Sono intervenuti: De Mita, Merloni, Enrico Berlinguer.
Tra gli argomenti discussi: Confindustria, Economia, Spesa Pubblica, Stato.
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11:40 - Camera dei Deputati
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12:30 - Camera dei Deputati
13:00 - Camera dei Deputati
è chiaro presidente signori nella
Mio desiderio c'era l'intenzione
Di seguire per intero i vostri lavori perché il tema di questo convegno e oggetto di riflessione da parte mia da tempo
Avevo enunciato una osservazione che qua ripeterò in un'indicazione in questa intervista a Repubblica che Romiti
Ritiene cassiere casarecce
Ma che io ritengo viceversa uno tentativo di riflessione seria
Credo che questa riflessione era accompagnata anche ad una considerazione che io vorrei raccomandare a Romiti l'umiltà l'autocritica
Il Montepaschi mettere
Alla pubblica opinione un'immagine falsa e pericolosa che in questo paese ci sia qualcuno qualche forza qualche persona o qualche società che ha sempre indovinato rispetto agli altri che o non hanno capito ho sempre sbagliato
La storia nostra e una storia comune di indicazioni valide e di errori
Se no non recuperiamo insieme questa consapevolezza qualunque discorso faremmo sarà difficile uscire da questa difficoltà
In una recente intervista l'altra su Repubblica
L'avvocato Agnelli a definito la Democrazia Cristiana
Come la possibile sorpresa oggi della vita politica italiana
Anche se ha aggiunto e troppo presto per poter consolidare un giudizio positivo
Sono grata all'avvocato Agnelli di questa affermazione
E ne condivido la prudenza
Perché sono pienamente consapevole delle resistenze e dei condizionamenti anche oggettivi che pesano sulla nostra azione
Voglio cogliere però l'occasione per ribadire la nostra ferma determinazione a portare avanti l'impegno che sta probabilmente all'origine di quella sorpresa
Impegno che si caratterizza
Quanti ricerche geologiche le croniche di questi giorni sono un esempio massimo proprio di un modo tradizionale di fare politica d'altra parte
Sono fermamente convinto che la Democrazia cristiana nel suo complesso non può essere giudicato sulla base di luoghi comuni o di stereotipi creati dalla stampa che a lungo le è stata pregiudizialmente ostile
Con John utopia giustificare gli errori e certamente ci sono stati ma voglio dire comprendente che non sono nemmeno a vergognarmi di un presunto passato di di lapidazione questo sarebbe un giudizio sommario ed inaccettabile
I soldi degli italiani ci stanno a cuore come a voi perché li abbiamo fatti insieme
Perché siamo stati il partito dello sviluppo perché il cambiamento che abbiamo guidato è stato verso una ricchezza di tutti e che oggi vogliamo difendere con la stessa determinazione di ieri
Il rigore che proponiamo non è l'improvvisa impennata di un partito permissiva
Ed espressione di una precisa volontà di continuare a crescere come società ricca e davanzali
Ed è impresa difficile in un paese talmente abituato a dire e a non fare da lasciarsi alle talvolta perfino affascina
A giugno
A pochi mesi dal nostro ultimo congresso nazionale abbiamo assunto una forte iniziativa
Denunciando la gravità della situazione economica del Paese e sollecitando il governo ad affrontare con determinazione
Quelli che ci sembravano all'ora ci sembrano ancora oggi i due nodi fondamentali della crisi disavanzo pubblico e costo del lavoro
C'è stata allora la questione dell'Inter sento
E del suo atteggiamento rispetto alla disdetta della scala mobile
Questione di flemmatico
Della divaricazione frequente tante cose che si sostengono e quelle che si fanno
Nel caso di specie tra la proclamazione ridondante dell'autonomia del manager pubblico e quindi della economicità della gestione anche della gente pubbliche e la prassi di un condizionamento ora strisciante ora arrogante
Questo principio di autonomia
La DC intendeva riaffermare nella convinzione inoltre che il problema centrale del costo del lavoro in una situazione di grave crisi non dipende tanto è solo dall'atteggiamento delle parti ma anche forse soprattutto dalla capacità del Governo di avanzare una proposta
Per aver detto le cose con chiarezza siamo stati accusati di abbattimento sulla posizione della Confindustria
All'onorevole Berlinguer vorrei dire soltanto questo con questa terminologia improvvisi
Che quando noi parliamo di ceti produttivi dipenda la Confindustria quando ne parla il Partito Comunista sono i ceti produttivi nel Paese ma la realtà e sembra quelli
Ancora oggi
Di fronte alla proposta avanzata per la formazione del nuovo governo rischiamo la stessa accusa
Ma io respingo con fermezza le distorsioni di detti impostazioni culturali che giudicano gli atteggiamenti non in base alla verità oggettiva ma in base agli schieramenti ed agli escrementi prefabbricati
Non possiamo più nemmeno fingere di accettare che una cosa è vera se sostenuta dal Comune e diventa non vera se sostenuta da altri la verità non è né di destra né di sinistra così il rigore
Quello che si può chiedere a noi e che noi per primi chiediamo e che ricorre sia giusto e riguardi tutti e non una sola parte
Del resto la forza delle corse tale che esponenti qualificati della stessa cultura e dell'aria politica di sinistra hanno detto e dicono cose non dissimili dalle
Nello stesso sindacato si è aperta da tempo una discussione seria sulla struttura del salario e sul controllo della Scala
La verità è che disavanzo pubblico e costo del lavoro sono ancora i nodi centrali su cui i immediatamente si può e si deve intervenire se vogliamo salvare la gente Italia
Per questo vogliamo un governo che governi dove governare e vero dottor Romiti significa sceglie e decidere e decidere necessariamente misure severe sacrifici equamente distribuiti perché la severità e la condizione per la ripresa dello sviluppo e per la salvaguardia dell'occupazione
Perciò abbiamo parlato di un patto per lo sviluppo e voglio cogliere quest'occasione per ribadire con chiarezza che se gli interessi forti
Non accettano una breve ma significativa stagione di sacrifici sono in primo luogo i ceti più deboli e meno protetti a soffrire che a pagare il prezzo della crisi
Certi
Perché ero stato possa chiedere ai cittadini sacrifici necessari deve cominciare a mettere ordine in casa propria
Sia con la coerenza dei propri comportamenti come datore di lavoro in materia di pubblico impiego sia con una decisa lotta agli sprechi all'assistenzialismo ed a questo proposito non possiamo non riconoscere insieme
Che la giusta domanda di una moderna politica industriale
Da voi avanzate in altri convegni deve arricchirsi della consapevolezza che finora la politica industriale per colpe comuni non solo della classe politica
E comunque insistita anch'essa in larga misura in un patto assistenziali
Gestire meglio i soldi degli italiani non è compito di pochi giustizieri coinvolge tutti chi governa
Come ho detto e ci tornerò più ampiamente su chi è all'opposizione in materia di spese in realtà si contrappone soltanto apparentemente sia attraverso leggine di spesa
Quasi tutte approvate all'unanimità in Parlamento sia attraverso gli emendamenti alla legge finanziaria quelli presentati dal pc prevedono aggravi di ventitré mila miliardi i sindacati coinvolte rincorse sindacali e giungle corporative di ogni genere
E coinvolge se mi consentite anche voi imprenditori
Che certo non è spendere bene i soldi degli italiani scaricare sullo Stato le imprese quando non vanno bene osare a volte con lucidità la cassa integrazione non solo per ristrutturazione ma anche per dare dividendi
Dobbiamo probabilmente tutti di vedere molte cose molti abitudini molte tentazioni tesi a riversare sulla collettività e quindi sullo stato l'onere dei conflitti d'interesse
Ma lo Stato dicevo deve fare la sua parte
E mentre deve assicurare una giustizia tributaria
Che anche nei suoi momenti depressivi sia equa
E mai nessun aspetto sospetto persecutorio sia al nord sia al sud è indubbio che è necessaria una revisione profonda dei meccanismi anzi delle filosofie portanti di un vizio di un sistema dispensa diventato troppo spesso incontrollato
Non si tratta soltanto di riordinare
Come pure necessario fare immediatamente la finanza pubblica per poter ridurre le aspettative inflazionistiche ma di cambiare profondamente un sistema che non corrisponde più alle esigenze di una società moderna quali sia venuta bene o meno bene o male sviluppando in Italia in quarant'anni circa di democrazia
Io credo
Che la consapevolezza
E la gravità della situazione diffusa più di quanto a volte si immagini i cittadini sentono il morso dell'inflazione l'aumento galoppante dei prezzi
Che costringe le famiglie meno dotate di mezzi a selezionare ridurre i propri consumi la gente avverte che servì a poco aumentare per virtù della scala mobile
Di qualche decina di migliaia di lire il proprio portafoglio se poi tutto e rapidamente divorato dall'inflazione sia poi anzi il timore dell'aumento di disoccupati e dei cassintegrati
Se si avverte l'aumento della forbice con i Paesi concorrenti
Che a cominciare dalla vicina Francia hanno già adottato misure più che se vere e ridotto sensibilmente valori inflazione
E tutto questo in un contesto in cui la spesa dello Stato appare insieme norme che prima di efficienza
Si legga qui all'ora
Il problema posto in questo convegno sul modo di spendere i soldi degli italiani
Si tratta di riflettere sulla revisione dei meccanismi come ho detto della stessa filosofia della spesa
In un certo senso è un problema che riguarda tutti i sistemi industriali dell'Occidente la cui crisi e caratterizzata appunto dall'eccessiva rigidità ed automatismo della spesa proprio del cosiddetto per Fastweb
Mi sembra di poter dire che il punto centrale di questa crisi sta nell'aver costruito un modello basato su gli strumenti per la soddisfazione di alcuni bisogni che non sui bisogni stessi questa è
L'osservazione affidata all'intervista
Questa priorità data gli strumenti ha comportato la burocratizzazione del sistema la sua rigidità l'automatismo e l'incontro l'abilità della spesa e spesso anche un effetto espansivo per cui è un apparato che crea e stimola artificiosamente il viso credo che ormai sia ora di puntare decisamente a rovesciare il modello facendo riferimento ai bisogni reali dei cittadini alle organizzazioni di interessi che se ne fanno portatrici al dato spontaneo di uso di una società pluralista
Che oltretutto non accetta più di essere costretta negli angusti e e nell'inefficienza dell'apparato c'è in questo senso la scoperta di una nuova modernità in un'antica intuizione proprio del nostro patrimonio culturale di cattolici democratici
Quella del rispetto del pluralismo di tutte le autonomie di tutte le organizzazioni di interesse a cominciare dagli stessi sindacati
Altro che politica antisindacale nessuno più di noi è convinto che la crisi dei sindacati rischia pericolosamente sempre di coincidere con la crisi della democrazia
Ma non si supera questa crisi immaginando che il sindacato come qualsiasi altra organizzazione di interesse
Possa supplire alle carenze della politica o del governo o possa assumersi le responsabilità che sono proprie il potere politico ed operare scelte che magari invece può accettare o persino subire ma non certo propone né si superano le difficoltà del sindacato ignorando le ragioni profonde di una crisi di rappresentanza che oggi rischia di investire insieme forze politiche forze sociali
Rispetto ad una realtà che è profondamente cambiata e non riconducibili a vecchi schematismi ideologici l'esigenza di una nuova statualità si connette intimamente a questa crisi di rappresentanti la mia persona l'idea e che a parte il soddisfacimento di bisogni generali proprio gli ogni tipo di Stato difesa ordine pubblico giustizia
Dovremmo concettualmente individuare due tipi di bisogni il primo riguarda alcuni bisogni che lo Stato soddisfa attraverso servizi generali
Che per la loro complessità non potrebbero essere pienamente soddisfatti per iniziativa di privati trasporti telecomunicazioni
Rispetto a tali servizi si deve distinguere tra la gestione ordinaria e gli investimenti necessari a sviluppare le grandi reti
Questi ultimi non possono non essere a carico della collettività mala gestione per essere efficiente deve essere economica ed impone perciò politiche tariffarie adeguati ai
Il secondo tipo di bisogni è quello proprio della società del benessere scuole assistenza sanitaria qui a mio avviso bisognerebbe puntare a liberalizzare gli strumenti di soddisfazione dei bisogni
