Divergenze. Borgese, Malaparte, Morselli, Sciascia - Presentazione del libro di Antonio Di Grado (Edizioni Ad est dell'equatore)

Io porgo il mio saluto più cordiale a tutti
Colleghi
Amici studenti che vedo essere qui presenti in
Gran numero in questa in questa sala
Il siamo qui per
Discutere per rappresentare questo libro del collega Antonio di Grado
E
Dico subito che
Sono veramente dolente di non potere partecipare alla ai lavori di questo pomeriggio perché
Per una serie sfortunata di coincidenze
Tra qualche minuto devo andar via per un altro impegno
Pregresso cui non posso sottrarmi
è però nonostante questo desidero subito dire qualcosa
Di poco formale nel senso che naturalmente
Il mio non vuole essere semplicemente il saluto rituale del direttore del dipartimento che si trova investito di questo compito più o meno piacevole più o meno virgolette istituzionale
Cioè di portare il saluto l'accoglienza cordiale del Dipartimento a tutti i partecipanti ad un
Ad una presentazione a un evento ecco ma non non vuole essere assolutamente una cosa di questo genere ma vuole essere uno
Riconoscimento anzitutto è una testimonianza di di cordiale amicizia nei confronti di Antonio di Grado
Non voglio toccare corde personali per carità
Voglio semplicemente dire Antonio di lunghissima data risale ai tempi del liceo
Io un vecchio Cutelli hanno Louise vecchio ospedalieri no e che la nostra amicizia si consolidò negli anni universitari che abbiamo fatto insieme lui all'lette rende Rizzo moderno io a lettere indirizzò classico
E devo dire che le nostre due diciamo così vite in qualche modo
Mostrano i segni di una sorta di amicizia per certi aspetti e per molti lunghi anni sotto traccia
E di queste di questa amicizia ho riscontrato molte ragioni nello scritto che Antonino ha dedicato proprio a quegli anni e che molti di noi hanno avuto modo di leggere
Attraverso diversi mezzi di comunicazione sia attraverso mail private di Antonio sia attraverso Facebook così attraverso se non ricordo male anche la Sicilia
Ecco e devo dire che quelle pagine quelle pagine che ci testimoniano quegli anni intensi io qui vedo tantissimi cari
Colleghi e ancor più amici il professor Savoca Mario Tropea tanti altri colleghi che qui non posso nominare
Uno per uno quegli anni certamente furono anni di grande formazione e nonostante tanti aspetti che magari possono qui
Essere visti in una luce diversa poi tutto si ricompone all'interno di un disegno
Misterioso ecco non dico provvidenziale ma certamente un disegno comunque misterioso anche perché
Lo dico con molta franchezza
Antonio io ci in questo momento occupiamo delle posizione in qualche modo
Di oggettiva responsabilità non soltanto come come come persone che lavoriamo all'interno dell'Ateneo
In condizioni diciamo così di servizio molto accentuato ma anche come responsabilità di tipo culturale
E questo e e le matrici di questo impegno di questo servizio lo chiamo così le matrici di questo servizio ri entrano pienamente all'interno
Di quelle coordinate di cui lui ha disegnato Corno la sua penna brillantissima smagliante che tutti gli riconosciamo ed invitiamo le ha tracciato all'interno di quelle pagine
Che citavo prima
Quindi quelle pagine in fondo mi hanno restituito un senso il senso del nostro impegno attuale del nostro impegno attuale che altrimenti sarebbe scusate forse una citazione probabilmente così un po'
Un po'estrinsecava ma un impegno matto e disperati Simo per certi aspetti perché in effetti la situazione così dell'Università in Italia come Antonio anche diceva e veramente veramente
Insomma ci induce a delle amare riflessioni per tanti aspetti però il senso di una nostra il senso
Di un nostro resistere all'interno di questa istituzione nel portare avanti come si suol dire mi scuso con l'Italia miste di questa strana espressione para sindacale
Ecco comunque l'impegno che noi stiamo cercando in qualche modo di promuovere
Ecco
Il nasce proprio da quella passione da quel gusto che noi abbiamo scoperto in quegli anni universitari e anche prima
Con quei grandi professore di liceo che noi ancora bene richiamo corno con grandissima gratitudine
Ecco un altro mondo certamente è un altro mondo che però
Non è finito non è finito perché certamente e continua nella nostra testimonianza
Nella nostra testimonianza quotidiana certamente io ci credo in questo ed è il senso di un percorso comune che ancorarci lega tutti quanti insieme in questo Dipartimento di Scienze Umanistiche
Che in qualche modo cerca di mantenere alta questa
Questo questo testimone questa questo
Questa questo Stendardo se volete l'immagine un po'barocca ma non trovo in questo momento di meglio ecco semplicemente questo testimoniare questa amicizia ad Antonio testimoniare questo comune impegno di tanti anni che
Escogitato in nelle sue splendide pubblicazioni nel mio umile quotidiano lavoro al servizio di questa istituzione che comunque tutti amiamo e in cui tutti ci riconosciamo anche se magari esprimiamo le giuste riserve India momenti come questi e anche in altri momenti
Però ripeto noi troviamo ancora forza all'interno di quell'esperienza forte che abbiamo vissuto in quegli anni universitari
E anche negli anni post universitari alla presenza vivificante di grandi maestri di cui
Ancora percepiamo vivo il ricordo e percepiamo viva la presenza
Io vi ringrazio e mi scuso ancora per
Per questa per questa mia assenza forzata grazie
E mi assumo io allora il ruolo di
Corde
Sì dico mi assumo io al ruolo di coordinatore dei lavori
Di solito come sapete ogni coordinatore il solito riservare
Un ringraziamento formale all'autore dell'intervento di turno grazie per il suo prezioso contributo penso che nel caso mio invece si tratterà di ringraziamenti molto coinvolti
Sentiti a partire dal ringraziamento per Carmelo crimini le per le cose che ha detto e quindi
Sentiamo adesso cosa dicono gli altri emiciclo invitato questa sera a discutere del mio piccolo libro
Sentire per primo Marina Pajno che come tutti sapete insegna letteratura italiana moderna e contemporanea nel nostro Dipartimento
Sì grazie Antonio
Allora comincio subito col dire
Che se per avventura vi fosse capitata tra le mani una copia difettosa di questo libro
In cui sotto il titolo divergenze seguito dai quattro nomi Borgese ma la parte Morselli Sciascia
Non ci fosse stato il nome dell'autore cioè il nome di Antonio di Grado penso che non avrei avuto difficoltà a capire comunque chi l'avesse scritto
E il fatto che la veste editoriale della copertina preveda il nome dell'autore a seguire e non a precedere il titolo del libro
Sembra fatto apposta sottolineare individuazione della paternità del libro spesso sin dal titolo a prescindere
Dall'indicazione di un nome
Scherzi a parte
Quello che voglio dire in premessa e che di grado ha ormai un suo tono inconfondibile nella scrittura
Così come i familiari a tutti i suoi lettori di lunga data e a quelli più recenti penso agli studenti sono gli interessi intorno ai quali ruota
