"Aldo Capitini; la nonviolenza; l'antimilitarismo; la marcia Perugia - Assisi; i Radicali..." - servizio di ricostruzione realizzato con documentazione tratta dall'Archivio di Radio Radicale

Ancora un ulteriore momento di informazione per riflessione ha realizzato con documenti d'archivio questa volta vi faremo riascoltare una registrazione dal sette dicembre novantatré quando il movimento Salvemini organizza un convegno su Aldo Capitini alla non violenza antimilitarista obiettore di coscienza non violento Capitini fu tra l'altro mediatore della Marcia per la pace Perugia-Assisi
Marcia che però dopo la sua morte si trasformò in una manifestazione egemonizzata dall'ex partito comunista
Dall'antiamericanismo
Viscerale di certa sinistra e da una cultura vetro pacifista vecchia
Marcia alla quale i radicali hanno aderito negli ultimi anni solo in poche occasioni l'ultima delle quali appunto nella novantatré quando portarono il contributo di chi in quel momento era impegnato per la creazione di un tribunale internazionale per i crimini contro l'umanità riescono dunque alcuni degli interventi che caratterizzarono quel convegno la prima voce
Che ascolterete quella dell'ex Presidente della Corte costituzionale
Ettore Gallo
E allora io darei senz'altro la parola professionalità che ha Frosini il quale parlerà su il tema profilo complessivo del pensiero politico filosofico di Aldo Capitini grazie
La sera bella
Quattro settembre mille novecentosettantanove
Sulla prima rete della RAI TV venne trasmesso un documentario a colori
Della durata di un'ora intitolato Aldo Capitini alle radici dalla non violenza
L'opera è stata realizzata da Fabrizio Tellini
Funzionario culturale della RAI TV è uno dei più fini interpreti del pensiero Capitignano
Con la regia di Domenico Bernabei
E la partecipazione sotto forma di interviste
Di diverse personalità dalla politica e della cultura fra i quali Lelio Basso e Ugo la Malfa
Le cui immagini e parole erano state registrate poco tempo prima nella rispettiva scomparsa
Di tale programma mi era stata affidata la consulenza
E mi era stata altresì richiesta la partecipazione personale come evocatore per la figura di Capitini sullo sfondo dei luoghi di Pisa e di Perugia dove lui era vissuto
Ho parlato di e vocazione ed è questa la parola per indicare l'impressione che ricevette per vedere riapparire sullo schermo la persona stessa di Aldo con immagine ricavate da fotografie e da qualche vecchio spezzone documentario prese un po'spettrali dal colore monocromo intercalate come erano alle immagini colorate di logiche di persone credenti per rivedere quella sua figura tavola sorridente ma silenziosa
Come di chi non può più parlare affacciarsi Allo stesso alloggiato appoggiarsi Allo stesso punto dalla ringhiera sul terrazzo dove anch'io con lui mi affacciavo e mi appoggiavo
Così grazie al mezzo televisivo mi è sembrato che ci fosse davvero una compresenza dei morti e dei viventi
Come sono il titolo della sua ultima grande opera pubblicata nel mille novecentosessantasei e che gli meritò il premio viareggio
Titolo emblematico giacché in esso viene formulato un principio fondamentale della religione laica era aperta che egli predicò e della sua visione filosofica dalla realtà
Il nome di Capitini è rimasto legato nel ricordo di molti
Alla invenzione della Marcia della pace sul percorso da Perugia ad Assisi che venne da lui organizzata la prima volta il ventiquattro settembre Milano centosessantuno e si è ripetuto ancora quest'anno con le immagini di quella vecchia marcia e della nuova c'è venne ripetuta l'anno precedente si apre il documentario dedicata alla sua vita e con esse si conclude
Ma associare il nome di Capitini soltanto o soprattutto a quella significativa manifestazione
Sarebbe come risolvere il valore di una fede religiosa nella celebrazione del suo rituale in verità
Aldo Capitini fu un maestro uno di quelli che sanno trovare dentro di sé le parole per tutti gli altri che riescono a comunicare alla posterità
Che le Sigille hanno con la partecipazione senza residui dalla loro energia vitale
Era nato a Perugia il ventitré dicembre mille ottocentonovantanove ed era vissuto da ragazzo nel palazzo del Comune di cui suo padre era Campanaro
Le grosse corde delle campane che anch'egli aiutava attirare durante il giorno ogni quarto d'ora pendono oggi inutilizzate giacché un meccanismo elettrico regola l'orologio sul campanile
La rievocazione televisiva della sua vita in quel documentario comincio dunque da quella casa anzi da quella torre su cui volano le colombe
E dalla città di Perugia in cui egli si sentiva più ancora che figlio eredi ed interpreti di fronte alla cultura italiana
Alla città di Perugia e gli dedico il fatto un volumetto cui posa d'epigrafe queste parole
Queste pagine sulla mia città nativa non vogliono costituire ne è una storia né una guida e s'espongono alcuni punti di vista ai quali ho guardato e sento la città perciò il lavoro è una interpretazione offerta ai cittadini e agli ospiti
Dopo Perugia appariva sullo schermo
Dove si proiettare il documentario la città di Pisa
E in essa quell'edificio imponente ed armonioso del Palazzo dei cavalieri
Che la sede alla Scuola Normale Superiore e che divenne la nuova casa di Capitini negli anni che egli vi trascorse prima come studente e poi come segretario dalla stessa scuola normale
Vi era giunto nel mille novecentoventiquattro
Vincendo il concorso di ammissione dopo aver conseguito in ritardo ed autodidatta la maturità classica
E rimase con la fino al gennaio mille novecentotrentatré quando dovette lasciarla in conseguenza del suo rifiuto di prendere la tessera fascista
Sono stato anch'io normalista molti anni dopo Capitini ma poter raccogliere ancora i ricordi i commenti sulla sua personalità già volta nel fascino della sua intransigenza morale
Ho pertanto potuto raccontare
Agli spettatori il programma televisivo e ripeto a Boy l'aneddoto dell'ultimo colloquio avvenuto fra lui e il direttore della scuola che era allora Giovanni Gentile
Sia l'uno sia l'altro conoscevano e stimavano il carattere l'ingegno proprio antagonista e le frasi di congedo fra di loro scambiate furono so che non riuscirei a persuaderla disse Gentile
Eh io so che neanche io riuscire a persuadere lei risposte Capitini il quale segnando
E se ne tornò a vivere miseramente a Perugia direzione private che gli consentivano però di contare continuare la sua opera di educazione politica fra i giovani c'aveva intrapreso a Pisa
L'influenza del pensiero filosofico di Gentile sulla formazione della concezione religiosa di Capitini malgrado il contrasto politico fra i due è stata tuttavia determinante
