venivano tutti dalla scuola fascista che insegnava ben altro che non la pace e pacifismo
Ma venivano anche da un'educazione cattolica che è rappresentata sui principi della guerra giusta
E attestata anche sui principio che il testo del fatto che se un governo un governo legittimo
Dava l'ordine di entrare in guerra e di combattere anche il buon cattolico da buon cittadino doveva muoversi in questo senso
E si sosteneva quindi che essendo semplicemente un esecutore e qui vedete si tocca un tema molto delicato
Essendo semplicemente un esecutore il bravo cristiano non commetteva peccato ci andava sparava e uccideva
Se mai si utilizzava una formula a che hanno il suono molto strana con la formula della quello del uccidere senza odio a noi sembra una cosa paradossale questa ma allora voleva dire che si si poteva lecitamente uccidere nelle condizioni che ho detto ma non bisognava alimentare un sovrappiù di violenza
Quindi non odiare il nemico
Ma considerarlo una persona umana e quindi si è fatto prigioniero andava trattato in misura corretta evitando per esempio di ricorrere a torture o ad altro se un po'un nemico era trovato ferito lo si doveva curare ecco insomma tutti aspetti che pensavano di delimitare per quanto possibile il ricorso alla violenza ecco va notato che questa formula dell'uccidere senza odio è presente in Italia anche prima della seconda guerra mondiale perché ritorniamo indietro alla prima guerra mondiale ma la formula presente anche in Francia
Negli ambienti della resistenza e del pensiero cattolico
Dal letto un altro aspetto va ricordato un altro aspetto ovvero che quando pensiamo alle formazioni partigiane italiane
Dobbiamo evitare di cadere negli schematismi allora in altri schematismi ci dicono le Brigate Garibaldi erano tutte composte da comunisti Giustizia e Libertà
Da laici da azionisti e così via
E i cattolici stavano nelle Fiamme Verdi
Ho in bande o formazioni autonome per esempio troppo in Friuli-Venezia Giulia ecco di conseguenza facendo quel parco la specificazione noi cerchiamo di dare dei numeri rispetta la presenza delle varie componenti politiche e religiose nella Resistenza italiana anche questo è un criterio che va eliminato è superato vale a dire che le scelte allora non erano compiute a tavolino
Non erano compiute comodamente e uno poteva per così dire sfogliare il catalogo delle offerte sul campo uno entravano in una formazione partigiana perché era quella del suo paese della sua vallata
Oppure quella dove confluivano gli amici oppure semplicemente perché non ce n'è un'altra possibilità
Ecco raramente si poteva scegliere una formazione partigiana in conformità ai propri ideali anche perché non dimentichiamolo
Quel ideali erano sì ideali di libertà di democrazia di cacciata dell'invasore nemico ma non avevano nella grande maggioranza dei casi una valenza immediatamente politica
Ecco questi ragazzini ragazzine quarantatré e del quarantaquattro erano spesso privi assolutamente privi di formazione politica e la formazione politica ce la fanno piano piano proprio nei mesi della Resistenza solo una minoranza
Per lo più di comunisti
Ma anche di qualche cattolico erede
Del Partito Popolare del del mille novecentodiciannove
E degli amici seguenti ecco solo questi o qualche socialista poteva avere una maturazione e una visione politica
Dunque le scelte di militare in una o nell'altra formazione rispondevano ai più disparati criteri e spesso erano scelte forzate il risultato qual è
Che al partecipare al alla Resistenza all'interno per esempio delle Brigate Garibaldi ci furono anche molti cattolici
Uno dei comandanti più leggendari Aldo Gastaldi Bisagno attivo tra Liguria l'Appennino ligure Emiliano Aldo Gastaldi era un convinto cattolico comandante di una divisione Garibaldi
Gino Pistoni che la la memorialistica cattolica ha esaltato nell'immediato dopoguerra
Io pistoni cade
In Val d'Aosta in combattimento
Nella valle di Gressoney diventa famoso viene mitizzato un po'perché col suo sangue
Vi dice scrive sullo zaino viva Cristo nel viva l'Azione cattolica offro la mia vita eccetera ecco ma Gino Pistoni nelle Brigate Garibaldi
Luigi Pierobon in veneto che verrà giustiziato dei fascisti era che lui comandante di una formazione appartenente alle Garibaldi
Per non parlare di Benigno Zaccagnini che non ricordiamo come il futuro segretario della Democrazia Cristiana anche lui era e nelle Garibaldi oltre a essere grande amico di burro operanti Arrigo Boldrini comunista e quindi questo
Ci dice che dobbiamo uscire assolutamente dai nostri schermi
Rendersi sempre più conto della complessità di quello che è avvenuto e di come io uomini le donne di allora dovessero fare delle scelte spesso sotto l'impulso del minuto sotto l'urgenza della situazione che bisognava affrontare un'ultima considerazione la vorrei fare ho citato di passaggio le suore ma lo vorrei fare sul mondo femminile cattolico anche questo spesso dimenticato come in genere tutto il mondo femminile eppure abbiamo in tutta Europa
