"Welfare, diritti, equità, cittadinanza" presentazione dell'Osservatorio di economia sociale organizzato dalla Cgil Lombardia e dalla Fondazione Cesar presso il Circolo della Stampa

Per essere intervenuti io sono Mario Agostinelli e sono segretario
Della CGIL della Lombardia che assieme alla Fondazione Cesar
Promuove osservatorio sull'economia sociale lo presenta anche al pubblico alla stampa
In un luogo
Prestigioso
Soprattutto
Noi di
Oggi mettiamo a disposizione in questo senso significativo questo confronto pubblico mettiamo a disposizione una struttura di assoluta novità
Perché dovrebbe accoglienza e comunque riguardare un grande interesse non solo lavoratori dello attrici ma per i cittadini
Lo fa il sindacato dello fra assieme da una Fondazione
Che si occupa da tempo
Di economia sociale di problemi riguardanti i bisogni delle persone
Lo fa un'organizzazione che naturalmente barda del diritto al lavoro dei diritti che provengono al lavoro la propria missione
Ma che oggi apre una fase di discussione molto puntuale anche rispetto a
La grande divaricazione che si sta aprendo nello sviluppo anche di queste regioni ricchissime
Un crescente stato di disagio e di precarizzazione all'interno del lavoro da una parte una crescente condizione
Quindi disagio se volete di crescita di Pisoni sul piano personale e soprattutto tra le persone più anziane o tra gli strati di crescente emarginazione
Questa divaricazione se volete qualità dell'occupazione
In soddisfacimento non un cattivo soddisfacimento dei bisogni sono il punto su cui è partita la nostra riflessione qui
Parte questa riflessione lo dicevo mentre presenta danno
L'iniziativa
Oggi del primo incontro anche dei membri che fanno parte di questo osservatorio diceva Moggi che dalla pena di attualizzare anche la nascita di questo nuovo
Ma mentre l'osservatorio rispetto anche alle scadenze che la politica contrattuale la politica sindacale anche la politica economica del nostro Paese o da tanti
Siamo alle soglie di questo dibattito sulla riduzione dell'orario le trentacinque ore
Per noi presto non semplicemente la richiesta di una contrazione del tempo di lavoro ma è un Progetto di tempo sociale
Quindi è qualcosa da costruire con un lungo percorso e con l'apporto di grandi energie anche di quelli che parteciperanno all'Osservatorio
E noi non abbiamo dubbi che accanto alla ridistribuzione del lavoro provocata da una riduzione generalizzata dell'orario di lavoro crescerà
La necessità
Di strutturare con un nostro Progetto anche il tempo liberato
Cioè il tempo che viene messo a disposizione delle persone al di fuori del lavoro odierne saturato se posso dire così da una nuova attività di relazione dati detta di comunicazione
Da capacità di
Definirle sul piano dello scambio sociale quindi da un Progetto di socialità oppure sarà di nuovo invaso e compresso dei consumi noi non abbiamo dubbi decifrare con un proposta con queste ambizioni anche qualcosa d'interesse al di là soltanto dei nostri scritte delle operatrici dei lavoratori
Cioè noi siamo sicuri che nel momento in cui riflettiamo sull'intero tempo di esistenza e non soltanto sul tempo di lavoro ci occupiamo bella caratteristica saliente sia della convivenza che della civiltà
E quindi i lanciano sicuramente un progetto ambizioso
Per carità non sta solo al sindacato sindacato è uno dei tanti interlocutori però sindacato a una rete di solidarietà ha un'esperienza di raccordi di rapporti oltre che credo una storia tale da poter essere sicuramente punto di coagulo di molte esperienze questo noi vorremmo fare
Non è quindi assieme alla Fondazione Cesar diamo vita a un osservatorio sull'economia sociale che è costituito da prestigiosissima
E qualificatissime persone che rappresentano il massimo se volete anche di competenza nei loro settori
Lei stringiamo in un patto come dire di scambio assolutamente paritario
Il significato di un osservatorio non è quello di una struttura burocratica è un luogo dove si discute dove si scambia
Dove si diffondono le conoscenze e dove l'interdisciplinarità diventa un fatto
Che da ancora più forza alle conoscenze di ciascuno cioè quindi è un luogo di scambio interdisciplinare
è un luogo di diffusione delle esperienze è un luogo che in strada Progetti e qualifica questi progetti sulla base dei vari apporti che vengono messe in campo
Noi abbiamo questa mattina già avviato una prima discussione interna l'Osservatorio cara strutturato in maniera anche organizzativa
In modo tale da potere essere un punto di riferimento per il lavoro della CGIL ma anche per il lavoro di qualunque organizzazioni associazioni in Terna si occupi di questi problemi
Noi metteremo l'abbia detto a disposizione questo nostro lavoro sicuramente
Ad esempio degente
Agli enti locali ai centri di assistenza alle attività di volontariato saremo un punto se volete non dico di organizzazione ma sicuramente di interscambio di grande significato e utilità
Dicevamo prima useremo anche le tecnologie della comunicazione
Più avvincenti
La CGIL Lombardia a un WEP proprio una pagina che tu chiunque può consultare Tarantola
Consiglio per una serie di aggiornamenti se volete non www punto London punto CGIL punto it ti facilissima quindi da h una non di queste pagine sarà dedicata al funzionamento dell'Osservatorio e quindi alla messa in Rete a disposizione di tutte le notizie
Che proprio queste persone ciascuna terminale di un'esperienza saranno in grado di selezionare di travasare
Io finisco perché il mio compito è quello di rendere ancora più esplicito se volete la novità che interviene con il fatto che la CGIL si occupi e si faccia carico della promozione di centro con queste caratteristiche
Vorrei mentre chiudono
Fare un invito a quelli che sono qui presenti a considerare questa esperienza che si avvia e che quindi non sono in grado assolutamente di qualificata se non con grandi speranze di considerarla cosa anche loro
Le strutture dell'Auser nelle strutture delle camere del lavoro le strutture decentrate
Le strutture anche del volontariato o alcuni che conosco qui che da tempo si occupano di economia sociale o gli stessi rappresentanti dell'amministrazione comunale che interessate sono venute qui
Vorrei che si sentisse da parte di un interscambio e parte di un'esperienza che o viene arricchita dalle il loro esperienze ed ai loro interessi che la l'arcano oppure potrebbe ridursi a una delle tante strutture burocratiche su cui il sindacato ha fatto operazioni di difesa di tenuta ma non certo operazioni di evoluzione del quadro politico e sociale che abbiamo di fronte
In Lombardia non abbiamo assolutamente bisogno che tutte le novità che vengano che hanno il segno della solidarietà
Vengono anche rese efficaci efficienti dal raggiungimento pieno degli obiettivi che si pone siamo in un posto dove la solidarietà
Incontra difficoltà siamo in un posto dove la cultura quella che noi abbiamo combattuto anche con la manifestazione del venti settembre contro la secessione a radicalmente tutt'altro che trascurabile ecco guardate da questo punto di vista poi sul campo si incontrano queste occasioni che anche noi cerchiamo di fornire oppure pian piano vengono
In un certo qual modo nascoste dalla prevalenza di quell'idea forte e tutto sommato
Imbarazzante per chiunque vive in Lombardia che tutto sia monetizzabili e che tutto alla fine si riduca una un la prevalenza dell'interesse individuale in una regione ricca quindi abbiamo anche questa ambizione di costruire Attraverso l'osservatorio dell'economia sociale un punto di riferimento di scambio anche tra culture che non sono quelle che già possediamo e che invece possono sicuramente ricevere