Un'attività critica prevalentemente intesa
Come militanza e testimonianza intellettuale
Di grado fa parte dell'accademia dell'università
Ma la sua non è critica accademica lo rivendica del resto lui stesso nelle istruzioni per l'uso che aprono queste pagine ma noi che lo conosciamo da tempo Antonio già lo sapevamo
Potremmo pertanto tranquillamente dire
Che anche Antonio di Grado e un viveur gente
Le divergenze evocate dal titolo del libro sono infatti senz'altro quelle rappresentate
Dagli etero dossi percorsi dei quattro attori chiamati in causa appunto dicevo Borgese ma la parte Morselli Sciascia
Ma sono anche cifra di un preciso atteggiamento intellettuale di Antonio
Che si può permettere restando sempre coerente a se stesso di attaccare violentemente la critica letteraria questo ad esempio nelle pagine iniziali del libro in cui lui scrive
La critica letteraria la del testo anche la mia
Attività parassitaria morbosa metastasi del lega deresponsabilizzante
Si può permettere dicevo di attaccare violentemente la critica letteraria continuando però allo stesso tempo a praticarla
Così come si può permettere e lo citava prima il direttore i crismi di decretare la fine dell'università dalle pagine del quotidiano la Sicilia
Mentre
Continua senza sosta il suo fortunato magistero nelle aule di questa stessa Università adorato da stuoli di allievi ai quali peraltro questo libro e dedicato
Di grado racconta in queste pagine dei suoi scrittori ma raccontando di loro racconta anche disse
è vero quello che dice nella premessa e cioè che questa non è una raccolta di saggi messi insieme frettolosamente ma un libro con una sua linea è una sua unità
Una coerenza Daloui individuata in premessa nell'appartenenza di tutti questi scrittori ad un canone alternativo quello degli irregolari della letteratura
Ma in realtà quello che dà un Eataly Beraud e a mio avviso proprio la marca autoriale di esso una marca che possono cogliere i lettori e che certo Antonio non può accogliere
Ciò che tiene insieme i saggi e li trasforma in libero e la vocazione intellettuale di di Grado per una letteratura Sciascia la mente capace di contraddire
E contraddirsi
Don ter la sua passione antica nella sua saggistica assolutamente dominante per gli scrittori contro per quelli fuori dagli schemi o magari messi a margine dalla critica ufficiale
Disseminate nascoste qua e là nel libro ci sono in tal senso a mio avviso le tessere di un'autobiografia intellettuale di Antonio
Per essere
Peraltro variamente presenti anche nei suoi libri precedenti penso alla lotta con l'angelo il libro sugli scrittori e le fare e di o quello sulla CDL altre eresie e ancora finisse Sicilia o il ricco libero su Giuda
Dietro le quattro storie di passione per la letteratura invece raccontate in questo libro
C'è dunque anche il racconto della passione letteraria di colui che scrive
E il doppio fondo del libro quello che attraverso la presenza in controluce dell'autore trasforma in qualche modo al quadrato le esperienze intellettuali e le passioni letterarie dei quattro protagonisti
E testimoniato anche dalla scelta di dei intitolazione dei diversi capitoli
Cosa voglio dire titoli
Che sono già titoli di altro di altri testi variamente chiamati in causa e che idealmente sottolineano con la propria alterità la doppia prospettiva sottesa a questo libro
E così il capitolo subordine ESE viene sandali analmente intitolato il rosso e il nero
Prendendo spunto dal finale del Roubaix in cui il protagonista viene calpestato mentre tiene tra le mani uno straccio rosso e uno straccio nero
Il capitolo su Malaparte ha come titolo un garibaldino al convento prendendo in prestito il celebre titolo in questo caso di un testo filmico e cioè un garibaldino al Convento di Vittorio De Sica
Un titolo e un saggio peraltro questo Suma la parte che strizzano del resto l'occhio all'interesse per il mito di Garibaldi letteratura già oggetto di un precedente libero dello stesso Antonio
E ancora il capitolo sul Morselli
Si avvale del titolo di un articolo e poi di una raccolta di scritti giornalistici di un'altra untore assai caro ha dichiarato quel vitaliano Brancati che nel mille novecentotrentuno
Consegna alle pagine dei lavoro fascista il suo borghese e l'immensità
Il convitato di pietra e infine polemicamente intitolato l'ultimo capitolo dedicato a Sciascia che prende spunto da alcune riflessioni sulla statua di Sciascia dedicata allo scrittore dai suoi concittadini
Saggi dunque che attraverso i titoli rimandano ad altro da sé
Proprio come le storie degli scrittori divergenti in esse contenute rimandano come dicevo costantemente alle divergenze intellettuali dell'autore di queste pagine
Ma cominciamo a vedere le più da vicino queste pagine il primo studio diceva quello rosso e il nero e dedicato appunto a Borgese soprattutto al Borgese dico bene
Urbe
Che di grado lega saldamente al percorso di maturazione intellettuale del suo autore
Arrivando a sottolineare come nella stessa ricca matrice Interface uguale Ruben sia anche in fondo un ritratto dello scrittore da giovane
Scrittore complesso il Borgese restituito da di Grado
Difensore di un modello umanistico borghese ottocentesco
Quale baluardo rispetto al caos novecentesco e nello stesso tempo incline a piegare il proprio linguaggio e la propria rappresentazione alle sconvolte iconografia espressionista
Parentesi
Quelle stesse iconografia letteraria espressionista eh sulle quali si è soffermato anche un degrado di tanti anni fa
In un libro che è il primo suo che ebbi modo di leggere quando frequentavo le sue lezioni mi riferisco a scritture della crisi Espressionismo e altro novecento
Un Morgese dicevo quello restituito da di Grado che all'interno del suo romanzo più celebre
Calza le maschere più diverse arrivando a fare su due lui laico anche le considerazioni sul disincanto moderno di sul disincanto amento moderno di padre Mariani
Scrive Antonio in un singolare sdoppiamento dell'autore in favore di ragioni e matrici altre
E ancora una volta stiamo parlando di Borgese ma dietro Borgese e possibile scorgere anche il di Grado che in questo libro si fa interprete di voci e posizioni differenti
E nei passaggi su un bene quale espressione del trauma novecentesco della perdita del centro lacerato tra spinte centrifughe spinte centrifughe centripeta
Non possono risentire lecco delle appassionate lezioni di Antonio sulla crisi del personaggio novecentesco da me seguite quand'ero studentessa
Lube sottolinea di Grado e uno che non riesce a compiere il proprio nostro s'alla terra della madre
Particolare di non poco conto per uno scrittore siciliano come Borgese
Che infatti scrive in proposito pagine che faranno da modello ad altre forse più celebri di Brancati Lampedusa e Sciascia
E a proposito dello Sciascia su cui si chiuderà il libro che oggi presentiamo con una circolarità assai suggestiva
Di grado paragona l'ispettore che Roubaix in contrasto col treno ad un convitato di pietra di ricordo che il capitolo su Sciascia intitolato proprio il convitato di pietra