La religiosità strettamente associata al laicismo assoluto la pedagogia intesa come missione dell'intellettuale il pensiero riflettente come autocoscienza della totalità del reale
Questi sono su chi dall'albero Capitignano che provengono dal terreno gentili hanno e non certo da quello crociano
E tuttavia per un paradosso dalla storia delle idee
Gli elementi di un'esperienza religiosa nel mille furono fu crochet che non fu gentile a far pubblicare il primo libro di Capitini gli elementi di un'esperienza religiosa nel mille novecentotrentasette
Presso l'editore Laterza di Bari
Il volume conobbe una sia pure modesta editorialmente versione negli Stati Uniti americana è stato ripubblicato nel mille novecento mille novecento novanta da un'altra casa editrice Anna Cappelli con una prefazione di Norberto Bobbio
Dopo la visione dalla piazza dei Cavalieri di Pisa lotte dalla telecamera riportava
Quello dello spettatore a Perugia e alla torre campanaria in cui c'era una stanzetta
Che aveva costituito il rifugio e lo studiolo di Aldo Capitini piccola di dimensioni come la cella di un carcere o di un convento
Ma dalla cui finestra lo sguardo spazia avanti sulle dolce verdi colline dall'Umbria
Incorro Vittorio ed elaborò la sua visione dell'uomo del suo destino religioso e sociale si potrebbe dire la sua Antropologia del futuro
In cui confluivano ed acquistavano unità di sintesi insegnamenti dottrine esperienze fra di loro assai diverse del passato e del presente
Le fonti principali della concezione umanistica di Capitini furono infatti tre
Ognuna delle quali appartenente ad una tradizione diversa
Anzitutto egli raccolse dalla terra in cui nacque cioè l'Umbria d'appello di Francesco d'Assisi
Dell'amore verso gli umili i reietti gli inadatti alle due sì dure esigenze della società fondata sul potere della forza politica ed economica un amore
Che si estese agli SD viventi deboli e derelitti antichissimo dal mondo animale
Egli operò avvertibili sogno di portare il suo impegno di moralismo religioso sul terreno della Costituzione politica di una città umana sovranazionale
E in questo è in via riprese l'ispirazione e l'intransigenza di Giuseppe Mazzini
Indica indico come significativo il fatto
Che nel libro di Capitini nuova socialità e riforma religiosa cioè venne pubblicato dalla casa editrice Einaudi a Torino nel mille novecentocinquanta risultano fra i nomi citati al primo posto Gesù Cristo
Con ventiquattro richiami al secondo Francesco d'Assisi con undici e richiami al terzo Mazzini con nove richiami
Inoltre lo stesso Capitini riconobbe che un esempio decisivo di pensiero e di azione
Fu quello fornitogli da Gandhi
Dal quale derivò la tecnica politica di applicazione della non violenza e cioè il principio operativo della non collaborazione e la tecnica psicologica della non violenza individuale cioè il vegetarianismo
Tre uomini
Francesco d'Assisi Mazzini Gandhi tre progetti rivoluzionari
Tra i destini differenti l'uno dall'altro che gli sette assimilare fondere in un solo spirito in un solo soffio vitale
Uno dei momenti più patetici del film di cui parlo è quello in cui si sente la voci Di Giovan Pietro nel noto attore recitare una poesia di Capitini intitolata andrò a raccogliere i morti
Mentre passano sullo schermo le immagini della terra umbra e poi quelle tratte da un raro documentario dei funerali di un partigiano
Ma Capitini c'era stato incarcerato due volte a Firenze e a Perugia per motivi politici non volle partecipare alla resistenza per motivi religiosi
Rifiutò d'altronde di fare parte di un preciso schieramento politico
Come ricordo a la Malfa nostro intervista revocando gli incontri avuti
Con Capitini a Milano ed a Perugia
Il liberalsocialismo luglio Legia a cui egli diede vita e lo stesso nome insieme all'amico Guido Calogero rappresentò piuttosto una dottrina
Filosofica e politica che un programma di partito
Perciò dopo la Liberazione Capitini si trova ad essere un isolato ancora una volta uno escluso
Posto al margine del processo di tumultuoso rinnovamento dalla classe politica del Paese più qui egli non venne a far parte essendogli mancata questa esperienza
Della Resistenza non in senso morale ma in senso pratico
Fece un tentativo di inserimento
Nella vita sociale fondando a Perugia nel mille novecentoquarantaquattro il centro di orientamento sociale il costo che però ebbe una vicenda umbratile grama e si esaurì quattro anni dopo
L'importanza di Capitini non va però misurata con l'apparecchio e ci ha registrato la durata degli applausi a scena aperta
L'influenza che gli esercito nei rapporti chi ebbe con gli uomini rappresentativi della lotta antifascista della cospirazione conferisce alla sua figura un valore storico superiore alla sua notorietà
Quanto abbia contato Capitini come punto di riferimento nella tematica ideale dell'antifascismo italiano è stato messo chiaramente in luce dalle dichiarazioni di Alessandro Natta
Che parlo dell'ambiente normalista del nuovo senso democratico dalla lotta dal Partito comunista italiano
Di Guido Calogero che ebbe con Capitini il più stretto sodalizio amicale politico di Norberto Bobbio
Che del pensiero cappotti Capitignano è stato un interprete lucido e partecipe tutte dichiarazioni che vennero raccolte riprodotte nel documentario di cui ha fatto cenno
Capitini
Ebbe una personalità culturale che si è spersi espresse e si espanse in più direzioni
Anzitutto in quella religiosa in quella politica come ha testé ricordato ma anche in quella filosofica letteraria
E in quella strettamente pedagogica perché fu docente nelle università di Cagliari di Pisa e di Perugia i pedagogia
Ognuna di esse come in una raggiera aveva in lui un centro originario dovesse si alimentava una vicenda in una concentrazione e intensità eccezionale di energia spirituale
La definizione che meglio di conviene è forse quella di Profeta nel senso biblico del termine
E infatti padre Ernesto Balducci lo definì addirittura un santo laico incontra postazione speculare a Giorgio la Pira ma un santo
Beninteso bisogna aggiungere senza chissà
Fu un profeta è un predicatore di giustizia e di libertà il suo appello ad una riscossa interiore si prolungava nell'invocazione di una riforma sociale di una nuova via per il progresso civile dell'umanità
La figura di Capitini fu un segno di contraddizione rispetto al suo e al nostro tempo che dominato dalla violenza e di cui l'ultimo nefasto episodio c'è stato testé
Illustrato dal panico Sallustio Salvemini dal culto il benessere materiale dalla retorica la propaganda
Egli quindi visse nel suo tempo e fuori perso tempo persiano tra scese nella sua visione di utopista