Dall'interscambio un ulteriore grado di arricchimento di efficacia e tutto sommato
E capacità di connotare questa nostra Regione di un segno nuovo
Io ringrazio tutti ora presento sono al mio fianco
E mia Mazzonis che il presidente
Della fondazione
Sarà perché con noi concorre alla costituzione di questo osservatorio che ha una grandissima esperienza in questa direzione
Donna Gervasoni che ringrazio di essere qui presente che è il presidente della Caritas diocesana di Bergamo
E poi conoscete tutti senatore Smuraglia che stato sul campo promosso presidente della
Nostro osservatorio
Dovevano essere presenti e quindi anche il sindaco di Napoli e il presidente della Regione
Capita quasi sempre così quando si chiede la presenza questo livello hanno comunicato loro ieri sera impegni sopra tenuti in una difficoltà è sembrato noi giusto non tanto che venissero sostituiti ma che partecipassero in spirito quindi abbiamo se volete al nostro fianco
Grazie
In primo luogo io vorrei esprimere un apprezzamento non formale ai promotori dell'Osservatorio sull'economia sociale
E in particolare alla CGIL lombarda è se permettete anche alle persone di Marisa Fugazza e Mario Agostinelli che si sono adoperati molto
Per la costruzione di questa nuova istituzione
Ora come come intervento d'apertura
Mi tocca credo di indicare un quadro di concetti di iniziative sui quali poi in particolare con Gervasoni ad altri possono esercitare qualche apprezzamento
Sicché seguire uno schema di questa natura in tempi ragionevolmente brevi
Dirvi che cosa intendiamo per economia sociale
Darvi poi successivamente le cifre in Italia dell'economia sociale per sapere anche quantitativamente di che cosa parliamo
E poi annunceremo qualche idea a proposito di una possibile al ruolo della condomina sociale in Italia e in Europa
Ancora più vicino grazie e e poi qualche spiegazione credo sia accettabile
Di ciò che è ciò che fa la Fondazione Cesar
Ed infine alcune novità nel campo dell'economia sociale dopo che l'abbia anche a riti concetti
Che forse non sono del tutto conosciute
Nel documento preparatorio molto bello che io ho visto è scritto di
Di gravi preoccupazioni che si hanno in Italia e timori per una possibile
Dico disoccupazione di massa che vada a cronicizzarsi
è scritto anche che qualcuno Ava avanza dubbi su un costante irreversibile declino del del mondo della grande industria e del capitalismo le forme finora conosciute
Io non ho questo tipo di dubbi perché ritengo che la produzione di beni
Nella grande impresa industriale
Si realizza con economia di produzione e di competitività tali per cui questa forma di produzione si ristruttura si ridimensiona non cresce quanto altre ma sarà sempre la base del nostro Paese
Altra cosa invece è quella che è la produzione disservizi
La ricerca la produzione di molti servizi per i quali
E certamente
La grande impresa non entrerà mai in campo perché è la grande impresa entra in campo secondo materni di retribuzione capitale quando andiamo ragionevole profitto da ricavarne
Lo Stato dal canto suo non può più far fronte a quelle che erano impegni le aspettative
Dei servizi specie socio assistenziali ecco che allora dal punto di vista della produzione di certi beni materiali di servizi ecco qui qui nasce un mondo nuovo sta nascendo vedano cifre che spesso sta nel concetto dell'economia sociale e che dunque può essere una chiave non la sola
Ma una chiave di grosso aiuto per risolve il problema dell'occupazione
Risolvere le esigenze di consumo di servizi sociali visto che altre entità fin qui tradizionalmente impegnate non sono in grado di dare risposte
Cosa intendiamo per economia sociale
L'economia sociale e quella forma di impresa di mercato
Sottolineo di mercato
Che opera
In assenza di un capitale privato di comando cioè in assenza di quella che è la elementare legge economica del massimo profitto
Quindi i principi istituzionali che governano le impresa dell'economia sociale
Sono quelli dell'autonomia dai governi e dai partiti
La supremazia dell'individuo sul capitale lo sviluppo dell'uomo l'indipendenza manageriale e una l'imitazione remunerata del capitale ma semmai il profitto ha visto in esigenze di investimenti e di sviluppo
Con anche poi talune definizione un po'più specifiche come per esempio spesso quasi sempre ma non sempre il principio dell'uomo è un vuoto nella costituzione degli organi di governo dell'impresa
è una dimensione di solidarietà e coesione sociale che riguarda non solo gli stacca evolversi gli ha detto sia quell'impresa ma direi il contesto sociale
Se ragioniamo grosso modo in questi termini e poi ci si potrebbe diffondere anche i dettagli ma e credo essermi fatto capire nei tempi dovuti
Stanno dentro queste per questa definizione
I condomini e sociali e le cooperative sociali
Le cooperative tradizionali comprese quelle di grande successo
Lei si è accesa mutue anche importanti anche se sono d'assicurazione qualcuno capisce perché lo dico
Stanno dentro le fondazioni anche se bancarie
E credo un insieme vi istituzioni che in Italia hanno un peso non secondario
Forse mai viste in modo unitario
I dati principali relativi all'imprevista Aliano e parzialmente l'economia sociale sono note chiedo scusa
Prete se debbo ricordarli ma se debbo far questo quadro secondo ricerche molto professionali fatte cito quella dell'IReF del novantaquattro
Il volontariato le cooperative tradizionali quelle sociali le associazioni e le mutue le fondazioni già nel novantaquattro occupavano ottocentotrenta mila addetti vale a dire circa il cinque per cento dell'occupazione ad oggi quelle cifre sono ancora lievitate Fini non parliamo di un piccolo fenomeno
E se il non profit in senso classico occupa in Italia l'uno e otto per cento del totale degli occupati le cooperative di ogni genere tipo occupano un tre uno per cento per cui si arriva a quel cinque di cui di cui parlavo se poi
Si consiglia economica e sociale nel senso che ho detto comprendendo fondazioni anche bancari associazioni e relativi a detti queste cifre tendono ad aumentare ecco io
Senza rovesciare gli addosso una profluvie di dati che però ci sono una ricerca l'ha fatto anche del qui presente professor fletcher che la guidata di questo di questo parliamo
E debbo dire che se andiamo a consultare gli atti del precedente convegno che la CGIL fece sulla sul tema sono sono i diritti e sono in distribuzione in un volumetto
Nell'intervento
Che scritto poiché ha fatto e fatto Marisa Fugazza
Ci sono i dati relativi la Lombardia
Quindi lo sto a riprendere cari frattali ma che sono consistente
Anche in Lombardia
E allora pensando al futuro ai problemi del nostro paese di oggi e di domani
Ormai credo sia definitivo che affidarsi
Ad uno stato sociale erogato è sostenuto dalle risorse centrali non sia più pensabile
Altre imperdonabile errore sarebbe affidarsi al mercato al libero mercato
Perché istituzionalmente
Ecco io credo
Che servono capacità innovative credo che si debba aver la forza morale politica per creare nuovi istituti e nuove strumenti cioè la pura conservazione dell'esistente
Può far durare certe forme di intervento
Di Welfare ma ma non risolvono i problemi
Ecco da questo modo di pensare che viene fuori un possibile ruolo dell'economia sociale in Italia e in Europa
