"Albania, scenario di guerra e specchio delle nuove povertà" dibattito, con presentazione del libro "Esilio", di Enzo Bettiza organizzato presso l'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, Palazzo Serra di Cassano

Senta
Abbiamo un grande onore questa sera abbiamo con voi
Un grande scrittore di fama europea
Giornalista
Di grande fama
Che tutti conosciamo per
Del giornale oggi dalla stampa
Tutti conosciamo le grandi televisive che gli ha fatto
Per i suoi libri che sono una grande contributo alla cultura italiana
E questo è libero di cui parleremo stasera esilio
è veramente un grande libro dalla memoria storica
Che tocca argomenti storici
Che e spesso non trascuriamo
Le vicende della penisola balcanica
E oggi ne discende dall'Albania
Esilio
è un libro che ci porta attraverso itinerari
Di grande importanza toccanti che ci possono essere di grande insegnamento in un momento così travagliato dalla storia d'Europa
Io penso di chiedere a Enzo Bettiza di venire a fare dei seminari
All'Istituto Italiano per gli Studi filosofici perché il contributo che gli può dare e di grande importanza per la cultura italiana per le nuove generazioni
Mi prendo un solo minuto
Dedicarlo
Alla memoria di un grande amico dell'Istituto Italiano per gli Studi filosofici
Un grande amico che è scomparso poche ore fa
E che è Felice Ippolito
Un grande scienziato che ha onorato l'Italia
Di un grande scienziato noto per le sue grandi lotte nel campo
Delle scienze fisiche
E perché anche era un grande meridionalista lui amava chiamarsi appellarsi l'ultimo ripiano
Perché vi era molto legato
Alla al Mezzogiorno d'Italia ed era molto legato a tutte le polemiche
Meridionalista egli aveva seguito
Con grandissima cura ed affetto
Tutte le vicende
Della legge sul Mezzogiorno
Ma va ricordato anche il suo nome
Per grandi battaglie in cui noi non fummo benché amici alleati
Le battaglie che egli fece la le centrali nucleari in Italia
Insieme alla Maldini
Le grandi conferenze internazionali le vicende del mille novecentosessantatré la costruzione del Camel dell'Istituto nazionale di fisica nucleare ma la sconfitta che egli ebbe insieme da Maldini perché i petrolieri americani non erano interessati anzi erano controinteressati alla costruzione di centrali nucleari italiane in Italia e quindi fecero in modo che quest'uomo fosse distrutto questo grande scienziato fusto distrutto ha anche messo in carcere
E io mi ricordo che noi combattiamo voi sul nostro fronte c'era lui doveva combattere contro i petrolieri e anche contro di noi perché noi sostenevamo
Chi il territorio italiano
Per la strage scrisse di terremoto e quindi praticamente inospitale per centrali nucleari sarebbero successe grandi disastri e di vanti questo era riconosciuto Angara dagli scienziati che erano a favore di Ippolito e di Amaldi come per esempio il grande Vincenzo Caglioti con cui io sono stato occupato finora il quale ha riconosciuto dice sì è stato una grande sconfitta come disse a mobili il cuore quando Ippolito fu sconfitto disse questo i una grande e una grande sconfitta che equivale a uno dei più terribili sconfitte chiamai subito il nostro Paese
Ed egli era costretto a a combattere anche contro di noi perché noi sostenevamo punto che il terreno del nostro Paese non ero adatto percentuale nucleare Caio ha detto si poteva studiare ha detto stasera la costruzione di grandi piattaforme ma pur sempre il problema dei Paesi che stanno in questa fascia in cui sa anche evitato dalla Turchia alla Grecia eccetera
Soggetto terremoti quindi era pericoloso costruire delle centrali nucleari e noi sostenevamo anche che era più economico comprarla dalla Francia e lo avevo a Lecce da Paesi che erano pieni di centrale nucleare anche come la Svizzera e cioè in tutti i modi oggi piangiamo l'amico dell'Istituto Italiano per gli Studi filosofici scomparso
Il grande scienziato il figlio Di Girolamo il Polito
Vince il girone del Polito è stato un'illustrazione per la scienza italiana ed europea
Noi siamo vicini alla memoria di questi grandi scienziati
Che sono stati i nostri amici nel nell'età giovanile
E da Renato Caccioppoli a tutti grandi scienziati che hanno illustrato Napoli che hanno illustrato l'Italia adesso prima di dare la parola Enzo Bettiza
Padova
Carla di di di Varano presidente dell'associazione Eleonora Pimentel Fonseca spero che tutti abbiate notato il grande libro
Che noi abbiamo costruito la scultura di Tullia Martani abbiamo costruito lo scalone di Palazzo Serra di Cassano ogni foglio di quel libro
E il ricordo di un'opera
Sul mille settecentonovantanove o del mille settecentonovantanove ci sono i saggi
I discorsi accademici di Domenico Cirillo c'è ci sono i grandi saggi politici Francesco Mario Pagano c'è l'opera di Benedetto Croce sulla rivoluzione napoletana del mille settecentonovantanove questo
Grande libro il rame sarà visitato in questi giorni
Di di Napoli maggio dei monumenti
E quindi c'è anche la figura del martirio di di Francesco Mario Pagano che sta in una croce su una rete in rame che studia ma ma Madani ha voluto costruire per il nostro istituto
Addio cinque
Dopo che l'arma definitiva ramo parlerà il professor Francesco D'Episcopo che anche
Un amico dell'istituto e siamo orgogliosi di aver Lapo ancora una volta questa sera cornuti quindi la parola alla signora Carla di di vadano grazie
Nello sviluppo di questo esilio di Bettiza
Poi però sesta autobiografico sessanta scusi avvocato sì sì
Sì staccarsi staccava
Dici grazie
No no no troppo vicino Campo dei testi grazie
Si intreccia strettamente alle vicende balcaniche Papin un artistico amalgama di vari percorsi e vari generi di scrittura
Quella di ampia distensione narrativa di riflessione filosofica storica saggistica e poi anche di energico temperamento poetico
Basti pensare a tutta la sovrabbondanza di geniali efficacissima e sinestesia che ci sono in queste pagine
Una struttura modernissima disarticolata ora prima volere emblematizza dare indizi Terzaghi singhiozzi intermittenti le fasi alterne e della storia e dei singoli percorsi esistenziali
Un libro le cui ramificazioni hanno come leit motiv tua nonna l'assurdità di una guerra oppure la funzione consolatoria dell'arte
O del sesso pensiamo per esempio al giovane Serina che prima di andare incontro a una morte certa legge poesie che sono anche belle argomenti importanti mai letto uno come pare essere rappresentato dal tema apocalittico del ricorrente dell'esilio
Lo stile e impetuoso spesso polemico perfino collerico ma altre volte dolce meditativo scherzosa a seconda dei vari argomenti trattati
Una narrazione ampia e travolgente che nel suo complesso si fa metafora di una tragedia interiore è strettamente connessa alla tragedia balcanica
Sita avvolte scavo a volte sequenza filmica
Di uno sfacelo che via via si dipana comunque filo spinato mano a mano che si avvicina al presente invece poi altre volte sì slargo in dorate pozzi di luce quando risale magari ad un lontano passato
A seconda quindi delli tiene erario irregolare della memoria tutte le sue proiezioni contro proiezioni spaziali e temporali
è un appassionante viaggio questo libro nella vita dell'autore nella sua terra nativa nel suo destino di Jesi sulle in tanti episodi bellici e di vita pubblica e privata
Che diventano dei veri e propri emblemi della transitorietà delle cose umane
Un libero questo dove dice l'autore la memoria assorbe chiamato la cronaca e le intenzioni primarie che erano quelle di imperniare una scrittura che fosse concisa veloce polemica sulle tragedie belliche posti Ugo Slade
Ma estende invece diciamo noi e per fortuna in questo caso la scrittura caratterizzate indigeni nel da una a parte nord genesi vera e propria ecco che l'attualità è stata soverchiante dal passato
La stesse intenzioni di brevità come già accadde amante dei Bund sembrò che non cito a caso questo libro per vedo molte affinità con esilio omessa e dimentica