Assistere il bisogno dunque finanziarne la soddisfazione ma ricreando in qualche modo le condizioni di un mercato e di una concorrenzialità che anche la sola condizione per recuperare l'efficienza se si sanno leggere alcuni comportamenti spondali anche in Italia
Si può cogliere una tendenza in questa direzione una tendenza che non può essere semplicisticamente considerata come di flusso qualunquisti con ritorno al privato perché essa contiene un fondo la domanda di nuovi spazi di libertà
Rispondendo a questa domanda probabilmente sì del burocratese il sistema rendendolo più elastiche ed efficiente e riducendo l'automatismo della in controllabilità della spesa sociale
Dovremmo forse immaginare una indicazione annuali
Annuale delle risorse realmente disponibili che renda consapevoli gli interessi dei limiti oggettivi esistenti a secondo della congiuntura per la soddisfazione dei vari bisogni
Le diverse strutture decentrate e le organizzazioni di interesse
Potranno decidere così autonomamente la destinazione concreta della quota di risorse assegnata secondo scelte comprensibili e naturalmente sottoposte a controlli al vaglio democratico dei cittadini
Una linea di questo tipo
Far dunque riferimento alla realtà popolare alle sue vere esigenze e ad una generale responsabilizzazione
Non ignora Manzi privilegia gli interessi più deboli nella convinzione che essi si difendano non dando costruendo mastodontiche strutture burocratiche che gli amministrano in modo inefficiente
Ma mettendoli in condizione di autogestirsi
Secondo una logica che coniuga i bisogni con le esigenze di autonomia e di libertà e ne aumentar gli spazi
Si colloca qui in qualche modo
La stessa capacità delle forze politiche di rinnovarsi e di riacquistare il ruolo che il loro proprio
Quello di interpretazione dei bisogni e non invece di costruzione d'occupazione di potere
Solo così
Dipenda proprio l'invito ai partiti a fare un passo indietro a non occupare le istituzioni e non a identificarsi con la loro gestione ci siamo già mossi in questa logica in occasione di recenti nomine negli enti pubblici affermando
Non un'indifferenza impossibile dei partiti ma una scelta ed un orientamento che si muovono nella direzione della professionalità della competenza e del rispetto dell'autonomia
E vogliamo continuare su questa strada ma non bastano singoli atti di volontà bisogna in qualche modo ripensare il tipo di Stato che dobbiamo costruire
In questo momento di grave crisi dobbiamo guardare con il dovuto rigore all'emergenza ma dobbiamo scrutare anche il senso della storia
Capire che il superamento della crisi dello stesso Occidente sta proprio nel cogliere i movimenti spontanei della società che non guardi indietro ma va verso una crescente uno sviluppo della libertà e della democrazia
Bisogna avere la capacità di superare battere definitivamente una impostazione culturale ormai obsoleta e che caratterizza non solo gli schemi del socialismo reale
Ma anche di un certo tipo di riformismo burocratizzare del di cui abbiamo già conosciuti mali
Nei momenti di crisi il malessere che investe la società insoddisfatta degli apparati può dirigersi verso una richiesta di mere efficiente di certezza con inevitabili venature autoritarie è un rischio che bisogna evitare
Recuperando il senso più profondo della Marcin avanti che la storia impone riscoprendo le ragioni dell'efficienza nell'espansione della libertà
Nessuno forse come un cristiano che fa politica e perciò ha il senso del limite della politica stessa può aderire con più convinzione all'affermazione di scindere
Se il buon Dio mi offrisse nessuna ma hanno sicurezza e per li cita senza rischi ma senza libertà
E sull'altana libertà con tutti i rischi perché contribuisca guadagnarmi con le mie scelte la felicità non avrei neppure i dubbi a scegliere questa ma
Grazie onorevole De Mita
Do ora la parola a Vittorio Merloni presidente della Confindustria per le conclusioni del convegno come difensore dei tempi e dell'uditorio dico anche a Luino dieci minuti
Delegato io grazie non è che lo faccio
Siamo giunti alla conclusione di questa convegno grazie fu
Vorrei ringraziare tutti i relatori i segretari dei partiti segretario del sindacato ma soprattutto nel due mila tre le due mila trecento dieci a nove partecipanti le signore tutti voi grazie
L'ideale di essere presenti oggi
In pochi minuti che mi sono stati dati per la chiusura di questo convegno non è possibile rispondere all'interessanti spunti emersi dal dibattito
Questi spunti saranno oggetto di approfonditi esami essi ovvie esso e su di essi svilupperemo proposte concrete e specifiche i nostri uffici lavoreranno e prepareremo della documentazione
Voglio però fare alcune riflessioni a caldo su quanto è stato detto in questi due giorni queste quindici ore di dibattito per cercare di fare alcune precisazioni sui lavori emersi e in due giornate
Anzitutto una precisazione
Qualcuno ha detto che con questo convegno intendevamo aprire una vertenza con i partiti
Non siamo noi a da a breve voleva aprire aprire vertenze né con i partiti né con il governo
è il paese ad avere una vertenza con se stessa e termine questa vertenza sono lo sviluppo per l'occupazione controllassi stenti a Lisbona e la recessione
Poi voglio ancora
Ho voglia ancora dare un cenno le indicazioni emerse durante tutto questo lungo dibattito
C'è una concordanza generale sul fatto che con questa spesa pubblica per la sua entità e per la sua struttura non ci sono prospettive di sviluppo
Un'altra indicazione emersa è stato che gonfiare l'assistenzialismo non premia più politicamente perché lo Stato assistenziale è arrivato al limite delle risorse
Distribuire quello che non si è prodotto ha come risultato un grosso costo politico la depressione e quindi la disoccupazione
Una terza indicazione emersa è stata che l'aumento della spesa pubblica corrente ha effetti nulli o negativi sullo sviluppo mentre da forti spinte all'inflazione
Si illude cioè chi pensa di aumentare lo sviluppo ma in tandem redditi nominali dei consumatori
Il problema vero è quello degli investimenti e nelle condizioni attuali gli investimenti non si possono aumentare senza sacrifici dal lato dei consumi in definitiva c'è stato un generale consenso sulla necessità di intervenire sulla finanza pubblica riducendo il disavanzo
La riduzione disavanzo comporta interventi dall'alto delle stesse dal lato delle entrate
Dal lato delle spese
Noi non proponiamo tagli indiscriminati ma interventi selettivi
Non poco e male a tutti ma è necessario chi ne ha bisogno
Sulle spesi occorre anche migliora un miglioramento di efficienza ogni leva di spesa pubblica deve essere in grado di rendere molto di più in termini di servizi
Dal lato delle entrate si deve attuare la lotta all'evasione fiscale quella palese quell'occulta
Con la tecnica non con la demagogia
Per ridurre il Caravà i gravami che oggi pensano in modo eccessivo sull'apparato produttivo e quando parlo d'apparato produttivo parlo sulle imprese e sui lavoratori dipendenti anche in questo caso è una questione di efficienza
Nell'emergenza generale c'è un'emergenza specifiche prioritaria e l'emergenza dell'amministrazione dello Stato
Noi pensiamo che sia necessario anzitutto immettere imprenditorialità nella pubblica amministrazione
Ciò vuol dire sostanzialmente introdurre il principio della verifica continua fai mezzi impiegati e i risultati ottenuti
Nel corso di questo convegno c'è stata ripetutamente rinnovata l'accusa di volere la rivincita dell'industriali contro il sindacato è contro lo stato sociale
Questo è un equivoco pericoloso il nostro atteggiamento non è dire vincita mai di grave preoccupazione
Preoccupazione che dovrebbe essere condivisa da tutti anche dalle nostra controparte anche da chi è responsabile della politica economica del paese
Non cerchiamo rivincite non fa parte della nostra cultura cercare rivincite noi lavoriamo per costruire il futuro
E il futuro che abbiamo di fronte impone scelte drammatiche in brevissimo tempo a causa dei grandi mutamenti in atto negli equilibri mondiali
Questo convegno ha chiamato a raccolta in un momento assai critico la classe dirigente del Paese i politici e sindacalisti i tecnici e gli industriali
Responsabilità di questa classe dirigente dare una risposta dare una risposta alle aspettative urgenti del Paese
è necessario che i partiti al governo si assumono la responsabilità delle scelte
Che i partiti all'opposizione esercitano il loro ruolo di controllo e di critica senza connivenze
Che sindacati superino la difesa degli interessi corporativi assumendo la responsabilità di accettare il vincolo delle compatibilità generali per lo sviluppo del Paese
Gli industriali sono pronti ad accettare la sfida dell'investimenti e dell'occupazione
Siamo tutti di fronte a un compito immane
La classe dirigente degli anni Cinquanta e degli anni sessanta ci ha dato la ricostruzione e il grande sviluppo del Paese nella democrazia
Negli anni Settanta abbiamo cercato nuovi equilibri e nuovi modelli di sviluppo ma abbiamo anche disperso le nostre energie e le nostre risorse in troppe direzioni
La classe dirigente di oggi hai il dovere storico di compiere nuove scelte per dare un futuro al paese grazie
Il modo con cui lo Stato preleva e spende i soldi dei cittadini è un argomento di dibattito che risale almeno agli inizi della storia economica
Ma le ragioni per cui la Confindustria ha promosso questo convegno non sono quelle di inserirsi in una disputa storica o dei dar vita a un nuovo avvenimento culturale
Esistono ben altre più concrete ragioni queste sono rappresentate dalla drammaticità della crisi economica che stiamo vivendo e nella quale la situazione della spesa pubblica e del deficit e da esso generato hanno un ruolo determinante
La scorsa settimana un noto economista ci ha dato delle cifre che sono impressionanti nella loro sinteticità
Nei dieci anni fra il mille novecentosessanta e il mille novecentosettanta il reddito del paese è cresciuto in termini reali aprì timo medio hanno del cinque virgola cinque per cento
Le entrate dello Stato al sei virgola uno per cento le spese dello Stato
Del sei sono state del sei virgola tre per cento
Vi è stata cioè una sostanziale corrispondenza fra la crescita del reddito la crescita delle entrate dello Stato e la crescita della spesa pubblica
Nei dieci anni successivi tra il settanta e l'ottanta si ha avuto una caduta del tasso di aumento del reddito sulla media annua del due virgola sette per cento
Si era ridotto di conseguenza il tasso di crescita delle entrate dello Stato al quattro virgola tre per cento
Ma la spesa pubblica continuata a crescere al ritmo del sei virgola tre per cento
Negli ultimi dieci anni cioè la creazione di ricchezza del Paese ha subito un rallentamento strutturale
Ma allo stato non sembra essersene accorto la spesa pubblica continuata documentare come negli anni della grande crescita
Questo divario tra ricchezza reale prodotta del Paesi io ricchezza reale consumata dalla Stato
Spiega perché il deficit pubblico si è paurosamente allargato
Spiega il perché del permanere di un'alta inflazione
Spiega il perché della crisi dell'industria stretta fra la caduta della competitività e la mancanza dei mezzi finanziari
La questione della spesa pubblica è quindi uno dei principali nodi da sciogliere per la lotta all'inflazione e la ripresa dello sviluppo
Lotta all'inflazione e ricostruzione delle condizioni per lo sviluppo sano gli obiettivi verso cui è indirizzata la lotta politica dalla Confederazione di questi ultimi anni
Nel marzo almeno centottantuno a Roma abbiamo aperta abbiamo posto sul tappeto la questione del costo del lavoro
Abbiamo ritenuto in quella sede che le mutate condizioni di crescita
Il mutato profilo dalla concorrenza internazionale imponesse un intervento strutturale qualitativo e quantitativo su questa fondamentale componente del costo industriale
Che fosse necessario ridurre ricondurre le diverse componenti le coste lavoro in un quadro unico e globale per dare all'impresa la certezza dei loro costi che fosse indispensabile frenare energicamente il meccanismo delle indicizzazioni che rende la retribuzione svincolata dal merito e dalla produttività
Che soprattutto raccoglie e diffonde nel sistema di impulsi inflazionistici esterni e ci pone in condizioni di progressivo svantaggio rispetto agli altri Paesi industrializzati
Sulla base di queste convenzioni abbiamo portata avanti un'azione concreta coerente e rigorosa anche affrontando critiche d'impopolarità
Circa due anni abbiamo cercato di affrontare la questione attraverso negoziata con il sindacato