Vengono fuori delle idee per una politica in tal senso in rispondenza ai bisogni spesso drammatici che ci sono per fasce importanti dalla nostra società dal dieci al venti per cento parlo di su istanza sociale e sanitaria occupazione non occupazione qui parliamo sempre di problemi rilevantissimo
Ecco perché la CGIL evidentemente che non si sente solo il sindacato degli occupati affronta la questione in una visione che io condivido totalmente
Mentre l'universalità di certe prestazioni base compete allo stato
La responsabilità di andare oltre compete alle categorie organizzate sindacali alle istituzioni anche locali e anche perché non alle imprese private che abbiano una concezione non esclusiva del profitto ma che vedono la loro impresa collocati in un contesto sociale in un ambiente sociale
Compete alla solidarietà dell'economia sociale mutualistica
La Fondazione Cesar assunto come impegno prioritario da contrazione dell'economia assicurativa sociale di un tempo assunto questo questo compito
Questi intendimenti Riva riproporsi come ente di ricerca e proposta
Con pubblicazioni convegni atti relativi relativi
Alla alla possibile sviluppo dell'economia sociale del termine estensivo in cui l'ho detto
Se si ragiona in questi termini abbiamo di fronte un enorme campo dazioni di ricerca e di proposta politica
Dico ridò qualche esempio
La Fondazione Cesar ha fatto una convenzione il quindici febbraio l'anno scorso con il comune di Bologna
Per un'intesa una seria attività in materia di sicurezza dei cittadini e di educazione stradale
Non parliamo di un'impresa industriale però parliamo di attività che vanno fatte che vanno fatte dal Comune
E non in proprio dal Comune
Io vado velocissimo evidentemente
Il progetto è basato su quella che è ormai un emergenza giovani
E sulla sensazione che occorra prendere tutte le iniziative per rispondere al bisogno di sicurezza dei cittadini e di sicurezza stradale
Un secondo esempio che che tiro fuori dai tanti
Alla fine novantasei facemmo un convegno in quel di Imola parlo sempre
Per esemplificare cosa fa la Fondazione per dare un senso della mia presenza
Facemmo un un paio di buon livello culturale e scientifico sulla economia della partecipazione
Giungendo a identificare nell'azionariato dei dipendenti
Non dell'azionariato popolare che è tutt'altra cosa nell'azionariato dei dipendenti una possibile sviluppo
Dell'economia industriale al di fuori
E che oltre i limiti non ai Fori oltre i limiti a proprietà individuali
Portando poiché i risultati di cui vi parlerò in seguito
A Torino
Un anno fa
Facemmo un convegno sul mutuo appoggio sul volontariato
Sulle vecchie e nuove forme di cooperazione
Ecco tutto ciò fa economia sociale bisogna parlarne bisogna sperimentare bisogna tirare fuori del iniziative
Se è vero come è stato scritto
Che in ogni grande poverissima città del terzo mondo vedo una città ricca fatta di alta tecnologia alta moda alta finanza
Con qualche burrasca in giro
è vero anche il contrario e che intorno a ogni grande e ricca città delle nazioni che possiamo considerare opulente ci sono fasce od angoli di terzo e quarto mondo
E basta guardarsi intorno
Le forze migliori dell'economia sociale il Governo le istituzioni perché no anche la Chiesa
Debbano riflettere forse anche impegnarsi in modo sinergico su queste questioni
Tante sono le forme di economia sociale
La Banca etica il volontariato
Io credo è questo anche una considerazione che porto a al all'Osservatorio credo che converrebbe far nascere e i innanzi a analogica quante fatti in Francia con un committente assieme al D Alia sono esatti vite mutualistico le cooperative e sassosi Atif
Una sorta di coordinamento fra queste no non non l'istituzione organizzata
Per per discutere insieme
Di tanto in tanto per vedere gli obiettivi le sinergie
E per creare quindi uno strumento di elaborazione che sarebbe di grandissima utilità
Se tante sono le forme di economia sociale e lo sono
Aggiungo una mutazione particolare
Che la sinistra sociale e politica italiana
Deve dovrebbe lavorare nuove linee prospettive di politica economica e sociale
Pensando a nuove forme di coesione sociale
Ipotizzando qualcuno ha scritto un nuovo blocco sociale formato dalle categorie dei precari e dei deboli
Pensando ai lavoratori subordinati ai lavoratori parasubordinati ai lavoratori diciamo a sognati
Ciò potrebbe essere fatto
Soprattutto se si pensa con ciò non l'ha tendenze di chiusura in se
Ma tendenza di responsabilizzazione organizzazione di vari più alti
Vorrei chiudere perché tempo e tiranno accennando a tre piccole esperienze tre piccole novità
Anche queste sono note chiedo scusa chi ha studiato l'argomento ma mi sembra l'occasione ghiotta per per valorizzare con iniziative
Secondo
Secondo una legge del novantatré fortemente caldeggiata dalla lega Coop ed altre centrali
Il tre per cento degli utili di esercizio delle imprese cooperative e ce ne sono anche di grande dimensione grande successo deve essere versato a un fondo nazionale
Che con i mezzi raccolti e curerà oculatamente investimenti in capitale finanziamenti per la promozione di nuove cooperative o per iniziative di difesa dell'occupazione
Io ho disponga dei dati del solo fondo della lobby della Legacoop destinato gestì from lega che in estrema sintesi in tre anni sono i seguenti nuove imprese costituite ottantanove
Nuovo occupazione consolidata tre mila cinquecentosessantotto addetti
Mezzi investiti centotrentadue miliardi se si facesse un ragionamento
Di tutti i fondi riguardante all'Inter movimento cooperativo le cifre circa si raddoppia ma certo parliamo di settanta mila circa nuovi posti di lavoro e e circa duecento imprese
In tre anni
Senza essere a carico di nessuno
Le cooperative e questo è un è una è un primo dato le cooperative sociali
Loro consistenza è stato presentato il secondo rapporto della cooperazione sociale in Italia al trentun dicembre novantasei
A cura del Centro Studi consorzio Gino Matarelli col quale noi abbiamo collaborato in molte forme
Bene
In questo rapporto è scritto
Che nel giro di qualche anno i primi esperimenti dico sociali sono datate dieci anni fa ma poi lo sviluppo e e il bello è che uno sviluppo pressoché spontaneo non ha aiutato speriamo adesso Coco con la nuova legge che è stata fatta ma neanche dalle centrali cooperative faccio per dire c'è un movimento autonomo paragonabile al movimento mutualistico che si scatenò prima in Inghilterra poi in Europa sul finire del secolo scorso iniziativa spontanea di gente poverissimo
Ecco sociale che si avvale molto di lavoro volontario ma non solo di quello in sostanza al trentuno dodici novantasei parliamo dei tre mila cooperative
Settantacinque mila lavoratori dei quali dieci mila svantaggiati
Centoventi mila soci
Dieci mila volontari e quattrocento mila utenti palo di utenti perché spesso queste coop sociali non sono Cop che producono dei beni per il mercato con dei lavoratori svantaggiati sono anche Coop che fanno assistenza agli invalidi agli anziani a queste cose
Queste sono le cifre
E fra l'altro nel libro ricerca dico io raccomando la lettura
Ai quadri sindacali a coloro che hanno responsabilità politiche a chi scrive e alla responsabilità di sapere qui c'è molto molto da imparare guardando al futuro
Ed infine il petto il terzo caso semplice semplice che vi propongo
Come
Come fatto di iniziativa di studio e di possibile sviluppo in Italia
L'azionariato dei dipendenti