La coscienza civile del nostro Paese deve però riconoscere in Aldo Capitini uno degli autentici maestri del pensiero dal nostro secolo
Che appartiene ad una tradizione una schiera sparuta ma luminosa
Nella storia d'Italia una tradizione che comincia la profeti ISMU di Gioacchino da Fiore e che giunge a Giuseppe Mazzini di cui in questo senso
Capitini si può ben dire il continuatore è l'erede grazie
E allora io adesso darei la parola a Fabrizio Federici
Giornalista
Collaboratore della RAI e di varie testate periodiche quotidiane specializzato in tematiche non violente quale parlerà ancora sulla presentazione generale dell'opera Capitini
Ora diciamo cosa poi possiamo dire al su su Capitini che sia più interessante è un punto di vista giornalisti all'informazione e al tempo stesso per i giovani senza ovviamente invade il campo dei vari relatori che ci seguirà
Capitini è stata anzitutto un grande maestro di non violenza si può dire il padre e la non violenza italiana almeno quello della formulate in maniera più organica più approfondita
E per non violenza cosa intendeva capiti e cosa si può intendere oggi oggettivamente anzitutto un mezzo concreto di rivoluzione democratica
Questo almeno è alta planetaria che non si può mettere in dubbio Apple al tempo stesso alcuno strumento di approccio ai problemi sociali dall'ambiente
Cioè la stretta connessione tra la violenza e l'ecologismo no pensiamo alla lotta tanto per fare un solo esempio la lotta dei lavoratori non violenti e l'Amazzonia che appunto e si serve di questi strumenti Candiani e dove c'è stato un tributo di sangue di questi lavoratori che si oppongono sull'alla distruzione selvaggia delle foreste amazzoniche culminata nell'ottantotto Nesta signor Vita Chico Mendes
E i rapporti nord sud i rapporti diciamo tra immigrazione ed emigrazione i problemi dei minoranze etnico linguistico e religioso ovviamente
E poi la non violenza e come sappiamo anche una filosofia di vita che investe un po'tutti Campise
Intesa in modo pieno e completo il vero sino all'alimentazione il fatto di alimentarsi di governi più possibile prodotti naturali il fatto della medicina cioè di curarsi evitando il più possibile
Come dire i farmaci non galenici no i farmaci confezionati quindi ricorrere a cure naturali
Ebbe risorse l'andatura in genere
Ora diciamo l'iter di Capitini quindi parte come ha ricordato il professor Frosini dalla conoscenza di questi grandi maestri non violenza anzitutto Gandhi
Poi Mazzini visto non è chiara punto rivoluzione democratica ma diciamo soprattutto per la non violenza da un lato abbiamo grandi dall'altro abbiamo anche tutta una tradizione che in Europa
Altre se vuole in realtà dal Medioevo addirittura da cinquecento no con pensatori come Erasmo da Rotterdam per arrivare sino a Tolstoj sappiamo che Tolstoj oltre un grande scrittore nell'ultimo periodo la sua vita è stato un grande maestro e non violenza
Intesa appunto come filosofia integrale in particolare un grande sostenitore dell'obiezione di coscienza
Ora nel pensiero di Capitini quando diciamo
Lui parte dalla punta primo formulazione politica degli anni trenta quaranta
Dall'accostamento al liberalsocialismo no degli diciamo per quanto riguarda anzitutto questo aspetto del pensiero politico dei vitigni questo primo lato non possiamo dimenticare che nemmeno centoquaranta alla sua
Prima formulazione importante fatta insieme ad Aldo Calogero altri intellettuali è il cielo del manifesto liberalsocialista
Il quale dieci anni dopo risponde praticamente dalla sponda liberale a quella che dalla sponda socialista era stato una formulazione analoga a quella di Carlo Rosselli l'opera che uscì da Parigi il socialismo liberale no INCE che uscirà in Italia possono dopo quelli in un certo senso si può dire che il manifesto liberalsocialista del quaranta
E la risposta dall'ambiente liberale al messaggio lanciato da Carlo Rosselli perché al punto manifesto di Calogero ed alta non collaborò solo Calogero ma appunto Capitini Tommaso Fiore e altri intellettuali
Manifesto che poi potremmo accostare anche al Manifesto federalista di Ventotene del mille novecentoquarantuno che dell'anno dopo quindi appena un anno dopo
E come potenzialità rivoluzionarie ad altri documenti importanti del federalismo come la carta di Chivasso no
Che ricorre topi in questa in questo periodo come cinquantesimo anniversario carta di Chivasso sottolineo cari del dicembre del quarantatré oppure per esempio l'opera di Olivetti
Sul per quanto riguardava il federalismo in frazionale sappiamo poi Capitini Olivetti ebbero rapporti importanti
Veniamo poi all'aspetto più specificamente non violento
E l'aspetto non violento abbiamo già accennato bisogna dire che Capitini tosse in un po'quello che la riflessione di Gandino studiando non violenza nelle varie situazioni politiche e culturali
E nei nei diciamo la violenza di fronte vari tipi di regime politico
Quindi frontale alle varie forme di organizzazione politica alle varie esistenze possono provenire da ambienti sociali
Indubbiamente sì posso estivi da quel sotto questo punto di vista le famose quattro situazioni no che già erano presenti al tempo di Capitini che poi oggi non li vediamo adduce l'esperienza anche successiva quella del secondo dopoguerra no
La non violenza regimi democratici indubbiamente in questo secondo dopoguerra non violenza è diventato un fenomeno di massa indica in quasi tutti i Paesi appunto regime democratico quasi tutte democrazie industriali dagli Stati Uniti ricordano prima con movimento nero l'operato di Martin Luther King negli anni Ottanta anche con esponenti cornice Snaidero degli iter dei lavoratori senza casa e così via molto nel novanta
Per per non passa per non parlare poi dell'Italia dove abbiamo una tradizione di questo tipo anche se più debole
Ma Zizi risvegliata sì anche in
In situazioni che sino a pochi anni fa poteva essere impensate pensiamo tanto per non fare che un esempio
A parte tutto il discorso sull'obiezione di coscienza e così via
Ma al risveglio civile che si è avuto in molte zone d'Italia del sud
Dopo i delitti Falcone Borsellino con iniziative che poteva sembrare anche insignificanti ma che l'altare iniziative non violente che fino a pochi anni fa impensabili come quella dei lenzuoli appesi alle finestre in tante città sudano
Che sino al all'ottantadue ottantatré ottantaquattro era impensabile
Poi per non parlare appunto di altri paesi d'Europa dalla Francia alla Germania e così via
Abbiamo poi la situazione dei paesi soggetti regime coloniale dovevano violenza dato indubbiamente una buona prova perché il caso più lampante è quello dell'indiano dell'India deve quarantasette appunto diventa indipendente