Ma l'incalzare delle venti lei indisponibilità della controparte ci hanno costretti e ci costringono a decisioni unilaterali
Nell'ottobre del mille novecentottantuno a Genova abbiamo aperto il dibattito sulla politica industriale
Abbiamo inteso colmare l'assenza di proposte organiche che c'era in questo campo
Abbiamo indicato come fondamenta come fondamento essenziale per il rilancio dell'opera dell'apparato produttivo lacci necessità di sostenere e stimolare i fattori della produzione
Allo scopo di creare condizioni di base uguali io ugualmente favorevoli a tutte le imprese e a tutti i settori dell'industria
E in quella sede abbiamo posto l'accento sul ruolo dello Stato in un sistema industriale moderno che deve guadagnare il suo sviluppo in quella che ormai è una competizione mondiale tra sistemi il ruolo dello Stato è infatti determinante nella progettazione e nell'attuazione di una politica economica centrata sull'industria come elemento fondamentale di sviluppo
Oggi affrontiamo in modo specifico il problema di questo Stato e di questa spesa pubblica come scusate come questo state come questa spesa pubblica siano compatibili con le esigenze dello sviluppo di un Paese industriale come il nostro
Al tema di oggi sono strettamente collegati temi dei due convegni precedenti il costo del lavoro e la politica industriale
Il costo del lavoro perché la spessa pubblica
Perché la pubblica amministrazione è il più grande datore di lavoro del Paese
Il settanta per cento circa della spesa pubblica corrente è dato da salari e stipendi e pensioni il costo del lavoro quindi è anche spesa pubblica ma sul costo del lavoro
Si riversò anche le spense le inefficienze del settore pubblico sotto forma di pesanti oneri aggiuntivi creando una differenza tra il costo effettivo per l'impresa e il salario percepito dal lavoratore
Che rappresenta un grave elemento di distorsione di inquinamento delle relazioni industriali
La politica industriale d'altra parte è condizionata dalla disponibilità di risorse finanziarie che lo Stato rastrella in misura crescente e che destina fondamentalmente obiettivi di assistenzialismo
Piuttosto che allo stimolo di investimenti e lo sviluppo delle grandi reti di servizi di cui l'industria e il Paese hanno bisogno
Per queste ragioni oggi apriamo il dibattito sulla spesa pubblica
Che appare il dominatore comune il denominatore comune delle questioni di politica economica
E lo apriamo in un momento estremamente difficile per il Paese
Due anni or sono
Venne proclamata l'emergenza economica
Si manifestavano allora nel nostro sistema preoccupanti segni di involuzione
L'elevato tasso di inflazione la perdita di competitività dell'intrinseca
Il crescere della disoccupazione l'alto deficit pubblico
Erano gli elementi dominanti di una crisi che già allora si profilava grave
L'inflazione in particolare venne riconosciuta come il primo obiettivo da colpire
E contro l'inflazione venne disegnata una strategia d'attacco fondata sul contenimento del costo del lavoro e del deficit pubblico
Questa strategia aveva davanti a sé un paio di anni
Nei quali avrebbe dovuto essere portati avanti gli interventi con la gradualità che si ritenevano indispensabili per non turbare troppo gli equilibri politici e sociali
Non mi sa dire come ci troveremmo oggi se questa linea d'intervento graduale fosse stata realmente attuata
Se essa non fosse stata di fatto ostacolate ritardata da alcune forze sociali e politiche forse la situazione sarebbe oggi meno grave
è un fatto però che in questi che in quasi tutti gli altri paesi gli interventi di politica economica sono stati non graduali ma energici e rapidi e hanno portato a una riduzione effettiva dei tassi d'inflazione
Da noi al contrario a due anni dalla dichiarazione di emergenza la situazione economica appare mutata in peggio
L'inflazione continua a mantenersi su livelli elevati e superiori a fine anno al traguardo prefissato che era il sedici per cento
Anche il traguardo prefissato dei cinquanta mila miliardi di deficit pubblico è stata già largamente superato e le stime parlano e settantacinque mila miliardi e supera settantacinque mila miliardi
Ma l'aspetto più grave è quello rappresentato dalla situazione industriali
Le difficoltà crescenti Cassi manifestano da alcuni anni stanno sfociando in una caduta generale dei livelli produttivi che ormai estesa a tutti i settori tutte le impressi negli ultimi mesi sono accollate anche l'esportazione in misura
Preoccupante
Queste sono le punte della crisi sullo sfondo queste sono le punte della crisi sullo sfondo ci sono
Un passivo della bilancia commerciale con l'estero che per il terzo anno consecutivo sarà intorno ai dieci mila miliardi un debito con l'estero dei circa sessanta miliardi di dollari un livello di disoccupazione superiore al dieci per cento delle forze di lavoro
Questi sono solo alcuni dei tratti più significativi di una situazione in cui si presentano insieme caratteristiche negative che in genere non coesistono e non a norma in una normale crisi congiunturale
Abbiamo insieme alta inflazione e recessione e disoccupazione
Abbiamo insieme sviluppo quasi nullo del prodotto interno lordo e forte deficit della bilancia dei pagamenti
Queste cifre come dicono mo'queste cifre come dicono molto
Scusate questa crisi come dicono molto molti è una crisi diversa è una crisi di struttura è una crisi estremamente pericolosa
è fin troppo facile infatti per vedere che cosa il differenziale di inflazione che tendono ad allargarsi la competitività dell'industria continuerà a ridursi e la produzione a calare
Che con questo deficit pubblico i mezzi finanziari da destinare a investimenti saranno sempre più scarsi e più cari
Che con questa situazione dell'economia
Le possibilità per l'industria di mantenere i livelli di occupazione diventeranno estremamente precarie
Queste sono le prospettive che abbiamo di fronte
Rispetto al passato hanno la caratteristica drammatica di essere prospettive non di medio termine non per gli anni futuri ma dei rappresentanti di rappresentare quello che accadrà nell'immediato nell'ottantatré i per intenderci
Le ragioni e le modalità con cui stiamo siamo giunti a questa situazione saranno analizzate nel corso del dibattito che seguirà
Ma credo di poter dire che in questo processo di degrado ha avuto un ruolo determinante una sorta di spirale perversa
Di fronte al calo dello sviluppo lo Stato si è fatto carico di garantire benessere sicurezza in misura crescente sottraendo risorse al sistema delle imprevisti e quindi contribuendo a rallentare ancora lo sviluppo
Fino al punto in cui il meccanismo si è inceppato per aver esaurito le ultime possibilità di alimentazione
Oggi in questi mesi sta arrivando il conto di quanto è stato speso in anticipo impegnando risorse di cui il Paese non disponeva
E arrivato se mi consentite il gergo bancario il momento del grande rientro che deve avvenire in tempi molto ristretti
La lotta contro l'inflazione e contro le sue conseguenze è diventata oggi una lotta contro il tempo è il tempo oggi la variabile principale della politica economica
Questo senso dell'urgenza è ormai diffuso in tutto il Paese e di fronte ad esso si prospettano interventi drastici della natura più diverso
Sono convinto che interventi eccezionali si renderanno necessari e tanto più eccezionali dovranno essere quanto più si tarderà ad agire
Ma l'interventi e jet eccezionali possono essere solo una risposta è una risposta parziale all'emergenza
Non possono rappresentare una politica economica per il presente e tanto meno per il futuro
Per attuare una vera politica economica per lo sviluppo è necessario risolvere prima due questioni sulle quali mi aspetto da questo convegno alcune risposte
La prima riguarda il ruolo di questo Stato nello sviluppo economico del Paese
Negli anni passati
è stato attuato progressivamente il disegno di uno Stato fortemente impegnato nella gestione e nella distribuzione delle risorse economiche
Abbiamo oggi lo Stato imprenditore lo Stato gestore dei servizi essenziali
Lo Stato garante della sicurezza sociale di tutti i cittadini dell'occupazione perfino delle immunità dell'impresa dal fallimento
Sta di fatto però che questo Stato dilagante per tutto il sistema economico
Non è in grado di organizzare una rapida amministrazione della giustizia un'efficace lotta all'evasione fiscale una rete di servizi pubblici moderna
Non voglio criticare a priori la scelta ideologica di uno stato largamente interventista nell'amministrazione delle risorse del Paese
Ma mi domando e vi domando
Se di fronte a questa situazione e a questi risultati di fronte a questa struttura dello Stato
Di fronte a questo funzionamento d'amministrazione pubblica questa scelta ideologica e politica e ancora compatibile con la necessità dello sviluppo
Oppure al contrario
Se non sia necessaria una radicale modifica di impostazione
Che veda lo Stato coordinatore il regolatore piuttosto che poi l'attore sulla scena dell'economia
Se continuare come abbiamo fatto per decenni
A studiare il modo di accollare allo Stato nuovi e diversi tipi di impegni
Oppure se studiare invece il modo di liberarlo da una parte di quelli esistenti
La seconda questione riguarda il modo con cui lo Stato e la pubblica amministrazione puntualizzano le risorse del Paese i soldi degli italiani per l'appunto
è una questione strettamente legata alla prima
Dobbiamo domandarci cioè se le risorse rastrellati dal sistema debbono continuare ad essere destinate dallo Stato a garantire l'esistente opporre a creare le prospettive per il futuro
Se dobbiamo continuare ad avere uno Stato che pratica l'assistenza come suo obiettivo economico principale
Oppure uno stato che destina le risorse raccolte all'investimenti necessari a stimolare io a sostenere la crescita dall'apparato produttivo e del sistema economico
Sono queste le scelte importanti
Sono scelte a cui questa generazione non può sottrarsi
Sono scelte che comportano il superamento di alcune contraddizioni di fondo
Di fronte alla situazione attuale e alle prospettive dei prossimi anni non si può promettere insieme aumento dei salari reali e crescita dell'occupazione
Non si può conta me contemporaneamente praticare l'assistenza generalizzata e per seguire lo sviluppo
Non si può avere allo stesso tempo uno Stato conservatore obiettivi di innovazione
Non si può essere collettiviste nel pubblico e capitalisti nel privato
Occorre scegliere
E di queste scelte è necessario dare un segnale subito
Anche negli interventi drastici che l'emergenza impone spetta ai politici il compito e la responsabilità di chiarire l'equivoco
Di dire al Paese e che i tempi sono cambiati riempie occorre modificare di conseguenza i nostri comportamenti
Sappiamo che ha un compito difficile è una responsabilità grave
Come lo sa la classe politica
Che si trova oggi di fronte a una scelta
Se continuare a a rincorrere il consenso attraverso la difesa di garanzie e promesse di benessere sempre più li so illusorie sempre più precari
Oppure attuare la pratica del rigore e affrontare il rischio impopolarità per garantire al Paese intero un futuro di sviluppo grazie
Treno dell'attore e questa mattina vicepresidente Pietro nato
Caro Presidente signore signori penso che le le relazioni che seguiranno la mia saranno ricche di dati
Per quanto mi concerne mio farò solo un breve cenno
Alla dinamica e alle dimensioni della nostra spesa pubblica e del disavanzo cercherò quindi di indicare le principali cause che hanno determinato l'attuale situazione
Mi soffermerò su quegli aspetti qualitativi delle specie e sugli effetti che lo stato della finanza pubblica determinano sulla possibilità di sviluppo del nostro sistema economico per concludere mi proverò compito arduo a fornire alcune indicazioni di cambiamento
Sono ormai ricorrenti tra le forze politiche sociali tra gli esperti degli stessi governi succedutisi negli ultimi anni espressioni diverse nella forma ma concordanti nella sostanza
Sull'incombenza del baratro nella finanza pubblica la governabilità delle entrate e della spesa hanno toccato il punto più basso che sia dato di ricordare la stessa conoscenza dei flussi che compongono i conti dello Stato
Persiste in assoluta inattendibilità credo che tutte le cifre che circolano in materia debbono essere assunte con molte coltellate e mi sia consentito un inciso
Credo che le considerazioni effettuate dal signor Sindaco di Firenze siano un'ulteriore riprova della cautela con cui bisogna prenderle cifre tuttavia
Pur nei limiti del quadro conoscitivo disponibili e nel legittimo sospetto che la realtà sia più negativa di comitati Ceva espongono