In modo quindi da consentire alla folla delle memorie alle riflessioni di espandersi nella maniera dovuta e attraverso vari percorsi che si snodano intrecciati intermittenti
Spingendo sì ora nel presente ora arbitro uso anche in un lontano passato e persino nei limiti nelle leggende
Memorie tessono riaccese dopo lungo blackout nella mente e nel cuore di Enzo Bettiza
E riaccese proprio a causa dell'ultima guerra balcanica la Quintino un secolo di cui dice testualmente la più gratuità delle guerre guerra più culturale che razziale
Con la triste particolarità di combinare il genocidio Colmegna Morici io
Ecco in difesa di un'identità afferma non motivata da necessità reali ed ha minacciato la sopravvivenza
Così diciamo che proprio la cancellazione gratuità e programmata Disease sacre memorie pensiamo per esempio allo sfregio al patrimonio culturale artistico di Ragusa l'attuale Dubrovnik definita l'ora lattine degli slavi del sud e tanti altri sfregi ecco hanno fatto scattare Jenin mettiti a proprio la necessità interiore di di riappropriarsi di queste memori per tra mandarle e salvarle dalla cancellazione e dallo sprint e dall'oblio
Quindi il ricordo della terra nativa di un tempo assai diversa da quella del presente la Dalmazia chiamata urrà tracotante mente
Dai governanti Zagabria fieri di aver combattuto contro i serbi Croazia del sud
Una terra aperta agli influssi in tanti popoli di vesti che l'UCK è diversa essa stessa e per conformazione geologica e poi per tradizioni marinare imprenditoriali
Da che costa dalla restante jugoslave a carattere levarmi prevalentemente rurale e poi la solare Spalato con l'imponente Palazzo di Diocleziano di cui si dice l'autore il primo è sulle da un attacco Diocleziano
Precursore di quelle plauso domani autolesionistiche Dido molti danno a chi fa Mussi in primis San Girolamo grande filologo di Sebenico e Tommaseo
E poi la sfortunata Azzarà dove la memoria non trova più puntelli e inoltre per persone ascendenti e discendenti di famiglie popoli lingue religioni usanze
Un libro dal respiro vastissimo con un battito cardiaco nella scrittura sempre in sintonia con i moti affettivi anche con quelli di indignazione di insofferenza
In sofferenza nel cercare una motivazione anche atavica anche caratteriale alla follia di quest'ultima guerra follia rintracciata Dalhoumi nella radicata convinzione da parte dei serbi
Di vedere nel musulmano sia bosniaco che albanese ecco ci riallacciamo quindi anche al tema di questa tavola rotonda il nemico per antonomasia il violatore dei loro più sacri diritti e dei loro miti
E inoltre come altre esigenze dell'autore importante in questo libro c'è quella di riportare in vita il se stesso dell'infanzia e dell'adolescenza
E poi tante persone della sua famiglia della sua casa della sua terra ormai perdute e cancellate
E che però come situazioni e personaggi pirandelliani accettano uno otto ore per riappropriarsi del loro vissuto dei loro spazi del loro ruolo ogni anche dell'ultima di mura quei costi artistico cimitero di Santo Stefano situato vicino ai cementifici Gilardi ebbrezza completamente distrutto beh bulldozer del regime titolista
Ne emerge un Enzo Bettiza esule a tutto campo e poi con le inquietudini e le insicurezze gli slanci irrazionali pensiamo al suo amore impossibile per Consuelo
Dei difficili anni della pubertà e dell'adolescenza che come per il colubro DS o il termine esservi Mussi il denotano tutti i travagli intimi derivanti dall'impatto tra prima giovinezza e il mondo degli adulti
E sulle sin da bambino perché affidato completamente alle cure di una balia Morla Ca'quindi serba di religione ortodossa
Esiliato dalla stessa madre chiusa nella torre d'avorio della sua bellezza e chiuso a ogni forma di tenerezza
Probabilmente esiliato gliel'ho detto prima Quattrocchi dà uno schiaffo ingiusto e dall'uccisione e lui mi ha dato ragione di un anellino nero per giunta Zoppo al quale era molto affezionato
Quindi esule già nell'ambito della sua stessa famiglia una ricca e potente famiglia cioè dell'alta borghesia capitalistica spalla e Tina colta questa famiglia prima dello sfacelo finale in tutta la sua escalation sociale ed economica veramente trionfale a partire dal trisavolo Girolamo vice tesoriere dell'armata di Dalmazzo abbellirsi Illiria napoleonica
Artefice tra l'altro del lungo cordone stradale di trecento chilometri attraverso montane dell'Itria
E poi lungo i percorsi trionfali del bisnonno Marino dell'ingegno ostruzione male del nonno Pietro unici palista convinto ENI stretto sodalizio col podestà capo degli autonomisti italiane già anche di Spalato
E anche in sodalizio anomalo data la differenza dei ruoli e dei caratteri
Col borgomastro di Vienna Carli Huber
Tanto da ospitarlo spesso e con la magnificenza da un diurni a Spalato
Quel cari di Hubert con considerato un po'troppo e le elasticamente un ispiratore di Hitler ma dall'antisemitismo
Dall'anticapitalismo più dovuti a motivi elettoralistici che non è intime convinzioni e fu il fondatore del partito cristiano-sociale sposato una
Inoltre poi suo padre Vincenzo un singolare impasto si dice di egoismo sensuale di altruismo morale con la passione per il teatro e per la musica invece costretto a essere un uomo d'affari e quindi ad amministrare questa organizzazione aziendale dale con più di mille dipendenti per giunti in un'epoca di crisi di né contestazione operaia di disoccupazione di recessione
Ecco un Enzo Bettiza e sulle sempre prima da Spalato Azzarà per frequentare il ginnasio conseguire la piccola matura così si chiamava poi piazzare in Italia all'insediarsi dell'italo tedeschi nella sua terra
E infine essere definitivamente all'arrivo dei comunisti jugoslavi al dissolversi di quella colonia italiano nel quarantaquattro ecco sul tema dell'esilio
La scrittura di Betti Azzi compiendo un volo rosso stupore come se dicesse a se stessi ma non è possibile che la vita posso offrire di questi sommovimenti queste questi cambiamenti della normalità
In tutte le sue toccanti descrizioni veramente bella male colma di protrombina attraversate pericolose tediosa che tanto ci ricorda adesso i profughi albanesi e soprattutto la tragedia nel Canale d'Otranto
E poi la malinconia di un ritorno in una sparatoria con l'occupazione dei fascisti italiani e dei tedeschi aveva cambiato aspetto il clima
E poi quel sorriso spento definitivamente sul voto sempre prima sorridente del padre
Quello sgomento taciturno e la madre
E soprattutto la sua insofferenza profonda
A tutte le retoriche nazionaliste alle violenze del fascismo ecco violenze da cui poi doveva prendere l'avvio quel contro terrorismo slavo dei partigiani di Tito nonché tutti i successivi e sanguinosi attentati dei comunisti contro gli esponenti del fascismo
Dunque un clima rovente insopportabile per uno spirito liberale tollerante qual era il suo è anche quello del padre
Un clima che doveva fare iniziare un processo corrosivo siano elementi che nelle coscienze anche di tanti giovani
Spalletti come per esempio la miniera coprano lenticchie il giovane Cerina uccisore del federale Tsavo
E poi Tolstoj Iano cugino Pietro il più corroso dal baco della quinta generazione del ramo sulla vita per la sua famiglia si dice e così via
E infine il tanto doloroso ritorno nella Spalato di oggi dopo molti anni dopo essere parzialmente guarito in un lungo lungo soggiorno in Russia dice lui la Russia era sembrato una dilatazione orientale della dal maxi e perché data la sua infanzia seri Pizzata quindi riti ortodossi caratteri cirillici accetta comunque pro e ha fatto parzialmente guarite da quella sindrome analizzata da rude minimi particolari e definito un inguaribile neopromossi in un incubo onnipresente
Che altera la psiche e annebbia la memoria
Tornato per ritrovare una Spalato stravolti e irriconoscibili rigurgiti ante di una folla di mescolate in Bastardi Rita per i continui travasi immigratori avvenuti durante e dopo la rivoluzione
Una Spalato al centro d'una ragnatela di guerra subdola