E in buona parte grazie proprio al metodo di lotta non violento di Chianti anche se Gandhi non controllava tutto il movimento India c'era poi una frazione che ricorreva anche alla lotta violente e terroristiche
La non violenza può di fronte Jimi dittatoriali e tireremo tantissimi esempi in cui di lotte non violente vincenti sia pertanto che non te non ricordare che il più eclatante il fatto che nell'Europa orientale non Taronna ottantanove novanta in pratica tutti questi Paesi eccezione da Romania sono liberati della del regime dittatoriale comunista ricorrendo in gran parte proprio strumenti lotta non violenta classici sit-in e manifestazioni eccetera è vero che c'erano condizioni storiche generali che ormai decretarono il crollo di questi regimi che si sono soffermati come castelli di carta
Però è anche vero che questo è stato in parte possibile anche perché per tanto tempo la lotta non violenta aveva scavato sotto ha preparato un po'le fondamenta di una programmazione di una generale manifestazione rivolta di queste popolazioni caso può ancora più interessante quello del golpe a Mosca nel novantuno che in gran parte è stato sconfitto da popolazione ricorrendo poi prego venda punto metodi non violenti la occupazione in massa di questa strada la la piazza davanti al Parlamento sovietico e così via mentre in Cina la rivolta di Tienanmen fu stroncata
Perché ci hanno fattori di oggettiva insufficienza di queste di questi resistenti di fronte alla forza schiacciante dei carri armati ovviamente ma lì si trattava di un discorso in cui ogni un cui la lotta agli estrogeni ancora non era chiaramente matura e poiché la cosa interessanti regimi occupazione militare
Ci costa di questo secolo tanti esempi di lotte non violente anche i regimi occupazione militare dove queste note non potevano essere proprio determinanti ovviamente sul piano politico militare perché questo potrà essere fatto solo da fattori generali Esterni band vicino
Però dove sono servite a mantenersi all'altro
Folta la coscienza la popolazione a far capire all'occupante che non poteva estendere il controllo la dominazione otto un certo limite pensiamo però fare l'esempio più interessante all'esistenza degli insegnanti norvegesi che fecero fallire Progetto di Quisling nel quarantadue quarantuno quarantadue dinanzi ficcare completamente le scuole ricorrendo agli scioperi Massa
Che appunto in regime di Quisling non riuscì a stroncare diciotto punto dovette ammettere ufficialmente nel maggio nella prima quarantadue topi venticinque aprile potenza delle date dal fatto perché questa lotta aveva costretto appunto il governo recedere da questo Progetto no gli stessi occupanti tedeschi non potevano portarlo avanti
E pervenire a casi più recenti in Tibet contro la dominazione cinese la Palestina
Conto occupazione israeliana dove il padre è stato componente non violenta il Kosovo contro gli occupanti serbi da questo punto di vista sarà interessante anche a testimonianza dell'amica di Vaccaro più avanti
Ho poi per non parlare diciamo degli ultimi due punti che hanno più interessanti all'operato di Capitini è un punto di vista così moderno attualità
E il fatto di Capitini federalista qui l'abbiamo appena accennato ma va ricordato abbiamo detto dei rapporti fra Capitini Olivetti questo per quanto riguarda il federalismo gli fa nazionale
E quindi il discorso del controllo dal basso dell'ONU Grazia cioè il fatto e Capitini teorizza una società simile a quello appunto gli Olivetti perché lui ipotizzava che nella società dovessero svolge questi centri di controllo dal basso no di controllo popolare dalla fabbrica al Giornale sino quasi a qualsiasi cellula attivi economia qualsiasi attività sociale che è spirato indubbiamente anche se non in forma dieta stagione partecipativa in Italia negli anni settanta ottanta che avuto indubbiamente i suoi limiti per le strumentalizzazioni politiche però che sarebbe oggi da dipende se fosse possibile dagli basi culturali diverso
E da questo punto di vista notiamo anche idealismo di Capitini perché Capitini che realtà porta avanti un discorso se vogliamo come quello di Tolstoj cioè idealmente quello di una chi sono religioso o no
Avrà un discorso estremamente realista perché questa posizione non lo portava a rimanere così inattesa magari tende chiaramente maturassero le condizioni per tradurre in pratica
Questo disegno non fare nulla intanto si batteva con realismo estremo per il decentramento decentramento intesa nel senso più completo dalla dal quartiere sino alla Regione alla Provincia e inserito in un ambito europeo qui non possiamo dimenticare il discorso che li porta avanti da quarantaquattro salvato dato quarantotto dei centri di orientamento sociale no che rappresentavano un po'dei consigli comunali in parallelo dei contro consigli comunali che si svolsero
Che sorsero in con grande seguito popolare in gran parte dell'Italia centro-settentrionale da Perugia sino a Bologna e fuoco travolti da reflusso moderato generale dopo diciotto aprile quarantotto
E infine l'aspetto che mi sembra che interessante questo qui ci serve un parallelo un po'audace però che ha un po'ragione di essere quanto riguarda Capitini che si batte diciamo appunto decentramento per le minoranze etniche no
Un parallelo con un personaggio che per tanti aspetti all'opposto che però presenta anche l'elemento in comune cioè l'ultimo Pasolini sappiamo che Pasolini dal sessantotto in poi gli ultimi anni della sua vita
Porto avanti un discorso di valorizzazione notevole delle minoranze le minoranze etnico linguistico e religioso
In particolare il ventuno ottobre settantacinque quindi pochi giorni prima di essere assassinato in quel modo che ancora non è stata pienamente inserito in quel modo tragico a Lecce partecipa a un convegno organizzato dal ministero del Pubblica istruzione proprio quindi una cosa ufficiale
Studio dette scuole un corso ho pensato esattamente dall'ufficio
A gli M della direzione generale istruzione classica del ministero predatori anni professore Antonio Piromalli all'Università di Cassino e Gustavo Buratti di Biella che tra l'altro è un dovesse un uno due persone due interveniva punti questo convegno troppo imputabile in questo sito in questa sede Pasolini parlò di questione la lingua intesa in termini moderni
Rapporti tra lingua e minoranza cioè il fatto che in Italia mancava purtroppo manca tuttora
Una politica d'eccezione di singole iniziative nei pressi di o di distretti scolastici o delle regioni una politica di valorizzazione delle minoranze etnico linguistiche dei lingue locali voglio dire nel senso che l'albanese