è un paio di pagine dopo nel mettere in relazione immagine di micce destituita da Borgese
Con quella presente nelle considerazioni di un impolitico chiamo in causa quell'incisione di Oriana del Cavaliere la morte il diavolo icona dell'OSCE lasciano il Cavaliere la morte
Che sarà l'ultima opera quindi grado farà riferimento in questo libro
Il Borgese di questo studio nella parte finale tende non a caso esplicitamente la mano proprio a Sciascia e a Brancati due degli autori in assoluto a di grado più cari
Entrambi espressione
Proprio come Borgese
Di una vocazione intellettuale ad accogliere nel teatro della propria coscienza tutte le figure
E i dilemmi i più diversi che affollano la scena della cultura europea
Tanto il rosso quanto il nero dunque nel nome di un inattuale utopia umanisti
Ma
Della quale si farà rottamatore oggi mi pare che si usi dire così il detto Rini delle pagine
Anche esser rosse e nere del Politecnico
Vittorini conclude di Grado aveva irrimediabilmente tragicamente torto nella sua rottamazione
Ma Vittorini non è altro da dichiarato e anzi la prima voce che di grado ha fatto propria nel proprio percorso critico
E chi è poi ha continuato in tanti saggi a richiamare e a cui non esita a dare di dare torto
Facendo sì a propria volta interprete come gli scrittori a lui cari prima menzionati di quella propensione a farsi carico di tutte le idee e atte a tra Lizzano ferme i conflitti
Di questo saggio su Borges è un'ultima cosa mi piace ricordare la Century l'affettuosa menzione degli studi Borges siriani di Alida D'Aquino
Che offrono peraltro al di grado autore della lotta con l'angelo di individuare anche nell'ai Cobo urgenze una forma di onnicomprensiva laicità
Capace di accogliere
L'agonia Pascali Ana non meno che l'attivismo dell'etica luterana e calvinista
I ma la parte del saggio successivo di questo libro è un ma la parte garibaldino come garibaldino è stato il degrado del libro precedenti a questo
Un ma la parte novecentesco garibaldino che si arruola sedicenne nel mille novecentoquattordici nelle file di un gruppo di volontari capitanati dal nipote dell'eroe dei due mondi
è la prima delle fedi e schieramenti I quali ma la parte il sia ruoli era
Lui che con ostentata in coerenza sarà fascista e comunista cattolico e anarchico si definiva in tal senso un ARCI italiano
Di grado racconta di questo Arcidiano che rimase in un certo senso garibaldino per lo slancio con cui sventola o tutte queste diverse bandiere
Racconta dicevo di grado di questo ARCI italiano ma ci tiene subito a dire
Che rispetto a quest'ottica furono assi o volutamente antitetici altri scrittori ovvero quelli che lui definisce gli anti italiani
E cioè Flaiano Brancati Sciascia che sono i suoi autori gli autori di di grado intendo
Che nell'accostarsi a Malaparte ritorna ricoprire quel ruolo di interprete della messa in scena di posizioni intellettuali tra loro diversissime
Di Grado pedina i testi di Malaparte in cui lo scrittore torna su Garibaldi in modo sempre oltranzista e dissacratore io un Garibaldi magnifico pazzo e Santo avventuriero
Che scuote le coscienze di un popolo Torpedo e fatalista
Che con le sue gesta mosse
Di fatto una dichiarazione di inimicizia nei confronti degli italiani pietistico e mal fidi questo nell'opinione di Malaparte
Questa idea
Di Garibaldi porterà ma la parte ad unirsi a quel manipolo di garibaldini fuori tempo che auspicavano la rivoluzione
E poi
Lo porterà ad un fraintendimento dell'ideologia mussoliniana vista nell'ottica anticonformista da ma la parte più che reazionaria
Di grado ovviamente non condivide ma non manca di mettere in risalto le intuizioni talora anche geniali di Malaparte
Il Suma la parte si fa così espressione di una di le matite ambivalenza interprete di una Bildungsroman pre in divenire
Un intellettuale scrive significa teme significativamente di Grado che cito amo contraddire e contraddirsi
Ma la parte strizza l'occhio a Sciascia che di grado aveva appena collocato dall'altra parte della barricata e tutti e due così in qualche modo strizzano l'occhio allo stesso di Grado
Ma la parte dunque seguace di Garibaldi e di Mussolini ma poi anche di Trotsky nel nome
Di una primazia della tecnica insurrezionale rispetto alla politica e all'ideologia ed è seguace
Anche di Proust
In questo ma la parti hanno potete che a Roma di grado prende velocemente in esame testi come viaggio in Etiopia del trentanove o caput del quarantaquattro
All'interno del quale
Punta l'attenzione sul bestiario lì presente sulla straziante passione animale delle bestie che sono
Anche Cristo scrive ma la parte
Anche ma la parte ingaggia dunque la sua lotta con l'angelo esemplificavo bile in quel personaggio del suo unico film Cristo proibito ricordato da di Grado nella parte finale del saggio
Di grado non manca anche di ricordare l'interesse di Malaparte per Milan Kundera
Il quale come in un gioco di scatole cinesi messo in scena da degrado commenta le maggio le pagine ma la parti alé relative alla giovanile avventura garibaldina dello scrittore nelle Argonne
E di come il dilemma di allora fosse per l'Ulivo quello di un ideale scelta tra Garibaldi e Petrarca
Ma la parte sceglie Petrarca il professore Savoca sarebbe contento e proprio per questo il suo impegno politico sarà personale stravagante indipendente indisciplinato
L'abbraccio seduttivo della letteratura rende coerente anche l'incoerenza il contraddire contraddirsi
Ma del resto al di là di Kundera di grado lo aveva già anticipato ad inizio del saggio
Che in realtà in quest'ottica Petrachi SMA garibaldini istmo non erano nel mondo ma la parti hanno due istanze così inconciliabili ma frutto della stessa inquietudine
Profondamente inquieto di un'inquietudine che lo porterà al suicidio e anche il Guido Morselli protagonista del terzo ritratto di questo libro nel capitolo intitolato il borghese l'immensità
Brancati autore così caro a di Grado viene dunque vocato nel titolo come dicevamo prima ma anche nella parte iniziale
Del ritratto di Morselli che prende infatti le mosse
Da una citazione che Morselli dedicava Brancati a proposito dei piaceri dell'anticonformismo intellettuale
Nel cercare la verità sempre da un'altra parte perché sempre il progresso nasce
Da una stonatura
Morselli elogia l'ideale di Brancati che è un ideale anarchico
E quindi fatto per andarmi a genio scrive Morselli ma noi sappiamo che avrebbe potuto scriverlo anche lo stesso di Grado
Borselli rifiuta il conformismo della socialità della cultura
Il conformismo dell'hangar Shimon ad ogni costo e attacca significativamente il Politecnico di Vittorini massima espressione di questa cultura troppo scontata e prevedibile
Quel Vittorini che avevamo incontrato prima e che aveva intentato un processo alla cultura liberale di cui Brancati e Borgese erano espressione
Ed ecco che ancora una volta di Grado interprete di Vittorini così come di Morselli Brancati e Borgese si trova di inscenare la fecondità della contrapposizione delle idee