E condotta con orrendi sistemici dice lunga ai serbi di Belgrado e di altri esempi minori e poi la storia ci insegna che sin dalla dichiarazione di colture il diciassette cioè alla creazione dello Stato unitario del Regno dei serbi croati e sloveni i servizi erano sempre sentiti depositari del compito di purificazione ecco unificazione caratterizzati invece da conflitti decidi ciclici
In una terra variegate di sacche di etnie diverse di religioni diverse quindi ortodossi serbi cattolici croati esplosi anche in una tremenda guerra civile dal quarantuno al quarantacinque
Fino all'affermazione poi di Tito che doveva creare la Repubblica Federativa serbo-croata con un regime comunista ecco severo quindi il giudizio di Bettiza sui serbi in questo libro di grande spessore di grande attualità
Che consacra potremmo dire almeno speriamo parzialmente il recupero delle sue radici così brutalmente disintegrata e dalle file dei vari cataclismi storici potremmo dire un trapianto di tante tale dell'anima
Dal vuoto più assoluto al campo sempre e la grande letteratura di cui credo che questo libro sia una gemma assai preziosa e quindi faccio tanti sinceri complimenti all'autore grazie
E adesso la parola Francesco D'Episcopo non senza prima esserci congratulati per questa presentazione così seria
Così importante giovanile
E infatti Falcones invitando regge programmi però che purtroppo oggi caldi nei libri si confondono condivisibili portate avanti da commerciale
Non
No pagine dei giornali alla mancanza istituzioni buone e disinteressato
Studentesco
Il costante interesse il piacere di essere nell'Istituto italiano per gli studi filosofici primo saluto
Al suo presidente l'avvocato Gerardo Marotta IMI rapporti sono quanto mai intensi negli ultimi tempi con questo istituto
Ecco grazie all'istituto che opera trascendono e periferia proprio in questi giorni stiamo svolgendo dei corsi sulla letteratura italiana contemporanea presso il liceo classico di Vallo della Lucania
Dal titolo emblematico e anche dal nome direi significativo Parmenide un istituto classico che rischia purtroppo di essere assimilato
Ad altri istituti e poi un volume che abbiamo in corso proprio su Eleonora de Fonseca Pimentel ecco la signora Carla Vidiri Varano e la presidente di questa associazione il nome di Eleonora
C'è sempre tanto dentro perché onora rappresentato la prima giornalista possiamo dire ecco moderna fondatrice del Monitore napoletano quindi e sulle in qualche modo paradossalmente da questa realtà e da questa città
Che però deve assolutamente recuperarla ecco dopo questo prologo per me doveroso ecco in tre amo nello spirito e nella sostanza di questo libro dopo l'ampia e analitica introduzione della professoressa Carla Guidi rimarranno
E Silvio
Senza articoli
Un esilio direi subito assoluto e relativo una condizione
Elementare essenziale esemplare dello spirito che accompagna costantemente l'avventura umana culturale letteraria e storica
Di un autore Enzo Bettiza che si fa interprete delle voci non di un solo popolo ma di tanti popoli forse in uno solo
Io direi che la caratteristica fondamentale di questo libro e proprio il Vittorio il ripudio di una cultura e tono centri cachet e questo è un libero
Che dà proprio il senso del pulsare
Di una moltitudine possiamo dire non solo di culture ma dà anche di sangue storico all'interno di tutti questi popoli che pettina za avuto la possibilità di incontrare soprattutto di incrociare
L'infanzia di Bettiza è stata serba la sua pubertà è stata italiana
La sua adolescenza è stata croata
Assorbito il sangue appunto da una balia More lacca
Sua madre era slava e parlava il serbo croato
Suo padre parlava un particolare linguaggio che si praticava appunto in una colonia quasi veneta quale poteva essere Spalato
Spalato e bizzarra cioè leggendo questo sì questo libro sia proprio il senso del viaggio dell'allontanamento e della ritorno che cos'è l'esilio ecco Betti dello dice molto bene in un alcune battute che andrebbero veramente lette
E la rinuncia alla terra e all'identità
La dimenticanza della lingua natale e questo è un libro particolarmente linguistico
Se è vero che noi pensiamo sentiamo sogniamo immaginiamo e viviamo secondo le lingue che abbiamo dentro di noi voi Bettiza
A varie lingue a varie componenti etniche intro di sì
E sarebbe molto importante e poi chi è derivi direttamente o indirettamente
In quanti in quanti modi in quante lingue in fondo immagina questo suo esso do questa sua realtà profondamente gli intima intensa la perdita del contatto fisico con la tomba dei propri defunti
Raramente si dà il caso di un recupero integrale dell'equilibrio perduto già nelle prime ore
Dello sradicamento perché il problema fondamentale e proprio questo cioè lo sradicamento l'allontanamento quindi dal luogo e dai luoghi non solo della nascita ma anche direi proprio della pubertà dell'infanzia e dell'adolescenza e della maturità
Berisa definito un processo psicologico molto importante una sorta di perdita della memoria che accompagna lo straniamento che segue l'allontanamento lo sradicamento
Come ricordava Carla Vidiri Varano la guerra questa guerra terribile questa guerra multietnica ha provocato in Luís una sorta di inclusione memoriale cioè il ha fatto scattare illusi
La necessità l'urgenza viscerale intensa mentale di ricostruire i frammenti della propria memoria ecco direi
Che Bettiza con questo libro ci ha offerto la possibilità di interpretare questa guerra che ci veniva generalmente illustrata attraverso i giornali e attraverso i mezzi televisivi in una forma assolutamente originale e in qualche modo rivoluzionaria
In genere noi siamo sempre condannati a cercare le ragioni delle cose
Vogliamo sempre cercare soprattutto quando si tratta di grandi fenomeni politici
Come è stato in sostanza questo la ragione la radice di questa storia ebbene Bettiza ci invita a recuperare la funzione di un elemento molto importante all'interno di questa guerra cioè la funzione del mito
Della Milito
Il mito del sangue il mito di un sangue nazionalista
Il mito appunto di una realtà che risale al mille trecento ottantanove
Alla quella fatidica data del massacro sul Kosovo
Dove il principe serbo Lazar e il sultano turco Murad trovarono la morte
Ecco allora l'arrendevolezza spugnosa della memoria e la definizione di di MiTo ecco che voglio leggervi perché mi sembra molto significativa
Ecco Bettiza come osservava anche la signora Varano ha questa capacità effettivamente di congiungere l'elemento razionale con l'irrazionale anche all'interno della scrittura
La realtà e lassù realtà cioè a una scrittura direi proprio spugnosa mente arrendevole alla forza simultanea il sussulto Oria della memoria
Questo è un libro estremamente memoriale
Un libro che non vorrebbe forse essere autobiografico ma che lo diventa in qualche modo perché la sua diventa l'autobiografia di un popolo di un sangue di un mito
Ebbene i limiti sono escrescenze mentali primigenia
Preistoriche tribali
Alla loro maniera infantili e amorali
C'è una sorta di struttura ipnotica all'interno di questo mito e di questa memoria e c'è questa esplosione del mito di una nazione antica che deve difendere la propria fedeltà a un sangue passato e lontano perché che cosa in fondo è accaduto in questa guerra queste sono le parole scrisse condomini
Bruciano
Tantissime interpretazioni che sono state ciclicamente proposte di questa terribile guerra che cosa è stata lì in fondo questa guerra questo confronto questo scontro direi di di razze il travaso dirompente del mito della razza
Nell'imbuto ideologicamente vuoto del comunismo ecco vi inviterei a riflettere su questa la definizione di Bettiza perché credo che si presti effettivamente a una sorta di autoriflessione e anche direi di meditazione generale