Del valdostano delle minoranze linguistiche in Friuli altre minoranze sono presenti nel Meridione addirittura non so il serbo-croato questi parli Molise e così via va le parlò di questo aspetto della da un lato dell'omologazione consumistica terribile di oggi tema codione sviluppato parecchio a sessantotto in poi che tende a livellare tutto distruggere tutto e quindi in prospettiva liminale purtroppo anche questa realtà linguistiche riversa e d'altra parte il il fatto che una nuova una forza riformista nuova dovesse posti anche in termini nuovi questo tema delle lingue tradurlo anche in un concreto strumentazione politica
Ora è logico Estate due personaggi all'opposto per tanti per tanti aspetti no
Che però aveva in comune a parte il fatto che essa ambedue intellettuali controcorrente inorganici a parte il fatto che le sedute due nemici della violenza
Avevano in comune questa interesse per le minoranze voglio dire questo se Pasolini fosse sopravvissuto vi confido in questo convegno in tensione dedicarsi a fondo questo tema delle minoranze
Probabilmente proprio perché anche lui in fondo nonostante tanti tentennamenti oscillazioni marxista-leninista e così via info non seguaci aveva cultura laica
Non esclude che ci è stato influsso anche delle tematiche di azione non violenta delle lotte condotte da Capitini appunto in difesa le minoranze etniche proprio culminate proprio nel periodo sessantasette sessantotto
In definitiva concludendo quando don Milani Capitini muoiono diciamo nel sessantasette sessantotto logico che in quel momento
L'atmosfera è completamente diversa non violenza sembra in quel momento delitto storico di fronte ai miti violenti di Mao Che Guevara del degli acconti e così via
Ma poi a distanza di tempo invece avvertiamo proprio la forza autenticamente rivoluzionario di questi giganti avevo capacità e trasformare direi la mentalità e il costume degli uomini oltre i destituzione
Per chiudere proprio nello scritto dell'agosto del sessantotto per poco precedente all'entrata in clinica da cui poi Capitini purtroppo non sarebbe mai uscito uno scritto che li indirizza all'amico Guido Calogero per farlo pubblicare sulla rivista la cultura lo faccio una breve sintesi della sua della sua avventura intitolata attraverso due terzi del secolo no appresso il dazio a secco in cui assume ha praticamente tutta la sua battaglia i temi che l'ha portata avanti e così via
Ecco c'è la conclusione che di una attualità incredibile dice dopo i due terzi di secolo siamo arrivati ad un punto da cui si vede tutto questo nell'ultimo terzo del secolo conosce anche Gramsci saranno meno presenti nella nostra spiritualità
L'Europa unita al Terzo Mondo al meglio dell'America elaboreranno la più grande riforma che mai sia stata comune all'umanità quella riforma che renderà possibile abolire interamente le disuguaglianze attuali di classe di popoli e bolide differenza da fortunati e sfortunati non con piani di esistenza di tradizione sarà possibile costruirono società nel mondo quindi no all'assistenzialismo gratuito e Stella
Se mai sia una cooperazione internazionale diverso in cui tutto si è di tutti superando i vecchi individualismo borghese che ho visto così uscente all'inizio del secolo
Ci vorrà invece una profonda concessione degli Giosa che abbia deciso l'uomo fosse anche una grande semplificazione la vita
Che non impedirà ai più alti valori di avere il primato perché diventi conseguente un modo di trattare tutti nel modo più aperto con crescenti uguaglianze con la gioia di portare gli ultimi tre trilioni
Questa comunità nella società sa la premessa di una vittoria sulla stessa natura divenuta servizio di tutti come si ecco io direi che oggi forse la sfida decisiva che si pone forze progressiste sarebbe con il coniugare un po'la non violenza e il federalismo l'impegno sovranazionale se vogliamo per semplificare Capitini esprime e trovare se fosse possibile superando resistenze e diffidenze dei vertici che in parte sono comprensibili può sempre ci sono ma non possono bloccare la discussione dibattito di base tra un impegno comune dei movimenti non violenti federalisti pacifisti ecologisti antinuclearisti periti gli handicappati dei malati e così via contro tutte le barriere che impediscono incontro agli uomini
Un po'quello che suggeriva se ricordate don Bettazzi vincerebbe articolo sull'Unità del gennaio novantatré
è logico e tutto questo con un lavoro enorme del superamento di differenze culturali e mitologiche enormi però è quello che attualmente bisogna fare se si vota effettuare effetti veramente questa evoluzione democratica in cui capiti e tanti altri hanno sperato
Nell'ordine qui aerei Fabrizio terrorismi biografa di Capitini e presidente del centro interconfessionale per la pace il quale ci parla quindi
Dell'altro aspetto pure ben conosciuto il pensiero religioso di Capitini che un aspetto molto interessante originale
Grazie non ho altre presidente
Innanzitutto un ringraziamento veramente di cuore al centro Salvemini
Per avere organizzato questa serata in omaggio ad Aldo Capitini a venticinque anni dalla sua morte
Senza questa iniziativa questo venticinquesimo anniversario
Forse sarebbe
Rimasto così
Nei nostri sogni
Nessuno l'avrebbe riparlato invece vedo con piacere
Che gruppi di persone impegnate azione non violenta vogliono ricordarlo vogliono averlo con presente come egli diceva
è la compresenza
Voi sapete è proprio il concetto centrale
Della sua persuasione religiosa
Persuasione lui diceva
Come auto persuasione come per passo e non la chiamava sede
Proprio per contrapporsi a un modo tradizionale di definire i concetti religiosi
Non è facile parlare del pensiero religioso di Capitini
Perché è l'aspetto appunto per importante
Della sua esperienza della sua vita intera e dei suoi scritti
Il primo appunto ricordato dal professor Frosini elementi dall'esperienza religiosa
E il trentasette fino all'ultimo compresenza dei morti ed evidenti
Io ne parlo con quale titolo sì io ho fatto un pochino di teologia
Ma non sono certo un teologo professionista ma qui io non vengo a esaminare diciamo così e a riproporre tutta la teologia Capitini Anna
Vorrei toccare solo due-tre punti ma innanzitutto ecco vi devo dire che ne parlo proprio come discepolo di Capitini
Non solo perché ha studiato un pochino le sue opere
Ma perché insieme ad altri amici appunto dodici anni fa ha fondato questo centro interconfessionale per la pace
Che Capitini hanno fin dal titolo fin dal nome insomma perché centro era un'altra
Dei concetti chiave di Capitini
Fin dal primo paragrafo della sua prima opera gli elementi dell'esperienza religiosa egli indica proprio questo imperativo
Che è il farsi centro