Vittorini aveva messo al bando buona parte della cultura europea portando alla sbarra untori del calibro di Thomas Mann
Thomas Mann e non a caso figura ricorrente in questo saggio sul Morselli e i suoi personaggi
Isolati e disincantati estranei al mondo stranieri
O se vogliono o se vogliamo i potremmo anche definire divergenti
Per definirli di Grado ricorre ad un termine caro a Giuseppe Renzi
Filosofo apprezzato da Morselli così come da Sciascia che in tal modo Sciascia ricompare ancora una volta nelle pagine di questo libro
Il termine
Al quale
Di grado ricorre è
Ad ruolo né in essa
Cioè
Oltre mondanità
Stranieri sono i valori borghesi incarnati da i personaggi di Morselli e cioè severità sobrietà rigore il pudore razionalità laicità individualismo
Ma per questi valori non c'è più posto nel mondo contemporaneo
I protagonisti di questi testi cominciano così ad avvertire la vertigine dell'oltre con storie di itinerari linde è un modo
Che di fatto nascondono però lo scacco e la sperduta Rezza di questi personaggi
In un testo come contro passato prossimo l'approdo inattuale e anch'esso divergenti ormai rispetto a tutto reale è storia compresi e quello dell'utopia
Che Morselli oppone tanto all'immobilismo politico quanto alle forzature rivoluzionarie
L'UTAP i l'utopia e quella di una Mitteleuropa che sopravvive attraverso la vittoria e non la sconfitta bellica degli imperi centrali e che comunque neanche a dirlo era il luogo di una seconda contraddizione
Quella tra Germania esimo industria tra spirito tedesco e lo spirito delle grandi officine della Ruhr
Alla contraddizione e al suo scrittore per eccellenza e cioè al Leonardo Sciascia e dedicato come dicevamo prima il capitolo conclusivo di questo libro
Ennesimo e appassionato tributo reso a Sciascia da Antonio di Grado suo devoto amico di lunga data che nelle felicissima e pagine di questo ritratto
Restituisce l'immagine di uso scrittore sempre problematico scrittore di dubbi e non di certezze
è un finale in crescendo questo affidato al capitolo su Sciascia
Un finale in cui
La linea unitaria del libero quella data da un ideale autobiografia intellettuale nascosta tra le righe da di Grado emerge con più chiarezza
C'è la diretta presenza di Antonio in quella iniziale rappresentazione dei funerali Racalbuto esile lo scrittore e nel riferimento alla sua scommessa testamentaria sulla Fondazione a lui intitolata
Quello affidato a queste pagine
E forse il più bel ritratto breve di Sciascia che mi sia capitato di leggere e ora sentiremo così ci dirà in proposito Pippo traina studioso di primo ordine di Sciascia come tutti sappiamo
Appassionata e coinvolgente e la difesa che di grado fa di Sciascia dagli attacchi successivi alla celebre polemica sui protagonisti dell'antimafia
E pur giustamente ribellando sia alla riduzione di Sciascia scrittore di mafia
Di grado ripercorre le tappe di questo motivo indubbiamente centrale nella narrativa Sciascia vana
Un motivo esso stesso segnato da una contraddizione ed estraneo alla logica manichea di uomini e no
Come dimostra l'iscrizione alla categoria degli uomini tanto del capitano Bellodi quanto di don Mariano Arena nel Giorno della civetta
Ricorda di Grado la DC nasce fascia Scianna ad un altro intellettuale della contraddizione e cioè Pasolini
Anche lui un uomo contro dopo la cui morte Sciascia dirà di sentire il bisogno di gridare più forte
Di Grado riconduce il discorso conosce lasciano sui protagonisti dell'antimafia nel solco della denuncia del trasformismo politico narrato da tanti scrittori isolani a partire da Verga e De Roberto
E comunque di grado tiene a precisare come Sciascia non si rassegna era mai al fatalismo immobili stico
Trasformato in mito critico della letteratura siciliana e quindi in modello farci falsato così come tutti gli stereotipi
Lascio comunque a Pippo traina il compito di dire di più su queste pagine in qualità di Sciascia dista ben più esperto di me
L'ultima cosa che vorrei sottolineare e però come nella parte conclusiva del saggio
Quelle tessere nascoste e di un'autobiografia intellettuale
Vengano più chiaramente alla luce nella pagina in cui di Grado rievoca il sodalizio della scrittura a quattro mani nel racconto divenuto atto unico quando non arrivarono i nostri
Andato in scena nell'ottantanove al Teatro Stabile di Catania
Scrive di Grado
Fui io a portare a Sciascia la notizia del successo forse ad allietare con un sorriso quei giorni terribili
Pochi giorni dopo all'alba Vincenzo Consolo mi avvertì per telefono che Leonardo Sciascia era scomparso
Fu una tragedia un'autentica cesura nella storia d'Italia dei suoi intellettuali del suo costume mamme è rimasta l'immagine di quel sorriso
L'itinerario di Sciascia si chiude con quel sorriso un itinerario conclude di Grado
Segnato dall'idea della letteratura come ermeneutica del dubbio un itinerario che cito
Dall'inferno di un'isola mondo il re di inibire giunge col Cavaliere la morte al cancello della preghiera
Ovvero potremmo chiosare noi dalla Finis Sicilia alla lotta con l'angelo grazie
Vi ringrazio molto Marina per questo intervento e tra l'altro i cenni che sia Marina che prima di lei Carmelo crimini faceva dalla nostra
Attività universitaria quotidiana Marina si riferiva alle lezioni da lei frequentate mi fanno pensare
Al fatto che
La cosa più bella di questo incontro di stasera è la compresenza di quelle
Generazioni intellettuali
Che trasmettendo si valorizza ferie eccetera sono veramente alla ricchezza il miracolo dall'università quello che i detrattori questi istituzione
Di solito ignorano da qui da questo punto di vista come dire mi commuove la presenza che stasera di teste generazioni diverso ed a Marina Pajno
Che ma fra le parole della mia elezione a Pippo traina addirittura che si è laureato con me
Così come i miei coetanei come Carmelo crimini così come dei colleghi e amici un tantino più grande di me che pure tre miei coetanei però devo citare anche ritardi rame
Che è presente dicevo quelle un tantino più grande di me come Mario Tropea che ringrazio e soprattutto come Pippo Savoca che ringrazio per la sua presenza e che è stato proprio nonostante sia di poco più grande di me il mio
Primo maestro al professore con il professore con cui mi sono laureato nel lontano mille novecentosettantadue bene adesso ascoltiamo questo mio allievo e vecchio laureato
Giuseppe trainante familiarmente Pippo che insegna letteratura italiana a Ragusa nella Facoltà di lettere o abbia facoltà di lettere Lingue di Catania
Grazie
Allora amarla comparti si va presentazione di Marina Pajno
Mi esime dal derby tutta una serie di informazioni sul volume che sono state appunto già date con grande completezza e allora io
Mi limiterò a sottolineare alcuni punti proprio con procedimento
Punti li stico forse
Del libro di Antonio Di Grado che sembra giusto
Ricordarvi alcuni sono già stati assunti accennati da marinaio però vorrei lanciarli e ad aggiungerne qualcun altro