Non mancherò di fare riferimenti quantitativi per dare una misura di quanto gravi siano gli squilibri esistenti
Le proporzioni e le caratteristiche della nostra spesa così come l'entità e i modi di finanziamento dei nostri disavanzi sempre più ampi non trovano paragoni
Nel mondo industrializzato né con il nostro stesso passato in primo luogo l'incidenza delle amministrazioni pubbliche sul prodotto interno lordo dal settanta ad oggi e se cresciuti in Italia
Da poco più del trentacinque oltre il cinquantadue per cento
Nello stesso periodo nei sette Paesi maggiormente industrializzati esclusa l'Italia le valutazione è nettamente più contenuta l'incidenza della spesa sul prodotto lordo
E passata dal trentadue sei a circa il trentanove non mi soffermo ad illustrare la dinamica del disavanzo mi limito a ricordare che il fabbisogno di cassa del settore statale
Dal settanta ad oggi è triplicato in termini reali
Arrivando sempre secondo stime ufficiali al quindici e cinque per cento in rapporto al prodotto interno lordo e che i confronti con i principali Paesi industrializzati
Mostrano per il nostro Paese saldi negativi netti superiori da tre a sei volte
Il diverso andamento nelle specie nelle entrate negli ultimi dieci anni come ha ricordato il presidente Merloni specie spiega la conquista di questi record negativi
Sono tendenze insostenibili per un Paese che intenda restare nel novero degli Stati industrializzati
Credo
Che un'illusoria estensione del Welfare State una ricerca del consenso a tutti i costi una scarsa cultura economiche industriali siano state le principali cause che ci hanno portato alla situazione in cui siamo
Le proteste di fronte alla crescita delle spese dei disavanzi pubblici ci sono levate alte danni al di là di qua dell'Atlantico
In molti Paesi avanzati si è acquisita consapevolezza sulle incompatibilità tra politiche assistenziali spinte e sviluppo ma sì l'estensione
Delle politiche di sicurezza sociale e tratto comune dei paesi più sviluppati e causa comune dell'espansione negli stessi della spesa pubblica c'è per l'Italia da considerare il diverso momento
In cui si è intensificata l'azione di costruzione del Welfare State
Mentre negli altri Paesi
Principali la fase di redistribuzione del reddito si è fatta più incisiva quando la fase di accumulazione era già molto avanzata
In Italia abbiamo sotto questo profilo anticipato i tempi abbiamo voluto assicurare una dimensione di welfare stette che lo stock di capitale accumulato e la concorrenzialità internazionale del Paese non potevano sopportare spesso gli interventi hanno assunto caratteri impropri rispetto alla socialità comunemente intesa
Abbiamo espanse in misura ancora maggiore la spesa subito dopo il secondo choc petrolifero che avrebbe invece dovuto imporre misure generalizzate di grande rigore il ripensamento sul Welfare State
Ha prodotto azioni correttive seppure diverse per forma e per intensità in molti Paesi nessun atto concreto e significativo e scaturiti invece dai dibattiti i dagli impegni che si sono susseguiti in Italia puri in sedi di responsabilità importanti
L'ossessiva ricerca di consenso elettorale
Da parte delle forze politiche con lo slogan del perseguimento di grandi obiettivi sociali
Si pone tra i fattori che hanno dilatato la spesa pubblica
La frammentazione del corpo sociale numerose da quel rito e corporazioni ciecamente protese alla conservazione i e alla rincorsa per l'accrescimento dei propri privilegi l'incapacità dei partiti
Di tutti i partiti a fuoruscita dalla dimensione della tutela settoriale spesso clientelare
Hanno confinato alla lotta politica in una meschina competizione di elargizioni per le coop azione del potere in vista di ricompensare con ulteriori privilegi chi ha consentito successa
L'elargizione
Si realizza sempre maggiore spesa pubblica sospesa assistenziale
Ne sono esempi classici la conservazione di attività economiche fuori mercato e la concessione di pensioni ingiustificate ovvero in aberrante di Stern Centi forme distributive del reddito ne sono esempi la prassi di tariffe pubbliche
Del tutto disgiunto dei costi
Sottostante alla degenerazioni che sono causa al disfacimento del sistema finanziario pubblico italiano
Eppure la scarsa diffusione nel nostro Paese di cultura economico industriale che è cultura di sviluppo e di cambiamento non di stagnazione di difesa
Pensare che una lira di spesa sociale
Sia necessariamente più utile più giustamente impiegata di una lira spesa a vantaggio dell'apparato produttivo o da esso non prelevata e segno di non cultura in economico industriale
L'atteggiamento di diffidenza sistematica verso l'impresa e le sue leggi è segno di incultura dello stesso tipo
Al medesimo giudizio
Al medesimo giudizio debbono soggiacere i comportamenti che danno valore all'immobilità al garantismo alla fuga dal rischio dalla responsabilità alla chiusura verso l'integrazione internazionale
L'insieme di queste cause estensione illusoria di queste stelle
Ricerca del consenso a tutti i costi scarsa cultura economica industriale si riflette sul piano delle procedure attraverso cui concretamente si formano gli atti che concorrono al degrado i all'ingovernabilità della spesa pubblica
A tali cause va infatti imputato alla cattiva legislazione di spesa che spesso non prevede le conseguenze finanziarie dice certe da esse
Da esse scelte dipende ancora il tormentato e sulla durante il processo
Di approvazione dei provvedimenti di bilancio e l'impossibilità per qualunque governo di mantenere ferma una politica finanziaria di rigore non dico durante l'esercizio mal già all'indomani stesso dell'approvazione in Consiglio dei ministri
Degli strumenti legislativi
Ma non è certamente non è solo la quantità della spesa di cui dobbiamo seriamente preoccuparci lo è assai di più la qualità
Tutti sanno che la spesa pubblica nel nostro Paese preponderante misura destinata consumi e nomi ad investimenti e che quindi produce nel medio periodo effetti nulli o negativi sullo sviluppo del prodotto interno lordo
Ed inoltre in larga parte della poca spesa pubblica destinata agli investimenti
Si cela una erogazioni assistenziali penso ad esempio ai sistemi nei trasferimenti al sistema delle partecipazioni statali
E così pure in larga parte della spesa pubblica destinata alla produzione all'offerta di servizi a causa delle scarsa produttività e dell'inefficienza sì c'era ancora l'erogazione di privilegi clientelari e di assistenza
Sull'inefficienza della gestione dei servizi pubblici sono stati compilati numerosi studi ma che a questa consapevolezza non abbiano fatto seguito realizzazioni
Migliore tredici dell'esistenza lo dimostrano la nascita e l'estensione di offerte parallele a quelle costituite dalle più tradizionali e qualificanti aree di intervento pubblico
Nei servizi postali nei trasporti nella scuola nella sanità e cito i principali e di dominio pubblico la diffusione di servizi corrispondenti forniti privatamente in condizioni di efficienza e di efficacia nettamente superiori a quelli offerti dell'amministrazioni e dalle aziende pubbliche
E così
Il cittadino paga due volte la prima sotto forma di imposte la seconda al privato dal quale acquista il servizio che la struttura pubblica nonostante i mezzi a sua disposizione non gli ha saputo dare e il cittadino abbiente perciò paga più di quanto dovrebbe per ottenere il servizio ma il cittadino meno abbiente deve rinunciarvi o accontentarsi della cattiva qualità di quello pubblico
Vi invito a riflettere su ciò che rappresenta questa realtà sotto il profilo della democrazia
Sostanziale nel nostro Paese sotto il profilo della consistenza stessa dello stato del benessere
Oltre
Oltre che essere carente nell'assicurare ai cittadini servizi pubblici essenziali
Specifica responsabilità vanno attribuite alle pubbliche amministrazioni in settori d'intervento che più direttamente incidono sullo sviluppo mi riferisco principalmente all'inerzia dimostrata dalle forze politiche in tutta la vicenda del piano energetico nazionale mi riferisco alle dotazioni infrastrutturali di cui è evidente la insufficienza
Nei sistemi di trasporto e di comunicazioni e nelle opere di difesa del suolo mi sembra di poter individuare i punti più deboli
E nostra specifica responsabilità
Prendere posizioni su fatti che conosciamo per esperienze dirette bene allora dobbiamo dire con chiarezza che l'apporto che la pubblica amministrazione dalla crescita dell'efficienza dell'apparato produttivo e praticamente inconsistente
Ciò non solo per l'inadeguatezza di certe azioni quale ad esempio quella che si esplica a sostegno della ricerca e dell'innovazione ma più in generale per le radici Tai l'intermittenza di quella parte della spesa pubblica
Che più immediatamente si riflette sull'impresa
Penso ovviamente oltre che agli investimenti agli acquisti di beni e servizi agli appalti ai rimborsi l'assenza di programmazione dell'agire dell'operatore pubblico priva di imprenditori di indispensabili punti di riferimento
E sono invece contrastanti con le esigenze di un'economia esposto alla crescente concorrenza internazionale
Le specie miranti al sostegno assistenziale di attività industriali decotte e non risanabili chiunque ne sia beneficiaria
Sappiamo bene a tale proposito quanto turba attivi della libera concorrenza e costosi per il bilancio pubblico continua a essere molto interventi a favore dell'impresa a partecipazione statale
I ritardi sul piano infrastrutturale e della programmazione della spesa pubblica concorrono in modo importante a comporre un quadro favorevole allo sviluppo le distanze dagli altri paesi industrializzati sono a questo riguardo abissali
Sono notti i meccanismi che irradiano dal bilancio dello Stato impulsi soffoca attori dello sviluppo entità della spese improduttive di disavanzi producono inflazione e alla fine squilibri nei conti con l'estero
Le azioni di aggiustamento vista l'incapacità di intervenire sulle cause reali
Si esplicano nell'esclusivo ambito delle politiche monetarie attraverso misure restrittive e periodiche svalutazioni della lira
Ne derivano rarefazione dei mezzi finanziari gli alti costi del danaro per l'economia sullo spiazzamento del credito a danno delle imprese
Indotto dal crescente fabbisogno del settore pubblico e dalle politiche condiscendenti al suo finanziamento si è detto e scritto molto
Ciò che invece tengo qui a sottolineare e che le condizioni in cui versa la finanza pubblica colpiscono in modo particolare il settore industriale
La rarefazione l'alto costo del danaro
Pesa in misura maggiore che su altri settori su quello industriale picchi infatti per sua stessa natura per fronteggiare le esigenze di un continuo aggiornamento
Necessario sostenere la concorrenza internazionale con cui deve confrontarsi richiede elevati volumi di investimenti fissi e prova degli effetti negativi segnalati il declino della quota sul prodotto lordo di tali Investimenti
Dal oltre il venti per cento negli anni settanta al diciassette nell'ottantadue
è evidente che il quadro inflazionistico radicato nel sistema dalle ricordate condizioni della finanza pubblica crea maggiori difficoltà ai settori più sensibili alla concorrenza internazionale
Che notoriamente limita la possibilità di trasferire sui prezzi gli aumenti di costo indotto dal differenziale di inflazione e non si può diventare sul fatto che nessun settore più dell'industria è inserito nella concorrenza internazionale
Ma se andiamo poi a guardare la composizione stessa delle entrate dello Stato ritroviamo anche qui un'ulteriore situazione di svantaggio relativo all'industria
Infatti considerando i settori produttivi sia impresa e che addetti l'industria ha contribuito per il sessanta virgola nove per cento sul complesso delle imposte
IRPEF IRPEG e ILOR pagate nel settantotto a fronte di un suo concorso alle da terminazione del valore aggiunto nazionale del quarantotto virgola due per cento
Per contro commercio trasporti e credito hanno contribuito per il trentasette e la copertura per l'uno virgola otto al totale delle imposte summenzionate
Avendo invece partecipato alla formazione del valore aggiunto rispettivamente IVA in ragione del quarantaquattro e dell'otto per cento
Analoghe considerazioni possono svolgersi per i contributi sociali industria ne ha pagati cinquantasei virgola sei per cento nell'ottantuno a fronte di un contributo al prodotto interno lordo del quarantasette virgola quattro
Occorre riflettere anche sui gravi vincoli che derivano al riequilibrio dei conti con l'estero dal particolare spiazzamento che il settore industriale subisce in questo stato di cose