Non può essere considerato incidentale che due mercati di punta dell'economia del capitalismo mondiale Stati Uniti e Giappone
Abbiano in larga scala realizzato dei piani di distribuzioni delle azioni in proprietà ai dipendenti ISO
Con piccoli vantaggi fiscali che hanno aiutato il successo spesso in funzione del fatto che certe grandi imprese erano in grandissima difficoltà
Bene
Non tutti sanno che la Croker Company supermercati Stati Uniti
A centottanta mila dipendenti che con una loro società costituiscono alla partecipazione non maggioritaria della società
Pochi sanno che la United Airlines linea aerea con settantacinque mila dipendenti è una loro società a una partecipazione maggioritaria
E ci sono tanti altri esempi ma la McDonald McDonald o classi aerospaziale pubblici o per macché
Pochi sanno che in Giappone più del novanta per cento delle imprese quotate in borsa avviato un riso che cioè un piano di distribuzione organizzato delle azioni proprie dipendenti
E che circa il cinquanta per cento del totale dei lavoratori impiegati tali imprese li abbia aderito
Non voglio entrare nei dettagli ma ricerche studi rigorosi che mi limito a citare dimostrano una correlazione positiva
Fra l'introduzione dei piani di azionariato è un incremento di produttività misurato nel sette per cento
Libri e pubblicazioni sono a disposizione
Bene è la Fondazione ce ne sarà lavorato in questo senso la propria ricerca e ha costituito un centro italiano per l'azionariato dei dipendenti che sta prendendo inesatti
Io ho concluso ho cercato di darli uno spettro
Un panorama di ciò che è l'economia sociale
Io credo che l'Osservatorio sull'economia sociale
Istituito dalla CGIL Lombardia ha dinanzi a sé in Lombardia
Commesso Scala nazionali l'economia sociale dinanzi sesso passi di osservazione è d'intervento estremamente ampi ed anche promettenti
Certo bisogna pensare
All'inizio di difficoltà l'intervento le cose non sono mai facili bisogna pensare all'inizio difficoltà di analisi e ricerca tutte prevedibile
C'è un fatto di cultura sostanzialmente da cambiare
Perché la partecipazione dei dipendenti all'azionariato e prima di tutto mi permetto di dire un fatto culturale poi può diventare anche un fatto tecnico di risanamento industriale c'è da creare questa visione
E in questo molte istituzioni hanno una parola fondamentale
Da dire la Fondazione Cesar che ho l'onore di presiedere
Sì richiamare a disposizione
Per la più piena delle collaborazione sui temi che ho anche indicato naturalmente
Le varie famiglie dell'economia sociali
Sono non sono identiche
Sono simili qualche volta qualche volta no contigue
Quindi parliamo di un fenomeno complesso ed articolato
Ma è un bene che sia così
Io credo che poi come Fondazione Cesare ho concluso
Ricaveremo da questa nostra collaborazione disinteressata e dichiarata con l'osservatorio di Milano
Elementi importanti che ci faranno fare
Con il contatto vivo ed anche sofferto che la CGIL le obiezioni sindacali in genere hanno con la società concreta è reale
E qua da questo contatto ricaveremo elementi per fare molto meglio il nostro lavoro
Ringrazio per l'invito
Plaudo all'iniziativa e spero che abbia il massimo di successo
Prima
Prima di dare la parola
Rappresentante della Caritas bergamasca io volevo completare notizie anche ebrei componenti del comitato scientifico poche ore qualificano la nostra iniziativa
Sono persone in gran parte notte sono Vittorio Agnoletto della Lila nazionale
Luigi Agostini che responsabile per terzo settore della CGIL nazionale
Silvano Ambrosetti che il presidente della lega Coop della Lombardia
Ugo Ascoli dell'università di Ancona
Gian Paolo Barbetta autore di un libero molto noto dell'Università Cattolica Tom Benettollo che il presidente dell'Arci Nazionale
Mauro Bonetti in spesso in Lombardia
Giancarlo Brunello del Cesar
Adriana Buffardi da presidente dell'IRES nazionale Vittorio capetti che ordinario all'Università di Bologna
Don Virginio Colmegna della Caritas ambrosiana Colombo grazie Colombo Michele
Carlo Cuomo sono persone che conosceste otto De Leonardis dell'Università di Milano Carla Facchini dell'Università di Milano
Giorgio fiorentini dello Stato coloni Peng fletcher del CNEL
Nazionale Marisa Fugazza
Andrea Fumagalli dell'Università di Pavia Antonio Fanzaga Fiorella Ghilardotti
Che parlamentare europea Nuccio Iovine del Forum terzo settore nazionale Franco Mauri dell'Auser
Giovanni Mele dell'ANCI Mario Pianta ricercatore del CNR anche lui molto noto Costanzo Ranci del Politecnico di Milano
Emanuele Ranci articolo da che il direttore dell'ingresso il senatore Smuraglia anche Commissione lavoro del Senato presidente quel comitato tecnico scientifica Todisco Massimo
E Franco interno per la Fondazione Zanca
Grazie per la parola adombra rosoni per la Caritas bergamasca
Io ringrazio dell'opportunità che mi è data di essere presente quest'oggi Fini dico subito che ha sporto un po'l'argomento
Su un terreno che Mieli evidentemente più familiare anche perché sul problema sull'aspetto dell'economia sociale la Chiesa non ha una competenza specifica
O meglio c'è la povera nella misura in cui affronta l'argomento lo studio con competenza
E quindi entra nel campo
Diciamo del confronto e dell'dell'approfondimento in questo senso allora iniziative come questa
Di un osservatorio e altri di approfondimento sono essenziali
Anche per la Chiesa per comprendere di che cosa si tratta e per essere attiva in modo positivo
Quindi io non entro nel merito dei dazi e delle interpretazioni fornite o degli studi che ci sono ma vorrei semplicemente dar voce
Ha un atteggiamento un'esperienza
Che la comunità cristiana in Italia ha avuto e ha soprattutto con i canoni non partiva
Che dice una prossimità una contiguità dell'attenzione dell'azione sociale della Chiesa nei confronti di quella che viene definita l'economia sociale
Ma d'altro lato anche la necessità di individuare le ragioni per cui la Chiesa si interessa di queste cose ed eventuali caratteristiche peculiari che
Occorre conoscere e sulle quali occorre riflettere
Proprio per non equivocare proprio perché ripeto la Chiesa nona una competenza specifica in cose di questo tipo
Certamente è la tradizione del volontariato e dell'associazionismo e nella cooperazione sono molto è molto presente nella Chiesa cattolica almeno nella Lombardia
E da questo punto di vista l'attenzione all'economia sociale ovvia
Tuttavia mi sembra doveroso ricordare che l'attenzione della chiesa a questo settore non è immediatamente politica o tecnica
Ma è il tentativo di trovare forme storiche di presenza dico alla testimonianza della carità che in un'espressione così può risultare fosse equivocato non sufficientemente comprensibile e l'istanza di fondo della Chiesa e dell'elemento che io vorrei suggerire a tutti voi
Per comprendere per approfondire
La problematica dal punto di vista ecclesiale
Anche se nella storia non è capitato quello che dico non è sempre capitato quello ti dirò tuttavia il punto di vista della Chiesa in queste cose non è il perseguimento del raggiungimento del potere né del benessere
Vecchia ripeto queste componenti ci sono stati e ci sono ma è
La testimonianza della carità che significa che nell'azione sociale la Chiesa cattolica il cristianesimo ritiene esserci la presenza di una ulteriori tra chi relativizza ogni area realizzazione umana e storica
Ma insieme spinge a una sempre rinnovata attenzione alle situazioni di povertà e di marginalità che la storia umana sempre prodotto è sempre produrrà