Anche per sentire voi la la viva voce dell'autore insomma poi sono in fondo degli spunti di discussione perché
La la ricchezza
Del libro e la e la voluta polemici tale dell'introduzione servono anche a discutere cioè non non non è un libro che si legge solo per imparare ma anche
Come proposta di dibattito ed è una cosa che non sempre succede nella nostra saggistica universitaria
Proprio perché
Perché questo non succede tanto spesso perché la condizione di di di dell'autore di questo libro c'è D Antoni grado autore di questo libro e una condizione
Che vorrei così metaforicamente rappresentare come egli stesso
C'è insegnato a leggere nel
Dell'itinerario di alcuni grandi scrittori siciliani all'insegna della dialettica tra fughe ritornino
Datti Marina giustamente ricordava
Il libro di Antonio che probabilmente il più somigliante a divergenze cioè scrittura della crisi che
Ha puntato molto su questa
Rappresentazione dell'intellettuale
Nel preso nella dialettica di fughe e ritorni da lì sono ecco tanto degrado è come se fosse preso nella dialettica tra fu il rito ne dall'Accademia o dallo scrivere accademico perché appunto continua a lavorarci impavido avente ma ne coglie tutti i limiti
E della condizione presente e prova rilanciare certi valori che non possiamo dimenticare pena lo scadimento totale del nostro mestiere
A cominciare
Dico
A livello di valori e di provocazioni a cominciare dal
Dall'inizio stesso della della prefazione di queste istruzioni per l'uso dove Antonio del così
Descrive il proprio libro come una in modesta proposta di un altro novecento
Non è di novecento di Pirandello svelo rimontare morale degli addetti al vino giusto per fare i nomi consacrati dal canone corrente
Già lavorava Canone ci immette nel vivo della discussione perché in fondo ragionare su queste cose significa ragionare cioè mettere in discussione il canone novecentesco
Forse i canoni novecenteschi le variabili che si fanno in qualche modo stratificando su un certo canone novecentesco che la critica
Prevalentemente storie cistica aveva disegnato lungo l'arco di questo secolo
Dalla
Da dodici anni concluso
Questo in modesta proposta di canone noi sappiamo che un'eventuale canone proposto tanto degrado non
Comprenderebbe solo questi quattro autori naturalmente gli altri autori
A lui più cari sono spesso ricordati nel libro basterebbe dire Brancati che
E come se fosse presente quasi in ogni pagina
Forse perfino nella scrittura di Antonio mi piace immaginare
Però
La proposta di questi quattro autori
Mette chiaramente in luce alcuni punti cardine
Del canone di Andora degrado o dell'antica non è di antenne grado cioè
Lei essere questi quattro motori insieme scrittori intellettuali
Se se fosse possibile non ci dovrebbe essere nemmeno un trattino tra le due parole cioè immaginiamo un'unica neologismo
La condizione di sottovalutazione che alcune di esse hanno sperimentato Ornella nel corso del
Delle degli studi che hanno fatto bibliografia sul Novecento
Forse con la parziale cessione eccezione di Sciascia ma nemmeno tanto perché nella bibliografia dice
Che è ricca e ci sono però tanti fraintendimenti che la impoveriscono in qualche modo
E e la terza quando azione fondamentale e la condizione di isolamento
Sono amento che
Di grado lo lo chiarisce pagina per pagina quasi non è una condizione
Quindi come dire diminutivo non è una condizione penalizzante perché sostanzialmente
Come ricorda un paio di volte la musica dell'uomo solo che De Benedetti ha
Fotografato con questa immagine bellissima e che dà forza all'uomo solo che
Rafforza quella solitudine forte che non è
Una condizione appunto di sconfitta di minoranza atti forse
Può essere avvertita come sconfitta da chi come Morselli sceglie un tragico gesto per chiudere la sua vita non lo so fatto sta che a noi lettori arriva come quasi come una condizione di arricchimento insomma
In questo mettere in discussione il il canone di un altro novecento riproporre il canale di un altro novecento
Rientra
Come ricordava anche Marina parlino qui mettere in discussione la critica stesse perché è chiaro che
Se la critica che compone un canone bisogna mettere in discussione la critica
E allora l'altra provocazione forte che degrado consegna alla pagina subito successiva a quella che ho letto
Il detestare la critica anche la sua
Viene voi completata da una frase che davvero colpisce volto no dire rispetto alla quale
Anzi da due frasi che colpiscono molto rispetto alle quali il lettore non può rimanere indifferente la prima è
Credere queste la parola giusta lasciare che quella scorsa si schiude senza forzarla che si riveli che il suo segreto innominabile cilindrate
Sostanzialmente se la critica è una superfetazione inutile rispetto alla letteratura stesse bisogna assumere la letteratura come atto di fede la lettura come atto di fede che non necessita di di queste aggiunte
Che è una condizione difficilissima da sostenere se ci pensiamo perché
Cosa vuol dire
Leggere senza un il supporto di nessuna critica significa saper leggere come Marangoni diceva saper vedere
E per saper leggere per saper vedere bisogna avere un bagaglio di conoscenze formidabile per non prendere lucciole per lanterne
Mi chiedevo ecco sviluppando un filo di provocazioni se addirittura questa provocazione di degrado non comporterebbe l'idea che
Che la letteratura è destinata
Quasi necessariamente a essere patrimonio di un'élite
Perché se
Se riservata solo a chi e in grado di
Capirla con la semplice lettura
Vuol dire che destino di pochi
E chi non
E chi ha bisogno di un aiuto per leggere e di un aiuto critico per leggere deve rinunciare alla letteratura o deve assestarsi sulle forme del mainstream culturale che
Insomma del libro da supermercato non lo so mi sembra un problema non indifferente che pone dei gravi e subito dopo l'altra frase e vi dicevo non può lasciare indifferenti
In ogni libro con la minuscola cercare il libro con la maiuscola
E io naturalmente una frase che ci rimanda gli interessi
Scientifici di degrado
Che spesso si è occupato di scrittori che si che che fronteggiano lo oltre che lottano con l'angelo siamo d'accordo
Ma è una proposta interessantissima perché significa
Ancora una volta per rilanciare e i per valutare il ruolo della letteratura stesse perché
Se nel libro dobbiamo cercare il libro con la maiuscola significa che possiamo trovare tutte le risposte che
Andiamo cercando nell'arco di una vita
Che senza libri non avrebbe quel senso di interrogazione continuare su se stessi sono estesi che invece finisce per avere deve avere a meno che l'uomo non debba appiattirsi su buona condizione prona idee
Alla
La prassi più banale e più vuote
Insomma
Tante questioni un'altra questione
Che
Degrado
Dice in poche parole ma molto bene come sia una questione mal posta quella
Della condizioni regolare di questi scrittori
In effetti stiamo arrivando a un paradosso io ricordo qualche anno fa in queste aule un convegno sugli irregolari della letteratura italiana promossa dal centro PIL Reiner