Che quindi i gli vuole contrapporre così credo una lettura io
A tutti i vari centralismi
Certo anche di natura politica se si vuole ma che hanno il loro ultimo fondamento proprio in quella le le le per esempio e Clèzio centrismo del Cristo centrismo nel tempo centrismo
Cioè la prima non vorrei dei contrastare la posizione psicologica di quanti sì aggrappato a un centro
E non si invece si fanno scelte sono i due movimenti
Sì con logici ma anche morali etici
Contrapposto punto l'uno all'altro uno è di tipo centripeta un altro di tipo centrifugo questa una delle distinzioni secondo me fondamentali
In Capitini che accoglie tutto lo spirito dell'evo moderno che poggia sul soggetto autonomo
E allora le religioni questo l'interrogativo
Hanno più
Possono avere ancora luogo
E certamente molto reciso in questo la religioni tradizionali ormai son passate c'è un bellissimo un bellissimo paragrafo un bellissimo capitoletto subita religiosa
Edito mi sembrava cappelli intorno al gli anni quarantatré quarantaquattro quarantadue come correggo celebra la brevissima di Vaccaro
In cui si dice Geordie e gli angeli sono svaniti cioè non ricorriamo più alle mitologie
La religione tradizionale con Leo moderno appunto per lui è terminato
Però
Però anche tutto le comode eterno
Sottoposto a un vaglio critico
Veramente forte da parte di Capitini
Ed ecco appunto l'impulso religioso nonostante tutto egli continua
Non solo a dirsi religioso libero religioso se volete ma religioso
Ma
Critica le posizioni del mondo laico di cui l'UI si sente parte integrante perché fin da ragazzo praticamente abbandonò la pratica del cattolicesimo a cui era evidentemente è stato educato soprattutto dalla madre non dal padre socialiste già ante
La banda abbandonarla Chiesa cattolica
Tuttavia riprende continuamente
I temi del cristianesimo passando lì a un vaglio critico della cultura
Modern ma dobbiamo anche dire dobbiamo anche dire che i il mondo gran parte del mondo culturale
Anche laico ecco eccezione appunto cento Salvemini dimentica del fondo
La lezione magistrale di Capitini
E la dimentica proprio in questo no no pensiamo un attimo adesso così proprio velocemente insomma del mondo adesso contemporaneo
La posizione A B a parte la posizione pensiamo a Spadolini per esempio
Del della prospettiva giuridico istituzionale e giusta doverosa non è non faceva parte della
Ciò che più amava Capitini lo rispettava indubbiamente
Ma non
Non era questa la sua prospettiva
Perché l'istituzione per lui erano dello Stato la chiesa
Bisognava insomma che da maiuscole quasi si trasformassero in minuscole
La Chiesa che poteva formare con i suoi lo Stato non vedeva il grande è stata la grande istituzione ma il
Una democrazia che nascesse dalla base e che man mano sì al sax insomma ecco
E poi appunto questa tradizione risorgimentale liberale del libero Stato il libera Chiesa no è per lui non era tanto fatto di libertà cento accoglieva tutta no la la lezione liberale ma ecco il profeta di cui parlava prima Capitini
Il suo obiettivo era la liberazione
Quindi l'azione politica illazione religiosa dovevano essere indotta a liberare liberare
Il fanciullo nella liberazione dell'uomo è una delle altre opere poco pochissimo conosciuti di Capitini eppure magistrale
Forse professor Visalberghi ne accennerà perché anche un'opera vedo dico che la logica di capiti
Pensiamo a un'altra posizione sì fatto di corsa Pannella presente incerto Pannella si dichiara discepolo di Capitini e molta della sua azione dura Capitini tutta la battaglia diritti diritti civili del divorzio no della della Bortolo del referendum appunto che che insieme poi in fondo anche aiuta More preparare a fare
Però e Capitini in fondo è anche a un pochino assente proprio in questo che rappresenta il suo nucleo più forte che l'elemento e la dinamica religiose
Ecco io penso che non si ritroverebbe in alcune affermazioni pensiamo a presenta i digiuni io credo che forse Capitini proverebbe proverebbe Pannella
Non per diventare di ingiurie ma perché non gli USA quasi come le usava come uno lo strumento con un mezzo così politico
E non invece diciamo così di purificazione interiore appunto da un punto di vista religioso
Ma ben siamo per esempio a un ultimo o un ultimissimo libro questo di Paolo Flores d'Arcais intitolato etica senza fede
Ecco poi poi a ben vedere voglio dire e anche Flores d'Arcais forse debitore a Capitini per alcune espressioni quando usa espressione la passione per il relativo
Il il concetto appunto del tu del darsi tu a tutti quanti gli uomini e quindi voglio dire però ecco e approverebbe senza dubbio la critica feroce dura spietata direi alla al Papa
Questo indubbiamente fa parte
Del dell'eredità culturale di Capitini
E tuttavia ecco credo che non assolutamente non condividerebbe la questa posizione di etica senza fede etica scienza persuasione dire
Perché un il nucleo originale della della dell'etica umana dente dell'etica politica
Nasce dal nucleo proprio religioso in cui si deve riaffermare istintivo il giro della persuasione un più diverso cioè la posizione stravolto travolgente secondo me di Capitini è stata quella di da laico
Di parlare di religione
Di riappropriarsi quindi non solo del fatto religioso istituzionale non se non se ne abbia provocato poi chiaramente perché ne è uscito fuori è stato giudicato eretico materia protrarsi almeno del linguaggio
Del linguaggio religioso che in fondo all'origine dei codici culturali e degli archetipi culturali di ogni lingua e quindi di di di discutere appunto di chiesa di chiese al medico soli il suo messaggio raramente la trasversale a tutte le chiese a tutte le confessioni religiose
Anche di Gesù Cristo e di rivede in lire la figura di Gesù Cristo al di là dei delle leggende dei miti
Anche di come vengono trattati dei Vangeli
E di parlare di Tizio
Da laico
Perché i concetti appunto che riguardano la divinità si trasferiscono poi vanno di un parallelo con quelli che sono i concetti anche politici e anche cioè la cultura come età
Cultura laica
Ecco e qui sta la grande originalità e piccole Rita secondo medica di Aldo Capitini
In questo senso egli continuava a parlare di religione
E di necessità per la vita concreta di un apporto dell'afflato religioso
E ci sono delle bellissime espressioni qui adesso il si va troppo velocemente io mi ero segnato alcune delle non è non è possibile leggere ma ecco il concetto fondamentale e quello che dice per parlare di Dio non bisogna partire da Attilio
Quindi dalla teologia pezzi modi bisogna ripartire talloni
E capire
Che Dio non è semplicemente non da Nonda
La creazione di a dicendo così come c'è stata disegnata ma ecco accanto a San Francesco aveva una mistica