Quindi da questo punto di vista c'è da parte della Chiesa un'istanza di realismo
Che dice che qualsiasi soluzione l'uomo riuscirà a trovare i problemi sociali pur valide pur importanti ci saranno comunque sempre situazioni che escono dalla capacità organizzativa
Del dell'uomo nella società ci saranno comunque sempre situazioni che per colpa o per caso percorsi sia altro motivo avranno bisogno di un trattamento particolare di un'attenzione tutta particolare
Da un da un lato dall'altro lato nei fenomeni sociali
C'è un impegno da parte dell'uomo che rimanda una ulteriori tal non riconducibile alle strutture funzionale e gestionale
Ma che interpella direttamente la libertà e quindi la capacità di in di rapporto interpersonale con l'altro che per l'esperienza cristiana segreti si riconduce all'esperienza dell'amore
Quindi da questo punto di vista la società deve trovare costante riferimento a questa appellazione etica chiamiamola così
Alla libertà e nello stesso tempo la prelazione etica la libertà richiede forme adeguate e giuste di attuazione che però non esauriranno mai e non ridurranno mai l'istanza etica di cui ho parlato prima
In questo senso allora la Chiesa
è più sensibile alla presenza delle forme del volontariato puro non istituzionalizzato
Oppure alla realizzazione di esperienze cooperative che sappiano testimoniare l'attenzione gratuita alla persona e la condivisione degli ideali di servizio di sostegno reciproco per i beni individuale che comune
Quindi da questo punto di vista l'economia sociale oggetto di particolare attenzione da parte della comunità ecclesiale
Ma per questo motivo
Un'altra affermazione e queste che consegue da quanto detto prima che le valutazioni sull'economia sociale vanno riferite al contesto storico e culturale in cui essa economico sociale accade
Questo anche per un motivo molto semplice che di solito in ambiente cosiddetto laico può sfuggire ma in ambiente ecclesiastico non deve sfuggire
E questo il fatto che la chiesa è una comunità e come comunità regole sociale di visibilità
è evidente quindi che tutte le condizioni per migliorare o per meglio comprendere le visto che mi condizioni di vita di una comunità di una società sono pertinenti alla riflessione della chiesa
Però qui devo dire una cosa che dati dà ragione di una difficoltà che la comunità ecclesiale ha di fronte alle forme delle cosiddetta economia sociale
Ed è questa finché si tratta di organizzazioni che hanno vita all'interno
Diciamo così della intero ambito laicale dell'ambito laico più che mai carne carne forse troppo ecclesiastica ma espressione proprio dall'ambito laico
Il principio del ricorso alla democrazia
Gestionale di Indirizzo che abbastanza ovvio non credo che faccia problema nessuno
Fa più problema invece all'interno delle istituzioni ecclesiastiche
E questo credo che sia un problema sul quale a livello teologico a livello civile occorre riflettere
Mi riferisco al fatto che all'interno della ditta della comunità ecclesiali il criterio dell'autorità discende non immediatamente dal consenso
Ma discende dalla fedeltà alla rivelazione quindi alla tradizione chi viene interpretata dal magistero
Ed è la ragione per cui in una parrocchia l'ultima parola comunque spetta sempre al parroco
Questo non significa che non ci siano spazi di democrazia nella chiesa significa senz'altro che non siamo abituati ad averlo a darne
Anche quelle che sarebbero possibili però certamente il problema sussiste
Soprattutto quando si tratta di iniziative di carattere educativo
Che coinvolgono direttamente l'ortodossia lotto prassi
è ovvio che
In un reggimenti cooperativa la gestione di un oratorio
O di una scuola cattolica se venissero affermare per maggioranza che la Trinità di quattro persone qui non basta votare occorre che ci sia qualcuno che dica
Le persone sono tre evidentemente una banalità quella che ho detto come esempio ma effettivamente ci sono delle situazioni che vanno ricondotte all'autorità del magistero della Chiesa che scavalcano il principio del consenso
Quest'
Tutta a queste forme di organizzazione per la solidarietà e dell'impresa ma d'altro lato presenta
Questi problemi che sono legati dal resto alla storia legati al nostro modo di pensare le relazioni sociali
Un altro elemento che
Vorrei sottolineare è che la comunità ecclesiale
Proprio per i principi di solidarietà di sussidiarietà a particolare attenzione al momento facciamo
Tuttavia qui c'è una grossa Chiarelli antica
Che denunciavano opposizione tra la concezione contrattualistica dalla società
E diciamo così la concezione ad oppure termini piuttosto vetusti
Della fondazione della Società nell'autorità divina e quindi nell'ordine che dipende dalla natura umana dall'autorità divina
L'opposizione tra queste due concezioni
Mi sembra tutto sommato
Eccessiva
Perché di fatto i due elementi vanno comunque tenute insieme
Probabilmente vanno riformulati ma certamente tutti noi sappiamo che non è possibile pensare a un rapporto sociale semplicemente secondo le modalità del rapporto schiavo padrone
Ho semplicemente secondo la modalità di rapporti funzionali o gestionali
C'è all'interno del rapporto tra persone una profonda dimensione di simboli città che appena alla semplice gratuita accoglienza dell'altro
Che noi chiamiamo la riconduzione analogica dell'amore dell'amicizia
E che non è riconducibile alle forme che la gestiscono e tuttavia non si può dire senza queste forme
Allora da questo punto di vista la fede cristiana riconduce le ragioni del con della collettività della comunità ultimamente
Al radice di maggior gratuita possibile che a riferimento a Dio
Questa è la ragione per cui la Chiesa riferisce la comunità cristiana alla carica
Cioè le ragioni per cui l'altro mi si impone come un dovere che come un valore è semplicemente il fatto che ha creato da Dio esiste questa è la è il massimo di gratuita
Di fondazione del rapporto sociale
è evidente che la Chiesa deve andare alla ricerca di quelle forme di testimonianza di questa gratuita amorosa che più sono adeguate alla testimonianza che la chiama in campo
Ecco allora adesso gliene aveva detto cercare di produrre qualche riflessione su come nell'oggi l'economia sociale possa permettere alla Chiesa
Una maggior testimonianza caritatevole in questo senso ma d'altro lato anche una più corretta l'attenzione della Chiesa a un altro aspetto
Che a me personalmente sta molto a cuore e sul quale credo che però non ci sono ancora e sufficienti studi sufficienti confronti mi riferisco al fatto
Che viene accentuato dai fenomeni relativi al complessi riti azione della nostra cultura della nostra società
E ai rapporti interculturali soprattutto intermedio interreligiosa cioè mi riferisco al fatto che la comunità ecclesiale convive con la comunità civile io dico per fortuna
E doverosamente
L'ambito della laicità diventa per la Chiesa cattolica uno degli ambiti terra la sua ortodossia e per il suo corretto rapporto con gli altri che cattolici non sono però questo non non sempre studiato e approfondito all'interno del mondo cattolico ma o il sospetto o forse più che sospetto che anche in altre religioni questo argomento andrebbe affrontato in maniera più pertinente
E quindi al di là di quelle che possono essere stato possono essere ancora le polemiche tre sulla laicità dello Stato il suo rapporto dello Stato
Con la comunità ecclesiale o della società