E
Ebbene ma gli irregolari sette continuava
Identificare quasi ogni scrittore come irregolari dov'è la regola no che
Degrado lo lo chiarisce quanto una con sono irregolare estraneo addirittura eversiva rispetto a una norma
Dovrebbe al rigore parlarsi alla laddove la norma stessa risultasse indiscutibile ed effetto in mente in discussione
Il che non è dato in alcuna evoco contesto neppure in quelle che pigre storiografia o strumentale mito grafie si ostina tra mandarci comparti aureolato come dire
Siamo arrivati forse al momento in cui le grandi Fedi le grandi ideologie del Novecento che hanno
Costruito queste questi canoni queste genealogia questi
Queste queste primazia rispetto alle quali
Uno scrittore marginale diventa irregolare sono conclusi sono finiti
E il momento è il tempo laico viviamo finalmente nel tempo laico in
Che ha superato i diktat
Nel nostro caso metodologici per esempio pesca su dello storico del critico della letteratura io
Credo e spero di sì ecco voglio dire libri come questo aiutano a sentirci più forte di una in questa condizione di
Di di di
Di perdita ma anche di
Possibilità di un nuovo inizio di di di di rilancio delle nostre attività intellettuali senza troppi paraocchi ideologici e come Totò logici
E però mi verrebbe voglia di dire un'altra cosa che mi viene suggerita da dalle cose che Antonio degrado scrive all'inizio del saggio somma la parte
Mi viene da dire che
Ragionare sul canone
Provare a dista mettere in discussione o ad azzerare i canoni ricopre ripartire tutti questi processi forse non sarebbero possibili se non ci fosse stato il Novecento cioè
Siamo alle prese con questi problemi perché questi sono i problemi che hanno attraversato questo secolo pieno di
Contraddizioni di vitalismo e di
Illusioni e straordinarie che si sono tramutati in delusioni come forse non poteva non essere e che ci hanno lasciato in questa condizione di orfani e di
E di ottimisti
TCA editti misti che provano a ricostruire insomma su queste macerie ma la parte
Secondo Antonio degrado può essere un Signor Novecento scrive all'inizio del suo saggio e precise
Non c'è attenzione nel contraddizione non c'è illusione nel ripensamento di quel sei come dei suoi intellettuali
Che egli non abbia in Carnate
E magari simultaneamente non esibita incoerenze perché di antitesi o Sivori si nutro le sue nato nichilismo votato al paradosso allo spiazzamento all'azzardo
Meglio quelle ambivalenze sbocciano dal terreno di una limitata disponibilità la stessa che De Benedetti attribuire i personaggi Loquenzi rischi inermi incerti figura secolo
Ma
Chi è nato nel Novecento come noi
Come fanno riconoscersi in queste parole che valgono per uno scrittore considerato stranissimo eccentrico legge contraddittorio al massimo
E per i personaggi dei libri che abbiamo amato ecco
La vena autobiografica che Marina freno molto giustamente rinveniva in tutti i seggi del libro di Antonio
E
O
E già è correttissima ma è qualcosa che si riverbera anche n elettori che ci chiama in causa direttamente per questo tipo di problemi che pone
E poi ancora ampi
Il Novecento dunque come
Come crogiolo di contraddizione che
Che attraverso questi quattro scrittori
Ci offrono
Una nella nella lettura di di Grado un discorso
Che perché ovviamente dietro questi quattro saggi un discorso c'è
Ed è forse la proposta di un nuovo canone o o perlomeno una specie di canone in nuce che si può intravedere dietro il libro
E quali scrittori e ci aspettiamo di trovare in questo canone innocente di Antonio di Grado scrittori
Al di là dei quattro presenti che abbiano
Fondato
La loro opera su
Un processo che tenga conto fortemente delle genealogia il più mi sembra una cosa molto care elemento molto caro e degrado critico
Delle generazioni cioè del succedersi delle generazioni e della specificità che ogni generazione ha
Rispetto alla contraddizione del vivere in quel tempo
E poi
Vorrei usare un'espressione spero pertinente oltre tanto chiamare legge a reggere la generazione un altro ingrediente fondamentale
Per questo nuovo canone credo sia
La presenza degli autori dei quello che potremmo chiamare
è il tema del nostro tempo insomma cioè se un autorevole non affronta nord lotta con il tema del suo tempo è uno scrittore che il primo coi passa si dimentica e tramonta
E allora
Naturalmente veniamo a Sciascia anche se vorrei incidentalmente almeno dire che
La lettura di blog di ruberie che ci propone Antona degrado nel saggio di Borgese credo sia definitiva del magistrale insomma qualcosa ovviamente di
Di approfonditissimo
Veniamo a Sciascia come minimi mi suggeriva Marina
E mi pare che esce nasce appunto circolare mente ma già lo ha fatto intravedere lei sia
Il culmine di questo processo di identificazione di Andrea degrado né i suoi autori
Nel libertà intellettuale di Sciascia rispetto
A rispetto direi all'orizzonte d'attesa che cos'era l'orizzonte deriva ricordo oggi non c'è ma insomma in questo
E in questo piccolo Canone dei maestri che è stato ricordato vorrei aggiungere
Il professore Mineo del quale mi ricordava sempre che quando era chiamato soprattutto a parlare di Sciascia in pubblico ricordava sembra che ci ha scelto uno scrittore atteso ciò nessuno libero veniva atteso
Con ansia e con interesse dal pubblico dei lettori perché se si sapeva che avrebbe detto qualcosa di nuovo che avrebbe contenuto una nuova provocazione
Allora
Questo scrittore atteso ha creato un orizzonte da tesa evidentemente e
Potremmo dire allo stesso oggi di qualsiasi scrittore ecco forse quello che manca nella letteratura di oggi
Che non è
Necessariamente così deserta sconfortante come tanti dicono che sia io questo questo
Questa dimensione pessimistica e apocalittica insomma vorrei abbracciare del tutto è chiaro che bisogna fare le opportune descritta distinzione ma sono convinto che ancora oggi
Dei buoni libri si possano leggere però manca un orizzonte d'attesa condiviso cioè non sappiamo muoverci non sappiamo cosa aspettarci da uno scrittore che tipo di
Se un nuovo romanzo se un nuovo libro di poesia può creare una relazione al pubblico se diventa soltanto un semplice oggetto di consumo su cui magari si può fare un po'di polemica di stagione a proposito di premi letterari e che altro
Allora ecco
Il rapporto che
Sciascia ha saputo creare con il suo pubblico di lettori
Mi ricorda molto il rapporto che appunto in tema di grado saputo creare con i suoi allievi cioè
L'ho detto già Marina insegnare a dubitare noi abbiamo imparato Daloui a insegnare a rimettere in discussione le stesse cose dell'UDC insegnava
Cioè una volta che noi abbiamo imparato i metodi
Poi abbiamo anche avuto la libertà intellettuale di
Di criticarle di metterle in discussione
E
E est e abbiamo imparato un'altra cosa che era già morto cara al Leonardo Sciascia avere imparato a a leggere i libri Parker
Essenza questa dimensione affettiva che non significa