Un Bra che gli ha dato a questa idea che poi alla quale si espone poi rimasto sempre fedele
Al punto da questa definizione del Dio che si dà
E del dio di un Dio che atto ecco qui le l'eredità di Gentile di Giovanni Gentile di cui parlava prima Frosini
La Gentile appunto ha detto di atto ma latto allora si può cogliere lui diceva semplicemente se io divento Nina
Cioè se io tramutò la mia vita il azioni
E l'azione anche politica ecco non semplicemente caritatevole eccetera ecco
Il passaggio insomma dice non si può dare un'azione una vita religiosa nel passaggio dalla vita privata alla vita religiosa se prima non si passa attraverso la vita pubblica questo era anche uno gli elementi cardine di di di di Capitini uno dei motivi cardine
Ecco quindi io credo credo d'aver terminato il mio tempo professor Gallo ecco io credo che sia l'appello che Capitini fa lo fa chiaramente al mondo religioso l'ha fatto in maniera ed è stato veramente un gigante secondo me pensare agli anni cinquanta io mi ricordo era ancora bambino
Ma insomma vivevamo tutti in un clima in cui quando si parlava il Papa etc e questo uomo la Madonna Pellegrina eccetera poi quando vengo ai fatti di prove di Prato dei concubini eccetera e l'UI si era sì a difesa della dignità civile del matrimonio civile in questo caso e e scrisse un libro discuto la religione di Pio dodicesimo discuto la religione del Papa questo è il secondo me il grande messaggio cioè a tutti quanti
Di ritrovare l'ardire il coraggio
Di ripensare autonomamente questi temi i temi religiosi
E di capire l'importanza soprattutto ecco per l'ultimo punto
Perché Louie risale attraverso la non violenza all'interno stesso lui dice della vita di Tizio che è una vita di non violenza
Il dio non violento
Guardate la dalla la tematica della violenza è venuta in questi ultimi anni
Sì negli anni Sessanta ci sono degli studi sul dio guerriero nella Bibbia comincio gli esegeti coi celle o finché che scrive Ladyland divo della della Bibbia e la violenza qui in Italia la bellissima opera Dio violento di Barbaglio
Ma lui non ha atteso questi studi e il problema non gli resta che noi che fondo qui in Italia portato tutto il discorso non violenza per arrivare a definire il Dio come questa importa di illimitata mansuetudine e di vicinanza infinita ad ogni essere che è compresa ente che vita vitale vicino ad ogni essere ecco eh da queste profondità che Capitini è arrivato e da credo ad ognuno di noi
Religioso o meno ma credo che ognuno di noi anche Hillary coi laico e soprattutto è colui che ha fede
Nel lavoro nella propria vita nella nella vip della della costruzione della città terrena e quindi in questo senso a questa persuasione profonda da l'ardire di non lasciare ad altri
Il monopolio appunto ripeto di alcuni archetipi di codici culturali
Che influenza hanno tutta la vita e la vita culturale e soprattutto quella vita politica Kalou interessava perché bisogna costruire la città del mondo bisogna costruire la realtà appunto liberata è questa la compresenza la compresenza dei morti viventi in questa libertà dell'irrealtà liberata appunto dai limiti del dolore e dai limiti anche della morte
Grazie
Bruno Tescari segretaria
Della lega arcobaleno
Dal settantasei all'ottantanove
Io ho avuto incarichi di responsabilità ai massimi livelli nel Partito radicale
Sia nella segreteria nazionale sia nel Consiglio federale
Dico questo perché Marco Oggioni concerne provenire però credo che sia comunque utile più comunque opportuno che in quest'incontro vi sia anche la cultura non violenta radicale
Ecco perché io qui vorrei parlare a questo punto da radicale e non come se la lega arcobaleno che è un'altra rispetta questo
Che è contro le barriere fa non violenza ma adesso mi interessa da un altro punto di vista
C'è tuttora danni una polemica
Fra la cultura pacifista per la cultura non violenta per cui molto spesso sin c'erano equivoci dei vocaboli nell'uso dei vocaboli
Io ho molte volte rimango sconcertato
Due culture che sono contigue
Eppure la cultura radicale non violenta a una identificazione diversa si rifà
Più a Toro e a grandi che Capitini
O Tolstoj
Cioè è per noi la non violenza lo strumento
Fondamentalmente lo strumento politico per battere la violenza
E creare la democrazia nella sua accezione più ampia
Quindi dal
Per noi
La questione dell'afflato religioso sentito molte cosa viene voglia di parlare di tutte le cose che avete detto
Ma non si può ovviamente
Però l'afflato religioso
L'essere vegetariani
Sono cose che ciascuno di noi ha per esempio io personalmente ho ma per noi
Non è questa la non violenza ora siccome sostanzialmente del piede avuti gli stessi ideali non voglio ripeto che ci si ingenera equivoci sulle parole ecco perché ci tengo
Al tentare di portare una ricca alcune riflessioni rapidissime
Cercando di far sì che questo dell'incontro non sia una mera celebrazione del pensiero e delle opere di Capitini ma a partire dal pensiero verdi si tenti un pochino di dire che cosa si può fare per battere alla la violenza che tutto lo vogliamo tutti cioè tentare di portare un pochino avanti
Quando ci fu la guerra del Golfo
Poco tempo Sensi dopo ci fu un congresso il partito radicale in quella sede Pannella visse
Io
Ti spiego fa tra virgolette viene Pannella che parla non non sono parlamentare
Cioè promettono i non era parlamentare se lo fossi stato
Mi sarei astenuto spiegando le ragioni del sì del sia la partecipazione nel mio intervento allo se sì disse mi sarei astenuto spiegando le motivazioni del sì
Il il mio intervento dissi sì io fossi stato parlamentare avrei votato no spiegando le motivazioni del no
Con qui c'è tutta la distinzione anche evidentemente no
L'efficace che stessi
Il problema uno dei problemi
Pannella utilizzava una asserzioni di Gandhi secondo me estrapolando avuto un contesto che però qui in qualche modo ho sentito
Così da Capitini diciamo
E cioè dice
Che per il non violento
Quando si trova in mezzo a a una situazione in cui ci sono due contendenti violenti perché usano la violenza deve stare con chi è più vicino al diritto
Estrapolando un pensiero dei garanti
Cosa che non condivido per questo ma che avrei votato no evidentemente servizi condiviso
Però questo è un problema
è un problema nella società contemporanea di tutte le società poi nostro contemporaneo
Sì sì ma infatti
Ma io io io scusi sto stava cercando di postare solo problema io non ho il tempo di una relazione e quindi taglio un pochino con l'accetta
Tenendo presente ecco questo forse non è noto nel preambolo dello store Partito Radicale
Viene detto che noi ripuliamo la violenza anche nel caso di legittima difesa