Con la con la comunità ecclesiale io credo che questo tipo di problematica costituisca uno Bay una delega acquisizioni che la nostra cultura occidentale adattare al mondo semplicemente per la sua sopravvivenza
Comunque questo è un elemento importante proprio perché permette alla Chiesa
Di relazionarsi con chi chi usa non è e di farlo in maniera coerente con la testimonianza della carità di cui parlavo prima
Per tradurre allora
In principi etici o comunque in riferimenti etici queste cose ex quindi chiederei soprattutto alla Fondazione Cesare anche all'osservatorio sull'economia sociale
Di fare qualche volta qualche estrapolazione tra tutti i conti e calcoli che dovranno fare
Evidentemente ma andare un pochettino anche più sul versante che io direi etico antropologico simbolico proprio perché non si può ridurre l'uomo ai suoi aspetti funzionante
Che per sottolineare come all'interno della società così come si evolverà
Acquisirà peso maggiore o minore
Quell'elemento che secondo me è di forza e di debolezza che il fatto che la società umana sta e cresce nella misura in cui c'è una cultura di accettazione e di collaborazione che noi definiamo solidarietà ma che non è scontata
Esige atti felicità e di scelta esige che uno approfondisca il valore dello stare insieme per conseguire il bene comune e lo vogliamo voglio per sette lo voglia liberamente
Non si può costringere ad amare
E se non si può costringere ad amare questo dice che la società estremamente debole
Proprio perché Sempre spostano sopraffazione è sempre sposta la violenza ma d'altro lato e anche estremamente forte perché quando uno
è convinto di un valore
Mette tutta la sua creatività e tutte le sue capacità al servizio di questo valore che costruisce di fatto la società ci accorgiamo di questo quando s'saltano i criteri di riferimento sociale e allora da questo punto di vista mi permetto di imputarli una provocazione che questa bisogna prestare attenzione al fatto che noi molte volte riteniamo che ciò che sentiamo
O ciò che pensiamo corrisponda alla realtà che viviamo
Sappiamo bene che questo non accade
Però occorrono delle fasce di oscillazione che permettano un insieme che abbia degli elementi comuni piuttosto ampi
Perché se no succedono quelle cose che
Ed è definiamo di deviazione sociale urbi deviazione culturale però è molto importante accorgersi che nella coscienza individuale in una cultura come la nostra che individualista dovremmo sempre più recuperare attenzione a quei fatti sociali che strutturali che di fatto permeano la nostra coscienza individuale che senza i quali non esiste nel
Sono molti di più gli elementi sociali e comunitari che caratterizzano la nostra individualità di quanto noi sospettiamo
Lo studio e l'approfondimento che la gestione di questi elementi eh almeno indirettamente una delle condizioni per la posizione di un atto di libertà aperto agli altri
Anche mosse molte volte questo è implicito addirittura non consapevole
Ecco vorrei
Delle due ultime cose due ultime considerazioni
Da un lato voglio ricordare che la Chiesa soprattutto la Chiesa cattolica a come attenzione particolare quella alle situazioni ti emarginazione grave
Dodi emergenza
Che non riescono ancora a diversi in maniera socialmente strutturata e significativa
E mi riferisco quanto dicevo prima
è ovvio che quando capito un terremoto oppure una guerra
Parlare di economia sociale risulta piuttosto difficile per il semplice fatto che non ci sono le condizioni che la rendono possibile
Molte volte nella nostra società si determinano situazioni di questo tipo che toccano persone che vengono perciò scavarono scaraventate nella emarginazione grave perché non riescono ad articolare un minimo di identità che permetta di agganciarsi ai servizi e alla coscienza sociale culturale bene la chiesa a e vuole avere una vocazione particolare di attenzione queste situazioni che non hanno e non possono avere voce
Per poterle assumere per poterlo aiutare e possibilmente per poter dar loro voce di modo che possano entrare
Nel concerto sociale e civile in maniera dignitosa
Questo evidentemente pone la Kerim attenzione al fenomeno dell'economia sociale
Ma anche in un atteggiamento di superamento di oltrepassa amento di questa preoccupazione questo evidentemente non perché ritenga che sia una cosa negativa ma proprio per il motivo che ho detto prima
La seconda cosa che vorrei direi
è questa che
Pongo due domande ecco tanto per l'Inter per far per farmi capire
L'economia sociale evidentemente privilegia per ragioni epistemologiche metodologiche gli aspetti gestionali gli aspetti funzionali oltre che quelli interpretativi ma di tipo scientifico del fenomeno sociale
Bene ecco io
Butto lì questa
Questa cosa
Io ritengo che l'economia in senso generale resta sempre un fatto sociale
In questo senso proprio perché ha fatto sociale rimanda a un'etica
Ma se così è
L'economia sociale non può essere ritenuta
Un settore specifico
Dell'economia
Se non per ragioni di funzionalità
Voglio riferirmi a questo anche l'economia dell'impresa
Anche l'economia dallo Stato sono vedevano rimanere economie sociale
Non si può credere che l'economia sociale sia appannaggio di un pezzetto organizzativo particolare della società e dell'economia
La distribuzione del lavoro l'organizzazione del lavoro oggi fa sì che già all'interno dell'impresa profit tradizionale ci sia una m'
A giorni partecipazione a maggior corresponsabilità e condivisione
E chiaro con regole particolari però è chiaro che se così è l'attenzione alla dimensione sociale dell'impresa e quindi dell'economia d'impresa
E mutevole nel tempo ma deve rimanere
E certamente non è pensabile un'economia sociale
In se non in stretto rapporto con l'economia dello stato economico all'impresa
Non ci sono isole in questo in questo campo in questo settore per cui occorre una specializzazione per l'economia sociale ma non va esasperata Inova soprattutto separata dagli altri ambiti proprio per non penalizzare la dimensione umana dell'economia tout court
L'altra cosa e concludo
è il fatto che lo sviluppo dell'economia sociale
Comporta a mio avviso una riflessione sul ruolo dello Stato e sul ruolo della politica quindi questo è un elemento significativo anche per l'evoluzione della concezione che deve sentire politico del nostro Paese
E da questo punto di vista credo che sia molto significativo lo sforzo che viene prodotto con questi osservatori con le iniziative legate sì proprio perché non dobbiamo per dare per scontato che la la politica del futuro
Nasca da chissà quali
Argomenti da chissà quali eventi nasce da questi eventi nasce no da una diversa organizzazione del lavoro da una diversa risposta i problemi sociali da una terza da una diversa gestione delle risorse
E quindi da un diverso modo di pensare la società umana e quindi i valori di riferimento che guarda caso la politica deve assumere per gestire il bene comune
Quindi direi che la sfida è molto importante ma è anche impegnativa dal versante politico oltre che dal versante economico e sociale
Su tutte queste cose credo che la Chiesa in particolare Chiesa cattolica abbia un grande compito da svolgere non so quante energie quante competente direttamente abbia centotrenta altro mea credo che umilmente con tanto rispetto debba essere presente allo sforzo che non vien fatto nella comunità civile nella società civile negli ambiti che producono queste riflessioni queste esperienze per cui io mi auguro che questa iniziativa continui continui positivamente proprio perché la Chiesa stessa ha tutto da guadagnare nel suo essere Chiesa da queste esperienza