Ecco perché non interessa la dimensione europea della Resistenza e non solo quella italiana dobbiamo anche uscire un po'dal nostro provincialismo dicevo in tutta Europa le donne e nel nostro caso le donne cattoliche hanno veramente offerto una partecipazione massiccia
E qui in Italia ricordiamo Tina Anselmi ma potremmo aggiungere Lidia Menapace vorrei aggiungere Ida avverte
E tantissime altre e appunto come dicevo le suore le suore che hanno avuto un ruolo in modo particolare all'interno delle carceri penso a Torino penso a San Vittore a Milano o anche in carta nelle carceri di altre città perché hanno svolto azione di sostegno di solidarietà nei confronti dei detenuti politici e spesso un peso a madre Enrichetta Alfieri
Nel carcere di San Vittore a Milano hanno appunto anche hanno servito da tramite tra i detenuti politici all'interno e gli ambienti della Resistenza all'esterno ecco quindi anche questo è stato un contributo veramente importante
Professor un'ultima considerazione prima di salutarla Ling azionando la per il suo contributo quindi l'importante secondo lei ricordare un una un fattore diciamo un elemento che forse è stato detto tante volte forse anche molto usurato questo strumento ma questa idea sulla uso Italo Calvino nel famoso romanzo i sentieri degni di dilania Cruz l'elemento esistenziale forse dobbiamo imparare a comprendere per cercare di avvicinarci il più possibile alla condizione delle persone dei giovani appunto che si trovarono a dover combattere contro un'oppressione che era diventata non solo diciamo rispetto alle libertà minime che il fascismo aveva negato ma anche appunto alle ah le situazioni terribili orrende che l'occupazione nazista stava determinando nel nell'Italia specialmente quella del Nord
E direi proprio perché dobbiamo quando facciamo la storia quando studiamo la storia dobbiamo sempre pensare di avere di fronte degli uomini e delle donne concreti uomini e donne concrete che hanno nelle forme ovviamente culturali sociali diverse da tempo tempo ma non le nostre stesso esigenze dell'alta spesso e paure le nostre spesso e speranze e preoccupazioni
Quindi noi dobbiamo anzitutto cercare di ritrovare la concretezza delle esistente davanti a noi
E capire anche che dispersi dubbi L'Espresso incertezze che possiamo avere noi nel capire il nostro tempo lo avevano anche loro
Ecco e molto spesso il passaggio verso la resistenza vera e propria la renitenza Piva quella con le armi oppure di sostegno diretto a senza le armi ai perseguitati e così via come abbiamo detto ecco questo passaggio ha una resistenza attiva arriva ora sotto la spinta immediata
Nella circostanza
O qualcuno che bussa alla mia porta è una famiglia ebrea un bambino una un nonno un anziano ecco io sono magari antisemita odio gli ebrei ma in qualche sono stato educato perlomeno dalla propaganda a odiare gli ebrei
Ma mi trovo di fronte queste persone concrete metto da parte i miei pregiudizi nel stereotipi e cerco di aiutare quel bambino quell'anziano quella donna che bussano alla mia porta
Questo per fortuna contratto d'umanità che molto spesso o meno in varie circostanze s'è verificato naturalmente si sono verificati anche casi opposti non dobbiamo dimenticarlo vai in alto in tanti altri casi il passaggio alla resistenza alla militanza avviene con un processo lungo
è un processo lungo in cui anzitutto c'è una forma di disagio di rifiuto verso la propaganda del fascismo verso le misure che vengono imposte le censure le mancanze di libertà
Le guerre penso alla guerra d'Etiopia del trentacinque qualche la partecipazione a quella civile di Spagna nel trentasei ecco prendiamo una famiglia simbolo della Resistenza italiana cui ho dedicato insieme ad altri autori recentemente un libro
La famiglia Cervi i famosi sette fratelli Cervi trucidati poi il ventotto dicembre del quarantotto ed ai fascisti
Ed è i cervi vengono da una famiglia cattolica negli anni Trenta manifestano un disagio crescente verso il regime fascista
Si avvicina ma anche almeno non sappiamo bene con quali tempi con quale modalità si avvicinano al comunismo
E passano poi a l'iniziale rifiuto di consegnare i prodotti della terra all'ammasso fascista fino poi la partecipazione attiva nell'accoglienza
Dei militari alleati evasi dai campi di prigionia opaca tentativo di formazione di una banda amata vera e propria ecco nella parabola dei cervi nove troviamo proprio questo percorso dove un disagio crescente un rifiuto crescente di quello che il regime fascista impone spinge fino alla decisione di arrivare alla resistenza attiva nelle mobili che ho detto