In fondo ci sono moltissimi elementi irrazionali evidentemente nella realtà politica che probabilmente sfuggono gli stessi politici e gli stessi storici io credo che questo libro sia la ricostruzione di questo mito sia la ridefinizione della propria memoria familiare sia soprattutto la ricomposizione di questi frammenti sparsi di una identità di una personalità tormentata dalla malinconia della razza perché questo continente dalmata questo mondo Illirico inventato da Diocleziano da San Gerolamo e Tommaseo ma chi erano questi personaggi
I simboli dell'inquietudine antica moderna e contemporanea tra fede e bellezza pensiamo Anton Van sei offre un personaggio sempre direi arroccato nella definizione di un canone di un principio ha poi sempre proiettato ascoltare le estreme sensibilità erotiche
Dell'esistenza questa razza pulsante questo sangue ribollente questa concentrazione di lei di cromosomi
Che trovano veramente una sorta di esplosione tellurica all'interno di un organismo che in questo caso diventa anche un organismo letterario cioè questo è un libro veramente credo
Multietnico
E un libro in cui trovano spazio Boucher memoria eccolo tutte quelle dimensioni che appartengono a tantissime città e a tantissime realtà
Che sono proprie appunto di una realtà che poi alla fine rischia di sfuggirci perché è un libro che cerca di placare l'inquietudine del proprio sangue in qualche modo o forse di travasare urla in una dimensione che una dimensione evoca Trichet è una dimensione letteraria
Giustamente la signora faranno ricordava un passaggio importante di questo libro il riavvicinamento della memoria che Bettiza opera andando in Russia
E sentendo la Russia sembrava soprattutto cioè questa grande madre
Che torna a pulsare dentro la propria memoria
E un continuo avvicinamento di dire che questo sia veramente è un libro di quasi di rituali
Ho propiziatori
E di avvicinamento appunto a questa grande dimensione della maternità memoriale esce un libro diritti un libro di passaggi un libro di continui accostamenti avvistamenti eccome se in fondo Bettiza originariamente fosse spaesato fosse appunto e sulle soprattutto in anni importanti che vanno dalla quarantacinque al sessantatré e poi gradualmente avviene questo itinerario iniziatico verso la riscoperta della propria dalmati cita e drammaticità
Della propria i liricità e quindi direi della propria del proprio mitteleuropee europeismo Mediterraneo perché poi alla fine il discorso è anche e soprattutto questo non esiste solo quella Mitteleuropa quella Mitteleuropa disegnata inventata dalla grandi avventure triestina
Cioè questo libro ci dà anche la possibilità forse di a costarci una nuova dimensione letteraria hanno in genere
In tutti i nostri studi all'università
Parliamo sempre sempre forse troppo di Trieste e di tutta la grande dimensione mitteleuropea legata appunto al mito di Trieste Svevo e così tanti altri finalmente e Bettiza ci ricordo che c'è stato a Spalato
E c'è stata tutta una dimensione di una sorta di Mittel Europa mediterranea è collegata a una sorta direi di dimensione geografica completamente nuova e originale
De Niro quindi che ci invita anche a riconsiderare una geografia della letteratura che in per molto tempo
Ha rischiato di privilegiare solo alcune isole alcune dimensioni geografiche e culturali e letterarie
Bettiza
Come tutti
è stato un bambino dagli occhi smarriti nel sogno della vita in queste apparizioni a volte surreali che gli descrive ma è stato anche poi un uomo curioso di inventare la pittura dell'esistenza almeno dalle note che possiamo leggere c'è stata anche questa dimensione pittorica
Che bisognerebbe secondo me è anche recuperati all'interno di questo libro che non è un libro esclusivamente letterario ma è un libro di lei ricco di culture
Ricco di culture creative insomma c'è una dimensione sicuramente anche pittorica voglio dire artistica creativa oltre che critica all'interno appunto di questo libro
E mi hanno colpito dei personaggi perché ci sono dei personaggi direi particolarmente visivi che affascinano Bettiza in questo libro il proprio fratello
Un altro personaggio apparentemente minore ma interessante l'albanese Matteo otto già
Cioè personaggi che si inventano la vita calandosi profondamente dentro le sue strutture pubbliche elementari ecco mentre Bettiza invece e avviato verso una sorta di dimensione
Di scrittura di registrazione della realtà che qualche volta può rischiare
Per lo stesso Autore di diventare troppo intellettuale Bettiza è affascinato da questi personaggi alternativi da questi personaggi ribelli da questi personaggi che sono calati dentro
L'esistenza ci sono dentro profondamente dentro e la vivono veramente ecco quindi credo che ci siano tutti questi regresso il suo un sangue direi nervoso a mente pulsante
è una sangue forse che andrebbe spiegato attraverso una serie di ossimori cioè attraverso quella sintesi meravigliosa degli opposti che solo le molte culture
Solo le diverse esperienze la madre il padre Spallato Zara
L'Italia la Russia la Germania le nazioni della mente della memoria della cultura e del cuore solamente sono riusciti e poi a ricomporre in questa grande dimensione culturale
Ed esistenziale quindi direi un grande affresco multietnico e questo
Romanzo
In cui forse i personaggi dialogano poco ecco forse e un libro di memoria e di riflessione
E un libro forse estremamente rappreso all'appelli alla sostanza del cuore
Quindi ha una particolarità direi di racconto Bettiza si interroga interroga si scioglie e poi alla fine
Per colpa di questa esplosione terribile che è diventata come dicevo prima una implosione soprattutto culturale memoriale
Per un autore che vuole cercare di capire come poi alla fine ed è questo il messaggio
Che questo rimpallo Lanza nella bottiglia di una Mitteleuropa mediterranea in fondo il futuro e la nostra umanità e un futuro estremamente multietnico
Dobbiamo smetterla con quei Nardi narcotici nazionalismi che rischiano veramente di far saltare l'equilibrio del mondo ecco io credo che la sostanza
Ideologica se possibile chiamarla così di questo libro proprio in quella Herz cultura illirica
In quella tolleranza in quella capacità di stare insieme in quella capacità di vivere soprattutto la politicità la fantasia l'eccentricità
E l'assolutezza di quella dimensione della vita che poi appartiene alla nostra più grande vocazione mediterranea mitteleuropea e assolutamente mondiale grazie
Grazie professor De Piscopo
Anche lei
Ci ha dato
Un aspetto del libero del grande libro di Enzo Bettiza io non ho mai partecipato in prima persona a presentazioni di libri
Ma devo dire che questo libro meritava
Una grande un grande concorso di pubblico ma anche un'attenzione particolare da parte dell'Istituto Italiano per gli Studi filosofici perché un libro che ci rende la memoria storica
Di vaste zone d'Europa
Ce ne fa finalmente ce le rende finalmente europee ai nostri occhi
Alle alla nostra attenzione
Io vorrei ricordare la battaglia
Che fece in altri insieme a Benedetto Croce ad Adolfo Omodeo
Insieme a grandi personalità
Della politica europea come Schumann
Monnet ed altri perché si giungesse agli Stati Uniti d'Europa
E oggi le questioni della inusuale va a Banja sarebbero questioni interne agli Stati Uniti d'Europa e quindi questioni risolvibili in altro modo
Non in quel modo drammatico con cui si sono svolte cioè i ritardi
Dell'intervento dell'Europa dovuti al fatto che erano stati che dovevano intervenire in altri Stati
Stati la cui politica estera si differenziava da cui degli stati che avevano bisogno dell'intervento e quindi ritardi tremendi
Con gravi eventi come gli stupri in massa come la lato il sacrificio dei bambini
E la fame di interi popoli e poi queste nuove povertà di cui si parlerà stasera Bezzi Bettiza volevo dire qualche cosa a Bettiza
Su quelle che sono le conseguenze
Per noi del Mezzogiorno d'Italia di questi eventi
E come per esempio le ventiquattro ore il giornale
Milanese ci informa che i miliardi che occorrono alla spedizione in Albania vengano presi in gran parte dalla cultura
In questo mezzogiorno di tale caccia il sette per cento sulle risorse maggiore e Grahame