Grazie do la parola
Per l'ultimo per gli interventi otto Carlo Smuraglia
Poi finisce l'olio questa presentazione chiedo però tutti i componenti del comitato di rimanere a terra concludere la discussione che avevamo avviato sugli aspetti organizzativi e poi assieme concluderemo attracco
Pistola l'andamento Cassuto la discussione io sarò molto valere e naturalmente come accade in questo settore la mia voce forse sarà un pochino diversa alle altre ma questo per una ragione essenziale che credo che in questo campo
Ognuno abbia il suo approccio e una delle finalità che io vedo tra quelle importantissime dell'osservatorio quella di proporsi come compito quella di mettere insieme queste voci e questi approcci diversi e di vedere se c'è un punto comune tra tecniche
Modalità di pensiero abitudini intuizioni che partono da orizzonti anche molto lontani avendo in qualche modo un obiettivo comune
Formulare insieme una ricerca e per fare dei passi avanti
E Rollo spiego subito indicando perché io credo nell'Osservatorio credo che sia una decisione molto importante quella che si sta assumendo e che sarebbe molto importante che riuscisse nel suo compito lo dico da questo mio angolo visuale
Dini giurista giurista del lavoro
Che in una fase particolare della della sua vita vede improvvisamente tutte alle
Concezioni tradizionali che hanno ispirato suo insegnamento all'Università agli studi suoi e degli altri entrare improvvisamente in crisi
In crisi perché la società è cambiata perché la società è diversa
Perché non perché tutto quello che abbiamo fatto e detto sia sbagliato e sia da modificare come sostengono alcuni secondo me sbagliando enormemente
Ma perché quello che si è detto e fatto finora per molti versi non basta più
E allora bisogna
Non tanto immaginare di demolire quello che si è costruito quanto di costruire qualcosa di nuovo in aggiunta a quello che c'è lo dico subito quelli che pensano che si risolverebbero tutti i problemi modificando o abolendo alcune parti dello Statuto dei Lavoratori sbagliano di grosso perché il problema è e tutto un altro e non è quello di togliere le garantì
Si è già esistenti ma quello di estenderle a chi non ne ha e vedere in quale modo i problemi nuovi debbono essere affrontati al di là di quanto si potesse vedere negli anni mille novecentosettanta
Ora questa crisi
Chi è anche una crisi se mi permettete culturale ed è questo l'interesse dalla questione
è una crisi che riguarda almeno quattro punti fondamentali
Dei quali il primo e il problema dell'occupazione
Di cui tutti parlano spesso con angoscia
Ma che pochissimi affrontano nella sua completezza nella sua interezza tant'è che anche a livello legislativo finora ci siamo difesi dalla piaga della disoccupazione
Abbiamo combattuto cercando di individuare altre strade
Però c'è ancora molta gente che pensa che combatteremo la disoccupazione con un po'di più di flessibilità ed evidentemente non guarda quello che sta succedendo in tutto il mondo
Dove la flessibilità non basta non è bastata in Germania non basta in Francia e a poco a poco non basta negli Stati Uniti e nemmeno in Giappone
Dove il problema comincia a essere radicalmente diverso e dove per noi è quello di individuare in che cosa
Dobbiamo specializzarsi in Italia per trovare nuove opportunità di lavoro nuovi posti di lavoro visto che su certi settori non abbiamo la possibilità di essere competitivi dovremmo individuare quali sono quelli nei quali c'è spazio possibilità e opportunità di
Svolgerà
Un'attività nuova e che riesca a combattere una disoccupazione che non è più contingente ma ha ormai chiaramente dei caratteri strutturali
Allora i rimedi tradizionali non servono lo sviluppo da solo non basta anche perché lo sviluppo non è detto che sempre comporti di per sé nuova occupazione
Se molto avanzato tecnologicamente può perfino ridurla quindi deve essere accompagnato da altri elementi allora si vede poco nella discussione in atto nel nostro Paese
Quali sono i settori nei quali il nostro Paese sottorappresentato anche rispetto alla media di altri paesi
E quali sono i campi nei quali potrebbe fare qualche cosa di più individuando molte nuove opportunità e alcuni studiosi e li hanno già individuati da tempo peraltro Prescott tendo poco successo non tanto in termini di adesioni formali ma in termini di approfondimento della riflessione
Si era rilevato da tutti e che i servizi e particolarmente i servizi alla persona
Intesi non solo in in senso tradizionale ma nel senso più ampio sono uno dei campi
Meno coltivati nel nostro Paese complessivamente e quelli più intensi e più ricchi di possibilità e c'è qualcuno che ha anche osservato che se svilupparsi mo'questi settori non solo forniremmo grandi opportunità di lavoro diverso ma contribuiremo anche al cambiamento dalla qualità della vita e contemporaneamente creeremmo anche le condizioni migliori
Per uno sviluppo anche tecnologico basato però non soltanto su ragioni economiche o tecniche Masato anche su un humus favorevole che contenga anche un'adeguata attenzione ai problemi della vita e ai problemi della persona allora si apre un campo sterminato da questo punto di di lista
Perché non non partiamo dall'anno zero perché tutto quello che si dice dell'economia sociale entra in campo
A questo riguardo
Ma noi abbiamo bisogno di fare un salto di qualità su tutti i piani sul piano legislativo sul piano dalla discussione del dibattito anche politico
Abbiamo bisogno di conoscere meglio la realtà ecco allora dove c'è un primo ampio settore dove deve essere chiaro che quando parliamo di servizi non ci fermiamo laddove si ferma la tradizione di solito sanità trasporti istruzione
Ma andiamo molto più in là pensiamo alla formazione alla qualificazione ai servizi alla persona alla fruibilità dei beni culturali e ampie Italia tutto quel complesso di cose che formano la qualità diversa della vita e sono così estremamente importanti equity il settore e di una vastità enorme
Se l'Osservatorio già su questo riuscisse a superare in qualche modo a contribuire al superamento di questa crisi culturale
Che ci fa insistere a dibattere il problema dell'occupazione come se fosse risolvibile
Con qualche pannicello caso o che ci fa piangere sul tema della disoccupazione senza cercare le soluzioni adeguate avremo già dato un contributo rilevante anch'
E perché prenderemmo atto del fatto che se la disoccupazione strutturale è chiaro che la cassa integrazione e gli altri strumenti non bastano più dobbiamo inventare qualcos'altro per l'incontro
Da crisi strutturale i rimedi tradizionali chiaramente non serva la seconda osservazione che debbo fare ancora sul piano culturale e quella relativa al dibattito sullo Stato sociale
Secondo me anche questa piuttosto asfittica dal punto di vista culturale perché c'è una gran massa di organismi di persone io organi anche di informazione quando pensa alla riforma dello stato sociale
Pensa alla previdenza sociale e alle pensioni che è certamente un settore di grandissimo rilievo
Ma non è questo l'unico e non è questo il problema
Della riforma dello stato sociale che invece ha un'estensione molto più vasta molto più ampia ed è su questa indagine di come reverse sarà il nuovo stato sociale a quali bisogni deve venire incontro di quali bisogni deve fare la ricognizione e in quale modo
Può pensare di farci fronte con strumenti diversi da quelli del passato alcuni hanno indicato strumenti intermedi