Cedimento al sentimentalismo perché il controllo intellettuale sul libro
Non non viene a mancare non si potrebbero scrivere le parole con cui andrà degrado conclude progresso saggio su Sciascia che insieme
Un ritratto completo e compiuto dello scrittore
E contiene quella passione militante che Sciascia stesso metterà incontro quando sosteneva per esempio che
Si deve
Imparare a
Amare uno scrittore e odierna è un altro accoppiano lo dicevamo Tolstoj detesto Dostoevskij per dirlo o a mostra andarla detesto Balzac e via dicendo e allora
Solo due parole per concludere leggendo la conclusione del saggio D Antoni di grado su Sciascia
Il Consiglio d'Egitto Toto modo il Cavaliere la morte rappresentano a mio avviso i tre fari le tre fonti di luce che è all'altezza di altrettanti snodi
Diversamente illuminano o se si vuole chiaroscure hanno insinuando SITRA nero vennero l'itinerario di Sciascia
Tre snodi tre censure intellettuali ed esistenziali perché questo nesso non deve mancare
Lungo un tragitto che dalle cronache di Reder Petra conduce a quelle dei casi di Russello Maiorano morti ed all'interno di un'isola mondo il re di inibire la Sicilia
Il grembo della Sicilia al cancello della preghiera
Intravisto ma non varcato dal Vice corrente ultima controfigura di Leonardo Sciascia
Ecco difficile dire meglio in poche righe per tratteggiare
Non solo uno scrittore ma il meglio di uno scrittore no i libri fondamentali gli snodi fondamentali di una produzione che deve rimanere ancora viva nella
Memoria attivati noi lettori
Più o meno questo era quello che pensiamo di dire
E io ringrazio anche Pippo trainata una sola brevissima ma sicuramente superflua postilla
Come dire lungi dal auspicare
Una un approccio elitario letteratura semmai la mia utopia sarebbe esattamente l'inverso cioè una sorta di sacerdozio universale per usare
Una formula del
Della riforma luterana e cioè proposta voltare la delega dei chierici
Cosa voglio dire voglio dire che io ho il massimo rispetto per i filologi e per gli storici della letteratura che ci danno informazioni preziose sul testo sul contesto
Ciò che mi irrita e lo dico autocriticamente perché parte di questo fenomeno parte attiva di questo fenomeno sono quelle superfetazioni
Che sono a parte la cosiddetta critica militante che imperversa sulla carta stampata e ora peggio ancora nella Rete
E dall'altra parte quelli per produzione accademica cui noi accademici siamo costretti da quelle mostruose macchine concorsuali
Di cui di si sa
Ecco questa sorta di superfetazione qualcosa che
Che si sovrappone al testo per non dire poi della tirannia dei metodi e i cosiddetti metodi che hanno tanto ad un piatto la nostra formazione di studiosi
Detto questo devo dire che questo libro è nato a Napoli in qualche modo è nato a Napoli perché
Dall'incontro con una bellissima realtà nuova recente una casa editrice
Nata da poco ma già ricca di titoli estremamente interessanti che appunto a destra dell'equatore
Doveva essere presenta stasera e non potrà per motivi familiari Carmen Pellegrino che dirige la collana c'è comunque Carlo c.d. Hello in rappresentanza appunto dalla casa editrice annui do la parola
Va beh io ringrazio Antonio ovviamente del
Di questa serata la presentazione di questo libro del libro stesse ringrazio tutti voi di essere presenti
No io vi leggerò in qualità di gli editori socio tre tra i tre soci compongono la casa diceste all'equatore l'intervento che Carmen ci ha consegnato e che come ha detto Antonio purtroppo stasera non potrà esserci per motivi familiari
Allora Carmen e la direttrice della collana i barbari che è la collana che appunto accoglie il il volume divergenze Antonio
E ad Abu avuto modo di conoscere Antonio dopo aver partecipato all'antologia non è un Paese per donne edita da Mondadori insieme dal via Seminara che
Ringrazio anche
E e ha dovuto mo'Cosimo dopo di coinvolgerlo nostro progetto editoriale ecco io comunque lo che voglio dire che il gesto stesso diciamo di
Pubblicare con noi che siamo una casa di Trichet appunto giovane nata da poco anche distante geograficamente la carta non culturalmente ma geograficamente sì
E anche questo un gesto divergente voglio dire rispetto a quelle che sono le normali metodologie in atto del nel sistema editoriale e che in qualche modo ci fa sentire anche novità stasera un po'più editori di staff rispetto a quanto non lo fossimo prima
Allora Carmen ci scrive questo scrivo queste righe mentre scorre in televisione le immagini un citatissimo Benigni che si affanna a spiegare agli italiani principi fondamentali della Costituzione
Siamo al punto ormai irreversibile in cui sono i comici i cantanti immutato ori i giullari quali che siano a spiegarci la storia mutamenti che Ruzzo vanno nel corpo sgombrato della società
I diritti inalienabili il ripudio della guerra la laicità dello Stato i principi fondamentali che dovrebbero informare la civile convivenza
All'opposto la politica rinunciando di fatto determinare linee guida nazionali si è progressivamente ritirata in una dimensione totalmente autoreferenziale e compiaciuta diremo narcisista
Specializzandosi nel definire i ruoli le collocazione dei politici più che la politica ovvero concentrandosi nella scelta se non delle cose perlomeno delle persone da distribuire negli incarichi pubblici governativi assessorili sanitari
Parastatali par regionali bancari eccetera creati ad hoc
Il distacco tra società civile e sistema politico già in atto profondamente negli anni ottanta e poi emerso con virulenza negli anni Novanta e oggi definitivamente compiuto
Intanto Benigni si sta attardando sul concetto di bellezza su un senso tutto nazionale dell'appartenenza ecco che addirittura salta fuori la patria in un lessico cosparso di parole ripetute a cantilena
Bellezza immaginazione sacro suolo amore come di madre
La patria che è stata consegnata quelli della mia generazione a ben poco delle parole di cui si ingombra il monologo né di Benigni
Io ho votato per la prima volta nel mille novecentonovantacinque e c'era già Berlusconi c'era la lega c'era ancora D'Alema e c'erano tutti quelli che ancora oggi insistono sopra le nostre teste
La patria strappati est nazionale boicottaggio disinteresse non so proprio dove guardare in più una crisi gravissima strapazza travolgendo ogni possibile futuro
C'è da tempo come una deriva mercantile del sentimento nazionale visto al più come mero passaporto per il benessere così come fu per i tedeschi dell'Est dopo il crollo del muro
C'è sfiducia verso l'Italia anzitutto da parte degli stessi italiani e non mi risulta che ci sia un'altra lingua chiusi l'aggettivo della propria nazionalità per designare qualcosa di furbesco come invece facciamo noi quando diciamo all'italiana
La patria dicevo la parola stessa lo sempre associata concetti voti retorici come il buon soldato l'onore e la mamma che protegge sui figli in quanto pezzi di cuore