Destinato alla ricerca nel nostro Paese il sette per cento di fronte al sessantatré per cento che va al centro nord ma pur sempre somme
Assolutamente mi insignificanti di quelle di fronte a quelle che sono degli stanziamenti in Inghilterra in Francia e in Germania negli Stati Uniti d'America in Giappone in Korea per la ricerca
Situazioni che si creano gravissime nel Mezzogiorno d'Italia il premio Nobel Segre Emilio Segré
Che è venuto varie volte in questi istituto a dire che al di sotto di Napoli non esiste ricerca e che comunque il Mezzogiorno d'Italia da Napoli a Palermo non ha nessuna voce in capitolo per la politica
Scientifica del nostro Paese per le scelte che si fanno nel campo della ricerca e delle scienze nel nostro Paese dove non abbiamo voce in capitolo non siamo nessuno
Ed oggi ci tolgono anche quel poco che citava la Presidenza del Consiglio
Portare avanti un'attività umanistica e scientifica ricordiamoci che Napoli ha fatto il più grande in questa sede a fatti più grandi convegni scientifici dell'ultimo mezzo secolo e ricordiamoci anche l'ultimo l'ultimo convegno scientifico in cui abbiamo portato proprio l'avanguardia dalla fisica mondiale in queste sale il grande contributo dello scienziato
Edoardo Carniello insieme allo scienziato capo Ciliberti che sta in questa sala l'ex rettore magnifico verserà di Napoli hanno dato alla alla scienza
Ebbene oggi leggiamo sui giornali che ci tolgono anche quei miseri quelle mise le fonti che servivano ad aiutare la nostra attività culturale per la spedizione in Albania
E anche simbolicamente si poteva fare a meno di togliere alla cultura ma c'è un fatto noi con questa attività culturale che svolgiamo
Con questa educazione
Chiediamo educazione politica educazione culturale educazione politica nel vero senso parole cioè educazione filosofica formazione
Filosofica e scientifica umanistica e scientifica noi chiedevamo una classe dirigente
Che era quanto di meglio esisteva ed esiste per accogliere gli immigrati che anche vengono a barile era inoltre nostre borse di studio sono internazionale e quindi anche dei giovani
Delle università che escono dalle università dall'Albania
Per i giovani albanesi è invece continuiamo a protrarre delle condizioni di miseria morale nel Mezzogiorno d'Italia per cui questi immigrati che vengono Habbaniyya dalla Jugoslavia che vengono dall'Africa che avvengono tutto il Mediterraneo su racconti da soprattutto dagli organizzatori di prostituzione e di lavoro nero
E questa è una situazione intollerabile per voi che dobbiamo farlo sentire ha un illustre studioso ha un illustre giornalista un illustre storico che viene dal Nord
E che noi accogliamo con tutto affetto e a cui comunichiamo i nostri sentimenti
E i nostri affetti
Delle nostre vite sacrificate
Per le nuove generazioni e vorremmo far comprendere ai giovani che sono in Sava che essenziale la formazione delle nuove generazioni
Essenziale la diffusione della coscienza storica che noi facciamo attraverso duecento scuole in tutto il Mezzogiorno d'Italia
E in scuole anche che sono nel Nord e nel Centro Italia l'opera dell'Istituto Italiano per gli Studi filosofici si svolge ormai da ventidue anni chi volle affondarlo è la famiglia di Benedetto Croce
Il presidente dà l'Accademia dei Lincei grande e ti ho vista id la lista Enrico Cerulli fu fatto nel settantacinque
Professor Pugliese Carratelli a tanti altri studiosi disse non c'è più tempo per l'Europa dobbiamo creare un istituto il quale Possa diffondere in tutto il Mezzogiorno la coscienza storica e che si arrivi al mille novecentonovantanove
Anniversario dalla grande rivoluzione napoletana
Ricordare a tutti i giovani che cosa è stata Napoli del Settecento come capitale europea dalla cultura
Quando nelle strade di Napoli
C'erano Eleonora Pimentel Fonseca Francesco Mario Pagano
Pochi anni prima il grande Gaetano Filangieri
E grandissimo scienziato Domenico Cirillo e tutta quella generazione che fu soffocata nel bagno di sangue di piazza Mercato e di tutto il Mezzogiorno che sotto l'infierire degli ergastolani liberati dagli ergastoli di Sicilia di Calabria da Ferdinando quarto di Borbone
Hanno infierito in tutto il Mezzogiorno è il Mezzogiorno vigili va così sono le parole riportate dai cronisti e dagli storici muggine va sotto le mezze sofferenze che tolsero di mezzo
E soffocare nel sangue un'intera generazione otto mila grandi uomini di cultura otto mila grandi dirigenti amministrativi ottomila filosofi
E dopo quella sconfitta poi l'inizio la decadenza del Mezzogiorno è oggi i giovani le nuove generazioni si trovano in un mezzogiorno la cui la cui scuola decade continuamente in cui gli insegnanti se ne vanno in pensione liberi insegnanti resto lo gli avventizi che sanno ben poco di scuola e delle materie
Che si insegnano dove tutto decade e dove noi praticamente interveniamo in duecento comuni in duecento di Shay in duecento scuole tecniche interveniamo come dica civile
Come estrema difesa
Di un di un un popolo piè destinato ad ospitare altri popoli ma che deve per questo fine creare una grande classe dirigente grazie Guido Bettiza di essere venuto questa sera tra noi e sentiamo compiacere adesso le sue parole che saranno importanti e peseranno nel nostro ricordo grazie
Gentili gentili signore signori
Consentitemi innanzitutto di ringraziare
Nell'avvocato Gerardo Marotta il presidente di questo importante Istituto di Studi filosofici
Mi ospita questa sera per l'incontro con voi
Ospitalità della quale
Mi sento
Particolarmente onorato
Dato il retaggio
Profondo
Che palpita dietro questi saloni solenni retaggio della grande cultura umanistica napoletana
Di cui non devono certamente non debbo essere io a dirmelo
Il nome di Croce
Quello che spicca in primo in primo piano
Ringrazio
Sentitamente
La professoressa Varano presidente dell'associazione culturale De Fonseca
Il professor Francesco De Piscopo
Perché sia
La professoressa Varano ossia dal professor De Piscopo insieme hanno
Dato un quadro
Critico filo logico
Psicologico
Libro da me scritto così completo da rendere quasi superflua ogni mia altra considerazioni in genere chi scrive
è più bravo nel comporre le proprie pagine
In prima istanza
Che nel commentarle poi dall'esterno in seconda istanza è un compito questo del commento dall'esterno dei quello per l'autore che lo scrittore affatto
è un compito che spetta critico acuto al rent il prete di ciò che lo scrittore spesso all'insaputa di se stesso scritto debbo dire debbo riconoscere con estrema
Franchezza che questa sera sono stato interpretato capito
Illustrato a voi
Con grande serietà con acume e anche se ho ben capito e credo di averlo capito
Con un notevole simpatia umana non solo
Per la mia persona ma per tutto quel mondo scomparso
In qualche maniera misterioso è indefinibile
Sta dietro la mia persona
Che voi vi troverete leggendo le nelle pagine nelle pagine di esilio
Volevo dire due parole
Russo nulla
Particolare natura
Degli scrittori di confine
Degli scrittori di frontiera
In genere
Le grandi letterature
Europee
In questo in questa categoria europea metterei in senso dilatato anche la Russia e anche gli Stati Uniti d'America
In genere le grandi culture le grandi letterature europee delle grandi nazioni
Europeo o di origine europea
Poi producono
Scrittori
Sovente grandi scrittore che in qualche maniera interpretano
Condensa hanno nel loro spirito nei loro scritti
L'identità
Della grande nazione cui appartengono
Gustavo Flaubert e la Francia
Dica Linz Shakespeare sono l'Inghilterra
Dante Leo Pardi sono d'Italia
Fino a Thomas Mann
Sono la Germania
Il presidente e dice la follia scandinava
Cervantes e la Spagna
Lo scrittore di confine non può
Riferirsi né a se stesso
Ne ha una grande identità nazionale a cui
Egli possa riferirsi con le sue opere con la sua persona
Lo scrittore di confine se io dovessi fare un
Con tutto il rispetto per le proporzioni senza nessun accenno di personale vanità
Ho megalomania
Per tutti i grandi nomi che ho evocato rappresentante