Tra il privato e il pubblico intermedi tra quelli tradizionali e già ci sono e già operano sono quelli in gran parte che stanno nel campo dell'economia sociale ma che hanno bisogno di sviluppo hanno bisogno di hanno questione di finanziamento
Bisogna che anche questo tema entri quindi nella sua interezza nel dibattito complessivo perché altrimenti anche qui resteremmo in una crisi da cui non siamo capaci di uscire il terzo tema e quello dei nuovi lavori si continua a dire che in questo getta il lavoro tradizionale è finito
Non è vero che sia finito intanto perché ce ne ancora moltissimo anche di quello tradizionale e anche questo non credo che sia compito ne interessa più nessuno gettarlo mare considerato no morto prima del tempo è vero che non è più quello il modello unico
A cui ci deve ispirare e che compaiono sulla scena con sempre maggior frequenza
Nuove tipologie di lavoro che spesso non riusciamo nemmeno a definire che non sappiamo nemmeno identificare che va da quella schiera sterminata del cosiddetto esercito dell'ex dieci per cento fino a a tutti quei lavori cosiddetti atipici che riguardano una quantità di attività dei quali ai Cuny si preoccupano
Per cercarne una definizione giuridica
Pochi si preoccupano di conoscerne la consistenza le possibilità di sbocco e la loro utilizzazione al di là di quello che accade tutto in altri Paesi dove la novità ha prodotto soltanto una forma di precarizzazione diffusa e quindi un elemento certamente in sé non positivo
Questo studio del lavoro nuovo dei lavori nuovi tieni e nello stesso tempo valorizzazione del lavoro in sé come elemento fondamentale in qualunque modo si esplichi è un altro dei punti essenziali per chi crede nei valori della persona ed è il fatto che la società intorno alla persona comunque deve essere strutturata e sviluppata il quarto tema
Per avvicinarsi alla conclusione è quello a cui accennava poco fa anche Agostinelli
Questa discussione sulle trentacinque ore sulla riduzione dell'orario di lavoro e francamente dobbiamo dircelo una discussione estremamente riduttiva nei modi come spesso viene portata avanti come se fosse soltanto una questione organizzativa del lavoro e del tempo di chi lavora e non fosse un problema di portata enormemente più più vasta
Credo che anche nella discussione che è in corso attualmente non molti si ricordino che la maggior parte dei disegni di legge che sono presenti tuttora al Parlamento che parla di riduzione consistente del lavoro anche in alcuni casi oltre le trentacinque ore sono e non a caso promossi da parlamentari donne ci sarà una ragione per questo
Ci sarà una ragione che molti non esplorano quando si limitano soltanto questo discorso perché quelle parlamentari
Che in concorso con tante altre donne hanno elaborato quei disegni pensavano ad un'altra cosa molto più vasto e più importante cioè un ridisegno complessivo dei tempi di lavoro e di vita
Nel quale inserendo il discorso sulle trentacinque ore nel modo come si fa adesso si arriva a un'ottica che limitata parziale asfittica e ho corica di prospettive intorno a quale possiamo sopra anarchici all'infinito senza arrivare a concludere che è anche mentre se il discorso diventa più vasto
E diventa quello del modo complessivo con cui utilizziamo il lavoro e la parte del non lavoro il tempo occupato e il tempo diceva Agostinelli liberato il problema diventa meno acuto sul piano del contrasto partitico diciamo immediato e anche degli interessi economici immediati
Rivende diventa molto più ricco di prospettive e quindi di più grande interesse
E in qualche modo paradossalmente perfino di più facile soluzione nel senso che certo non è un problema mai facile da risolvere ma se la dimensione è questa e non è ridotta soltanto a un contenzioso tra l'oratori e impresa tra sindacati e Confindustria il problema diventa certamente di maggior possibilità di soluzione
E quindi più suscettibile di essere affrontato anche questo a pieno diritto è un tema che quale l'osservatorio deve farsi carico non nei termini immediatamente dell'immediatezza politica delle scelte dovranno essere fatte in questo mese ma delle prospettive delle ricerche e degli studi che aderire dovranno aiutarci ad organizzare meglio l'attività complessiva delle persone e la loro vita complessiva sono ragioni che partono dall'approccio di un giurista ma come facilmente si vede che di diritto ormai hanno ben poco perché il diritto verrà dopo se mai verrà a sistemare quello che abbiamo raggiunto non è mai il diritto che introduce le grandi novità le grandi rivoluzioni prende atto dei cambiamenti ristruttura gli dà una una veste prima di questo abbiamo il dovere di inventare e costruire una realtà anche culturalmente diversa e su questa imperniare le nostre attività allora ecco una funzione importante dell'Osservatorio se l'approccio su tanti temi
è quello dell'economista puro che guarda con attenzione all'economia sociale è quello del giurista che pensa a un diritto in crisi che ha bisogno di essere ristrutturato e trovare altre premesse di altri rapporti se è quello anche di chi vede tutta questa problematica in termini anche etici che solo fondamentali quando giriamo intorno alle questioni inerenti alla persona allora forse un linguaggio comune dei filoni comune di ricerca si possono trovare e credo che una funzione importante
Del comitato scientifico di questo osservatorio sarà proprio questa di vedere se quello che forse a ciascuno di noi manca oggi
Un terreno di confronto di riflessione che vada dalla propria specificità
E ci aiuti a trovare nella ricerca nello studio delle soluzioni e nell'affrontare i problemi nuovi questa in TIR interdisciplinarità questo cerca Re di Capirossi al di là delle rispettive inclinazioni forse perfino dei rispettivi opinabile interesse delle cose che ci appassionano di più
Delle questioni comuni che ci aiutano a riflettere ci ha fanno avanzare anche culturalmente io spero che in questo ci sia il contributo di tutti e che davvero si possa dire un giorno non per l'Osservatorio avrà cambiato la realtà del nostro Paese perché questa sarebbe una dizione assurda ma se anche solo avrà fatto fare un passo avanti alla ricerca alla riflessione al confronto comune io credo che sarà gran merito di chi ha pensato a questa iniziativa e l'ha organizzato
Conclusa io naturalmente non al compito di rovinare delle ottime degli spunti che ci sono stati dati e c'era anche l'attitudine credo di poterla interpretare anche per il Cesar di CGIL e Cesar
Per il successo del per la qualità anche della presenza che qui si è registrata credo che la parola che è ricorsa di più in questa serie di interventi è quella di un'apertura
Della rottura di confini tradizionali il richiamo continuo all'aspetto anche culturale del nostro sforzo se noi stiamo mettendo insieme esperienze diverse
Culture anche che non sempre hanno avuto punti di contatto
Corposi abbattiamo anche alcuni confini sia quello temporale che quello anche spaziale per cui sindacato è sempre stata configurata come sindacato della lavoro
Stabile del lavoro occupato e nel fare questa operazione chiediamo che ci sia una contaminazione è uno sforzo che vada al di là anche dei nostri stessi confini questo è l'augurio migliore che ci possiamo fare
Io vi ringrazio e posso assicurare che appena comincia a produrre questo osservatorio come aveva anticipato sarà a disposizione di chiunque ne faccia richiesta la produzione l'efficacia del suo lavoro grazie come
Grazie