Però
Nel momento in cui
L'industria viziare ai fini delle sue esigenze di sviluppo inconsistente l'apparato pubblico insostenibile la sottrazione di risorse finanziarie sul mercato i squilibrato a suo svantaggio l'assetto delle entrate tributarie e parafiscali
Bisogna rispondere a quanti spesso sostengono che ingenti trasferimenti dal bilancio dello Stato si muoverebbero in direzione d'impresa e a tale proposito occorre subito un primo chiarimento
Non può obiettivamente essere considerato a favore dell'impresa del trasferimento all'INPS dei fondi necessari alla parziale fiscalizzazione dei cosiddetti oneri sociali impropri
E sovrana per competenza sul bilancio dello Stato ottantadue per circa sette mila miliardi peraltro non tutti destinati all'industria in quanto il provvedimento interessa anche i settori alberghiero dei trasporti merci su strada
Ma si deve osservare
Che il peso residuo che grava impropriamente sul solo sistema industriale per concorrere alla copertura di prestazioni sociali che interessano l'intera collettività e che dovrebbero trovare copertura nelle entrate fiscali e ancora rilevante
Si tratta di una cifra quattro mila cinquecento miliardi nell'ipotesi più tenue
Che continua ad essere prelevata a titolo contributivo ma che rappresenta a ben vedere un'imposta surrettizia che colpisce il sistema industriale prima ancora che a prescindere dal fatto che si siano prodotti profitti
E certamente anche tale onere che non trova riscontro negli altri paesi industriali penalizzare produzioni italiani sui mercati internazionali
In realtà di trasferimenti effettivi alle imprese per l'ottantadue sono stati poco più di dieci mila miliardi di essi poco meno del cinquanta per cento quattro mila ottocentocinquanta miliardi e andata agli enti di gestione delle partecipazioni statali alla gente
Sull'uso di tali risorse non ho indicazioni precise anche si suppongo una destinazione prevalente a ripianamento di perdite e al mantenimento di attività prive di redditività e di prospettive di mercato
Pertanto solo cinque mila cinquecento miliardi circa affluiscono le singole imprese industriali
Per l'insieme delle finita il supporto lo sviluppo e cioè per sostegno delle esportazioni per stimola di investimenti e ricerca per crescita del Mezzogiorno
è una cifra esigua sia in termini di spesa pubblica si entra l'apporto alle finalità che si propone e al contributo pie l'industria da alla produzione del reddito
Mi pare sia chiaro
Alla luce di quanto succintamente esposto che la situazione attuale della finanza pubblica soffoca lo sviluppo spiazzale impresa impoverisce il nostro Paese lo allontana dal novero di quelli industrializzati progredire
L'industria italiana si sente legittimato a denunciare con forza l'insostenibilità di questa situazione i a richiedere i drastici mutamenti di rotta che l'approssimarsi del baratro impone noi indichiamo quattro direttrici di cambiamento sulle quali occorre muoversi energicamente per arrestare il processo degenerativo in atto prima
E riprendere il cammino dello sviluppo poi riduzione aveva speso in rapporto al prodotto interno lordo qualificazione efficienza efficacia della spedizione
Riequilibrio delle entrate fiscali e parafiscali revisione dei meccanismi istituzionali in materia di governo della finanza pubblica ci paiono le quattro principali direttrici che occorre seguire non mille diamoci però che Risanamento ossia esauriti nel breve volgere di tempo e che possa essere indolore va intrapresa una strada di sacrifici secondo le linee
Su cui si sono mossi altri paesi industrializzati
Nei fatti e non soltanto nelle parole si tratterà dell'intesa di ripartire i sacrifici in modo equo più rapidamente l'inizio dell'azione
Più ritarda eremo l'inizio dell'azione più pesanti prolungati nel tempo imposti ci dall'esterno saranno i sacrifici che dovremo affrontare
è necessario quindi avviare in tempi immediati gli interventi destinati a produrre i loro effetti nel medio e lungo periodo
Sia quelli che per contenimento di speso e per l'aumento di entrate per recupero di efficienza possono ridurre il disavanzo pubblico già nel breve periodo il tempo degli espedienti è finito
Tutto è stato sfruttato l'estensione della ritenuta alla fonte l'autotassazione di anticipi d'imposta i condoni tributari il rientro in tesoreria dei fondi detenuti presso il sistema bancario
Dagli enti decentrati dispensa i ritardi rinvii dei rimborsi
E dei pagamenti sono stati la precaria ciambella di salvataggio a cui si è fatto crescente ricorso negli ultimi
Degli atti o gran
Va be'però fa siamo giunti alla conclusione di questa convegno gran dove ingraziare tutti i relatori i segretari dei partiti segretario del sindacato ma soprattutto del due mila tre le due mila trecento dieci e nove partecipanti le signore tutti voi grazie ad avere
Via etere per tempi oggi in
Erano state date per la chiusura di questa convegno non è possibile rispondere all'interessanti spunti emersi dal dibattito questi ponte i saranno oggetto di approfonditi esami estiva vie esso e su obiettivi svilupperemo proposte concrete e specifiche i nostri uffici lavoreranno e prepara Remo della documentazione voglia però paga alcune defezioni a caldo su quanto è stato detto in questi due giorni queste quindici ore di dibattito per cercare di fare alcune precisazioni sui lavori Ammerti e in due giornate
Anzitutto una precisazione
Qualcuno ha detto che con questo convegno intendevamo aprire una vertenza con i partiti
Non siamo noi a da Abbe voleva aprire aprire vertenze né con i partiti né con il governo
è il paese ad avere una vertenza contezza Poeta e i termini e questa vertenza sono lo sviluppo per l'occupazione controllati pensi a ritmo nella recessione
Poi voglio ancora
Ho voglia ancora dare un cenno le indicazioni emerse durante tutto questo lungo dibattito
C'è una concordanza generale sul fatto che con questa spesa pubblica per la sua entità e per la sua struttura non ci sono prospettive di sviluppo
Un'altra indicazione emersa è stato che il gonfiare l'assistenzialismo non premia più politicamente perché lo Stato assistenziale è arrivato al limite delle risorse
Distribuire quello che non si è prodotto ha come risultato un grosso costo politico la depressione e quindi la disoccupazione
Una terza indicazione emersa è stata che l'aumento della spesa pubblica corrente ha effetti nulli o negativi sullo sviluppo mentre rapporti spinte all'inflazione
Si illude
Cioè chi pensa di aumentare lo sviluppo aumentando i redditi nominali dei consumatori
Il problema vero è quello degli investimenti e nelle condizioni attuali gli investimenti non ti possono aumentare senza sacrifici dal lato dei consumi
In definitiva
C'è stato un generale consenso sulla necessità di intervenire sulla finanza pubblica riducendo il disavanzo
La riduzione disavanzo comporta interventi dall'alto delle stesse dal lato delle entrate
Dall'acqua delle stesse
Noi non proponiamo tagli indiscriminati ma interventi selettivi
Non poco e male a tutti ma è necessario chi ne ha bisogno
Sulle spesi occorre anche migliorare un miglioramento di efficienza
Ogni lira di spesa pubblica
Deve essere in grado di rendere molto di più in termini di servizi
Dal lato delle entrate si deve attuare la lotta all'evasione fiscale quella palese è quello culturale
Con la tecnica non con la demagogia
Per ridurre il Caravà i gravami che oggi pesa uno in modo eccessivo sull'apparato produttivo e quando parla d'apparato produttivo parlo sulle imprese e sui lavoratori dipendenti anche in questo caso è una questione di efficienza
Nell'emergenza generale c'è un'emergenza specifiche prioritaria e l'emergenza dell'amministrazione dello Stato
Noi pensiamo che sia necessario anzitutto immettere imprenditorialità nella pubblica amministrazione
Ciò vuol dire sostanzialmente
Introdurre il principio della verifica continua parimenti impiegati e i risultati ottenuti
Nel corso di questo convegno
C'è stata ripetutamente rinnovata l'accusa di volere la rivincita degli industriali conto del sindacato e contro lo stato sociale
Questo è un equivoco pericoloso
Il nostro atteggiamento non ebbe vincita mai di grave preoccupazione
Preoccupazione che dovrebbe essere condivisa da tutti anche dalle nostra controparte anche da chi è responsabile della politica economica del paese
Non cerchiamo rivincite non fa parte della nostra cultura cercare rivincite noi lavoriamo per costruire il futuro
è il protocollo che abbiamo di fronte impone scelte drammatiche in brevissimo tempo a causa dei grandi mutamenti in atto negli equilibri mondiali
Questo convegno ha chiamato a raccolta in un momento assai critico la classe dirigente del Paese
I politici e sindacalisti i tecnici e gli industriali
Responsabilità di questa classe dirigente dare una risposta dare una risposta alle aspettative urgenti del Paese
è necessario che i partiti al governo si assumono la responsabilità delle scelte
Che i partiti all'opposizione esserci più nel loro ruolo di controllo e di critica senta convivente
Che i sindacati superino la difesa degli interessi corporativi assumendo la responsabilità di accettare il vincolo delle compatibilità generali per lo sviluppo del Paese
Gli industriali sono pronti ad accettare la sfida degli investimenti e dell'occupazione
Siamo tutti di fronte a un compito immane
La classe dirigente degli anni Cinquanta e degli anni sessanta ci ha dato la ricostruzione e il grande sviluppo del Paese nella democrazia
Negli anni Settanta abbiamo ricercato nuovi equilibri e nuovi modelli di sviluppo ma abbiamo anche disperso le nostre energie e le nostre risorse in troppe direzioni
La classe dirigente di oggi hai il dovere storico di compiere nuove scelte per dare un futuro al paese grazie
Telegatti offerte
Ponete la faccia
Siamo giunti alla conclusione di questa convegno grazie a tutti
Dover ringraziare tutti i relatori segretari dei partiti segretario del sindacato ma soprattutto le due mila dei due mila trecento dieci a nove partecipanti le signore tutti voi
Grazie d'aver
Lettere per tempi oggi
In pochi minuti che mi sono stati dati per la chiusura di questo convegno non è possibile rispondere all'interessanti spunti emersi dal dibattito
Queste Pompei daranno getto di approfonditi esami essi ovvie questo e sugli obiettivi svilupperemo proposte concrete e specifiche i nostri uffici lavoreranno e prepareremo della documentazione
Voglio però fare alcune riflessioni a caldo su quanto è stato detto in questi due giorni queste quindici ore di dibattito per cercare di fare alcune precisazioni sui lavori emersi e in due giornate
Anzitutto una precisazione
Qualcuno ha detto che con questo convegno intendevamo aprire una vertenza con i partiti
Non siamo noi a da atte a voler aprire aprire vertenze né con i partiti né con il governo
è il paese ad avere una vertenza con teste sta e i termini di questa vertenza sono lo sviluppo per l'occupazione controllarti spenti a Lisbona e la recessione
Poi voglio ancora
Ho voglia ancora dare un cenno le indicazioni emerse durante tutto questo lungo dibattito
C'è una concordanza generale sul fatto che con questa spesa pubblica per la sua entità e per la sua struttura non ci sono prospettive di sviluppo
Un'altra indicazione emersa è stato che il Compiani l'assistenzialismo non premia più politicamente perché lo Stato assistenziale è arrivato al limite delle risorse
Distribuire quello che non si è prodotto ha come risultato un grosso costo politico la depressione e quindi la disoccupazione
Una terza indicazione emersa è stata che l'aumento della spesa pubblica corrente Afp nulli o negativi sullo sviluppo mentre da forti spinte all'inflazione
Si illude cioè chi pensa di aumentare lo sviluppo ma intanto i redditi nominali dei consumatori
Il problema vero è quello degli investimenti e nelle condizioni attuali gli investimenti non si possono aumentare senza sacrifici dall'alto dei consumi in definitiva c'è stato un generale consenso sulla necessità di intervenire sulla finanza pubblica riducendo il disavanzo
La riduzione disavanzo comporta interventi dall'alto delle stesse dal lato delle entrate
Dal lato delle spese noi non proponiamo tagli indiscriminati ma interventi selettivi
Non poco e male a tutti ma è necessario a chi ne ha bisogno
Sulle spesi occorre anche migliora un miglioramento di efficienza ogni lira di spesa pubblica deve essere in grado di rendere molto di più in termini di servizi
Dal lato delle entrate chiedeva attuare la lotta all'evasione fiscale quella palese quell'occulta