Di grandissime nazioni ho dimenticato ho dimenticato Dostoevskij e Tolstoj che insieme rappresentano due facce
Della cultura russa e della nazione
Ossa
Ebbene
Soprattutto il titolo che ho nominato nome ho nominato uno
Che fu il più grande scrittore di confine
Di questa Europa e di questo secolo che era Roberto Roberto Mussi
Nell'opera di Mussi il
La multietnicità di cui qui si è così ben detto Gian riferendo la anche al mio libro vibra
Ironicamente mozartiana mentre come un Minuetto continuo dalla prima all'ultima pagina di quel libro senza fine
Che l'uomo senza qualità libro senza fine libro senza identità libero senza precisa nazionalità anche se scritto in lingua tedesca che non è però la lingua tedesca né di dette
Nel di Thomas Mann
è una lingua tedesca più vivace quasi latineggiante che assomiglia più a Salisburgo che a Lubecca
Tanto per intenderci con qualche immagine paesistica architettonica
Ebbene
Nello scrittore di confine il fatto di non avere un aggancio come Mussi lui stesso non aveva era un grande scrittore
Della multietnicità ironica nelle sue pagine dell'impero austro-ungarico l'ultimo impero che abbiamo conosciuto degno di umanità
E di comprensione ebbene ogni sua pagina
Sfaccettata ogni sua pagina è probabile ed improbabile ogni sua descrizione e
Caleidoscopica come gettata dentro uno caleidoscopio in movimento in cui il personaggio si stufa accetta nelle sue infine crisi in Mali
Sfumature radici possibilità e impossibilità
Lo scrittore di confine
Un po'enigmatico
Lo scrittore di confine non propone lo scrittore di confine guarda spesso con i inesorabilità
Tutto ciò che è di molteplice di diverso e di compenetrano ante in Luís
Lo circonda
Parlando evocando Mussi
Non si può fare a meno
Di ricordare questa metafora della civiltà austriaca nei giorni della fine
Che fu la Catania calcagna che viene il nome è un po'suona un po'rozzo
C'è un'allusione è un po'equivoca
Però il nome calcagna viene da cala
Und tocca che voleva che era la sigla di questo strano invero che ha sempre cercato un nome senza averlo che l'Austria Ungheria
Cala un capo dire Kaiserliche und nidi lisce Imperial Regio Imperial Regio questo impero che non sapeva neppure se era un impero o se era un regno l'Austria non ha mai avuto un nome preciso l'Austria Ungheria non ha mai avute ecco questa Taccani anche non la qualità che non ha nome che non ha probabilità storica destinata alla decadenza alla fine nella sua nella sua creativa multi ma vulnerabile multietnicità ebbene questa Catania questa calcagna in un certo qual modo si diramava ovunque
Per l'intero austro-ungarico creando la calcagna di Prada
Di carsica la Catania di Trieste di Svevo lacca cagna galiziana galiziana di rotto
La Kakà Annia della Bucovina di Gregori fondi Rezzori e così via
Un'ultima a Catania
La più solare la più mediterranea la più ignota
La Dalmazia
Per dei contratti di passati sepolti
Di personaggi
A tutto tondo
In parte dimenticati
In parte in via di ritrovamento di riscoperta
Nonché io ossia che pretenda di essere lo scrittore di questo ultimo lembo Taccani dico
La Mitteleuropa mediterranea
La Dalmazia no dico soltanto perché era dal maxi ha prodotto anche altri scrittori
Sia di lingua italiana che di lingua serbo prova che è stato un rinascimento culturale
Nelle città dalmate un creatore della letteratura
Serbo croata è un mio concittadino del Cinquecento che si chiamava Marco Marulli ci c'è una lunga tradizione come geografica drammaturgica
Ragusa dove spesso nelle commedie che Java e l'italiano il latino e il dialetto veneto
Oltre ai primi innesti della della lingua della lingua della lingua slava
Ecco
Soltanto volevo dire che
Lo scrittore di confine
Quando nasce in una terra come quella dove sono nato io
Non può come non poteva Mussi come non poteva Svevo
Come non poteva scarlatta per Scipio
Non può esaltare
La nazionalità in maniera esasperata
Non può esaltare l'etnia in maniera esaspera
Non può esaltare in maniera esacerbata l'identità ecco mica nazionale
La quale come diceva l'austriaco Grillparzer non era altro che una metafora nella quale si racconta Rossi racchiudeva che racchiudeva la che racchiudeva HP che racchiudeva questo passaggio
Dal la nazionalità dalla dalla Best dalla nazionalità alla bestialità abbiamo visto il passo è stato breve nei nostri tempi fascisti Minazzi ismi nazionale comunismi lo hanno dimostrato no il vero scrittore di confine secondo me Mussi Liliana mente deve fare l'elogio dell'all'abilità
Nazionale
Della permeabilità
Nazionale
Della trasparenza
Nazionale
In ultima analisi deve fare l'elogio della a nazionalità premessa fra l'altro premessa tra l'altro ovvia nei tempi in cui si parla tanto dell'estinzione dello Stato nazione e in cui tutti gli europei
Più e prima labili nazionalmente diverranno tanto più presto raggiungeranno questa nuova identità transnazionale che dovrebbe essere e che speriamo sarà un giorno la nazionalità europea
Ecco l'iter dello scrittore di confine
Che dall'elogio e dal sentimento
Anche dai gorghi
E dalle rughe
Tragiche della labilità nazionale riesce forse a comunicare al ai lettori mono nazionali che lo leggeranno qualche cosa di un mondo
Molto
Vulnerato dalla storia
Molto vulnerabile nel presente ma al tempo stesso carichiamo
Di quei pertugi verso il punto il futuro che soltanto le condizioni storiche e geografiche drammatiche talvolta possono offrire all'uomo e all'umanità genera
Questa direi
La cornice nazionale ideologica
Che inquadra
Questo mio ultimo lavoro
Che fa intimamente parte dell'arresto
Al
Allora
L'insieme dei libri dei libri che ho già scritto
E nei quali tutti
C'è già come un riflesso un preambolo indiretto mascherato truppe
Calato artisticamente
Dei leit motiv del dei temi delle vicissitudini che in esilio escono per così dire in un età come la mia che non è più giovanissima
Escono allo scoperto
E come se dopo avere scritto è trascritto ma spesso i miei sentimenti le mie esperienze le vicissitudini in altri libri sia disse sia assaggi siano stati saggi o romanzi
E come si è alla fine per ultimo fosse venuto questo libro
Presentandosi all'elettore nella veste e di un laboratorio
Anche estetico scoperchiato
Tutto ciò che coloro che mi hanno
Amichevolmente seguito negli scritti precedenti riapriranno o apriranno
Ancora una volta i libri precedenti confrontandoli a questo troveranno in esilio
Tutti i materiali i primi tutti gli gli elementi
Minerali direi
Che avevano già fatto con crescere
La geografia
Loro grafia dei miei libri dei miei libri precedenti
Oltre a tutto questo
Che ho detto
Vorrei soffermarmi un un attimo con maggior precisione
Sulla
Terra in cui sono nato
Che non ha trovato molto spazio nei libri precedenti
E che si trova al centro
Al centro di questo ultimo di questo ultimo libero
Per la Dalmazia
Spesso
Per il per tanti italiani
Anche colti
C'è una visione unitaria sulla civiltà dell'Adriatico orientale che vada a Trieste
Fino passando per l'Istria parli Choir nero scendendo giù lungo il breve tratto del litorale Crovato per attraversare nella sua lunga traiettoria la Dalmazia e per fermarsi alle Bocche di Cattaro ai fiordi ai fiordi dica però cioè alla soglia
Alla soglia del Montenegro
C'è una visione simpatica mente unitaria
Di questo mondo in cui triestini istriani Choir Merini dalmati sembrano un po'tutti assomigliarsi fra di loro
Come voi sapete poi quando si
Vedono e osservano le cose più da vicino
Con l'aiuto magari di un microscopio si scopre che le realtà
Che sembrano vicine spesso non lo so
I dalmati sono diversi dagli istriani
L'identità nazionale veneta
Direi italiana nell'istriani e più marcata e più lineare
La gente che abitava a Polla
Pirano Parenzo
Capo d'Istria
Su su fino alla Orana al fiume fino
Al
Fino all'insenatura del Quarnero
Spesso di cittadini di quelle parti non parlavano non parlavano il coro atto e nell'interno sì interno si parlava del croato
A Fiume si parlava un po'Dunga rese perché il fiume così come Trieste fu il porto il grande porto dell'Austria