Questa nel preambolo del nostro Statuto quindi pensate quanto sia più avanti e persino rispetto ad esempio alla Regione la polizia
Ad esempio
Fu un grosso scontro Rita del partito accettare io votai a favore di questa cosa personalmente ma voi potete immaginare un grosso scontro
Che ci fu su questo punto
Quindi primo problema allora nella società
Che da millenni
è impostata sulla violenza pensare quello che si insegna a scuola Giulio scese vecchia liberato dicono Lagalia i Dico che ammazzato signor Gioia e speranze amori le possibilità della civiltà non non violenta ma anche pacifica
Però se la spada
Cioè labili la di tutine a risolvere le controversie individuali familiari e collettive cori meno violenza è la cultura dominante di sei mila di sei miliardi di persone attuali
E allora passo
Alla secondo problema perché non lo sviluppo io ho le mie idee ma li vedo sto cercando di seminare un po'in avanti
Se stabilito che comunque la non violenza almeno nella nostra eccezione è atteggiamento attivo
Contro la violenza non è vittimismo qualcuno parlava di vittime di subire ma manco per niente il problema allora e se per caso secondo voi
La non violenza
In teoria non fosse in grado
Di dirimere le controversie dell'umanità saremo non violenti
Voglio dire
La non violenza è solo uno stile di vita è solo una cultura o è anche e soprattutto a mio avviso uno strumento per battere la violenza per cui se sono convinto di questo mi debbo porre il problema contrari cioè se non lo fosse sarei io io lento
Se fossi convinto che la non violenza fosse in grado di battere l'avversario in un modo democratico non distruggerlo batterlo quindi dialogare
Questo è un problema per portarlo poi nella realtà contemporanea
E ancora l'ultimo
Problemino
In realtà la non violenza non è mai stata sconfitta
Perché non è mai stata organizzata
Per lottare contro la violenza
Il rischio
Io su questo non sono d'accordo con i pacifisti questa è la è il momento di distinzione
Perché noi rischiamo
Anche da quello che so detto oggi di Capitini
Di
Avere un'etica
Di maggiore tolleranza utile e positiva certamente fra Dinoi fra altri cinquanta cento mille cinquanta mila persone non sei miliardi cioè il problema è convincere sei miliardi che solo con gli strumenti della non violenza ci potrà essere la pacifica e democratica convivenza
Certo certo sentito ma se non ho imbocchiamo quella strada
Faremo il clube degli intellettuali
Questo è un rischio politico io sono un politico
Ecco perché mi preoccupo di quali strumenti si possono mettere in piedi a accennato Fabrizio alla questione dei nazisti o altre cose
Ma io credo che sia diverso iter la possibilità Delio strumento della non violenza in un regime democratico da
Andiamo vinto perché c'era l'Inghilterra a dominare l'India
O in un regime dittatoriale qui io non sono d'accordo con quello che ha detto ma non lo sviluppo ma taglio con l'accetta
Io credo che l'attività della non violenza posso
Ma diffondersi solo all'interno di un regime che ti permette l'informazione oggi l'informazione di mai smise dei mass media nel mondo occidentale ma io credo comunque certamente quell'italiano
è un'informazione violenta perché impedisce la comprensione quindi il dialogo
No no abbia per destro voleva entra in questo trovi mi prendo troppo tempo volevo completare volevo completare solo l'ultimo pensieri veri pochissimi minuti sì
Giannini
Innanzi
Però
La non violenza di Gandhi è andata bene in un contesto il mutuo in testa cioè il praticamente non è stata la non violenza è stato questo passivi e il ci sta gente passiva questa reazione così
Ancora una volta ma una cosa importante perché è difficile essere passivi cioè star fermi non fare determinate cose
E come
L'altro fra la nel io voi potete immaginare che ho partecipato nella nel a decisione e nell'organizzazione della stagione di diritti civili della stagione la lotta contro sterminio per fame della stagione della ditta la giustizia giusta
E alcuni scontri fisici fisici con la polizia allora di Cossiga ma anche quella successiva li ho avuti
Botte che ho preso pure io insomma cioè voglio dire però non era un passivo era uno che stava fermo ma era molto attivo proprio perché stava fermo però allora colori terminanti una cosa per arrivare
è un problema anche un'indicazione siccome io sono convinto che se a nostra volta non convinciamo gradualmente gli altri
Non quelli che stanno qua che sono già sostanzialmente convinti purtroppo gli atti saluta che mise a maggioranza
Che lo che la non violenza è uno strumento e risolve la mia controversia individuale e collettiva
Se non cominciamo questo
Faremo solo testimonianza del pensiero di Capitini e degli altri
E allora la non violenza ha bisogno di strumenti democratici più di tutta l'informazione
Sì ma queste migrazioni non non va be'poi scusati sento molti discorsi anche di l'afflato religioso a uno come me che invece sono un agnostico voi capite che non è che mi tocchi molto
Anche rispetto dell'idealità altrui occorre anche fra noi
E allora dicevo che lo strumento di informazione democratica e allora finanziare spendere solo dei nel bilancio dello Stato spendere soldi nella direzione di una Rete ad esempio di strumenti di formazione democratica i mass media soprattutto alla
Siamo d'accordo faccia lo so che siamo d'accordo lo so che siamo d'accordo sto dicendo non è in quella direzione una che il movimento Salvemini cominciasse
A dare queste indicazioni di strumento politico concreto portare la voce della democrazia e dei non violenti laddove soprattutto c'è la violenza questa un'indicazione politica Dio che io faccio e le scuole
Ma scusate ma una proposta di togliere la spada di Giulio Cesare da libri di storia
E di parlare delle cure ANDI ero vini di quelle donne soprattutto di cui non conosciamo né nome niente e che a mio avviso sono quelle che hanno sorretto la fiaccola del progresso e della civiltà e non la spada di Giulio Cesare
La non violenza
Di quelle donne
Io credo che quest'altra indicazione di cambiare
La connotazione culturale dei libri di storia vada fatta al ministro per la pubblicazione dal governo e questa è l'altra indicazione di affaccio politica concreta al movimento Salvetti
Ecco io ripeto non ho fatto una relazione scusate può preso più di cinque minuti però
Una posizione dei radicali o l'ha voluta dai
E con questo intervento di Bruno Tescari termina qui l'odierno programma realizzato con documenti d'archivio e con il quale questo voto vi abbiamo fatto riascoltare alla ogni degli interventi
Che il sette dicembre novantatré caratterizzarono il convegno organizzato dal Movimento Salvemini Aldo Capitini venticinque anni dopo la sfida della non violenza