Con la tecnica non con la demagogia
Per ridurre il Caravà i gravami che oggi pesano in modo eccessivo sull'apparato produttivo e quando parlo d'apparato produttivo parlo sulle imprese e sui lavoratori dipendenti anche in questo caso è una questione di efficienza
Nell'emergente generale c'è un'emergenza specifiche prioritaria è l'emergenza dell'amministrazione dello Stato
Noi pensiamo che sia necessario anzitutto immettere imprenditorialità nella pubblica amministrazione
Ciò vuol dire sostanzialmente introdurre il principio della verifica continua fai mente impiegati e i risultati ottenuti
Nel corso di questo convegno c'è stata ripetutamente rinnovata l'accusa di volere la rivincita dell'industriali conto del sindacato e contro lo stato sociale
Questo è un equivoco pericoloso il nostro atteggiamento non è vincita mai di grave preoccupazione
Preoccupazione che dovrebbe essere condivisa da tutti anche dalle nostra controparte anche da chi è responsabile della politica economica del paese
Non cerchiamo rivincite non fa parte della nostra cultura cercare rivincite noi lavoriamo per costruire il futuro
E il futuro che abbiamo di fronte impone scelte drammatiche in brevissimo tempo a causa dei grandi mutamenti in atto negli equilibri mondiali
Questo convegno ha chiamato a raccolta in un momento assai critico la classe dirigente del Paese i politici e i sindacalisti tecnici e l'industria
Responsabilità dei questa classe dirigente dare una risposta dare una risposta alle aspettative urgenti del Paese
è necessario che i partiti al governo si assumono la responsabilità delle scelte
Che i partiti all'opposizione esercitano il loro ruolo di controllo e di critica senta convivente
Che i sindacati superino la difesa degli interessi corporativi assumendo la responsabilità di accettare il vincolo delle compatibilità generali per lo sviluppo del Paese
E industriali sono pronti ad accettare la sfida dell'investimenti e dell'occupazione
Siamo tutti di fronte a un compito immane
La classe dirigente degli anni Cinquanta e degli anni sessanta ci ha dato la ricostruzione e il grande sviluppo del Paese nella democrazia
Negli anni Settanta abbiamo cercato nuovi equilibri e nuovi modelli di sviluppo ma abbiamo anche disperso le nostre energie le nostre risorse in troppe direzioni
La classe dirigente di oggi hai il dovere storico di compiere nuove scelte per dare un futuro al paese grazie
E
Con
Signor presidente signore
Signori
Dopo la rottura delle trattative tra sindacati e Confindustria
Sono stato incerto sulla opportunità di confermare l'accettazione dell'invito rivolto più a suo tempo dal dottor Merloni
Il partecipare a un'iniziativa sia pure di studio indetta dalla Confindustria
Poiché a mio avviso la utilizzarsi della tensione dal tra al mondo delle imprese e il mondo del lavoro
E causato principalmente dalle iniziative unilaterali e dalla condotta dalla Confindustria
Tuttavia mi sono risolto a partecipare
Perché anche il Partito comunista vuole conoscere le vostre valutazioni
E a le sue cose da dire in questo momento all'associazione degli industriali italiani
La prima di queste riguarda proprio lo scontro sociale in atto
L'intento esplicito e ripetuto più volte
Della di spetta della scala mobile e del rifiuto per rinnovare i contratti e quello di conseguire due obiettivi
Ridurre seccamente le retribuzioni reali
Considerate come la causa principale dell'inflazione della crisi
Riformare in peggio il regime sindacale e contrattuale conquista attuato a tutt'oggi dai lavoratori italiani
Ma che cos'altro vuol dire ciò se non la volontà di piegare di mettere in ginocchio i sindacati dei lavoratori
Sta qui la ragione fondamentale del conflitto insorto
Un conflitto che inasprisce certamente leggiamo acute tensioni sociali in atto nel Paese
Non è per mezzo di sfide lanciate con propositi di prendersi una rivincita di classe apertamente proclamata da alcuni dirigenti confindustriali
Che mi che si può fare uscire le stesse in prese da situazioni complesse lo riconoscono anche altri esponenti del mondo industriale l'atteggiamento assunto dalla Confindustria colpisce prima di tutto e direttamente la classe operaia e le masse lavoratrici e popolari nell'immediato e introspettiva
E a questo proposito si sappia ancora una volta che noi comunisti ci schieriamo ci batteremo con la più ferma determinazione allora
L'iniziativa confindustriale se può alimentare speranze di vantaggi immediati per gli imprenditori
Parte danno però del sistema produttivo perché susciterà una diffusa e prolungata conflittualità
Lo dico non perché pensi che stia a me dire quali sono i vostri reali interessi
Ma perché sono certo che l'iniziativa convinto l'urto viale vadano anche dell'intero Paese perché ne accentua l'instabilità e ne compromette le possibilità di una reale e generale riprese voglio ricordare che proprio muovendo dalla precoce preoccupazione
Per le rischiose prospettive generali a cui andava incontro l'economia nazionale circa sei anni orsono
Noi facemmo la proposta di una politica dell'austerità
Tale proposta dati i caratteri peculiari e la portata non semplicemente congiunturale
Ma storica e strutturale della crisi italiana ed europea
Mirava ad avviare una trasformazione della nostra economia nel suo complesso
Per adeguarla e metterla in grado di far fronte non soltanto al neglette istanze di vera giustizia sociale
Ma esigenze profonde di risanamento della finanza pubblica e dello Stato per garantire un ammodernamento dell'intero apparato produttivo e una crescita della produttività
Che mettessero l'Italia in grado di far fronte ai mutamenti avvenuti
Specie dal mille novecentosettantatré nella ragioni di scambio fra Paesi produttori e consumatori di materie prime e di prodotti per petroliferi
Nella divisione internazionale del lavoro
E a seguito delle accelerate innovazioni scientifiche e tecnologica
Si trattava dunque secondo noi e si era nel momento giusto
Di procedere ad una grande operazione di razionalizzazione di cambiamento che per la sua logica intrinseca richiedeva e richiede non soltanto la liquidazione di vaste aree di iniquità
Di parassitismo e disprezzo
E il superamento del sistema di potere democristiano che da sempre li alimenta
Ma esigeva una mobilitazione uno slancio senza precedenti dell'intera comunità nazionale
La capacità di affrontare strette sacrifici non di ieri ma ripartiti secondo criteri di rigorosa equità sociale
E per ciò stesso una nuova guida politica fondata su una più ampia base di cose
La nostra proposta non poteva non presupporre e lo dicemmo esplicitamente
Una convergenza fra tutte le forze interessate al più alto e più sano sviluppo
Delle energie e delle potenzialità produttive del Paese
Senza offuscare l'autonomia dei gruppi e ceti sociali
Gli inevitabili e limpidi contrasti di classe
Ma liberando ciascuno dalle sterili e dannose angustie di un corporativismo aggressivo e disgregata
Ma quella indicazione
Che per la prima volta in Europa veniva da un partito operaio e comunista
Con un'audacia che mi pare difficile disconosce
Fu accolta prima con scetticismo
Poi venne io quindi sa e infine respinta ha una linea di austerità sia preferito contrapporre la continuazione del vero del vecchio corso economico e di politica e di governo
Che hanno favorito il diffondersi di corporativismi esasperati
Di assentire assistenzialismo clientelare ISTRESCO delle risorse pubbliche
Si può convenire che dalle responsabilità di ciò nessun partito e nessuna forza e organizzazione economica
E sociale possa venire presenta ma mi si consenta di osservare che sempre in ogni Paese le responsabilità maggiori richiedo ricadono su chi governa si tratti dell'Italia o della Polonia
E oggi il punto di approdo è rappresentato da un ritardo assai grave dell'innovazione scientifica e tecnologica
Dal gonfia amento Abel norme della spesa pubblica
Dalla ripresa dell'inflazione
Dalla caduta degli investimenti produttivi
E da un complessivo e più generale declino della nostra economia che espone l'Italia al rischio di di venire espulsa dal novero dei Paesi più industrializzati
Un Dutton sopra ogni altro costituisce la prova di questo indirizzo fallimentare il debito pubblico è quasi raddoppiato
Passando in soli tre anni da centottantaquattro mila a trecentocinquanta mila miliardi tutto ciò dimostra che la drammaticità della situazione italiana
Non dipende esclusivamente dagli effetti della crisi economica e finanziaria internazionali
Pur sapendo in particolare quanto pesi la politica del dollaro
Oggi
Dopo anni e anni di mezze misure di errori di sprechi
Di dissipazione di denaro pubblico i partiti governativi e la democrazia cristiana in particolare dicono di voler fare una politica economica e finanziaria rigorosa e chiedono consensi per attuare ma al segno politico e sociale di questa linea
E l'esatto rovescio dell'impronta che aveva la nostra proposta di cinque anni fa specie per quanto riguarda il criterio dell'equità sociale
Risanamento dello stato e del rinnovamento ora si può pensare che una simile linea possa fungere da bandiera elettorale
Ma essa non è tale da poter ottenere quei consensi che sono indispensabili per una politica di rigore
Tenendo ai problemi della finanza pubblica ci sembra preliminare porre la decisiva questione di ordine economico generale come elevare la produttività media dell'intero sistema economico nazionale
Ciò comporta ovviamente una politica che renda possibile una continua crescita della produttività delle imprese che evidentemente mirano a garantire a se stesse la produzione di beni e servizi vendibili sul mercato
Ma la vita e lo sviluppo delle stesse imprese rischiano di essere soffocati come abbiamo visto in questi anni
Se permangono le attuali diseconomie esterne cioè se non si dà impulso adeguato alla ricerca scientifica e tecnica teorica e applica se non si incentiva innovazione sia dei processi produttivi che del prodotto
Se non si valorizzano tutte le professionalità e la funzione di quadri e dei tecnici se non si creano le condizioni per una maggiore mobilità di tutti i fattori della produzione ivi compresa la forza lavoro
Se non si compie uno sforzo straordinario
Per ammodernare l'agricoltura e per espandere l'agroindustria
Se non si incrementa di pari passo
La produttività della pubblica amministrazione dei servizi collettivi dei consumi sociale
Se non si garantisce la produttività della infrastrutture del territorio
Se non si salvaguardia e sia valorizza in tutta la sua utilità anche economica
Immenso peculiare patrimonio di cui è dotata d'Italia di beni culturali ed artistici archeologici ed ambientali
L'Italia e drammaticamente carente in tutti questi campi
Perché secondo noi perché da anni e anni sono imbattersi un indirizzo e un metodo di gestione delle finanze pubbliche
Cioè come dice il titolo del convegno dei soldi degli italiani
E più in generale della ricchezza nazionale che hanno relegato agli ultimi posti tutte le esigenze di elevamento della produttività complessiva dalla nazione
Che occorra ricordare
Al primo posto c'è sempre stata la cura
Giunta i leader Ticino di una vera e propria sofisticata imperversa
Di conservato ingigantire Doni chiare
La macchina elettorale e clientela e gli interessi del blocco sociale che complessivamente noi di premier definiamo il sistema di potere imperniato sulla democrazia rischia
Ieri ha cessato dalle sue funzioni
Il presidente di un'unità sanitaria locale della provincia di Chieti
Che aveva detenuto a lungo il ministro attuale delle Poste
Ebbene l'onorevole Gasperi aveva fatto costruire nel suo Paese Gissi di circa tre mila abitanti
Un maxi ospedali che ha una dotazione di due centodiciassette posti letto e un organico di trecentonovantacinque unità
è un minuscolo esempio
Tra le migliaia che si potrebbero fare di come si usa al potere pubblico e di dorme vanno a finire i soldi degli italiani
Esempi di questo genere indicano una delle cause non certo vale secondarie
Per il dilagare della spesa corrente
Quel numero di assunzioni
E di sprechi nella stessa spesa sanitaria
Se si fa la somma del denaro pubblico speso per fini clientelari ed elettorali cioè di parte
Ci si spiega perché non si sono fatti investimenti nella ricerca scientifica e nell'innovazione tecnologica
Perché tanti servizi pubblici sono inefficienti
Perché la produttività della pubblica amministrazione in Italia così bassa eccetera
Cioè perché non cresce la produttività media dell'economia nazionale
Inoltre l'occupazione dello Stato e la spartizione degli Enti pubblici da parte delle formazioni politiche governative in primo luogo della Democrazia Cristiana