Altri l'Ungheria fu il te Fiume fu il grande porto dell'Ungheria
E in Dalmazia che la molte polemiche la multietnicità esplode di colpo
Che il bilinguismo anche lungo la costa
Legge quasi naturale
E in Dalmazia tranne che a Zara
Città
A forte carattere italofona o a forte identità
Nazionale italiana tranne che a Zara dove io studia il ginnasio e il liceo nel resto delle città dalmate Sebbenico Traù Spallato
Giù giù fino Cattaro che faceva parte della Dalmazia
La multietnicità il matrimonio misto la complessità idiomatica fa parte corrente spicciola della cultura quotidiana d'ogni giorno di ioni dalmata di quelle parti
Tuttavia
Non dovrebbe essere dimenticato che fino al mille ottocentosettanta fino a quando l'elemento croato slavo non prevale
Anche nelle scuole nelle
Nelle nelle nelle scuole medie
Delle città che ho nominato la linea lingue predominanti erano l'italiano il tedesco
Intorno al mille ottocentosettanta settantacinque Beria che gli slavi stessi attraverso di Risorgimento italiano e attraverso la rivoluzione francese
Le incursioni Europee napoleonico prendono coscienza
Della propria identità nazionale che delle ed elementi slavi anche nella mia città disparato a poco a poco prevalgono
Bloccano
Nell'istruzione pubblica
Bloccano la lingua le lingue il tedesco ed italiano dipanare al tedesco diventano lingue sussidiarie e nelle scuole medie si installa il serbo corrotto
Non azzarda in tutte le altre città della Dalmazia mio padre
Che apparteneva
Non soltanto
Alla comunità italiana disparato ma ad una famiglia rappresentativa emblematica importante della comunità italiana di Spalato ha dovuto fare le cosiddette reali Larrea nessun re una specie di liceo scientifico il ha dovuto farlo in serbo-croato
Sempre lingua che non parlava né con la mamma
Nata a Sebenico dove nacque anche Niccolò Tommaseo né col Papa la lingua che si parlava in casa era il dialetto veneto
Ora
C'è tutto un mondo scomparso in questo libro che anche come si è detto ben qui una metafora
Delle tragedie jugoslave c'è però anche tutto un mondo ottocentesco scomparso
Che era caratterizzato
Da un nucleo di dinastie PM recanti ivi
Appartenenti alla comunità italiana dalmata
Il ceto dirigente per tutto l'Ottocento la classe dominante fu
Quella dei dalmati italiani
Intorno a questo mondo
Borghese imprenditoriale mercantile naturalmente fluttua va anche e cresceva
Un mondo lo slavo
Intellettuale politico giornalistico pubblicistico letterario
Che a poco a poco compenetrano indossi con questo più antico retaggio dalmata italiano cominciava a comporre una cultura mista molto particolare oggi anche quel mondo di croati
E distillati dalmati
Di
Notevole lignaggio politico io come i trombi c'è come supplito culturale eccetera anche loro sono scomparsi
Anche la nan una certa antica Dalmazia slava che conflitto Bava con le nostre comunità italiane di continuo io venivo spesso picchiato dai
Dai da dai ragazzi croati quando uscivo dalle scuole elementari italiane della mia città perché considerato italiano
Parlavo lo slavo come loro ma uscivo fuori una scuola italiana e spesso venivo picchiato insieme i erano più numerosi Dinoi e non le prendeva
Questo però tutto questo mondo che
Faceva parte
Di
Un curioso passato
Multiculturale
Multietnico multi idiomatiche o
E scomparso così come è scomparsa la Prussia orientale così come è scomparsa la Galizia così come è scomparsa da poco vicina
E tante altre regioni europee travolte dai traumi e dalle guerre ecco
Il mio libro mai mio libro è stato definito un po'
Da alcuni critici di lingua slava benevoli
Non tutti i benevoli ma alcuni benevoli
è stato definito come il Gattopardo della Dalmazia
Un un libro che
Evoca rievoca
Cose che ci furono e che non ci saranno più ma
Al tempo stesso
Rievoca anche quelle radici di conflitto quelle radici
Di astio quelle radici di intolleranza che talvolta
Serpeggiava no e si conficca mano all'interno
Delle singole famiglie
Radici che possono spiegare attraverso una rappresentazione umana diretta impresa plastica diretta al lettore tutto ciò che poi sarebbe avvenuto tutto ciò che già ribolliva nella pentola banche balcanica e che sarebbe esploso per due volte
Nella seconda guerra mondiale e nella terza guerra europea che sarebbe la quinta guerra balcanica quella che si è che si è appena cicatrizzata e conclusa in
Del territorio nei territori dell'ex Jugoslavia
A questo punto io quasi quasi mi fermerei perché dopo tutto ciò che ha detto la proporzione essa vararlo
Dopo tutto ciò che ha detto il professor D'Esposito dopo le calorose parole dell'avvocato Marotta io ho aggiunto qualche glossa di spiegazione in più
Una grossa un po'più personalizzata
Un po'più
Geo culturale a le altre cose molto interessanti molto esatte che qui sono state che ci sono state dette
Se questo libro può giovare a qualche cosa
Esso
Può giovare ad una cosa
A comprendere
Anche nella sua negatività
La forza
Creativa e distruttiva del mito
Che incerte
Guerre balcaniche
Conta molto di più
Degli intrighi romanzati delle grandi potere sede di trafficanti d'armi la storia nei Balcani non è mai romanzata e romanzo impresa diretta romanzo crudele impresa diretta
Inquilini nel romanzo in presa diretta della storia degli atti e delle politica balcaniche il mito avuto una grande funzione insieme
Insieme creativa e negativo c'è poi il tema dell'esilio come categoria dello spirito non come fatto materiale come sotto come spostamento soltanto
E c'era infine il tema dello libero
Libro contrario alla etnocentrici cala naturalmente però è un libro che tiene conto delle realtà etno centri che delle esagerazioni crudeli
E sanguinaria del noto centri cita
è un libro in cui
Io non so se ci sono riuscito dalla prima all'ultima pagina ho cercato di spiegare l'odio di analizzare l'odio di descrivere l'odio senza odio senza odio
Per me personalmente è stato lo sforzo più difficile
Di descrivere l'odio e l'orrore che adesso ha saputo provocare in quelle Platì dissi sforzarmi di mantenere la penna ferma
Di fare urgenza al massimo tasso di razionalità possibile che potevo albergare in quel momento per descrivere il peggio
Da lontano per descrivere il male da una prospettiva che Malefica non voleva non voleva essere
Ecco
Con queste parole concludo la presentazione di un libro che come vedete è un po'
Si presenta a più strati e che offre al lettore benevolo
E generoso
Più chiavi di lettura
Più piani di abitazione più geografie
Già
Visita de ringrazia
Perché devo scappare sino
Se c'è qualche intervento
Ecco con l'amico amico D'Alema da
Nicola
Io voglio
Come
Dalmata
Oltre cinquant'anni napoletani Pizzato
Voglio ringraziare in maniera particolare l'amico Bettiza
Per la riabilitazione che ha fatto degli esuli dell'esilio degli esuli
Io per molti decenni mi sono occupato degli esuli
Non solo dalmati ma anche istriani fiumani in Italia
Con scarsissimo successo
Controcorrente
Essendo incapace di farci considerare come lui invece si è fatto considerare ma venendo considerati come dei o dei fascisti io ho dei vetero nazionalisti della gente insomma fuori fuori dei tempi
Tu hai avuto il merito di averne fatto capire è vero che i tempi sono cambiati queste vero ma di aver fatto capire con intelligenza e con l'arte
Quello che la vera natura degli esuli dalmati in particolare ma anche dell'Istria retail firma e di questo ti sono molto grato e permettetemi amici napoletani che come dalmata io ringrazio Dal Mas
Possiamo lasciare
Ora è
è un omaggio degli alunni del liceo classico di Aversa all'autore sono questi che recitiamo i passi del libro che ci sono rimasti impressi nel cuore nella memoria
Il tema che percorre tutte le pagine e quello dell'esilio
Il giorno dell'esodo ASS venne a salutarci soltanto offrano nessun rappresentante della servitù una volta numerosa era presente sulla banchina della riva l'assenza dei domestici
Aumentava la tristezza del distacco strano fissando mio ostinato assistette in silenzio al mio imbarco su un peschereccio pugliese di fortuna
