26 GIU 2025
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America sociale. Conversazione settimanale con Giovanna Pajetta

RUBRICA | di Ada Pagliarulo - RADIO - 17:05 Durata: 26 min 19 sec
A cura di Delfina Steri
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Trump esulta per la fine delle ostilità tra Israele ed Iran.

Restano dubbi e polemiche sugli effetti dei bombardamenti Usa sui siti nucleari iraniani.

Un successo per il presidente degli Stati Uniti il vertice della Nato a L'Aja, dove i Paesi membri si sono impegnati a raggiungere il 5 per cento del Pil in spese per la difesa.

La rapida chiusura della guerra con l'Iran ha permesso a Trump di riconquistare l'apprezzamento dei giovani Maga, dopo le critiche per non aver tenuto fede alla promessa elettorale di non iniziare conflitti.

Ma la carta vincente del presidente sta nell'indecisione e nelle
divisioni dei Dem, che hanno espresso posizioni diverse sul conflitto.

L'ala progressista del partito, che dopo l'elezione di Trump ha tenuto viva la piazza e animato le mobilitazioni con lo slogan 'No King', incassa ora un nuovo successo con l'affermazione alle primarie Dem per il sindaco di New York di Zohran Mamdani: musulmano, figlio di genitori indiani, socialista, ha puntato sulla giustizia sociale, proponendo nel suo programma la riduzione degli affitti, la gratuità dei trasporti pubblici e la creazione di una catena di negozi alimentari gestiti dai comuni.

Un programma da finanziare aumentando la tassazione per i ricchi e le corporation.

Dubbi dei moderati Dem e del NYT.

L'establishment democratico si era schierato a sostegno di Andrew Cuomo, considerato unanimemente il favorito.

Riuscirà l'outsider Mamdani a vincere, a novembre, le elezioni a sindaco? Un punto debole: l'essersi schierato con decisione a sostegno dei palestinesi nella città che ospita la più grande comunità ebraica d'America.

Wall Street non lo apprezza ed è in allarme.

Alle elezioni potrebbero presentarsi come candidati indipendenti sia Eric Adams che lo stesso Cuomo.

E i progressisti ipotizzano la discesa in campo dei loro candidati come indipendenti alle elezioni di Mid Term l'anno prossimo.

La Corte Suprema ha emesso una sentenza favorevole a Trump, autorizzando la ripresa delle deportazioni di migranti irregolari verso Paesi terzi.

Attesa una pronuncia anche sulla cittadinanza: Trump aveva cancellato con un decreto presidenziale lo ius soli.

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