La pratica del lottizzazioni
Hanno emarginato e mortificato competenze e professionalità imprenditorialità
Dissipando così io le argille preziose indispensabili alla ripresa economica e allo sviluppo e hanno ridotto lo Stato e le istituzioni a un coacervo di fare utili di partito o di correnti di partito
Permeabili all'azione di centri di corruzione
O anche di eversione basti pensare alla P due
A canali di sperpero di ricchezza nazionale delle finanze pubbliche
A danno della classe operaia e di gran parte dei lavoratori dipendenti va anche a danno di altri ceti produttivi imprenditori compresi poi comprenderete dunque che non ci si può chiedere di dar credito
Alla capacità della Democrazia Cristiana e del Governo in gestazione
Di fare una politica di risanamento e di rigore
Tanto meno noi possiamo accettare che il peso della manovra economica per ridurre il disavanzo pubblico sia riversato sulla classe operaia e sui ceti meno abbienti
Ho cercato di moti via di motivare perché secondo noi
Il problema principale
Non solo dell'industria ma dell'intera economia nati italiana
Non è la scala mobile mai quello di elevare la produttività media del sistema
Questo obiettivo essenziale anche per ridurre l'inflazione
Per abbassare il disavanzo pubblico e conseguire un riequilibrio finanziario
Tali problemi però hanno una loro specifica dimensione
Ed esigono quindi soluzioni specifiche
Per i dettagli delle proposte del Partito comunista
Rinvio alla lettura del testo preparato dai nostri uffici
In sintesi la nostra posizione è la seguente
Anzitutto noi sosteniamo che la spesa corrente può essere contenuta
Con una linea di miglioramento dell'efficienza e della produttività della pubblica amministrazione
In particolare rimettendo ordine nella giungla delle retribuzioni e approvando con urgenza la legge quadro sul pubblico impiego
Nel campo della spesa per la previdenza
Abbiamo presentato un complesso di proposte volte a ridurre il disavanzo dell'INPS attraverso misure
Che semplificando UE unificando la legislazione caotica e settoriale
A vino subito un riassetto e una razionalizzazione del sistema
Per renderlo più è ovvio più equo ed efficiente
E realizzino il riordinamento generale del sistema pensionistico
Eliminando tra l'altro doppio scandalo delle pensioni d'oro e delle pensioni di fame rivedendo i contributi degli strati più agiati dei lavoratori autonomi
Ma ricordo che anche questa riforma è bloccata da anni in Parlamento per l'opposizione della Democrazia cristiana e del Partito socialdemocratico
Anche per il contenimento e la razionalizzazione delle spese essenziali Italia
Nell'ambito delle quali vi sono oggi Sprechi intollerabili
Consumi inutili e dannose
E al tempo stesso gravi insufficiente nella prevenzione
Della riabilitazione nella tutela dei diritti degli ammalati
è urgente una linea per eliminare sperperi esistenti nel campo ospedaliero
Nella spesa farmaceutica
Nelle prestazioni private convenzionate o indire ma tutto ciò va fatto salvaguardando le finalità della riforma
Lo sforzo da compiere per conseguire risparmi tanto nella spesa corrente quanto in quella sociale
Deve obbedire al criterio della massima efficienza e della massima equità
E a questo fine sono indispensabili due cose
Una vera e propria mobilitazione della coscienza pubblica e severi controlli
Per condurre una lotta senza quartiere
Contro sperperi di tipo clientelare corruttele nella City e una graduale ma decisa opera di disboscamento
Nelle giungle delle retribuzioni e delle pensioni delle quali sono venute accumulando iniquità dei trattamenti e storture assuma
Ovviamente il colpo d'arresto allo scivolamento della spesa pubblica verso lavorarci
Non può essere costituito solo da puri indispensabili riduzioni di spesa
Se si compisse o solo tagli
E per di più tagli indiscriminati e socialmente ingiusti
Non si inciderebbe sulle vere cause del dissesto finanziario dell'inflazione
Si ricorrerebbe all'ennesimo palliativo che lascerebbe intatti e in ogni caso lascerei per riprodurre i meccanismi perversi che hanno dato luogo alla crescita vertiginosa e accelerata della spesa corrente
Per il disavanzo statale del debito pubblico e degli oneri Enrico Ravano
Dell'inflazione ed edonista
Ciò che inficia la base
L'equilibrio del bilancio italiano e anche il fatto che il livello delle entrate resta organicamente inferiore a quello di Paesi analoghi al nostro
Questo è il risultato dell'ampiezza dell'evasione
E del carattere iniquo del sistema fiscale e parafiscali
Basti pensare che nel decennio
Il contributo del lavoro dipendente al reddito imponibile è salito dal quarantuno al settantacinque per cento
Mentre quello da lavoro autonomo è sceso dal diciotto a poco più del tre per cento
Quello per la proprietà dei terreni e dei fabbricati
Dal diciotto al tre virgola quattro per cento e quello di impresa dal ventitré al diciannove
Bisogna però intenderci bene su come va ottenuto un forte incremento delle entrate in rapporto al prodotto interno lordo
A questa esigenza non si può pensare di far fronte con aumenti indiscriminati dell'IVA
Ne continuando a operare un massiccio carenaggio fresca fiscale sui redditi da lavoro dipendente noi pensiamo al contrario che il drenaggio fiscale sulle retribuzioni e sulle pensioni medio-basse deve eccessiva
Le entrate devono essere aumentarle
Riequilibrando i carichi fiscali
Combattendo le evasioni riducendo le vaste zone di erosione della base imponibile
Per esempio andrebbero accorpate e ridotte di numero le aliquote Iva
Sia per migliorare la gestione dell'imposta
Sia per condurre con più efficace la lotta all'evasione fiscale
Sarebbe necessaria una modifica delle aliquote dell'IRPEF
Metà mediante l'adozione di scaglioni di reddito più ampi in modo da contenere la gravi o di progressività
Si potrebbe considerare una imposizione generale sul patrimonio
Che naturalmente non può essere uguale per tutti e deve prevedere fasce di esenzione
Dico e sottolineo sul patrimonio
Cioè su beni e proprietà mobili e immobili che sono beni d'uso
E non sul capitale effettivamente investito per non scoraggiare e anzi per incentivare impresa i privati ad un impiego produttivo e non speculativo dei propri capitali
E poi è indispensabile che i comuni
I quali peraltro sono l'unico settore dello Stato le cui spesi sono rimasti al di sotto per il tetto di inflazione programmato
Possano disporre di un'autonoma capacità impositiva
Che integri i trasferimenti a carico del bilancio dello Stato secondo una linea generale che tende a responsabilizzare sempre di più tutti i centri della spesa
Dissesto della finanza pubblica ristagno economico e produttivo inflazione combinati insieme
Sono la miscela micidiale che viene propinata Alitalia da troppo oggi siamo al livello di guardia
E ciò può mettere in pericolo la tenuta del quadro democratico e la saldezza delle nostre liberisti
Questa esiziale invincibile
Ha danneggiato e tuttora danneggia prima di tutto e gravissimamente
Le masse lavoratrici e popolari
Sia dal lato del reddito reale che dall'alto dell'occupazione
Provocandone la giustificata e legittima risposta dico
Ma essa colpisce duramente anche l'impresa
Soprattutto per il clima di incertezza e di sfiducia che ingenera e diffonde
Un clima che scoraggia e ostacola ogni calcolo economico a medio e lungo periodo
Ogni seria programmazione delle spese per investimenti
Che abbiano le dimensioni sufficienti
Ad avviare un generale duraturo processo di ripresa e di sviluppo economico e produttivo
Non servono visioni catastrofiche o strumentali allarmismo
Sta di fatto tuttavia
E guai a non esserne consapevoli
Che lasciare ancora che l'economia italiana vada lungo la china sulla quale sta truciolato andò
Porterà a far crescere ulteriormente il disavanzo
E l'indebitamento pubblico e perciò di conseguenza anche l'inflazione
Renderà sempre più ristretto l'orizzonte temporale che le imprese e diverranno più deludenti o in cui ieri che le aspettative di tutte le forze per
E tante Impresit
Invece
Nessuno può oggi escludere l'ipotesi di un collasso finanziario anche a breve
Il nostro partito si impegnerà fondo per evitare questa via
Ma un punto deve essere chiaro
Nessuna misura restrittiva
Nessuna nuova imposta nessuna terapia d'urto servirà se non creare condizioni per risanare anche moralmente lo Stato
Per rimettere in moto il processo produttivo
Per attuare finalmente una giustizia fiscale
Per cambiare la qualità stessa dello sviluppo e migliorare la qualità della vita degli italiani
Servirà Pecce se costituisce lo strumento per aprire un'alternativa alle prospettive della nazione
Se questo lo mettiamo se questa volontà non esplicita non si può fare appello alle masse lavoratrici e popolari al Paese sarebbe un invito del tutto inutile e vanno e desidero aggiungere che una strategia diretta decurtare il salario reale
Parreira spinta non solo per ragioni sociali politiche di giustizia
Ma anche per ragioni direttamente economica cioè giacché in essa come hanno riconosciuto non pochi imprenditori avrebbe un pesante effetto depressivo sulla domanda e quindi sulla produzione colpirebbe cioè in definitiva anche le imprese
Non proponiamo patti sociali
Restiamo convinti però che è una via d'uscita è possibile soltanto se si creano le condizioni
Per una convergenza di tutte le forze che sono interessati a uno sviluppo produttivo del Paese
In un disegno rinnovatore che deve comprendere allegare le forze le competenze le intelligenze oggi condannate all'emarginazione ti ringrazio parlano
Ringrazio l'onorevole Enrico Berlinguer vi descrivo brevemente
Quali sono le ultime due fasi di questa terza sessione inizia una tavola rotonda moderata D'Arrigo levi
L'unica raccomandazione che io faccio Arrigo levi e di restituirmi questo tavolo tra un'ora e mezza
Seguirà poi un intervento dall'onorevole Capria delegato da Craxi
Un intervento di Ruggero Poletti delegato da Longo e l'intervento di Ciriaco De Mita il presidente Belloni concluderà questo convegno
Invito invito i partecipanti alla tavola rotonda a salire su questo tavolo
Ma
Avvocato
Si
Si
Né
A
Veloce
Grazie
Questa anche
Dei allora cosa
Sembra
Abbiamo deciso che parliamo chiede termini
Abbiamo un'ora e mezzo settanta settantuno
Ciascuno
Realizzato ritornare insomma per importante
No no no no no
Fornite faccio ridistribuzione per
Carità
Va
Bene bene allora io sono Arrigo Levi pregherei fotografi non appena hanno stanziato
La loro
Ansia di fare fotografie e lasciarci lo spazio per cortesia quale spazio del tutti signorina dia il buon esempio grazie
Adesso mettiamo iniziamo tutti anzi spesso
Ecco
Allora qualche indicazione tecnica ai microfoni sono tutti accesi ed aperti
Dunque e questo è un po'il compito più difficile pregherei tutti quanti se potete dire apprende proposti e di darceli quell'atmosfera in cui possiamo affrontare quello che dicevo compito piuttosto difficile
Abbiamo un'ora e mezzo ci siamo come impadroniti diciamo del congresso
Tre Ray tutti di sedersi diventa difficile altrimenti aspettiamo qualche minuto mentre vi prendete posto
Allora
Comunità
Ah e poi mi dicono una comune a quella che si chiama una comunicazione di servizio ma importante stesse tutti continuano a fumare fra un po'di tempo bisogna uscire perché l'aria si è stata esitante
Il fatto il fatto che io non sia fumatore non è la causa di questa comunicazione
Dunque allora noi avremo adesso quella che è anche se questo è tutto un grande dibattito avremo quella che è l'unica sede di vero dibattito diciamo
Della delle di questa giornata e mezzo di convegno dibattito vuol dire che ai primi interventi dei quattro partecipanti seguirà dall'acqua con l'occasione la possibilità di dare delle risposte e di e di portare avanti un discorso quindi dialogato a le persone partecipanti credo che non non occorrano molte presentazioni abbiamo l'illustre accademico il professore Sergio stese
Che non è una delle facce che vediamo più spesso in televisione ma questo molte volte può voler dire che una delle teste che ragionando di più non voglio dire che sia sempre così ma una del uno degli economisti italiani di autentico prestigio internazionale
Abbiamo Erberto aver vado in ordine di presenza Giorgio la Malfa che economista che politico e che ministro del Bilancio ed è qui in questa sua complessa
Pensione
Con questo nome così illustre che noi abbiamo sentito menzionare tante volte in questa giornata e mezzo lasciamolo dire Giorgio scusami ma rifatto ripetuto tante volte il momento abbiamo Pierre Carniti uno dei personaggi guida del mondo sindacale mi sembra importante non so se tutti si rendono conto di come sia straordinario nonostante tutto questo nostro balordo paese