Pericolosamente sovraccarico di bere ungheresi slovacchi polacchi romeni fuggiti chissà come dall'est e approdati all'Adriatico il peschereccio schiacciato dal peso di quell'umanità fuggitiva le volle ancore il punto alla prova su Bari
Fino all'ultimo io guardai l'amico che in piedi sul molo senza mai agitare la mano diventava via via sempre più minuto più fragile più evanescente
Quando si ridusse a un grigio a un grigio controllino nell'azzurro capi che il mio esilio era davvero incominciato
Non escludo che avrei cercato di soggiornare a lungo nelle due città europee che mi piacciono di più Vienna e Parigi
Le cose sono andate invece come sono andate
Per niente attrezzato né fisicamente né moralmente a condurre l'esistenza dell'emigrante viziato dalla nascita borghese cagionevole di salute ho dovuto subire le peggiori prove dell'esilio
La misera più nuda l'umiliazione lavori faticosi indecorosi la perdita dell'identità sociale e familiare
L'impossibilità di trovare un'occupazione dignitosa e sicura a causa dei ministri di regolari e della mancanza di un serio diploma scolastico
Ecco avevo l'oscura inquietante pressoché continua sensazione che il mio io non fosse il mio vero io il mio essere non è il mio essere utenti go e che tutto ciò che vedevo e toccavo fosse soltanto una mimesi nel nulla
Apparenza vuota miraggio e beffa
Al di là truccato Kojo orpelli dell'al di qua
Mi colpiva la forma gratuita l'inconsistenza materiale degli oggetti che stiamo chiamano ignoti assurdi davanti a me come tanti messaggeri del niente
La rottura che guardavo le persone che incontravo le voci e le parole che ascoltavo
Mi parevano tutte falsificate o addirittura necrotizzato e da un virus misterioso e silente lussi e sono i fattori di un firmamento spento
Lei si è simile a una lebbra leggera gassosa che con logorio diluito nel tempo sicure corrompe a poco a poco l'organo della memoria
Questa necrosi indolore che non s'avventa come una schiera carnivora sui ricordi ma si insinua piuttosto venissi come un gas nervino ustionante Viesti Nando lì a fuoco dolce
Trasforma la memoria e memorie esiliata la sommerge l'amnesia la rende sordo all'appello della di vocazioni di trattaria perfino i richiami della Nostalgia
De fondaci della memoria in coma riesce a malapena riemerge ogni tanto qualche falena bruciacchiata
Spezzoni di fisionomie di voci di paesaggi una volta completi e intensi come la vita che gli aveva creato e nutriti prima di abbandonarli
Nient'altro che la certi consunti esportati nient'altro che Cinieri di salentina ormai incapaci di rapendo essi un ectoplasma mnemonico a tutto tondo
Betti già ritorna la vite alla salute a Mosca fatta è che più passavano gli anni sempre meno mi sentivo forestiere in quella grande terra slava meno sradicato di altri sradicati
E anche con l'avvicendarsi delle gelate Davis Gelli di Menem meno nevrotico rispetto ad altri colleghi sempre più nevrotici
Avevo ritrovato Moscona parte di mi perduta nell'esilio era lì che poco per volta Merati conciliato al mondo e come al mondo e con me stesso
Si intrecciano nelle vicende delle guerre balcaniche i temi cari a Bettiza infanzia in Dalmazzo dall'amore la saga familiare le cucine centrale centro pulsante di vita di un'antica casa patrizia dalmata
Nel giovane adolescente nasce il tormento dell'amore
Compare nella sua vita la trentenne Zaratti emancipata Consuelo nella sua nervosa prestanza purpurea
Che scompare che sconvolge ai sensi dello scolaro conoscente concorso erotismo pedagogico e si trasforma Daniela farfalla svolazzante in una maga spietata infedele
A lei alla fine sarà consentito un pietoso riscatto
Non so se la bella Consuelo abitasse al di là delle mura cittadine nel quartiere dirimpettaio dice Lidia
Neppure so cosa che andasse a fare nei giorni in cui puntualmente dopo le quattro del pomeriggio rivedevo quella sua sagoma avventurosa che mi faceva pensare una grande farfalla nera
Volare per pochi secondi sopra il ponte levatoio e perdersi in un guizzo segreto farà il prime case allineate quasi a picco sul canale e sull'Idroscalo
Appostato come un cecchino inesperto dietro la finestra affacciata sul canale aspettavo col cuore in gola di mettere nel mirino della mia follia la fugace farfalla in voto sopra il ponte
L'ambigua figura della madre anno solare della mia camera con disgusto
Però lungo la causa di un silenzio carico di muta riprovazione e quindi sbottò risentite imperiosa
Vergognati fumare all'atleta con la tua salute di cartapesta
In questa vostra bella città e dove le sigarette costano meno del pane fumano tutti allegramente cani parce bambini ma non ti rendi conto che questa tua ferita stanza trattino puzza di fumo quindi l'osteria
Ti ordino di smettere subito e di non farlo mai più
La passeggiata con la mamma avrà avuto sì o no sette anni anche la mamma si arrestò di botto incontrai gli occhi spalancati scuri è scintillante che mi osservavano dall'alto con ansietà disgustata
Anzi con ribrezzo collerico come se fossero sul punto di scoprire il sintomo di una lebbra mimica il pallore diffuso sul mio molto
Queste misure Gitto fusti girato infine dà uno schiaffo violento che la lunghissima mano sinistra della mamma che era mancina abbattere con impeto esercizi col sulla maledetta Roa
Dilagata come un insulto sulla mia faccia simile alla sua
Toccò così proprio Amman a mia madre colpirmi con lo schiaffo più assurdo più innaturale e più umiliante che abbia mai subito nella vita
Questo libro ci ha insegnato molto anche se lei ieri ci ha detto non fate quello che ho fatto io neri faremo quello che ha fatto lei
La sua Energia alla sua sensibilità la sua voglia di sopravvivere vive e vivere è un grande esempio per noi giovani
A questo punto data anche l'ora non posso che ringraziare
Ringraziare tutti i gli amici elettori che ha hanno partecipato a questo incontro in particolare le alunne che in questo momento
Sotto la guida per la loro professoressa hanno prima letto alcuni brani del libro e poi mi hanno rivolto un saluto molto affettuoso molto simpatico
Voglio dedicare un particolare saluto affettuoso nostalgico all'amico Barnaby che per anni è stato con me deputato al Parlamento europeo
è stato anche capogruppo dell'importante del gruppo del Partito popolare europeo nel Parlamento di Strasburgo e con Barbie ho avuto spesso dei simpatici incontri e colloqui che questa sera hanno trovato il loro punto di coagulo di in cui nelle cose che l'onorevole Barbi vi e ci ha detto
I poveri dalmati poveri istriani un po'o per una certa vulgata di sinistra molto diffusa a partire dal mille novecentoquarantacinque in poi in Italia hanno goduto
Proprio loro che rappresentavano l'immigrazione più sana
A più alto tasso culturale
A nessun tasso di criminalità che l'Italia abbia mai avuto in questo secolo proprio loro vengono trattati di revanscista i fascisti irredentisti eccetera
L'Italia ha avuto questa benedizione di poter prendere in casa trecentocinquanta mila persone un'Italia disfatta un'Italia prostrata dalla guerra trecentocinquanta mila IST o o uno di più o di meno non ricordo e che sono venuti dal dal quarantacinque in poi e chi Sozzi e che si sono inseriti senza lacerazioni
Nel tessuto nazionale italiano portando nocca o conoscenze linguistiche e diventando diventando o spesso molto importanti in tante funzioni al vertice di banche pro al vertice di istituti scolastici Missoni che di cui la cugina è quarto in fondo un grande che fondò una grande in grande in grande impero e del made in Italy e così via e così via è e il fatto che qui checché
Essere profondamente né fascista né nazionalista D'Annunzio c'è stato un malinteso per noi non è stato una nostra ricerca è stata qualcosa che ci è stato capo al catapultato dall'esterno non è
Altri siamo un po'diversi la tolleranza dire
E il fatto arte e della nostra piccola e spicciola civiltà è sparsa oggi fra tante piccole comunità esterna fino a ritrovare un Bardi amico napoletano oramai da mezzo secco
No
Patrimonio
Di
No dal due mila e