E dal mio punto di vista tutto il repertorio da vecchia propaganda nazionalista nazionalistica finisce per agromafie nel concetto di patria c'è però qualcosa che mi riguarda che ci riguarda tutti anzi in forza del quale la prospettiva cambia
Se penso la nostra storia per esempio ai momenti di resistenza collettiva allora riesco a sentirmi parte di un processo grazie al quale non mi risulta più indifferente essere nata qui o in un altro quindi finito
Lo stesso può dirsi la nostra grande tradizione letteraria che ci consente di parlare la nostra letteratura come di una delle più nunc luminose
Senza della quale ci resteremo ancora di pelli
Ecco in questa accezione riesco a pronunciare la parola patria senza Reader mente riesco finanche a pensare ad un'appartenenza senza sentirmi come un orgoglio che cerca di aprire gli occhi in un turbine di polvere
Così quando più di un anno fa la casa editrice ad est dell'equatore mi ha proposto di dirigere una collana di saggistica il mio impegno è stato quello di pubblicare testi che andassero in questa direzione
Con il pensiero dei fondamenti dello scorso che ci riguardano molto più del postmoderno sempre più afflitto dall'ineluttabile in permanenza
Il titolo della collana è i barbari che beninteso non viene dal testo di Baricco ma da una poesia di Costantino Kavafis ca Baptiste se fatta notte e i barbari non sono più venuti taluni sono giunti dai confini han detto che di barbari non ce ne sono più e adesso senza barbari cosa sarà di noi
Era una soluzione quella gente
Ho avuto la fortuna di conoscere Antonio di grado all'incirca un anno fa grazie alla collaborazione con la scrittrice Elvira Seminara che poi divenuta mia cara amica articoletti si studi su De Roberto e ne ero rimasta affascinata specialmente per l'uso sapiente della lingua
Cosparso di Guizze mescolanza che non si smemorato nemmeno quando la critica sull'Appia osterie rigorosa
Sicché qualche tempo fa gli ho chiesto un saggio per la mia collana e lui generosamente ci affidato divergenze che è venuto e divenuto uno dei libri di punta della casa editrice
Oggi sarei dovuta essere a Catania presentarlo con voi tutti ma una selva di contingenze non ha impedito e sono comunisti spirito come si dice in questi casi
Benigna intanto finito il suo monologo e ora canta Smile dopo di lui verrà Bruno Vespa che si è già preannunciato prima della pubblicità del panettone Menegatti sorridiamo sì e sono vent'anni che non ci chiedono altro
Grazie anche a Carlo Ciriello
Indirettamente Carmagnola vi chiedo solo altri due o tre minuti di pazienza
Per una mia breve doverosa conclusione ecco ma mi piace pensare a questo libro di cui abbiamo parlato stasera
Come a uno snodo come
A uno di quegli scambi che scattano dirottando ti su un nuovo binario
Perché è vero che questo libro si aggiunge a una sequela di libri niente su questo o quell'autore o tema la nostra storia letteraria insomma uno dei tanti e forse troppi libri
Che noi docenti universitari destiniamo a pochi malcapitati studenti a pochi distratti colleghi
è vero anche che riprende quattro miei antichi amori Borgese Malaparte Morselli Sciascia
Nell'illusione di ricomporre lì in un unico quadro un unico quadro di insofferenza intellettuale
E di appartenenza culturale ben più ampia dell'Italietta letteraria consacrata dei manuali
Ma è altrettanto vero che questi saggi si collocano direi su un crinale e non stupisca questa
Confusione fra produzione scientifica distinto esistenziale da parte di chi come me
Crede fermamente in una ricerca che metta in discussione anzi tutto il ricercatore che lo esponga con i suoi dubbi suoi Rovelli le sue congettura insomma i suoi astratti furori
E coltre quel crinale quello spartiacque oltre quella Corradi analizzare Linea d'ombra
Io
Tento in qualche modo di scorgere una
Una fuoruscita
Dagli angusti confini dalla scrittura accademica dell'asse ittica produttività richiestaci e direi perfino dal delle gabbie disciplinari
Quelle gabbie disciplinari vigilate dar ciminiere incartate colite sentinelle dai nomi MIUR hamburger cetra degni di figurare in una di stupire a Orwell indiana
Una fuoriuscita in direzione di una felice anarchia ermeneutica
E di una scrittura sempre più libera ed errati ca contaminata e analogica congetturale e perché no carica di vissuto
Carica cioè
Della pena e del diletto che innervano la condizione umana già
Perché come diceva un grande siamo uomini o caporali insomma uomini o funzionari
Detti che cioè con
Pediatra indifferenza tanto al funzionamento della macchina burocratica che ormai ci sovrasta
Quanto all'umile computi isteria della paginetta critica appunto che smembrare dissangua questo quello scrittore o pensatore vuole artista questo o quel comprimario o vittima
Di Resta geste
Studiate ai media
Senza se e senza ma
Non suonino queste parole com'è un presuntuoso voler far parte per se stesso per carità ma piuttosto come la testimonianza di un Comune di saggio
E come
L'auspicio di un Comune del riscatto dalla routine cadente
Dalla subalternità a logiche aziendali che non ci appartengono ma anche alla tirannia dei metodi dell'ideologia dei boss discenti ismi che hanno due già dato la nostra formazione
Un rifiuto infine di pratiche scrittori
E didattiche che veicolo non che veicolano solo noia e uccidono direbbe uno Steiner Vinchi leggevo ascolta la speranza
Tanto rumore per nulla si dirà come a dire che carico di smisurate i propositi un semplice ulteriore libriccino di critica letteraria
Ma qua e là chi vorrà leggerlo vi troverà allusioni e conferme a quanto ho tentato di dirlo a una ricerca di senso fondata sulla fede nella trasmissione del sapere e dei valori
Di cui parlavo poc'anzi gli stessi per cui si commisero di squilli SIS commisero gli scrittori di cui tratto
è fondata nella
Assidue sul sull'assidua ininterrotta conversazione tra le generazioni cui alludo nei ringraziamenti
Che concludono popola mia breve introduzione più volte citata e che vorrei
Rileggervi si tratta di due brevi capoversi scrivere riscrivo così
A conclusione della
Nell'introduzione il mio grazie va Carmen Pellegrino alla cui affettuosa committenza devo questa occasione critiche che mi piace chiamare così in memoria del grande filologo storico dalla letteratura Salvatore Battaglia
Cugino di mia madre mio primo maestro mi pare giusto ricordarlo mentre dalla Catania che gli diede i natali queste pagine approdano alla Napoli dove esercitò il suo magistero
E perciò
E ai miei allievi ormai numerosi e tutti cari che le dedico a quelli di un solo corso di cui ho perso il ricordo ma non le istanze gli estremi di cui ho fatto tesoro
Hai più duraturi complici di intense avventure telematiche hai tanti laureati eccellenti ignorati dall'Accademia
Ai miei collaboratori bravi e leali che vorrei strappare alla strage di cervelli consumata dalle istituzioni patrie
Infine hai più anziani e fortunati ormai apprezzati colleghi primo fra tutti il mio compagno di banco al fratello minore Rosario Castelli
E con loro ringrazio tutti voi e i cari amici che mi hanno presentato stasera
C'è
Da domani
Qua azione
A