Perché io riflettevo e pensavo ieri una riunione di questo genere di Confindustria con la presenza di tutto il mondo politico
E con una presenza così massiccia e così forte del mondo sindacale lasciatemelo dire io credo che sia forse immaginabili in Germania ma non mi viene in mente un altro paese in quel caffè ricavo dire poiché questo non è mica un Paese così incivile come noi molto spesso siamo portati a dire però mi sembra che sia un Paese molto aperto e
Visto che sono un giorno e mezzo che ci stiamo coprendo il capo di cenere forse dire una parola un pochinino di rilievi e Cuper o di credibilità mostra verso ma il testimone fuori luogo Cesare Romiti
Io non oso dire la maggior imprenditore italiano perché molti altri serio prenderebbero Forsu alcuni altro qualche altro uno altro due si offendere per però forse il testo ulteriormente e anche in un certo senso se me lo lasciate dire in Italia noi tutti facciamo grande grande grande enfasi giustamente s'sui valori sulla vitalità della nostra piccola e media industria bene insomma c'è anche una qualche grande industria che riesce
Chiarire è riuscita a diciamo a mettere a posto i propri conti novantotto rami è importante importante anche perché non è stato un fatto solo il Mib di me nel cemento ma è stato un fatto di presa di coscienza collettiva che è una cosa importante anche di una città alla quale io sono molto legato con molto affetto che a Torino
Una spesa per lo sviluppo in teoria in questo momento noi dovremmo passare a guardare il futuro saluto il futuro in questi in queste giorni arte non non è non è lontano e oggi pomeriggio e stamattina quella riunione in corso e quindi a un futuro che preme molto
E e che in qualche modo un poco squilibri alla discussione perché non stiamo discutendo di di prospettiva remota ma stiamo discutendo di di di decisioni che stanno per essere prese io volevo fare due osservazioni prima di dare la parola al privo intervenuto
Al primo partecipante
E vi richiamo la vostra attenzione su una notizia di stamattina le grandi difficoltà della riunione del gatto vicine verrà
Non so se è fallito non fallito certe un discorso molto duro molto difficile quello tra i grandi Paesi industriali tra i Paesi industriali paesi in via di sviluppo in un momento di crisi generale
è un Paese è un momento molto difficile mi sembra abbastanza chiaro che il meglio che possiamo aspettarci nei prossimi anni è uno che dice a un miracolo che la comunità europea regga
All'epoca dei protezionisti mette sarà da un miracolo se regge a questo se non si lascia strangolare mi sembra di poter dire con fiducia che reggerà secondo sì NI Rapp porte tra Comunità europea agli altri protagonisti perlomeno riusciremo a controllare il protezionismo cioè se entreremo in un decennio in un quinquennio di epoca di protezionismo regolatori negoziato è già molto
Ma in un'epoca di protezionismo regolati a negoziati credo che quella grande espansione di economia internazionale da cui il benessere di un Paese SPÖ l'attore come l'Italia dipende non l'avremo e quindi quello che è stato detto qui che avremo periodi difficili in cui ognuno deve mettere la propria casa in ordine
è molto vero e ne abbiamo ancora stamattina sui nostri giornali conferma
La seconda osservazione che fare da sette come ognuno di noi deve fare molto difficile badate non è difficile solo per l'Italia
Tutto l'Occidente in fase di crisi economiche di scelte per il politiche molto difficili di rotture di coalizioni di alternanza di spostamenti di maggioranze in Italia abbiamo inseguito il tentativo di fare una politica severa
Con una coalizione molto larga molto larga ideologicamente molto larga umanamente e socialmente
Ci siamo riusciti non ci siamo riusciti evidentemente no bisogna riuscirci meglio è uno sforzo molto difficile molto ambizioso
Di perché mi sembra di capire si sta svolgendo in un'atmosfera sociale e intellettuale estremamente fervida estremamente viva estremamente vitale questo convegno va latte viene che voi non avreste fatto dieci anni fa in questa maniera e con questa partecipazione con questo successo ne è una dimostrazione molto importante di questa vitalità e di questa presa di coscienza del Paese
Che è un segno di maturazione di e di di di dell'impavido che sta diventando abbastanza adulto e anche un momento però di grande sincerità di grandi scelte
In cui forse tutte le le lì le vaste coalizioni abbiamo appena sentito un discorso molto identificato come linea politica è molto duro diciamo pure come come proposte come contestazioni come qual è E mica
Mi sembra che l'Italia sia in questo momento in un momento di della verità rinnovamento della chiarezza e in un momento in cui ognuno deve essere se stesso
E in ognuno deve essere sincero che alla qualità principale dei partecipanti a un dibattito finito scusate d'ora in poi dirà più nulla e e quindi e quindi adesso do la parola ai quattro partecipanti nell'ordine
Nell'ordine estese partiamo dalla accademia Steva e Carniti Romiti la Malfa
Se vi va bene tanto avremo ulteriori interventi dopo io vorrei pregarvi di orgia pregato e spero che riuscirete a contenere questi primi interventi prove sostegno di prendere otto da lei dalla sua formazione anglosassone dalla sua severità di sapere parlare soltanto dieci minuti il tema è lo sviluppo
La spesa pubblica e lo sviluppo della spesa pubblica abbiamo imparato fine tutto credo intorno e mezza lo sviluppo è una cosa molto ambizioso è molto difficile quale spesa pubblica per quale sviluppo questo il tema che ci hanno dato quali scelte immediatamente domani dopodomani quali scelte politiche abbiamo personalità politica di grande responsabilità va be a voi la prove sostenute
Ma io non so se riuscirò a stare in tema perché ho la sensazione che in questa situazione della spesa pubblica e del bilancio dello Stato la situazione che è stata descritta in questi giorni
Porsi degli obiettivi di sviluppo attraverso la spesa pubblica sia una cosa dico la verità che ha pochissimo se
In una situazione dove si avvicini professore di più andare mi pare che sia una cosa che ha pochissimo senso proporsi di fare una politica di sviluppo partendo da una situazione del bilancio dello Stato qual è quella che è stata descritta in questi giorni
La lo l'obiettivo primario prioritario in maniera assoluta è di riprendere il controllo dello Spinosa riprendere il controllo sospesa per il quale più perché la assolutamente astratta degna di ridurre la spesa cioè quella di non aumentarla
E qui ci sono tanti piccoli segni ai quali ispettore porta l'attenzione per esempio sul giornale di ieri c'era che il Comune di Roma
è stato autorizzato a portare trentacinque mila quarantacinque mila i suoi dipendenti professore bisogna che parli guardando me noi purtroppo ma guardando il microfono se non la motivazione sia per cui il Comune di Roma è stato
è stato autorizzato l'abbiamo letto sul giornale ieri a portare da trentacinque mila quarantacinque mila i suoi dipendenti ora certamente il Comune di Roma tra delle import tantissime esigenze da soddisfare ma gli Squat situazione evidentemente andando in quella direzione il problema della spesa pubblica si aggrava e non si
Ripeto sono del tutto convinto dalla gravità del problema e della necessità di risolverlo tengo anche a dire proprio per chiarezza scientifica
Che mettere la situazione nella quale si trova il nostro Paese e sia pure in termini meno gravi la maggior parte dei Paesi industrializzati sulle spalle di Keynes è una cosa assolutamente ingiustificata
Bene se no era un inflazionista
Cioè emessi negli anni in cui fu responsabile direttamente dalla condotta economica dalla Gran Bretagna nella seconda guerra mondiale
Riuscì a ottenere che il costo della vita in quegli anni anni della seconda guerra mondiale aumentasse secondo lindi più ufficiale di meno del due per cento all'anno e secondo un indice più accreditato più realistico di meno del sei per cento all'anno
Erano gli anni della seconda guerra mondiale
Cioè in esse
Non è affatto il mezzo scemo che viene dipinto da una parte dai suoi sostenitori e dall'altra dai suoi critici dai suoi avversari pensi non è affatto uno che ha ha detto che bisogna sempre aumentare la spesa pubblica e fare i disavanzi del bilancio il petto era preoccupatissimo dell'inflazione
Conosceva benissimo i limiti per la politica fiscale intatta attraverso la manovra tra domanda globale nel mille novecentotrentasette se non sbaglio scrisse degli articoli al Times di Londra dice indo in Gran Bretagna c'è una disoccupazione all'undici per cento in quell'anno noi non abbiamo bisogno di una maggiore domanda globale abbiamo bisogno di una domanda più equilibrata
Quindi ripeto sono perfettamente d'accordo e sono in una posizione nettamente negativa rispetto a quelli che credono di poter fare una politica che cosiddetta keynesiana
Di espansione dell'economia italiana partendo da queste situazioni Times ci metterebbe certamente le mani nei capelli se sentisse certi discorsi che circolano nel nostro Paese
Detto questo però voglio anche dire che non bisogna demone demonizzare la spesa pubblica
La spesa pubblica ha avuto storicamente a partire dall'Ottocento una funzione molto importante non lo sviluppo
E anche in questi ultimi decenni questa spesa pubblica che sgangherata questo spesa pubblica spirati sprechi ha dato per conto mio dei risultati molto importanti
Ha dato dei risultati molto importanti
Ma sta anche nei settori dove gli sprechi sono stati enormi dell'istruzione e della sanità nel superamento delle differenze di classe se la società italiana a oggi l'omogeneità che ha questo lo si deve in larga misura alla spesa pubblica
E questo badate parlando in un convegno di imprenditori a un può avere una funzione importante anche sulla produttività
Le diagnosi del male vent'anni cosa sono tante ma tra queste diagnosi come sapete c'è che l'industria britannica funziona male l'economia britannico funziona male perché il salto tra le classi è troppo è troppo forte
Quindi questo può avere anche più o meno a lungo termine dei risultati importanti per l'efficienza non c'è a mio parere quel contrasto
Così metto così semplicistico tra efficienza ed uguaglianza del quale sì parla troppo spesso
Anche la critica allo stato assistenziale che è stata fatta qui e che largamente una critica valida deve essere ridimensionata deve essere ridimensionata intanto perché in una certa misura l'espansione dello stato assistenziale è stata la reazione ad altri errori della politica economica
Si spendono un sacco di denari nelle pensioni ma la politica economica di questi ultimi decenni e in certi casi addirittura degli ultimi cinquanta o sessanta anni ha comportato che è praticamente impossibile costituirsi un risparmio per la vecchiaia
Le assicurazioni sono svalutate il TPL gli investimenti mobiliari sono svalutati gli investimenti immobiliari sono vincolati dalla politica di blocco degli affitti e via dicendo in queste condizioni
E a e logico che ci sia una spinta perverso il l'assicurato sì la propria vecchiaia che non ci si può assicurare attraverso il proprio risparmio per la via delle pensioni
Qui il discorso si può allargare io dirò forse sì ho tempo ci ritornerò comunque dico subito io ritengo che molta parte degli errori che sono stati fatti in questi anni nel campo della spesa pubblica e in particolare della politica sociale
Derivino dall'aver gettato dei servizi su collettività che in fondo non li chiedevano e comunque non li chiedevano in modo tale da valutarne adeguatamente i benefici però detto questo
Non ci si può nascondere che lo sviluppo della spesa sociale in tutte le sue direzioni in questi decenni ha risposto anche esigenza reale e qui mi dispiace
Dovrò perdere qualche minuto ma vi voglio citare uno scritto di Luigi Einaudi del mille novecentocinquantasette
Diceva il nautico il Processo di irrigidimento del meccanismo economico è forse inevitabile ed in massima anche vantaggioso
Una società socialmente stabile deve tendere a dare sicurezza di vita la grandissima maggioranza degli uomini
I quali non amano e non sono in grado di sopportare l'incertezza non desiderano correre rischi e non saprebbero affrontarli
E non solo inevitabile me vantaggioso che i servizi comuni resi dallo Stato diventino sempre più numerosi e vari e ricchi
Che la istruzione gratuito quasi gratuita dalle prime scuole elementari giunga sino a quelle superiori universitarie che gli enti pubblici forniscano
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